Francia, arrestati due italiani: due anni di carcere per riciclaggioRoma, 28 apr. (askanews) – Due cittadini italiani sono stati condannati ieri con rito immediato a due anni di reclusione dal tribunale di Thonon-les-Bains (Alta Savoia), dopo essere stati arrestati in possesso di valigie piene di banconote grossolanamente contraffatte nascoste sotto tagli veri.
Lunedì pomeriggio i due uomini, di 62 e 63 anni, in arrivo dalla Svizzera, sono stati intercettati alla frontiera, alla dogana di Thônex-Vallard. I doganieri hanno scoperto numerose mazzette di banconote da 200 euro nel bagagliaio del loro veicolo, ha detto oggi l’ufficio del procuratore di Thonon-les-Bains all’AFP, confermando le informazioni del Dauphiné Libéré. Le banconote erano conservate in mazzette ricoperte di plastica con tagli veri visibili sulla parte superiore delle pile, un tipo di imballaggio utilizzato per le truffe nelle operazioni di cambio o nell’acquisto di beni, secondo lo stesso fonte.
Un conteggio ha permesso di stabilire che solo 150 banconote erano autentiche, per un valore di 30.000 euro. Gli altri tagli, per un totale di 19.252 banconote da 200 euro contraffatte, erano grossolanamente falsi – riportavano addirittura la menzione “facsimile” – per un presunto importo totale di 3,8 milioni di euro. I due uomini, processati ieri, hanno dichiarato in udienza che intendevano disfarsi di “denaro sporco”, senza precisare ulteriormente la provenienza dei fondi. “Sono stati condannati per riciclaggio di denaro (30.000 euro) a 2 anni di carcere e all’interdizione permanente dal territorio francese. Il tribunale ha ordinato la confisca della somma sequestrata e ha ordinato l’immediata carcerazione dei due imputati”, ha detto all’AFP Bruno Badré, procuratore di Thonon-les-Bains.
Sudan, Tajani: in salvo oltre 140 persone, lavoriamo a treguaRoma, 27 apr. (askanews) – L’evacuazione degli italiani dal Sudan è stata “complessa” e condotta dall’Unità di crisi con mezzi del Ministero della Difesa e con il sostegno dell’intellignece “ha messo in sicurezza oltre 140 persone, compresi cittadini di altri Paesi europei”: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto al question time della Camera.
“I colloqui che ho avuto con i generali sudanesi hanno permesso di tenere i convogli italiani al riparo degli attacchi”, ha ricordato Tajani ripercorrendo le varie fasi dell’operazione e sottolineando come il governo contineurà a sostenere gi italiani rimasti nel Paese, in massima parte religiosi e appartenenti alle ong. Il governo italiano “sta lavorando per favorire un cessate il fuoco e una tregua, unico modo per stabilizzare la regione e contenere l flussi irregolari”, ha proseguito Tajani.
“Ci adopereremo per favorire la pacificazione del Sudan: la situazione è grave e l’Europa deve evitare un vuoto politico che potrebbe favorire altri attori”, ha concluso.
A Dubai nasce Hub per Made in Italy: ponte d’internazionalizzazioneDubai, 27 apr. (askanews) – Un partenariato strategico che fa da base a relazioni solide, un interscambio commerciale tra Italia ed Emirati in significativa e continua crescita, che ha fatto segnare un aumento delle esportazioni italiane del 25,2% nel 2022, l’inaugurazione del primo Hub per il Made in Italy negli Emirati arabi uniti, avvenuto oggi a Dubai, costituisce un altro tassello e strumento per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, sia negli Emirati arabi sia nell’intera area del Golfo, del Medio Oriente, del Nord Africa e del Sud-Est asiatico.
“L’Italiacamp Dubai Hub for Made in Italy è la prova del dinamismo delle relazioni fra Emirati Arabi Uniti e Italia”, ha dichiarato in un messaggio video il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel corso dell’inagurazione, sottolineando che l’hub “è anche un’opportunità per rafforzare i rapporti tra i due Paesi unendo il saper fare italiano alla formazione di eccellenza”. Tajani ha ricordato che “due mesi fa con la visita del presidente del Consiglio abbiamo riattivato a 360 gradi il partneriato politico e strategico con gli Emirati arabi”, è stato “un cambiamento di passo importante che ho fortememnte voluto come ministro degli Esteri” perché il rafforzamento dei rapporti tra Roma e Dubai “può creare nuove opportunità in settori chiave per le aziende italiane” a cui il governo non farà mancare il suo sostegno. L’Italia è, infatti, il principale partner commerciale degli Emirati arabi uniti tra i Paesi dell’Ue e gli Emirati sono oggi per l’Italia il primo fornitore e il primo mercato di sbocco del Medio Oriente e del Nord Africa (Mena). Per questo l’Hub, gestito da Italiacamp, organizzazione nata nel 2010 con l’obiettivo di creare valore per il Paese, missione che si è evoluta nel tempo e che ora punta a promuovere l’internazionalizzazione delle imprese italiane nei mercati in espansione, assume un ruolo sempre più centrale come ricordato dagli speaker e dai rappresentanti delle istituzioni.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel suo messaggio ha voluto, appunto, ricordare come il governo stia “profondendo un grande impegno nel sostegno al Made in italy” e “tra pochi giorni presenterò in Consiglio dei ministri un disegno di legge organico per valorizzare il Made in Italy e nel contempo stiamo portando avanti la riforma degli incentivi per semplificare, rendere omogeneo e indirizzare l’intervento pubblico a sostegno delle imprese e delle filiere del Made in Italy, è importante soprattutto in questo momento perché le imprese hanno bisogno del supporto delle nostre istituzioni”. “Mi auguro che l’Italiacamp Dubai Hub for Made in Italy possa rappresentare un luogo dove mettere a frutto le nuove opportunità che saranno a disposizione di tutte le imprese italiane grazie all’impegno del ministero delle Imprese e del Made in Italy e del governo. Spero che questo possa essere esempio di modello di collaborazione fra l’Italia e le comunità italiane all’estero, che sono un orgoglio del nostro Paese, perché è sempre più necessario far valere il nostro modello produttivo apprezzato nel mondo”, ha aggiunto Urso.
Segnali di apprezzamento e di sostegno anche dalle autorità emiratine. Secondo Helal Saeed Al Marri, direttore del Dipartimento dell’Economia degli Emirati arabi e membro del Consiglio Esecutivo di Dubai, che ha partecipato al taglio del nastro del Dubai Hub for Made in Italy, è “soltanto l’inizio del viaggio” che vedrà “grandi opportunità per molte aziende” italiane che potranno avere “accesso a una regione più ampia, per espandersi a Est e a Ovest” partendo proprio da Dubai. “E’ molto importante avere Italiacamp a Dubai perché è un modo per sostenere il Sistema Italia – ha spiegato dal canto suo l’ambasciatore d’Italia negli Emirati Lorenzo Fanara – abbiamo insieme la formazione, l’alta università, ma abbiamo anche le imprese, Confindustria con il pieno sostegno del governo italiano e dell’ambasciata italiana. E’ un modo per proiettare al meglio la nostra immagine e le nostre potenzialità e competenze” all’estero.
La vicepresidente per l’internazionalizzazione di Confindustria, Barbara Beltrame Giacomello, ha voluto sottolineare nel suo intervento che “questa apertura è il segno importante della continuità e dell’attenzione che il nostro Paese dedica a un partner strategico come gli Emirati Arabi Uniti. L’anno scorso abbiamo avuto molte opportunità di promuovere il nostro know-how con Expo. Oggi l’opera di internazionalizzazione può contare su un altro elemento di forza a Dubai”. L’Italia ha registrato “sei miliardi di euro di export nel 2022 negli Emirati arabi e il trend è positivo e in crescita anche nel 2023”, ha aggiunto spiegando che “la forte presenza imprenditoriale italiana operante sul mercato è alla base delle eccellenti relazioni bilaterali tra i nostri due Paesi. Il nuovo Hub sarà un ulteriore strumento per consolidarle e aumentarle promuovendo le nostre eccellenze”. A spiegare come è nata e come si è sviluppata l’idea dell’Hub, che ha visto la luce oggi, è stato Fabrizio Sammarco, AD Italiacamp e Board member Dubai Hub for Made in Italy: “La missione di Italiacamp si è evoluta nel tempo per poter dare risposta ai cambiamenti di mercato e società e adesso punta anche a promuovere l’internazionalizzazione delle imprese italiane nei mercati in espansione, nei quali il Made in Italy ha ancora grandi opportunità da cogliere”. “Affiancare le imprese italiane e sostenere le istituzioni universitarie nel cogliere queste opportunità significa creare valore e sviluppo per il Paese per stringere ancor di più le relazioni culturali, sociali ed economiche tra l’Italia e gli Emirati Arabi Uniti”, ha sottolineato Sammarco.
Presente e cruciale anche l’elemento della formazione di alto livello. “Per la Luiss è una grande opportunità per costruire con Italiacamp un’iniziativa che possa consentirci di essere al centro di un Hub in cui le imprese italiane potranno portare stabilmente il Made in Italy e in cui noi potremo proporre dei percorsi formativi che punteranno soprattutto su fashion, turismo, sport e che protranno contribuire a internazionalizzare ancora di più le iniziative della nostra università”, ha detto il direttore generale Luiss, Giovanni Lo Storto. “L’inaugurazione dell’Hub per il Made in Italy è un ulteriore passo avanti nel rapporto privilegiato tra Italia ed Emirati Arabi Uniti che ha coinvolto anche Luiss, con il lancio di un Luiss Alumni Chapter a Dubai l’anno scorso, la partecipazione a Expo 2020 e il Memorandum of Understanding con l’Università di Dubai lo scorso dicembre”, ha ricordato Lo Storto.
L’Italiacamp Dubai Hub for Made in Italy offre servizi di sviluppo commerciale e si candida a essere una vetrina non solo per le imprese italiane, ma anche per le università e istituzioni formative che guardano al Golfo per estendere la propria offerta ed esportare competenze e know-how del Made in Italy. Inoltre, l’Hub for Made in Italy si trova al Dubai World Trade Center (DWTC), free zone dedicata al commercio internazionale e offre ai propri membri servizi di consulenza per il setup del business internazionale, attività di networking e business matching con uno spazio di 2.000 metri quadrati all’interno della Convention Tower. L’obiettivo è estendere il valore del saper fare italiano: della qualità di manifattura, moda e arredo, gastronomia, tradizione sportiva e delle competenze italiane nella meccanica e nell’ingegneria, che sono apprezzate in tutto il mondo. Ma l opportunità di crescita in questi mercati non riguardano solo il business: la diffusione delle competenze e del know-how del Made in Italy aprono un ponte in entrambi i sensi. Da un lato per sviluppare l’interscambio commerciale con l’Italia, dall’altro per consolidarsi negli Emirati, le imprese italiane hanno necessità di personale locale altamente specializzato.
Liceo linguistico internazionale Aldo Moro di Bucarest si presentaRoma, 27 apr. (askanews) – Mercoledì, 26 aprile, presso la Galleria Artmark di Bucarest è stata presentata l’attività del Liceo Linguistico Internazionale Aldo Moro. L’evento di presentazione si è svolto sotto il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Bucarest e del patronato Confindustria Romania e tra i tanti ospiti ha visto la presenza di Alfredo Maria Durante Mangoni, ambasciatore d’Italia in Romania, Giulio Bertola, presidente di Confindustria Romania, Maria Monica Annibaldis, rappresentante dell’Università Luiss Guido Carli di Roma, Micaela Soldini, direttore ITA Italian Trade Agency ed Eliza Lesanu, Brand Director Galleria Artmark ecc.
La conoscenza della lingua italiana non rappresenta una condizione per l’iscrizione al liceo Aldo Moro che è aperto a tutti gli studenti, di qualsiasi nazionalità. Grazie ai laboratori intensivi di lingua italiana svolti dai docenti interni, l’acquisizione della lingua italiana avviene naturalmente secondo un percorso personalizzato durante il normale iter formativo dello studente. Aldo Moro è un liceo accreditato dal ministero italiano dell’istruzione e riconosciuto come scuola italiana paritaria, tra le pochissime nel mondo, aspetto che garantisce nella programmazione didattica e nella selezione dei docenti il rispetto dei più alti standard internazionali. Studiare al Liceo Internazionale Aldo Moro vuol dire studiare in un contesto multietnico ed internazionale incentrato sui principi dell inclusione e della diversità.
Ad Aldo Moro si studiano arte, filosofia, scienze esatte e quattro lingue straniere (oltre alla lingua italiana e alla lingua romena). L’insegnamento avviene in lingua italiana ed inglese ma anche in francese, spagnolo e romeno. I docenti hanno esperienza nei sistemi nazionali e internazionali, i materiali didattici sono moderni e performanti e le dotazioni sono a standard internazionali. Annualmente gli studenti del Liceo Aldo Moro di Bucarest possono beneficiare di una settimana per approfondire la lingua inglese presso la Scuola Aldo Moro di Londra. L’esame di maturità include una prova di lingua italiana, una prova di lingua straniera ed un colloquio orale, mentre il diploma di maturità è riconosciuto in tutti i Paesi del mondo. La Scuola Aldo Moro, fondata a Bucarest nel 1902 dal giornalista romeno di origine italiana, Luigi Cazzavilan, fa parte oggi del gruppo “Liberi di educare”, storico gruppo italiano nel campo dell’istruzione scolastica con oltre 60 scuole in tutta Italia ma anche con campus a Londra ed Arizona, perciò già dal primo anno di liceo gli studenti partecipano a continui scambi di esperienze presso le diversi sedi del gruppo in particolare in Italia ed in Inghilterra. L’esame di maturità a conclusione del 4 anno di studi, include una prova di lingua italiana, una prova di lingua straniera ed un colloquio orale, mentre il diploma di maturità è riconosciuto in tutti i Paesi del mondo. Il liceo offre la possibilità di seguire una serie di corsi opzionali: arte, teatro, architettura, musica, filosofia etc., finalizzati a completare la formazione umana dello studente, la sua crescita personale nonché esplorare passioni ed inclinazioni dell individuo prima della scelta della carriera accademica o del mondo del lavoro.
Gli studenti sono incoraggiati a cercare l’eccellenza durante il percorso di formazione, a sviluppare le loro qualità personali nel miglior modo possibile e a scoprire il potenziale di cui sono stati dotati. “La nostra scuola non condiziona le scelte dello studente ma al contrario vuole aprirgli le porte dell’esperienza, favorendo gli scambi culturali, le esperienze estere, l’apprendimento delle lingue e delle tradizioni straniere. Trasformiamo la sua paura dell’incognito in opportunità da cogliere, permettendogli d’individuare il percorso formativo a lui più idoneo”, ha dichiarato Mario Antico, l’amministratore della Scuola e del Liceo Aldo Moro.
La Scuola Internazionale Italiana Aldo Moro, dal 2021, ha la propria sede presso il prestigioso palazzo di Calea Dorobanti, n.39, storica dimora della Principessa Martha Bibescu. Il Patrocinio concesso, alla presentazione del Liceo linguistico Aldo Moro, da parte di Confindustria Romania, rientra nella visione del Patronato di sostenere in maniera concreta l’istruzione in lingua italiana, in Romania, e l’interazione tra l’ambiente scolastico e quello imprenditoriale, considerando anche la recente inaugurazione del Centro Italiano di Eccellenza Leonardo da Vinci presso l’Università Babes-Bolyai di Cluj-Napoca.
Ambasciatore Fanara: Dubai è hub per aggredire mercati mondialiDubai, 27 apr. (askanews) – Negli Emirati arabi uniti “esportiamo tanto Made in Italy e tante professionalità italiane, ma la grande potenzialità che si dischiude a Dubai è di utilizzare questo Paese come un hub, una piattaforma, per esportare in tutta l’area dall’India all’Asia centrale, fino al Corno d’Africa. Utilizziamo Dubai come piattaforma di lancio per le nostre imprese, per aggredire il mondo e i mercati vicini”, ha dichiarato ad askanews a margine dell’inaugurazione del Dubai Hub for Made in Italy l’ambasciatore italiano presso gli Emirati Arabi Uniti Lorenzo Fanara.
L’ambasciatore ha tagliato il nastro insieme ad Helal Saeed Al Marri, direttore del dipartimento dell’Economia e membro del Consiglio Esecutivo di Dubai, segnando il primo passo dell’hub per il Made in Italy negli Emirati arabi uniti, gestito da Italiacampm, e che si propone come un ponte per le società italiane che vogliono espandersi in Medio Oriente, Nord Africa e Sud Est Asiatico e nell’ecosistema di business emiratino. “E’ molto importante avere Italiacamp a Dubai perché è un modo per sostenere il Sistema Italia – ha spiegato Fanara – abbiamo insieme la formazione, l’alta università, ma abbiamo anche le imprese, Confindustria con il pieno sostegno del governo italiano e dell’ambasciata italiana. E’ un modo per proiettare al meglio la nostra immagine e le nostre potenzialità e competenze” all’estero.
SIMEST (Gruppo CDP) rafforza la presenza in USA del Gruppo OMRRoma, 26 apr. (askanews) – SIMEST, la società del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha acquisito una partecipazione di minoranza nella OMR North America Inc., controllata americana del gruppo con sede a Rezzato (BS), leader nella progettazione, produzione e commercializzazione di componenti in ghisa e alluminio per il settore automotive.
L’operazione, strutturata in parte tramite la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato e in parte attraverso l’erogazione di un finanziamento soci, ha visto anche la partecipazione del Fondo di Venture Capital, strumento agevolativo che SIMEST gestisce in convenzione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Le nuove risorse, pari a 5 milioni di euro, permetteranno l’ampliamento di oltre 5.000 metri quadrati del polo produttivo nella zona di Carmel, Indiana, consentendo alla OMR di soddisfare le importanti commesse ottenute dal Gruppo Stellantis, e di crescere nel mercato americano, presidiato dai principali costruttori mondiali.
Quinto record per Barone: meno di 3 minuti per le curve di MeteoraRoma, 26 apr. (askanews) – Centosettantatrè secondi, cinque in meno rispetto al precedente record stabilito da un pilota greco. Meno di tre minuti per percorrere quattro chilometri di curve domando un asfalto insidioso e viscido sui cavalli della Ferrari F8 Tributo. Un nuovo record, il quinto, che il pilota Fabio Barone ha raggiunto nella cornice greca dei Santuari di Meteora.
Il recordman romano ha ottenuto, così il suo il quinto record da Guinness dei Primati, dopo aver battuto Google nel lunghissimo tragitto da Roma a Capo Nord, l’anno scorso, aver fatto meglio del cronometro alla Transfagarasan in Transilvania, nel 2015, sulla Tianmen Mountain Road in Cina, nel 2016 e al Canyon della Valle del Dades in Marocco, nel 2018. “È stata durissima – ha detto appena sceso dal bolide rosso – molto più di quello che si può pensare. Un percorso davvero incredibile, ricco di difficoltà e pericoli, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. E oltre alla mia Ferrari F8 Tributo devo ringraziare tutti i miei uomini. Sono stati speciali, come sempre. Senza di loro, non avrei fatto nulla di tutto questo. Nè oggi, né prima”.
“La preparazione è stata lunga e decisamente complicata, probabilmente per le 50 primavere che ho accumulato, ma la passione e la volontà sono rimaste immutate nel tempo, altrimenti non potrei pensare di realizzare imprese del genere. Ma quello che mi dà la forza, lo ripeto, è il team, un gruppo di persone, oltrechè professionisti, legati da una grande amicizia”, ha aggiunto Barone sottolineando che “probabilmente dopo Roma-Capo Nord, questa è stata la più complessa, sia per quanto riguarda le varie autorizzazioni, sia per il percorso in generale”. Il record è stato tentato e raggiunto nonostante “i test che avevamo effettuato su queste curve lo scorso ottobre erano andati decisamente male, al punto che istintivamente avevamo tentennato, c’era venuto qualche dubbio sull’effettiva possibilità di tentare e centrare il record”. In particolare a preoccupare team e pilota era “il poco grip dell’asfalto”, ma “alla fine abbiamo trovato l’escamotage per superare il problema con le gomme giuste”.
Sudan, Tajani: orgoglioso di accogliere italiani a CiampinoRoma, 24 apr. (askanews) – “Felice e orgoglioso di accogliere i connazionali di rientro dal Sudan. Operatori umanitari, diplomatici e militari che con impegno e dedizione ancora una volta hanno fatto onore all’Italia. Grazie all’Unità di Crisi, al ministero della Difesa e a Palazzo Chigi”, ha scritto su Twitter il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani postando le foto dell’accoglienza del primo gruppo di italiani e stranieri atterrato a Ciampino nell’ambito dell’operazione di evacuazione dal Sudan.
I primi connazionali evacuati dal Sudan sono atterrati poco dopo le ore 20.25 all’aeroporto militare di Ciampino a bordo di un velivolo KC-767 dell’Aeronautica Militare. Sul volo anche il personale dell’ambasciata italiana a Khartoum, e l’ambasciatore Michele Tommasi che ha parlato di “momenti delicati” e di un’operazione condotta “perfettamente” e seguita “passo dopo passo” dall’Unità di crisi. Insieme a loro anche i militari della Joint Evacuation Task Force (JETF), il team militare della Difesa composto anche da Forze speciali che ha gestito sul campo le operazioni di evacuazione dal Sudan.
In nottata è previsto l’arrivo di un secondo velivolo: un C-130 con a bordo altri civili evacuati. Due velivoli distinti per un totale di 83 connazionali rimpatriati e 13 stranieri.
Sudan, ringraziamenti di Tajani per successo evacuazione italianiBruxelles, 24 apr. (askanews) – Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando con la stampa a margine del Consiglio Esteri dell’Ue oggi a Lussemburgo, ha rivendicato il successo dell’operazione di evacuazione degli italiani in Sudan, che ha coinvolto anche altri cittadini stranieri, e che ha dimostrato un alto grado di collaborazione fra diverse amministrazioni dello Stato.
“Voglio ringraziare l’ambasciatore d’Italia” in Sudan “perché ha fatto un lavoro straordinario: durante tutte le giornate più complicate, tutti gli italiani sono stati sempre e comunque informati di ciò che stava accadendo, e l’Ambasciata d’Italia è stato un punto di riferimento anche per tanti altri cittadini stranieri”, ha riferito il ministro. “Sono tanti – ha continuato Tajani – quelli che hanno trovato rifugio nell’Ambasciata d’Italia, e questo ci fa onore, dimostra che nei momenti di difficoltà siamo sempre pronti ad aiutare altre persone, e non soltanto i nostri connazionali”.
“Ringrazio di cuore – ha ribadito il ministro – le nostre Forze armate che hanno compiuto l’operazione, e ringrazio di cuore l’intelligence e ovviamente tutti i funzionari del Ministero degli Esteri, a cominciare da quelli dell’Unità di crisi, che giorno e notte hanno lavorato per rintracciare e contattare uno per uno i cittadini italiani”, tenendoli “informati e aggiornati sull’evolversi della situazione. Giorno e notte hanno lavorato i nostri funzionari, in contatto con la nostra Ambasciata a Khartoum”. “E’ importante che l’operazione si sia conclusa in maniera seria ed efficace, che i nostri connazionali siano tutti quanti salvi e possono rivedere le loro famiglie godendo di buona salute. Io li andrò a salutare all’aeroporto di Ciampino”, ha annunciato.
“Devo sottolineare – ha aggiunto Tajani – l’eccellente collaborazione tra le diverse organizzazioni dello Stato; coordinare le azioni di tutte le diverse amministrazioni non è una cosa semplice. Invece, c’è stata una perfetta armonia tra Ministero degli Esteri, il Ministero della difesa, l’intelligence. E naturalmente il presidente del Consiglio è stato costantemente informato, e sono sempre stato in contatto con il ministro della Difesa. Questo a dimostrazione del fatto che si può lavorare insieme anche quando si fa parte di diverse amministrazioni: l’importante è dare risposte concrete ai nostri concittadini”, ha concluso.
Sudan, Masini (Emergency): “Io resto, non abbandono i pazienti”Roma, 24 apr. (askanews) – Franco Masini, il coordinatore medico per Emergency del Centro Salam di Khartoum, il più grande ospedale di cardiochirurgia di tutta l’Africa, ha deciso di restare in Sudan, nonostante i combattimenti in corso, e con lui sono rimasti “altri 38 italiani, medici e infermieri”.
“Non c’erano alternative – ha spiegato Masini al Corriere della Sera – che fine farebbero gli 81 pazienti che abbiamo in questo momento? Li lasciamo in mezzo alla battaglia? Dobbiamo restare”. Il coordinatore di Emergency ha spiegato che “sono partiti per l’Italia solo in sette, tre erano a fine missione, gli altri quattro sono amministrativi, perciò il loro contributo non era più essenziale, qui le banche ormai sono tutte chiuse”. Masini era grande amico di Gino Strada: “Oggi vi dico che qui a Khartoum Gino ci sarebbe servito moltissimo, lui aveva una capacità unica di rapportarsi con le diverse fazioni. Anche pensando a lui, ho deciso di restare”. Dall’inizio delle ostilità, il 15 aprile scorso, il personale vive accampato in ospedale: “Nessuno torna a casa, ogni tanto sentiamo gli spari qui vicino che arrivano dal ponte sul Nilo”.
“Viveri ne abbiamo perché i nostri fornitori sudanesi malgrado i rischi sono venuti giorni fa con un carico. Ma se continuano i combattimenti, tra un mese i farmaci cominceranno a scarseggiare”, ha denunciato.