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Clima, Lindner: no a tassa CO2, semmai creare mercato del carbonio

Clima, Lindner: no a tassa CO2, semmai creare mercato del carbonioRoma, 19 gen. (askanews) – No a nuove tasse o aumenti della fiscalità per alimentare una ipotetica “tassa sul carbonio”. Secondo il ministro delle Finanze della Germania, Christian Lindner, le spese sulla transizione energetica vanno reperite con altri meccanismi e per questo ha lanciato la proposta di creare “un mercato del carbonio”.

Un meccanismo, ha spiegato durante un panel al forum economico (Wef) a Davos, in Svizzera, che ad esempio consentirebbe a una azienda siderurgica in Germania di compensare sue le sue emissioni finanziando progetti di sviluppo di rinnovabili in Africa. “Darebbe un beneficio globale, non importa se avviene in in Germania o in in Africa, perché le emissioni sono una questione globale”, ha sostenuto. Secondo Lindner, che ha esplicitamente spiegato che aumentare le tasse in Germania sarebbe molto problematico, il compito di creare questo mercato del carbonio potrebbe essere affidato all’Ocse, così come negli anni scorsi ha avuto l’incarico di coordinare i lavori per trovare gli accordi sulla sulla tassazione globale.

Petrolio, Aie: crescita domanda 2024 quasi dimezzata a 1,2 mln barili

Petrolio, Aie: crescita domanda 2024 quasi dimezzata a 1,2 mln bariliRoma, 18 gen. (askanews) – Nell’ultima fase del 2023 e sull’insieme di quest’anno la crescita della domanda globale di petrolio risulterà praticamente dimezzata, a riflesso del venir meno dello scatto che si era innescato con la revoca delle restrizioni imposte dai governi a motivo del Covid, che ha avuto un netto impatto anche sulla domanda di trasporti e viaggi.

Secondo l’ultimo rapporto mensile dell’Agenzia internazionale per l’energia, nel terzo trimestre la domanda globale di greggio è cresciuta per 1,7 milioni di barili al giorno, fronte di 3,2 milioni di barili nel secondo e terzo trimestre. E per quest’anno la crescita è attesa in netta frenata 1,2 milioni di barili, a fronte dei più 2,3 milioni di barili della media 2023. Sempre secondo l’agenzia, l’offerta globale di petrolio è prevista crescere per 1,5 milioni di barili a un nuovo record di 103,5 milioni di barili al giorno sull’insieme di quest’anno, sostenuta dalle forniture da Usa, Brasile, Guayana e Canada. La produzione complessiva dei paesi che non aderiscono all’Opec allargata (Opec+) sarà quasi interamente responsabile della crescita totale di offerta, laddove da parte del cartello allargato è attesa una sostanziale stabilità.

Da anni l’Opec+ ha riadottato una strategia di contenimento dell’offerta volta a sostenere le quotazioni. Più di recente le sue restrizioni sono state ulteriormente favorite anche dalle tensioni geopolitiche che circondano la guerra tra Israele e i terroristi di Hamas, che vede soprattutto diversi Stati arabi irritati. E guardando alle tensioni sui traffici nel Mar Rosso parallelamente provocate dagli attacchi dei miliziani Houthi dello Yemen, l’Aie rileva di accresciuti timori di escalation che “potrebbero danneggiare le forniture di petrolio tramite scali chiave. Sebbene la produzione di greggio e gas naturale liquefatto non abbiano subito ricadute, un crescente numero di petroliere e cargo vengono dirottati dall’area”.

Oggi i prezzi del petrolio risultano in moderato rialzo, a metà giornata il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord guadagna lo 0,60% a 78,35 dollari. Il west Texas intermediate sale dello 0,84% a 73,17 dollari. Ieri l’Opec ha pubblicato il suo rapporto mensile in cui prevede che sulla media di quest’anno la domanda globale di petrolio cresca per 2,2 milioni di barili al giorno, mentre sul 2025 stima una crescita “robusta”, pari a 1,8 milioni di barili al giorno.

Ue, produzione elettricità da nucleare -16% in 2022, minimo storico

Ue, produzione elettricità da nucleare -16% in 2022, minimo storicoRoma, 13 gen. (askanews) – Nel 2022, mentre con la guerra in Ucraina abbandonava le forniture di energia da fonti fossili della Russia, l’Unione europea ha anche perso drasticamente, di circa un sesto, la sua capacità di produzione di energia dal nucleare, portandola ai minimi storici. Secondo i dati di Eurostat, la produzione di elettricità da nucleare nell’Unione è calata a 609.255 GigaWatt-ora nel 2022, il 16,7% in meno rispetto al 2021.

E secondo l’agenzia di statistica comunitaria si tratta del valore più basso registrato dal 1990, il primo anno delle serie storiche. L’energia nucleare continua a pesare per oltre un quinto, con il 21,8% sul totale della produzione di elettricità nell’unione. Eurostat ricorda che 13 paesi Ue producono elettricità dall’atomo. Il primo è di gran lunga la Francia, che da sola conta per quasi la metà di tutta l’energia elettrica da nucleare prodotta nell’Ue: il 48,4% del totale, con 294.731 GWh. Seguono la Spagna con un 9,6%, la Svezia con l’8,5% e il Belgio con il 7,2%. Questi quattro paesi producono assieme il 73,7% del totale di elettricità da nucleare dell’Ue.

Eurostat ricorda che a fine 2021 la Germania ha definitivamente interrotto l’attività di tre delle sue centrali nucleari, in questo modo nella prima economia dell’Ue e dell’area euro nel 2022 solo il 6% dell’energia elettrica è stata prodotta dal nucleare. In Olanda, infine, questa quota è ridotta al 3,4%.

Aie: crescita rinnovabili da record, obiettivo Cop28 più vicino

Aie: crescita rinnovabili da record, obiettivo Cop28 più vicinoRoma, 11 gen. (askanews) – Nell’anno che si è appena chiuso la capacità di generazione di energia da rinnovabili su scala mondiale è stata aumentata del 50% in più rispetto a quanto era stata incrementata nel 2022. Lo rileva l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) nel suo rapporto sulle rinnovabili, osservando che la capacità di generazione di elettricità da queste fonti si sta espandendo a ritmi da record, “i più forti mai registrati negli ultimi trent’anni dando una concreta possibilità – afferma – alla realizzaizone dell’obiettivo di triplicare la generazione di capacità per il 2030 da parte dei governi che hanno sottoscritto gli impegni della Cop 28”.

Secondo il rilievi dello studio, nel 2023 la capacità complessiva aggiunta sulla generazione di energia elettrica da rinnovabili ha raggiunto 510 gigawatt, con il solare che ha rappresentato i tre quarti di questo aumento. E l’aumento più rilevante sul solare si è registrato in Cina, che secondo l’Aie nel 2023 ha installato una quantità di pannelli fotovoltaici equivalente a quella che è stata installata in tutto il mondo nel 2022. Sempre la Cina ha aumentato la sua capacità di generazione di energia dall’eolico del 66%. Ma l’Aie riporta aumenti da record sulle capacità di generazione da rinnovabili anche in Europa, Stati Uniti e Brasile.

“Il nuovo rapporto mostra che in base alle politiche attuali la capacità globale di rinnovabili è in carreggiata per aumentare di due volte e mezzo per il 2030. Non ancora abbastanza abbastanza per raggiungere l’impegno di triplicare le rinnovabili della Coop 28, ma ci stiamo avvicinando”, commenta fFatih Birol, direttore esecutivo dell’Aie. “Eolico e solare oggi sono meno costosi dei nuovi impianti a combustibili fossili e, in molti paesi, anche meno costosi di impianti a combustibili fossili già esistenti. Restano delle difficoltà da superare, secondo me la sfida più rilevante è potenziare il finanziamento e lo sviluppo delle rinnovabili nei paesi emergenti in via di sviluppo, che – conclude – in molti casi restano indietro indietro”.

Sogin, Caorso: rientrati dalla Slovacchia manufatti radioattivi

Sogin, Caorso: rientrati dalla Slovacchia manufatti radioattiviRoma, 23 dic. (askanews) – Nella centrale di Caorso (Piacenza) si è concluso ieri il quarto e ultimo trasporto con il quale sono rientrati dall’impianto Javys di Bohunice, in Slovacchia, 100 manufatti contenenti i residui del trattamento di 860 tonnellate di resine e fanghi radioattivi. Gli ultimi 24 manufatti, sistemati in quattro container, sono rientrati su due mezzi stradali, sotto il controllo delle diverse Autorità preposte. Lo sottolinea una nota di Sogin.

Tra il 2020 e il 2022 Sogin aveva inviato in Slovacchia 5.860 fusti da 220 litri, di cui 5.500 contenenti resine a scambio ionico esaurite (800 tonnellate) e 360 contenenti fanghi radioattivi (60 tonnellate) derivanti dal pregresso esercizio della centrale. In Slovacchia questi rifiuti sono stati inceneriti e condizionati, un trattamento che ha permesso di ridurre il loro volume di oltre il 90% rispetto a quello iniziale.

Il loro allontanamento ha permesso inoltre a Sogin di svuotare il deposito temporaneo ERSMA, nel quale ora sono in corso i lavori di adeguamento, che ospiterà i rifiuti che saranno prodotti dalle prossime attività di smantellamento del vessel e degli internals dell’edificio reattore. I 100 manufatti rientrati sono stati stoccati nel deposito temporaneo ERSBA 2, nel frattempo adeguato agli attuali standard di sicurezza, senza dover realizzare altre strutture di stoccaggio, pronti per essere conferiti al Deposito Nazionale, una volta disponibile.

Il valore complessivo delle attività di trasferimento, trattamento dei fusti radioattivi e di rientro dei manufatti condizionati è stato di 37 milioni di euro.

RSE-Ricerca sistema energetico rinnova il Comitato Scientifico

RSE-Ricerca sistema energetico rinnova il Comitato ScientificoMilano, 19 dic. (askanews) – È stato rinnovato il Comitato Scientifico di RSE che, insieme al Comitato Interno, costituisce il Consiglio Scientifico di RSE-Ricerca sistema energetico. Presiede il Comitato Scientifico il presidente del consiglio di amministrazione di RSE Carloalberto Giusti; vicepresidente è Franco Cotana, amministratore delegato RSE; Romano Ambrogi, già responsabile Strategia & Comunicazione di RSE è stato confermato segretario scientifico operativo.

Compito del Comitato Scientifico sarà quello di elaborare proposte e approfondire specifici argomenti di interesse scientifico per RSE, contribuendo a fornire e aggiornare le informazioni sugli scenari energetici e di ricerca e innovazione in ambito internazionale. Il nuovo Comitato Scientifico è articolato in tre aree tematiche ed è composto da personalità di riconosciuta esperienza ed elevata reputazione e da esponenti della comunità scientifica internazionale. Fanno parte dell’area “Nucleare, tecnologie innovative e aspetti giuridico-normativi”: Pietro Agostini (già membro dell’ENEA, direttore del centro ricerche Brasimone e co-autore della strategia europea sul nucleare sostenibile); Giacomo Aiello (CEA – Commissariato dell’Energia Nucleare francese); Vittorio Bada-lassi (OAK RIDGE, DOE – Dipartimento Energia USA); Emilio Baglietto (Associate Department Head and Professor of Nuclear Science and Engineering, MIT Boston); Marcello Capra (già membro del precedente Comitato Scientifico; delegato italiano per conto del MASE del SET- PLAN, Steering Group per lo Strategic Energy Tecnology Plan della Commissione Europea).

Partecipano all’area “Rinnovabili, sostenibilità economico- sociale ed efficienza”: Maurizio Cellura (Università degli Studi di Palermo, Dipartimento dell’energia, ingegneria dell’informazione e modelli matematici); Rosa Lombardi (Università La Sapienza di Roma, Facoltà di Economia); Shuji Nakamura (Premio Nobel 2014 per l’invenzione delle lampade LED, Università di Santa Barbara, California); Sara Rainieri (professoressa di Fisica Tecnica Industriale del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università degli Studi di Parma, Presidente UIT – Unione Italiana Termofluidodinamica); Eleonora Riva Sanseverino (Università degli Studi di Palermo; esperta del MUR per il Cluster 5 su Clima, Energia e Mobilità in Horizon Europe). L’area “Reti, Smart Grid e AI” è costituita da: Giovanni Betta (Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale; membro CUN dell’area 9 – Ingegneria industriale e dell’informazione); Livio Gallo (già Respon-sabile di Enel e membro del precedente Comitato Scientifico); Massimo La Scala (professore del Dipartimento di Ingegnera Elettrica e dell’informazione del Politecnico di Bari, già membro del precedente Comitato Scientifico); Fabrizio Pilo (professore di Sistemi Elettrici per l’Energia dell’Università degli Studi di Cagliari, Proret-tore Delegato al Territorio e all’Innovazione); Massimo Rebolini (già responsabile del Centro di Ricerca di Terna Rete Italia, già membro del precedente Comitato Scientifico).

“Siamo onorati di poter contare sul contributo di 15 tra i massimi esperti mondiali su temi che vedono RSE oggi protagonista e capofila di attività di ricerca che potranno incidere sulle politiche energetiche e sul percorso di defossilizzazione del nostro Paese – ha commentato Carloalberto Giusti – Auguriamo a tutti loro buon lavoro, ringraziandoli per la disponibilità accordata e per la loro preziosa collaborazione”. (nella foto, da sinistra: Carloalberto Giusti e Franco Cotana)

Ambiente, Ogyre rafforza la presenza nel Mediterraneo e si espande in Grecia

Ambiente, Ogyre rafforza la presenza nel Mediterraneo e si espande in GreciaRoma, 14 dic. (askanews) – Ogyre, la startup italiana che ha implementato la piattaforma globale di fishing for litter per ripulire gli oceani dai rifiuti marini con l’aiuto dei pescatori locali, continua a crescere e amplia la sua portata in Europa con l’avvio delle attività anche in Grecia.

La nuova comunità di 24 nuovi pescatori a Corfù si unisce ai gruppi già attivi in Italia, Brasile e Indonesia già impegnati nella raccolta di una media mensile stimata di oltre 20.000 kg di rifiuti marini, pari a 37 container di bottigliette di plastica. “Aprire un porto in Grecia rappresenta un notevole passo avanti per Ogyre, essendo il primo paese europeo, dopo l’Italia, in cui estendiamo l nostra iniziativa di fishing for litter. Questa nuova espansione ci permette di rendere più attiva la nostra presenza sul territorio e di ispirare azioni simili in altre parti d’Europa”, afferma Andrea Faldella, co-founder di Ogyre.

Il porto di Corfù, sottolinea una nota, si aggiungerà quindi ai porti in cui sarà possibile riciclare i rifiuti, insieme al Brasile e all’Indonesia. In questi due Paesi, infatti, i partner locali individuano e separano le principali tipologie di rifiuti riciclabili (PET, plastica rigida, vetro e metallo) per inviarli alle aziende di riciclo. Ad esempio, le plastiche PET rappresentano circa il 10% dei rifiuti destinati al riciclo in Brasile, mentre in Indonesia costituiscono ben il 76% di tali rifiuti. Questi, principalmente costituiti da bottiglie, vengono inviati a impianti di trasformazione per essere convertiti in pellet o trasformati in prodotti finiti destinati al mercato. “Con l’apertura in Grecia, miriamo a riciclare il 50% dei rifiuti raccolti. Questo obiettivo ambizioso non solo migliorerà le nostre metriche di riciclo, ma ci avvicina alla seconda fase del progetto Ogyre: la trasformazione dei rifiuti raccolti in nuove risorse”, sottolinea Antonio Augeri, co-founder di Ogyre.

L’apertura nel nuovo Paese è un nuovo passo verso l’ambizioso obiettivo di raccogliere 1,5 milioni di chili di rifiuti marini dai mari entro fine 2024. In soli tre anni Ogyre ha già raccolto oltre 400.000 kg di rifiuti marini, coinvolgendo più di un centinaio di aziende in progetti di sostenibilità e responsabilità sociale, tra cui Luna Rossa Prada Pirelli (di cui Ogyre è anche Sustainability Partner per la prossima Coppa America), Corona, Yoox, Panerai e Gruppo Unipol.

IIT: con il rutenio nuovo sistema più economico per produrre idrogeno

IIT: con il rutenio nuovo sistema più economico per produrre idrogenoMilano, 12 dic. (askanews) – Una innovazione basata su particelle di rutenio e un sistema di elettrolisi ad energia solare può consentire la produzione di idrogeno verde in modo più efficiente ed economico. E’ il risultato di una ricerca congiunta sviluppata dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova da BeDimensional, azienda spin-off dello stesso IIT. La tecnologia, sviluppata nel contesto delle attività del Joint-lab e descritta in due lavori consecutivi su riviste scientifiche internazionali, Nature Communications e il Journal of the American Chemical Society, si basa su una nuova famiglia di elettrocatalizzatori per la produzione di idrogeno che consentirebbero di abbattere i costi di produzione dell’idrogeno verde se prodotti su scala industriale.

I costi per ottenere ‘idrogeno “verde” – vale a dire che impiega energia da fonti rinnovabili nel corso del processo di produzione – dipendono infatti dall’efficienza energetica dei dispositivi che permettono la scissione delle molecole di acqua in idrogeno e ossigeno, ovvero gli elettrocatalizzatori. I ricercatori si sono focalizzati su un nuovo metodo che utilizzando specifici materiali catalitici e fonti di energia rinnovabile garantiscono una maggiore efficienza nella conversione dell’energia elettrica – quella che permette di scindere le molecole di acqua – in energia chimica, stoccata nelle molecole di idrogeno prodotte. “Nel nostro studio abbiamo dimostrato come, a scapito di una spesa iniziale leggermente maggiore nella costruzione di un elettrolizzatore, poiché usiamo un metallo prezioso quale il rutenio, è possibile massimizzare l’efficienza di una tecnologia robusta e ben sviluppata”, dicono Yong Zuo e Michele Ferri del gruppo di Nanochimica all’IIT di Genova. I ricercatori hanno utilizzato all’interno del catodo dell’elettrolizzatore delle nanoparticelle di rutenio – un metallo raro, simile al platino come comportamento chimico, ma molto più economico – dimostrando un’aumentata efficienza del dispositivo.

“Abbiamo realizzato analisi elettrochimiche, simulazioni teoriche e test sotto condizioni industrialmente rilevanti che ci hanno permesso di determinare l’attività catalitica dei nostri materiali e comprenderne il funzionamento a livello molecolare, ovvero il meccanismo della reazione di scissione dell’acqua sulla loro superficie – spiegano Sebastiano Bellani e Marilena Zappia di BeDimensional coinvolti nelle ricerche – Grazie ai dati raccolti, un’analisi tecno-economica ha inoltre dimostrato la competitività di questa tecnologia sia con i metodi di produzione di idrogeno (basati su fonti fossili) che con gli attuali elettrolizzatori”. ll rutenio è un metallo prezioso che si ottiene in piccole quantità come sottoprodotto dell’estrazione del platino (30 tonnellate annuali contro le 200 tonnellate annuali di platino) ma ad un minor costo (18.5 dollari al grammo contro i 30 dollari per il platino, o addirittura 150 dollari per l’iridio). La nuova tecnologia prevede l’uso di solamente 40 milligrammi di rutenio per kilowatt, contro l’uso massiccio di platino (fino ad 1 grammo per kilowatt) e iridio (fra 1 e 2.5 grammi per kilowatt) tipico degli elettrolizzatori a membrana.

Grazie all’uso del rutenio, i ricercatori di IIT e BeDimensional rendono possibile il miglioramento degli elettrolizzatori alcalini, una tecnologia in uso da molti anni perché tipicamente robusta e durevole. La stessa tecnologia venne ad esempio usata a bordo della navicella Apollo 11 che ha portato l’uomo sulla Luna nel 1969 – ma con un’efficienza ridotta. Inoltre, gli elettrolizzatori operanti in ambiente acido basano il loro funzionamento su elettrodi contenenti grandi quantità di metalli nobili quali platino ed iridio, la cui disponibilità rappresenta un collo di bottiglia non indifferente alla messa in opera su larga scala. La nuova famiglia di elettrolizzatori alcalini sviluppata è molto efficiente con lunga vita operativa, in grado di abbattere i costi di produzione dell’idrogeno verde. “In futuro, prevediamo di applicare la nostra tecnologia, e i catalizzatori nanostrutturati basati su materiali bidimensionali sostenibili, in grandi impianti di elettrolizzatori alimentati con energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, tra cui l’energia elettrica prodotta da parchi fotovoltaici”, concludono i ricercatori. (nella foto: i ricercatori del Joint Lab IIT-Bedimensional)

Pichetto Fratin: mantenuti gli impegni sui cambiamenti climatici

Pichetto Fratin: mantenuti gli impegni sui cambiamenti climaticiMilano, 11 dic. (askanews) – “Favorire la transizione ecologica è un dovere che abbiamo verso le nuove generazioni, ma al contempo rappresenta anche una grande opportunità. Stiamo vivendo una nuova rivoluzione, caratterizzata da uno sviluppo senza precedenti, un forte cambiamento dovuto alle nuove tecnologie e alle nuove norme che ci pongono dinanzi a un grande impegno poiché siamo un Paese ricco e all’avanguardia e dobbiamo rimanere tale. Nella lotta ai cambiamenti climatici stiamo mantenendo gli impegni presi in sede internazionale e continueremo su questa strada come ribadito anche in sede di Cop 28 sul clima a Dubai”. Lo ha dichiarato il ministro per l’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nel corso del Cnpr Forum promosso dalla Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, dedicato al tema “Insieme per il Domani”.

Seeweb: Transizione energetica riguarda l’Intelligenza Artificiale

Seeweb: Transizione energetica riguarda l’Intelligenza ArtificialeRoma, 4 dic. (askanews) – La COP 28 deve discutere anche dell’impatto ambientale dell’Intelligenza Artificiale, nell’ambito delle trattative per accelerare la transizione energetica. I cloud e Data Center necessari sono infatti infrastrutture fortemente energivore, e bisogna evitare che la concorrenza tra i Paesi vada a discapito dell’ambiente. È la richiesta che avanza Seeweb – azienda italiana con Data Center nel Lazio e nella Lombardia e impegnata nel fornire infrastrutture per l’intelligenza artificiale – ricordando che secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, l’IA oggi assorbe tra l’1 e l’1,5% dei consumi mondiali, ma il dato cresce di anno in anno, e entro il 2030 si stima che potrebbe arrivare anche al 4%.

“Quella dell’IA è un’ondata che non si può fermare – commenta in una nota Antonio Baldassarra, Amministratore Delegato di Seeweb. – e non possiamo ignorare che oltre ai sistemi di intelligenza artificiale crescerà sempre più anche il numero di dispositivi connessi, cresceranno i dati… È un processo già in corso: ogni due anni, ad esempio, il volume di dati nel mondo raddoppia”. I programmi di IA richiedono tuttavia infrastrutture particolarmente potenti. “Questi sistemi utilizzano GPU estremamente prestazionali, che richiedono 10-15 volte l’energia utilizzata da una classica CPU – prosegue Baldassarra, – e di conseguenza hanno consumi energetici elevatissimi. Il problema oltretutto non è solamente quello dei consumi, i Data Center dei così detti hyperscaler possono avere un impatto ambientale elevatissimo sotto vari profili, visto che non sempre sono dotati di processi di riciclo dell’acqua utile al raffrescamento, non vengono alimentati esclusivamente da energie rinnovabili e certificate e utilizzano risorse che impattano sull’ambiente circostante, come nel caso dei fiumi”. L’Unione Europea è già fortemente impegnata per contenere il consumo di risorse, visto che i Data Center che si trovano all’interno dei suoi confini rispondono ai requisiti ISO14001 e a quelli di sostenibilità. “Il primo passo – prosegue l’AD di Seeweb – è educare utenti e aziende a tenere comportamenti consapevoli e responsabili. Le imprese interessati all’IA e il mondo della ricerca oggi devono preoccuparsi di dove vanno a finire i dati che vengono addestrati, ma anche dell’impatto ambientale dei cloud provider che selezionano per addestrare algoritmi. Se l’IA, in particolare quella generativa, richiede di trainare un numero enorme di dati e – quindi – una potenza computazionale elevatissima, è importante selezionare infrastrutture cloud europee che seguono standard di processo e consumo in linea con le politiche di risparmio energetico”.

Questo impegno, tuttavia, va portato avanti a livello globale, e deve essere condiviso quindi anche dai Paesi al di fuori dell’Unione Europea. “Se anche in queste Nazioni non viene maturata un’idonea sensibilità ambientale – sottolinea ancora Baldassarra – molte aziende saranno indotte a seguire solamente l’ottica del contenimento dei costi, quando sceglieranno cloud e data center. E questo rischia di vanificare del tutto gli sforzi e gli investimenti che sostengono i Provider comunitari”.