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Bresaola Igp: dopo calo 2023 (-3,45%) in primi 2 mesi 2024 produzione +9,4%

Bresaola Igp: dopo calo 2023 (-3,45%) in primi 2 mesi 2024 produzione +9,4%Milano, 15 apr. (askanews) – Segnali di ripresa e di stabilizzazione nei primi due mesi del 2024 per il comparto della Bresaola della Valtellina Igp che nel primo bimestre ha segnato un +9,44% di produzione di Bresaola della Valtellina certificata rispetto allo stesso intervallo 2023. Il dato arriva dopo un 2023 in cui la produzione complessiva riferita alle 15 aziende certificate si è attestata a poco meno di 11.900 tonnellate in calo del 3,45% sul 2022, corrispondente alla totalità della produzione di Bresaola della Valtellina Igp certificata dall’Organismo di controllo Csqa. In totale, sono state avviate alla produzione poco più di 33.256 tonnellate di materia prima (-4,34%), di selezionata provenienza europea e mondiale. Sul fronte valore al consumo, il comparto ha segnato circa 451 milioni di euro (-8,28% sul 2022) con un impatto sulla provincia di Sondrio di oltre 225 milioni di euro. Il settore assicura circa 1.400 posti di lavoro e fa parte di un distretto per l’economia del territorio, il Distretto agroalimentare di qualità della Valtellina (sul cui valore totale alla produzione corrispondente a 300 milioni di euro, la Bresaola della Valtellina pesa circa per l’83%). Lato distribuzione, la grande distribuzione si conferma il principale canale di vendita della Bresaola della Valtellina Igp (83% della produzione totale).


L’export rappresenta il 5,09% della produzione, con un valore di 13,3 milioni di euro (-1,71%). Sono state esportate 603 tonnellate di Bresaola della Valtellina IGP, nei Paesi UE, con il 73% del totale (Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Rep. Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria) ed extra UE con il 27% del totale (Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait, Qatar, Hong Kong, Kenya, Libano, Norvegia, Canada, Regno Unito, Serbia, Svizzera), registrando un +10,7% rispetto al 2023. Sulla crescita dell’extra UE, vale la pena menzionare un incremento di export (e relativo consumo) in Medio Oriente soprattutto nei paesi di religione islamica. La Bresaola della Valtellina Igp, infatti, non conosce barriere religiose grazie al fatto di essere prodotta con carne bovina. “Già nella seconda metà del 2023 abbiamo assistito ad una progressiva ripresa dei consumi che nel 2024 sta assumendo carattere di continuità nel segno positivo, dopo un periodo di effettiva contrazione – commenta Mario Francesco Moro, presidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina – L’immagine della Bresaola della Valtellina Igp si mantiene alta e gli italiani (ma non solo) amano questo prodotto prezioso per le sue valenze nutrizionali e perché sinonimo di una tradizione e di un saper fare tutti italiani. Quest’anno, anche in forza del nuovo Regolamento UE che riforma il sistema delle Indicazioni Geografiche, come Consorzio di tutela ci impegneremo a rafforzare ulteriormente la posizione dei produttori certificati nella catena del valore, per continuare a garantire al consumatore un sistema equo e trasparente, e per contrastare le frodi e l’utilizzo illecito della denominazione”.

Al via bando Fondazione Grana Padano per 6 borse studio

Al via bando Fondazione Grana Padano per 6 borse studioRoma, 15 apr. (askanews) – La Fondazione Grana Padano ha indetto un bando per sei Borse del valore di 5.000 euro ciascuna, destinate all’iscrizione a un corso di studio post diploma secondario per il conseguimento di una laurea di Primo Livello o di una Laurea a ciclo unico o in alternativa di un Diploma presso gli Istituti tecnologici superiori.


La partecipazione al bando è riservata a figli e ai nipoti dei dipendenti, in attività o in quiescenza, delle aziende che appartengono alla filiera della DOP Grana Padano. Il Presidente della Fondazione, Giuseppe Saetta, ha voluto sottolineare che la pianificazione delle borse di studio è una forma mediante la quale la Fondazione offre la possibilità di crescita culturale, economica e sociale ai giovani della filiera che hanno minori opportunità, celebrando in questo modo anche la costituzione del Consorzio Grana Padano, nato 70 anni fa all’insegna della coesione.

Comm. Fao misure fitosanitarie: da fitopatie danni irreversibili

Comm. Fao misure fitosanitarie: da fitopatie danni irreversibiliRoma, 15 apr. (askanews) – “Le conseguenze di epidemie incontrollate di parassiti e malattie sono di vasta portata e possono infliggere danni irreversibili agli ecosistemi, al commercio e all’approvvigionamento alimentare globale”. Lo ha affermato QU Dongyu, direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), nel suo discorso di apertura alla XVIII Sessione della Commissione per le Misure Fitosanitarie (CPM), un organismo chiave volto a contenere i rischi posti dai parassiti e dalle malattie delle piante che minacciano l’agricoltura e i mezzi di sussistenza e danneggiano i nostri ecosistemi, riunitasi oggi per discutere ulteriori misure per arrestarne la diffusione.


Il CPM è l’organo di governo della Convenzione internazionale per la protezione delle piante (IPPC), che si riunisce ogni anno per valutare lo stato globale della salute delle piante ed esaminare i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi della Convenzione. Nel 2023, l’IPPC ha accolto la Repubblica Federale della Somalia come 185a parte contraente del trattato multilaterale. Il cambiamento dei modelli meteorologici e l’aumento delle temperature in tutto il mondo hanno cambiato la distribuzione geografica e l’intensità dei parassiti e delle malattie delle piante. Un esempio di malattia vegetale distruttiva è causata dal fungo Fusarium Tropical Race 4 (TR4). Gli ingenti danni che provoca ai raccolti di banane sono stati evidenziati alla quarta conferenza globale del World Banana Forum, recentemente ospitata dalla FAO.


Alla COP28, la FAO ha lanciato la “Tabella di marcia globale per raggiungere l’Obiettivo di sviluppo sostenibile 2 (SDG2) senza superare la soglia degli 1,5°C”. Uno degli ambiti di azione individuati nella Roadmap è la protezione delle colture mediante la gestione integrata dei parassiti per ridurre la dipendenza dai prodotti chimici. Tra gli argomenti all’ordine del giorno della riunione del CPM di questa settimana ci sarà il posizionamento dell’IPPC all’interno dell’approccio One Health, che riunisce organizzazioni internazionali che lavorano sulla salute delle piante, degli animali e dell’uomo.Si prevede inoltre che i paesi partecipanti adottino modifiche agli standard fitosanitari, compresi i criteri per determinare lo status di ospite della frutta per i moscerini della frutta, i requisiti per stabilire aree libere da parassiti e il trattamento a freddo per un parassita chiamato falsa carpocapsa.


Sebbene vi sia una forte attenzione globale agli standard di sicurezza alimentare e di salute degli animali per garantire la sicurezza alimentare, “dobbiamo ricordare che tutto inizia con gli standard di salute delle piante”, ha concluso il dg della FAO, descrivendoli come i “guardie” contro il impatto di parassiti e malattie delle piante.

Inaugurata a Verona 28esima edizione di Sol, salone extravergini

Inaugurata a Verona 28esima edizione di Sol, salone extraverginiRoma, 15 apr. (askanews) – I cambiamenti climatici, ma anche la concorrenza internazionale e la competizione sui prezzi, i dazi che non facilitano l’armonizzazione dei mercati e la necessità di migliorare la visibilità e la riconoscibilità dell’olio di oliva sui diversi mercati. Sono le sfide che il settore olivicolo oleario deve affrontare, secondo María Juárez, responsabile dell’Unità Economia e Promozione del Consiglio Oleicolo Internazionale (COI), dopo un 2023 caratterizzato da un sensibile calo di produzione e un conseguente marcato rimbalzo dei prezzi e “con la previsione anche per la campagna in corso di un taglio delle produzioni del 6%, provocata dalla concomitanza di più fattori: periodi di fioritura asincroni, raccolte precoci per l’avvento di alcune patologie come la Xylella fastidiosa e fasi di siccità”.


Il clima che cambia e l’influenza sui mercati è uno dei temi affrontati al convegno inaugurale “La nuova geografia dell’olio mondiale, tra produzione e consumo”, della 28esima edizione di SOL, International Olive Oil Trade Show, nel corso del quale è stata annunciata la partnership tra Veronafiere e la Fundacion de Olivar, un osservatorio internazionale per il monitoraggio delle produzioni e dei prezzi dell’olio e che costituisce un punto di riferimento per il settore. “Questa partnership fra Italia e Spagna – ha dichiarato Raul Barbieri, direttore commerciale di Veronafiere – non solo rafforzerà i legami tra due nazioni che sono da sempre al cuore dell’industria olivicola, ma aprirà nuove opportunità di crescita e sviluppo su scala internazionale”.


Dopo un ventennio di continua crescita, con la produzione mondiale di oli di oliva passata da 1,8 milioni di tonnellate nel 1992/93 fino alle 3,4 milioni di tonnellate della campagna olearia 2010/2011, secondo i dati del COI, le oscillazioni produttive sono diventate la norma con cinque campagne olearie negli ultimi dieci anni a 2,4-2,5 milioni di tonnellate e altrettante abbondantemente sopra le 3 milioni di tonnellate. Più lineare, invece il trend dei consumi, raddoppiati in trent’anni e passati da 1,6 milioni di tonnellate a 3 milioni di tonnellate nel mondo.

Lollobrigida: oggi premiamo il nostro sapere fare eccellenze

Lollobrigida: oggi premiamo il nostro sapere fare eccellenzeRoma, 15 apr. (askanews) – “Oggi è la giornata di chi è consapevole e orgoglioso di quel che rende grande il nome dell’Italia nel mondo: il nostro saper fare, il nostro produrre eccellenza, le nostre tradizioni, i nostri prodotti di inarrivabile qualità. La nostra identità e, soprattutto, il nostro futuro”.


Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che insieme al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, oggi ha premiato al Vinitaly i ragazzi degli Istituti Agrari vincitori dell’VIII edizione del concorso enologico Masaf-Istituti Agrari. Il premio è stato attribuito in concomitanza con la prima Giornata Nazionale del Made in Italy che si svolge oggi, 15 aprile. “Per questo la prima giornata del Made in Italy la festeggiamo così, insieme al Presidente Giorgia Meloni e il Ministro Giuseppe Valditara, tra gli studenti dei nostri straordinari istituti agrari. Il più alto simbolo dell’Italia che crede nelle proprie infinite potenzialità”, ha concluso Lollobrigida.

Coldiretti: è italiana una vigna biologica su 4 nel mondo

Coldiretti: è italiana una vigna biologica su 4 nel mondoRoma, 15 apr. (askanews) – Quasi una vigna biologica su quattro (23%) tra quelle presenti in tutto il mondo è italiana e la superficie vitata coltivata a biologico ha superato in Italia i 130mila ettari. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Fibl e Ifoam diffusa oggi al Vinitaly. Domani, martedì 16 aprile, proprio i vini biologici e sostenibili saranno protagonisti a Casa Coldiretti di una degustazione.


I produttori tricolori di vino bio sono 22mila, mentre a livello nazionale i vigneti biologici sono arrivati a rappresentare oltre il 22% del totale. Il tutto per una produzione annua di circa 3 milioni di ettolitri. Accanto al biologico Casa Coldiretti ospiterà domani anche una degustazione dedicata ai vini della Generazione Z, con le eccellenze e le storie dei giovani vignaiuoli.

Cc tutela Agroalimentare in Sicilia per incontro su controlli

Cc tutela Agroalimentare in Sicilia per incontro su controlliRoma, 15 apr. (askanews) – Carabinieri dei Reparti per la Tutela Agroalimentare di tutta Italia sono sbarcati a Pachino e Ispica per una due giorni di ascolto sui sistemi di controllo e contrasto alle contraffazioni alimentari. L’iniziativa, i cui obiettivi rientrano nelle direttive impartite dal Ministero Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, ha coinvolto i Consorzi di Tutela delle IGP Carota Novella di Ispica e Pomodoro di Pachino, per evidenziare criticità e minacce lungo le due filiere di produzione e sottolineare l’urgenza di una maggiore attenzione nell’ambito dei controlli.


Infatti, soprattutto per i prodotti di importazione provenienti da Ue ed extra Ue, si è osservato che, nei vari passaggi commerciali, di essi si perdono le tracce al punto che finiscono per risultare naturalizzati come italiani, senza aver rispettato le norme su tracciabilità e origine in vigore nel nostro Paese, danneggiando di fatto tutta la filiera italiana impegnata a produrre secondo protocolli rigorosi e trasparenti. Nella due giorni di ascolto i militari, accompagnati dall’agronomo Salvatore Latino, ufficiale dell’Arma della Riserva Selezionata, hanno potuto visitare i principali impianti produttivi e le aziende confezionatrici associate ai due consorzi. In tale occasione è stata messa in evidenza l’importanza di un’analisi dei flussi commerciali e di mercato che consenta di estrapolare indicatori di rischio utili ad indirizzare i controlli e ad affinare le tecniche investigative.


Presenti agli incontri anche il presidente del Consorzio della Carota Novella di Ispica IGP, Massimo Pavan, e il direttore del Consorzio di Tutela della IGP Pomodoro di Pachino, Salvatore Chiaramida.

Bmti: rialzi per prezzi uve da vino nel Centro e Sud Italia

Bmti: rialzi per prezzi uve da vino nel Centro e Sud ItaliaRoma, 15 apr. (askanews) – Dffusi rialzi per i prezzi delle uve da vino nel Centro e Nord Italia, mentre sono più stabili i prezzi al Nord. Oggi Bmti ha presentato in occasione del Vinitaly, ha presentato la sua analisi sull’andamento dei prezzi delle uve da vino relative alla vendemmia 2023 delle Camere di commercio.


Dopo una prima ricognizione svolta ad inizio vendemmia, l’analisi dei dati ufficiali delle Camere di commercio ha confermato i diffusi aumenti che hanno colpito i prezzi delle uve da vino in Italia, per effetto della forte contrazione della produzione di uve nel 2023. I rialzi più accentuati si sono rilevati nel Centro e nel Sud Italia, ovvero nelle zone maggiormente interessate dalla riduzione produttiva. Per le uve del Nord Italia, invece, si è osservata maggiore stabilità. Secondo l’analisi di BMTI, in Veneto si è osservato un lievissimo calo delle uve atte alla produzione di Amarone e Recioto DOCG (-2% rispetto al 2022), quotate a Verona. In calo, dopo la crescita degli anni scorsi, anche le uve utilizzate per il Prosecco DOCG Conegliano Valdobbiadene (-11%) quotate a Treviso e le uve atte a Prosecco DOC (-15%) e Colli Euganei bianco DOC (-15%), quotate a Padova (-11%). In rialzo, invece, i prezzi delle uve atte a Lugana DOC (+13%) e delle uve atte a Soave DOC (+19%), quotate a Verona.


Dominano, invece, i rialzi per le uve quotate sulle piazze lombarde e piemontesi. Tra le uve atte a produrre i vini dell’Oltrepò Pavese, le uve del Bonarda DOC e Barbera DOC, rilevate a Pavia, sono aumentate del +28% rispetto al 2022. Crescita a doppia cifra (+21%) in 12 mesi anche per le uve del Franciacorta DOCG, rilevate a Brescia. In Piemonte, leggero rialzo per le uve atte alla produzione di Barolo DOCG (+4%) e per le uve atte a Langhe Nebbiolo DOC (+3%), quotate a Cuneo. Sempre in Piemonte, rialzi contenuti, inferiori al +5%, anche per le uve atte a Barbera d’Asti DOCG e per quelle del Moscato DOCG, rilevate ad Asti. Variazioni contenute anche per le uve del Lambrusco, quotate a Reggio Emilia. Tra i grandi rossi toscani, i prezzi delle uve per il Brunello di Montalcino DOCG e per il Chianti Classico DOCG, rilevate a Siena, sono aumentate di quasi il +15% rispetto al 2022. Meno accentuato, invece, l’aumento dei prezzi delle uve per il Nobile di Montepulciano DOCG (+2%). Lieve calo, sempre sulla piazza senese, per il Chianti DOCG (-2%).


Infine, la forte contrazione produttiva che ha colpito l’Abruzzo, ha portato il prezzo delle uve del Montepulciano d’Abruzzo DOC, rilevate sulla piazza di Pescara, ad un aumento di quasi il +40% rispetto ad un anno fa. Ancor più marcato l’aumento per le uve atte a Pecorino d’Abruzzo DOC e a Trebbiano DOC, cresciute di oltre il +50% su base annua.

Ismea: comparto vinicolo vale 1/3 mercato assicurativo agevolato

Ismea: comparto vinicolo vale 1/3 mercato assicurativo agevolatoRoma, 15 apr. (askanews) – Delle oltre 241.000 imprese vitivinicole italiane, quasi 27.000 (l’11%) sono assicurate contro i rischi meteoclimatici, realtà che in termini di superfici rappresentano però un più significativo 30% degli ettari complessivamente vitati (673.000 circa). Un comparto che concentra oltre un terzo del mercato assicurativo agricolo agevolato specifico delle coltivazioni vegetali, con polizze che cumulano un valore di circa 2,3 miliardi di euro, pari ad oltre il 50% della Plv del settore.


I numeri sono stati illustrati oggi da Ismea, al convegno svoltosi al Vinitaly dal titolo “Misure attive e passive di gestione del rischio nella filiera uva da vino” e confermano l’importanza del comparto vitivinicolo in termini di adesione agli strumenti di risk management e che allo stesso tempo evidenziano la necessità di salvaguardare patrimonio e capitale circolante di un asset di assoluto rilievo per l’agroalimentare italiano, grazie a un giro d’affari alla produzione di poco meno di 14 miliardi di euro (oltre il 10% del fatturato agrifood) e ai quasi 8 miliardi di esportazioni, con le cantine italiane che muovono fuori dai confini nazionali i volumi in assoluto più elevati a livello mondiale. Dal punto di vista territoriale, nel 2023 l’aumento del 2% del numero delle aziende vitivinicole assicurate nelle regioni settentrionali non ha compensato il calo registrato nel resto d’Italia, rispettivamente del 9% nel Centro e del 18% nel Mezzogiorno, con il dato nazionale che ha fatto segnare pertanto una contrazione del 4,9% sul 2022.


II Nord copre poco meno dell’80% dei valori assicurati in Italia, con il ruolo-pivot del Veneto (40,4%), prima regione vitivinicola a livello nazionale, seguito dal Friuli-Venezia Giulia (11,5%); nelle regioni centrali, con circa il 10% di quota, è la Toscana a fare la parte del leone (7,8%), mentre al Sud, Isole comprese (10,7%), il primato va alla Puglia, con il 6,7% dei valori complessivamente assicurati.

Coldiretti: vitigni autoctoni in top ten bottiglie più vendute

Coldiretti: vitigni autoctoni in top ten bottiglie più venduteRoma, 15 apr. (askanews) – Sono i vini autoctoni a fare segnare i maggiori incrementi delle vendite, dal Cerasuolo abruzzese al Nebbiolo piemontese, a conferma di una scelta sempre più territoriale nei gusti degli italiani. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti che, nel proprio stand al Vinitaly, ha esposto la top ten delle bottiglie che in Italia sono cresciute maggiormente nei consumi, sulla base dei dati Circana.


In vetta si piazza per la prima volta un vino rosato, il Cerasuolo d’Abruzzo, con un vero e proprio boom in volume del 19,7% che conferma la crescita dei rosé nelle preferenze degli italiani. Al secondo posto troviamo il Grillo di Sicilia (+12,2%) che precede di poco il Pecorino, tipico di Marche e Abruzzo (+12%). In quarta posizione La Lugana di Lombardia e Veneto (+9,5%), poi la Ribolla friuliana (+8%), davanti all’Orvieto da Lazio e Umbria (+7,6%) e al Friuliano (+7,2%). All’ottavo posto c’è il primo vino rosso della classifica, il Primitivo della Puglia (+5,2%), seguito da Valpolicella Ripasso (+4,6%) del Veneto e dal Nebbiolo (+4,2%) caratteristico del Piemonte ma anche della Lombardia.


L’aumento delle vendite dei vini autoctoni, continua Coldiretti, è in netta controtendenza rispetto all’andamento complessivo delle vendite di vino che nel 2023 hanno fatto registrare un calo in volume del 3,3%. Il segnale del fatto che il futuro del Vigneto Italia dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali.