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Prandini: doveva essere confronto verbale ma siamo stati provocati

Prandini: doveva essere confronto verbale ma siamo stati provocatiRoma, 16 nov. (askanews) – “E’ stato un momento di confronto che si sarebbe dovuto fermare a un confronto verbale, non ho problemi a dire questo. Non chiedo però scusa per la spinta perchè Della Vedova non ha chiesto scusa al lavoro che fanno i nostri agricoltori e soprattutto perché la spinta è figlia del fatto che lui portava dei cartelli che insultavano l’intelligenda degli nostri agricoltori”. Così il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, dopo la rissa sfiorata davanti Palazzo Chigi con i deputati di Più Europa Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova.

“Chi insulta poi deve anche accettare – ha aggiunto Prandini – che in un confronto gli animi si possono esacerbare e Della Vedova non deve fare il sorpreso, visto che la provocazione l’ha cercata lui. Poteva andare lontano dal nostro presidio (in largo Chigi, ndr.) e invece è venuto qui, dandoci le spalle e pensando che non leggessimo i cartelli che stavano esponendo. Io l’ho fatto in difesa del mondo che rappresento e della onorabilità del nostro lavoro, che lui certamente non può mettere in discussione”, ha concluso Prandini.

Lollobrigida: buon lavoro a Bartolini in Copa-Cogeca

Lollobrigida: buon lavoro a Bartolini in Copa-CogecaRoma, 16 nov. (askanews) – “Esprimo le più sentite e sincere congratulazioni, a nome mio e del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, che rappresento pro-tempore, a Matteo Bartolini per l’alto incarico come vicepresidente del Gruppo Pac nella Copa-Cogeca”. Lo dichiara il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

“Con questa nomina – aggiunge il ministro – si riconosce il ruolo di primo piano della nostra Nazione all’interno della federazione europea che riunisce le associazioni e le cooperative agricole. Sono certo che Barolini metterà a disposizione la sua esperienza nel comune interesse degli italiani, in un quadro globale in continuo mutamento, a tutela delle nostre produzioni di eccellenza”.

Quasi rissa Prandini-Magi-Della Vedova davanti Palazzo Chigi

Quasi rissa Prandini-Magi-Della Vedova davanti Palazzo ChigiRoma, 16 nov. (askanews) – Quasi rissa, con spintoni e toni molto accesi, davanti Palazzo Chigi tra il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini e i deputati di Più Europa Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova. A riportare l’ordine è dovuta intervenire la polizia. Da stamattina gli agricoltori di Coldiretti con presidente Prandini sono in presidio per manifestare il proprio appoggio al ddl del Governo, oggi in votazione, contro il cibo sintetico. I due deputati si sono recati in piazza per manifestare, invece, il proprio dissenso nei confronti del provvedimento.

“E’ tutta la mattina che Della Vedova provoca e questo non è rispettoso del lavoro che fanno milioni di agricoltori – ha poi commentato Prandini – è arrivato con un cartello rivolto alla Coldiretti che dice che noi coltiviamo ignoranza, quando noi siamo favorevoli da sempre alla ricerca e chiediamo che ci sia un approfondimento”.“La mia reazione – ha aggiunto il presidente di Coldiretti – non è stata esagerata. Siamo stati subito divisi ma non ce ne era bisogno, perché non saremmo andati oltre a un confronto verbale. Ci può essere una posizione diversa, ma nessuno può permettersi di diffamare i nostri agricoltori”.

Quanto al fatto che Magi e Della Vedova hanno ripetutamente chiesto le dimissioni di Prandini, è lo stesso numero uno della Coldiretti a rispondere: “la mia associazione e i nostri agricoltori decideranno liberamente, perché il 20 dicembre abbiamo il rinnovo delle cariche, se ci dovesse essere un ricambio io rispetterò la volontà dei miei agricoltori. Penso che non spetti a Della Vedova deciderlo”. 

Diete sane, ambiente e impegno sociale: l’impegno dell’industria alimentare

Diete sane, ambiente e impegno sociale: l’impegno dell’industria alimentareMilano, 16 nov. (askanews) – Nel 2022 quasi nove aziende alimentari su dieci hanno investito in innovazione di prodotto riformulando le proprie ricette per garantire diete più sane. Quasi la totalità di esse si è impegnata almeno in un progetto di tutela o conservazione degli habitat naturali, mentre il 77% ha ottenuto una certificazione di agricoltura sostenibile. Sono queste alcune delle declinazioni che assume la sostenibilità dell’industria alimentare italiana per la quale è diventato uno dei fattori di crescita e competitività nel mondo. A metterle a fuoco il terzo bilancio aggregato di sostenibilità di Unione italiana food, associazione che riunisce 550 aziende appartenenti a 20 settori merceologici dell’alimentare per un fatturato complessivo di quasi 51 miliardi di euro.

Un lavoro che interpreta l’impegno associativo su questi temi di Unionfood concretizzatosi già 10 anni fa col primo bilancio di sostenibilità e che consentirà alle aziende associate di arrivare preparate a gennaio prossimo con l’entrerà in vigore della nuova Direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità delle imprese approvata dall’UE. Realizzato sulla base di 43 bilanci di sostenibilità redatti nel 2022 dalle imprese associate, questo terzo bilancio aggregato è frutto della collaborazione tra Unione italiana food e Santa Chiara Next, spin off dell’Università di Siena per imprese sostenibili e competitive. L’analisi ha preso in esame quattro ambiti lungo cui si muove l’industria alimentare sostenibile, vale a dire il contributo a diete sane, la sostenibilità ambientale e sociale dei processi interni, la sostenibilità delle catene di approvvigionamento e la buona cittadinanza d’impresa.

Rientra nel secondo ambito l’impegno del 90% delle aziende analizzate ad avere almeno il 49% di dipendenti donne, con un trend in forte crescita. Sul fronte ambientale sette realtà su 10 valutano i propri fornitori sulla base dei criteri Esg dell’Agenda 2030 dell’Onu. La percentuale, invece, delle aziende che predispongono un piano di sostenibilità pluriennale con obiettivi di lungo e medio termine va oltre il 65% che coincide col numero di aziende che supportano la comunità locale con attività a favore di scuole, territorio e organizzazioni di beneficenza per la lotta allo spreco alimentare. “L’Italia è conosciuta nel mondo per essere un Paese dove si vive bene – spiega il presidente di Unione italiana food, Paolo Barilla – I nostri prodotti devono essere portatori di questo messaggio e dare alle persone, oltre il piacere gastronomico, la serenità di aver fatto una scelta giusta. La sostenibilità sia ambientale che sociale è uno dei pilastri su cui si fonda il nostro modo di operare e fare impresa. Grandi, medie e piccole imprese vivono e si scambiano esperienze preziose per continuare a migliorare con grande senso di responsabilità e passione per il lavoro”.

“Sono queste le iniziative che servono davvero a portare avanti delle azioni concrete in tema di sostenibilità – ha detto Vannia Gava, viceministro dell’Ambiente, che ha preso parte alla presentazione – i dati emersi dimostrano come l’attenzione e il costante desiderio di innovare e di risolvere problemi e bisogni, non resti astratto ma venga sostanziato dalle aziende del settore alimentare. Un ruolo fondamentale lo svolgono le associazioni come Unionfood che ha dimostrato di essere un luogo di aggregazione e un motivo di stimolo per tutte le sue aziende associate”.

Matteo Bartolini vice presidente gruppo lavoro Pac Copa Cogeca

Matteo Bartolini vice presidente gruppo lavoro Pac Copa CogecaRoma, 16 nov. (askanews) – Nuovo incarico per Cia-Agricoltori Italiani al Copa-Cogeca, la federazione europea che riunisce le associazioni e le cooperative agricole. È stato eletto all’unanimità vicepresidente del Gruppo Pac Matteo Bartolini, presidente di Cia Umbria e vicepresidente nazionale.

Bartolini, insieme al tedesco Christian Gaebel, eletto sempre alla vicepresidenza, affiancherà dunque il nuovo presidente del Gruppo, l’austriaco Karl Bauer. L’elezione si è tenuta oggi nel corso della riunione a Bruxelles con tutti i delegati delle organizzazioni agricole dell’Ue. Tra le priorità di Bartolini, la necessità di riprendere la discussione in Europa sulla revisione della politica agricola del futuro, nonché l’impegno per il monitoraggio costante della Pac 2023-2027, con l’obiettivo di intervenire, già nel breve periodo, per agevolare e semplificare l’applicazione delle norme in vigore e rispondere alle esigenze degli agricoltori che affrontano una fase molto complicata, fra emergenze geopolitiche, climatiche e fitosanitarie. Nell’agenda del vicepresidente, anche una maggiore rappresentanza degli interessi dell’agricoltura mediterranea.

“La Pac deve essere lo strumento più efficace a disposizione degli agricoltori europei – ha dichiarato – e riflettere le tre dimensione della sostenibilità, partendo prioritariamente da quella economica per poi passare a quella ambientale e sociale”.

A Menfi, in Sicilia, la convention d’autunno delle Città del Vino

A Menfi, in Sicilia, la convention d’autunno delle Città del VinoRoma, 15 nov. (askanews) – Menfi, Città italiana del vino 2023, ospiterà dal 17 al 19 novembre, la Convention d’Autunno delle Città del Vino, con una serie di eventi e momenti di approfondimento.

Nel corso della tre giorni, e precisamtne sabato 18 novembre, si svolgerà l’assemblea ordinaria dei soci dell’Associazione Nazionale Città del Vino al Centro Civico di Menfi, in cui sarà proclamata la Città Europea del Vino 2024; sarà approvato il bando Città Italiana del Vino 2025; saranno nominati infine i nuovi Ambasciatori ed emeriti di Città del Vino.

Premio Birre preziose alle eccellenze brassicole di Roma e Lazio

Premio Birre preziose alle eccellenze brassicole di Roma e LazioRoma, 15 nov. (askanews) – Settantadue birre in concorso provenienti da 24 tra birrifici e beerfirm delle cinque province del Lazio. Si è svolta oggi a Roma, nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano della Camera di Commercio di Roma, la cerimonia di premiazione dei vincitori della III edizione del “Concorso per le migliori birre di Roma e del Lazio – Premio Roma Birre Preziose 2023”.

Un concorso organizzato dalla Camera di Commercio di Roma per supportare e valorizzare il settore brassicolo regionale. Ad aderire all’iniziativa sono state 24 imprese tra birrifici e beerfirm provenienti dalle cinque province del Lazio: 2 imprese dalla provincia di Frosinone, 2 da quella di Latina, 5 da Rieti, 13 da Roma, 2 da Viterbo. 72 il numero delle birre in gara nelle diverse categorie previste dal Concorso: birre a bassa fermentazione, birre ad alta fermentazione, birre con ingredienti da filiera corta, birre aromatizzate e birre speciali ed innovative e infine le birre natalizie, birre per ricorrenze, birre ad edizione limitata. “Anche in questa terza edizione – spiega Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma – il Concorso, ha colto nel segno come dimostra l’importante e qualificata risposta delle aziende: 24 imprese regionali con 72 birre in gara. Sono convinto che iniziative di questo genere rappresentino un valido incentivo per l’imprenditoria giovanile e per lo sviluppo delle startup in ambito agroalimentare”.

Agricoltura, da R. Toscana 100mila euro per danni da predazione

Agricoltura, da R. Toscana 100mila euro per danni da predazioneRoma, 15 nov. (askanews) – Ulteriori 100mila euro in arrivo per gli indennizzi dei danni da predazione provocati dai lupi alle aziende. Lo ha deciso la giunta regionale della Toscana su proposta della vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi. Il provvedimento va a copertura delle istanze presentate nell’annualità 2023 a seguito del bando approvato con decreto del 29/06/2023 portando l’importo complessivo stanziato ad euro 495mila euro.

Saranno ammesse le richieste di indennizzo per gli animali uccisi, calcolate in base al valore di mercato dell’animale allevato e le spese sostenute per i costi veterinari relativi al trattamento di animali feriti. Il danno da predazione dovrà essere stato valutato dal veterinario dell’azienda USL territorialmente competente mediante rilascio di una certificazione che attesta che la morte dell’animale allevato è stata a causata dell’aggressione dei lupi. L’aiuto potrà essere concesso solo se l’azienda ha messo in atto almeno una misura di prevenzione come recinzioni, strutture a uso ricovero o cani da guardiania. “Alla luce del numero delle domande pervenute lo scorso anno – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – abbiamo ritenuto opportuno mettere a disposizione ulteriori risorse finanziarie per venire incontro alle esigenze degli allevatori e delle aziende danneggiate che sappiamo quanto abbiano necessità di questi indennizzi. Con il sistema cosiddetto ‘a sportello’ introdotto l’anno scorso, possiamo velocizzare i pagamenti, una modalità che, con l’ aumento effettivo del numero di predatori in Toscana, abbiamo scelto per indennizzare più agilmente rispetto al passato gli allevatori”.

Consumi alimentari, Crea: basso consumo frutta, verdura e legumi

Consumi alimentari, Crea: basso consumo frutta, verdura e legumiRoma, 15 nov. (askanews) – In Italia alcuni alimenti continuano ad essere consumati troppo poco: frutta, verdura e legumi. In particolare, la quantità media di frutta consumata ogni giorno è 166 g/die, di verdura è 147 g/die e di legumi è 9 g/die, inferiore rispetto ai dati rilevati nell’indagine precedente INRAN SCAI 2005-2006. L’apporto energetico medio della popolazione dai 3 ai 74 anni è di 1933 kcal/die derivanti per il 15% da proteine (5% di origine vegetale e 10% di origine animale), per il 42% da carboidrati e per il 34% dai grassi. E’ quanto emerge dalla Indagine sui consumi alimentari presentata dal Crea in occasione della VI giornata della nutrizione.

Punto di riferimento nazionale, armonizzata con i dati EFSA “l’Indagine sui consumi alimentari del CREA consente, da 40 anni, di ottenere informazioni utili per supportare interventi nazionali di politica agro-alimentare e nutrizionale volti ad assicurare cibo sano, di alta qualità e a un prezzo accessibile per il consumatore finale, mantenendo al contempo un elevato livello di sostenibilità ambientale”, ha detto Mario Pezzotti, Commissario Straordinario del CREA. Il CREA, con il suo centro di ricerca Alimenti e Nutrizione realizza da 40 anni, con cadenza decennale, indagini nazionali sui consumi alimentari che consentono di quantificare il consumo giornaliero di tutti gli alimenti e le bevande assunte dal singolo individuo. Si tratta di dati unici nel panorama italiano comprendono anche analisi delle caratteristiche nutrizionali e del rapporto tra alimentazione e salute, stile di vita.

I dati elaborati vengono utilizzati per la formulazione delle Linee Guida per una sana alimentazione italiana e dei Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia per la Popolazione Italiana (LARN).

Con crisi climatica e ungulati a rischio tartufo bianco toscano

Con crisi climatica e ungulati a rischio tartufo bianco toscanoRoma, 15 nov. (askanews) – I cambiamenti climatici con il caldo eccessivo e la siccità e l’enorme presenza di ungulati che rovistano il terreno stanno mettendo a rischio il tartufo bianco toscano. E se la politica non interverrà incentivando chi lavora nelle tartufaie, e in primis contrassegnando le zone tartufigene del bianco pregiato come terreni agricoli, “rischiamo di fare promozione del nostro territorio con i tartufi che entrano dalla Croazia: mi pare controproducente”. Lo ha detto ad Askanews Paolo Valdambrini, presidente dell’Associazione tartufai senesi.

“L’annata 2023, come le altre 3 precedenti – spiega Valdambrini – è direttamente proporzionale a un clima che sta facendo di anno in anno diminuire produzione e raccolta”. Per quanto riguarda la qualità, è “abbastanza buona, ma per migliorarla servirebbe più freddo”. Tasto dolente la quantità, “decisamente non in linea con le annata migliori”. Complessa la dinamica dei prezzi, che quest’anno a inizio novembre oscillavano tra 1.800 e 3.500 euro a secondo delle pezzature. Adesso, “il prezzo sta scendendo perhé le fiere e le mostre mercato del tartufo bianco sono quasi finite e tra una o due settimane potrebbero aggirarsi sui 2.800 euro al chilo. Nelle annate con una quantità adeguata di prodotto, invece, i prezzi si aggirano sui 1.500-2.000 euro: insomma, l’aspetto climatico è dannosissimo anche per il consumatore, che si trova davanti a un prodotto a prezzi molto alti”.

“I cambiamenti climatici – sottolinea Valdambrini – riducono la raccolta di circa il 60% e il danno prodotto dall’emergenza ungulati influisce per un altro 30%. I cinghiali devastano totalmente le aree tartufigene e stanno aumentando a dismisura. Le buche che fanno nelle tartufaie distruggono il micelio che si forma circa 15 centimetri sotto terra e così distruggono le radici e la fase iniziale della nascita del tartufo è compromessa”. Cosa potrebbe fare la politica per far sì che una eccellenza tutta italiana come il tartufo bianco non si perda? “Bisogna capire che la manutenzione e i miglioramento dei terreni che servono per migliorare l’habitat naturale del tartufo sono vere e proprie colture agricole – dice Valdambrini – Le lavorazioni nelle tartufaie sono lavori agricoli a tutti gli effetti: pulizia, irrigazione, messa a dimora di nuove piantine tartufigene. In questo non c’è differenza tra tartufo nero e bianco pregiato. Chiedo alla politica di incentivare chi lavora, altrimenti rischiamo di non avere più tartufo italiano”.

Insomma, considerando che “in Italia entra tartufo dalla Croazia, credo sia controproducente fare promozione dei nostri territori con tartufi croati. Le aree tartufigene vanno salvate, serve un cambio di mentalità della politica in Italia”. Sotto accusa, ad esempio, la legge regionale toscana, secondo la quale “le aree tartufigene del bianco non sono terreno agricolo, invece devono esserlo e si deve incentivare la lavorazione di queste aree. Bisogna inziare a parlare seriamente di coltivazione del tartufo bianco – avverte il presidente dei tartufai senesi – la differenza tra tartuo nero e bianco è che per il nero io posso comprare le piante e piantarle in un terreno ex seminativo, per il bianco questo non lo si può fare. Ma le altre attività sono tutte agricole: irrigazione, messa a dimora, cura del verde. E la tutela dei boschi tartufigeni va messa al primo posto”, ha concluso.