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Coldiretti: serve etichettatura su cibi ultra-trasformati

Coldiretti: serve etichettatura su cibi ultra-trasformatiRoma, 28 nov. (askanews) – Combattere l’abuso di cibi ultra-trasformati aumentando le ore di educazione alimentare nelle scuole e mettendo in campo campagne di sensibilizzazione per far conoscere i pericoli associati all’assunzione sistematica e continuativa di cibi ultra-trasformati. Definire forme di etichettatura per evidenziare che un determinato prodotto appartiene alla categoria degli ultra-trasformati. Vietarne l’utilizzo nelle mense scolastiche e nei distributori automatici diffusi negli edifici pubblici, a partire proprio dalle scuole, con precisi limiti anche alla pubblicità, seguendo l’esempio del Regno Unito che ha vietato le fasce orarie di maggiore esposizione per bambini e adolescenti.


Lo chiede Coldiretti alla luce dei dati del rapporto Coldiretti/Censis presentato in occasione della giornata inaugurale del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma, organizzato in collaborazione con The European House-Ambrosetti. Dal rapporto si evince che l’82% delle famiglie italiane chiede un piano pubblico per salvaguardare la salute dei propri figli, sempre più “drogati” di energy drinks, merendine e cibi ultra-trasformati, una vera e propria dipendenza che crea enormi pericoli per il loro sviluppo.


Per l’occasione sono state allestite due grandi tavole per mettere a confronto il cibo ultra-trasformato con quello naturale, simbolo della Dieta Mediterranea. Uno stile alimentare che i genitori italiani vogliono trasmettere ai propri figli – rilevano Coldiretti/Censis – poiché percepito come un insieme di abitudini che garantiscono che i giovani mangeranno bene. Un cibo equilibrato, sano, sicuro e genuino in linea con la tutela della salute personale e del pianeta. Uno sforzo quotidiano che si scontra però con la considerazione che appena ne hanno la possibilità i propri figli non mangiano in modo salutare.

Fiera Milano porta Host in Arabia Saudita: debutto a Riad nel 2026

Fiera Milano porta Host in Arabia Saudita: debutto a Riad nel 2026Milano, 27 nov. (askanews) – Fiera Milano e Semark, società saudita specializzata di eventi nel settore food service, annunciano la nascita di Host Arabia. La nuova manifestazione fieristica, presentata durante Saudi Horeca, la più grande fiera dedicata a food, beverage e ospitalità professionale alla presenza dell’Ambasciatore italiano nel regno, Carlo Baldocci, avrà luogo a Riad a partire dal 2026 e porterà in Arabia Saudita il format di HostMilano, la manifestazione per l’ospitalità professionale, il fuoricasa e il retail, organizzata da Fiera Milano nel quartiere fieristico italiano.


L’Arabia Saudita rappresenta un mercato in forte espansione per il settore dell’ospitalità. Il Paese è al centro di una trasformazione epocale guidata dalla Vision 2030, con massicci investimenti infrastrutturali e un potenziamento del settore turistico che mira a creare oltre 300.000 nuove camere d’albergo entro il 2030, molte delle quali destinate a strutture di lusso. L’Arabia Saudita prevede di accogliere 150 milioni di turisti entro la stessa data, ponendosi come mercato strategico per l’ospitalità professionale. “Questo progetto segna l’avvio di una nuova fase di crescita per il gruppo, orientata all’espansione globale e alla valorizzazione del nostro portafoglio fieristico in mercati ad alto potenziale, come abbiamo previsto anche nel Piano Strategico 2024-2027 – ha commentato Francesco Conci, amministratore delegato e direttore generale di Fiera Milano – Vogliamo sempre più affermarci come incubatore di innovazione e hub per la crescita delle imprese, ampliando la portata delle nostre manifestazioni verso i principali scenari economici mondiali. Il mercato dell’ospitalità professionale saudita offre opportunità uniche, con un valore delle importazioni che, per i settori di HostMilano, è cresciuto fino a 456 milioni di euro nel 2023 e si prevede raggiungerà circa 600 milioni di euro entro il 2027. Host Arabia si pone l’obiettivo di sfruttare questo potenziale e conferma la nostra capacità di anticipare le tendenze e di valorizzare il made in Italy in un contesto internazionale altamente competitivo, ampliando la portata delle nostre manifestazioni verso mercati chiave”.


“Siamo entusiasti di collaborare con Fiera Milano per Host Arabia. Negli ultimi 15 anni, la nostra fiera ‘Saudi Horeca” è stata leader nella regione nel settore food, beverage e ospitalità. Questa partnership con Fiera Milano è destinata a innalzare gli standard delle fiere di ospitalità in Arabia Saudita, creando il più grande evento di settore in Arabia Saudita riunendo i protagonisti più influenti da tutto il mondo per esplorare opportunità e presentare le ultime tendenze del settore”. Host Arabia valorizzerà il potenziale di crescita previsto per i prossimi anni nel mercato dell’ospitalità professionale in Arabia Saudita e i Paesi GCC. In termini di interscambio UE-GCC, i settori di HostMilano hanno generato 1,31 miliardi di euro nel 2023, un valore che salirà a 1,6 miliardi di euro nel 2027 grazie a un cagr del 6,2%. Con 455,9 milioni di euro (598,9 milioni nel 2027, CAGR +7,1%), l’Arabia Saudita è il secondo mercato, preceduta solo dagli Emirati Arabi Uniti con 612,2 milioni di euro (791 milioni nel 2027, CAGR +6,6%).


Riguardo in particolare all’Italia, l’Arabia Saudita vanta il più rilevante interscambio commerciale di prodotti rappresentati a HostMilano, per un valore di 167,9 milioni di euro nel 2023 e destinato a crescere fino a 190,7 milioni di euro nel 2027. Relativamente alle abitudini di consumo nella regione, le anticipazioni di un’indagine in corso promossa da Fiera Milano e HostMilano, e condotta da CSA Research, hanno rivelato che in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti i consumatori sono sempre più interessati a esperienze fuoricasa personalizzate e cliente-centriche. Il servizio è il motivatore più importante per il 22% in Arabia Saudita e per il 18,8% negli Emirati Arabi Uniti, seguito dall’ambiente (15,7% in Arabia Saudita, 12% negli Emirati Arabi Uniti) e dalle ricette e dai processi di cottura (15,3% in Arabia Saudita, 16,6% negli Emirati Arabi Uniti). Dati che evidenziano l’importanza per gli operatori di aggiornare costantemente le loro attività investendo in tecnologia e innovazione.

Vino, Cavit: fatturato 2023-24 in calo del 5% ma utile stabile a 4,9 mln

Vino, Cavit: fatturato 2023-24 in calo del 5% ma utile stabile a 4,9 mlnMilano, 27 nov. (askanews) – Il fatturato consolidato 2023-2024 del gruppo Cavit ha registrato una flessione del 5,2%, attestandosi a 253,3 milioni di euro rispetto ai 267,1 dell’esercizio precedente. “Una riduzione di circa 13,8 milioni di euro è principalmente riconducibile al percorso di dismissione delle attività non strategiche di Casa Girelli (-18,2 milioni), avviato con l’incorporazione e destinato a proseguire nell’esercizio successivo” si legge in un comunicato, in cui si evidenzia che “il calo dei volumi è stato in parte bilanciato dalle positive performance delle attività core del gruppo. La stabilità del utile netto consolidato, passato a 4,9 milioni di euro rispetto ai 4,8 dell’esercizio precedente, nonostante la contrazione del fatturato, conferma – prosegue la nota – il successo delle scelte strategiche e la solidità della gestione operativa, evidenziando come la dismissione di attività a bassa marginalità di Casa Girelli abbia contribuito a preservare la redditività complessiva del gruppo, mantenendola in linea con gli obiettivi strategici prefissati”.


I numeri sono stati diffusi in occasione dell’assemblea annuale dei soci Cavit – Cantina Viticoltori del Trentino per l’approvazione del bilancio della capogruppo relativo all’esercizio 2023-2024, chiuso a maggio 2024. Nell’occasione è stato presentato anche il bilancio consolidato del gruppo Cavit, che quest’anno include le controllate Cesarini Sforza (100%), GLV (80%) e Kessler Sekt & Co KG (50,10%), a seguito della fusione per incorporazione di Casa Girelli, società precedentemente controllata al 100% da Cavit SC, “operazione finalizzata all’ottimizzazione della struttura societaria e all’efficientamento gestionale”. “Al di là dei numeri assoluti, condizionati dalla dismissione delle attività non core, i risultati del gruppo Cavit mostrano una crescita significativa a perimetro costante, con performance particolarmente rilevanti per Cesarini Sforza Trentodoc, Altemasi e Kessler” mette in luce il gruppo, precisando che il fatturato della capogruppo Cavit SC “raggiunge i 224,7 milioni di euro, con un incremento dell’8,3% che include il contributo dell’incorporazione di Casa Girelli. Al netto di questa operazione, la crescita organica si conferma positiva (+1,8%)”.


Il gruppo sottolinea la “robusta posizione finanziaria netta di circa 22 milioni di euro” e l’incremento del patrimonio netto oltre i 120 milioni (+6,1%), evidenziando inoltre la forte vocazione internazionale del gruppo che si riflette nella ripartizione del fatturato che, “anche grazie all’apporto di Casa Girelli tradizionalmente orientata ai mercati esteri, vede l’export attestarsi al 75,7% e il mercato italiano al 24,3%”. Nel nostro Paese il Gruppo registra una performance positiva nel canale moderno, trainata dalle linee strategiche Mastri Vernacoli e dagli spumanti Cesarini Sforza. Il canale Horeca “mostra segnali di consolidamento” mentre l’e-commerce, dopo la forte crescita del periodo pandemico, “registra un fisiologico assestamento”. L’assemblea ha riconfermato Lorenzo Libera alla presidenza del Gruppo, rinnovando il mandato iniziato nel 2018 e confermando la fiducia nella continuità della gestione. “Sono onorato di poter proseguire il mio impegno alla guida del Gruppo Cavit e particolarmente soddisfatto dei risultati raggiunti che ci hanno permesso, anche in questo esercizio, di garantire un’adeguata remunerazione ai nostri soci” ha dichiarato Libera, rimarcando che “il modello cooperativo continua a dimostrarsi vincente, capace di coniugare la valorizzazione del lavoro dei viticoltori con una gestione imprenditoriale moderna ed efficiente. I risultati confermano la solidità di un sistema che fa della collaborazione e della condivisione dei valori la propria forza”.


“In un contesto economico globale complesso, caratterizzato da rallentamento e incertezze, il nostro gruppo ha dimostrato grande capacità di adattamento e visione strategica” ha commentato il Dg del Gruppo, Enrico Zanoni, sottolineando che “l’incorporazione di Casa Girelli è stata portata a termine nel rispetto delle maestranze senza compromettere la solidità aziendale, come dimostrano i risultati positivi delle attività core e il rafforzamento patrimoniale. Questa performance – ha concluso – conferma la bontà delle scelte strategiche intraprese che privilegiano la capacità di generare valore e consolidare la struttura patrimoniale e finanziaria, piuttosto che la mera crescita del fatturato”. Foto di Daniele Panato-Agenzia Panato

Gruppo VéGé: nel 2024 fatturato atteso a 15,28 mln (+11%)

Gruppo VéGé: nel 2024 fatturato atteso a 15,28 mln (+11%)Milano, 27 nov. (askanews) – Il gruppo VéGé prevede di chiudere il 2024 con un fatturato a 15,28 miliardi di euro in crescita del 10,88% sul 2023 che si era chiuso a 13,78 miliardi di euro ma in calo rispetto ai 15,7 miliardi annunciati a giugno a ridosso dell’assemblea dei soci. Con una quota di mercato dell’8,1% (era 8,3% quella annunciata a giugno) e oltre 3.378 punti vendita in tutta Italia, il gruppo ha ripercorso oggi al Teatro Manzoni di Milano i suoi 65 anni, ricordando le origini e le principali tappe di un modello retail che integra ingrosso e dettaglio.


Dall’olandese Verkoop Gemeenshap (Vendere Insieme), VéGé nel 2024 ha investito complessivamente 380 milioni di euro, con l’apertura di 79 nuovi punti vendita, di cui sei ipermercati, 21 supermercati, un cash & carry, 32 tra specializzati e libero servizio e 95 ristrutturazioni. Sul fronte dell’online, sono 1.230 i cap coperti con l’home delivery e 249 punti di ritiro per il click & collect, con l’attivazione di partnership nazionali con Glovo, Everli e Alfonsino. Attualmente il gruppo riunisce 31 imprese con competenze multicanali che spaziano dagli ipermercati alle superette, dai cash&carry all’away from home, dai supermercati ai superstore, dai punti vendita specializzati all’on-line.


“Facendo un viaggio a ritroso nella gloriosa storia del nostro gruppo, mi sono accorto della straordinaria capacità degli imprenditori di essere sempre stati antesignani. Sia nei format, avendo sostanzialmente inventato i discount e i Cash&Carry in Italia, sia nella comunicazione, primi ad essere in comunicazione su Carosello e creatori dei famosissimi bollini VéGé e soprattutto nella responsabilità sociale, tema a me caro, con il Laboratorio Verde Sidis e la sponsorizzazione di opere alla Galleria degli Uffizi – commenta Giorgio Santambrogio, amministratore delegato di Gruppo VéGé – Ma è nella tecnologia che VéGé è sempre stata un passo avanti, avendo sostanzialmente inventato il c-CRM a livello nazionale in Italia. Orbene: un illustre passato che con gli imprenditori attuali trasformeremo in un grandissimo futuro”. Entro il 2030, come anticipato in altre occasioni, VéGé punta a diventare co-leader della gdo italiana, con l’obiettivo di superare un fatturato di 20 miliardi di euro.

Confagricoltura: bene conferma Fitto, buon lavoro neo commissari

Confagricoltura: bene conferma Fitto, buon lavoro neo commissariRoma, 27 nov. (askanews) – Confagricoltura si congratula con la Commissione europea, a partire dalla presidente von der Leyen e dal vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, per l’approvazione ottenuta dal Parlamento europeo che dà il via al lavoro, sicuramente molto impegnativo, del nuovo quinquiennio. Auguri anche ai commissari all’Agricoltura, Christophe Hansen, e alla Pesca, Costas Kadis.


“La nostra collaborazione per riportare il settore primario al centro dell’agenda europea è, e sarà, massima – afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Le sfide dell’agricoltura europea di oggi sono numerose e occorrono interventi mirati per garantire un futuro certo alle nostre imprese”. La Confederazione accoglie quindi positivamente l’impegno preso dai neo commissari per garantire la vitalità delle aree interne, delle aree rurali e delle zone costiere, contribuendo a garantire la libertà legata al “diritto di restare”, in linea con il Rapporto di Enrico Letta, ma anche per contrastare lo spopolamento e garantire agli agricoltori e ai pescatori europei la certezza di continuare a produrre con elevati standard di sicurezza e qualità. Sarà importante, evidenzia Confagricoltura, anche il supporto nella lotta ai cambiamenti climatici, negli investimenti green e, soprattutto, nella redditività dell’operato delle imprese agricole.


Un plauso, infine, all’annunciata iniziativa denominata “Bussola della competitività”, ispirata al Rapporto di Mario Draghi, per rilanciare il ruolo strategico dell’Europa puntando su innovazione, tecnologia e sostenibilità.

Gruppo VéGé, Arena: da 2026 alleanze in aree scoperte e riorganizzazione

Gruppo VéGé, Arena: da 2026 alleanze in aree scoperte e riorganizzazioneMilano, 27 nov. (askanews) – Il 2025 si annuncia come un anno di transizione per il gruppo VèGè, in cui si continuerà a lavorare per ampliare la copertura territoriale attraverso alleanze, dal 2026, in regioni come Calabria e Toscana e per realizzare una nuova AiCube, la centrale d’acquisto del gruppo, dopo la fine della collaborazione con Carrefour lo scorso anno. Questo si affiancherà a una possibile riorganizzazione del gruppo in tre business unit: ipermercati e supermercati, cash and carry e drugstore. A raccontare gli sviluppi futuri del gruppo della distribuzione moderna associata VéGé è il presidente Giovanni Arena dal palco del teatro Manzoni a Milano, dove insieme all’amministratore delegato, Giorgio Santambrogio, hanno celebrato i 65 anni di attività del gruppo davanti alla platea di imprenditori della distribuzione organizzata associata.


“Il gruppo VéGé è cresciuto negli ultimi dieci anni in modo esponenziale, quindi determinate scelte in quel periodo andavano bene, dalle partnership di aziende grandi e piccole e alle alleanze. Noi di questo cda abbiamo preso decisioni molto forti di cambiamento: tornare a negoziare solo per le nostre imprese – ha detto Arena spiegando alcune decisioni – Negli ultimi tre anni abbiamo sciolto circa 250 contratti di mandato e submandato che erano stati conferiti in passato, sciolto alleanze in AiCube, con Metro ma non significa che in un prossimo futuro non ci possano essere nuove alleanze”. “Nel 2025 non me ne immagino di nuove ma sarà un anno importante perchè pianificheremo tutte quelle attività di sviluppo di medio periodo che ci porteranno all’ingresso di nuove imprese nel gruppo VéGé che siano complementari alla compagine sociale e per ricoprire territori dove non siamo presenti”. Arena è stato chiaro: “Non pensiamo che il gruppo VèGè si possa allargare oltre l’Italia ma nulla è da escludere. Noi, però, abbiamo alcune regioni dell’Italia che non sono presidiate o non come vorremmo, regioni come la Calabria, la Toscana. Ci auguriamo che dal 2026 possiamo coprire anche quei territori che presidiamo in maniera marginale”. Del resto, ha ribadito “Quello che dobbiamo porci tutti come obiettivo è una crescita che sia sostenibile. Domani non ci sarà spazio per tutti nè nella distribuzione nè nell’industria perché o diventiamo grandi per affrontare le sfide che il mercato, i cambiamenti climatici, la transizione energetica ci impongono o saremo fuori dai giochi. La crescita tanto delle singole imprese nella distribuzione organizzata quanto dell’industria non è un fattore di volontà o di megalomania ma una esigenza delle imprese”.


Il presidente ha affrontato anche il tema della centrale di acquisto che alla fine del 2023 ha visto sciogliersi la partnership con Carrefour nata tre anni prima. “Può darsi che ci sarà la nascita di nuova AiCube ma non nel 2025 forse dal 2026. Valuteremo queste opportunità se porteranno benefici a VéGé e alle imprese di VéGé”, ha aggiunto anticipando una possibile riorganizzazione su tre aree di business. “Vista la struttura esistente oggi – abbiamo imprese che presidiano il canale ipermercati e supermercati, il canale cash and carry e il canale drugstore – qualora riuscissimo a crescere di più nel canale dei drugstore, che a quel punto non sarebbe più tattico ma strategico, potremmo immaginare una divisione del gruppo in business unit: ipermercati e supermercati, cash and carry e drugstore, andando verso la specializzazione perchè uno dei fondamentali che dovranno accompagnare VéGé nei prossimi anni sono le competenze. Più si va verso la specializzazione più si porteranno a casa dei risultati”. L’obiettivo del 2025 sarà quello di “portare a termine i progetti del cda scorso e quello appena insediato che va in continuità col precedente. Abbiamo trasformato la VéGé retail da società di capitali a società consortile quindi tutti partecipano e sarà la società dove si svolgerà tutto mentre gruppo VéGé cooperativa rimarrà a a svolgere il suo ruolo di cooperativa: questo processo si conclude nel 2024, nel 2025 completeremo alcune operazioni che ci porteranno ad avere una struttura con cui lavorare almeno per i prossimi 10 anni”.

Lollobrigida: valorizzare di più scuole agrarie e alberghiere

Lollobrigida: valorizzare di più scuole agrarie e alberghiereRoma, 27 nov. (askanews) – “In ottica di scelta scolastica vanno valorizzate di più le scuole agrarie e le scuole alberghiere, che sono eccezionali ma che vengono talvolta penalizzate da un approccio culturale che le considera marginali, pur garantendo una capacità di occupazione e di reddito superiori rispetto alla media”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che oggi ha preso parte alla inaugurazione di a Verona della 33esima edizione di JOB&Orienta, il Salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro che per quattro giorni animerà la città scaligera.


Il ministro, si legge in una nota, ha sottolineato l’importanza per il sistema formativo di saper recepire e rispondere alle richieste del mondo del lavoro, “per garantire ai giovani un percorso occupazionale più certo, una redditività più alta, un rafforzamento della nostra economia interna”. Sulla proposta del liceo made in Italy, il ministro Lollobrigida ha evidenziato che “l’intuizione è fondamentale: risponde all’esigenza del Paese di continuare a rappresentare il made in Italy e di preservare la qualità italiana nei settori corrispondenti alle nostre produzioni di qualità”.

Fao e Aiea celebrano a Vienna 60 anni di partnership

Fao e Aiea celebrano a Vienna 60 anni di partnershipRoma, 27 nov. (askanews) – “L’obiettivo finale è produrre di più con meno. Prepariamoci insieme per i prossimi 40 anni”. Lo ha detto il direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), QU Dongyu, che oggi a Vienna è intervenuto al convegno per i 60 anni del Centro congiunto FAO/AIEA di tecniche nucleari nell’alimentazione e nell’agricoltura, tenutosi si durante una riunione ministeriale dell’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica.


Il centro è stato istituito nel 1964 per promuovere l’uso della scienza nucleare per aumentare la sicurezza alimentare, la produttività agricola e la sostenibilità ambientale. Nei suoi primi anni, il Joint Centre ha svolto un ruolo chiave nel promuovere le tecniche nucleari in agricoltura, contribuendo a quella che oggi è nota come la “Rivoluzione verde”. Ha inoltre fornito indicazioni ai paesi nello sviluppo di piante più produttive e resilienti attraverso la mutagenesi vegetale e l’introduzione di tecniche nucleari per migliorare l’assorbimento dei nutrienti delle piante. Il direttore generale della Fao ha poi parlato a una sessione della Conferenza ministeriale dell’AIEA sull’iniziativa Atoms4Food, una collaborazione tra la FAO e l’AIEA lanciata al World Food Forum della FAO a Roma nell’ottobre 2023. L’iniziativa promuove tecniche nucleari innovative che migliorano la produttività agricola, riducono le perdite alimentari, garantiscono la sicurezza alimentare, migliorano la nutrizione e si adattano alle sfide della crisi climatica. “Con la ricerca e le tecnologie all’avanguardia sviluppate attraverso i nostri laboratori, e gli strumenti e le piattaforme che ottimizzano i punti di forza di entrambe le agenzie, possiamo garantire l’applicazione di tecniche nucleari e correlate comprovate in ambito alimentare e agricolo per apportare benefici di vasta portata su larga scala”, ha spiegato.


A un anno dal suo lancio, l’iniziativa ha ora una tabella di marcia per guidare la trasformazione in varie aree, tra cui sistemi di coltivazione, produttività del bestiame, gestione delle risorse naturali e sicurezza alimentare, ha affermato il Direttore generale. Ad oggi, dieci paesi hanno ufficialmente richiesto supporto tramite Atoms4Food e altri quattro paesi stanno fornendo supporto finanziario o tecnico in aree specifiche.

Mascarino (Federalimentare): conferma Fitto in Ue vittoria Italia

Mascarino (Federalimentare): conferma Fitto in Ue vittoria ItaliaRoma, 27 nov. (askanews) – “Come Federalimentare avevamo auspicato che il ministro Fitto venisse confermato nel ruolo di vicepresidente esecutivo nella prossima Commissione europea e sapere che la sua figura istituzionale rappresenterà l’Italia in un ruolo apicale così prestigioso non può che rallegrarci e farci essere fiduciosi per il futuro”. E’ quanto dichiara in una nota Paolo Mascarino, Presidente di Federalimentare.


“Commentiamo una vittoria del sistema Paese che per l’industria alimentare e per il mondo delle imprese rappresenta l’occasione per colmare le profonde differenze sociali, economiche e territoriali attuali. Differenze – aggiunge Mascarino – che nel tempo hanno creato una sperequazione fra i nostri modelli di mercato, nella concorrenza fra Stati e nella nostra capacità di essere competitivi nei confronti dei player internazionali”. “Cina e Stati Uniti – prosegue il presidente di Federalimentare – rappresentano i mercati verso i quali sarà decisivo adottare strategie che mettano in sicurezza la competitività delle nostre imprese e che diano nuovo vigore al sistema industriale europeo. La Federazione – conclude Mascarino – è convinta la nuova Commissione Ue dovrà adottare delle profonde riforme che siano strategiche, di sistema e con una visione nel lungo periodo che tuteli imprese e industrie. L’esperienza e l’autorevolezza del ministro Fitto alla guida della vicepresidenza esecutiva per la Coesione e per le Riforme darà quella spinta innovatrice che l’Italia e l’Europa attendevano da tempo e che sarà determinante per rendere le economie europee maggiormente competitive e resilienti”.

Progetti su servizio idrico in Pnrr, manca una scadenza su 3

Progetti su servizio idrico in Pnrr, manca una scadenza su 3Roma, 27 nov. (askanews) – Sono 402 i progetti beneficiari delle risorse stanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che contribuiranno, in maniera più o meno diretta, a rinnovare e rendere più efficienti le reti idriche italiane. Il finanziamento di questi progetti, localizzati in egual misura al Nord e nel Mezzogiorno (40%) e per il 20% nelle regioni del Centro Italia, grava sul PNRR per poco meno di 4,5 miliardi di euro e si alimenta poi di una quota parte di cofinanziamenti stanziati sia dai soggetti attuatori che da altre fonti di finanziamento pubblico. Ma a che punto è l’attuazione di questi interventi?


Stando a quanto emerso nell’ambito della ricerca commissionata da BFWE a Centro Studi Enti Locali dal titolo “Sostenibilità idrica locale: capacità di innovazione e capacità di spesa”, presentata oggi a Bari nell’ambito del primo giorno della manifestazione Accadueo, finora – nell’ambito di tutto il parco progetti relativo al mondo del servizio idrico integrato – sono state complessivamente mancate circa una scadenza su tre. A influenzare in maniera negativa i risultati sono soprattutto le fasi conclusive. Mentre il 77% dei soggetti attuatori ha approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica puntualmente o addirittura in anticipo rispetto alla tabella di marcia (12% del totale), la percentuale si ribalta nel momento in cui l’analisi prende come riferimento l’esecuzione dei lavori e il collaudo. È stato registrato un ritardo nel caso del 79% dei progetti che avrebbero già dovuto essere stati portati a termine. Per molti altri la data conclusiva è fissata più avanti nel tempo, quindi allo stato attuale è possibile solo valutare il raggiungimento o meno degli obiettivi intermedi.