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Confagri: investire in sistemi agroalimentari per ridurre sprechi

Confagri: investire in sistemi agroalimentari per ridurre sprechiRoma, 14 ott. (askanews) – “Il problema dell’accesso al cibo in un momento storico complesso come questo, legato alle guerre e ai mutamenti climatici, deve far tornare al centro dell’economia mondiale l’agricoltura, considerata non a caso ‘settore primario’ e che nel 2050 dovrà sfamare 10 miliardi di persone”. E’ questo il monito di Confagricoltura nel giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione che si celebra il 16 ottobre, il cui tema quest’anno è “Diritto al cibo per una vita e un futuro migliori”.


Secondo la FAO, 733 milioni di persone nel mondo soffrono la fame anche a causa di conflitti armati, ricorrenti shock climatici e crisi economiche, con conseguente aumento delle disuguaglianze tra i Paesi e a livello locale. Confagricoltura sottolinea come sia necessario, nel contesto geopolitico globale, investire in innovazione per consentire alle imprese di produrre cibo a sufficienza e di qualità, preservando al tempo stesso le risorse naturali e la salute del suolo. Utilizzare tecniche agricole avanzate migliora la resa e riduce le perdite durante la raccolta; le tecnologie di precisione supportano il monitoraggio e la gestione delle colture in modo più efficiente e senza sprechi, grazie all’adozione di strumenti digitali basati su modelli matematici predittivi.


Sul fronte della riduzione dello spreco nell’intera catena di approvvigionamento alimentare, l’Organizzazione degli imprenditori agricoli ritiene quindi necessaria l’applicazione di un processo di economia circolare a favore del settore primario con misure in grado di valorizzare il riuso degli scarti vegetali e dei sottoprodotti di origine animale per la produzione di energia, o per la produzione di compost e fertilizzanti naturali. Confagricoltura promuove e supporta le imprese per la trasformazione dei sistemi agroalimentari a favore di una produzione migliore, attenta all’ambiente e alla riduzione degli sprechi, ritenendo fondamentale lo stanziamento da parte del Governo di risorse finanziarie adeguate, che incentivino il processo di questa trasformazione, a supporto degli importanti investimenti sostenuti dagli imprenditori agricoli.

Patata Bologna Dop, resa per ettaro in crescita e buona qualità

Patata Bologna Dop, resa per ettaro in crescita e buona qualitàRoma, 14 ott. (askanews) – Ottima qualità, resa per ettaro superiore rispetto alle due precedenti annate, leggero aumento delle superfici coltivate: è partita con qualche giorno di anticipo la campagna di raccolta della patata di Bologna nelle circa 60 aziende agricole associate al Consorzio di Tutela, mentre la commercializzazione ha preso il via nella seconda metà del mese di luglio.


Davide Martelli, presidente del Consorzio, spiega che i dati dei primi tre mesi di commercializzazione evidenziano un trend in crescita rispetto all’annata precedente (+14%), segnale positivo in previsione dei mesi di punta della commercializzazione del prodotto. E se gli ettari in questa campagna hanno visto una crescita moderata, grazie all’impegno dei soci, è sul fronte delle rese che arriva la maggiore soddisfazione. Dopo alcune annate difficili per la varietà Primura, con rese medie basse e poco soddisfacenti, vi è un ritorno alla normalità produttiva con una resa di 39 tonnellate per ettaro, per una produzione complessiva di 13.384 tonnellate (+53,8%) di Patata di Bologna DOP certificata.


“Sono diversi i fattori che hanno portato a questo importante risultato – continua Martelli – Dall’esperienza e dalle competenze dei nostri produttori, reduci da campagne difficili e costellate di avversità agronomiche, alle condizioni climatiche favorevoli avute nel 2024, anno caratterizzato da mesi primaverili piovosi e da temperature non troppo elevate. Questo ha favorito una strutturazione dei suoli ottimale e uno sviluppo regolare e costante della pianta e dei tuberi”. Alla luce di queste prospettive, il Consorzio proseguirà il percorso di valorizzazione della Patata di Bologna DOP, a partire dalla nuova immagine on pack lanciata lo scorso anno.

Fino a 4 novembre iscrizioni corso Enapra e Smea su enoturismo

Fino a 4 novembre iscrizioni corso Enapra e Smea su enoturismoRoma, 14 ott. (askanews) – C’è tempo fino al 4 novembre per iscriversi al corso di alta formazione “Progettazione e Gestione dei Servizi Enoturistici”, organizzato dall’Alta scuola di management ed economia agroalimentare di Smea (Università Cattolica del Sacro Cuore) con il supporto scientifico di Enapra, l’ente di formazione di Confagricoltura.


Il corso, che avrà inizio il prossimo 19 novembre e si concluderà il 22 gennaio 2025, ha come obiettivi l’avanzamento scientifico, l’aggiornamento e la riqualificazione professionale delle aziende enoturistiche socie della Confederazione. “Il corso è pensato per chi gestisce servizi enoturistici, un settore in crescita che combina turismo, vino e cultura – commenta Luca Brondelli di Brondello, presidente di Enapra – Attraverso un approccio sistemico e multidisciplinare, verranno affrontate in modo pratico le attività strategiche, di progettazione e operative, rispondendo alle esigenze di chi opera in questo ambito”.


L’attività formativa si svilupperà in ottanta ore (40 in presenza e 40 online), distribuite su 12 giorni non consecutivi durante le quali verranno date risposte alle tante esigenze di imprenditori, dipendenti e collaboratori di aziende vitivinicole e agricole e dei professionisti attivi nel settore enoturistico. Per i dipendenti delle aziende interessate il costo per la partecipazione al corso è totalmente rimborsabile attraverso lo strumento del voucher extra catalogo del Foragri. È inoltre possibile accedere ad agevolazioni nel caso di iscrizioni multiple.

Consorzo Asiago Dop nel 2025 punta a promozione in Asia

Consorzo Asiago Dop nel 2025 punta a promozione in AsiaRoma, 14 ott. (askanews) – Dal 2025 il Consorzio Tutela punta alla promozione in Corea del Sud, Vietnam e Taiwan con un progetto triennale co-finanziato dall’Unione Europea dal valore di 1,5 milioni di euro, in collaborazione con FICT, Fédération des Entreprises Françaises de Charcuterie Traiteur, che raggruppa oltre 300 produttori di salumi e gastronomia di alta qualità.


L’obiettivo è promuovere nei mercati della Corea del Sud, Taiwan e Vietnam la conoscenza e il consumo della specialità veneto-trentina, in linea con i programmi promozionali comunitari che mirano ad aumentare la consapevolezza e il consumo dell’alta qualità dei prodotti europei e a far conoscere le denominazioni d’origine protetta come espressione viva della sua cultura. “Guardare all’Asia – afferma il direttore del Consorzio Tutela Formaggio Asiago, Flavio Innocenzi – vuol dire avvicinare i valori della Denominazione Asiago ad un vasto mercato potenziale di consumatori, sempre più interessati e curiosi verso il mondo dei formaggi. La ricerca di autenticità, il desiderio di cibi buoni e salutari che offrano un’esperienza gustativa unica è un driver per la crescita della nostra presenza in nuovi mercati”.


Le attività previste dal progetto si concluderanno nel 2028 ed includono un ampio programma di informazione e promozione delle eccellenze gastronomiche italo-francesi valorizzando la comune origine europea e le sinergie tra le due produzioni. Saranno realizzare numerose iniziative rivolte a presentare ed introdurre il formaggio Asiago nelle principali insegne dell’Ho.Re.Ca. e del retail, oltre alla partecipazione a fiere di settore e attività di relazioni pubbliche e digital marketing.

Nuovo accordo per export salumi italiani in Canada

Nuovo accordo per export salumi italiani in CanadaRoma, 14 ott. (askanews) – Dopo lunghe trattative, il ministero della Salute ha raggiunto un nuovo accordo con le Autorità canadesi di Cfia (Canadian Food Inspection Agency) per l’esportazione di salumi dalle zone sottoposte a restrizione a causa della Peste suina africana. “Si tratta di un grande risultato, frutto di una complessa e lunga negoziazione condotta con estrema professionalità e dedizione dal nostro ministero della Salute, con il prezioso supporto della Commissione europea”, ha commentato il direttore di Assica, Davide Calderone.


“Le aperture ottenute da parte delle Autorità canadesi ai salumi prodotti negli stabilimenti situati nelle zone di restrizione, sono un’importante boccata d’ossigeno per tutti coloro che, a causa dell’ampliamento della zona infetta da PSA, non erano più in condizione di soddisfare i requisiti per l’esportazione verso due dei principali mercati di destinazione per i prodotti della salumeria italiana”, ha proseguito Calderone. “L’auspicio, ora, è che altri Paesi seguano l’esempio del Canada e accettino di sedersi al tavolo delle trattative per riconsiderare le restrizioni poste sui nostri salumi”, ha concluso.

Domani al Masaf convegno di Federacma su meccanizzazione agricola

Domani al Masaf convegno di Federacma su meccanizzazione agricolaRoma, 14 ott. (askanews) – Un convegno per confrontarsi su impatto e futuro delle misure per la meccanizzazione agricola: l’evento si terrà domani, martedì 15 ottobre, presso la Sala Cavour del ministero dell’Agricoltura a Roma. Organizzato da Federacma, la federazione italiana delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine e delle Acma territoriali, aderente a Confcommercio, vuole avviare un confronto tra Istituzioni e filiera agricola per pianificare il futuro delle misure a sostegno dell’innovazione e della meccanizzazione in agricoltura.


Andrea Borio, presidente di Federacma, spiega che il convegno “poggia le sue basi proprio sulla collaborazione con le istituzioni e si pone l’obiettivo di una programmazione condivisa e partecipata, con un supporto costruttivo del mondo agricolo e produttivo attraverso prospettive comuni”. I lavori della giornata prenderanno avvio, dopo i saluti di benvenuto del presidente Borio, con l’illustrazione dello scenario attuale delle misure per la meccanizzazione agricola. Le relazioni si concentreranno sulle novità tecniche e la riduzione dell’impatto ambientale, sull’innovazione tecnologica per la sicurezza, sulla formazione per i mezzi 4.0 e 5.0, sull’influenza dei bandi e delle misure sull’andamento del mercato e sugli strumenti messi in campo negli ultimi anni per il rinnovamento del parco macchine agricole italiano.


Dopo le relazioni, saranno le associazioni di categoria della filiera agricola ad intervenire esponendo i propri commenti e suggerimenti. Infine, sono stati invitati gli Enti e i Dipartimenti ministeriali che gestiscono le misure per la meccanizzazione e l’innovazione agricola: Inail, Ismea e ministero dell’Agricoltura. È previsto anche l’intervento del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida.

Confagri Veneto: diminuiscono ancora le superfici a kiwi

Confagri Veneto: diminuiscono ancora le superfici a kiwiRoma, 14 ott. (askanews) – Calano ancora le superfici investite a kiwi in Veneto, dato che nel 2023 si registra un calo del 7 per cento: da 2.950 ettari si è scesi a 2.726. La motivazione degli espianti è dovuta alla moria di piante che da anni affligge il territorio, e che anche nel 2023 ha falcidiato le produzioni. Di qui il decreto approvato nei giorni scorsi dal ministero dell’Agricoltura per sostenere le imprese agricole che, nel corso del 2023, abbiano subito danni superiori al 30 per cento a carico delle coltivazioni di kiwi.


Sottolinea Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Veneto: “Siamo alle porte della raccolta dei kiwi, che inizierà intorno al 25 ottobre, per poi entrare nel vivo nella prima settimana di novembre. La qualità quest’anno è buona, perché, grazie alle abbondanti precipitazioni, i frutti presentano un’ottima pezzatura e un’elevata qualità. Questo fa sì che, anche dal punto di vista del mercato, l’interesse ci sia, con richieste da parte dei commercianti e prezzi che si profilano molto buoni, in linea con le passate stagioni, sia per il kiwi verde, che per il giallo e il rosso, che è un prodotto di nicchia”. Il problema della provincia veronese, come per tutto il Veneto, è però quello produttivo, perché tra moria delle piante e batteriosi risulta sempre più difficile fare quantità. “A questo – sottolinea Aldegheri – dobbiamo aggiungere le gelate primaverili, sempre più frequenti, che anche quest’anno hanno causato danni. Le rese si stanno sempre più abbassando, ed è probabilmente questo il motivo per cui molti agricoltori decidono di espiantare”.


Secondo i dati di Veneto Agricoltura gli impianti di actinidia sono situati per il 76% circa nella provincia di Verona (2.075 ettari, -6,5% rispetto al 2022), seguita da Treviso (300 ettari, -11,8%) e Rovigo (183 ettari, -5,7%). La produzione raccolta di kiwi in Veneto nel 2023 è stata di 30.664 tonnellate (-41,8% rispetto al 2022) e, quindi, su livelli produttivi molto inferiori agli standard tipici dell’actinidia.

A Parma inaugurata la nuova sede del museo del Salame Felino

A Parma inaugurata la nuova sede del museo del Salame FelinoRoma, 14 ott. (askanews) – Nuova sede e nuovo allestimento arricchito da tanti nuovi oggetti per il Museo del Salame Felino a Parma: uno spazio più inclusivo, privo di barriere architettoniche, interattivo tramite touch screen multimediali e con uno spazio porticato a disposizione per le attività didattiche e di degustazione. Il Museo, inoltre, ha anche un percorso LIS per le persone sorde che consentirà loro di fruire pienamente e in totale autonomia, di ogni sezione.


La nuova sede, che oggi appare come una grande costruzione a due falde, in origine era una corte medievale, databile verosimilmente al XIV secolo, costituita da una casa torre e da un rustico con fienile e stalla. Riadattata nel XVIII secolo in un unico corpo, ha ospitato per secoli l’osteria del paese e negli ultimi decenni la farmacia e alcuni negozi. A presentare il percorso di visita, fatto di sette sezioni è stato Giancarlo Gonizzi, coordinatore dei Musei del Cibo. Il percorso si snoda a partire dalle testimonianze storiche e archeologiche del territorio e del rapporto tra Felino, l’allevamento del maiale e il suo prodotto-simbolo per passare alla presentazione del Consorzio di tutela.


Tra i nuovi elementi che arricchiscono l’allestimento, l’ago di bronzo di epoca romana, ritrovato negli scavi della “villa rustica”, una grande azienda agricola, scoperta durante i lavori (1961) di realizzazione di un nuovo salumificio lungo il corso del torrente Baganza. La zona in cui è stato trovato, vicino alle cucine, ha permesso di ipotizzarne il reale impiego: cucire i budelli dei salami, allora come oggi. I Musei del Cibo sono un circuito di nove musei dedicati ai prodotti alimentari d’eccellenza del territorio parmense: nel 2023 hanno registrato oltre 30mila presenze, di cui circa 3mila nel solo Museo del Salame Felino.

In Puglia continua siccità, -72% acqua. A rischio semine cereali

In Puglia continua siccità, -72% acqua. A rischio semine cerealiRoma, 14 ott. (askanews) – Continua la siccità in Puglia, con temperature ancora al di sopra della media stagionale e assenza di piogge, per cui manca il 72% di acqua negli invasi rispetto all’anno scorso. Un clima che mette a rischio le semine di cereali, legumi e ortaggi, ma anche i pascoli, mentre gli ortaggi già piantati non riescono ad entrare in produzione e i danni riguardano anche la futura raccolta degli agrumi. A denunciarlo è Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche che registra solo 40,83 milioni di metri cubi di acqua nei 4 invasi pugliesi della Capitanata Occhito, Capacciotti, Osento e Capaccio, rispetto ai 148 milioni di metri cubi di acqua presenti nello stesso periodo dell’anno scorso.


Per questo, chiede l’associazione agricola, è determinante che ci sia un’accelerata sull’iter della richiesta di stato di calamità avanzata dalla Regione Puglia al ministero dell’Agricoltura per i gravi danni causati dalla siccità che hanno superato 1 miliardo di euro nelle campagne pugliesi. Per la siccità e le temperature ben al di sopra della norma sin dall’inverno ne hanno fatto già le spese le clementine che sono finite al macero. La crisi idrica, ricorda Coldiretti Puglia, ha determinato un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con l’aggravio dei costi per l’acquisto di mangimi per garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle, ma anche gli apicoltori hanno dovuto dire addio ad oltre 1 vasetto di miele su 2. E preoccupa anche la campagna di raccolta delle olive, ormai alle porte, dove si stima un crollo del 40% rispetto all’anno scorso, con effetti altrettanto gravi sulla produzione di olio extravergine.

Naturasì semina futuro con ‘Inizio’ grano duro specifico per bio

Naturasì semina futuro con ‘Inizio’ grano duro specifico per bioRoma, 14 ott. (askanews) – Si chiama ‘Inizio’ ed è un grano duro specifico per la coltivazione biologica il grano con cui quest’anno le aziende agricole dell’ecosistema NaturaSì aprono le porte a cittadine e cittadini per la semina collettivadi “Seminare il Futuro”. L’evento quest’anno si tiene in occasione della messa in produzione del primo seme selezionato appositamente per l’agricoltura biologica, selezionato nel ‘campo catalogo’ della Fondazione Seminare il futuro in collaborazione con il CREA di Foggia. Un evento che Naturasì organizza ogni anno in concomitanza con il 16 ottobre, Giornata Mondiale dell’Alimentazione.


Il campo catalogo accoglie centinaia di specie e cultivar tipici dell’area mediterranea, selezionati per essere più resistenti ai cambiamenti climatici, per produrre piante con radici più profonde, che possono adattarsi a situazioni di siccità. Grani che producono steli più alti, che crescono prima delle infestanti e che sono maggiormente resistenti all’attacco di parassiti e malattie. “Un risultato, il nostro, che fa ben sperare, anche se spesso si dimentica che la selezione dei semi può fare la sua parte per un’agricoltura più sana e in equilibrio con l’ecosistema, ma da sola non basta: deve essere inserita in un approccio agroecologico, ovvero condotta con metodi di coltivazione che considerino l’azienda agricola come un organismo in connessione con l’ecosistema nel quale si trova”, spiega Federica Bigongiali, direttrice della Fondazione Seminare il Futuro.


Diverse le aziende, dalla Lombardia alla Campania, coinvolte nella giornata di semina. Tra queste anche Agricoltura Nuova di Roma, dove Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì, ha ricordato: “è un evento internazionale che avviene in 25 Paesi nel mondo, nato in Svizzera quasi 20 anni fa, noi l’abbiamo portato in Italia nel 2011”.