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AAA cercasi politici: in Giappone c’è carenza di candidati

AAA cercasi politici: in Giappone c’è carenza di candidati




AAA cercasi politici: in Giappone c’è carenza di candidati



















Roma, 8 apr. (askanews) – Il Giappone, in cui domani si vota per elezioni locali, si trova ad affrontare un’inedita carenza di aspiranti eletti nelle amministrazioni locali. Secondo quanto riferisce il Nikkei, il 40 per cento dei candidati in quasi mille distretti elettorali verranno direttamente eletti per mancanza di concorrenti.

Gli elettori devono scegliere i governatori in nove prefetture (province), i sindaci in sei grandi città e i membri delle assemblea di 41 prefetture e 17 grandi città. Circa 565 candidati, il 25% in totale, non corrono contro alcun avversario nelle assemblee prefettizie al voto, secondo il Ministero degli affari interni e delle comunicazioni. In 348 circoscrizioni elettorali, circa il 40% del totale, si candiderà solo il minimo dei candidati per andare al voto.

Il 23 aprile si terrà un secondo turno elettorale, con gli elettori che sceglieranno i sindaci e i membri dell’assemblea dei quartieri, delle città più piccole, dei paesi e dei villaggi. L’esito del voto potrebbe essere un ulteriore stimolo al primo ministro Fumio Kishida per una possibile decisione di indire elezioni generali anticipate.

Il numero di elezioni non contestate è aumentato negli ultimi anni, in particolare nei piccoli comuni rurali dove la popolazione sta diminuendo rapidamente. La popolazione totale del Giappone è diminuita dello 0,43 per cento, circa 538.000 persone, nel solo 2022, a quanto ha riferito il governo. Ma anche nei comuni più grandi cresce la carenza di candidature.

La Cina mette sotto pressione Taiwan con grandi manovre militari

La Cina mette sotto pressione Taiwan con grandi manovre militari




La Cina mette sotto pressione Taiwan con grandi manovre militari



















Roma, 8 apr. (askanews) – Al ritorno dal suo viaggio in America, la presidente taiwanese Tsai Ing-wen ha dovuto affrontare oggi una situazione particolarmente tesa, con Pechino che ha prospettato tre giorni di intense esercitazioni attorno all’isola aventi l’obiettivo specifico di fare da “serio avvertimento” contro la collusione tra le forze “separatiste” che cercano l’”indipendenza di Taiwan” e “le forze esterne (cioè gli Usa, ndr.)”, in modo fa fermare “le loro attività provocatorie”, a quanto ha detto in una nota il portavoce militare cinese Shi Yi.

Il ministero della Difesa nazionale di Taiwan ha denunciato il fatto che, nella mattinata odierna (notte in Italia), un totale di 42 aerei militari cinesi – inclusi i caccia J-10, J-11 e J-16 – hanno operato nelle vicinanze dell’isola. Ventinove di questi velivoli hanno attraversato la cosiddetta “linea mediana” dello Stretto di Taiwan o sono entrati nella zona di identificazione della difesa aerea (ADIZ) al largo della costa sud-occidentale dell’isola. Sono state inoltre rilevate otto navi da guerra cinesi nell’area. “L’esercito cinese ha intenzionalmente creato tensioni nello Stretto di Taiwan, influenzando negativamente la regione. Condanniamo fermamente tali azioni irrazionali”, ha affermato in una nota il ministero della Difesa taiwanese, accusando la Cina di “minare la pace, la stabilità e la sicurezza regionali”.

Già ieri l’autorità marittima provinciale del Fujian aveva emesso un divieto di navigazione per lunedì, in vista di un “addestramento con fuoco vivo” che verrà realizzato quel giorno. Gli annunci cinesi sembrano un “deja vu”: otto mesi fa, dopo la visita a Taiwan dell’allora speaker della Camera dei Rappresentanti Usa Nancy Pelosi, Pechino mise in campo manovre senza precedenti anche con esercitazioni con fuoco vivo. In questo caso, la Cina ha promesso una ferma reazione dopo che Tsai ha effettuato un “transito” negli Usa – a New York e Los Angeles – incontrando anche il presidente della Camera dei Rappresentanti americana Kevin McCarthy.

In visita a Taipei, oggi, il presidente della commissione per gli affari esteri Usa Michael McCaul in un pranzo di lavoro con la presidente Tsai ha fatto riferimento al National Defense Authorization Act del 2023, che prevede la fornitura fino a un massimo di 10 miliardi di dollari in armi e dispositivi militari da parte degli Stati Uniti nei prossimi cinque anni. “Stiamo facendo di tutto al Congresso per accelerare la vendita e la consegna delle armi di cui hai bisogno per difenderti”, ha detto McCaul a Tsai, “Stiamo addestrando – ha continuato – i tuoi militari per la pace, non per la guerra”. Per quanto riguarda la tempistica della reazione cinese, secondo alcuni analisti, potrebbe essere stata dettata dall’esigenza di evitare di turbare l’esito della visita del presidente francese Emmanuel Macron e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in Cina, che si è conclusa ieri.

In effetti, la questione di Taiwan è stata appena sfiorata sia negli incontri trilaterali che in quelli bilaterali tra il presidente cinese Xi Jinping e Macron. E, nella dichiarazione congiunta finale, è stata liquidata in una sola riga nella quale Parigi conferma la sua adesione al principio dell’Unica Cina. Eppure già nei giorni scorsi, nelle vicinanze dello Stretto di Taiwan era stata avvistata la portaerei cinese “Shandong”, guardata a distanza dalla portaerei americana “USS Nimitz”. Non è chiaro se questo passaggio fosse o meno legato alle manovre iniziate oggi.

Usa-Sudcorea-Giappone: bloccare l’utilizzo di lavoratori nordcoreani

Usa-Sudcorea-Giappone: bloccare l’utilizzo di lavoratori nordcoreani




Usa-Sudcorea-Giappone: bloccare l’utilizzo di lavoratori nordcoreani




















Roma, 8 apr. (askanews) – La Corea del Sud, gli Stati uniti e il Giappone hanno chiesto sostegno internazionale per vietare alla Corea del Nord di inviare lavoratori all’estero e frenare i crimini informatici del Nord in modo da bloccare i canali di finanziamento del suo programma nucleare. Lo riferisce oggi il Nikkei Asia.

I responsabili anti-proliferazione nucleari dei tre paesi si sono incontrati a Seoul per valutare assieme le mosse da fare rispetto alla rafforzata attività nucleare del regime di Kim Jong Un. La Corea del Nord ha intensificato i suoi testi missilistici e appare pronta a effettuare in qualsiasi momento il suo settimo test nucleare.

Nonostante 11 cicli di sanzioni delle Nazioni unite e le difficoltà legate alla pandemia, che hanno peggiorato i suoi problemi economici e alimentari, la Corea del Nord dedica ancora gran parte delle sue scarse risorse ai suoi programmi nucleare e missilistico. A contribuire al finanziamento del suo programma bellico – secondo quanto sostengono gli esperti – ci sono le attività di pirateria informatica, oltre che le retribuzioni dei lavoratori nordcoreani inviati in Cina, in Russia e anche in altri paesi, nonostante un precedente ordine delle Nazioni Unite di rimpatriarli entro la fine del 2019.

In una dichiarazione congiunta, gli inviati dei tre paesi hanno esortato la comunità internazionale a rispettare scrupolosamente le risoluzioni delle Nazioni unite sul divieto di sfruttamento dei lavoratori nordcoreani all’estero Il ministero degli Esteri sudcoreano ha denunciato che un gran numero di lavoratori nordcoreani è utilizzato in attività economiche in tutto il mondo e trasferisce denaro che viene investito nei programmi d’armamento della Corea del Nord. Ha affermato che i tre inviati hanno cercato di richiamare l’attenzione sui lavoratori nordcoreani, perché il Nord potrebbe riaprire ulteriormente i suoi confini internazionali man mano che la situazione globale di COVID-19 migliora.

Non si sa esattamente quanti lavoratori nordcoreani operino all’estero. Ma, prima del 2019, il Dipartimento di Stato Usa aveva stimato che c’erano circa 100mila nordcoreani che lavoravano in fabbriche, cantieri, industrie del legname e altre strutture in tutto il mondo. Questi lavoratori, che non possono muoversi liberamente, facevano affluire alla Corea del Nord entrate stimate tra i 200 ei 500 milioni di dollari all’anno. “Dobbiamo assicurarci che le provocazioni non restino mai impunite. Contrasteremo efficacemente le future provocazioni della Corea del Nord e taglieremo i loro flussi di entrate che finanziano queste attività illegali”, ha detto Kim Gunn, l’inviato sudcoreano, nei commenti televisivi all’inizio del incontro. Sung Kim, l’inviato degli Stati uniti, ha sostenuto che con i suoi programmi nucleari e missilistici e il “programma informatico dannoso che prende di mira paesi e individui in tutto il mondo”, la Corea del Nord minaccia la sicurezza e la prosperità dell’intera comunità internazionale. L’intelligence sudcoreana ha dichiarato a dicembre che gli hacker nordcoreani sono stati in grado di rubare circa 1.500 miliardi di won (1,2 miliardi di dollari) in criptovalute e altre risorse virtuali negli ultimi cinque anni e più della metà solo lo scorso anno. Il National Intelligence Service ha affermato che la capacità della Corea del Nord di sottrarre risorse digitali è tra le migliori al mondo perché Pyongyang si è concentrata sui crimini informatici da quando le sanzioni economiche delle Nazioni Unite sono state inasprite nel 2017 in risposta ai suoi precedenti test nucleari e missilistici. La Corea del Nord sostiene da tempo che le sanzioni delle Nazioni Unite e le esercitazioni militari guidate dagli Stati Uniti nella regione sono la prova dell’ostilità di Washington contro Pyongyang. Il Nord ha affermato di essere stato costretto a sviluppare armi nucleari per far fronte alle minacce militari statunitensi.

Taiwan: rilevate otto navi e 42 aerei da guerra cinesi

Taiwan: rilevate otto navi e 42 aerei da guerra cinesi




Taiwan: rilevate otto navi e 42 aerei da guerra cinesi



















Roma, 8 apr. (askanews) – Taiwan ha affermato oggi di aver rilevato 42 aerei e otto navi da guerra cinesi nei pressi dell’isola. Lo riferisce l’agenzia di stampa France Presse.

Ventinove aerei hanno attraversato la linea mediana che separa la Cina da Taiwan, ha affermato il ministero taiwanese, denunciando “azioni irrazionali” da parte di Pechuino. L’Esercito di liberazione del popolo cinese ha avviato oggi tre giorni di esercitazioni militari nello Stretto di Taiwan, in un contesto di tensioni con l’isola. Le manovre “servono come seri avvertimenti” contro la collusione tra le forze separatiste che cercano l’”indipendenza di Taiwan” e le forze esterne, così come le loro attività provocatorie”, ha detto in una nota il portavoce militare cinese Shi Yi.

Ieri Pechino ha reso noto che lunedì si terranno esercitazioni a fuoco vivo nello Stretto di Taiwan, vicino alla costa del Fujian (est), la provincia prospiciente l’isola, hanno riferito anche le autorità marittime locali. Taipei ha affermato che le manovre minacciano “la stabilità e la sicurezza” nella regione Asia-Pacifico. Gli annunci seguono il “transito” della presidente taiwanese Tsai Ing-wen negli Stati Uniti questa settimana. La leader di Taipei ha incontrato mercoledì Kevin McCarthy, presidente della Camera dei rappresentanti Usa e numero tre nella gerarchia istituzionale americana.

Pechino ha promesso “misure ferme e energiche” in risposta a quella che considera una violazione del principio dell’”Unica Cina”, riconosciuto anche da Washington. Da giovedì, Pechino ha intensificato la pressione militare su Taiwan con l’invio di navi da guerra e aerei nello stretto. Il luogo esatto delle nuove manovre non è specificato, a parte le esercitazioni a fuoco vivo di lunedì, che si svolgeranno intorno a Pingtan, il punto della Cina continentale più vicino a Taiwan.

Ad agosto 2022, Pechino mise in scena manovre militari senza precedenti intorno a Taiwan in risposta alla visita nell’isola dell’allora speaker della Camera Usa, la democratica Nancy Pelosi.

Kim Jong Un “testa” di nuovo il suo drone nucleare sottomarino

Kim Jong Un “testa” di nuovo il suo drone nucleare sottomarino




Kim Jong Un “testa” di nuovo il suo drone nucleare sottomarino



















Roma, 8 apr. (askanews) – La Corea del Nord ha annunciato oggi di aver effettuato un altro test con un drone d’attacco sottomarino a capacità nucleare, dimostrando l’affidabilità del sistema d’arma e la capacità di colpire in maniera “fatale” il nemico. Il test con l’arma strategica sottomarina denominata Haeil-2 è stato effettuato dal 4 al 7 aprile, secondo l’agenzia di stampa ufficiale del regime Korean Central News Agency (KCNA).

“Il sistema servirà come potenziale militare vantaggioso e prospettico delle forze armate della Corea, essenziale per contenere tutte le azioni militari in evoluzione dei nemici, rimuovere le minacce e difendere il paese”, ha affermato la KCNA. La provocazione del Nord è arrivata mentre il regime ha promesso di intraprendere azioni “schiaccianti” contro le esercitazioni militari congiunte tra la Corea del Sud e gli Stati uniti delle ultime settimane

Il drone è partito martedì da un porto nella provincia di Sud Hamgyong e venerdì ha “navigato correttamente” con una testata di prova montata, sott’acqua dopo aver percorso un percorso “ovale e a forma di otto” e simulando una distanza di 1.000 chilometri per 71 ore e sei minuti, secondo il dispaccio della KCNA. Il nuovo annuncio arriva circa due settimane dopo che Pyongyang ha reso pubblico per la prima volta un test del suo drone d’attacco subacqueo Haeil il 24 marzo. Allora la Nordcorea sostenne che “l’arma segreta” è in grado di generare uno “tsunami radioattivo” e attaccare i nemici senza essere preventivamente rilevato.

Il 28 marzo, il regime ha svelato per la prima volta la sua testata nucleare tattica Hwasan-31 e ha affermato di aver organizzato un test di detonazione sottomarina del suo drone Haeil-1 il giorno prima. Considerando il cambio di numero progressivo nel nome dell’arma nell’ultimo test, quella testata questa settimana potrebbe essere una versione aggiornata.

Il Nord ha recentemente intensificato i suoi atti provocatori, come mettere in mostra la testata nucleare tattica Hwasan-31 e il lancio di missili da crociera da sottomarino.

Biden non andrà a Nagasaki in occasione del summit G7

Biden non andrà a Nagasaki in occasione del summit G7




Biden non andrà a Nagasaki in occasione del summit G7



















Roma, 7 apr. (askanews) – La speranza che Joe Biden diventi il primo presidente degli Stati uniti a visitare Nagasaki, la città distrutta il 9 agosto 1945 da una bomba atomica lanciata da un bombardiere americano, in occasione del summit G7 di metà maggio pare sembri destinata a essere vana. Lo hanno affermato fonti diplomatiche all’agenzia di stampa Kyodo.

Il primo ministro Fumio Kishida sperava che lui e Biden potessero inviare un messaggio al mondo dalle due città giapponesi colpite dalla bomba atomica verso un mondo libero dalle armi nucleari, in un momento in cui la crisi ucraina ha accresciuto il rischio di un loro utilizzo. Nagasaki fu distrutta tre giorni dopo che analoga sorte era toccata a Hiroshima. Ma, mentre in quest’ultima ci fu una storica visita nel 2016 dell’allora presidente Barack Obama , di cui Biden era il vice, a Nagasaki nessun leader di Washington in carica ha mai messo piede.

Kishida, che ha in Hiroshima il suo collegio elettorale, ha previsto una visita al Memoriale-Museo della Pace di questa città per i Sette Grandi. Sarà la prima volta che i capi delle sette nazioni più industrializzate al mondo si troveranno contemporaneamente in questo luogo dedicato a una delle più grandi tragedie della storia. Il primo ministro giapponese, che ha presentato una sua visione per un mondo libero dalle armi nucleari quando è entrato in carico, contava sulla possibilità di portare Biden a Nagasaki, secondo quanto hanno spiegato le fondi diplomatiche.

Il vertice del G7 si terrà dal 19 al 22 maggio su tre giorni. A febbraio il sindaco di Nagasaki Tomihisa Taue ha incontrato l’ambasciatore degli Stati uniti in Giappone Rahm Emanuel e ha formalmente invitato Biden.

Shigemitsu Tanaka, l’82enne presidente del Consiglio dei sopravvissuti alla bomba atomica (hibakusha) di Nagasaki, ha dichiarato: “In qualità di presidente di una nazione che ha sviluppato e utilizzato armi nucleari, avrei voluto che (Biden) conoscesse la realtà del bombardamento atomico” di Nagasaki, soprattutto in un momento in cui ci sono minacce d’uso di armi nucleari.

A giugno rara visita dell’imperatore del Giappone all’estero

A giugno rara visita dell’imperatore del Giappone all’estero




A giugno rara visita dell’imperatore del Giappone all’estero



















Roma, 7 apr. (askanews) – L’imperatore del Giappone Naruhito si recherà nella seconda metà di giugno in Indonesia, nella prima visita ufficiale all’estero dopo la sua ascesa al Trono del Crisantemo nel 2019. L’ha comunicato oggi il capo di gabinetto Hirokazu Matsuno, che fa anche da portavoce del governo.

Matsuno ha anche affermato che non è esclusa una partecipazione al viaggio dell’imperatrice consorte Masako, se le sue condizioni di salute lo permetteranno. Masako ha a lungo combattuto con una condizione patologica legata allo stress. La coppia imperiale è stata invitata dal presidente indonesiano Joko Widodo in occasione della sua visita, assieme alla first lady indonesiana, al Palazzo imperiale di Tokyo a luglio 2022.

Quest’anno ricorre il 50mo anniversario dell’Accordo di amicizia e cooperazione tra il Giappone e l’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (Asean), presieduta quest’anno prioprio dall’Indonesia. L’ultima uscita all’estero della coppia imperiale nipponica è avvenuta nel settembre dello scorso anno, quando hanno partecipato alle esequie solenni della regina Elisabetta II.

Anche i genitori dell’imperatore Naruhito, l’ex imperatore Akihito e l’ex imperatrice Michiko, avevano visitato l’Indonesia nel 1991 come parte del loro primo tour all’estero dopo la sua intronizzazione alcuni anni prima.

CSIS: relazioni Usa-Cina decadute a livelli degli anni ’60

CSIS: relazioni Usa-Cina decadute a livelli degli anni ’60




CSIS: relazioni Usa-Cina decadute a livelli degli anni ’60




















Roma, 7 apr. (askanews) – Le relazioni tra Stati uniti e Cina si sono così deteriorate da esser tornate ai livelli precedenti a quelli della storica visita di Richard Nixon del 1972 che aprì le relazioni tra Pechino e Washington. Lo segnala un rapporto intitolato “Breaking the Ice” pubblicato oggi dal Center for Strategic and International Studies (CSIS), che auspica una ripresa immediata delle visite bilaterali e degli scambi di personale accademico tra i due paesi, al momento ai ferri corti.

I due autori del rapporto – Scott Kennedy, consigliere senior e presidente fiduciario in economia e commercio cinese presso il CSIS, e Wang Jisi, presidente fondatore dell’Istituto di studi internazionali e strategici presso l’Università di Pechino – hanno effettuato ciascuno visite rompighiaccio nel paese dell’altro durante il culmine della pandemia di Covid-19 lo scorso anno nel tentativo di riavviare i rapporti. “Nell’ultimo decennio, in particolare negli ultimi cinque anni, le relazioni si sono drammaticamente deteriorate, a livelli di animosità mai visti dalla fine degli anni ’60”, afferma il rapporto. Questa riduzione dei contatti “non è solo un prodotto del peggioramento dei legami, ma ha anche contribuito al declino delle relazioni”.

La visita di Wang negli Stati Uniti la scorsa primavera, al tempo dell’invasione russa dell’Ucraina, è stata seguita dal viaggio di Kennedy circa sei mesi dopo, pcoo prima che la Cina abbandonasse i suoi controlli zero-Covid e iniziasse a riaprirsi al mondo esterno. Il rapporto afferma che nessun altro dei think tank di Pechino o Washington è stato in grado di effettuare una visita del genere dal marzo 2020, quando la Cina ha imposto severi controlli sui viaggi di Covid-19. “Tutti gli interlocutori statunitensi con cui ho parlato pensavano che sia la Cina che gli Stati Uniti dovessero essere ritenuti responsabili della spirale discendente delle relazioni bilaterali”, ha detto Wang del suo viaggio. “Le politiche di parte hanno portato alla competizione tra i politici statunitensi per mostrare la loro durezza nei confronti della Cina”.

Wang ha affermato che la sua conversazione con le controparti statunitensi sul conflitto ucraino e le sue implicazioni per le relazioni Cina-Usa è stata straordinariamente sincera e utile per entrambe le parti, in particolare perché “siamo stati in grado di cogliere questa rara e preziosa opportunità di comunicazione faccia a faccia”, ha scritto. Dal canto suo Kennedy ha affermato che ciò che ha visto e sentito sulla relazione tra i due paesi in Cina è stato “preoccupante” e la mancanza di una comunicazione diretta e faccia a faccia ha contribuito all’irrigidimento degli atteggiamenti. Ha inoltre rilevato che le persone del governo, degli affari e del mondo accademico “erano ansiose di incontrarsi e scambiare opinioni”, ma alcuni di loro pensavano che “sarebbe estremamente difficile ottenere un ripristino riuscito che stabilizzi i legami”

Nell’ultimo anno, le tensioni tra i due paesi non hanno mostrato segni di allentamento su questioni come la tecnologia, Taiwan, il Mar cinese meridionale e la guerra in Ucraina. La Cina ha tagliato diversi canali di comunicazione tra militari e altre aree di dialogo lo scorso agosto, tra cui il cambiamento climatico e la lotta al traffico di droga, dopo che l’allora portavoce della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi ha visitato Taiwan – un viaggio che Pechino ha visto come una grave violazione della sua sovranità. Gli autori hanno notato che l’elevata possibilità di crisi ha reso il dialogo “più urgente che mai” e hanno esortato entrambe le parti a prendere provvedimenti per affrontare le preoccupazioni dell’altro e a ripristinare i collegamenti diretti nell’intero arco delle due società dopo la fine delle politiche cinesi zero-Covid. Inoltre hanno chiesto a entrambe le parti a impegnarsi ad accelerare l’elaborazione delle domande di visto per viaggiatori come turisti, studenti, accademici e uomini d’affari, nonché ad accelerare il ripristino dei voli diretti. Il rapporto afferma che i due governi dovrebbero impegnarsi per la piena ripresa delle relazioni accademiche di persona, compresi molti passi che potrebbero essere presi “immediatamente o entro pochi mesi”, afferma il rapporto.

Giappone emetterà linee-guida su uso di ChatGPT nelle scuole

Giappone emetterà linee-guida su uso di ChatGPT nelle scuole




Giappone emetterà linee-guida su uso di ChatGPT nelle scuole



















Roma, 7 apr. (askanews) – Il governo giapponese emetterà linee-guida sull’uso di ChatGPT e di altri chatbot di intelligenza artificiale (AI) nelle scuole probabilmente entro marzo del prossimo anno. L’hanno riferito funzionari nipponici, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Kyodo.

La mossa del Ministero dell’Istruzione, della Cultura, dello Sport, della Scienza e della Tecnologia giapponese arriva in un momento di crescente preoccupazione per le ricadute dello sviluppo dell’intelligenza artificiale e le criticità che rischia di creare nei sistemi di protezione dei dati e della privacy. In Giappone ha avuto notevole risonanza l’intervento dell’Autorità garante della privacy di Roma rispetto a ChatGPT, in seguito al quale è stato sospeso l’accesso al chatbot dall’Italia. ChatGPT, lanciato nel novembre 2022 come prototipo, sta per Chat Generative Pre-trained Transformer ed è guidato da un modello di apprendimento automatico. Sebbene non sia sempre accurato, lo strumento di chat può, ad esempio, produrre quasi istantaneamente un articolo di opinione su un romanzo solo tramite suggerimenti contenenti titolo e autore, con la prosa praticamente indistinguibile da quella scritta da un essere umano.

Questa capacità dei chatbot di intelligenza artificiale solleva preoccupazioni sul fatto che possano anche ostacolare la formazione dei bambini, oltre a rendere impossibile per gli insegnanti valutare i livelli di scrittura degli studenti. Il ministero dell’Istruzione giapponese intende intervenire proprio per scongiurare questo pericolo, formulando linee-guida sull’utilizzo dei chatbot nelle scuole, ma anche tenendo la porta aperta ai benefici educativi che questi strumenti possono offrire. “Quando si utilizzano nuove tecnologie, è importante tenere a mente sia i pro che i contro”, ha dichiarato il capo di gabinetto, portavoce del governo, Hirokazu Matsuno in una conferenza stampa.

Cina: impegno a sviluppare le relazioni con l’Unione europea

Cina: impegno a sviluppare le relazioni con l’Unione europea




Cina: impegno a sviluppare le relazioni con l’Unione europea




















Roma, 7 apr. (askanews) – La Cina ha espresso oggi la volontà di sviluppare le relazioni politiche ed economiche con l’Unione europea nella dichiarazione congiunta sino-francese al termine della visita di tre giorni del presidente transalpino Emmanuel Macron.

“In occasione del 20mo anniversario dell’istituzione del partenariato strategico globale tra la Cina e l’Ue, la Cina ribadisce il suo impegno a sviluppare le relazioni Cina-Ue, incoraggiando gli scambi ad alto livello, promuovendo il consenso su questioni strategiche, aumentando gli scambi di personale, rispondendo congiuntamente alle sfide globali e promuovendo attivamente la cooperazione economica”, si legge nella dichiarazione congiunta. “In quanto membro dell’Unione Europea – prosegue la dichiarazione -, la Francia è d’accordo con la suddetta direzione e vi contribuirà”.