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Energia, Enea: dalle detrazioni oltre il 56% dei risparmi

Energia, Enea: dalle detrazioni oltre il 56% dei risparmiRoma, 18 dic. (askanews) – Nel 2023 in Italia sono stati realizzati nuovi risparmi energetici per oltre 3,6 Mtep, pari ai consumi elettrici complessivi del Lazio e della Toscana. Il risparmio è stato generato grazie a progetti avviati dal 2021 con il supporto delle misure per ottemperare agli obblighi della Direttiva europea sull’efficienza energetica1 ed equivale al 92% dell’obiettivo fissato per il solo 2023 dal Pniec (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima). È quanto emerge dal 13esimo Rapporto annuale sull’efficienza energetica, elaborato dall’Enea, e presentato nel corso di un convegno alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.


Complessivamente, risulta ancora preponderante il traino delle detrazioni fiscali (circa 2 Mtep pari a una quota del 56,2% dei risparmi totali 2023). Oltre a queste misure, la riduzione dei consumi di energia finale è attribuibile alla crescita dei Certificati Bianchi che ha raggiunto il 28% rispetto al 2022, spingendo il dato cumulato a 0,6 Mtep, agli incentivi per la mobilità sostenibile (0,4 Mtep) e al Conto Termico (0,3 Mtep). Sono risultati in aumento anche i risparmi energetici conseguiti nell’ambito dei progetti realizzati attraverso i Fondi di coesione, con un risparmio di energia finale di circa 31,8 ktep/anno al 2023. Da segnalare il ruolo giocato dalle campagne di sensibilizzazione che hanno coinvolto quasi 14 milioni di cittadini per quanto concerne il settore residenziale. La stima dei risparmi indotti dai cambiamenti nei comportamenti di consumo, da parte di individui e imprese, è pari a oltre 0,1 Mtep. “L’efficienza energetica rappresenta la chiave per raccogliere alcune delle sfide più urgenti del nostro tempo e raggiungere i traguardi disegnati dall’Unione Europea che, grazie al pacchetto legislativo Fit for 55 e alle Direttive Efficienza Energetica (EED III) e Prestazione Energetica degli Edifici (EPBD IV), si distingue come leader globale della transizione energetica”, ha commentato il direttore generale Enea Giorgio Graditi. “Alla luce delle vulnerabilità delle filiere energetiche globali – ha aggiunto – è fondamentale sfruttare le potenzialità offerte dall’innovazione, puntando sulle tecnologie emergenti e sulla digitalizzazione, che consente un monitoraggio in tempo reale delle emissioni e l’ottimizzazione dei consumi”.


Per i soli interventi di efficientamento energetico avviati nell’anno, il confronto tra 2023 e 2022 evidenzia una flessione dei risparmi conseguiti tramite i meccanismi di detrazione fiscale, sia per SuperEcobonus (-21,2%) che per Ecobonus (-20,4%). Rimane sostanzialmente stabile il contributo del Bonus Casa che con i soli interventi attivati nel 2023 ha consentito risparmi pari a 71 ktep (-0,9%). Sul fronte dell’efficienza energetica negli usi finali, un notevole contributo è arrivato dalle aziende con l’avvio il 5 dicembre 2023 del terzo ciclo di audit energetici obbligatori per le grandi imprese e quelle energivore. Secondo i dati gestiti da Enea, sono pervenute 10.241 diagnosi da 5.797 soggetti obbligati, di cui il 44% sono grandi imprese, il 40% Pmi energivore ed il 16% grandi imprese energivore. Rispetto a dicembre 2019 – che ha segnato l’avvio del secondo ciclo di diagnosi energetiche obbligatorie – le grandi imprese energivore che hanno adempiuto all’obbligo sono aumentate del 19%, mentre le grandi imprese sono diminuite dell’11%. I circa 9 mila interventi di efficientamento energetico effettuati hanno prodotto un risparmio pari a 0,5 Mtep.


“I dati incoraggianti presentati nel rapporto sono il risultato del peso sempre più rilevante assunto nel Paese dall’efficienza energetica. Questo grazie al consolidamento delle attività di formazione e informazione, ma anche allo sviluppo di metodologie e banche dati che hanno evidenziato il ruolo di primo piano assegnato all’Enea nel settore e contribuito a coinvolgere attivamente istituzioni, imprese, e cittadini”, ha sottolineato la direttrice del dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica, Ilaria Bertini.

Coop, scatta campagna aiuti per popolazioni civili in teatri guerra

Coop, scatta campagna aiuti per popolazioni civili in teatri guerraRoma, 9 dic. (askanews) – Al via dal 9 dicembre e fino al 9 gennaio “Coop for Refugees”, la campagna di raccolta fondi promossa da Coop per portare un aiuto immediato ai civili in fuga dalla guerra. Libano, Ucraina, Sudan e Gaza i conflitti al centro degli aiuti attraverso il sostegno di Coop all’Agenzia ONU per i Rifugiati-UNHCR.


Sono stati già stanziati – informa Coop in un comunicato – 200 mila euro cui si aggiungeranno le donazioni di soci e clienti che potranno dare il loro contributo attraverso un conto corrente dedicato, utilizzando la piattaforma Eppela e seguendo altre modalità di raccolta nella propria cooperativa di territorio. Il 2023 è stato l’anno più difficile e impegnativo dell’ultima decade per l’Agenzia Onu per i Rifugiati, UNHCR. 43 le emergenze dichiarate, oltre 4 milioni di beni distribuiti, 16 milioni di persone in tutto il mondo aiutate. E il 2024 non è da meno. Oltre 122 milioni di persone in fuga da violenze e persecuzioni e il numero potrebbe salire a 130 milioni entro la fine dell’anno. Inoltre, come emerge dal rapporto Global Peace Index a cura dell’Institute for Economics & Peace (IEP), sono 56 i conflitti in corso e in contesti in cui giungono sempre più armi e sempre meno aiuti.


Da questa consapevolezza nasce “Coop for Refugees”, la campagna di solidarietà di Coop che a fine anno vuole accendere una luce ed un canale per le donazioni a sostegno dei civili in fuga in 4 dei tanti scenari di conflitto: Libano, Ucraina, Sudan e Gaza. Si parte da uno stanziamento di 200.000 euro che tutte le cooperative di consumatori hanno già messo a disposizione, sul quale andranno a sommarsi le donazioni dei soci e dei consumatori. La campagna prende avvio il 9 dicembre e si chiude il 9 gennaio. Si può donare qualunque cifra attraverso il conto corrente dedicato aperto presso Banca Etica (IBAN IT43 D050 1802 8000 0002 0000 579, intestatario Coop Italia), con la piattaforma https://www.eppela.com/coopforrefugees o negli oltre 1100 punti vendita Coop aderenti, in questo caso secondo le modalità previste dalla cooperativa di territorio. Tutte e tre le modalità sono attive a partire da lunedì 9 dicembre. L’obiettivo è fornire in ogni scenario un aiuto utile al miglioramento delle condizioni delle popolazioni colpite dai conflitti. Materassi, lampade solari o set per cucinare in Libano, sostegno economico diretto alle famiglie ucraine, tende per le popolazioni in fuga in Sudan e beni di prima necessità per Gaza attraverso la realtà egiziana della Mezzaluna Rossa.


“Dopo anni in cui siamo esposti a immagini di bombe che squarciano case o a notizie di civili morti sotto i bombardamenti, il rischio è quello di sentirsi anestetizzati davanti a tutto questo. Oltre che impotenti. -spiega Ernesto Dalle Rive Presidente Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) -La campagna di solidarietà di fine anno parte da queste considerazioni; è un invito affinché ognuno faccia la sua parte. Soprattutto in giorni di feste come questi, vogliamo che un pensiero vada a chi un rifugio non lo ha più. Certo parliamo di piccoli gesti, ma il contributo di ognuno può essere fondamentale per le oltre 122 milioni di persone costrette a fuggire a causa di guerre, violenze e persecuzioni”. “Il numero record di persone costrette a fuggire nel mondo rappresenta la diretta conseguenza dell’insorgenza di nuovi e brutali conflitti e della mancanza di soluzioni pacifiche per quelli di vecchia data – dichiara Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. Purtroppo, stiamo vivendo un momento storico in cui l’inosservanza delle regole fondamentali di guerra e del diritto internazionale umanitario sta diventando sempre più la norma e non l’eccezione, a fronte di un numero senza precedenti di civili innocenti uccisi, inclusi gli operatori umanitari. Siamo grati a COOP per aver deciso di accendere i riflettori su un tema tanto cruciale quanto attuale e per aver ancora una volta scelto di sostenere il nostro lavoro di protezione e assistenza umanitaria attraverso una generosa donazione.”

Purina:in 2 anni 50 aziende aderenti a Lens per agricoltura rigenerativa

Purina:in 2 anni 50 aziende aderenti a Lens per agricoltura rigenerativaMilano, 5 dic. (askanews) – In due anni sono aumentate di oltre sei volte le aziende agricole aderenti a Lens, il Landscape enterprise networks, progetto di agricoltura rigenerativa avviato nel 2022 nei territori di Veneto e Friuli-Venezia Giulia che ha visto in prima linea Purina, azienda del settore petcare.


Con la crescente adesione di nuovi agricoltori e un significativo aumento delle superfici agricole coinvolte, Lens ha superato gli obiettivi prefissati, dimostrando il successo del modello rigenerativo proposto. A oggi le realtà agricole aderenti sono oltre 50. Anche la superficie agricola coinvolta ha registrato un notevole incremento raggiungendo oltre 2.000 ettari, dimostrando una crescente adesione degli agricoltori veneti e friulani. All’interno del network LENs si trovano aziende agricole di diverse dimensioni, dalle piccole realtà con meno di 10 ettari fino a grandi estensioni superiori ai 100 ettari. Circa il 90% delle aziende coinvolte è a conduzione familiare, con alcuni gruppi più grandi che impiegano anche collaboratori. Le aziende partecipanti coltivano principalmente frumento, mais e soia (in linea con alcuni degli ingredienti chiave utilizzati da Purina nello stabilimento produttivo di Portogruaro), ma alcune hanno diversificato con orzo, barbabietola e vigneti; due aziende affiancano inoltre l’allevamento all’attività agricola.


Attraverso LENs, Purina dà il proprio supporto agli agricoltori investendo in misure cardine dell’agricoltura rigenerativa quali colture di copertura, minima lavorazione e gestione dei nutrienti del suolo, tutto questo in linea con gli sfidanti obiettivi che l’azienda si è prefissata in ottica di approvvigionamento responsabile. Un altro aspetto molto rilevante è l’attenzione verso la biodiversità che vede attività specifiche quali la piantumazione di siepi e alberi, con misure a sostegno degli impollinatori e di ripristino e tutela degli habitat. Il progetto è sviluppato in collaborazione con altri finanziatori come Consorzio Tutela Prosecco DOC e partner strategici come Leone Alato, insieme a consulenti specializzati in materia ambientale quali 3Keel e Preferred by Nature, con il supporto di Cereal Docks e Serena & Manente, insieme a diverse organizzazioni partner, tra cui Veneto Agricoltura, CSQA, WBA Project, Agrinnovazione, a cui si è recentemente aggiunta anche xFarm, come partner tecnologico, mettendo a disposizione la sua expertise per supportare agricoltori e agronomi nell’implementazione e monitoraggio delle pratiche rigenerative promosse dal programma. Grazie a questa progettualità le aziende agricole partecipanti sono sostenute e finanziate per adottare un approccio rigenerativo all’agricoltura tramite delle misure da introdurre, che includono pratiche agronomiche più rispettose dell’ambiente, volte a favorire una transizione verso un’agricoltura rigenerativa che cerca di ripristinare e migliorare la salute del suolo, la biodiversità, il ciclo idrologico e il benessere delle comunità rurali.


A livello europeo, Purina continua a promuovere partnership per sostenere l’agricoltura rigenerativa, sia attraverso Lens che con altri programmi dedicati. Ad oggi, oltre 450 agricoltori in Europa hanno partecipato ai programmi sostenuti dall’azienda, contribuendo concretamente alla transizione verso pratiche agricole più sostenibili. Questo programma permette a Purina di fare un passo avanti nel raggiungimento del suo obiettivo di approvvigionamento per il 20% di ingredienti chiave da agricoltori che adottano pratiche di agricoltura rigenerativa entro il 2025, impegnandosi a raggiungere il 50% entro il 2030.

Bnl Bnp Paribas: “Inclucity” compie 1 anno

Bnl Bnp Paribas: “Inclucity” compie 1 annoRoma, 5 dic. (askanews) – Anno intenso per BNL BNP Paribas con il Progetto “IncluCity” insieme a Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Alberto e Franca Riva e Save the Children: lanciato nel 2023, l’obiettivo è favorire l’inclusione sociale giovanile nelle periferie di Milano, Padova, Prato, Roma e Napoli.


Una rete solidale che in questi mesi si è ampliata con l’individuazione di circa 30 nuove realtà non-profit che contribuiranno ad aumentare l’impatto a favore di bambini e adolescenti. Sono circa 1.400 i giovani coinvolti finora in programmi di studio e formazione lavoro, scambi culturali, laboratori, sport e anche nella realizzazione di un cortometraggio. Lo rende noto Bnl Bnp Paribas in un comunicato. IncluCity si è appena aggiudicato il primo posto nel “Reworld Prize for Social Sustainability”, destinato ai progetti che hanno generato un impatto all’interno e all’esterno del mondo aziendale e per il loro carattere creativo e innovativo. La motivazione: “Il Progetto si è distinto per aver creato un ecosistema sociale innovativo, che combatte la povertà educativa”. “Supera la logica dell’assistenza promuovendo un approccio sistemico, che valorizza i giovani come protagonisti del cambiamento sociale”. “Dimostra concretamente come le imprese possano generare impatto sociale positivo, allineandosi agli obiettivi dell’Agenda 2030. Un modello di inclusione che trasforma le difficoltà in opportunità di crescita collettiva”.


«Il Progetto IncluCity – ha affermato Claudia Cattani, Presidente BNL BNP Paribas e Findomestic Banca – traduce nel concreto il valore dell’inclusione, sia attraverso il coinvolgimento di ragazze e ragazzi aiutandoli a diventare adulti consapevoli e pronti alla vita, sia continuando a estendere l’azione sociale con l’ingresso di nuove associazioni che, accanto ai tre partner di IncluCity, generano un impatto sempre più positivo, ampio e forte. Per BNL e per BNP Paribas, iniziative come IncluCity e come il Projet Banlieues del Gruppo, confermano il nostro ruolo non solo nell’accompagnamento dei clienti rispondendo alle loro esigenze, ma anche nel favorire attività sociali di supporto ai territori, alle comunità e, in particolare, a situazioni di difficoltà e disagio». Comunità di Sant’Egidio: “Scuola per la Pace”, “Giovani per la Pace” e “Scuola di lingua italiana” sono le 3 declinazioni dell’Associazione sul territorio, in particolare nel quartiere padovano di Portello con il sostegno di IncluCity. In un anno, sono stati circa 300 i bambini e gli adolescenti protagonisti; tra le attività, da segnalare l’educazione alla pace e alla solidarietà, la costruzione di contesti inclusivi, la lotta al razzismo, gli incontri intergenerazionali con anziani soli. Ed ancora: educazione ambientale e alimentare, sostegno allo studio e attività ludico-ricreative e artistiche.


Fondazione Alberto e Franca Riva: attraverso la Scuola del Fare “Giulia Civita Franceschi”, la Fondazione ha finora operato con IncluCity a favore di oltre 120 giovani per prevenire l’abbondono scolastico di ragazzi tra 14 e 18 anni nel Quartiere Doganella di Napoli. Con il Servizio di Avviamento al Lavoro, in collaborazione con Fondazione Adecco e Adecco Napoli, sono stati svolti colloqui individuali ad oltre 40 giovani tra ex studenti della Scuola del Fare, ragazzi prossimi al diploma o già diplomati. Realizzato inoltre il cortometraggio “Oreste”, per il quale in 30 hanno recitato e sono stati dietro la macchina da presa. Un lavoro intenso per una storia che parla, non a caso, di riscatto. BNL ha proiettato l’opera durante una propria serata a conclusione della Festa del Cinema di Roma. Save the Children: circa 950 i giovani che hanno beneficiato delle attività nei Punti Luce dell’Organizzazione a Milano-Giambellino, Prato-Macrolotto Zero e Roma-Ponte di Nona. Tra le iniziative volte a promuovere l’inclusione e il benessere giovanile, ci sono accompagnamento allo studio, laboratori artistici e culturali (teatro, fotografia, musica, arte, lettura), ludico-ricreativi e sulle STEAM, percorsi di educazione ambientale. Si aggiungono anche attività sportive e di promozione di stili di vita sani, supporto alla genitorialità, organizzazione di centri estivi e formazione e supervisione psicologica per le equipe educative. Coinvolte 15 associazioni locali.


“La Scuola della Pace è una famiglia di amici”; “quando sono nell’orto mi sento libero”; “l’esperienza del cortometraggio ha dato fiducia in me stesso”: sono alcune testimonianze dirette dei giovani e restituiscono il valore di IncluCity e dell’azione collettiva con i partner.

Osservatorio Visa: più della metà degli italiani utilizza principalmente strumenti di pagamento digitale

Osservatorio Visa: più della metà degli italiani utilizza principalmente strumenti di pagamento digitaleRoma, 28 nov. (askanews) – Negli ultimi tre anni, in Italia l’utilizzo di strumenti di pagamento digitale è cresciuto sensibilmente. L’uso delle app di pagamento e dei digital wallet, in particolare, ne è una dimostrazione: se nel 2021 queste soluzioni erano adottate dal 17% degli italiani, oggi a usarle regolarmente è il 44% dei consumatori. In crescita anche l’utilizzo di carte di debito, credito e prepagate, con rispettivamente il 69%, il 40% e il 41% degli italiani che ne fa un uso abituale per l’acquisto di beni e servizi, in aumento rispetto al 61%, al 34% e al 31% del 2021. È quanto emerge dall’Osservatorio annuale Visa, quest’anno giunto alla terza edizione e realizzato in collaborazione con Ipsos per analizzare le tendenze in atto nel mercato dei pagamenti, le aspettative dei consumatori e le opportunità per gli operatori del settore.


Lo studio, informa una nota, evidenzia un buon grado di fiducia degli italiani verso i pagamenti digitali: il 39% è aperto alle innovazioni tecnologiche che semplificano l’esperienza di pagamento e più di un consumatore su due (il 52%) si è dichiarato Digital First , ovvero effettua pagamenti principalmente con carte, app o digital wallet. Gli Hybrid Payers, cioè coloro che usano i contanti almeno una volta la settimana, si attestano invece al 22%, mentre i Cash Users, ossia le persone che pagano generalmente in contanti, al 26%. “Si coglie una significativa evoluzione nell’approccio ai pagamenti digitali da parte degli italiani: chi li possiede tende a utilizzarli sempre di più e 1 italiano su 5 è pronto a rinunciare all’acquisto se non può pagare tramite carta o app. Un segnale forte per piccole e microimprese ed esercenti che possono contare sugli strumenti digitali non solo per espandere le proprie opportunità di business all’online, ma anche per non perdere occasioni di vendita in store, – ha commentato Stefano M. Stoppani, Country Manager Visa Italia. “In Visa, ogni secondo creiamo e preserviamo il futuro del commercio digitale, consentendo l’accesso sicuro, disponibile per tutti e ovunque, alla nostra rete globale che si estende in oltre 200 Paesi, connettendo circa 14.500 istituzioni finanziarie, più di 130 milioni di esercizi commerciali e 4,3 miliardi di credenziali di pagamento .”


Dalla ricerca è emerso che la gestione dei pagamenti ricorrenti è il servizio più utilizzato, con il il 23% dei digital first che ne fa uso. Con un mercato degli abbonamenti in Europa atteso in aumento del 7% all’anno dal 2024 al 2028 , a partire da 1.3 miliardi nel 2023, facilitare ulteriormente la gestione dei pagamenti ricorrenti tramite funzionalità che consentono la visualizzazione e sospensione dei servizi non più desiderati, sarà per le banche e i fornitori di servizi di pagamento un’area di differenziazione, che permetterà agli utenti di avere un controllo degli stessi direttamente dalla propria app bancaria. Le aspettative dei consumatori: rilevanza, semplicità e sicurezza L’Osservatorio Visa mette in luce come un terzo degli italiani Digital First (33%) e quasi un quarto dei consumatori Hybrid Payers (23%) rinuncerebbero a procedere agli acquisti, anche per importi limitati, qualora il negoziante non offrisse loro la possibilità di pagare tramite carte o app.


Se da un lato cresce il numero di persone che si affidano ai pagamenti digitali, dall’altro emergono ulteriori margini di espansione all’utilizzo di questi strumenti in Italia. Il timore delle frodi resta la principale barriera alla loro più ampia diffusione per il 40% degli intervistati, seguita dalla paura di perdere il controllo delle spese (33%) e di dover affrontare costi aggiuntivi (29%). In questo scenario, il 44% degli intervistati si aspetta che sia la propria banca a proteggerli contro le frodi, mentre il 23% è concorde sul fatto che l’utilizzo di strumenti di riconoscimento biometrico e di screening digitale siano ormai essenziali per rendere l’esperienza di pagamento digitale semplice e veloce.


Cresce tra gli italiani l’attenzione ai servizi aggiuntivi associati al conto corrente o agli strumenti di pagamento: gli avvisi in tempo reale sulle spese previste sono un servizio popolare fra i consumatori (22%) mentre la possibilità di ricevere suggerimenti sulle strategie di risparmio suscita l’interesse del 50% degli intervistati. L’Osservatorio Visa, tuttavia, sottolinea come servizi a valore aggiunto quali per esempio la gestione personalizzata delle carte tramite app, l’utilizzo di piattaforme con promozioni e offerte dedicate, oltre che la creazione di salvadanai ad hoc, seppur di interesse per i consumatori, spesso non siano utilizzati per mancanza di conoscenze adeguate. In questo contesto, il 42% degli intervistati ritiene che ci sia ancora molto bisogno di formazione sui pagamenti digitali e l’81% avverte personalmente questo bisogno. La formazione sui pagamenti è auspicata dai canali digitali della banca dal 45% degli italiani, anche se continua a ricoprire un ruolo di rilievo il personale in filiale, ritenuto importante per il 34% degli intervistati e, in particolare, dal 40% dei Cash Users.

IA, Partnership Seeweb-Intelligentiae per sfruttare dati aziende e Pa

IA, Partnership Seeweb-Intelligentiae per sfruttare dati aziende e PaRoma, 26 nov. (askanews) – Seeweb stringe una partnership con Intelligentiae s.r.l. e integra l’assistente virtuale Ambrogio sulla piattaforma Regolo per offrire un prodotto sicuro, affidabile e customizzabile. Ambrogio è il primo RAG in italiano, un modello di intelligenza artificiale in grado di estrarre informazioni partendo dai dati specifici che ha raccolto un’azienda o una Pubblica Amministrazione. Regolo invece, informa una nota, è la soluzione Inference as a Service di Seeweb, permette quindi di utilizzare modelli di machine learning, senza doversi dotare di un’infrastruttura complessa. Grazie a questo accordo, aziende e P.A. non solo potranno utilizzare un assistente virtuale senza dover acquisire la licenza di una soluzione proprietaria, ma non correranno il rischio che i propri dati vengano usati per addestrare quel modello.


Le aziende spesso accumulano una grande mole di documenti e di dati, ma non sono in grado di utilizzarli, semplicemente perché non riescono a trovarli in tempi rapidi quando ne hanno bisogno. Ambrogio nasce proprio per risolvere questo problema, analizza i dati presenti e fornisce le risposte di cui si ha bisogno nel momento in cui servono, nella forma in cui si rendono necessarie. È inoltre in grado di connettersi con le applicazioni già presenti in azienda per gestire i documenti, ma anche di connettersi a fonti informative esterne. “Secondo una ricerca McKinsey- dice Paolino Madotto Ceo e fondatore di Intelligentiae s.r.l. – ogni lavoratore perde in media 1,6 ore al giorno per cercare le informazioni di cui ha bisogno o le persone che le possiedono. Il tempo che viene sprecato in questo modo ha un costo, secondo le stime si va dai 5.333 euro l’anno per un impiegato amministrativo, ai 18.133 euro l’anno per un dirigente. Le aziende che invece sono in grado di trovare le informazioni nel momento giusto hanno un recupero di produttività del 35%, e i benefici vanno dai 9.333 euro l’anno per un impiegato ai 31.733 euro l’anno per un dirigente. Queste somme, poi vanno moltiplicate per ogni singola risorsa”.


“La partnership con Intelligentiae – commenta Antonio Baldassarra, Ceo di Seeweb, – ci consente di portare alle aziende un aiuto concreto affiancando chi lavora e liberandolo dai task più monotoni e meno creativi. La qualità dei dati, che in questi progetti sono i dati dell’azienda, consente di costruire a tavolino il progetto e intervenire su quei processi che l’impresa o la PA ritengono di poter migliorare. L’efficacia di soluzioni come Ambrogio si unisce poi ai benefici dell’utilizzarlo su infrastrutture fidate, europee, in cui i dati addestrati non verranno poi sfruttati per migliorare ulteriormente i modelli. I dati, infatti, resteranno di dominio dell’azienda e dell’organizzazione: ed è questo il nostro focus – conclude Baldassarra, – quello che pensiamo possa coincidere con un concetto di AI davvero utile e senza rischi”.

Pichetto Fratin: vecchie centrali nucleari ideali per data center

Pichetto Fratin: vecchie centrali nucleari ideali per data centerVercelli, 25 nov. (askanews) – Sull’idea dell’amministratore delegato di SOGIN di installare sulle centrali in dismissione degli impianti di produzione di energia rinnovabile come a Trino vercellese il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, nel corso di una visita all’Operations Innovation Lab di Vercelli, ha spiegato che “è un ragionamento che si può fare, tutti gli impianti di smantellamento hanno una rete, un collegamento con la rete di Terna rilevante perché robusta”, ma “può esserci forse ancor di più un data center laddove abbiamo le vecchie centrali nucleari” che “sono luoghi ideali per i grandi centri di elaborazione con l’intelligenza artificiale”.

Confedercontribuenti: Fare chiarezza sui conti correnti Finom scomparsi

Confedercontribuenti: Fare chiarezza sui conti correnti Finom scomparsiRoma, 14 nov. (askanews) – Attivano conti correnti bancari con l’addebito di somme di denaro per fantomatici servizi e subito dopo bloccano i conti e li disattivano con effetto immediato. È questo lo strano comportamento che la Finom, banca olandese che utilizza come partner tecnologico la tedesca Solarisbank, attiva anche in Italia, ha attuato nei confronti di numerosi contribuenti. A smascherare il comportamento poco trasparente della banca, informa una nota, è stata Confedercontribuenti che, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni da cittadini e imprese che avevano subito la chiusura dei conti correnti, ha deciso di verificare in prima persona l’operato dell’istituto di credito.


I fatti risalgono a circa un mese fa quando la Confederazione, dopo le segnalazioni dei cittadini e delle imprese, decide di aprire 2 conti correnti on line, uno aziendale ed uno personale. Regolarmente attivati, sul conto personale viene effettuato un versamento di 300 euro andato a buon fine. Contestualmente la banca avvisa che verrà effettuato un un addebito di 516,05 euro per i servizi Finom, quota che comprende la tariffa di abbonamento per il piano Premium e tutti i servizi aggiuntivi utilizzati fino a oggi. Alla fine, della cifra richiesta, è stata solo addebitata la somma di 19 euro perché la stessa banca non ha dato la possibilità di effettuare bonifici per integrare la somma richiesta. Confedercontribuenti ha potuto così verificare che da quel momento la banca stessa non permetteva di effettuare versamenti sul conto e di conseguenza non era nemmeno possibile prelevare i 300 euro precedentemente versati. La banca ha quindi incassato la somma versata e subito dopo ha provveduto a congelare e bloccare il conto. La stessa banca ha avvisato tramite lettera che “dopo una verifica, e secondo la politica interna aziendale” il conto sarebbe stato chiuso con effetto immediato. Sul conto corrente aziendale, regolarmente attivato vengono versati dei bonifici, ma dopo qualche giorno ogni tentativo di accesso risulta vano perché il conto stesso non esiste più.


Confedercontribuenti, più volte, ha cercato di contattare telefonicamente la banca per chiedere assistenza scoprendo che l’unico modo di contattare l’istituto di credito è attraverso il servizio clienti via chat, che tuttavia non offre alcuna soluzione. “Tutto questo – denuncia il Presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro – è veramente inaccettabile. L’operato di suddetta banca, la Finom risulta davvero poco trasparente come dimostrano i fatti. La prassi, verificata direttamente da Confedercontribuenti, ha colpito già molti cittadini e potrebbe ricadere su altri contribuenti, per questo, si tratta di tutelare i soldi dei cittadini italiani e delle imprese che vengono costantemente messi a rischio da tali meccanismi. Voglio evidenziare che alla fine, per la prova che abbiamo fatto, sono spariti 850 euro sul conto aziendale e 280 euro su quello personale. Pertanto chiediamo una immediata ispezione alla società in modo da controllare tutto il suo operato e chiediamo la revoca delle autorizzazioni da parte della Banca d’Italia affinché non vengano concesse licenze se tra le altre cose non viene fornito un numero telefonico”.

Confael prende le distanze dallo sciopero generale convocato da Cgil e Uil

Confael prende le distanze dallo sciopero generale convocato da Cgil e UilRoma, 14 nov. (askanews) – La Confael prende le distanze dallo sciopero generale del 29 novembre indetto da Cgil e Uil contro la manovra del governo. Al termine della riunione del Consiglio Direttivo nazionale, svoltosi il 12 e 13 novembre a Fiuggi, la Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori nella mozione finale sottolinea che pur essendo un sindacato attento alle problematiche del mondo del lavoro, si è deciso di prendere le distanze dallo sciopero proclamato dalle due sigle confederali. Ad illustrare le motivazioni, si legge in una nota, è lo stesso Segretario Generale, Domenico Marrella. “Prendiamo le distanze dallo sciopero generale – ha detto – perché condividiamo le decisioni dell’esecutivo sul patto di stabilità e lo sforzo che il Governo sta mettendo in atto per venire incontro alle esigenze dei lavoratori. Inoltre riteniamo che un fermo lavorativo nuocerebbe soltanto ai lavoratori e ai cittadini che subirebbero così l’ennesimo disservizio”.


Nel corso del direttivo, inoltre, si è discusso di due tematiche importanti: la prima relativa alle misure urgenti per un nuovo patto sociale per i lavoratori precari e i pensionati, per l’adeguamento degli ammortizzatori sociali e dell’aumento delle pensioni minime unitamente alle pensioni di invalidità civile; la seconda sul lavoro, sicurezza e solidarietà nell’era dell’innovazione tecnologica. “Sulle pensioni – ha aggiunto Marrella – sebbene nell’anno 2024 ci sia stato un piccolo aumento per quanto riguarda le pensioni minime, pari a 4 euro, riteniamo che non sia sicuramente sufficiente, visto il caro vita che cresce del 20% all’anno. Per questo riteniamo importante tenere conto di un ulteriore aumento a favore delle classi più deboli per poter avere una qualità di vita dignitosa”.


La Confael chiede inoltre una maggiore attenzione per le famiglie con un disabile a carico che spesso sono costrette a ricorrere agli aiuti sanitari e alle associazioni di volontariato per poter far fronte a tutte le necessità a cui sono sottoposte, economiche e logistiche. Tenendo conto dell’innovazione tecnologica poi e del maggior utilizzo dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, la confederazione ritiene che non si può prescindere della presenza umana all’interno delle aziende, ritenendo il lavoratore non sostituibile. Sul grave problema degli incidenti nei luoghi di lavoro Marrella ha sottolineato che “da anni la CONFAEL si batte per una maggiore sensibilizzazione della sicurezza e nonostante ci siano le leggi purtroppo, l’incidenza della mortalità è ancora troppo alta, inaccettabile. Per questo chiediamo che ci sia più controllo sulle reali cause di questo fenomeno in continuo aumento e chiediamo di essere convocati in audizione per affrontare tutte le tematiche sollevate”.

Superbonus, FIMAA: perplessi su spiegazioni Giorgetti tassazione plusvalenze

Superbonus, FIMAA: perplessi su spiegazioni Giorgetti tassazione plusvalenzeRoma, 14 nov. (askanews) – Destano forte perplessità le spiegazioni che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha fornito oggi alla Camera, rispondendo all’interrogazione sulla tassazione delle plusvalenze del Superbonus presentata dall’on. Mauro Del Barba. Lo afferma la FIMAA, sottolineando che la tassazione delle plusvalenze degli immobili riqualificati con il Superbonus richieda attenzione particolare dal momento che sta determinando una contrazione nelle compravendite. Si rischia pertanto di rallentare il mercato immobiliare, e quindi l’intero comparto che rappresenta il volano dell’economia, e oltre il 20% del PIL nazionale.


La Federazione Italiana Mediatori Agenti Affari aderente a Confcommercio, informa una nota, segue da tempo gli sviluppi normativi e continuerà a attivarsi per ottenere una revisione della norma. Con questo obiettivo, a fine ottobre ha organizzato una tavola rotonda per avviare un confronto tra associazioni ed esponenti politici. Ai lavori hanno preso parte rappresentanti del Consiglio Nazionale del Notariato, del Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati e dell’ANCE, insieme a diversi parlamentari – oltre alla Senatrice Lavinia Mennuni, gli Onorevoli Alberto Luigi Gusmeroli, Mauro Del Barba, Andrea de Bertoldi ed Emiliano Fenu. Prendendo spunto dalle criticità evidenziate in quell’occasione, la senatrice Mennuni ha presentato un emendamento al decreto Fiscale per limitare a 5 anni (invece degli attuali 10) il periodo di imponibilità della plusvalenza; per escludere dall’ambito di applicazione della norma gli immobili per i quali il contratto preliminare di compravendita è stato registrato o trascritto entro il 1° gennaio 2024; e per prevedere che, nel caso in cui i lavori di riqualificazione abbiano riguardato esclusivamente le parti comuni dell’edificio e non il singolo immobile, la tassazione della plusvalenza non possa superare l’ammontare del beneficio fiscale goduto; per adottare un meccanismo di tassazione della plusvalenza in funzione della effettiva fruizione del Superbonus in dichiarazione dei redditi; e per consentire ai soggetti che abbiano optato per la cessione del credito di dedurre gli oneri finanziari sopportati.


“Quell’emendamento purtroppo è stato dichiarato improponibile – commenta il Vicepresidente Vicario di FIMAA, Maurizio Pezzetta. – In sostanza, la Commissione Bilancio del Senato ha ritenuto che la tassazione delle plusvalenze del Superbonus fosse estranea alla materia del decreto Fiscale. Purtroppo, le spiegazioni che ha fornito oggi il Ministro Giorgetti sembrano confermare il fatto che il governo non stia valutando le ripercussioni che la norma rischia di causare, occorre invece arrivare a una disciplina che garantisca maggiore equità e ristabilisca il pieno rispetto del principio del legittimo affidamento tra contribuente Amministrazione. Confidiamo quindi di poter avviare quanto prima un confronto anche con il Ministro Giorgetti” conclude Pezzetta.