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Seoul: soldati nordcoreani in Russia saranno carne da cannone

Seoul: soldati nordcoreani in Russia saranno carne da cannoneRoma, 28 nov. (askanews) – I soldati nordcoreani dispiegati in Russia sono stati assegnati all’esercito russo a livello di plotone, con un’alta probabilità che queste truppe vengano utilizzate come “carne da cannone” in aree pericolose. Lo ha dichiarato oggi il ministro della Difesa della Corea del Sud Kim Yong-hyun, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap.


Kim ha fatto questa osservazione durante una sessione della commissione parlamentare per la difesa, quando un parlamentare del partito di governo gli ha chiesto di verificare l’intelligence secondo cui i soldati nordcoreani sarebbero stati integrati in unità militari russe a livello di compagnia, organizzati in gruppi di plotoni. “Va sottolineato che la guerra è condotta dalla Russia e, dal punto di vista dei comandanti delle unità dell’esercito russo, è probabile che i plotoni nordcoreani vengano inviati nelle aree più pericolose e difficili”, ha detto Kim, sottolineando che il termine “carne da cannone” descrive bene la situazione.


Le sue dichiarazioni seguono quanto riferito da funzionari ucraini, secondo cui i soldati nordcoreani dispiegati in Russia sarebbero stati integrati in unità militari russe composte da minoranze etniche o camuffati da popolazioni indigene. Kim ha inoltre ribadito la sua posizione secondo cui la Corea del Sud dovrebbe inviare una squadra di monitoraggio militare in Ucraina, ma ha affermato che il ministero della Difesa non sta conducendo trattative su un possibile dispiegamento, suggerendo che sia in corso una discussione a livello governativo.


Riguardo alla possibilità che Seoul fornisca armi a Kiev, Kim ha affermato che la Corea del Sud “lavorerà in solidarietà con la comunità internazionale”, senza affrontare direttamente la questione.

Seoul ratifica accordo su costo soldati Usa in Sudcorea

Seoul ratifica accordo su costo soldati Usa in SudcoreaRoma, 28 nov. (askanews) – L’Assemblea nazionale sudcoreana approvato oggi la ratifica di un nuovo accordo di condivisione dei costi per la difesa con gli Stati uniti per ospitare le truppe americane, aprendo la strada all’entrata in vigore formale dell’accordo. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.


La mozione ha ratificato l’Accordo sulle misure speciali (Sma) durante la sua riunione plenaria, dopo che la mozione era stata approvata in giornata dalla commissione per gli affari esteri del parlamento. Il consenso dato nella riunione plenaria rende effettivo l’accordo. Negli Stati Uniti non è necessaria l’approvazione del Congresso. Il mese scorso, Seoul e Washington hanno firmato un accordo quinquennale per determinare la quota di Seoul nei costi per il mantenimento delle 28.500 soldati Usa in Corea (USFK), pochi giorni prima delle elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre.


Secondo il 12mo SMA, che durerà fino al 2030, la Corea del Sud pagherà 1.520 miliardi di won (1 miliardo di euro) nel 2026, con un aumento dell’8,3% rispetto ai 1.400 miliardi di won (950 milioni di euro) previsti per il 2025. L’accordo è venuto poco prima che il voto statunitense ha stabilito il ritorno alla Casa bianca di Donald Trump, che ha tra i suoi cavalli di battaglia proprio il far pagare di più agli alleati la presenza di soldati americani. Durante il suo mandato, Trump aveva richiesto un notevole aumento della quota di Seoul, fino a 50 miliardi di dollari, accusando l’alleato di essere un “parassita” della potenza militare statunitense.

Cina, Pechino smentisce che ministro Difesa sia sotto accusa

Cina, Pechino smentisce che ministro Difesa sia sotto accusaRoma, 27 nov. (askanews) – Il ministero degli Esteri cinese ha definito “infondata” una notizia, diffusa oggi dal Financial Times, secondo la quale il ministro della Difesa Dong Jun sarebbe sotto inchiesta per corruzione.


Il Financial Times ha riportato oggi, citando funzionari statunitensi, che Dong è il terzo consecutivo ministro della Difesa cinese, in carica o ex, a essere indagato per presunta corruzione. Tuttavia, la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, nel quotidiano briefing per i giornalisti a Pechino, ha definito l’articolo un “inseguimento di ombre”.


La formulazione differisce dalla risposta del ministero a un articolo dello stesso giornale pubblicato a settembre dell’anno scorso riguardante l’ex ministro della Difesa Li Shangfu. In quell’occasione, si sosteneva che Li, scomparso dalla scena pubblica da più di due settimane, fosse sotto inchiesta. Al tempo, Mao dichiarò di “non essere a conoscenza della situazione”. Li fu poi destituito più di un mese dopo. Dong, 63 anni, è stato nominato a dicembre dello scorso anno. E’ succeduto a Li, rimosso dall’incarico dopo appena sette mesi e espulso dal Partito Comunista per presunta corruzione. Anche il predecessore di Li, Wei Fenghe, era stato espulso dal partito per accuse simili.


Dong, tuttavia, rispetto ai predecessori è in una posizione meno alta, non essendo parte della Commissione militare centrale, il più alto organo militare del paese, presieduto dallo stesso leader Xi Jinping. Esser parte di quella commissione garantisce un accesso diretto a Xi. Il rango dell’attuale ministro è semplicemente quello di membro del Consiglio di Stato, l’esecutivo, e quindi fa riferimento al primo ministro Li Qiang.


Dong è stato presente la scorsa settimana in Laos all’incontro dei ministri della Difesa Asean. In quell’occasione ha rifiutato d’incontrare il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin a margine dell’incontro, affermando di non volerlo vedere a causa delle vendite di armi americane a Taiwan.

Giappone, uomo viola 1.000 domicili come anti-stress

Giappone, uomo viola 1.000 domicili come anti-stressRoma, 27 nov. (askanews) – Un po’ come nel film “Ferro 3” del regista sudcoreano Kim Ki-duk, un 37enne giapponese ha confessato di aver violato oltre 1.000 case private per un semplice impulso. Lo racconta oggi JapanToday.


La polizia della città di Dazaifu, nella prefettura di Fukuoka (Giappone meridionale), ha arrestato l’uomo con l’accusa di violazione di domicilio. Il trentasettenne, identificato come Yuta Sugawara, impiegato presso un’azienda, ha ammesso le accuse, dichiarando: “Il mio hobby è entrare senza permesso nelle proprietà altrui. E’ eccitante e divertente, mi chiedo sempre se verrò scoperto”. L’arresto è avvenuto lunedì, quando il proprietario di una casa ha sorpreso Sugawara nel suo giardino. Il proprietario lo ha trattenuto mentre tentava di fuggire, mentre la moglie chiamava il numero di emergenza 110.


Sugawara ha riferito alla polizia di aver violato proprietà private oltre 1.000 volte, e ha detto: “L’eccitazione nervosa di chiedermi se verrò scoperto mi aiuta a alleviare lo stress”.

Giappone, procuratore s’inchina di fronte a ex condannato a morte

Giappone, procuratore s’inchina di fronte a ex condannato a morteRoma, 27 nov. (askanews) – Il procuratore capo del Giappone centrale si è scusato personalmente oggi con Iwao Hakamata, l’uomo di 88 anni assolto in un processo di revisione per un caso di omicidio quadruplo avvenuto nel 1966, dopo aver trascorso oltre quarant’anni nel braccio della morte. Il giudice si è inchinato in segno di scuse di fronte all’ex condannato a morte. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.


“Mi dispiace profondamente che sia stato lasciato in uno stato legale incerto per così tanto tempo” ha dichiarato Hideo Yamada, procuratore capo dell’Ufficio della Procura distrettuale di Shizuoka, durante una visita alla casa di Hakamata a Hamamatsu. Yamada ha aggiunto di aver “accettato l’assoluzione e di non considerare il signor Hakamata colpevole”. La sorella 91enne di Hakamata, Hideko, era al suo fianco, dato che per lui è diventato difficile comunicare a causa del deterioramento del suo stato mentale durante i decenni di incarcerazione. In Giappone i condannati a morte possono essere portati al luogo dell’esecuzione, che avviene per impiccaggione, in qualsiasi momento dopo che la condanna è stata resa definitiva. Serve solo il via libera del ministro della Giustizia.


“Iwao e io pensiamo che fosse destino. Ora siamo felici che la sua assoluzione sia definitiva”, ha detto Hideko a Yamada in nome del fratello. Hakamata fu arrestato nel 1966 e la sua condanna a morte fu confermata nel 1980. Rilasciato nel 2014 dopo che nuove prove avevano sollevato dubbi sulla sua condanna, è stato assolto in un processo di revisione lo scorso settembre. Il verdetto è stato reso definitivo con la decisione del pubblico ministero di non presentare appello.


Hakamata è stato il detenuto nel braccio della morte più longevo al mondo. Il Tribunale distrettuale di Shizuoka ha affermato nella sentenza che Hakamata era stato sottoposto a “dolori fisici e mentali” durante gli interrogatori e che le sue dichiarazioni di confessione del crimine erano state “fabbricate”.


Takayoshi Tsuda, capo della Polizia prefetturale di Shizuoka, ha visitato la casa di Hakamata in ottobre per scusarsi, promettendo di “condurre indagini più approfondite e appropriate in futuro”. Hakamata era un ex pugile professionista e lavorava come dipendente convivente presso un produttore di miso – polpa di soia – quando fu arrestato con l’accusa di aver ucciso il direttore dell’azienda, sua moglie e due dei loro figli, trovati morti per ferite da arma da taglio nella loro casa nella Prefettura di Shizuoka, che era stata incendiata.

Giappone, a Tokyo mancano piani in caso di disastro per i turisti

Giappone, a Tokyo mancano piani in caso di disastro per i turistiRoma, 26 nov. (askanews) – Il Giappone è uno dei paesi più soggetti a disastri naturali: terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche. Ma, secondo un’indagine condotta da Nikkei, la sua capitale, Tokyo, una megalopoli da 30 milioni di abitanti, non dispone di sufficienti misure di emergenza rivolte ai turisti, nonostante il boom turistico che l’Arcipelago e la città stanno vivendo.


Secondo l’indagine del Nikkei, su 23 quartieri di Tokyo, le amministrazioni di ben 16 hanno dichiarato che i loro piani d’emergenza non includono misure specifiche per i visitatori internazionali. Anche tra i quartieri che hanno piani del genere, alcuni non affrontano le esigenze specifiche dei turisti rispetto ai residenti, come le modalità per tornare a casa. Il grande terremoto del marzo 2011 nel nord del Giappone paralizzò la rete dei trasporti, dalle strade al servizio ferroviario, nella grande area di Tokyo, lasciando milioni di persone bloccate nelle stazioni e nelle strade. Se un mega-terremoto dovesse colpire la capitale, fino a 4,52 milioni di persone avrebbero difficoltà a tornare a casa, secondo le previsioni del governo metropolitano di Tokyo. Per evitare schiacciamenti nella folla, “la regola fondamentale è non muoversi alla cieca,” ha dichiarato un funzionario.


Con alcuni turisti internazionali che non hanno familiarità con i terremoti né comprendono la lingua giapponese, potrebbe scatenarsi il panico in caso di disastro, secondo quanto scrive il Nikkei. Ad esempio, sebbene per i residenti in Giappone sia noto che le scuole vicine fungano da rifugi d’emergenza, i visitatori stranieri potrebbero non sapere dove andare. Nell’indagine, tutti i 23 quartieri hanno affermato che i loro siti web offrono informazioni multilingue, ma solo sei hanno centri turistici in grado di gestire diverse lingue e appena due dispongono di call center multilingue. Tokyo ha accolto 5,57 milioni di visitatori internazionali tra gennaio e marzo del 2024, con un aumento del 34% rispetto allo stesso trimestre del 2023, quando il totale annuale ha raggiunto il record di 19,53 milioni. La capitale ha fissato l’obiettivo di 30 milioni di visitatori entro il 2030.


Si stima che ci sia una probabilità del 70% che un grande terremoto colpisca Tokyo nei prossimi 30 anni.

Sopravvissuti bombe nucleari andranno in massa a premiazione Nobel

Sopravvissuti bombe nucleari andranno in massa a premiazione NobelRoma, 26 nov. (askanews) – Nihon Hidankiyo – l’organizzazione giapponese che riunisce le vittime dei bombardamenti atomici, che ha vinto il premio Nobel per la pace 2024 – ha lanciato un crowdfunding per consentire a decine dei suoi membri, tra i quali 31 sopravvissuti, di prendere parte alla cerimonia di premiazione a Stoccolma. Lo racconta oggi l’agenzia di stampa Kyodo.


La Confederazione Giapponese delle Organizzazioni dei Sopravvissuti alle Bombe A e H vuole utilizzare l’occasione della premiazione per lanciare un monito contro l’utilizzo delle armi nucleari, quindi ha deciso di presenziare in maniera massiccia alla cerimonia. Nello stesso tempo, ha annunciato che non intende usare gli 11 milioni di corone (meno di un milione di euro) per le spese di viaggio, ma vuole destinarle esclusivamente ad attività anti-nucleari. Il crowdfunding – che puntava a raccogliere 10 milioni di yen (circa 62mila euro) per le spese di viaggio – ha già raggiunto il suo obiettivo, dopo il suo lancio il 15 novembre. Tuttavia, continuerà fino al 15 dicembre e tutto quello che verrà raccolto in più andrà alla campagna per l’abolizione delle armi nucleari.


Il Comitato norvegese per il Nobel coprirà le spese solo per tre rappresentanti di Hidankyo per partecipare alla cerimonia. Trentuno sopravvissuti alle bombe atomiche e altri membri del gruppo parteciperanno alla cerimonia nella capitale norvegese il 10 dicembre, con le spese di volo e alloggio stimate in circa 500.000 yen (3mila euro) per ogni partecipante. “Sarà un’opportunità per ribadire il nostro messaggio che non ci dovrebbero mai essere altri sopravvissuti a una bomba atomica” ha dichiarato Jiro Hamasumi, assistente segretario generale del gruppo.


Le bombe atomiche statunitensi furono sganciate su Hiroshima e Nagasaki negli ultimi giorni della Seconda guerra mondiale, nell’agosto 1945, uccidendo circa 214.000 persone entro la fine dell’anno e lasciando numerosi sopravvissuti a combattere contro sfide di salute fisica e mentale a lungo termine.

Nordcorea, sorella di Kim Jong Un accusa Seoul di provocazione

Nordcorea, sorella di Kim Jong Un accusa Seoul di provocazioneRoma, 26 nov. (askanews) – La potente sorella del leader nordcoreano Kim Jong Un, Kim Yo Jong, ha accusato la Corea del Sud di provocazione in un comunicato oggi, puntando il dito contro le attività propagandistiche si Seoul con il lancio di immondizia dall’altro lato del confine attraverso palloni aerostatici e l’invio di volantini.


“Vari tipi di volantini di agitazione politica e oggetti sporchi inviati dalla feccia della ROK (Corea del Sud, ndr.) sono stati nuovamente dispersi in diverse aree vicino al confine meridionale della DPRK (Corea del Nord, ndr.)” , ha denunciato Kim in un comunicato diffuso dall’agenzia di stampa centrale nordcoreana (KCNA). Le forze di sicurezza hanno bloccato le aree interessate e hanno avviato le operazioni di ricerca, raccolta e smaltimento del materiale, ha aggiunto.


“Condanniamo fermamente gli atti spregevoli della feccia della ROK che ha commesso la provocazione di inquinare il territorio inviolabile della DPRK, diffondendo nuovamente volantini politici e materiali cospirativi anti-DPRK”, continua la dichiarazione. La scorsa settimana, Kim aveva accusato la Corea del Sud di inviare volantini anti-Pyongyang al Nord, avvertendo che il Sud avrebbe pagato un “caro prezzo”. Successivamente, il Nord ha lanciato palloni pieni di spazzatura oltre il confine verso il Sud.

Nordcorea, Ishiba: mancata restituzione dei rapiti è intollerabile

Nordcorea, Ishiba: mancata restituzione dei rapiti è intollerabileRoma, 23 nov. (askanews) – Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha avvertito che la mancata soluzione della vicenda dei rapiti giapponesi da spie nordcoreane “non può essere tollerata” ed è una “priorità” per il governo di Tokyo nel suo approccio al regime di Kim Jong Un.


“Il problema dei rapimenti non si limita ai casi in sé, la sua essenza è una violazione della sovranità nazionale”, ha avvertito Ishiba, incontrando i familiari dei rapiti. “Mentre le vittime del rapimento e le loro famiglie stanno invecchiando, questo problema, che è limitato dal tempo, è una questione umanitaria che non può essere tollerata ulteriormente ed è una priorità per il governo. Lavoreremo per realizzare il ritorno di tutti i rapiti il prima possibile”, ha continuato il primo ministro nipponico.


Spie nordcoreane negli anni ’70-’80 sequestrarono decine persone in tutto il mondo. Il Giappone in particolare ha accertato 17 rapimenti. La Corea del Nord, in uno storico vertice a Pyongyang tra il precedente leader Kim Jong Il (padre di Kim Jong Un) e l’allora primo ministro giapponese Junichiro Koizumi nel 2001, ne ha ammessi 13, ha restituito cinque rapiti e sostiene, senza fornire prove convincenti, che otto sono deceduti. Ishiba ha chiesto il mese scorso un incontro con Kim Jong Un per risolvere la questione. Ma la potente sorella del leader nordcoreano, Kim Yo Jong, ha risposto che un incontro si può fare, se Ishiba rinuncia a porre la questione dei rapiti.

Nordcorea: Usa ci portano verso catastrofe irreversibile

Nordcorea: Usa ci portano verso catastrofe irreversibileRoma, 23 nov. (askanews) – La Corea del Nord ha accusato oggi gli Stati uniti di spingere la Penisola coreana verso una “catastrofe irreversibile”, puntando il dito contro le manovre navali congiunte Usa-Giappone “Freedom Edge”, che hanno come principale attrice la portaerei nucleare Usa “George Washington”, e l’arrivo il 18 novembre nel porto di Busan del sottomarino nucleare americano Columbia.


“Le provocazioni militari degli Stati Uniti, condotte nella penisola coreana, dove enormi forze armate di due parti belligeranti sono in stato di massima allerta e persiste costantemente la possibilità di un conflitto militare, costituiscono la causa che potrebbe precipitare la situazione regionale in una catastrofe irreversibile”, si legge nel comunicato del capo dell’Ufficio informazione del ministero della Difesa nazionale della Repubblica democratica popolare di Corea (DPRK). “Avvertiamo con forza gli Stati uniti e i loro seguaci ostili verso la DPRK di cessare immediatamente le azioni ostili che provocano ulteriori tensioni e instabilità, capaci di spingere il confronto militare nella penisola coreana e nelle sue vicinanze verso un vero conflitto armato”, continua la dichiarazione.


“E’ dovere costituzionale delle forze armate della DPRK adottare misure di autodifesa per proteggere l’ambiente di sicurezza dello stato e mantenere la stabilità strategica e l’equilibrio delle forze nella regione”, dice ancora il comunicato. “L’Esercito popolare coreano – afferma ancora il comunicato – sta seguendo da vicino le mosse militari degli Stati uniti e dei loro alleati, mantenendo aperta la possibilità di tutte le opzioni nella sua prontezza al combattimento. Se ritenuto necessario, agirà immediatamente per prevenire il pericolo e raggiungere l’obiettivo militare e strategico dello stato”.


(Immagine tratta da profilo X del Dipartimento alla Difesa Usa)