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Accordo GSK-Zhifei per vendere vaccino fuoco Sant’Antonio in Cina

Accordo GSK-Zhifei per vendere vaccino fuoco Sant’Antonio in CinaRoma, 9 ott. (askanews) – La casa farmaceutica con base in Gran Bretagna GSK ha annunciato oggi di aver raggiunto un accordo esclusivo con Chongqing Zhifei Biological Products (Zhifei) per co-promuovere il vaccino contro l’herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio) di GSK, lo Shingrix, in Cina per un periodo iniziale di tre anni, con il potenziale per estendere la partnership qualora tutte le parti fossero d’accordo. Si tratta di una commessa da 2,5 miliardi di sterline (2,9 miliardi di euro).

“Questa partnership è coerente con la nostra attenzione sui prodotti con un livello di differenziazione elevato e duraturo. Amplia materialmente il numero di adulti cinesi che possono beneficiare di Shingrix e include l’opzione di estendere la collaborazione per includere il nostro nuovo vaccino contro il virus RSV Arexvy” ha dichiarato Luke Miels, Chief Commercial Officer di GSK. Zhifei, la più grande azienda cinese di vaccini in termini di fatturato, ha una lunga esperienza nel promuovere l’accesso a vaccini innovativi in Cina. Unendo le dimensioni e le competenze delle due società, la partnership strategica amplierà in modo significativo la disponibilità di Shingrix, supportando la rapida espansione dell’accesso dei pazienti al vaccino e le potenziali indicazioni future.

A partire dal primo gennaio 2024, Zhifei avrà i diritti esclusivi per importare e distribuire Shingrix in Cina, concentrandosi sulla promozione del vaccino attraverso la sua vasta rete di servizi, che copre più di 30.000 punti di vaccinazione in tutto il paese. In collaborazione, GSK, in qualità di titolare della licenza per il prodotto, co-promuoverà Shingrix sensibilizzando gli operatori sanitari all’interno dei centri sanitari comunitari e delle strutture ospedaliere sull’importanza della vaccinazione contro l’herpes zoster. Nell’agosto 2023, GSK ha annunciato dati positivi dallo studio di fase IV ZOSTER-076 che mostrerebbero che Shingrix ha dimostrato un’efficacia del vaccino al 100% nella prevenzione dell’herpes zoster negli adulti cinesi di età pari o superiore a 50 anni.

Expo Osaka 2025, i costi previsti aumentano ulteriomente

Expo Osaka 2025, i costi previsti aumentano ulteriomenteRoma, 7 ott. (askanews) – Tokyo ha dovuto rivedere ulteriormente la stima di costo della venue dell’Expo 2025 a Osaka. L’ultima revisione – secondo quanto scrive oggi il Nikkei – è di ben 50 miliardi di yen (318 milioni di euro), principalmente a causa dell’aumento dei prezzi dei materiali e della manodopera.

La stima di costo è così salita a 235 miliardi di yen (1,5 miliardi di euro), oltre l’80% in più rispetto alla cifra messa sul tavolo alla candidatura del Giappone per l’evento nel 2018. I costi aggiuntivi saranno distribuiti in tre parti tra il governo centrale, le autorità locali e la comunità imprenditoriale. Il primo ministro Fumio Kishida ha ricevuto ieri un rapporto sullo stato dei preparativi per l’Expo dal ministro dell’Economia, del Commercio e dell’Industria Yasutoshi Nishimura e da Hanako Jimi, la ministrìa responsabile dell’evento.

La stima iniziale era 125 miliardi di yen (794 milioni di euro) era già stata aumentata a 185 miliardi di yen (1,2 miliardi di euro) nel 2020 a causa di modifiche alla progettazione e altri fattori. In un incontro ad agosto con il governatore di Osaka Hirofumi Yoshimura e altri funzionari, Kishida ha espresso preoccupazione per la “situazione estremamente difficile” per i preparativi dell’Expo, riferendosi ai ritardi. Il governo centrale ha indicato che guiderà gli sforzi per portare avanti i lavori.

Alibaba chiude l’accademia di scienze sociali voluta da Jack Ma

Alibaba chiude l’accademia di scienze sociali voluta da Jack MaRoma, 7 ott. (askanews) – Doveva essere un grande lascito di Jack Ma, il fondatore di Alibaba una volta iperattivo sui social network e nel sociale. E invece Alibaba Group Holding, in cui la presenza del fondatore è sempre meno evidente, ha deciso di chiudere la sua Luohan Academy, un istituto di scienze sociali che Ma sperava potesse “esistere per 300 anni” quando è stato creato nel giugno 2018. Lo racconta oggi il South China Morning Post.

La chiusura senza preavviso della Luohan Academy, un istituto di ricerca aperto con la grande missione di contribuire a risolvere “alcune delle sfide economiche e sociali più urgenti del mondo”, è avvenuta come parte della radicale ristrutturazione di Alibaba, il colosso dell’e-commerce con sede a Hangzhou. Allo stesso tempo, secondo fonti del SCMP (che è a sua volta di proprietà di Alibaba), parte delle operazioni dell’accademia sono rimaste all’interno del gruppo, compreso il gruppo di ricerca ambientale, sociale e di governance. Alibaba sta suddividendo il suo vasto impero commerciale in sei grandi gruppi: Taobao e Tmall, cloud, servizi locali, commercio internazionale, intrattenimento e Cainiao, oltre a una serie di unità aziendali più piccole. Cainiao, la rete logistica intelligente, ha presentato una domanda di offerta pubblica iniziale a Hong Kong per raccogliere almeno un miliardo di dollari.

La Luohan Academy – che aveva sponsorizzato programmi di ricerca su argomenti come “privacy e governance dei dati”, “misurazione della nuova economia” e “finanza del futuro” – ha funzionato come un istituto accademico piuttosto che come un’entità aziendale generatrice di entrate. L’ultima conferenza annuale sull’economia digitale dell’Accademia, tenutasi a Hangzhou nel giugno 2023, ad esempio, ha riunito studiosi ed economisti provenienti da Stati Uniti, Europa e Cina per una discussione di due giorni sul tema “esplorare l’evoluzione del futuro digitale”.

Jack Ma si è dimesso dalla carica di presidente di Alibaba nel settembre 2019, dopo essersi di fatto eclissato dalla scena pubblica.

Ue potrebbe aprire indagine su sussidi a turbine eoliche cinesi

Ue potrebbe aprire indagine su sussidi a turbine eoliche cinesiRoma, 7 ott. (askanews) – Dopo l’apertura di un’indagine sui sussidi ai veicoli elettrici cinesi, l’Unione europea potrebbe aprire un’inchiesta dello stesso tipo in relazione alle turbine per la produzione di energia eolica. L’ha detto alla rete francese BFM TV Didier Reynders, commissario alla competizione ad acta.

“Nel settore dell’energia eolica ci sono componenti che possono essere in competizione con componenti cinesi. Se c’è una possibilità di troppi sostegni da parte cinese, (…) noi siamo aperti a un’indagine”, ha detto Reynders.

Giappone, Fujitsu lancia avanzatissimo computer quantistico

Giappone, Fujitsu lancia avanzatissimo computer quantisticoRoma, 6 ott. (askanews) – Il gigante tech giapponese Fujitsu e l’istituto di ricerca RIKEN hanno annunciato lo sviluppo di successo di un nuovo computer quantistico superconduttore da 64 qubit presso il RIKEN RQC-Fujitsu Collaboration Center.

Il nuovo computer quantistico sfrutta la tecnologia sviluppata da RIKEN e da un consorzio di partner di ricerca congiunti tra cui Fujitsu per il primo computer quantistico superconduttore del Giappone, che è stato rivelato per la prima volta al pubblico nel marzo 2023. Accompagnando questo annuncio, Fujitsu e RIKEN hanno inoltre rivelato il lancio di una piattaforma per il calcolo quantistico ibrido, che combina la potenza di calcolo del computer quantistico superconduttore da 64 qubit di recente sviluppo con uno dei più grandi simulatori di computer quantistici da 40 qubit al mondo sviluppato da Fujitsu.

La nuova piattaforma ibrida consente un facile confronto dei risultati di calcolo dei computer quantistici “noisy” su scala intermedia (NISQ) con i risultati privi di errori dei simulatori quantistici, contribuendo ad accelerare la ricerca in aree che includono la valutazione delle prestazioni degli algoritmi di mitigazione degli errori nelle applicazioni quantistiche. Fujitsu e RIKEN stanno sviluppando ulteriormente un algoritmo quantistico ibrido che collega il calcolo quantistico superconduttore con il calcolo ad alte prestazioni (HPC). Collegando un computer quantistico con un simulatore quantistico che funziona su un HPC, Fujitsu e RIKEN sono riusciti a sviluppare un algoritmo quantistico ibrido che consente calcoli di chimica quantistica con maggiore precisione rispetto agli algoritmi convenzionali (CCSD(T)). I due partner prevedono di includere questo algoritmo nella nuova piattaforma.

Guardando al futuro, Fujitsu e RIKEN promuoveranno lo sviluppo di tecnologie tra cui l’implementazione ad alta densità per realizzare un computer quantistico superconduttore da 1.000 qubit, nonché tecnologie per ottenere operazioni di gate quantistici più precise. Fujitsu e RIKEN forniranno inoltre risorse di calcolo quantistico e simulazione quantistica ai clienti per applicazioni in vari campi, tra cui la finanza e la scoperta di farmaci attraverso questa piattaforma, e promuoveranno attività di ricerca e sviluppo per applicazioni quantistiche attraverso una ricerca congiunta per accelerare l’applicazione pratica sia dell’hardware che del software del calcolo quantistico.

Negli ultimi anni lo sviluppo di varie architetture di calcolo quantistico è andato avanti a ritmo sostenuto. La creazione di risultati computazionali affidabili con i computer quantistici, tuttavia, rappresenta una sfida continua, poiché gli attuali sistemi NISQ soffrono ancora di errori di calcolo dovuti al “rumore” (motivo per il quale sono definiti “noisy”) nell’ambiente circostante. Gli esperti prevedono che la realizzazione di un computer quantistico tollerante ai guasti (FTQC) in grado di fornire risultati affidabili e accurati richiederà un decennio o più. Inoltre, un’altra priorità rappresenta lo sviluppo simultaneo di applicazioni quantistiche per realizzare l’uso pratico dei computer quantistici una volta che sarà disponibile un FTQC. I simulatori quantistici, che possono imitare digitalmente il calcolo quantistico, forniscono un ponte vitale verso lo sviluppo del calcolo quantistico pratico e tollerante ai guasti. A differenza degli attuali computer quantistici, i simulatori quantistici possono eseguire calcoli senza errori e a passo lungo (simili a quelli quantistici) poiché non si basano su qubit soggetti a errori. Tuttavia, poiché i simulatori quantistici riproducono digitalmente solo il calcolo quantistico sui computer classici, non possono realizzare l’effettiva accelerazione quantistica, un vantaggio atteso dai computer quantistici pratici. Per affrontare questi problemi, Fujitsu e RIKEN hanno lanciato una nuova piattaforma ibrida di calcolo quantistico che combina i vantaggi dei computer quantistici superconduttori e dei simulatori quantistici, contribuendo in definitiva a un ulteriore utilizzo del computer quantistico superconduttore sviluppato presso il RIKEN RQC-Fujitsu Collaboration Center e allo sviluppo di nuove applicazioni quantistiche.

Robert Kuok, il decano dei miliardari d’Asia compie 100 anni

Robert Kuok, il decano dei miliardari d’Asia compie 100 anniRoma, 6 ott. (askanews) – Una pioggia di auguri è caduta su Robert Kuok, il rispettato miliardario malese che oggi ha compiuto i suoi 100 anni. Il tycoon, che vive a Hong Kong da mezzo secolo, si conferma il più attempato riccone d’Asia e il terzo miliardario con più anni sul groppone dopo l’assicuratore Usa George Joseph (102 anni) e il presidente americano della Dole Food David Murdock (100 anni anche lui, ma nato ad aprile).

Quella di Kuok è stata una vita che ha attraversato la storia dell’Asia, dalle origini come venditore di riso e zucchero nel secondo dopoguerra a una fortuna che è stimata, secondo Forbes, a 10,4 miliardi di dollari, che lo rende il 146mo uomo più ricco del mondo. Non bisogna pensare alla sua, però, come a una storia da self-made-man. Certamente le premesse da cui partì, quando era ancora un ragazzo, non erano quelle del povero in canna. Kuok – il cui nome completo è Kuok Hock Nien – nasce in una famiglia ricca e ben collegata. Originaria della provincia cinese di Fujian, si spostò nella provincia malese di Johor Bahru, dove si collocò immediatamente nella fascia alta della società locale. Il piccolo Robert nacque il 6 ottobre 2023 proprio lì. Malese, sì, ma anche cinese e in famiglia il piccolo futuro miliardario parlava nel dialetto di Fuzhou. Il giapponese dové impararlo per forza, durante l’occupazione nipponica in periodo di guerra. Tutto ciò gli diede la possibilità di operare sui mercarti di Cina, Giappone e Sudest asiatico con totale padronanza.

La formazione di Robert Kuok fu quella dell’élite sino-malese. Studiò nella Raffles Institution di Singapore, dove fu compagno di classe di Lee Kuan Yew (fondatore e dominatore della città stato dal 1959 praticamente fino alla sua morte nel 2016), e poi nell’università inglese di Johore Bahru. Kuok ovviamente, in una sua biografia, accredita il mitico inizio della sua fortuna col un lavoro da fattorino. Ma, senza il sostegno finanziario della sua famiglia, non sarebbe potuto decollare. Il resto, certo, fu frutto del suo talento.

Durante l’occupazione giapponese (1942-45), entrò in affari con il conglomerato nipponico Mitsubishi Shojigaisha, operando nel settore del commercio del riso, che lo “zaibatsu” (trust) giapponese aveva monopolizzato grazie al supporto dei militari. Robert diventò sostanzialmente colui che gestiva questo cruciale monopolio. Dopo la guerra, i contatti e le competenze maturate nel periodo precedente furono cruciali nella fondazione del business di famiglia, la Kuok Brothers, nel 1949, che commmerciava prodotti agricoli. Dieci anni dopo, fodò la Malayan Sugar Manifacturing, che arrivò a controllare il 10% della produzione mondiale: allora fu soprannominato “il re dello zucchero”.

Poi si buttò nella hotellerie, costruendo nel 1971 il primo Shangri-La Hotel a Singapore, e nell’immobiliare, quando nel 1977 acquistò un appezzamento in un’area su cui pochi avrebbero scommesso per costruirvi il Kowloon Shangri-La. Infine si diede anche all’editoria, acquistando una quota di controllo del South China Morning Post (poi venduta ad Alibaba), ed entrando in affari con Rupert Murdoch. Nel 1993 però lasciò il Kerry Group, che era il suo veicolo per questi affari. Le aziende di Kuok sono presenti in tutti i principali paesi della regione. Il vegliardo è anche proprietario del World Trade Center di Pechino, oltre a essere il padrone del più grande trasformatore di olio di palma al mondo ed essere presente nel settore dei servizi petroliferi con la PACC Offshore Services Holdings (POSH). Kuok non si fa mancare anche una consistente presenza in politica, nella quale ha nei decenni ricoperto importanti incarichi sia a Hong Kong che in Malaysia. E non ha fatto mancare il suo sostegno all’ex primo ministro Mahatir Muhamad e al partito UNMO. Nella vita privata, Kuok tende a essere piuttosto riservato. Sappiamo che è buddista e che si è sposato per due volte, avendo un totale di otto figli, molti dei quali sono coinvolti negli affari generati dal padre o in altri business in giro per l’Asia: più che una famiglia, una holding.

Cina apre parco eolico sull’Himalaya a quota 5.200 m

Cina apre parco eolico sull’Himalaya a quota 5.200 mRoma, 6 ott. (askanews) – La Cina ha aperto sull’Himalaya quello che apparentemente è il parco eolico più alto del mondo, in una spinta per testare anche i limiti tecnici di una tecnologia che ha un ruolo importante nella transizione energetica.

Nella regione autonoma del Tibet, secondo quanto ha scritto oggi il South China Morning Post, il parco eolico costruito nella contea di Comai, a un’altitudine che arriva a 5.200 metri, è stata collegata alla rete elettrica. Al momento sono attive 15 turbine eoliche. Il progetto è stato finanziato dalla Three Gorges Corporation, di proprietà statale. Si prevede che le 15 turbine, con capacità per singola unità fino a 3,6 megawatt (MW) – un record per i parchi eolici ad alta quota in Cina – genereranno 200 milioni di kilowattora di elettricità pulita all’anno.

Secondo una dichiarazione di Three Gorges su WeChat, ciò equivale al consumo energetico annuo di 140mila famiglie locali, ovvero più del 10% di tutte le famiglie tibetane. La sua produzione annuale di energia, se pienamente realizzata, potrebbe far risparmiare più di 60mila tonnellate di carbone ogni anno, riducendo 173mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica e 20 tonnellate di emissioni di anidride solforosa, secondo quanto ha screitto l’agenzia di stampa statale Xinhua.

Lei Mingshan, presidente della Three Gorges Corp., ha affermato che il progetto “è di grande importanza per lo sviluppo di più impianti eolici ad altissima quota in Cina, nonché per lo sviluppo economico e sociale della regione”. Secondo un rapporto sull’energia elettrica del China Electricity Council di luglio, la Cina, il più grande produttore mondiale di energia rinnovabile, ha generato il 36,2% della sua elettricità da combustibili non fossili nel 2022. In totale, l’8,8% dell’elettricità cinese proviene dal vento.

L’anno scorso la capacità eolica installata nel paese ha raggiunto i 365 gigawatt (GW), pari al 40% del totale globale e al primo posto a livello mondiale per 13 anni consecutivi. La collocazione di un parco eolico ad altitudine così elevata è una sfida tecnica. La quantità di energia generata dalle turbine è correlata sia alla densità dell’aria che alla velocità del vento, l’efficienza di una turbina viene ridotta dall’aria rarefatta nelle aree ad alta quota. Pertanto, per aumentare la produzione di energia da una singola unità, le turbine appena installate hanno un diametro del rotore di 160 metri, ovvero circa 20 metri più lungo rispetto a unità comparabili in altre regioni. Ciò aumenta la circonferenza delle pale rotanti di quasi il 30%. Per funzionare in modo efficiente in un ambiente estremo, tutte le turbine sono dotate di rivestimenti elastici, moduli di protezione UV e contro i fulmini e cavi spessi, secondo i commenti nei media statali del direttore tecnico del progetto, Li Chunshan. Three Gorges Corp., che gestisce anche la più grande diga idroelettrica del paese, ha completato a luglio un altro innovativo parco eolico al largo della provincia del Fujian. Si tratta del primo parco eolico offshore al mondo che utilizza turbine da 16 MW, gestito dalla società. Le turbine dell’impianto sono dotate di torri da 152 metri e ciascuna turbina ha il diametro della girante più lungo del mondo, pari a 252 metri, un’area spazzata di circa 50.000 metri quadrati e il peso per MW più leggero. È in grado di produrre più di 66 gigawatt di elettricità pulita all’anno.

Giappone, ad agosto ancora giù i salari reali

Giappone, ad agosto ancora giù i salari realiRoma, 6 ott. (askanews) – I salari reali in Giappone ad agosto sono calati per il 17mo mese consecutivo, registrando un -2,5%. Lo ha segnalato oggi il ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare di Tokyo.

Questo indica un’ulteriore perdita del potere d’acquisto, alla luce del fatto che l’inflazione “core” al consumo, cioè depurata dagli alimenti freschi, è stata del 3,1% rispetto a un obiettivo della Banca del Giappone del 2%. Ad agosto, il ministero ha annunciato un salario minimo orario medio per il 2023 di 1.004 yen (6,4 euro), con un aumento di 43 yen (27 centesimi di euro) rispetto allo scorso anno. È la prima volta che il salario minimo orario in Giappone supera i 1.000 yen. Lo stesso mese, il primo ministro Fumio Kishida ha annunciato l’intenzione di aumentarlo a 1.500 yen (9,6 euro) entro la metà degli anni ’30.

Si tratta, per una e forse due generazioni di giapponesi, di una situazione del tutto inedita: le famiglie si trovano in difficoltà perché i salari restano indietro rispetto a un’inflazione in gran parte alimentata dall’indebolimento dello yen, che nei giorni scorsi è sceso a quota 150 per un dollaro. Infatti, sempre oggi sono usciti – a cura Ministero degli Affari Interni e delle Comunicazioni – i dati della spesa al consumo dei giapponesi, che è diminuita per il sesto mese consecutivo in agosto, indicando che i recenti aumenti salariali non sono stati sufficienti a rilanciare il potere d’acquisto dei consumatori. In termini reali, escludendo l’effetto delle fluttuazioni dei prezzi, le famiglie composte da due o più persone hanno speso in media 293.161 yen (1.873 euro) in un mese, con un calo del 2,5% rispetto all’anno precedente.

Questa situazione è destinata ad avere un impatto sulle future decisioni della Banca del Giappone che, in controtendenza rispetto alle banche centrali degli altri paesi a economia forte, continua a mantenere una politica monetaria ultra-espansiva con tassi d’interesse bassi. Nei giorni scorsi il governatore della BoJ Kazuo Ueda ha ribadito l’obiettivo d’inflazione del 2%.

Cina su indagine Ue anti-sussidi auto elettrica: protezionismo

Cina su indagine Ue anti-sussidi auto elettrica: protezionismoRoma, 4 ott. (askanews) – Pechino ha reagito oggi duramente al lancio da parte dell’Unione europea di un’indagine anti-sussidi veicoli elettrici cinesi, esprimendo forte insoddisfazione per un comportamento “protezionistico” da parte europea.

In una dichiarazione del Ministero del Commercio, l’indagine è definita “un palese comportamento protezionistico che interromperà e distorcerà gravemente la catena di approvvigionamento dell’industria automobilistica globale, compresa l’Ue”. Nel comunicato quindi è espressa “forte insoddisfazione” per l’indagine. “La parte europea – continua – ha chiesto alla parte cinese di condurre consultazioni in un periodo di tempo molto breve e non ha fornito materiale di consultazione efficace, il che ha messo seriamente a repentaglio i diritti della parte cinese”.

Su X (ex Twitter), il direttore generale per gli Affari europei del Ministero degli Esteri di Pechino, Wang Luton, ha sua volta ha scritto: “La Commissione Europea ha avviato un’indagine anti-sovvenzioni sui veicoli elettrici cinesi. La mossa viola le regole dell’OMC e danneggia gravemente gli interessi della Cina e le relazioni Cina-UE. La storia dimostra che coloro che si impegnano nel protezionismo finiranno per vedere danneggiati i propri interessi”.

Giappone, governo non rivela se è intervenuto a sostegno yen

Giappone, governo non rivela se è intervenuto a sostegno yenRoma, 4 ott. (askanews) – Il governo giapponese oggi si è rifiutato di dichiarare se sia o meno intervenuto nel mercato valutario per arrestare il declino dello yen rispetto al dollaro, dopo che la valuta giapponese è aumentata bruscamente a seguito di una caduta temporanea sotto la soglia di 150 durante la notte. Lo scrive l’agenzia di stampa Kyodo.

Il ministro delle Finanze Shunichi Suzuki si è limitato a ribadire che i rapidi movimenti valutari sono “indesiderabili”, aggiungendo che il Giappone è pronto a rispondere adeguatamente con “tutte le opzioni sul tavolo”. Poco dopo che lo yen ha superato quota 150 per dollaro durante la notte a New York, è risalito bruscamente fino a 147 yen. Questa oscillazione ha alimentato l’idea da parte degli investitori che il Giappone sarebbe di nuovo intervenuto acquistando yen e vendendo dollari.

Alla domanda se il Giappone fosse effettivamente entrato nel mercato, Suzuki ha detto ai giornalisti: “Mi asterrò dal rispondere a questa domanda”. E ha aggiunto: “I movimenti valutari dovrebbero essere stabili e quelli rapidi non sono auspicabili”, ha affermato Suzuki. “Il governo segue – ha continuato – con molta attenzione gli sviluppi del mercato e con un senso di urgenza. Adotteremo le misure appropriate contro l’eccessiva volatilità senza escludere alcuna opzione”. L’anno scorso, il Giappone è intervenuto “stealth” acquistando yen in cambio del dollaro in più occasioni.

Intanto la Banca del Giappone continua a mantenere una linea di politica monetaria ultra-espansiva, in controtendenza con le banche centrali delle principali economie mondiali. Tutto ciò mentre si attende che la Federal Reserve Usa continui con la sua politica di alti tassi d’interesse. In tale contesto, il dollaro ad alto rendimento è più attraente dello yen per gli operatori di mercato. Per il Giappone, che dispone di risorse scarse, tuttavia, la debolezza dello yen rappresenta un elemento di fragilità poiché gonfia i costi di importazione di energia e materie prime.