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Filiera salumi chiede Iva 4%, internazionalizzazione e stop Psa

Filiera salumi chiede Iva 4%, internazionalizzazione e stop PsaRoma, 19 giu. (askanews) – L’Iva al 4% l’eradicazione delle Peste suina africana e una maggiore spinta verso l’internazionalizzazione. Sono le richieste emerse, nei confronti delle istituzioni, da parte di Assica nel corso della tavola rotonda tenutasi lo scorso 15 giugno a Roma nell’ambito dell’assemblea annuale dell’associazione industriali delle carni e dei salumi.

L’associazione punta a misure che consentano al settore di reagire alla difficile situazione attuale, testimoniata dai dati 2022 (-2,2% sui volumi della produzione e -2,1% nel consumo apparente pro-capite in Italia) e di concentrarsi sulle priorità, su tutte come restituire marginalità alle aziende e contrastare la Peste Suina Africana. Pietro D’Angeli, neo presidente eletto, ha spiegato: “chiediamo con forza di ridurre l’Iva sui nostri prodotti dal 10 al 4%, una misura che darebbe ossigeno sia ai produttori, i cui margini sono oggi compressi come mai accaduto prima, che ai consumatori, il cui potere di acquisto è sempre più ridotto. È un provvedimento che si potrebbe adottare da subito, equiparando il nostro settore ad altri dell’agroalimentare in cui l’Iva al 4% è già applicata”.

Come seconda indicazione, ha suggerito l’internazionalizzazione quale possibile via per dare respiro alle aziende nel breve periodo. “Dobbiamo favorire l’internazionalizzazione, in particolare delle PMI – ha detto – aiutandole a crescere per cogliere il grande potenziale ancora inespresso del nostro export e rispondere alla voglia di mangiare italiano diffusa in tutto il mondo”. Intanto, in risposta alle richieste di intervento sulla Peste Suina Africana è intervenuto Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, che ha annunciato che si terrà questa settimana la votazione in commissione di una mozione sulla PSA per la revisione delle regole e degli strumenti attuali, che sono purtroppo si sono rivelati insufficienti.

Dai pastai di Unione italiana food ricettario di pasta salvaspesa

Dai pastai di Unione italiana food ricettario di pasta salvaspesaRoma, 19 giu. (askanews) – Arriva dai pastai di Unione italiana food un ricettario a base di pasta che va incontro alle esigenze salvaspesa delle famiglie italiane. La pasta, infatti, ha un costo contenuto, fa bene, sazia e basta qualche minuto per portarla in tavola: è un alimento accessibile anche in un momento difficile per tutti.

“Pasta, straordinario quotidiano”, è una guida ideata e realizzata in collaborazione con Giunti Editore: una raccolta di 54 ricette per 4 persone, con un costo che si attesta spesso sotto i 5 euro, senza mai superare nelle proposte più elaborate un budget complessivo di 10 euro. Praticamente un range tra euro 1,25 e 2,50 a persona. Il libro è suddiviso in 5 categorie (stagionali, regionali, grandi classici, vegetariane e ricorrenze) a cui si aggiungono 7 ricette d’autore ideate dalla Chef Sarah Cicolini (Santo Palato, Roma). Ad ogni ricetta è affiancato un commento e l’indicazione calorica e nutrizionale.

“Di tutte le evoluzioni che potremmo raccontare sulla pasta – afferma Margherita Mastromauro, presidentessa dei pastai di Unione Italiana Food – oggi quella che ha più senso ricordare è sicuramente il potere aggregante, a livello sia sociale che culturale. Parliamo di un prodotto che possiamo considerare economicamente accessibile per tutti. L’obiettivo di questo volume è dimostrare che con una spesa molto contenuta la pasta ci garantisce un pasto completo, nutriente e squisito”.

Il 20-21 giugno la finale dell’Espresso italiano champion

Il 20-21 giugno la finale dell’Espresso italiano championRoma, 19 giu. (askanews) – Si svolgerà il 20 e il 21 giugnp al Caffè Milani di Lipomo (Como) la finale dell’Espresso Italiano Champion 2023, la gara tra baristi nata per decretare la figura del migliore professionista in tema di espresso e cappuccino italiani. “Un appuntamento ormai atteso dai tanti professionisti del settore, soprattutto dai più giovani – spiega Luigi Morello, presidente dell’Istituto Espresso Italiano (IEI) – un modo per IEI di puntare i riflettori su uno degli argomenti più attuali per il settore, ovvero quello della formazione di professionisti in grado non solo di saper fare un ottimo espresso, ma anche di saperlo proporre al cliente e quindi investirlo del giusto valore”.

In finale 14 baristi per il titolo nazionale. Di fronte a una giuria composta da giudici tecnici, giudici sensoriali e giudici marketing, i finalisti dovranno tarare la loro attrezzatura e dimostrare ai giudici marketing di sapere comunicare e valorizzare i propri prodotti, a quelli tecnici di sapere eseguire la preparazione in modo impeccabile di quattro espressi e quattro cappuccini, assaggiati poi alla cieca dai giudici sensoriali con il metodo dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac). I prodotti presentati in gara dovranno rispecchiare i parametri di qualità dell’Istituto Espresso Italiano (IEI): per l’espresso una tazzina con circa 25 millilitri di caffè ornato da una crema consistente e di finissima tessitura, di color nocciola, una bevanda sciropposa con aromi intensi e ricchi di note di fiori, frutta, cioccolato e pan tostato. Per il cappuccino una crema finissima e lucida, con e con un perfetto bilanciamento di aromi del latte e del caffè. Vincitore dello scorso anno è stato Nico Bregolin di Rovigo, attuale campione in carica.

Intesa E4Impact-Coldiretti per sviluppo agricoltura in Africa

Intesa E4Impact-Coldiretti per sviluppo agricoltura in AfricaRoma, 19 giu. (askanews) – Coldiretti estende il proprio impegno a livello internazionale, sostenendo l’imprenditoria agricola in Africa attraverso la Fondazione E4Impact, organizzazione che promuove lo sviluppo del continente africano tramite programmi di imprenditoria a forte impatto sociale.

La collaborazione è finalizzata a rafforzare la cooperazione con i paesi in via di sviluppo, promuovendo progetti di formazione e il trasferimento di know-how ai giovani imprenditori dei paesi emergenti. E4Impact collaborerà con Coldiretti per fornire formazione e supporto tecnico agli imprenditori agricoli africani, con l’obiettivo di migliorare la loro produttività e competitività sui mercati locali ed internazionali, perseguendo l’obiettivo comune di creare una rete di imprenditori agricoli e di promuovere lo sviluppo sostenibile del continente africano. “È sempre stimolante accogliere un nuovo partner nella nostra missione per promuovere l’imprenditoria sociale e sostenibile in Africa. L’ingresso di Coldiretti rappresenta per noi un’opportunità unica di accedere alla sua esperienza e competenza nel settore agricolo, che ci aiuterà a sostenere l’imprenditoria agricola sostenibile in Africa”, ha dichiarato Letizia Moratti, presidente della Fondazione E4Impact.

“L’obiettivo è esportare un modello di sviluppo che punti sulla valorizzazione delle realtà locali, sfruttando le potenzialità dell’impresa familiare e sostenendo così i piccoli produttori del Sud del mondo, minacciati dalla distorsione nei sistemi di produzione e distribuzione degli alimenti che favorisce l’accaparramento delle terre e provoca la fuga dalle campagne verso i Paesi più ricchi dove spesso li attendono la sofferenza e l’emarginazione”, ha sottolineato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. Presente in 20 paesi africani con programmi di formazione imprenditoriale, acceleratori di impresa e molteplici progetti, da anni la Fondazione E4Impact favorisce e rende operative partnership win-win tra aziende italiane e africane. Grazie al nesso con oltre 6000 imprenditori africani formati, un’ampia rete di rapporti istituzionali e contatti con business network locali, E4Impact è in grado di garantire alle imprese italiane un approccio professionale e sicuro ai nuovi mercati.

Da Lega Pdl contro denominazione simil-carne per proteine vegetali

Da Lega Pdl contro denominazione simil-carne per proteine vegetaliRoma, 15 giu. (askanews) – Stop alla “Bresaola di seitan”, ala “Bistecca di tofu” e al “Prosciutto veg”. la Lega ha presentato una proposta di legge contro l’uso di nomi riferiti alla carne o agli insaccati per pubblicizzare prodotti a base di proteine vegetali. “Ben l’80% dei prodotti vegetali utilizza definizioni simili”, spiega in una nota il deputato della Lega e presidente della commissione Agricoltura Mirco Carloni, primo firmatario della proposta di legge in materia di denominazione dei prodotti alimentari contenenti proteine vegetali.

Per la Lega “ci vogliono regole chiare. Le produzioni zootecniche italiane vanno tutelate da chi vuole offrire alternative di consumo, sfruttandone nomi e notorietà. Questi prodotti sono ottenuti mediante la lavorazione di vegetali che vengono macinati, mischiati, arricchiti con aromi e addensanti e non hanno nulla a che fare, dal punto di vista nutrizionale, con i veri prodotti della zootecnia”. “Nulla da discutere su chi vuole cibarsene o scegliere tale alimentazione – continua – ma il consumatore deve essere correttamente informato e non ingannato, e va favorita la giusta concorrenza”. La proposta di legge ha quindi come obiettivo quello “di ripristinare le corrette condizioni di mercato tra tutti gli operatori del settore alimentare: prodotti completamente diversi devono essere indicati con nomi del tutto differenti. Sembrerebbero banalità, ma non vorremmo sia un viatico per chi vorrebbe farci nutrire di cibo sintetico, dicendoci che è come quello naturale”.

Salta l’acconto sulla Pac, Cia Campania: un duro colpo

Salta l’acconto sulla Pac, Cia Campania: un duro colpoRoma, 15 giu. (askanews) – Salta l’acconto sui pagamenti diretti della Pac. Lo annuncia Cia Campania, spiegando che “per la campagna 2023 il ministero dell’Agricoltura non ha attivato l’anticipazione dei pagamenti della Politica agricola comune entro il 31 luglio, mediante un decreto che avrebbe dovuto emanare entro il 30 aprile scorso. Resterà così inutilizzata la liquidità messa a disposizione dal Ministero dell’economia”.

Al contrario degli scorsi anni, quindi, le imprese agricole “non riceveranno alcun acconto sui pagamenti diretti (dal 50 al 70 per cento), in anticipo di qualche mese sulla scadenza ordinaria”. Di conseguenza gli agricoltori dovranno attendere il primo dicembre prossimo per l’avvio dei pagamenti ordinari, a meno che non intervenga qualche deroga. “Si tratta di un duro colpo alle imprese agricole che già devono fare fronte alle difficoltà di un’annata agraria che si presenta irta di insidie, dal clima inclemente ai costi di esercizio”, commenta il presidente di Cia Campania, Raffaele Amore, secondo il quale ptrebbe essere ancora concessa una deroga.

“Comprendiamo – conclude Amore – che l’anticipazione dei tempi di pagamento confliggerebbe con la proroga per la presentazione della domanda unica della Pac, ma occorre urgentemente qui e ora uno sforzo straordinario per assicurare alle imprese agricole la copertura della Pac in questa fase di avvio della nuova programmazione 2023-2027”.

R. Piemonte: bando da 2,5 mln per aiuti a giovani agricoltori

R. Piemonte: bando da 2,5 mln per aiuti a giovani agricoltoriRoma, 15 giu. (askanews) – Al via un bando da 2,5 milioni di euro rivolto ai giovani agricoltori piemontesi per agevolare l’agrocoltura digitale e di precisione. L’assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha pubblicato il bando 2023 relativo al periodo di estensione del Programma di sviluppo rurale 2014-2022, Operazione 4.1.2 “Miglioramento del rendimento globale e della sostenibilità delle aziende agricole dei giovani agricoltori”.

Il bando, è rivolto ai giovani agricoltori, singoli o associati, che intendono realizzare, all’interno della propria azienda, investimenti legati all’introduzione e al potenziamento di tecnologie, attrezzature e sistemi di “agricoltura di precisione e digitale”. Vengono pertanto concessi contributi in conto capitale pari al 65% delle spese sostenute.

Bonomelli lancia gli integratori botanici pronti da bere

Bonomelli lancia gli integratori botanici pronti da bereMilano, 15 giu. (askanews) – Bonomelli – brand italiano delle bevande a base di erbe che fa capo a Gruppo Montenegro – entra nel mercato degli integratori alimentari con una linea di prodotti innovativi: quattro integratori botanici proposti in stick tascabili e pronti da bere “Sleep”, “Digestive”, “Vitality” e “Immunity”.

Con 32 milioni di consumatori e vendite a valore pari a oltre 4,3 miliardi di euro, il settore degli integratori alimentari in Italia si mostra in sensibile espansione, tanto da aver già conquistato il primato in Europa, davanti a Germania, Francia e Spagna. “Negli ultimi anni i consumatori sono sempre più attenti alla sostenibilità e al benessere. E in linea con questi nuovi bisogni gli Integratori Botanici Bonomelli – spiega Fausta Fiumi, Marketing & New Business Director Food di Gruppo Montenegro – rappresentano una proposta innovativa che unisce funzionalità, naturalità e praticità. Sono infatti a base di ingredienti botanici, ma in formato liquido e in pratici stick da consumare senza necessità d’acqua. Una soluzione innovativa per il mercato e in grado di conciliare l’uso degli integratori con la frenetica vita contemporanea. La sfida di Bonomelli con il lancio di questi nuovi prodotti era doppia: entrare in un mercato nuovo andando oltre il tradizionale segmento delle bevande a base di erbe (camomilla, tisane e infusi) e rimanere fedeli alla vocazione del marchio, vale a dire essere un punto di riferimento nell’ambito del beverage funzionale e del benessere naturale. E ora possiamo dire di esserci riusciti, offrendo al consumatore un prodotto unico e innovativo”. I nuovi integratori botanici Bonomelli rispondono a quattro ambiti di benessere in cima alle aspettative delle persone: corretto riposo (“Sleep” con melatonina, tiglio, escolzia e passiflora), difese immunitarie (“Immunity” con zinco, altea, echinacea e reishi), benessere intestinale (“Digestive” a base di calcio, anice verde, finocchio e zenzero), rimedi contro la stanchezza fisica e mentale (“Vitality” con vitamina B6, zafferano guaranà e te matcha).

Presentati a Milano – all’Atelier della Natura, primo flagship store Bonomelli – i nuovi integratori saranno sostenuti da una campagna di comunicazione caratterizzata dal claim: “Nuovi Integratori Botanici Bonomelli. Il tuo benessere naturale, pronto da bere”. La campagna, firmata da Nadler Larimer e Martinelli, prenderà il via dal 19 giugno, e si articolerà in formati da 20″ e 15″ per la tv e da 10″ per il web. Si partirà con la comunicazione digital e social e con il coinvolgimento di influencer che promuoveranno l’utilizzo degli integratori botanici Bonomelli in più momenti di consumo, all’interno di uno stile di vita attivo e attento alla naturalità dei prodotti consumati. Dall’autunno, poi, la campagna sarà anche on air sulle principali reti televisive. Il lancio sarà inoltre supportato da numerose azioni di sampling nei punti di vendita e nelle gallerie dei centri commerciali, operazioni di omaggio in numerose catene alberghiere e a bordo dei treni alta velocità, attività di field nei principali parchi di Milano, Torino e Bologna per fare provare al consumatore l’efficacia e la praticità del nuovo prodotto. Gli integratori botanici si aggiungono alla gamma di prodotti Bonomelli composta da oltre 30 referenze tra camomille, infusi e tisane (sia a caldo sia a freddo). Un portafoglio che posiziona Bonomelli tra i top player del settore bevande a base di erbe, con il 15,7% delle quote valore e il 13% di quelle a volume dell’intero mercato, oggi arrivato a superare i 208 milioni di euro di vendite (+3,3% rispetto all’anno precedente). In particolare, Bonomelli sviluppa circa un quarto dei volumi di mercato nella camomilla (25,7% in filtri e 26,8% solubile), coprendo una quota valore del 43,7% nel segmento delle camomille in filtri e del 25% in quelle solubili. (nella foto: Fausta Fiumi, Marketing & New Business Director Food di Gruppo Montenegro)

Ismea: in I trim. carrello spesa più caro dell’8,6% e più leggero

Ismea: in I trim. carrello spesa più caro dell’8,6% e più leggeroRoma, 15 giu. (askanews) – Carrello della spesa più caro dell’8,6% per gli italiani nel primo trimestre 2023 ma anche più leggero, visto che si sono gli italiani, per rimediare al caro scontrino, hanno deciso di ridurre le quantità acquistate. Insomma, nei primi tre mesi dell’anno la spesa per gli alimenti e bevande è costata agli italiani quasi due miliardi di euro in più rispetto allo scorso anno (+8,6%). È quanto emerge dall’ultima rilevazione dell’Osservatorio ISMEA-NielsenIQ sugli acquisti alimentari domestici.

L’incremento medio dello scontrino dell’8,6% indicato da Ismea, riflette una contrazione delle quantità acquistate e l’adozione di strategie volte al risparmio, soprattutto da parte dei nuclei a basso reddito, senza particolari differenze tra Nord, Centro e Sud della Penisola. Secondo l’analisi, tra le diverse tipologie di famiglie acquirenti sono quelle con figli adolescenti a fare i maggiori sacrifici. Per loro l’aumento dello scontrino rimane sotto al 2% ma il carrello si svuota di quasi il 13% delle quantità. Di contro i nuclei familiari molto giovani (pre-family) e gli anziani senza figli a carico riducono solo di pochissimo i volumi acquistati, con esborsi maggiori rispettivamente del 7% e dell’11%.

Tra i vari canali distributivi il discount, con uno share che ha superato il 20%, è quello in cui si registra il maggior scostamento tra aumento della spesa (+8%) e riduzione in volume degli acquisti (-8%), a conferma del fatto che sono le famiglie basso spendenti a subire maggiormente le conseguenze del carovita. Analizzando le diverse categorie, nel primo trimestre, la spesa risulta in aumento per tutti i comparti alimentari con incrementi a doppia cifra per uova (+20%), latte e derivati (+18%), derivati dei cereali (+13%) e lievemente inferiori per le carni (+9%). Nel reparto ortofrutta la spesa cresce di oltre il 3% con variazioni dei prezzi correlati anche a fattori meteorologici e dinamiche produttive che rendono difficile una lettura generalizzata. Gli acquisti di oli vegetali crescono del 5% ma il confronto avviene su un 2022 segnato da rincari record, trainati dall’olio di semi (+52% il prezzo di quello di girasole).

Il comparto delle bevande registra un incremento di spesa complessivo dell’8,5% al quale contribuiscono soprattutto le bevande analcoliche, in un contesto di spesa invariata e contrazioni in quantità per i vini e di rialzi della spesa inferiori alla media e riduzione in volume delle birre. Per i prodotti ittici, dopo un 2022 in forte flessione, torna a crescere la spesa, trainata questa volta proprio dal segmento del fresco che era stato il più penalizzato nella scorsa stagione. Il pesce fresco infatti è l’unica voce a registrare un recupero dei volumi (+2%) che, associato all’incremento dei prezzi, fa crescere la spesa del 6,7%. In calo, invece, la spesa per i prodotti ittici surgelati e le conserve ittiche.

Import cereali stabile in quantità e cresce in valore in I trim.

Import cereali stabile in quantità e cresce in valore in I trim.Roma, 15 giu. (askanews) – Import stabile in quantità e in crescita in valore e export in diminuizione in quantità e in aumento in valore per il settore cerealicolo in Italia nei primi tre mesi del 2023. Secondo le analisi di Anacer sulla base dei dati provvisori Istat, nel primo trimestre dell’anno le importazioni in Italia nel settore dei cereali, semi oleosi e farine proteiche sono risultate stabili nelle quantità con 5,5 milioni di tonnellate ed in aumento nei valori di 346,8 milioni di euro (+15,6%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Risultano aumentare le importazioni complessive dei cereali in granella di 200.000 t (+5,6%), pari ad un controvalore di +241,7 milioni di euro (+21,6%): a fronte della riduzione delle quantità importate di grano tenero (-142.000 t), orzo (-31.500 t) ed in misura minore di mais (-3.000 t), avena (-2.800 t) ed altri cereali (-4.000 t), si registra l’incremento degli arrivi di grano duro (+384.000 t). L’import di riso, considerato nel complesso tra risone, riso semigreggio e riso lavorato, aumenta di 13.100 t (+18,5%). Per quanto riguarda le oleaginose e relative farine, si riscontra un calo delle quantità importate di semi e frutti oleosi di 82.000 t (-11%), pari a -21,2 milioni di euro (-4,7%) e delle farine proteiche vegetali di 35.000 t (-5,5%), per un controvalore di +36,1 milioni di euro (+15%)

Sul fronte delle esportazioni dall’Italia, nel primo trimestre 2023 si riducono nelle quantità di 216.000 tonnellate (-15,8%) e aumentano nei valori di 130,6 milioni di euro (+9,2%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si riducono le quantità esportate di cereali in granella (-162.000 t, dovuto soprattutto al grano duro), dei prodotti trasformati (-41.800 t) e delle paste alimentari (-12.800 t, in particolare verso i Paesi comunitari). Risultano invece in aumento le vendite all’estero della semola di grano duro (+21,4%%) e dei mangimi a base di cereali (+10,2%). Riguardo al riso, le esportazioni diminuiscono di 14.800 tonnellate (-7,4% considerato nel complesso tra risone, semigreggio e lavorato). Stabile l’export di farina di grano tenero.