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Fukushima, ripartita operazione recupero combustibile nucleare fuso

Fukushima, ripartita operazione recupero combustibile nucleare fusoRoma, 10 set. (askanews) – Tokyo Electric Power (TEPCO), la compagnia elettrica che gestisce la centrale nucleare di Fukushima Daiichi, ha annunciato che stamani ha riavviato il processo sperimentale di recupero dei detriti di combustibile nucleare fuso dal reattore 2 della centrale nucleare che nel 2011 fu teatro del peggiore incidente nucleare dopo Cernobyl.


La questione dei resti di combustibile, altamente radioattivi, è il rincipale ostacolo allo smantellamento della centrale, i cui reattori 1, 2 e 3 andarono in fusione in seguito al devastante terremoto tsunami dell’11 marzo 2011 nel Giappone nordorientale. Si stima che all’interno dei serbatoi di contenimento dei tre reattori vi siano circa 880 tonnellate di detriti di combustibile nucleare fuso.


Un primo tentativo di recupero, attraverso una struttura robotica, era iniziato il 22 agosto scorso, ma fu interrotto in seguito a un errore nella configurazione dei tubi per l’inserimento nel serbatoio di contenimento dell’attrezzatura retrattile necessaria al recupero del materiale pericoloso. A quanto ha comunicato la TEPCO, l’errore è stato corretto e stamani presto sono riprese le operazioni d’inserimento nelle tubature che portano dentro il serbatoio di conifinamento per cercare di avviare il recupero del materiale.


Dovrebbero essere recuperati solo pochi grammi di detriti dal fondo del contenitore. Lo strumento robotico verrà supervisionato e controllato da remoto, nessun essere umano potrebbe resistere alla potenza delle radiazioni emesse dal combustibile. Se le operazioni avessero successo, ci vorrebbero circa due settimane per completare il recupero di questi pochi grammi. Nel piano originario, l’avvio di questa arrività doveva essere nel 2021.


TEPCO ha scelto il reattore No. 2 come il primo da cui iniziare il lavoro di recupero, poiché la situazione all’interno è più chiara rispetto agli altri reattori, essendo l’unico tra i tre reattori interessati alla fusione del materiale radioattivo a non aver subito anche un’esplosione di idrogeno. Secondo il piano, TEPCO spera di recuperare fino a 3 grammi di detriti utilizzando un dispositivo telescopico dotato di uno strumento di presa. Il dispositivo può estendersi fino a 22 metri e accedere ai detriti attraverso un punto di penetrazione nel contenitore primario di contenimento. In una conferenza stampa, secondo quanto riporta la televisione pubblica NHK, TEPCO ha dichiarato di aver collegato il tubo di inserimento dell’attrezzatura alle 7:00 del mattino locali (00.00 in Italia) e di averla inserita nella valvola che conduce all’interno del contenitore alle 7:20. L’operazione è stata interrotta alle 8:00, dopo aver inserito l’attrezzatura per circa 60 cm all’interno della “valvola d’isolamento” che impedisce la fuoriuscita di materiale radioattivo dal contenitore. L’11 settembre, l’attrezzatura verrà estesa di oltre 2 metri verso l’interno del contenitore. Un rappresentante di TEPCO ha sottolineato che, alla luce dell’errore precedente, l’azienda intende andare coi piedi di piombo in ogni fase delle operazioni per evitare ulteriori problemi. Secondo il programma di smantellamento stabilito dal governo e da TEPCO, la rimozione dei detriti sarà la terza e ultima fase del processo, che si prevede durerà tra i 30 e i 40 anni. Il dispositivo tubolare deve essere inserito nel reattore attraverso un punto di penetrazione situato sul lato del contenitore del reattore, che ha un diametro interno di circa 55 cm e una lunghezza di circa 2 metri. Oltre la “valvola d’isolamento”, c’è un binario di circa 7,2 metri collegato alla base del recipiente a pressione del reattore, dove si trovano i detriti. Una volta raggiunto questo binario, un braccio situato all’estremità del tubo ruoterà verso il basso per spostarsi verso la base. L’estremità del tubo è dotata di una pinza metallica a due punte per afferrare i detriti. Dopo essere entrata nella base, la pinza sarà abbassata verso i detriti sul fondo per recuperare il materiale. Il tubo sarà poi estratto dal contenitore del reattore seguendo lo stesso percorso, e i detriti saranno collocati in una scatola di trasporto, che verrà poi trasferita tramite un carrello in una “glove box” nucleare, progettata per la manipolazione di materiale radioattivo all’interno dell’edificio del reattore. Dopo aver misurato i livelli di radiazione e altri parametri all’interno della scatola, i detriti saranno trasferiti in un contenitore di trasporto per essere portati in un impianto di analisi nella vicina prefettura di Ibaraki.

Cina e Usa si parlano sul clima, ma a frenarli lo spauracchio Trump

Cina e Usa si parlano sul clima, ma a frenarli lo spauracchio TrumpRoma, 9 set. (askanews) – Quando Stati uniti e Cina parlano tra loro in un clima positivo, fa notizia. Tuttavia, in questo momento di cambiamento imminente della leadership americana, è difficile dire quanto tale consenso possa essere duraturo. E’ accaduto per il clima: gli inviati per il clima dei due paesi a Pechino hanno promesso di lavorare assieme per ridurre le differenze sul percorso di riduziona di gas serra. Ma, vista l’esperienza passata, su questa promessa pende come una spada di Damocle la possibilità che nelle elezioni presidenziali di novembre possa vincere Donald Trump, che sul clima ha idee molto diverse dall’attuale amministrazione Biden.


John Podesta, l’inviato americano, ha tenuto un ciclo di colloqui a Pechino, in particolare con il suo omologo cinese Liu Zhenmin, oltre che col ministro degli Esteri Wang Yi. La sua visita si è conclusa venerdì e il responsabile Usa ha parlato di “ottime discussioni”. Pechino e Washinngton, in questo contesto, hanno ribadito l’intenzioone di “ospitare congiuntamente” un vertice per la questione delle emissioni di metano e altri gas diversi lal CO2 durantre la COP29, che si terrà a Baku a novembre, secondo i due comunicati. Podesta e Liu hanno inoltre concordato di “rafforzare ulteriormente il dialogo e gli sforzi di collaborazione” per aiutare a rendere la Cop29 un successo e “applicare le rispettive leggi per vietare le importazioni illegali e promuovere la conservazione globale delle foreste e la gestione sostenibile”.


Tuttavia, questi risultati, al di là dei toni ottimistici, sono piuttosto interlocutori alla luce della contingenza politica. “Come previsto, non c’è stato un cambiamento significativo nelle posizioni, ma c’è stata una certa comprensione reciproca su finanziamenti e emissioni di gas diversi dalla CO2”, ha commentato al South China Morning Post LI Shuo, direttore del China Climate Hub presso l’Asia Society Policy Institute (ASPI). “Il sentimento generale è positivo e le due parti volevano mantenere l’impegno sul clima”, in vista delle prossime elezioni americane. In effetti, sarebbe stato complicato per sia per Pechino sia per Washington assumere impegni specifici, alla luce dell’incertezza su chi succederà a Joe Biden alla Casa bianca. Trump considera il cambiamento climatico una “bufala” e ha ritirato gli Stati uniti dall’Accordo di Parigi del 2015, oltre a sospendere i colloqui sul clima con la Cina nel 2017.

Arrestato nelle Filippine il “Figlio nominato di Dio”, ricercato FBI

Arrestato nelle Filippine il “Figlio nominato di Dio”, ricercato FBIRoma, 9 set. (askanews) – Il televangelista Apollo Quiboloy, ricercato dall’FBI per crimini che vanno dallo stupro al traffico di esseri umani, si è consegnato alla polizia filippina. Lo segnalano i media di Manila.


“Sono contento che tutto questo sia finito”, ha commentato con sollievo il presidente filippino Ferdinand Marcos jr. dopo la notizia dell’arresto del 73enne che ama autodefinirsi “Figlio di Dio nominato” e che guida la chiesa del “Regno di Gesù Cristo, il suo Nome sopra ogni Nome”. Secondo quanto riferisce il New York Times, il ministro degli Interni filippino Benjamin Abalos Jr. ha annunciato che il predicatore è stato catturato, mentre l’avvocato del pastore ha agginto che Quiboloy si è consegnato arreso volontariamente, circostanza questa confermata dalla polizia.


Quiboloy, originario delle Filippine, sapeva di avere nell’Arcipelago del Sudest asiatico appoggi potenti. Lì, infatti, era stato consigliere spirituale di Rodrigo Duterte, il fumantino ex presidente del paese. D’altronde, il “Padrone dell’Universo”, altro nome con cui ama farsi definire, rivendica di essere a capo di una chiesta presente in 200 paesi, con milioni di seguaci. Oltre al mandato d’arresto statunitense, Quiboloy era soggetto anche a ordini di cattura da parte di un paio di corti filippine.


La resa di Quiboloy è venuta dopo un lungo negoziato, con la polizia che aveva circondato la sede della megachiesa a Davao. Migliaia di poliziotti aveva assediato la sede, mentre i seguaci avevano rinforzato le difese. C’era chi temeva che potesse verificarsi uno scontro finale. Nel 2021, un gran giurì federale americano – scrive il NYT – ha incriminato Quiboloy e altri membri della chiesa per associazione a delinquere volta al traffico sessuale, la frode e la coercizione, lo sfruttamento sessuale di bambini e il contrabbando di enormi quantità di denaro. Secondo l’accusa, c’erano anche ragazze di 12 anni che lavoravano come “assistenti personali” dell’autoproclamato messia. Alcune di queste ragazze minorenni hanno affermato che, tra i loro compiti, c’erano anche servizi notturni da fornire al capo della chiesa.

Xi manda messaggio a Kim, dopo nove mesi di silenzio

Xi manda messaggio a Kim, dopo nove mesi di silenzioRoma, 9 set. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha promesso di rafforzare la “comunicazione strategica” con la Corea del Nord nel suo messaggio al leader nordcoreano Kim Jong Un in occasione del 76mo anniversario della fondazione del regime nordcoreano. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale di Pyongyang KCNA, che ha segnalato anche l’arrivo di un analogo messaggio dal presidente russo Vladimir Putin.


Il messaggio di Xi è particolarmente significativo, perché è il primo contatto dopo diversi mesi di parziale freddo. Le relazioni tra Xi e Kim, per quanto la Cina sia il maggiore sostegno per il regime di Pyongyang, sono da sempre piuttosto altalenanti. In questo caso, secondo gli osservatori, il momento di stasi sembra dovuto alla relazione particolare che si è venuta a determinare tra Kim e Putin nella sempre delicata triangolazione di relazioni tra Pyongyang, Pechino e Mosca. “Approfondiremo la comunicazione strategica e rafforzeremo la cooperazione con la Corea del Nord al fine di consolidare ulteriormente e sviluppare i legami amichevoli tra i due paesi” ha affermato Xi, secondo quanto riportato dalla KCNA.


L’ultimo messaggio di Xi a Kim era stato del primo gennaio e non ci sono segnali di grandi preparativi in vista del 75mo anniversario dell’apertura delle relazioni diplomatiche, che cade il 6 ottobre. Segno che la freddezza continua. D’altro canto, a Kim non dovrebbe essere piaciuto il fatto che Pechino ha tenuto un vertice trilaterale con la Corea del Sud e il Giappone a maggio, mentre rimane una certa cautela di Xi rispetto alla possibilità di stringere la rete della solidarietà a tre con Mosca e Pyongyang.


Putin, dal canto suo, ha mandato un caloroso messaggio a Kim. I due hanno avuto colloqui a giugno a Pyongyang, dove il presidente russo si è recato in visita. In quell’occasione i due leader hanno firmato un accordo di partenariato strategico in cui è inclusa una clausola di difesa reciproca. “Sono sicuro che il partenariato strategico globale tra Russia e Repubblica democratica popolare di Corea (nome ufficiale della Corea del Nord, ndr.) sarà rafforzato in modo pianificato grazie ai nostri sforzi congiunti” ha dichiarato Putin.

Visita comissario Expo2025 a Università medica del Kansai

Visita comissario Expo2025 a Università medica del KansaiRoma, 6 set. (askanews) – Nell’ambito della missione della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) in Giappone, il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Mario Vattani, ha partecipato il 6 settembre a una visita alla Kansai Medical University (KMU).


Promuovere gli scambi internazionali in ambito accademico e universitario è uno degli obiettivi della missione della CRUI in Giappone e oggetto dell’accordo firmato lo scorso febbraio tra il Commissariato Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka e il MUR, la CRUI, l’AFAM e il CoPer, per promuovere, coordinare e valorizzare la partecipazione del sistema universitario a Expo 2025 Osaka. La delegazione italiana ha esplorato l’efficiente e moderno ospedale della KMU, rinomato per le sue pratiche di riabilitazione tecnologicamente avanzate, trattamenti anti-cancro e terapie palliative con l’obiettivo di connettere le università italiane con una delle più avanzate istituzioni mediche del Giappone.


“Italia e Giappone condividono sfide comuni legate all’invecchiamento della popolazione. Per questo motivo la visita alla Kansai Medical University è stata una grande opportunità per favorire nuove sinergie tra eccellenze italiane e giapponesi nel campo della medicina e della ricerca e promuovere la forza della nostra diplomazia scientifica nel mondo”, ha commentato il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Amb. Mario Vattani. “Al Padiglione Italia la persona sarà il centro della nostra narrazione: presenteremo progetti innovativi in tutti i campi scientifici e di ricerca con l’obiettivo di proporre attività concrete per il miglioramento della qualità della vita di tutti noi”. “Sono anni che il sistema universitario italiano ha intensificato il suo approccio alle relazioni internazionali, e il Giappone è, in questa direzione, un Paese cruciale”, ha dichiarato Giovanna Iannantuoni, Presidente della CRUI, in visita in Giappone con quattro colleghi rettori. “In particolare, con la KMU abbiamo concordato sia la strutturazione di un programma di interscambio riguardante studenti di tutti i livelli e giovani ricercatori, sia di progetti di ricerca congiunti su temi chiave per entrambi i Paesi. Ma soprattutto, la possibilità di coinvolgere a breve ricercatori giapponesi altamente qualificati nell’hub italiano dell’innovazione, ovvero le 34 iniziative recentemente avviate nell’ambito del piano di resilienza italiano post-Covid”.


Un’intera sezione del Padiglione Italia sarà dedicata proprio alla persona e ospiterà eventi dedicati alla presentazione di soluzioni innovative nel campo della domotica, delle bioscienze e della ricerca scientifica. La presenza del Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Mario Vattani, ha evidenziato la possibilità di portare avanti potenziali interazioni tra istituzioni e centri di ricerca italiani e giapponesi in vista della presentazione di progetti d’avanguardia sul miglioramento della qualità della vita nelle società avanzate, che saranno presentati al Padiglione Italia. “È stato un grande piacere e un onore per noi ricevere la visita del Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, l’Ambasciatore Mario Vattani, accompagnando i Delegati della CRUI. Questa visita rappresenta sicuramente un evento chiave per la KMU e pone le basi per future collaborazioni e per il raggiungimento di obiettivi comuni nel campo della ricerca d’avanguardia nel percorso verso Expo 2025 Osaka”, ha dichiarato il Professor Tatsuo Kinashi, Presidente della Kansai Medical University.


Il Prof. Giuseppe Pezzotti, Direttore del Centro di Ricerca Biomedica della Kansai Medical University ha aggiunto: “La visita odierna della CRUI e dell’Ambasciatore Vattani alla KMU si è concentrata su uno dei temi più importanti del nostro tempo: migliorare la qualità della vita delle nostre società sempre più anziane. L’incontro di oggi ha aperto un nuovo percorso nello sviluppo di progetti di ricerca avanzata e rappresenta un evento chiave nelle relazioni tra Italia e Giappone”. A margine dell’incontro, la Professoressa Tiziana Lippiello – Rettrice dell’Università di Ca’ Foscari di Venezia e Delegata CRUI per le Relazioni Internazionali – e il Professor Tatsuo Kinashi hanno firmato un Protocollo d’Intesa per la cooperazione nella ricerca tra le due università, segnando un importante passo verso una collaborazione più stretta tra le due istituzioni. Durante la visita alla Kansai Medical University, il Commissario Vattani è stato accompagnato dal Console Generale d’Italia in Giappone, Marco Prencipe, e da una delegazione della CRUI composta da sette membri, tra cui la Presidente della CRUI, Giovanna Iannantuoni (Rettrice dell’Università di Milano Bicocca), il Vicepresidente Delegato per la Ricerca, Francesco Priolo (Rettore dell’Università di Catania), e la Delegata per le Relazioni Internazionali, Tiziana Lippiello (Rettrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia). Expo 2025 si terrà a Osaka dal 13 aprile al 13 ottobre 2025 sotto il tema “Progettare la società del futuro per le nostre vite”. L’Italia si presenta con un Padiglione disegnato dall’architetto Mario Cucinella che ha come slogan “L’Arte rigenera la vita”.

Nordcorea, Corea del Sud disloca sistemi di difesa anti-drone

Nordcorea, Corea del Sud disloca sistemi di difesa anti-droneRoma, 6 set. (askanews) – Il ministero della Difesa sudcoreano ha dichiarato oggi che l’esercito ha iniziato a dislocare un sistema integrato anti-drone in diverse località per contrastare le minacce rappresentate dai veicoli senza pilota della Corea del Nord. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.


Questa mossa arriva mentre la Corea del Sud ha intensificato gli sforzi per migliorare le proprie capacità di risposta ai droni, dopo che cinque di questi mezzi nordcoreani hanno attraversato il confine a dicembre 2022 è uno di essi è arrivato a Seoul. L’esercito non è riuscito a intercettarli, sollevando dubbi sulla sua prontezza operativa. “Il sistema integrato anti-drone è in fase di distribuzione in luoghi strategici per rispondere alle minacce poste dai piccoli veicoli aerei senza pilota della Corea del Nord”, ha dichiarato un funzionario del Ministero della Difesa.


Il sistema integrato è composto da varie apparecchiature, tra cui radar e disturbatori di segnale per droni, rendendolo in grado di rilevare, tracciare e abbattere i veicoli senza pilota. Secondo quanto riferito, l’esercito prevede di distribuire inizialmente circa 20 sistemi alle unità sotto il Comando della Difesa della Capitale e ad altre unità responsabili della difesa di aree chiave.


Recentemente, la Corea del Nord ha cercato di avanzare nelle sue capacità di droni, con il leader Kim Jong Un che ha supervisionato un test di prestazioni di droni d’attacco suicidi il mese scorso.

Giappone, Koizumi jr. annuncia la sua candidatura a premier

Giappone, Koizumi jr. annuncia la sua candidatura a premierRoma, 6 set. (askanews) – L’ex ministro dell’Ambiente giapponese Shinjiro Koizumi, figlio dell’ex primo ministro Junichiro Koizumi, ha annunciato oggi la sua attesa candidatura alle prossime elezioni per la leadership del Partito liberalemocratico (LDP), cioè di fatto alla guida del governo nipponico.


Koizumi – secondo quanto scrive l’agenzia di stampa Kyodo – si è impegnato a ristabilire la fiducia degli elettori, “accelerando” le riforme interne a un partito fortemente debilitato dal recente scandalo sui fondi politici usati in maniera irregolare. Shinjiro Koizumi ha 43 anni ed è una delle figure emergenti all’interno del LDP. Secondo i sondaggi è il favorito del pubblico più generale per la guida del paese, ma le dinamiche interne al partito che dagli anni ’50 guida in maniera quasi ininterrotta il paese sono piuttosto arcane e legate alle correnti (habatsu). Koizumi jr., in ogni caso, ha chiarito che, se diventerà leader del partito, scioglierà la Camera dei Rappresentanti, la camera bassa e più potente della Dieta, “il prima possibile”.


Le elezioni presidenziali del LDP si svolgono dopo l’annuncio inatteso della decisione del primo ministro Fumio Kishidadi non concorrere. Il padre di Koizumi, Junichiro, è stato popolare primo ministro dal 2001 al 2006. I sostenitori di Koizumi jr. sperano che possa aiutare a rinnovare l’immagine del LDP, ma diversi osservatori lo considerano poco esperto e di peso politico troppo leggero.


Nel sistema giapponese, il capo del partito di maggioranza diventa in maneira quasi automatica anche primo ministro. Entrambe le camere della Dieta sono controllate da una coalizione tra il Partito liberaldemocratico e il partner minore, il partito buddista Komeito (legato al gruppo laico Soka Gakkai). Quelle che si terranno il 27 settembre saranno le elezioni presidenziali LDP più affollate da quando nel 1972 è stato adottato questo sistema elettorale. Sono già scesi in campo diversi pesi massimi del partito: il 63enne capo di gabinetto Yoshimasa Hayashi, di fatto il portavoce del governo ed ex ministro della Difesa, degli Esteri, dell’Agricoltura e dell’Istruzione; l’ex ministro della Difesa Shigeru Ishiba, 67 anni, che ha annunciato già il mese scorso che farà il suo quinto e “ultimo” tentativo di diventare leader del partito; il ministro per il Digitale, il 61enne anticonformista Taro Kono, che ha presentato la sua candidatura per la seconda volta; l’ex ministro della sicurezza economica Takayuki Kobayashi; Toshimitsu Motegi, il numero 2 attuale del partito ed ex mente economica del governo del defunto ex premier Shinzo Abe; il parlamentare Shigeharu Aoyama. Potrebbero inoltre annunciare la candidatura anche la ministra per la Sicurezza economia Sanae Takaichi e la ministra degli Esteri Yoko Kamikawa. Il Giappone non ha mai avuto un premier donna.


Per candidarsi alla presidenza, un esponente politico deve ottenere il sostegno di almeno 20 parlamentari del partito, un ostacolo facilmente superabile per alcuni dei pesi massimi. Solitamente le elezioni interne a cui non si candida il presidente uscente solleticano gli appetiti delle fazioni e risultano piuttosto affollate. Gli ultimi esempi sono stati i cinque candidati del 2012 e i quattro del 2021. E’ probabile quindi che parta un corteggiamento serrato dei parlamentari per riuscire ad arrivare alla soglia dei 20 e, in questo, le fazioni (habatsu) sono fondamentali, anche se molte di queste si sono formalmente sciolte in seguito allo scandalo dei fondi neri.

Giappone, il principe Hisahito è diventato maggiorenne

Giappone, il principe Hisahito è diventato maggiorenneRoma, 6 set. (askanews) – Il principe Hisahito, nipote dell’imperatore Naruhito e secondo in linea di successione al Trono del Crisantemo (ma per molti osservatori più probabile successore di Naruhito), ha compiuto oggi i 18 anni, diventando il primo membro maschile della Famiglia imperiale giapponese a raggiungere la maggiore età in circa 39 anni, dopo suo padre. Lo ha comunicato l’Agenzia della Casa imperiale, Kunaicho, che ha diffuso anche una serie di foto del giovane principe.


Unico figlio maschio del principe ereditario Fumihito, 58 anni, e della principessa Kiko, 57 anni, Hisahito è entrato così a far parte di un numero sempre più ridotto di membri adulti della famiglia imperiale. La legge imperiale del 1947 limita ai soli maschi discendenti da un imperatore dal lato paterno la successione al Trono e richiede che le donne lascino la famiglia imperiale una volta sposate con un comune cittadino. “Spero di imparare di più da ogni esperienza, assorbendo vari aspetti e crescendo attraverso di esse”, ha dichiarato il giovane principe, secondo quanto comunicato dal Kunaicho.


Hisahito ha ringraziato le molte persone che lo hanno sostenuto nel corso degli anni, i suoi genitori e le sue sorelle maggiori, aggiungendo: “Voglio godermi il tempo che mi resta alle scuole superiori”. E’ consuetudine che si tengano una cerimonia e una conferenza stampa per celebrare per la maggiore età, ma il Kunaicho ha deciso che questa siterrà nella primavera del 2025 o successivamente, dopo cioè il suo diploma, per non interferire con gli studi.


Hisahito è il primo membro della Famiglia imperiale a raggiungere la maggiore età a 18 anni, dopo che il Codice civile è stato emendato nell’aprile 2022, abbassando la soglia che prima era a 20 anni. La principessa Aiko, 22 anni, unica figlia dell’imperatore Naruhito, 64 anni, e dell’imperatrice Masako, 60 anni, ha celebrato la sua maggiore età al compimento dei 20 anni nel 2021. Oltre al principe Hisahito e al principe ereditario, cioè il padre di Hisahito, Fumihito, l’unico altro nella linea di successione al Trono del Crisantemo è lo zio dell’Imperatore, il principe Hitachi, 88 anni, che non ha figli. Questo fa sì che, molto probabilmente, al di là della linea di successione, dopo Naruhito potrebbe essere proprio Hisahito ad ascendere al trono alla fine dell’attuale periodo Reiwa. A meno che l’Imperatore non decida di porre termine anticipatamente la sua permanenza sul Trono e di lasciare il testimone al fratello minore.


Secondo l’Agenzia della Casa Imperiale, il principe Hisahito, al terzo anno di liceo a Tokyo, presso una scuola affiliata all’Università di Tsukuba, è “estremamente interessato” alla storia naturale, inclusi gli habitat degli insetti (in questo continuando una tradizione familiare sempre attenta alle scienze biologiche), e ha partecipato a lavori sul campo, assistendo a lezioni di esperti e leggendo materiali correlati. Coltivando il suo interesse per le libellule, sviluppatosi durante gli anni delle elementari, ha co-firmato un articolo scientifico lo scorso anno su uno studio delle libellule nei terreni della residenza della sua famiglia, Akasaka Estate, pubblicato nel Bollettino del Museo Nazionale di Natura e Scienza. L’agenzia ha riferito che il principe sta “studiando con impegno” per entrare in un’università che gli permetta di approfondire il suo campo di interesse. Parallelamente ai suoi studi, il principe ha iniziato gradualmente a essere coinvolto nei doveri reali, accompagnando suo padre a vari eventi, tra cui il Festival nazionale della cultura per le scuole superiori nella prefettura di Gifu a luglio. Il numero di membri reali che svolgono tali compiti è in costante diminuzione, poiché le donne sposate con comuni cittadini lasciano la famiglia imperiale, come nel caso della sorella maggiore del principe, l’ex principessa Mako, 32 anni, che ha sposato il suo fidanzato universitario nel 2021. Attualmente, i membri della famiglia imperiale sono 17, di cui 12 sono donne. Le regole di successione maschile sono state messe in discussione in diverse occasioni, in particolare sotto il governo del primo ministro Junichiro Koizumi nel 2005, quando un panel di esperti propose di permettere anche alle donne di succedere al trono e di abolire la regola della discendenza esclusivamente maschile. Peraltro, nella sua storia, l’ininterrotta dinastia imperiale ha avuto sul Trono del Crisantemo diverse Imperatrici regnanti. Il dibattito si è comunque affievolito dopo la nascita del principe Hisahito nel settembre 2006, primo nuovo membro maschile della famiglia imperiale in quasi 41 anni. Nel 2012, il governo del primo ministro Yoshihiko Noda aveva proposto di permettere alle donne della famiglia imperiale di creare rami imperiali anche dopo il matrimonio con comuni cittadini, ma tali discussioni persero slancio dopo che Noda fu sostituito da Shinzo Abe nel dicembre dello stesso anno.

Tibet, Cina batte un colpo su successione alla morte del Dalai Lama

Tibet, Cina batte un colpo su successione alla morte del Dalai LamaRoma, 6 set. (askanews) – In Asia orientale si sta riaprendo un altro punto di tensione che interessa la Cina: il Tibet. Oggi il South China Morning Post riporta la notizia di una riunione che si è tenuta a Lanzhou, nella provincia di Gansu, tra oltre 50 importanti esponenti del buddismo tibetano riconosciuti da Pechino per discutere “il tema della reincarnazione dei Buddha viventi”.


Si tratta di una questione centrale: vista la tarda età del Dalai Lama, il più alto esponente tibetano che è in esilio e in rotta con Pechino, si comincia a discutere della successione, per la quale tra l’altro lo stesso Dailai Lama dovrebbe fra meno di un anno annunciare i suoi piani. In un articolo pubblicato su tibet.cn, il sito internet di informazioni tibetane filo-Pechino, i partecipanti al seminario provenivano dalla regione autonoma del Tibet, dal Sichuan, Qinghai e Gansu. La cerchia del Dalai Lama, invece, vive in esilio in India.


Nell’articolo non sono stati forniti dettagli sulle discussioni avvenute nel seminario, ma è scritto che i partecipanti hanno aderito al “Pensiero di Xi Jinping” e hanno “attentamente implementato” le politiche del Partito comunista cinese sul lavoro religioso e sul Tibet, aggiungendo che il seminario avrebbe aiutato a “promuovere la trasmissione sana” del Buddhismo tibetano e a renderlo “compatibile con la società socialista”. Si legge inoltre che il seminario avrebbe “guidato i monaci e i seguaci verso una comprensione più oggettiva delle usanze storiche, dei rituali religiosi e delle politiche e regolae sulla reincarnazione dei Buddha viventi”. Si segnala, ancora, che i monaci hanno “compreso” l’importanza dell’approvazione governativa rispetto alla reincarnazione, facendo riferimento a una norma del 2007 che prevede l’imprimatur di Pechino alla scelta del Buddha vivente reincarnato.


Il Dalai Lama non è menzionato nell’articolo, ma è evidente che la questione più imminente riguarda proprio la sua reincarnazione che rappresenta la controversia politico-religiosa più imminente rispetto alla questione tibetana. Pechino accusa il premio Nobel per la pace di essere “separatista” e di aver incitato disordini tra i tibetani in Cina negli anni ’80 e nel 2008. Da tempo ci sono preoccupazioni che la sua morte possa innescare tensioni.


L’attuale Dalai Lama, che ha compiuto 89 anni a luglio, ha indicato che affronterà la questione della sua reincarnazione quando compirà 90 anni. Nelle scorse settimane era negli Stati uniti, dove si è sottoposto a un’operazione chirurgica e ha colto l’occasione per incontrare esponenti dell’Amministrazione Usa, facendo infuriare Pechino. Tenzin Gyatso, questo il nome laico del XIV Dalai Lama, è considerato la manifestazione terrena del bodhisattva cosmico Avalokitesvara, una delle principali entità spiriturali del Buddhismo. E’ in disaccordo con Pechino sulla reincarnazione di diversi altri Buddha viventi tibetani. dal canto suo, rivendica il diritto di dire la sua sulle reincarnazioni. Secondo la tradizione buddista tibetana, quando il Dalai Lama muore, viene reincarnato come un bambino. Questo bambino deve essere trovato attraverso una serie di ricerche e rituali. La selezione era tradizionalmente fatta da autorevoli monaci tibetani rispettati. Un imperatore della dinastia Qing (1644-1911) ha cercato di mettere in pratica un rituale simile a una lotteria, noto come l’Urna d’Oro, a partire dalla fine del XVIII secolo. Ma la tradizione è stata interrotta da tumulti e guerre in Cina all’inizio del XX secolo. Il rituale è stato successivamente approvato dal Partito comunista cinese e incorporato nelle normative ufficiali nel 2007. Dopo la morte di un altro leader religioso tibetano, il Panchen Lama, nel 1989, una squadra di ricerca guidata dal governo cinese ha identificato un bambino come sua reincarnazione attraverso il rituale dell’Urna d’Oro nel 1995. Il Dalai Lama ha rifiutato di riconoscerlo. Secondo la tradizione, il prossimo Dalai Lama deve essere riconosciuto dall’attuale Panchen Lama, che siede nel Comitato permanente della Conferenza consultiva politica del popolo cinese, il massimo organo consultivo politico del paese. Il Tibet è stato conquistato dall’Esercito popolare di liberazione nel 1950, un anno dopo che il Partito comunista aveva vinto la guerra civile cinese. Il Dalai Lama vive in esilio in India dal 1959, dopo aver abbandonato una rivolta fallita contro il dominio cinese.

Giappone e Australia rafforzano la loro cooperazione militare

Giappone e Australia rafforzano la loro cooperazione militareRoma, 5 set. (askanews) – In una regione in rapida evoluzione con la sempre maggiore assertività della Cina, il Giappone e l’Australia si sono oggi promessi un rafforzamento dei legami militari.


“In un contesto di sicurezza sempre più difficile nell’Indo-Pacifico, dobbiamo costantemente elevare la cooperazione in materia di sicurezza tra Giappone e Australia a un nuovo livello”, ha detto Yoko Kamikawa, ministra degli Esteri che ha preso parte a un vertice 2+2 (ministri degli Esteri e della Difesa dei due paesi) a Melbourne. Tokyo e Canberra hanno raggiunto un accordo per una maggiore cooperazione aerea e per un aumento delle esercitazioni militari congiunte. Hanno inoltre concordato un sostegno per le Filippine, che sono in pieno conflitto nel Mar cinese meridionale con Pechino.


La ministra degli Esteri australiana Penny Wong ha affermato che ci sono”serie preoccupazioni” per le recenti incursioni negli spazi aereo e marittimo giapponese da parte di unità cinesi. Sia Giappone che Australia sono parte dell’alleanza di sicurezza Quad con Stati uniti e India.