Coldiretti Puglia: ribassi unilaterali alla stalla, controllareRoma, 22 set. (askanews) – Stretta sui controlli per fermare il ribasso unilaterale del prezzo del latte alla stalla, che crea forti tensioni e mette a rischio tutto il sistema degli allevamenti in Puglia. A darne notizia è Coldiretti Puglia, che ha partecipato al tavolo latte con l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, il quale ha annunciato controlli stringenti lungo la filiera lattiero-casearia, per mettere freno allo scenario critico sul prezzo del latte che si è nuovamente venuto a creare in Puglia. Dove il prezzo del latte spot, normalmente un acquisto momentaneo per sopperire alla mancanza di latte, è salito ancora dell’1,5% a Milano e dell’1,9% a Verona.
“Il prezzo del latte alla stalla in Puglia – spiega Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia – non può andare sotto i costi di produzione calcolati da Ismea, quando nella forbice tra produzione e consumo ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da assicurare ai consumatori”. Coldiretti chiede che si faccia ricorso al decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto dalla Coldiretti, che prevede lo stop a 16 pratiche sleali.
Il settore caseario pugliese vanta tre Dop (canestrato pugliese, mozzarella di Gioia del Colle e mozzarella di bufala) e quasi 20 formaggi riconosciuti tradizionali dal Mipaaf (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino).
Rovagnati investe 11 mln in tre anni in ricerca e sviluppoMilano, 21 set. (askanews) – Proseguono gli investimenti di Rovagnati in ambito nutrition, uno dei quattro cardini della strategia di sostenibilità dell’azienda. L’attuale piano di investimenti in ricerca e sviluppo di Rovagnati ha un valore stimato in 11 milioni di euro in tre anni ed è dedicato in particolar modo a: internazionalizzazione, sviluppo di prodotti senza nitriti, packaging sostenibile, efficientamento dei processi e informatizzazione degli stabilimenti. Un progetto approvato e finanziato dal ministero nell’ottica di consolidare l’impegno dell’azienda verso il miglioramento continuo della propria offerta.
Rovagnati esporta in più di 20 Paesi, con particolare focus su Francia, Belgio, Germania, Svizzera e Stati Uniti. L’investimento sarà strategico sia per lo sviluppo di prodotti in grado di far presa sui mercati esteri, sia per il potenziamento dello stabilimento produttivo di Vineland (USA) inaugurato nel settembre 2021. L’investimento, poi, continuerà a incentivare i processi di innovazione dei prodotti, in ottica di un’attenzione sempre maggiore alle esigenze alimentari dei consumatori. Nel 2017 Rovagnati introdusse la prima linea di prodotti senza nitriti dell’azienda che si è rivelata strategica per l’espansione internazionale, affermandosi come prodotto leader di mercato in Francia. Anche negli Stati Uniti il focus sulla produzione senza nitriti è strategico in quanto sta guidando il lancio di nuovi prodotti sul mercato. L’eliminazione dei nitriti è stata resa possibile grazie a una tecnologia brevettata e a una ricetta segreta che sfrutta la sinergia tra estratti naturali selezionati e un processo produttivo innovativo che porta a una completa eliminazione dei nitriti mantenendo lo stesso grado di salubrità dei prodotti che li contengono.
L’attenzione alla nutrizione consapevole è un elemento di valore anche nelle attività di corporate social responsibility e di comunicazione. Tra queste il recente lancio del progetto Stammi bene, un’iniziativa di education proposta dal brand che ha portato un messaggio di benessere a 360 gradi in oltre 2000 classi italiane. Gli investimenti sono funzionali anche allo sviluppo di soluzioni packaging a minore impatto ambientale, sia nell’ottica di una progressiva riduzione dell’utilizzo di plastica che di una riciclabilità o facilità di riutilizzo della stessa. Sebbene la sostituzione di questo materiale a oggi sia complessa per il settore, Rovagnati ha già raggiunto l’obiettivo del 55% medio di plastica riciclata su tutti i vassoi delle vaschette e, nel corso degli anni, ha ridotto il peso delle stesse fino al 38% per alcune linee.
L’efficientamento dei processi è fondamentale sia per rendere possibile l’innovazione di prodotto, sia per produrre in maniera sempre più sostenibile. Allo stato attuale l’azienda investe particolarmente in impianti di cogenerazione, energie rinnovabili, risparmio delle risorse idriche, soluzioni logistiche green, informatizzazione degli stabilimenti. “Gli investimenti di Rovagnati in ricerca e sviluppo sono fondamentali per garantire la competitività dell’azienda nel lungo periodo – commenta Gabriele Rusconi, managing director e board member di Rovagnati – Grazie ai progetti che da anni portiamo avanti siamo stati in grado di aumentare il nostro export di prodotti Made in Italy e produrre in maniera sempre più sostenibile. Tutte le funzioni della nostra azienda lavorano per continuare e accelerare questo percorso”.
Pastori Kirghisi in Sardegna, accordo non ancora chiusoRoma, 21 set. (askanews) – Non è ancora chiuso l’accordo per dare vita a un progetto pilota tra Sardegna e Kirghizistan che prevederebbe l’inserimento di pastori Kirghisi e delle loro famiglie in tre distretti rurali: Sassari, Barbagie e Sarrabus, con l’aiuto di mediatori culturali.
Lo precisa la Coldiretti Sardegna spiegando che sono necessari ancora alcuni passaggi con il Governo del Kirghizistan propedeutici alla presentazione del programma ai ministeri italiani competenti. L’obiettivo è quello di sostenere le aziende agro-pastorali sarde in cerca di continua manodopera qualificata e rafforzare, nel tempo, il tessuto produttivo isolano contrastando anche l’abbandono delle campagne e dei piccoli centri dove a pesare sono soprattutto il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione.
Il percorso – chiarisce Coldiretti – è ancora in fase di definizione negli ultimi dettagli ma è stato lanciato nelle scorse settimane, con un primo incontro tra i vertici Coldiretti Sardegna e l’ambasciatore del Kirghizistan in Italia Taalay Barzabeev, e consolidato con la visita in Kirghizistan della delegazione Coldiretti Sardegna guidata dal presidente Battista Cualbu, il direttore regionale Luca Saba e il presidente di Coldiretti Cagliari, Giorgio Demurtas. All’incontro deve seguire, ora, la firma di un accordo-protocollo tra Centro per l’impiego kirghiso e Coldiretti.
Bando per strategie sviluppo rurale in E-R.: 58 mln in 5 anniRoma, 21 set. (askanews) – Circa 58 milioni di euro nello Sviluppo rurale 2023-27, per favorire lo sviluppo delle imprese delle aree più marginali, l’occupazione di giovani e donne, la tutela dell’ambiente e le specificità turistiche e culturali delle aree rurali dell’Emilia-Romagna. E ancora miglioramento dei servizi di base, biodiversità, investimenti produttivi, mitigazione dei cambiamenti climatici, agriturismo, reti commerciali. Una cifra che sale a 78 milioni di euro se si considerano anche le risorse del biennio di transizione 2021-2022 del Programma di Sviluppo Rurale.
La Giunta regionale ha appena approvato il bando che porterà all’individuazione dei prossimi Gruppi di azione locale (Gal) e delle relative strategie. Le proposte possono arrivare sia da partenariati pubblico-privati già costituiti in Gal sia di nuova costituzione. Al termine della selezione saranno ammessi al massimo otto Gal. “La Regione Emilia-Romagna ha scelto in questi anni di mettere al centro delle proprie politiche pubbliche le aree interne e l’Appennino – ha ricordato l’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi – Anche i Gal sono motori di questa strategia: nel settennio 2021-27 metteremo a disposizione complessivamente 78 milioni di euro per i Gruppi di azione locale che agiscono nelle aree rurali e montane”.
Le strategie dovranno fare riferimento a un territorio rurale omogeneo in termini geografici, socioeconomici e culturali che include una popolazione minima di 50mila fino a un massimo di 200mila abitanti, con l’obiettivo di promuovere l’occupazione, la crescita, la parità di genere, inclusa la partecipazione delle donne, l’inclusione sociale e lo sviluppo locale nelle zone rurali, comprese la bioeconomia circolare e la silvicoltura sostenibile. Ogni progetto dovrà prevedere un importo tra i 2,5 e i 14 milioni di euro. Le risorse totali per il periodo 2023-2027 ammontano a 58 milioni di euro.
Prezzi grano crollati del 60%, sotto costi produzioneRoma, 21 set. (askanews) – Sono crollati del 60% i prezzi del grano, su valori che sono al di sotto dei costi di produzione e i quantitativi si attestano al di sotto dei 7 milioni di quintali. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia rispetto alle quotazioni dello scorso anno, in riferimento al braccio di ferro tra Commissione Ue e Polonia, Slovacchia e Ungheria che vogliono bloccare nel loro Paese l’import di grano Ucraino dopo la mancata proroga del divieto comunitario di importazione nei 5 paesi confinanti che si va a sommare alle conseguenze del mancato accordo sul Mar Nero.
L’incertezza sull’accordo ha favorito le speculazioni sul mercato delle materie prime agricole e, chiede Coldiretti Puglia, servono una costante analisi dei prezzi e l’aumento dei controlli, in modo da garantire in ogni caso che il prezzo del grano duro copra i costi di produzione degli agricoltori, nel rispetto della legge contro le pratiche sleali. Una spinta può venire dall’avvio della commissione unica nazionale (Cun) grano duro ma anche dalla promozione della pasta 100% italiana sostenendo l’intera filiera.
Rovagnati: 11 milioni di investimento in ricerca e sviluppoMilano, 21 set. (askanews) – Proseguono gli investimenti di Rovagnati in ambito Nutrition, uno dei cardini della strategia di sostenibilità dell’azienda. L’attuale piano di investimenti in Ricerca&Sviluppo, con valore stimato 11 milioni di euro in tre anni, è dedicato: internazionalizzazione, sviluppo di prodotti senza nitriti, packaging sostenibile, efficientamento dei processi e informatizzazione degli stabilimenti.
L’investimento sarà strategico sia per lo sviluppo di prodotti in grado di far presa sui mercati esteri, sia per il potenziamento dello stabilimento produttivo di Vineland (USA) inaugurato nel settembre 2021. “Gli investimenti di Rovagnati in ricerca e sviluppo sono fondamentali per garantire la competitività dell’azienda nel lungo periodo. Grazie ai progetti che da anni portiamo avanti siamo stati in grado di aumentare il nostro export di prodotti Made in Italy e produrre in maniera sempre più sostenibile. Tutte le funzioni della nostra azienda lavorano per continuare e accelerare questo percorso”, ha commentato Gabriele Rusconi, Managing Director e Board Member di Rovagnati.
Sequestrati 900 kg di granchio blu con etichetta errataRoma, 21 set. (askanews) – Sequestrati oltre 900 chilogrammi di Granchio blu congelato di origine tunisina con etichettatura errata. A seguito di un’operazione eseguita dall’Ispettorato centrale Qualità e Repressione Frodi della Lombardia in coordinamento con ICQRF Italia Centrale, attraverso un’indagine nella sede lombarda di una società specializzata nell’importazione di prodotti ittici, è infatti emerso che il prodotto era realmente Granchio blu, come indicato, sebbene poi nella lista degli ingredienti riportasse esclusivamente mazzancolle.
Gli ispettori di ICQRF Italia Centrale hanno posto il prodotto sotto sequestro presso un operatore del Lazio, acquirente e distributore della merce irregolare. “Dopo aver ricevuto una segnalazione abbiamo informato il nostro Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, che si è attivato immediatamente riuscendo a garantire questo risultato in pochi giorni”, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
In Toscana bando da 8,3 mln per rinnovo e ammodernamento frantoiRoma, 21 set. (askanews) – Arriverà entro ottobre il bando da 8,3 milioni per il rinnovo e l’ammodernamento dei frantoi in Toscana. La giunta regionale ha approvato le disposizioni specifiche per l’attivazione del bando “Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare” che dà attuazione al bando quadro nazionale, attraverso il quale sono concessi contributi finalizzati a favorire la sostituzione o l’ammodernamento degli impianti di lavorazione, stoccaggio e confezionamento dell’olio extravergine di oliva, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità del processo produttivo, ridurre la generazione di rifiuti e favorirne il riutilizzo a fini energetici.
Attraverso il bando sono concessi contributi a fondo perduto per favorire la sostituzione o l’ammodernamento dei frantoi esistenti, anche attraverso l’introduzione di macchinari e tecnologie che migliorino le performance ambientali dell’attività di estrazione dell’olio extravergine di oliva. Il rinnovo degli impianti tecnologici è finalizzato, inoltre, al miglioramento della qualità degli olii e ad un generale incremento della sostenibilità della filiera olivicolo-olearia. L’importo complessivo dei fondi messo a disposizione per il bando è pari a 8.334.107,07 euro. L’entità del sostegno è pari al 65 per cento e pari all’80 per cento per gli investimenti realizzati da parte dei giovani agricoltori. L’importo massimo del contributo è di 600mila euro e il contributo minimo richiesto è di 30mila euro.
Spreco alimentare: italiani consapevoli ma non sanno dimensione problemaMilano, 20 set. (askanews) – Tra gli italiani c’è una conoscenza elevata del fenomeno dello spreco alimentare, ma quella qualificata è molto meno. Tradotto meno della metà sa quantificare quanto cibo si spreca nel mondo. A scattare la fotografia sul rapporto tra italiani, spreco di cibo e spesa sostenibile è la seconda edizione dell’Osservatorio commissionato a Bva-Doxa da Babaco market in occasione della Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari.
Dall’indagine 2023 risulta che il 96% degli italiani dichiara di averne una chiara percezione e ritiene importante agire come collettività per arginare il fenomeno dello spreco alimentare (il 97% pensa sia fondamentale il raggiungimento degli obiettivi Onu 2030), ma solo il 41% ne conosce la reale entità. A conferma di questi dati, rimane stabile rispetto al 2022 anche la percentuale di chi è a conoscenza dell’impatto che lo spreco alimentare ha in termini di emissioni di gas serra che agiscono sul surriscaldamento globale (77%), ma in leggero calo rispetto al 2022 la quota di chi ne ha piena conoscenza (-4 p.p. vs 2022). Un elemento di novità è l’elevata percezione del legame tra cambiamenti climatici e spreco alimentare: nove italiani su 10 ritengono che le sempre più frequenti calamità naturali abbiano un impatto sulle produzioni, causando perdite agricole e conseguente spreco alimentare.
Ma quali sono le cause dietro questo fenomeno? Rispetto al 2022 c’è un calo di attenzione nei consumi e nella preparazione dei cibi: anche se il 78% degli italiani dichiara di prestare molta attenzione e di non buttare quasi mai cibo, quasi un quarto dei rispondenti ammette di sprecare cibo per la scarsa attenzione. Il 57% ha dichiarato inoltre di aver riscontrato almeno un episodio di spreco alimentare domestico nell’ultimo mese. Le cause sono riconducibili alla mancanza di attenzione alla data di scadenza o al deterioramento degli alimenti (59% con un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2022); alla conservazione poco adeguata dei prodotti nei punti vendita (28%); al fatto che si tende a comprare troppi alimenti (16%) o in formati troppo grandi (16%) e infine perché si tende a cucinare cibo in eccesso (14% con un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2022). Verdura e frutta fresca si confermano anche per il 2023 le prime due tipologie di alimenti soggetti allo spreco alimentare. Tra le principali azioni anti-spreco attuate dagli italiani, invece, l’indagine Babaco Market-BVA Doxa annovera l’interesse nei confronti degli acquisti in grado di facilitare una spesa sostenibile: due su tre gradirebbero particolarmente fare una spesa antispreco e sostenibile. Attualmente, però, uno su due, non trova facilmente fattibile una spesa sostenibile attraverso i canali abituali (tra i principali ostacoli, per il 75% dei rispondenti il tempo e lo sforzo extra richiesto, la disponibilità di punti vendita, la localizzazione dei negozi, la modifica delle proprie abitudini consolidate). L’86% dei rispondenti ha inoltre l’impressione che la maggior parte della gdo non venda prodotti prossimi alla scadenza o con confezioni/etichette rovinate, facendo sì che una grande quantità di prodotti rischi di essere sprecata.
Il 54% degli intervistati si dichiara comunque molto interessato a fare la spesa online da aziende che supportano l’antispreco, la sostenibilità e le eccellenze del territorio. Per il 39% degli italiani una spesa alimentare più virtuosa si caratterizza per prodotti antispreco, eccellenze del territorio (28%), sostenibili a livello ambientale (24%) e a livello sociale (9%).
Babaco market: con le box salva anche cibi confezionati e apre primo storeMilano, 20 set. (askanews) – Babaco market diventa grande e da delivery online solo di frutta e verdura fresca “fuori dall’ordinario”, come definiscono in azienda i prodotti scartati dalla distribuzione moderna perchè non conformi agli standard, allarga la gamma delle referenze a prodotti confezionati e inizia a mettere le radici, partendo da Milano. Certo il primo negozio sarà un temporary store per quattro mesi da fine settembre all’interno del Mercato centrale ma è un test al quale non è detto che non seguano altri luoghi fisici. Perchè come ha detto il founder e ceo, Francesco Giberti, “noi siamo partiti dall’inizio della filiera, con i produttori, ma la filiera ha sprechi ovunque, anche nell’industria” e poi “vogliamo arrivare anche a chi magari non ha molta dimestichezza con la tecnologia e gli acquisti online”.
Babaco Market è partita tre anni fa, nel pieno dell’emergenza pandemica, con l’idea semplice di consegnare a domicilio, su abbonamento, box di prodotti alimentari che solo per dei difetti estetici non arrivano sulle nostre tavole. Nel corso di questi tre anni con la sua attività ha evitato lo spreco di 1.800 tonnellate di prodotti raggiungendo progressivamente circa 1.000 città, concentrate nel centro-nord, incluse Roma, Genova, Venezia, Firenze e Bologna, oltre Milano da dove tutto è partito. Per fare questo oggi collabora con una rete di un centinaio di produttori nazionali che riforniscono l’azienda di prodotti altrimenti scartati dalla gdo. L’ultimo bilancio si è chiuso con tre milioni di fatturato e oggi conta su una squadra di lavoro di 44 dipendenti (raddoppiati nell’ultimo anno). “Per il pareggio ci vuole ancora un po’ – ha detto Giberti – siamo ancora in una fase di forti investimenti. In questi anni abbiamo raccolto otto milioni di euro da privati e fondi, ma per il break even point ci vorranno ancora due anni”. L’ultimo round di finanziamento si era chiuso a novembre del 2022 e ora, spiega il ceo, ce ne sarà uno nuovo il prossimo anno. Un nuovo finanziamento per supportare lo sviluppo dell’attività che è continuo come testimonia l’ampliamento merceologico con “La bottega”, che consente di aggiungere alla box di frutta e verdura anche prodotti da dispensa, 500 nuove referenze selezionate da Babaco in base a tre criteri: riduzione degli sprechi (prodotti alimentari creati grazie a progetti di economia circolare, prossimi alla data di scadenza o con qualche difetto di packaging), rispetto per l’ambiente e le persone (selezione di alimenti provenienti solo da filiere sostenibili e da aziende che si occupano di reinserire nella società persone in difficoltà) e ricerca delle eccellenze del territorio italiano (ortofrutta e ingredienti contraddistinti da presidi Slow Food, Igp e Pat). Nel frattempo si lavora all’apertura ormai prossima del temporary di Mercato centrale a Milano dove si alterneranno due persone alla vendita, formate per raccontare, oltre che vendere, queste materie prime seconde, a cui dare una seconda possibilità dal momento che sono buone e dietro nascondono lavoro e investimenti.
Ma il ceo ragiona anche su possibili ulteriori sviluppi come quello nel canale della ristorazione o quello delle etichette “buono oltre” per recuperare anche prodotti in scadenza, mentre si lavora sul paradigma dell’economia circolare avviando progetti pilota con altre aziende per trasformare quelle materie prime che andrebbero buttate. Come è accaduto con la birra al limone realizzata col birrificio Biova che ha utilizzato limoni di un produttore siracusano inadeguati per la gdo per difetti alla buccia. Ma alla fine di questo lavoro di recupero quanto costano le box? Si va dai 21,9 euro di una da 6 chili di frutta e verdura (a sorpresa in base alle stagioni con 10-12 varietà di prodotti) ai 29,9 di quella da dieci chili, una media di 3 euro al chilo circa. Un prezzo finora considerato sostenibile da Babaco per i propri abbonati, 17mila fino a oggi. “Dai dati sappiamo che le persone vedono il valore di questi prodotti – ha detto Giberti – il mercato ci dice che non siamo costosi, anzi siamo più competitivi dei nostri competitor dell’e-grocery, in media costiamo un 30% in meno”. Certo occorre fare i conti con l’inflazione che erode il potere di acquisto delle famiglie e le costringe a modificare le proprie abitudini di spesa per esempio scegliendo la convenienza del discount. “Ecco noi non saremo mai competitivi coi prezzi che fanno i discount – ha ammesso Giberti – da loro troverete per esempio le pere che arrivano dal Cile perchè quelle italiane costano di più e stanno sparendo. Del resto alla gdo conviene più comprare le cilene che le nostre. Ma per noi il tema è: fino a quando potremo continuare a comprare qualcosa senza pensare a quello che c’è dietro?”. Anche il prezzo di acquisto dei prodotti fuori standard che sarebbero andati persi senza il loro intervento, non scende mai troppo perchè “il nostro obiettivo non è strozzare il produttore ma riconoscere un valore al suo lavoro”. Di qui anche la scelta di evitare i rider per le consegne a domicilio. “Anche in questo caso ci affidiamo a fornitori terzi, aziende specializzate dotate di mezzi refrigerati e non ricorriamo ai rider”. “Inizialmente, quando contattavamo i produttori, pensavano che scherzassimo perchè tutti da loro volevano le melanzane perfette, le mele senza cicatrici – ha concluso Giberti – abbiamo avuto la fiducia di tanti investitori per poter crescere e ora i produttori sono contenti di avere un canale alternativo a cui rivendere i propri prodotti senza doverli buttare”.