Lollobrigida: meglio cibi poveri di prodotti ultra processatiRoma, 28 nov. (askanews) – I poveri mangiano meglio dei ricchi in Italia? “La mia affermazione all’epoca fu travisata, anche oggi si è discusso di come alcune tipologie di prodotti che costano molto come gli ultra processati siano peggio di prodotti di alta qualità che hanno un valore superiore in termini di benessere e inferiore in termini economici”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo a margine del forum Coldiretti in corso a Villa Miani a Roma.
“Proprio oggi si parlava della differenza tra merendine e pane e marmellata – ha aggiunto il ministro – E’ evidente i ricchi possono accedere a qualsiasi prodotto e i poveri no, ma è vero che in Italia a differenza di altre economie avere meno risorse e una capacità di scelta di prodotti più semplici permette di avere una alimentazione migliore di altre nazioni, non in senso assoluto”. “Guarderei invece – ha concluso Lollobrigida – a quello che ha fatto il nostro governo in maniera attenta per sostenere la possibilità di acquisire prodotti di qualità, come la Carta dedicata a te che permette di approvvigionarsi con prodotti italiani di qualità”.
Olio evo, a Castelvetrano dal 6 all’8 dicembre il Nocellara FestRoma, 28 nov. (askanews) – Castelvetrano in Sicilia è pronta per ospitare la seconda edizione di Nocellara Fest, la festa dell’olio e dell’oliva da mensa, che si terrà dal 6 all’8 dicembre e che prevede seminari, visite guidate in frantoio, degustazioni, corsi gratuiti all’assaggio dell’olio di oliva extravergine ed attività per i più piccoli.
Nocellara Fest nasce per valorizzare il territorio dove si produce la cultivar Nocellara del Belice, oliva dalla quale si ricava un olio DOP “Valle del Belice” e un’oliva da mensa croccante e gustosa denominata “Oliva di Castelvetrano”. Il progetto, ideato dall’associazione HYPSAS (per la tutela lo studio e la fruizione dei beni culturali siciliani) ha trovato subito l’adesione del Comune di Castelvetrano partner del progetto. L’evento è patrocinato inoltre dal Ministero dell’Agricoltura e e dall’Assessorato regionale dell’agricoltura.
Prosciutto di Parma Dop supporta transizione ecologica impreseRoma, 28 nov. (askanews) – Il Consorzio del Prosciutto di Parma conferma il proprio impegno verso l’ambiente e porta a termine un progetto pluriennale volto a supportare la transizione ecologica delle proprie aziende. Avviato nel 2022, il progetto si è posto l’obiettivo di definire una politica ambientale per il comparto del Prosciutto di Parma DOP che sia al servizio dei propri produttori, ottimizzandone le prestazioni in fatto di sostenibilità. Coinvolti nel progetto il Politecnico di Milano per la fase di definizione e realizzazione del progetto, il suo spin-off Enersem per lo sviluppo del software previsto dalla ricerca e CSQA per gli aspetti relativi alle verifiche.
Il progetto, nel corso di oltre due anni, ha previsto la realizzazione di alcune fasi distinte. In un primo momento è stato effettuato il calcolo dell’impronta ambientale del comparto del Prosciutto di Parma DOP e, alla luce dei dati elaborati e raccolti in questa prima fase, il Consorzio ha potuto depositare presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) le cosiddette Regole di Categoria di Prodotto (RCP) valide per tutti i prosciutti crudi DOP, che definiscono un profilo ambientale di riferimento per questa categoria merceologica. Questo passaggio era necessario per richiedere l’attivazione, per il Prosciutto di Parma DOP, dello schema Made Green in Italy, lo schema di certificazione nazionale sull’impronta ambientale di prodotto promosso dal MASE, che nasce per riconoscere, su richiesta volontaria delle aziende, i prodotti Made in Italy di alta qualità ambientale.
Nell’ultima fase è stato creato e messo a disposizione delle imprese del comparto del Prosciutto di Parma DOP un software per il calcolo e la riduzione dell’impronta ambientale, volto ad ottimizzare le prestazioni dell’intero ciclo produttivo. “L’obiettivo principale è stato quello di supportare le nostre aziende nel loro già consistente impegno verso la transizione ecologica, rafforzando così la tutela dell’ambiente, per il futuro del comparto e per le nuove generazioni – ha spiegato Alessandro Utini, presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma – Ciò che constatiamo è che un numero rilevante di produttori ha già deciso di avvalersi dell’utilizzo del software che abbiamo realizzato con questo progetto, confermando l’etica ambientale del nostro comparto, anche a beneficio della sua competitività sui mercati esteri in relazione a queste importanti tematiche”.
Nestlé e illy: raccolte 750mila capsule caffè esauste con progetto RecapMilano, 28 nov. (askanews) – Oltre 750.000 capsule di caffè esauste raccolte in circa un anno durante la fase pilota del progetto Recap. Nato alla fine del 2021 dall’alleanza tra illycaffé e il gruppo Nestlé in Italia con il brand Nescafé Dolce Gusto e promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia, il progetto ha l’obiettivo di creare un circuito per la raccolta e il riciclo delle capsule di caffè esauste.
Nella sua prima fase sperimentale, il progetto ha coinvolto i comuni di Trieste, Udine, Pasian di Prato e Campoformido in Friuli Venezia Giulia e i gestori dei rifiuti urbani locali. Dopo il successo riscontrato, il modello ora si fortifica grazie alla partecipazione della Regione Emilia Romagna con i comuni di Bologna e Ferrara e si estende a 26 comuni del Friuli Venezia Giulia, contro i 4 coinvolti inizialmente. Attualmente, dunque, nelle due regioni sono 37 i centri di raccolta in cui è attiva la raccolta delle capsule. Recap nasce dall’”Alleanza per il riciclo delle capsule in plastica”, firmata dal gruppo Nestlé in Italia e illycaffé, che è pronta ad accogliere altre aziende che producono capsule, nella convinzione che per ottenere risultati ancora più significativi sia fondamentale unire le forze ed allargare questo modello virtuoso. Il progetto coinvolge attivamente i consumatori dando loro la possibilità di riconsegnare le capsule esauste negli appositi centri di raccolta selezionati del proprio territorio. Da qui verranno poi avviate a trattamento in un impianto specializzato nella separazione della parte in plastica dal caffè. Per garantire la fattibilità del progetto, sono stati coinvolti alcuni gestori locali dei rifiuti, come Hera, AcegasApsAmga, Net, A&T2000, Ambiente Servizi, Gea e Isontina Ambiente.
L’impegno che Nestlé e illycaffè portano avanti con l’alleanza per il riciclo delle capsule di caffè in plastica e con il progetto Recap rientra nel più grande impegno per migliorare la sostenibilità dei propri imballaggi e prodotti, lavorando lungo diverse direttrici: investire nella creazione di iniziative di economia circolare, potenziare le infrastrutture di gestione dei rifiuti, riprogettare il proprio packaging ottimizzando l’utilizzo di materiali riciclabili e riutilizzabili. “Siamo orgogliosi di far parte di questa iniziativa all’avanguardia che non solo promuove la sostenibilità ambientale, ma rappresenta anche un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato per un futuro più sostenibile – ha dichiarato Marta Schiraldi, head of sustainability Nestlé Italia – Il successo e il potenziamento di questo progetto dimostrano come le capsule di caffè post consumo possano essere trasformate in preziosa risorsa grazie all’impegno di tutti i cittadini, delle istituzioni e delle imprese, creando un modello di economia circolare da esportare a livello nazionale ed europeo. Per questo, siamo pronti ad accogliere in questa alleanza anche altre aziende e operatori”. “Consapevoli che la sfida per un mondo più sostenibile si può vincere solo unendo le forze, riteniamo che la cooperazione fra il settore pubblico e quello privato rappresenti uno strumento fondamentale per la promozione dell’economia circolare – racconta David Brussa, chief quality & sustainability officer di illycaffè – L’approccio del miglioramento continuo adottato per il progetto Recap ci ha permesso di sperimentare modalità innovative che ci hanno permesso di coinvolgere attivamente i consumatori nello sviluppo di un circolo virtuoso solido”.
De Castro: abbiamo una nuova Commissione Ue solidaRoma, 28 nov. (askanews) – “La maggioranza che ha sostenuto Ursula von der Leyen sono gli stessi 9 voti della scorsa volta, non vedo perché fare una lettura molto critica di questa maggioranza. Certo, ci sono state dentro i gruppi politici delle questioni nazionali che hanno influenzato il voto, ma abbiamo una Commissione europea solida che parte con voti importanti”. Lo ha detto Paolo de Castro, professore ordinario di Economia e Politica Agraria all’università di Bologna ed ex ministro dell’Agricoltura, a margine del Forum Coldiretti in corso a Roma, a Villa Miani.
“E’ bene che ci siano stati i sostegni di tutti i partiti dai Verdi fino al Ppe – ha aggiunto – e quindi sono fiducioso e contento di avere un vice presidente esscutivo come Raffaele Fitto, che ha dimostrato da ministro e politico navigato di essere attento ai temi dell’agricoltura, che con le sue deleghe sovraintende. Siamo speranzosi che la coppia Fitto-Hansen sia più favorevole e più attenta al settore di quella che l’ha preceduta”. Per quanto riguarda la parte agricola, “l’agenda la fisserà la Commissione il primo di dicembre quando si insedierà – ha proseguito De Castro – ci aspettiamo novità nei primi 100 giorni di Hansen perchè la presidente nella sua lettera di incarico ha indicato i primi 100 giorni come termine per presentare le linee guida oggetto della riforma della Pac”, ha concluso De Castro.
Riso Vialone Nano Veronese Igp, campagna 2024 produzione -10%Roma, 28 nov. (askanews) – Si chiude con una riduzione produttiva del 10% la campagna risicola del 2024 per il Riso Nano Vialone Veronese IGP, un riso ottenuto esclusivamente da semi selezionati della varietà Vialone Nano della specie japonica, che è il risultato di un rigoroso disciplinare di produzione.
Una riduzione dovuta a condizioni climatiche avverse, con piogge molto abbondanti che hanno influenzato le fasi di semina e raccolta. Nonostante ciò, spiega il Consorzio in una nota, la qualità del raccolto rimane invariata.
Si va verso una filiera brassicola italiana al 100%Roma, 28 nov. (askanews) – Si va verso una filiera brassicola italiana al 100%, con birre aromatiche, a basso tenore alcolico e amiche dell’ambiente fatte con luppolo e orzo da filiera sostenibile. Sono gli obiettivi principali del progetto LOB.IT “Luppolo, Orzo, Birra: biodiversità ITaliana da valorizzare”, coordinato dal Crea con il suo Centro di Olivicoltura, Frutticoltura ed Agrumicoltura, in collaborazione con l’Università di Parma e finanziato dal Masaf, che punta a costruire una filiera nazionale di settore. I risultati del primo anno di attività progettuale sono stati presentati oggi a Roma, nel convegno “La centralità della ricerca per lo sviluppo di una filiera brassicola sostenibile e Made in Italy: l’esperienza del progetto LOB.IT”.
A fronte di una criticità nel fabbisogno di materia prima che si attesta per il malto d’orzo oltre il 60% e per il luppolo addirittura poco sotto il 100%, i ricercatori hanno lavorato per poter disporre di materiale di propagazione sano per la filiera. Sono stati sperimentati, inoltre, modelli di gestione virtuosi per una luppolicoltura che punta alla diversificazione e alla sostenibilità. Nel settore cerealicolo, invece, sono state studiate le varietà italiane di orzo distico da coltivazione convenzionale e biologica e gli aspetti legati all’attitudine maltaria di frumenti antichi e moderni. Infine, sono stati approfonditi sia l’utilizzo di lieviti spontanei nella produzione di birre sempre più legate al terroir sia l’impatto sul profilo aromatico dell’uso di lieviti innovativi nella produzione di birre a ridotto contenuto alcolico. Sul fronte economico, oltre alle analisi statistico-economiche del settore, sono stati presentati per la prima volta i dati sulle caratteristiche economiche e strutturali delle aziende della filiera brassicola, dai quali si evince che, sebbene la coltivazione del luppolo rappresenti una frazione marginale della superficie aziendale complessiva, essa mostra un’elevata redditività: il margine lordo si attesta intorno ai 14.000 euro/ha, mentre il margine operativo netto, una volta sottratti i costi della manodopera, è di poco inferiore agli 8.000 euro/ha. Situazione inversa per l’orzo distico da malto, per cui la redditività è modesta: il margine lordo è pari a circa 650 euro/ha e viene interamente assorbito dai costi della manodopera; la sostenibilità economica della filiera risulta garantita principalmente da un’elevata incidenza di manodopera familiare o dalla capacità di sfruttare economie di scala per ammortizzare i costi del lavoro.
La filiera in costruzione mira ad offrire prodotti italiani di qualità, sostenibili, innovativi e a forte connotazione territoriale, inducendo al tempo stesso il consumatore al consumo responsabile di questa bevanda, sottolineandone anche gli aspetti nutrizionali e nutraceutici. Il settore della birra è importante per il comparto agroalimentare italiano, perché genera valore condiviso lungo tutta la filiera e produce un gettito fiscale che si attesta intorno ai 4 miliardi di euro. Ma soprattutto, la birra è un prodotto della terra. Quello brassicolo, infatti, è un settore in cui le materie prime svolgono un ruolo cruciale, sia nel determinare la qualità delle produzioni, conclude il Crea, sia nel definirne la sostenibilità, dato che più dell’80% della materia prima in ingresso diventa scarto di produzione.
Agricoltura, Prandini: risorse Pac non sono più sufficientiRoma, 28 nov. (askanews) – “Le risorse della Pac così come sono state pensate non sono più sufficienti: gli Stati Uniti investono 4 volte di più rispetto all’Europa sulle filiere del cibo e dell’agricoltura e si deve guardare all’innovazione, al giusto reddito degli agricoltori, all’agricoltura di precisione con uso dei dati e intelligenza artificiale dove però la macchina non deve mai sostituire l’uomo”. Lo ha detto il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, a margine della giornata inaugurale del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma organizzato in collaborazione con The European House-Ambrosetti.
“L’Europa – ha detto Prandini – deve guardare a una sfida di carattere globale, Stati Uniti e Cina sono molto più avanti di noi e dobbiamo potere recuperare anche attraverso grandi progetti come quello per i bacini di accumulo in termini di acqua”.
Gualtieri: agricoltura al centro nostra azione amministratitvaRoma, 28 nov. (askanews) – “Stiamo cercando di fare tornare l’agricoltura al centro della nostra azione amministrativa e vogliamo valorizzare il patrimonio dell’agro romano puntando sull’innovazione e sull’agricoltura sociale”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, intervenendo in apertura del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Coldiretti in corso oggi e domani a Villa Miani a Roma e organizzato in collaborazione con The European House-Ambrosetti.
Gualtieri ha sottolineato che l’agricoltura “è un bene prezioso e un grande generatore di socialità, e penso ad esempio agli orti urbani stanno diventano una realtà importante, come anche la rete dei farmers market che noi vogliamo aumentare. Abbiamo portato l’agricoltura tra all’interno dei progetti del Giubileo e vogliamo valorizzare i mercati come centri vivi del quartiere”.
6 italiani su 10 temono che cibo finisca per carestie e guerreRoma, 28 nov. (askanews) – Oltre sei italiani su dieci temono che la proliferazione delle guerre e gli effetti dei cambiamenti climatici finiscano per ridurre la quantità di cibo disponibile. Ritorna dunque la paura di una carestia globale dinanzi alla quale occorre razionalizzare l’utilizzo delle risorse, a partire dalla necessità di destinare i fondi agricoli europei della Pac solo ai veri agricoltori per continuare a garantire in futuro la produzione alimentare.
E’ quanto emerge dal rapporto Coldiretti/Censis presentato oggi a Villa Miani a Roma in occasione della prima giornata del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma organizzato in collaborazione con The European House – Ambrosetti. Il forum si concluderà domani. Il cibo diventa dunque nell’immaginario degli italiani, spiegano Coldiretti/Censis, una risorsa incerta, potenzialmente scarsa anche in società in cui da tempo prevale l’abbondanza. Non sorprende dunque che il 76% degli italiani chiede di aumentare urgentemente la disponibilità di terreni agricoli per la produzione di cibo e garantirsi l’autonomia alimentare rispetto ai rischi provenienti da guerre e carestie.
Uno scenario, spiega la confederazione agricola, che rafforza le richieste avanzate in tutte le sedi da Coldiretti di incrementare il bilancio agricolo della Pac, la Politica agricola comune, per sostenere la produzione agricola messa sempre più a rischio dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalle tensioni internazionali che fanno esplodere i costi di produzione abbassando il reddito degli agricoltori, con il rischio di un crollo della disponibilità di cibo che andrebbe a danneggiare in primis le fasce più deboli della popolazione. La Pac in Europa vale oggi 386 miliardi di euro in totale fino al 2027, di cui trentacinque miliardi di euro per l’Italia. Negli Usa il Farm Bill, il programma di sostegno all’agricoltura statunitense, ricorda la Coldiretti, vale 1400 miliardi di dollari in dieci anni, con un gap profondo che penalizza gli agricoltori europei e che l’Ue dovrebbe impegnarsi a colmare per garantire la sovranità alimentare. Una necessità ancora più impellente se si considera l’elezione a presidente degli Stati Uniti di Donald Trump nel cui programma c’è proprio una serie di misure fiscali e incentivi per rafforzare la produzione alimentare statunitense e incrementare la presenza sui mercati esteri. Ma se si guarda a un altro competitor dell’Europa, la Cina, questa attualmente produce il 70% in più dell’intera produzione agricola dell’Unione.
Peraltro sostenere l’agricoltura, conclude Coldiretti, significa anche sostenere l’ambiente, invertendo la falsa narrazione prevalente con la passata Commissione Ue secondo la quale la transizione ecologica andava fatta contro gli agricoltori, contrapposti assurdamente a una natura della quale, al contrario, sono i primi difensori. Una realtà confermata anche dal comune sentire degli italiani. Secondo Coldiretti/Censis, il 72% dei cittadini ritiene che proprio l’agricoltura e le sue attività siano la miglior garanzia per la tutela del territorio e contro il dissesto idrogeologico.