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CSIS: relazioni Usa-Cina decadute a livelli degli anni ’60

CSIS: relazioni Usa-Cina decadute a livelli degli anni ’60




CSIS: relazioni Usa-Cina decadute a livelli degli anni ’60




















Roma, 7 apr. (askanews) – Le relazioni tra Stati uniti e Cina si sono così deteriorate da esser tornate ai livelli precedenti a quelli della storica visita di Richard Nixon del 1972 che aprì le relazioni tra Pechino e Washington. Lo segnala un rapporto intitolato “Breaking the Ice” pubblicato oggi dal Center for Strategic and International Studies (CSIS), che auspica una ripresa immediata delle visite bilaterali e degli scambi di personale accademico tra i due paesi, al momento ai ferri corti.

I due autori del rapporto – Scott Kennedy, consigliere senior e presidente fiduciario in economia e commercio cinese presso il CSIS, e Wang Jisi, presidente fondatore dell’Istituto di studi internazionali e strategici presso l’Università di Pechino – hanno effettuato ciascuno visite rompighiaccio nel paese dell’altro durante il culmine della pandemia di Covid-19 lo scorso anno nel tentativo di riavviare i rapporti. “Nell’ultimo decennio, in particolare negli ultimi cinque anni, le relazioni si sono drammaticamente deteriorate, a livelli di animosità mai visti dalla fine degli anni ’60”, afferma il rapporto. Questa riduzione dei contatti “non è solo un prodotto del peggioramento dei legami, ma ha anche contribuito al declino delle relazioni”.

La visita di Wang negli Stati Uniti la scorsa primavera, al tempo dell’invasione russa dell’Ucraina, è stata seguita dal viaggio di Kennedy circa sei mesi dopo, pcoo prima che la Cina abbandonasse i suoi controlli zero-Covid e iniziasse a riaprirsi al mondo esterno. Il rapporto afferma che nessun altro dei think tank di Pechino o Washington è stato in grado di effettuare una visita del genere dal marzo 2020, quando la Cina ha imposto severi controlli sui viaggi di Covid-19. “Tutti gli interlocutori statunitensi con cui ho parlato pensavano che sia la Cina che gli Stati Uniti dovessero essere ritenuti responsabili della spirale discendente delle relazioni bilaterali”, ha detto Wang del suo viaggio. “Le politiche di parte hanno portato alla competizione tra i politici statunitensi per mostrare la loro durezza nei confronti della Cina”.

Wang ha affermato che la sua conversazione con le controparti statunitensi sul conflitto ucraino e le sue implicazioni per le relazioni Cina-Usa è stata straordinariamente sincera e utile per entrambe le parti, in particolare perché “siamo stati in grado di cogliere questa rara e preziosa opportunità di comunicazione faccia a faccia”, ha scritto. Dal canto suo Kennedy ha affermato che ciò che ha visto e sentito sulla relazione tra i due paesi in Cina è stato “preoccupante” e la mancanza di una comunicazione diretta e faccia a faccia ha contribuito all’irrigidimento degli atteggiamenti. Ha inoltre rilevato che le persone del governo, degli affari e del mondo accademico “erano ansiose di incontrarsi e scambiare opinioni”, ma alcuni di loro pensavano che “sarebbe estremamente difficile ottenere un ripristino riuscito che stabilizzi i legami”

Nell’ultimo anno, le tensioni tra i due paesi non hanno mostrato segni di allentamento su questioni come la tecnologia, Taiwan, il Mar cinese meridionale e la guerra in Ucraina. La Cina ha tagliato diversi canali di comunicazione tra militari e altre aree di dialogo lo scorso agosto, tra cui il cambiamento climatico e la lotta al traffico di droga, dopo che l’allora portavoce della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi ha visitato Taiwan – un viaggio che Pechino ha visto come una grave violazione della sua sovranità. Gli autori hanno notato che l’elevata possibilità di crisi ha reso il dialogo “più urgente che mai” e hanno esortato entrambe le parti a prendere provvedimenti per affrontare le preoccupazioni dell’altro e a ripristinare i collegamenti diretti nell’intero arco delle due società dopo la fine delle politiche cinesi zero-Covid. Inoltre hanno chiesto a entrambe le parti a impegnarsi ad accelerare l’elaborazione delle domande di visto per viaggiatori come turisti, studenti, accademici e uomini d’affari, nonché ad accelerare il ripristino dei voli diretti. Il rapporto afferma che i due governi dovrebbero impegnarsi per la piena ripresa delle relazioni accademiche di persona, compresi molti passi che potrebbero essere presi “immediatamente o entro pochi mesi”, afferma il rapporto.

Giappone emetterà linee-guida su uso di ChatGPT nelle scuole

Giappone emetterà linee-guida su uso di ChatGPT nelle scuole




Giappone emetterà linee-guida su uso di ChatGPT nelle scuole



















Roma, 7 apr. (askanews) – Il governo giapponese emetterà linee-guida sull’uso di ChatGPT e di altri chatbot di intelligenza artificiale (AI) nelle scuole probabilmente entro marzo del prossimo anno. L’hanno riferito funzionari nipponici, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Kyodo.

La mossa del Ministero dell’Istruzione, della Cultura, dello Sport, della Scienza e della Tecnologia giapponese arriva in un momento di crescente preoccupazione per le ricadute dello sviluppo dell’intelligenza artificiale e le criticità che rischia di creare nei sistemi di protezione dei dati e della privacy. In Giappone ha avuto notevole risonanza l’intervento dell’Autorità garante della privacy di Roma rispetto a ChatGPT, in seguito al quale è stato sospeso l’accesso al chatbot dall’Italia. ChatGPT, lanciato nel novembre 2022 come prototipo, sta per Chat Generative Pre-trained Transformer ed è guidato da un modello di apprendimento automatico. Sebbene non sia sempre accurato, lo strumento di chat può, ad esempio, produrre quasi istantaneamente un articolo di opinione su un romanzo solo tramite suggerimenti contenenti titolo e autore, con la prosa praticamente indistinguibile da quella scritta da un essere umano.

Questa capacità dei chatbot di intelligenza artificiale solleva preoccupazioni sul fatto che possano anche ostacolare la formazione dei bambini, oltre a rendere impossibile per gli insegnanti valutare i livelli di scrittura degli studenti. Il ministero dell’Istruzione giapponese intende intervenire proprio per scongiurare questo pericolo, formulando linee-guida sull’utilizzo dei chatbot nelle scuole, ma anche tenendo la porta aperta ai benefici educativi che questi strumenti possono offrire. “Quando si utilizzano nuove tecnologie, è importante tenere a mente sia i pro che i contro”, ha dichiarato il capo di gabinetto, portavoce del governo, Hirokazu Matsuno in una conferenza stampa.

Cina: impegno a sviluppare le relazioni con l’Unione europea

Cina: impegno a sviluppare le relazioni con l’Unione europea




Cina: impegno a sviluppare le relazioni con l’Unione europea




















Roma, 7 apr. (askanews) – La Cina ha espresso oggi la volontà di sviluppare le relazioni politiche ed economiche con l’Unione europea nella dichiarazione congiunta sino-francese al termine della visita di tre giorni del presidente transalpino Emmanuel Macron.

“In occasione del 20mo anniversario dell’istituzione del partenariato strategico globale tra la Cina e l’Ue, la Cina ribadisce il suo impegno a sviluppare le relazioni Cina-Ue, incoraggiando gli scambi ad alto livello, promuovendo il consenso su questioni strategiche, aumentando gli scambi di personale, rispondendo congiuntamente alle sfide globali e promuovendo attivamente la cooperazione economica”, si legge nella dichiarazione congiunta. “In quanto membro dell’Unione Europea – prosegue la dichiarazione -, la Francia è d’accordo con la suddetta direzione e vi contribuirà”.

Cina-Francia: rafforzare controllo armamenti e non proliferazione

Cina-Francia: rafforzare controllo armamenti e non proliferazione




Cina-Francia: rafforzare controllo armamenti e non proliferazione




















Roma, 7 apr. (askanews) – Cina e Francia hanno espresso oggi disponibilità a rafforzare la loro cooperazione per rafforzare il sistema di controllo degli armamenti e non proliferazione nucleare. Lo si legge nella dichiarazione congiunta licenziata dai due paesi al termine della visita del presidente francese Emmanuel Macron in Cina.

Pechino e Parigi “ribadiscono il loro sostegno alla ‘Dichiarazione congiunta sulla prevenzione della guerra nucleare e sulla prevenzione della corsa agli armamenti’ emessa dai leader di Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti (i cinque membri permanenti) il 3 gennaio 2022”, si legge nella dichiarazione congiunta. “Come sottolineato nella dichiarazione: ‘Una guerra nucleare – prosegue – non può essere vinta e non può essere combattuta’. I due paesi non hanno promosso alcuna azione che possa aumentare il rischio di tensioni”. I due paesi “sono disposti a rafforzare il coordinamento e la cooperazione nel mantenere congiuntamente l’autorità e l’efficacia del sistema di controllo degli armamenti e di non proliferazione e promuovere il processo internazionale di controllo degli armamenti”, si legge ancora nella dichiarazione.

Cina e Francia – continua – “hanno riaffermato il loro impegno a promuovere in modo equilibrato i tre pilastri del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari – disarmo nucleare, non proliferazione nucleare e uso pacifico dell’energia nucleare – e a rafforzare costantemente l’universalità, l’autorità e efficacia del trattato di non proliferazione delle armi nucleari”.

Cina-Francia: sosteniamo sforzi per ripristinare pace in Ucraina

Cina-Francia: sosteniamo sforzi per ripristinare pace in Ucraina




Cina-Francia: sosteniamo sforzi per ripristinare pace in Ucraina




















Roma, 7 apr. (askanews) – Cina e Francia sostengono “tutti gli sforzi” per ripristinare la pace in Ucraina” sulla base del “diritto internazionale e degli scopi e dei principi della Carta internazionale”. Lo si legge nella dichiarazione congiunta licenziata oggi dai due paesi al termine della visita di tre giorni del presidente transalpino Emmanuel Macron.

“Entrambe le parti sostengono tutti gli sforzi per ripristinare la pace in Ucraina sulla base del diritto internazionale e degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite”, afferma il comunicato congiunto. Le due parti, inoltre, si oppongono “agli attacchi armati alle centrali nucleari e ad altri impianti nucleari civili e sostengono il ruolo costruttivo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica nel promuovere la sicurezza e la protezione degli impianti nucleari pacifici, compresi gli sforzi per garantire la sicurezza e la protezione della centrale nucleare di Zapororizhzhia”.

Macron agli studenti cinesi: scambi di ricerca vettore di amicizia

Macron agli studenti cinesi: scambi di ricerca vettore di amicizia




Macron agli studenti cinesi: scambi di ricerca vettore di amicizia




















Roma, 7 apr. (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron ha sollecitato “legami accademici” più profondi con la Cina nella sua visita in un’università del Guangzhou nel terzo giorno del suo viaggio di Stato. Lo racconta il South China Morning Post.

Macron ha ricordato un episodio storico: l’attracco a Canton (oggi Guangzhou) della nave francese Anfitrite nel 1698, portando a bordo “non soldati ma matematici”. E, rivolgendosi a studenti e docenti della Sun Yat-sen University della città cinese, ha affermato che questo episodio storico è una metafora per significare il fatto che la collaborazione scientifica può “nutrire l’amicizia”. Questa università, una delle più prestigiose del Paese, ha un rapporto con la Francia da più d’un secolo e ha collaborazioni con 24 istituti francesi tra cui l’Ecole Normale Superieure, la Lyon School of Management e l’Università di Angers. È inoltre associata a un consorzio di scuole di ingegneria nell’ambito dell’Istituto franco-cinese per l’energia nucleare.

All’incontro erano presenti oltre 1.000 studenti dei dipartimenti d’ingegneria nucleare e lingue straniere dell’università, prima di dirigersi verso una cena informale con il presidente cinese Xi Jinping, un incontro con gli investitori cinesi e il volo di ritorno. La rara uscita di Xi con un leader straniero fuori dalla capitale Pechino si è svolta al Songyuan Hotel, un lussuoso e tradizionale luogo in stile giardino cinese che i leader provinciali di solito usano per ospitare i principali leader nazionali e di partito. Nel 2018, Xi e il primo ministro indiano Narendra Modi hanno tenuto un vertice in riva a un lago nel centro della città di Wuhan.

Quando Macron è entrato nel campus della Sun Yat-sen University, è stato acclamato e accolto da un’enorme folla, con studenti che cantavano il suo nome e tendevano il braccio per stringergli la mano mentre si avvicinava. Dopo aver pronunciato il suo discorso in francese, tre studenti hanno condiviso i loro pensieri e hanno sollevato domande anche in francese. “La ricerca è assolutamente essenziale” per una comprensione continua e per andare avanti, ha affermato Macron, aggiungendo che oltre a lavorare nei tradizionali campi di cooperazione, come l’energia nucleare, i due Paesi dovrebbero adottare partenariati simili per la decarbonizzazione e la biodiversità.

Macron ha incoraggiato più scambi di persone, in un momento in cui gli scambi accademici sono sotto pressione negli Stati Uniti che li percepiscono sempre più come un canale di spionaggio da parte cinese. Il leader francese ha anche toccato il tema della guerra in Ucraina, che ha definito una “manifesta violazione del nostro diritto internazionale”, e ha fatto appello a sforzi congiunti per “evitare qualsiasi escalation e preservare e reinventare un ordine internazionale di pace e stabilità”.

Pechino: il futuro di Taiwan è nella riunificazione cinese

Pechino: il futuro di Taiwan è nella riunificazione cinese




Pechino: il futuro di Taiwan è nella riunificazione cinese



















Roma, 7 apr. (askanews) – Il futuro di Taiwan risiede nella riunificazione con la Cina e le differenze sistemiche tra Pechino e Taipei non saranno d’ostacolo alla riunificazione. L’ha affermato oggi la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning nella quotidiana conferenza stampa.

“Il futuro di Taiwan risiede nella riunificazione della Cina e il benessere delle persone a Taiwan dipende dal ringiovanimento della nazione cinese. La differenza nei sistemi attraverso lo Stretto non è una barriera alla riunificazione o una scusa per la divisione”, ha detto Mao, aggiungendo che il principio “un paese, due sistemi” terrà “in piena considerazione” la realtà di Taiwan ed è la base per risolvere la questione intorno all’isola. Gli sforzi per sostenere l’indipendenza dell’isola in modo da contenere la Cina sono pericolosi e non porteranno da nessuna parte, ha detto ancora la portavoce.

Nel corso della giornata, l’ex presidente di Taiwan Ma Ying-jeou, in conclusione della sua prima visita nella Cina continentale, ha criticato l’attuale leadership taiwanese per aver aggravato la situazione nella regione. “I nostri politici continuano a mettere in pericolo Taiwan. Il futuro è una scelta tra pace e guerra”, ha dichiarato Ma . Mercoledì la presidente taiwanese Tsai Ing-wen ha incontrato il presidente della Camera degli Stati Uniti Kevin McCarthy e altri legislatori a Los Angeles, in California, durante il suo “transito” negli Usa.

JOOP 2023: gli oli Evo più prestigiosi si sfidano a Tokyo

JOOP 2023: gli oli Evo più prestigiosi si sfidano a Tokyo




JOOP 2023: gli oli Evo più prestigiosi si sfidano a Tokyo



















Roma, 7 apr. (askanews) – La Camera di Commercio Italiana in Giappone (ICCJ) ha annunciato oggi durante la cerimonia di premiazione tenutasi a Tokyo, i vincitori di Japan Olive Oil Prize (Joop) e Joop Design Award.

Un concorso ormai affermatosi come una delle competizioni più rigorose e importanti del mondo, che da 11 anni persegue l’obiettivo di promuovere le eccellenze olearie in Giappone e in Asia. In quest’edizione hanno partecipato 538 etichette, provenienti da 23 Paesi. Gli oli finalisti sono stati sottopposti all’analisi in blind tasting della giuria di 11 giudici internazionali certificati, supervisionati da tre panel leader: Konstantinos Liris (Grecia), Antonio G. Lauro (Italia), Miciyo Yamada (Giappone).

La rigorosa selezione ha proclamato i vincitori nelle categorie IGP, DOP, Biologico, Monocultivar, Blend e Aromatizzato. A seconda del punteggio ottenuto, agli oli sono stati attribuiti i premi Best in Class, Gold e Silver. “JOOP dopo 11 anni, una grande partecipazione di etichette internazionali, una giuria eccellente e un’ attenta selezione e’ diventato il concorso leader in Asia. Un olio premiato in questa competizione può avere buone possibilità di entrate nel mercato Giapponese oltre a quello di altri Paesi del sud est asiatico, compresa la Cina. E’ importante per i produttori la costanza, ogni azienda dovrebbe avere ogni anno 2 o 3 premi importanti per mantenere la propio credibilità sul mercato. Il Joop e’ sicuramente un concorso che risponde a questa necessità – ha affermato il panel leader Konstantinos Liris

Nell’ambito di JOOP, da 4 anni il concorso JOOP Design Award premia i produttori che si sono distinti nel comunicare l’identità del loro prodotto, attraverso il logo, l’etichettatura e il design della bottiglia. Anche quest’anno il concorso vede la partecipazione di una giuria di creativi di fama internazionale: Hasuike Makio (Giappone), Ashizawa Keiji (Giappone), Araki Kosuke (Giappone), Bret Recor (USA), Giulio Iacchetti (Italia), Anselmo Tumpic (Croazia), Prompong Hakk (Thailandia) e Yesim Eröktem, Doganberk Demir (Turchia).

“Il nostro lavoro non finisce con la premiazione, ma continua tutto l’anno, attraverso il coordinamento di attività di promozione nella grande distribuzione, partecipazione a fiere, organizzazione di eventi ad hoc rivolti agli importatori come gli Open Day, oltre a master class dedicate a promuovere la cultura dell’ olio Evo nelle più prestigiose scuole di cucina in Giappone” ha commentato Davide Fantoni, General Manager della Camera di Commercio Italiana in Giappone. ll Giappone continua a mostrare buone prospettive di ampliamento per un valore totale di importazione di olio extra vergine d’ oliva pari a 220 milioni di euro nel 2022 (+ 8 % dal 2020) e con volumi pari a 47 mila tonnellate . Le importazioni dall’Italia rappresentano il 40% del valore importato complessivamente dal Sol Levante, per un valore di 88 milioni di euro e con volumi pari a 16 mila tonnellate nel 2022 (fonte:elaborazione su dati Dogane giapponesi).

Xi: Europa sia autonoma da Usa; Macron risponde: aiutaci su Ucraina

Xi: Europa sia autonoma da Usa; Macron risponde: aiutaci su Ucraina




Xi: Europa sia autonoma da Usa; Macron risponde: aiutaci su Ucraina




















Roma, 6 apr. (askanews) – Mentre sul fianco orientale la Cina sconta un’accresciuta pressione statunitense attorno alla questione di Taiwan, tenta di evitare l’accerchiamento geopolitico mantenendo aperto il dialogo con l’estremo opposto del continente euroasiatico: l’Europa. E chiede che questa esprima “un’autonomia strategica” (dagli Stati uniti), ricevendo dal presidente francese Emmanuel Macron e dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in visita congiunta a Pechino, la richiesta di contribuire a un processo di pace in Ucraina esercitando la propria influenza sulla Russia.

E’ stata, questa, una giornata importante per Pechino, che ha visto due summit bileterali tra il presidente Xi Jinping e Macron, da un lato, e tra Xi e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, oltre a un incontro trilaterale. Ma è stata anche la giornata in cui si sono ufficializzati – sempre a Pechino – i risultati della mediazione che ha portato da oggi al ripristino delle relazioni tra Arabia saudita e Iran, acerrimi nemici per decenni nel mondo islamico, in un miracolo diplomatico che rafforza il prestigio cinese. Tutto ciò mentre lo Stretto di Taiwan e le sue immediate vicinanze sono piuttosto affollati di navi da guerra, sia cinesi che americane, all’indomani dell’incontro a Los Angeles tra la presidente taiwanese Tsai Ing-wen e il presidente della Camera dei rappresentanti Usa Kevin McCarthy, che ha fatto infuriare Pechino, pur non portando a una reazione dura come quella alla visita dell’allora speaker della Camera Usa Nancy Pelosi otto mesi fa.

Dal punto di vista di Pechino, è evidentemente in corso una sfida strategica a distanza con gli Stati uniti, in cui le diverse regioni del mondo rischiano di dover fare una scelta di campo. L’Europa oggi si è presentata alla Grande Sala del Popolo con le facce di Macron – considerato una colomba nell’attuale contesto geopolitico – e di von der Leyen, dopo che negli ultimi mesi si erano già recati in Cina il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier spagnolo Pedro Sanchez.

Macron ha detto a Xi di contare su di lui per “riportare la Russia alla ragione”, rispetto all’invasione dell’Ucraina. E von der Leyen ha chiesto al presidente cinese – che dopo la presentazione di un “position paper” sul conflitto è andato a incontrare il leader russo Vladimir Putin – di sentire anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Xi ha risposto che, quando ci saranno le condizioni, intende parlare con il leader di Kiev. Sul tema della pace in Ucraina, Xi ha di fatto ripetuto la formula cinese – enunciata nel “position paper” – che prevede sia il rispetto della sovranità e integrità territoriale di tutti paesi, ma anche la considerazione per le “legittime preoccupazioni di sicurezza” di tutti (e, nello specifico della crisi ucraina, quelle di Mosca rispetto all’espansione della Nato). Mentre von der Leyen ha ribadito il suo sostegno per il piano di pace di Zelensky, che prevede tra l’altro il ritiro russo, anche dalla Crimea, e la creazione di un tribunale speciale per i crimini di guerra. Inoltre, la leader europea ha chiarito che un eventuale sostegno militare, “sia diretto sia indiretto”, all’invasore russo sarebbe una “chiara violazione della legge internazionale” e danneggerebbe i rapporti Ue-Cina. Apprezzamento, invece, è stato espresso da von der Leyen per la contrarietà di Pechino rispetto non solo all’uso di armi nucleari, ma anche alla minaccia di utilizzarle.

Dal punto di vista cinese, invece, è stata evidenziata la necessità che l’Europa agisca come un attore autonomo, non vincolato a paesi terzi nei rapporti con Pechino. “La Cina sostiene l’Europa del raggiungimento dell’autonomia strategica e afferma che la relazione Cina-Europa non può essere sottoposta o controllata da terze parti”, ha detto Xi. Gli ha sostanzialmente risposto Macron, segnalando la centralità della questione ucraina per l’Europa: “Un’architettura di sicurezza dell’Europa è impossibile finché l’Ucraina rimarrà occupata”. Il rapporto con l’Europa, grande e ricco mercato, è cruciale per la Cina. La situazione deteriorata con gli Stati uniti, che stanno sostenendo un riarmo dei propri alleati regionali (Giappone e Corea del Sud) e rafforzando la propria presenza aumentando le basi militari nelle Filippine, in vista di un possibile showdown a Taiwan (a sua volta sempre più armata da Washington) o di ulteriori tensioni nel conteso Mar cinese meridionale, mettono la Cina a rischio accerchiamento anche rispetto alle supply-chain. Un asse più compatto con Mosca non sarebbe sufficiente a controbilanciare la situazione. Quindi, dal punto di vista cinese, il canale euroasiatico, che Xi punta ad aprire dal suo primo mandato con l’iniziativa Belt and Road, deve restare aperto. In questa partita, però, entra anche la variabile economica. La relazione Ue-Cina, ha chiarito von der Leyen, è “estesa e complessa” con un “impatto significativo sulla prosperità e sicurezza di entrambi”. L’Europa è il primo mercato d’esportazione per la Cina, mentre la Cina è la terza destinazione per l’export Ue. Il giro d’affari è stato di 2,3 miliardi di euro al giorno nel 2022. Ma nello stesso tempo è “un bilancio commerciale squilibrato” e nell’ultimo decennio il deficit commerciale a favore di Pechino è più che triplicato. Tale situazione – ha spiegato ancora von der Leyen – va affrontata, anche alla luce del fatto che in Cina vengono messe in atto pratiche “inique” che impediscono l’accesso al mercato. Ma, mentre c’è chi pensa che questo debba portare a un “decoupling”, un “disaccoppiamento”, con la Cina, von der Leyen ha detto di “dubitare che possa essere una soluzione possibile o desiderabile”. Invece va adottata una strategia di contenimento del rischio nei diversi settori, intraprendendo la strada del dialogo e della diplomazia. In questo senso, le due parti hanno deciso una ripresa del dialogo economico ad alto livello.

Von der Leyen: Xi sentirà Zelensky quando ci saranno condizioni

Von der Leyen: Xi sentirà Zelensky quando ci saranno condizioni




Von der Leyen: Xi sentirà Zelensky quando ci saranno condizioni – askanews.it



















Roma, 6 apr. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha assicurato, nei colloqui con il presidente francese Emmanuel Macron e con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che intende sentire il leader ucraino Volodymyr Zelensky per promuovere la ripresa di colloqui di pace con la Russia. Lo ha riferito la numero uno dell’esecutivo europeo in una conferenza stampa dopo l’incontro trilaterale.

“Ho incoraggiato il presidente Xi a contattare il presidente Zelensky, so dalle mie telefonate che il presidente Zelensky l’ha chiesto, anche pubblicamente, ed è stato interessante sentire che il presidente Xi ha ribadito la sua volontà a parlargli quando le condizioni e il momento lo consentiranno”, ha detto van der Leyen rispondendo a una domanda. “La posizione della Cina è cruciale per l’Unione europea. Come membro del Consiglio di sicurezza Onu la Cina ha una grande responsabilità e noi ci attendiamo che la Cina svolga questo compito promuovendo una giusta pace che rispetti la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”, ha detto ancora la leader dell’esecutivo europeo.

Von der Leyen ha anche segnalato di aver “sottolineato nell’incontro che sono fermamente favorevole al piano di pace del presdidente Zelensky”, ma ha riferito di aver “accolto favorevolemente alcuni dei principi posti dalla Cina. In particolare in relazione alla sicurezza nucleare e alla diminuzione del rischio nucleare e le affermazioni della Cina sull’inaccettabilità dell’uso delle armi nucleari o delle minacce d’uso delle armi nucleari”. Van der Leyen ha anche detto che nell’Ue si conta “anche sul fatto che la Cina non fornisca alcun aiuto militare alla Russia né direttamente né indirettamente, perché armare l’aggressore sarebbe contro la legge internazionale e danneggerebbe significativamente le nostre relazioni”.