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Sudcorea: piano rilascio acque Fukushima rispetta standard

Sudcorea: piano rilascio acque Fukushima rispetta standardRoma, 7 lug. (askanews) – Il governo della Corea del Sud ha detto oggi che il piano del Giappone di rilasciare acqua trattata della centrale nucleare Fukushima Daiichi soddisferebbe gli standard internazionali, compresi quelli stabiliti dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), se venisse realizzato nei termini previsti. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.

Il governo ha presentato la propria valutazione tecnico-scientifica del piano di rilascio, basata sui dati forniti da un’ispezione in loco e dal rapporto recentemente diffuso dall’Aiea. “Dopo una revisione del piano di trattamento delle acque contaminate presentato dal Giappone, il livello di concentrazione totale di materiali radioattivi del piano giapponese soddisferebbe gli standard per un rilascio nell’oceano”, ha detto il ministro per il coordinamento delle politiche governative Bang Moon-kyu. Secondo una simulazione basata su uno standard di emissione stabilito dalla Tokyo Electric Power Co., l’operatore dell’impianto, l’impatto delle radiazioni sulle coste della Corea del Sud è stimato in circa 1/100.000 del livello medio.

Il governo ha inoltre affermato che la tecnologia del sistema di purificazione dell’impianto, noto come ALPS, è gradualmente migliorato, portando i livelli di radionuclidi entro i limiti consentiti dalla metà del 2019. “Il risultato della simulazione mostra che ci vorranno dai quattro ai cinque anni e fino a 10 anni affinché l’acqua trattata raggiunga la nostra acqua di mare e abbia un effetto”, ha detto Bang, aggiungendo che “non avrebbe alcun impatto significativo”. Man mano che le correnti oceaniche disperdono l’acqua contaminata, i materiali radioattivi diventerebbero quasi impercettibili sulle coste sudcoreane, ha affermato il governo, sottolineando che il livello di concentrazione rimarrebbe entro il limite accettabile.

In particolare, il livello di concentrazione del trizio, un radioisotopo dell’idrogeno che il sistema ALPS non riesce a smaltire, rientrerebbe nel limite in quanto l’acqua di mare lo diluirebbe a sufficienza. “La revisione – ha detto ancora Bang – è stata effettuata con la premessa che il piano di scarico di Tokyo Electric Power venga eseguito nei termini previsti”, Nella sua valutazione, Seoul ha chiesto al Giappone una serie di modifiche, come una maggiore frequenza delle ispezioni.

Nonostante la valutazione positiva, Bang ha però affermato che il governo non revocherà il divieto di importazione di frutti di mare dalla regione di Fukushima. La Corea del Sud ha vietato tutte le importazioni di pesce da otto prefetture giapponesi vicine a Fukushima nel 2013 a causa delle preoccupazioni per i loro livelli di radiazioni a seguito dell’incidente del 2011. Martedì il direttore generale dell’Aiea Rafael Mariano Grossi ha annunciato una valutazione positiva del rilascio delle acque di Fukushima da parte dell’agenzia Onu. La Cina ha espresso la sua contrarietà, mentre la Corea del Sud – che con la presidenza di Yoon Suk-yeol ha riaperto il dialogo con il Giappone – ha dato una valutazione più aperta. Questo approccio pragmatico, però, ha provocato l’alzata di scudi dell’opposizione e ci sono state anche manifestazioni di protesta.

Taiwan, Xi a militari cinesi: siate pronti al combattimento

Taiwan, Xi a militari cinesi: siate pronti al combattimentoRoma, 7 lug. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping, ispezionando il Comando di teatro orientale dell’Esercito di liberazione popolare, che ha la funzione di controllare lo Stretto di Taiwan, ha chiesto un rafforzamento dell’”addestramento al combattimento” per migliorare “la capacità di vincere qualsiasi guerra”. Lo riferiscono oggi i media cinesi.

“È imperativo per noi approfondire la pianificazione della guerra e del combattimento, aggiornare il sistema congiunto dei comandi di teatro, concentrarci sull’effettivo addestramento al combattimento e migliorare la nostra capacità di vincere qualsiasi guerra”, ha detto ieri Xi durante un giro di ispezione del quartier generale del comando a Nanchino. Ha anche dato atto dei “contributi significativi” del comando nella salvaguardia della sovranità territoriale della Cina, dei diritti e degli interessi marittimi e dell’unità nazionale. “Il mondo è entrato in un nuovo periodo di turbolenze e cambiamenti e la situazione della sicurezza del nostro Paese è diventata sempre più instabile e incerta. È necessario tenere a mente la nostra missione e i nostri compiti in ogni momento, rimanere concentrati nella risoluzione dei problemi, aumentare il senso di urgenza e fare di tutto per adempiere alle principali funzioni di combattimento”, ha detto il leader cinese.

Il Comando di teatro orientale svolge regolarmente esercitazioni al combattimento nello Stretto di Taiwan, che si sono intensificate dall’estate dell’anno scorso, dopo la visita dell’allora speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, a Taipei e con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali taiwanesi, in cui si deciderà la successione all’attuale presidente Tsai Ing-wen. Pechino spera che la nuova leadership si muova su una linea meno vicina ai temi dell’indipendenza rispetto a quanto accaduto nell’era Tsai. Il candidato del partito di Tsai, William Lai, ha recentemente assicurato che non intende proclamare l’indipendenza laddove dovesse essere eletto, ma Pechino vede con sfavore una successione tutta interna al Partito democratico-progressista e punta su altri cavalli.

Acqua centrale Fukushima, Cina estende stop a import cibo nipponico

Acqua centrale Fukushima, Cina estende stop a import cibo nipponicoRoma, 7 lug. (askanews) – La Cina ha promesso di prendere “tutte le misure necessarie” per alleviare le preoccupazioni dei suoi consumatori, a partire da un inasprimento del divieto d’importazione di prodotti alimentari da una decina di prefetture giapponesi, a partire da quella di Fukushima, in seguito alla decisione nipponica di smaltire nell’oceano le acque trattate provenienti dalla centrale nucleare Fukushima Daiichi, teatro dal 2011 del peggiore incidente atomico della storia dopo Chernobyl. Lo riferisce il South China Morning Post.

Tokyo ha ottenuto dall’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea) un sostanziale via libera al suo piano per il rilascio nel Pacifico dell’acqua di raffreddamento dei reattori andati in meltdown. Questo liquido viene stoccato in silos e trattato con un procedimento che elimina la gran parte delle sostanze radioattive, portando il livello di contaminazione – secondo il governo nipponico – a livelli di non pericolo. Ma questa valutazione è contestata sia dai paesi vicini, sia dalle comunità locali nello stesso Giappone. L’Amministrazione generale delle dogane cinesi ha affermato che il piano per scaricare l’acqua dal disastro nucleare del 2011 “non ha rispecchiato pienamente le opinioni degli esperti” e che prenderà “tutte le misure necessarie” per garantire la sicurezza dei consumatori cinesi.

La Cina ha vietato per la prima volta le importazioni di cibo dalle 10 prefetture giapponesi 12 anni fa, in seguito alla fusione dei noccioli in una parte dei reattori della centrale di Fukushima, provocata dal guasto all’impianto di raffreddamento in seguito al devastante terremoto-tsunami dell’11 marzo 2011. Anche i prodotti alimentari provenienti da altre parti del Giappone, in particolare quelli ittici, riceveranno uno screening “rigorosamente al 100 per cento” dei documenti di certificazione e saranno ispezionati. “Le dogane cinesi continueranno a rafforzare il rilevamento e il monitoraggio delle sostanze radioattive, a garantire la sicurezza del cibo giapponese esportato in Cina e a impedire rigorosamente l’importazione di prodotti a rischio”, ha affermato l’agenzia doganale. Inoltre “manterrà un alto livello di vigilanza e si assumerà la responsabilità assoluta nei confronti dei consumatori domestici come principio”.

Wang Yi: relazioni tra Cina e Giappone a un momento critico

Wang Yi: relazioni tra Cina e Giappone a un momento criticoRoma, 6 lug. (askanews) – Le relazioni tra Cina e Giappone si trovano in un “momento critico”. L’ha detto oggi il capo della politica estera del Partito comunista cinese, Wang Yi, ricevendo a Pechino l’ex ministro degli Esteri nipponico Yohei Kono alla guida di una delegazione dell’Associazione per la promozione del commercio internazionale.

Secondo un resoconto del ministero degli Esteri cinese, ripreso dal South China Morning Post, Wang ha affermato che nella costruzione di legami entrambi i paesi devono eliminare “l’interferenza esterna” e vedersi l’un l’altro come partner e non come una minaccia. Inoltre esortato la parte giapponese a opporsi agli sforzi di “disaccoppiamento” e a dare un contributo a migliorare e sviluppare i legami, segnalando che il Giappone ha fatto “mosse negative” sulla questione di Taiwan. Le relazioni tra Giappone e Cina si sono inasprite alla luce del contesto geopolitico, con gli Usa che hanno tirato le fila dei loro alleati regionali di fronte alla crescente potenza cinese, e per la disputa territoriale che oppone i due giganti asiatici.

All’inizio di questa settimana, Wang ha attaccato velatamente gli Stati Uniti per aver alimentato un sentimento anti-cinese in Giappone e Corea del Sud, dicendo che “una certa grande potenza al di fuori della regione” cerca di seminare discordia. In un incontro trilaterale, inoltre, nel chiedere a Tokyo e Seoul di non seguire le sirene americane, ha anche fatto una dichiarazione che è stata piuttosto criticata perché giudicata apertamente culturalista. “Non importa quanto biondi siano tinti i nostri capelli o quanto rendiamo affilato il nostro naso, non potremo mai diventare europei o americani, non potremo mai diventare occidentali”, ha detto Wang. “Dobbiamo sapere dove affondano le nostre radici”.

Il Giappone a marzo ha annunciato l’imposizione di controlli sulle esportazioni su alcuni tipi di apparecchiature avanzate per la produzione di semiconduttori cinesi, insieme a Stati Uniti e Paesi Bassi. La Cina ha chiesto a Tokyo di porre fine alle restrizioni, affermando che danneggerebbero i legami commerciali tra i due paesi.

Giappone, hacker russi Lockbit dietro blocco del più grande porto merci

Giappone, hacker russi Lockbit dietro blocco del più grande porto merciRoma, 6 lug. (askanews) – C’è il noto gruppo di hacker russofoni Lockbit dietro l’attacco ransomware che ha paralizzato per un giorno e mezzo il più importante porto merci del Giappone, quello di Nagoya, fondamentale hub di spedizione per la più grande casa automobilistica del mondo, la Toyota Motor. Lo scrive l’agenzia di stampa nipponica Kyodo.

I movimenti di container nel porto mercantile sono parzialmente ripresi oggi, ha affermato l’agenzia portuale di Nagoya. Ma il lavoro di ripristino del sistema informatico di carico e scarico del terminal merci ha richiesto più tempo e lavoro del previsto per i tecnici nipponici. Le attività di carico e scarico erano sospese da martedì, creando ritardi nei piani di spedizione di alcuni produttori di auto e componenti.

Il gruppo di hacker, LockBit, ha chiesto un riscatto per restituire il controllo del sistema, secondo l’ente di gestione. L’associazione ha dichiarato di non essere entrata in contatto con LockBit e di non aver pagato alcun riscatto. Il ransomware è un malware che crittografa i dati e consente all’attaccante di richiedere il pagamento in cambio del ripristino dell’accesso.

Lockbit è ormai una celebrità nel mondo dello hacking. A inizio anno ha effettuato un attacco che ha paralizzato la Royal Mail del Regno unito, ma ha colpito anche strutture sanitarie e aziende. Ha colpito anche diversi enti in Italia. Gli affiliati al blog, raggiungibile attraverso Tor, hanno sostenuto in passato di essere apolitici.

Toyota, dal canto suo, ha segnalato che monitorerà attentamente “qualsiasi impatto sulla produzione esaminando attentamente l’inventario delle parti”. Ma il gruppo ha anche rassicurato di aver operato con un diverso sistema informatico. Il porto merci di Nagoya è il più grande del Giappone dal 2002. Il suo volume di carico nel 2022 ha raggiunto 163,58 milioni di tonnellate.

Il presidente sudcoreano Yoon al summit Nato di Vilnius, tra sicurezza e Expo

Il presidente sudcoreano Yoon al summit Nato di Vilnius, tra sicurezza e ExpoRoma, 6 lug. (askanews) – Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol prenderà prete al vertice della NATO di Vilnius, in Lituania, la prossima settimana e poi effettuerà una visita ufficiale in Polonia. L’ha annunciato oggi il viceconsigliere per la sicurezza nazionale di Seoul Kim Tae-hyo.

Yoon sarà Vilnius dal lunedì al mercoledì per incontrare i leader della NATO in un vertice importante che avrà come suo principale focus guerra in Ucraina, la cooperazione tra l’alleanza militare e la regione indo-pacifica e le emergenti minacce alla sicurezza, secondo quanto ha riferito Kim, ripres dall’agenzia di stampa Yonhap. Da Vilnius, poi, Yoon si recherà in Polonia per una visita ufficiale di tre giorni che includerà un vertice con il presidente Andrzej Duda sui modi per sviluppare ulteriormente il partenariato strategico bilaterale stabilito tra le parti nel 2013.

Nel viaggio, il presidente sudcoreano sarà accompagnato dalla first lady Kim Keon-hee Il viaggio di Yoon punta a raggiungere tre risultati: rafforzare la cooperazione internazionale in materia di sicurezza, espandere la cooperazione nella catena di approvvigionamento e promuovere l’offerta della Corea del Sud di ospitare l’Expo mondiale del 2030 a Busan, in concorrenza con Riyad, Roma e Odessa.

“Condivideremo i modi in cui la Corea del Sud intende contribuire alla pace in Ucraina, che è una delle questioni più importanti nella comunità internazionale, e dipaneremo in dettaglio la nostra diplomazia globale responsabile”, ha affermato Kim. La partecipazione di Yoon al vertice della NATO contribuirà a rafforzare la cooperazione con l’alleanza contro le minacce nucleari e missilistiche in evoluzione della Corea del Nord e invierà un messaggio unitario che gli atti illegali della Corea del Nord non saranno tollerati, ha detto ancora il collaboratore di Yoon.

Inoltre la Corea del Sud e la NATO adotteranno documenti per la cooperazione bilaterale in 11 settori, tra cui la non proliferazione, la sicurezza informatica e le tecnologie emergenti. “Sarà un’opportunità per espandere l’orizzonte della nostra diplomazia con l’Europa attraverso scambi diretti con più leader, mentre condividiamo i valori della libertà, dei diritti umani e dello stato di diritto e approfondiamo ulteriormente la cooperazione con gli stati e i partner della NATO”, ha detto ancora Kim. In quell’occasione potrebbe anche tenersi un nuovo incontro tra Yoon e il primo ministro giapponese Fumio Kishida, anch’egli presente a Vilnius. Sono in corso colloqui per organizzare un faccia-a-faccia, in un momento di forte disgelo nelle relazioni tra Seoul e Tokyo, ma anche preoccupazione per la determinazione nipponica nel procedere con rilascio nel Pacifico delle acque provenienti dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, teatro dal 2011 del più grave incidente atomico dopo Chernobyl. “Se si organizzerà un vertice Corea del Sud-Giappone, potrebbe emergere la questione dell’acqua trattata di Fukushima”, ha confermato Kim. “Se la parte giapponese lo menziona, (Yoon) dirà ciò che è necessario in linea con il principio che daremo la massima priorità alla salute della nostra gente”. Il governo Yoon è accusato dall’opposizione di avere una linea troppo morbida con Tokyo sulla questione. Dopo il via libera dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) al rilascio delle acque, Seoul ha detto di rispettare la valutazione dell’agenzia Onu, ma domani diffonderà un proprio rapporto sulla questione che farà da base alla posizione sudcoreana. Yoon terrà inoltre una serie di incontri bilaterali a Vilnius, anche con il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg e i leader di Paesi Bassi, Norvegia e Lituania, oltre a partecipare al ricevimento organizzato dal presidente lituano Gitanas Nauseda per i leader degli Stati membri della NATO e delle nazioni partner. La Corea del Sud non è un membro dell’alleanza militare, ma è stata invitata al vertice di Vilnius come una delle quattro nazioni partner dell’Asia-Pacifico, insieme a Giappone, Australia e Nuova Zelanda. E’ il secondo anno consecutivo che Yoon partecipa a un vertice della NATO. L’anno scorso è diventato il primo presidente sudcoreano a prendere parte a un summit Nato a Madrid. I leader dei quattro Paesi parrtner terranno anche un loro incontro separato, come hanno fatto lo scorso anno a margine del vertice di Madrid, con Yoon come moderatore. Da Vilnius, Yoon si sposterà a Varsavia mercoledì sera per una visita ufficiale di tre giorni. Oltre a Duda, vedrà diversi altri esponenti politici, tra i quali il primo ministro Mateusz Morawiecki. I colloqui si concentreranno sull’espansione dei legami non solo nel commercio e negli investimenti, ma anche in settori strategici come le armi, l’energia nucleare e le infrastrutture. Una delegazione di affari di 89 persone accompagnerà Yoon nel viaggio, in rappresentanza di aziende di batterie ricaricabili, armi ed energia nucleare, nonché società di costruzione interessate a partecipare a progetti di ricostruzione in Ucraina, ha detto Choi durante la stessa conferenza stampa. Sulla speculazione che Yoon potrebbe visitare l’Ucraina durante il viaggio e incontrare il presidente Volodymyr Zelenskyy, Kim presidenziale ha detto ai giornalisti che non ci sono piani del genere.

Hong Kong, arrestati quattro militanti pro-democrazia

Hong Kong, arrestati quattro militanti pro-democraziaRoma, 6 lug. (askanews) – La polizia di Hong Kong ha arrestato quattro uomini accusati di sostenere persone residenti all’estero che “mettono in pericolo la sicurezza nazionale”. Lo riferisce oggi la BBC.

Gli arresti arrivano due giorni dopo che l’ex colonia britannica ha messo taglie sulla testa otto attivisti pro-democrazia che vivono all’estero, accusando anche la Gran Bretagna di proteggere latitanti. Le taglie hanno suscitato proteste all’estero e sono basate sulla controversa Legge per la sicurezza nazionale imposta da Pechino al territorio semi-autonomo.

I quattro arrestati sono accusati di “associazione a delinquere finalizzata a colludere con uno Stato straniero o con elementi esterni al fine di mettere in pericolo la sicurezza nazionale” e “associazione a delinquere finalizzata al compimento di atti con intento sedizioso”. Questi reati sono punibili con l’ergastolo ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale. Tra loro c’è Ivan Lam, l’ex presidente del partito politico sciolto Demosisto, hanno detto i media locali. Demosisto è stato co-fondato dall’attivista Nathan Law, che ora vive nel Regno unito ed è uno degli obiettivi della taglia di questa settimana.

Cina-Sudcorea riavviano il dialogo per migliorare relazioni

Cina-Sudcorea riavviano il dialogo per migliorare relazioniRoma, 6 lug. (askanews) – Alti diplomatici cinesi e sudcoreani hanno concordato di lavorare per migliorare i rapporti tra i due paesi asiatici, dopo che le relazioni tra Seoul e Pechino hanno seguito un colpo da un commento del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol su Taiwan che ha fortemente irritato Pechino. Lo riferisce Nikkei Asia.

In un incontro nella capitale cinese, il viceministro degli Esteri cinese Sun Weidong ha dichiarato al viceministro degli Esteri sudcoreano Choi Young-sam che la questione di Taiwan è puramente una questione interna per la Cina, in base al principio dell’”Unica Cina”. Choi dal canto suo ha rassicurato che Seoul intende rispettare la posizione sull’”Unica Cina”. Le relazioni tra Pechino e Seoul si sono inasprite dopo che Yoon ad aprile ha affermato che le crescenti tensioni intorno a Taiwan sono dovute ai tentativi di cambiare lo status quo con la forza.

Sun e Choi hanno anche discusso di questioni economiche, secondo il ministero degli Esteri sudcoreano. Hanno deciso di lavorare per catene di approvvigionamento stabili e maggiori scambi tra le due parti.

Maggior porto merci del Giappone bloccato da cyberattacco

Maggior porto merci del Giappone bloccato da cyberattaccoRoma, 5 lug. (askanews) – Un cyberattacco ha bloccato il principale porto merci del Giappone, quello di Nagoya. Secondo quanto riferisce la televisione pubblica NHK, da ieri è stato rilevato un guasto nei sistemi informatici destinati al carico e scarico dei container che ha portato gino a oggi a un blocco delle attività.

Secondo l’Autorità portuale di Nagoya, l’avviso ricevuto mostra che a bloccare il sistema sarebbe stato un virus informatico “ransomware”, cioè un programma che blocca il sistema chiedendo un riscatto per lo sblocco dello stesso. Il terminal merci di Nagoya movimenta circa 10mila container al giorno. Si tratta di materiali essenziali all’approvvigionamento del sistema industriale giappjnese, a partire dall’industria automobilistica.

La casa automobilistica Toyota Motor ha precisato che “al momento non ci sono impatti” sulla sua produzione, perché c’è magazzino, anche se al momento non c’è la possibilità né di caricare né di scaricare merci. La situazione comunque è seguita con preoccupazione dagli esperti. “È una situazione piuttosto seria, è raro che le funzioni del porto si interrompano, con l’impossibilità di scaricare merci. Sono preoccupato che la confusione si stia diffondendo “, ha detto ala NHK Ryuichi Shibasaki, professore associato presso la scuola di specializzazione dell’Università di Tokyo che ha familiarità con le spedizioni e la logistica.

Secondo il ministero del Territorio, delle Infrastrutture, dei Trasporti e del Turismo, l’attacco informatico al porto di Nagoya sarebbe stato realizzato da un gruppo di hacker chiamato “Killnet”, il quale avrebbe affermato di aver lanciato un attacco DDoS contro la società che gestisce il porto già nel settembre dello scorso anno. Yu Arai di NTT DATA, esperto di attacchi informatici come i ransomware, un virus informatico che richiede un riscatto, ha commentato: “Penso che sia la prima volta che una base di distribuzione in Giappone viene fermata da un attacco informatico. È un caso serio che può influenzare la vita dei comuni cittadini”.

Seoul: satellite-spia Nordcorea inutile dal punto di vista militare

Seoul: satellite-spia Nordcorea inutile dal punto di vista militareRoma, 5 lug. (askanews) – Il tanto propagandato satellite-spia nordcoreano, che Pyongyang ha provato a lanciare non riuscendovi più di un mese fa, non acvrebbe avuto “alcuna utilità militare”, L’ha sostenuto lo Stato maggiore congiunto sudcoreano, dopo che Seoul è riuscito a recuperarne i detriti in mare con la collaborazione degli Stati uniti.

“A seguito dell’analisi esaustiva degli esperti sudcoreani e statunitensi, abbiamo valutato che non ha alcuna utilità militare come satellite da ricognizione”, ha affermato lo stato maggiore in un comunicato. Lo Stato maggiore di Seoul non ha voluto fornire specifici dettagli sui ritrovamenti, perché ritiene che rivelare troppe notizie sull’operazione di recupero avrebbe fornito informazioni utili alle forze nordcoreane. .

Il satellite-spia è stato lanciato il 31 maggio, ma la stessa Corea del Nord – con un’insolita ammissione – ha dato notizia del fallimento del lancio.