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Finanziamenti a meccanizzazione agricola: domande dal 15 novembre

Finanziamenti a meccanizzazione agricola: domande dal 15 novembreRoma, 9 nov. (askanews) – Aprirà il 15 novembre prossimo alle 12 lo sportello telematico per la presentazione delle domande per accedere al Fondo Innovazione di Ismea. E, a breve, sul sito di Ismea, saranno pubblicate le FAQ mentre non è stato escluso che la modulistica completa da presentare per la partecipazione al bando venga resa pubblica nei prossimi giorni. Le domande saranno accettate sino al 133% dei fondi a disposizione per questa prima annualità del triennio, 75 milioni di euro, solo se complete di documentazione.

In un convegno organizzato alla Fiera Rive (Rassegna Internazionale di Viticoltura ed Enologia) di Pordenone da Federacma, Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole e da giardinaggio, ci si è confrontrati sulle possibilità offerte sull’imminente Fondo Innovazione di Ismea ed è stato il responsabile della Direzione Servizi per le Imprese di Ismea, Giorgio Venceslai ad illustrare i diversi aspetti tecnici e operativi dello sportello telematico. Alle risorse del Fondo Innovazione, si sommano i 400 milioni di euro del Bando Meccanizzazione, di cui le regioni hanno l’obbligo di emanare i relativi decreti attuativi entro fine anno. Ad illustrare lo stato dell’arte dei provvedimenti, sono stati gli assessori regionali all’agricoltura del Friuli-Venezia Giulia, Stefano Zannier, della Sardegna, Valeria Satta, e del Veneto, Federico Caner, coordinatore commissione politiche agricole Conferenza delle Regioni, che hanno confermato l’apertura al confronto con i concessionari e le associazioni agricole.

“È stato un anno complesso per i dealer e ci auguriamo che presto queste misure diventino attive, sbloccando finalmente tutta una serie di finanziamenti per il comparto agricolo – ha concluso il presidente di Federacma, Andrea Borio – Ringraziamo le autorità politiche che ci hanno onorato della loro presenza e Ismea per le tante risposte che hanno chiarito le procedure e le possibilità che il Fondo Innovazione mette a disposizione del settore primario”.

Bauli rafforza top management: nuova fase crescita in Italia e all’estero

Bauli rafforza top management: nuova fase crescita in Italia e all’esteroMilano, 9 nov. (askanews) – Bauli rafforza la squadra del top management. A seguito dell’ingresso del nuovo ceo, Fabio Di Giammarco, l’azienda ha nominato Luca Casaura come nuovo responsabile marketing del gruppo, e Stanislao Marrazzo e Andrea Negro quali rispettivamente responsabili commerciali estero e Italia.

Le tre nomine testimoniano la nuova fase di espansione del gruppo Bauli sia su scala nazionale che su scala globale. In particolare, l’ingresso di Marrazzo inaugura la nuova business unit “international”, in linea con la strategia del gruppo veronese sempre più orientata alla crescita sui mercati esteri. A riporto diretto del Ceo Di Giammarco, i tre manager – Casaura con responsabilità sulle strategie di marketing, Marrazzo sullo sviluppo del business all’estero e Negro in Italia – avranno la missione di rafforzare la crescita in Italia e nei mercati internazionali, valorizzandone le diverse linee di prodotto, dalla ricorrenza al consumo quotidiano fino al segmento heath & wellbeing dedicato ai prodotti salutistici e free from.

“Siamo orgogliosi di dare il benvenuto a professionisti di questo calibro. Casaura, Marrazzo e Negro entrano in una squadra di esperienza e talento, che da oggi sarà guidata con successo in un percorso che vedrà il nostro gruppo accrescere il proprio business su nuove categorie di prodotto, nuovi canali di vendita e nuove geografie – ha detto Fabio Di Giammarco, amministratore delegato del Gruppo Bauli – Con il loro arrivo, possiamo contare su un management team di altissimo profilo”. Casaura, dopo un’esperienza presso Unilever Italia, ha ricoperto cariche sempre più rilevanti all’interno del gruppo Danone poi in Costa Crociere e prima di approdare a Bauli, è stato in Vodafone e in seguito in Tim. Marrazzo ha iniziato il suo percorso in aziende come GNV, Maersk e Kuehne+Nagel ricoprendo ruoli di crescente responsabilità. Successivamente, è entrato nel settore agroalimentare in De Cecco Usa, e prima di unirsi a Bauli, è stato anche vice president di De Nigris Usa. Negro, infine, ha iniziato come buyer grocery and beverage in Carrefour ed Esselunga, per poi passare a Danone passando per Nokia, Lactalis, Nestlé, Prodotti freschi Italia, Carlsberg Italia e Unichips Spa.

Copagri: acqua, ragionare su uso dissalatori in agricoltura

Copagri: acqua, ragionare su uso dissalatori in agricolturaRoma, 9 nov. (askanews) – Ragionare sull’uso dei dissalatori per superare l’emergenza acqua in agricoltura. La proposta arriva dal presidente della Copagri Tommaso Battista, che è intervenuto al convegno “Dissalazione e irrigazione: possibili sinergie?”, organizzato da Utilitalia e svoltosi ad Ecomondo, in corso alla Fiera di Rimini.

“L’agricoltura è il settore produttivo che probabilmente più di qualunque altro è indissolubilmente legato alla disponibilità della risorsa idrica, ma è allo stesso tempo un comparto che, nonostante il grande impegno portato avanti dai produttori agricoli – ha detto Battista – ha ampi margini di miglioramento in materia di utilizzo dell’acqua, sia in termini agronomici, che genetici e di scelte colturali”. “Basti pensare – ha evidenziato Battista – alle molteplici applicazioni legate all’irrigazione di precisione, ma anche e soprattutto alle innumerevoli possibilità offerte dall’innovazione e dalla ricerca applicata all’agricoltura, a partire dalle Tecniche di Evoluzione Assistita-TEA, grazie alle quali si potrebbero coltivare specie vegetali meno idroesigenti che permettano al contempo di mantenere adeguare livelli produttivi”.

Secondo Battista, “la dissalazione dell’acqua marina potrebbe essere un ottimo sistema per recuperare, a costi relativamente contenuti, ingenti quantitativi di risorsa idrica da destinare all’uso potabile, liberando di conseguenza acqua a uso irriguo; si tratta di una strada già perseguita da moltissimi altri paesi, quali Israele e Spagna, con positivi risvolti anche sull’occupazione”. “L’Italia, infatti, che ogni anno preleva dalle falde oltre 9 miliardi di metri cubi di acqua potabile, pari a oltre 400 litri al giorno a persona, sconta una gravissima dispersione della risorsa idrica, causata da una rete colabrodo con perdite medie del 40-50% e con una scarsissima manutenzione; in questo contesto si inseriscono gli effetti del climate change, che potrebbe causare una significativa riduzione della disponibilità di risorse idriche, fino al 40% a livello nazionale e fino al 90% per il Sud Italia nel lungo termine”, ha aggiunto il presidente, ricordando che “l’export agroalimentare dipende per l’83% dalla disponibilità idrica”.

Lollobrigida:granchio blu, dopo ok Stato-Regioni 10 mln per pesca

Lollobrigida:granchio blu, dopo ok Stato-Regioni 10 mln per pescaRoma, 9 nov. (askanews) – “Dopo il via libera della Conferenza Stato-Regioni, il MASAF è pronto a stanziare dieci milioni di euro per sostenere la filiera della pesca che sta affrontando le fluttuazioni di abbondanza del Granchio blu”. Lo annuncia in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Le agevolazioni saranno destinate al riconoscimento delle spese sostenute dai consorzi del settore per la semina, il ripopolamento e l’acquisto di strutture fisse e mobili installate per la protezione degli allevamenti di mitili. “Possono beneficiare dei sostegni le imprese che hanno subìto danni dalla proliferazione di questa specie, ma saranno escluse, ad esempio, quelle aziende non conformi alle norme della Politica Comune della Pesca”, aggiunge il ministro. I contributi, validi per le spese sostenute dal primo gennaio al 31 dicembre 2023, sono pari all’80% per i costi relativi a semina e ripopolamento al 100% per la protezione degli allevamenti. “Dopo i 2,9 milioni stanziati per dare un’immediata risposta alle aziende del settore e i 500mila euro previsti dal Dl Asset, grazie a un emendamento del presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Luca De Carlo, un ulteriore segnale di attenzione del Governo meloni a un comparto che genera ricchezza, garantisce qualità e merita risposte concrete”, conclude il ministro Lollobrigida.

Intesa in Stato-Regioni: ok a 12 mln euro a sostegno pere e kiwi

Intesa in Stato-Regioni: ok a 12 mln euro a sostegno pere e kiwiRoma, 9 nov. (askanews) – Via libera della Conferenza Stato-Regioni al decreto del Masaf che stanzia 12 milioni di euro a sostegno delle filiere della pera e del kiwi. Oggi, rende noto il Masaf in unan nota, la Stato-Regioni ha raggiunto oggi l’intesa sul testo. Il provvedimento, voluto dal ministro Francesco Lollobrigida, mira a contrastare le conseguenze economiche che stanno vivendo i settori a causa di eventi climatici e naturali, come siccità, grandine e fitopatie. Le risorse ammontano a 10 milioni di euro per la filiera della pera e a 2 milioni di euro per quella del kiwi.

“Il sostegno alle filiere colpite dalle conseguenze dei cambiamenti climatici è un impegno concreto, per tutelare le nostre produzioni di eccellenza e riconoscere il valore del lavoro portato avanti dai nostri agricoltori – dichiara il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida – Questo decreto nasce dal dialogo con i rappresentanti del settore, che ho incontrato in occasione del Tavolo ortofrutticolo convocato presso il Masaf. A partire dalle loro istanze, in due settimane abbiamo elaborato e presentato in Conferenza Stato-Regioni questo importante strumento di aiuto, che a breve firmerò per far partire al più presto le richieste di erogazione”. L’aiuto individuato dal decreto è concesso alle aziende agricole impegnate in questi settori che abbiano subito un decremento del valore della produzione, nel 2023, superiore al 30% rispetto a quella dello stesso periodo dell’anno precedente, al netto di eventuali altri aiuti pubblici o indennizzi assicurativi di polizze agevolate.

L’aiuto ammonterà fino a 1.100 euro per ettaro per la filiera delle pere e fino a 1.000 euro per ettaro nel caso dei kiwi, nei limiti delle risorse disponibili con un massimale dato dal valore del decremento di produzione registrato. Le domande dovranno essere presentate tramite Agea, che fornirà istruzioni successivamente alla firma del decreto da parte del Ministro.

Al via da domani 10 novembre ad Arezzo Fiere il 21esimo Agrietour

Al via da domani 10 novembre ad Arezzo Fiere il 21esimo AgrietourRoma, 9 nov. (askanews) – Al via domani 10 novembre e fino a domenica 12 novembre, AgrieTour, il Salone Nazionale dell’Agriturismo e dell’Agricoltura multifunzionale che si tiene da 21 anni ad Arezzo Fiere e Congressi. Il taglio del nastro è previsto per le 10 e a seguire il convegno inaugurale “Agriturismo, un modello internazionale di multifunzionalità”. Il programma della giornata prevede anche la Experience Workshop B2B, con una serie di incontri business tra strutture ricettive di campagna e tour operator specializzati in esperienze.

Nella Sala Convegni si terrà il seminario “Enoturismo in Toscana: normativa, neuromarketing del vino ed assaggi di esperienze”, organizzato da Confagricoltura e Agriturist Toscana e poi il convegno “Identità, qualità e opportunità di promozione per gli agriturismi – Sistema di classificazione, prodotti agroalimentari e narrazione del territorio” Nella tre giorni aretina, la Regione Toscana sarà presente con uno stand, insieme a Toscana Promozione Turistica, con il progetto Vetrina Toscana che promuove il turismo enogastronomico.

L’agriturismo continua a rappresentare uno dei comparti più dinamici e vivaci dell’agricoltura italiana e trasversalmente del turismo. Il numero di aziende agrituristiche in Italia, infatti, ha continuato a crescere durante tutto il periodo pandemico: +1,3% nel 2021 rispetto al 2020 e +3,3% rispetto al 2019, per arrivare a 25.390 aziende. Una crescita anche in termini di valore della produzione, tornata sopra il miliardo di euro: ovvero 1 miliardo e 162 milioni di euro +44,8% sul 2020. L’agriturismo, per valore, rappresenta dunque l’1,9% dell’intera branca agricoltura e il 22,6% delle attività secondarie.

Sulla A35 nasce oasi biodiversità per insetti impollinatori

Sulla A35 nasce oasi biodiversità per insetti impollinatoriRoma, 9 nov. (askanews) – Messi a dimora oggi dai dipendenti del gruppo A35 Brebemi-Aleatica, i primi alberi nettariferi all’interno dell’Oasi della Biodiversità in un’area di competenza nelle vicinanze del Casello di Treviglio. Per concretizzare il proprio impegno ambientale e grazie alla partnership scientifica con 3Bee, la climate tech company leader nella tutela della biodiversità, ha dato vita alla propria Oasi della Biodiversità, costituita da 50 alberi nettariferi e da 2 alveari di biomonitoraggio dotati di tecnologia 3Bee Hive-Tech.

Questo progetto misurabile, grazie ai due alveari intelligenti, permetterà di osservare lo stato di salute in modo statistico di oltre 600.000 api e di monitorare parametri ambientali utili ad analizzare la biodiversità circostante e la salute degli insetti impollinatori, responsabili di circa il 75% delle colture mondiali. All’interno dell’oasi c’è un bosco nettarifero di 50 piante da nettare che nutriranno circa 75.000 impollinatori ogni anno e assorbiranno circa 25 tonnellate di CO2 nei prossimi vent’anni. È previsto anche lo sviluppo di un percorso educativo-didattico a tappe, Biodiversity Adventure, realizzato presso una delle Aree di Servizio e che contribuirà ad aumentare la consapevolezza sul tema da parte degli utenti della tratta.

Il progetto avrà anche un risvolto sociale. Il gruppo A35 Brebemi-Aleatica affiancherà una classe di una scuola primaria in un percorso educativo composto da 9 moduli dedicati ad approfondire la biodiversità da più punti di vista.

Al via progetto formativo in rosa Osservatorio nazionale pesca

Al via progetto formativo in rosa Osservatorio nazionale pescaRoma, 9 nov. (askanews) – Si è svolto ieri il primo workshop del progetto formativo per le donne della pesca: “l’idea nasce dall’interesse di creare un network di donne della pesca su scala nazionale che migliori la capacità di acquisire le risorse finanziarie, tecniche ed umane che consentono il raggiungimento di obiettivi strategici precisi”, spiega in una nota la presidente dell’Osservatorio Nazionale della Pesca, Francesca Biondo. Il progetto è organizzato dall’Osservatorio nazionale della pesca, ente bilaterale costituito da Federpesca, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila pesca, che si occupa della formazione e della qualificazione professionale nel settore della pesca per il conseguimento dei titoli professionali.

La formazione inizierà nel prossimo anno e si svolgerà in modalità online. I contenuti saranno esposti da professionisti e specialisti del settore e le lezioni resteranno a disposizione in un canale Youtube dedicato. Il programma, finanziato con fondi Feamp, si sviluppa in temi ed argomenti diretti ad aumentare un’identità micro-imprenditoriale. “Una rete di donne – ha continuato Biondo – che già lavorano nel settore in tutta Italia, una comunità di apprendimento per favorire lo scambio di conoscenze ed esperienze per accrescere l’autodeterminazione e valorizzare il lavoro delle donne-coadiuvanti delle imprese di pesca e di tutta la filiera ittica”.

Al workshop ha preso parte l’onorevole Rosanna Conte, Europarlamentare della Commissione Pesca, che ha voluto testimoniare come “quando si parla di pesca, si pensa agli uomini e si tralascia quanto sia cruciale il ruolo e l’impegno delle donne per lo sviluppo del settore per questo il loro contributo ha bisogno di un riconoscimento giuridico”. L’obiettivo è accrescere la valenza socioeconomica della propria attività, fornire un percorso che aiuti le donne ad utilizzare gli strumenti necessari per il potenziamento del concetto di impresa. Far conoscere la possibilità di accedere alle risorse e fornire gli strumenti necessari per conciliare al meglio i tempi di vita e di lavoro. In sostanza si vuole creare una nuova generazione di imprenditrici nel mondo della pesca con capacità rappresentative e consapevoli della propria attività sul mercato.

Al via raccolta limoni in Sicilia, produzione quasi dimezzata

Al via raccolta limoni in Sicilia, produzione quasi dimezzataRoma, 9 nov. (askanews) – E’ appena partita la campagna di raccolta dei limoni nella Sicilia Orientale e per i produttori si preannuncia già una stagione in perdita. “Una produzione quasi dimezzata”, anticipa Enzo Livoti, produttore di verdello della zona di Barcellona pozzo di Gotto. Per non parlare della pezzatura dei prodotti, “addirittura più piccola rispetto a un mese fa, che renderà ancora più difficile piazzare il prodotto sui mercati”, aggiunge Salvatore Leotta, agricoltore della zona ionica dell’acese.

I due rappresentanti della Cia Sicilia Orientale sottolineano in una nota come, per salvare la filiera, sia necessaria una programmazione che coinvolga trasversalmente enti ed istituzioni. A partire dalla questione del cambiamento climatico in atto, che sta trasformando l’agricoltura. “Hanno pesato le due sciroccate di maggio scorso – spiega Leotta – e fino ad oggi, la continuativa mancanza di piogge stagionali. Siamo già novembre, da mesi non cade una goccia d’acqua nella campagne. Di fatto le piante si nutrono dei loro stessi frutti”. “Abbiamo già pronta una proposta al Governo regionale per destinare i fondi del PSR Sicilia alle imprese anche per un adeguamento tecnologico con tecniche e strumentazioni innovative – aggiunge Giuseppe Di Silvestro, componente della giunta della Sicilia Orientale – scommettere sull’agricoltura 4.0 è diventato prioritario per la stessa sopravvivenza del settore, agrumicolo in particolare”. A livello nazionale le richieste al Governo restano quelle di garantire ai produttori pari opportunità e strumenti per contrastare la libera concorrenza dei Paesi Extra Ue e cioè, da un lato una reale riduzione del costo del lavoro nei campi, oggi superiore di almeno due terzi, che non ricada naturalmente sui lavoratori, e dall’altro azioni di controllo affinchè lo Stato si assicuri che in Italia entri solo merce che rispetti trattamenti fitosanitari consentiti.

E sull’aspetto fitosanitario entra in gioco un terzo fattore di criticità: l’emergenza Mal secco. “Una malattia che minaccia centinaia di agrumeti soprattutto della zona ionica – avverte Livoti – un’espansione preoccupante dovuta, oltre ai costi di prevenzione, anche alla presenza di tanti terreni abbandonati, che ne sono vettori, e alla mancanza di un’adeguata manutenzione”.

Accordo Pecorino Toscano-Unicredit per accesso a credito filiera

Accordo Pecorino Toscano-Unicredit per accesso a credito filieraRoma, 9 nov. (askanews) – Un accordo per facilitare l’accesso al credito per le imprese della filiera. A firmarlo sono UniCredit e Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP. L’intesa mira ad affiancare le aziende del territorio, supportandole nella realizzazione degli investimenti e nel loro percorso di crescita, al fine di rafforzarne le potenzialità di sviluppo, sostenendone la liquidità e rispondendo alle necessità determinate dall’attuale contesto di mercato.

Grazie a questa convenzione, la Banca renderà disponibili per le imprese afferenti al Consorzio soluzioni specifiche che coprono esigenze di credito su tutta la filiera, riservando priorità nella valutazione delle istanze e un sostegno mirato, in termini di credito e consulenza, attraverso il supporto di un team di specialisti e grazie alle sinergie di network del Gruppo. Il Consorzio si impegna a consegnare a richiesta degli associati una certificazione che attesti la quantità di latte ovino proveniente dalla zona di origine lavorato dal caseificio, la presenza delle forme di formaggio, di proprietà e libere da vincoli, in stagionatura nei magazzini dei caseifici e/o di terzi.

Il Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP nasce nel febbraio del 1985, mentre la Denominazione di origine protetta risale al 1996. Al Consorzio aderiscono 19 caseifici diffusi in Toscana ed in alcuni comuni di Lazio ed Umbria, circa 750 aziende agricole certificate delle quali 149 associate al Consorzio, 3 mila impiegati nella sola filiera produttiva e 3 mila tonnellate di formaggio prodotte mediamente ogni anno.