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Migranti, la Cassazione: attendere la giustizia Ue sui Paesi sicuri

Migranti, la Cassazione: attendere la giustizia Ue sui Paesi sicuriRoma, 30 dic. (askanews) – Il 25 febbraio prossimo la Corte di giustizia dell’Unione europea sarà chiamata a decidere in merito alla questione dei Paesi sicuri. La Cassazione, accogliendo la richiesta della Procura generale, ha “sospeso ogni provvedimento”. Si legge nella ordinanza “interlocutoria” in merito al ricorso del governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti in Albania. “Al dialogo tra giurisdizioni la Cassazione partecipa offrendo, nello spirito di leale cooperazione la propria ipotesi di lavoro, senza tuttavia tradurla né in decisione del ricorso né in principio di diritto suscettibile di orientare le future applicazioni”, si aggiunge.


E comunque – si spiega ancora nel documento della Suprema corte, di 35 pagine – la pronuncia della corte di giustizia Ue, del 4 ottobre scorso, in tema di Paesi sicuri, “si occupa esclusivamente delle eccezioni territoriali, chiarendo che l’esistenza di aree interne di conflitto e violenza indiscriminata è incompatibile con la designazione di un paese terzo come sicuro”. In particolare la Cassazione afferma che “le eccezioni per categorie di persone non hanno formato specifico oggetto della decisione della Corte di giustizia europea e non sono state esaminate dalla Corte quanto alla loro incidenza”. E ancora: dalla pronuncia della Ue “non sembrerebbe trarsi – si legge – come implicito corollario, l’esclusione della compatibilità con la nozione di paese sicuro, altresì, delle eccezioni personali, là dove, cioè, l’insicurezza riguardi le categorie di persone”. Sul punto la Cassazione aggiunge che “non parrebbe esservi spazio, in altri termini, per alcun automatismo di ricaduta, nel senso che l’indicazione, nella scheda-paese, di una categoria di persone insicura sarebbe destinata a travolgere la complessiva designazione di sicurezza dell’intero paese”.

La direttiva del Viminale sulle “zone rosse”, più controlli a Capodanno

La direttiva del Viminale sulle “zone rosse”, più controlli a CapodannoRoma, 30 dic. (askanews) – Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha inviato una direttiva ai prefetti per sottolineare l’importanza di individuare, con apposite ordinanze, aree urbane dove vietare la presenza di soggetti pericolosi o con precedenti penali e poterne quindi disporre l’allontanamento. Lo rende noto il Viminale. Viene in tal modo esteso ad altre città questo strumento che ha già dato positivi risultati nel corso della sua prima applicazione a Firenze e Bologna dove complessivamente, negli ultimi 3 mesi, sono stati 105 i soggetti destinatari di provvedimenti di allontanamento su 14mila persone controllate.


Il ricorso alle cosiddette “zone rosse”, ricorda il ministero, rientra nella più ampia strategia volta a garantire la tutela della sicurezza urbana e la piena fruibilità degli spazi pubblici da parte dei cittadini. Tali ordinanze sono particolarmente utili in contesti caratterizzati da fenomeni di criminalità diffusa e situazioni di degrado, come le stazioni ferroviarie e le aree limitrofe, nonché le “piazze dello spaccio”, dove sono già in atto le operazioni interforze ad alto impatto. Le misure potranno essere applicate anche in altre aree urbane, come le zone della movida, caratterizzate da un’elevata concentrazione di persone e attività commerciali e dove si registrano spesso episodi di microcriminalità (furti, rapine), violenza (risse, aggressioni), vandalismo, abuso di alcol e degrado. In vista del Capodanno, conclude il Viminale, “l’applicazione delle ‘zone rosse’ rappresenta inoltre un ulteriore efficace strumento per rafforzare i controlli nelle aree di maggiore affluenza, anche in occasione dei numerosi spettacoli e manifestazioni previste”.

L’Iran: Cecilia Sala arrestata “per aver violato le leggi della Repubblica Islamica”

L’Iran: Cecilia Sala arrestata “per aver violato le leggi della Repubblica Islamica”Roma, 30 dic. (askanews) – Le autorità iraniane hanno confermato ufficialmente l’arresto della giornalista italiana Cecilia Sala, per aver “violato le leggi della Repubblica Islamica”. E’ quanto riporta l’agenzia di Stato iraniana, l’Irna, senza fornire ulteriori dettagli. “Cecilia Sala, cittadina italiana, si è recata in Iran il 13 dicembre 2024 con un visto da giornalista ed è stata arrestata il 19 dicembre 2024 per aver violato la legge della Repubblica islamica dell’Iran” conclude l’agenzia, citando una dichiarazione del Ministero della Cultura di Teheran.

Nel 2024 record di morti in carcere, 244 con il detenuto deceduto oggi a Piacenza

Nel 2024 record di morti in carcere, 244 con il detenuto deceduto oggi a PiacenzaRoma, 30 dic. (askanews) – Un nuovo morto in carcere. A darne notizia è il Garante regionale dei detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri, che ricorda come “un detenuto di origine tunisina di 27 anni di età è deceduto questa mattina a causa di un evento critico ancora in corso di definizione tra l’accidentalità e il suicidio, ma in ogni caso dobbiamo ricordare che è morto un uomo”.


Cavalieri ricostruisce anche la dinamica del decesso: “L’uomo, collocato nella sezione di isolamento, era stato trasferito a Piacenza da Ferrara per provvedimento disciplinare. All’inizio della sua presenza a Piacenza gli è stato attribuito un rischio suicidario medio, successivamente tolto. In Emilia-Romagna c’è una crisi del sistema penitenziario: basta pensare che nel 2024 ci sono stati 5 suicidi e ogni giorno registriamo almeno un caso di autolesionismo, ovvero comportamenti che quando non mettono a rischio la vita mettono a rischio la salute dei detenuti”, spiega il Garante. “Quello di Piacenza sembra così un atto dimostrativo finito male – continua il Garante Cavalieri – in quanto il detenuto è probabilmente caduto e quindi morto sul colpo. Questo evento segue un analogo fatto avvenuto a Modena dove sempre un giovane detenuto straniero aveva tentato il suicidio e ora si trova ricoverato in coma”.


Il 2024, con i suoi 244 morti (di cui 89 suicidi, 5 in Emilia-Romagna) nei luoghi di detenzione italiani, si conferma come l’anno record per le morti in carcere. A contribuire a questo triste primato è anche il decesso avvenuto oggi nel carcere di Piacenza. L’anno che sta per chiudersi registra anche un altro record negativo, quello del sovraffollamento: al 16 dicembre 2024 (data dell’ultima rilevazione disponibile), i detenuti nelle carceri italiane sono saliti a 62mila, mentre i posti realmente disponibili si fermano a circa 47mila, con un tasso di sovraffollamento del 132,6%.

Clima, “nel 2024 in Italia 351 eventi estremi (+485% sul 2015)”

Clima, “nel 2024 in Italia 351 eventi estremi (+485% sul 2015)”Roma, 30 dic. (askanews) – L’Italia è sempre più sotto scacco della crisi climatica. Nel 2024, e per il terzo anno consecutivo, sono stati oltre 300 gli eventi meteo estremi che hanno colpito la Penisola, arrivando quest’anno a quota 351. Un numero in costante crescita negli ultimi dieci anni: nel 2024 ha visto un aumento degli eventi meteo estremi di quasi 6 volte, +485% rispetto al 2015 (quando ne furono registrati 60). A fare la parte da leone in questo 2024 l’aumento dei danni da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), da esondazioni fluviali (+24%) e da allagamenti dovuti alle piogge intense (+12%), con un’Italia divisa in due tra poca e troppa acqua.


A scattare questa fotografia di fine anno è l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol, che mette in fila i numeri della crisi climatica in Italia nel 2024, sottolineando come “la Penisola ancora una volta si sia fatta trovare impreparata anche in questi ultimi giorni di fine anno contrassegnati da piogge, mareggiate e venti forti. Male il Governo Meloni per l’inerzia dimostrata. In particolare, l’Esecutivo non ha messo in campo strategie di prevenzione e non ha stanziato le risorse economiche necessarie per attuare le azioni prioritarie del PNACC, il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, che ad oggi risulta essere una scatola purtroppo vuota. Inoltre, non è stato ancora emanato il decreto per l’insediamento dell’Osservatorio Nazionale per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici”. I DATI – Il 2024, spiega il dossier di Legambiente, è stato segnato da 134 casi di allagamenti da piogge intense, 62 casi di danni da vento, 46 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 34 eventi con danni da siccità prolungata, 30 danni da grandinate, 19 casi di frane causate da piogge intense, 9 danni alle infrastrutture, 8 da mareggiate, 2 al patrimonio storico e 1 caso di temperature record. Il Nord Italia risulta il più colpito con 198 eventi meteo estremi, seguito dal Sud 92 e dal Centro 61. A livello regionale, quest’anno l’Emilia-Romagna con 52 eventi, è la regione più martoriata dalla crisi climatica, seguita da Lombardia (49), Sicilia (43), Veneto (41) e Piemonte (22). Tra le province svetta al primo posto Bologna con 17 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna e Roma entrambe a quota 13, Torino con 12 e Palermo con 11. Tra le grandi città, la Capitale è quella più colpita con 8 eventi meteo estremi, seguita da Genova (7) e Milano (6). Preoccupano anche i danni che gli eventi meteo estremi stanno causando in generale sui trasporti: 22 quelli che nel 2024 hanno provocato danni e ritardi a treni e trasporto pubblico locale nella Penisola.


“Nel 2024 l’Italia – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è stata travolta da una nuova ondata di eventi meteo estremi e ancora una volta si è fatta trovare impreparata. Il Governo Meloni, in oltre due anni di attività, non ha messo in campo nessuna strategia di prevenzione con interventi mirati, che permetterebbero di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni post emergenza, e non ha stanziato i finanziamenti necessari per le azioni prioritarie del PNACC, fondi non previsti neanche nella legge di bilancio appena approvata. Auspichiamo che nel 2025 da parte dell’Esecutivo ci sia un’assunzione di responsabilità diversa nella lotta alla crisi climatica: servono più risorse economiche e interventi su prevenzione, mitigazione e adattamento. È urgente approvare anche una legge per fermare il consumo di suolo, problema affrontato in modo ideologico col DL Agricoltura vietando il fotovoltaico a terra, e il DPR per facilitare il riutilizzo delle acque reflue depurate sui terreni agricoli. Le vere minacce per l’agricoltura italiana sono, infatti, la crisi climatica e la cementificazione, non il Green Deal europeo”. “Tra gli eventi meteo estremi in crescita – aggiunge Andrea Minutolo responsabile scientifico di Legambiente – preoccupa il fenomeno della siccità che a più riprese ha colpito in questi anni l’Italia. Simbolo di quest’estate il lago Pergusa, in provincia di Enna, ridotto più o meno ad una pozza. L’emergenza in Sicilia è figlia della siccità del Po del 2022 e di un trend collegato alla crisi climatica in continua evoluzione che rappresenta un monito severo. Per questo è importante che il Paese definisca una strategia nazionale della gestione idrica, più attenta e circolare, con interventi concreti che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climatici e permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi”.


“In Emilia-Romagna i fenomeni di precipitazione estrema seguiti da alluvioni e allagamenti continuano a causare danni importanti”, ribadisce Francesco Occhipinti, direttore di Legambiente Emilia-Romagna: “Il ripetersi di questi eventi e le conseguenze negative che continuano a causare sono il segnale della necessità di un’azione di sistema, come già messo in luce dal dibattito pubblico e istituzionale a partire dall’alluvione del maggio 2023. La messa in sicurezza dei corsi d’acqua e la creazione di infrastrutture per garantire la sicurezza idraulica non può prescindere dall’adozione di un approccio di salvaguardia dal punto di vista ecologico, che garantisca una buona qualità degli ecosistemi fluviali e al contempo la sicurezza delle comunità che vivono in prossimità dei fiumi. È quindi fondamentale il coinvolgimento delle comunità stesse, attraverso processi che consentano sia l’informazione e la formazione, sia la condivisione delle misure messe in atto per ridisegnare l’assetto fluviale”. CLASSIFICA REGIONI PIÙ COLPITE DA SICCITÀ, ESONDAZIONI E ALLAGAMENTI – per quanto riguarda la siccità, le regioni più colpite sono state Sicilia (16 eventi), Sardegna (9), Basilicata (3). Sul fronte allagamenti spicca la Lombardia (con 25 eventi meteo estremi), seguita da Emilia-Romagna (22), Sicilia (15). In tema di esondazioni fluviali l’Emilia-Romagna è al primo posto (con 14 eventi), a seguire Lombardia (8), Veneto (5).


2024, ANNO DEI RECORD – Spicca poi l’ennesimo record di temperature globali registrato dal programma europeo Copernicus che indica il 2024 come l’anno più caldo da inizio registrazioni con, per la prima volta, il superamento della soglia di 1,5 °C sopra i livelli pre-industriali. Il mese di novembre 2024 è stato il secondo più caldo a livello globale, dopo il novembre 2023, con una temperatura media dell’aria superficiale di 14,1°C, +0,7°C al di sopra della media di quel mese del periodo compreso tra il 1991 e il 2020. Il novembre 2024 è stato di 1,6°C al di sopra del livello pre-industriale ed è stato il 16° mese in un periodo di 17 mesi in cui la temperatura superficiale media globale dell’aria ha superato di 1,5°C i livelli pre-industriali. Anche la temperatura superficiale media marina per il mese di novembre 2024 ha registrato livelli record, con 20,6°C, il secondo valore più alto registrato per il mese, e solo 0,13°C al di sotto del novembre 2023.

Il Cnel: il 7,6% della popolazione ha rinunciato a prestazioni sanitarie

Il Cnel: il 7,6% della popolazione ha rinunciato a prestazioni sanitarieRoma, 29 dic. (askanews) – Nel 2023 circa 4,5 milioni di persone hanno rinunciato a prestazioni sanitarie per problemi economici, problemi di offerta (lunghe liste di attesa) o difficoltà a raggiungere i luoghi di erogazione del servizio. Si tratta del 7,6% della popolazione italiana, contro il 7% del 2022 e al 6,3% del 2019, anno pre-pandemico. È quanto evidenzia il Cnel nella Relazione 2024 sui servizi pubblici, presentata lo scorso ottobre.


Vi è stata, quindi, una tendenza al peggioramento, a prescindere dall’eccezionalità del 2021, quando le conseguenze legate al Covid-19 fecero incrementare il valore fino all’11%. La quota di cittadini che ha rinunciato a visite mediche (escluse odontoiatriche) o ad accertamenti sanitari è massima nella fascia di età 55-59 anni (11,1%), è più bassa ma comunque elevata tra gli anziani di 75 anni e più (9,8%) e minima tra i bambini fino ai 13 anni (1,3%). Emerge uno svantaggio delle donne, con il 9% contro il 6,2% degli uomini.

Giubileo, aperta la Porta Santa a San Giovanni in Laterano a Roma

Giubileo, aperta la Porta Santa a San Giovanni in Laterano a RomaRoma, 29 dic. (askanews) – E’ stato il cardinale Baldassare Reina, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ad aprire la Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano.


Dopo la Porta Santa di San Pietro il 24 dicembre e quella – straordinaria – nel carcere di Rebibbia il 26 dicembre, il Giubileo 2025 prosegue oggi con l’apertura della Porta Santa di San Giovanni in Laterano, la cosiddetta cattedrale di Roma. Non è una giornata qualsiasi: oggi, infatti, si celebra la Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe e – con l’apertura della Porta Santa di San Giovanni in Laterano – il Giubileo inizierà ufficialmente in tutte le diocesi del mondo.

Accordo Chiara Ferragni-Codacons. La creator dona 200mila euro alle vittime di violenza

Accordo Chiara Ferragni-Codacons. La creator dona 200mila euro alle vittime di violenzaMilano, 28 dic. (askanews) – Chiara Ferragni, il Codacons e l’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi hanno concluso un accordo nell’ambito del caso Pandoro “per porre fine a ogni reciproca contestazione e per favorire, più in generale, la distensione dei rispettivi rapporti”. Lo fa sapere il Codacons, sottolineando che “l’accordo segna la duplice volontà delle Parti, da un lato, di chiudere le pregresse vertenze e, dall’altro lato, di guardare positivamente al futuro, istaurando un clima di collaborazione e rispetto con l’obiettivo di favorire iniziative concrete e un dialogo costruttivo su temi sociali di comune interesse”.


In particolare, riferisce l’associazione dei consumatori, “l’accordo prevede il versamento, da parte di Chiara Ferragni, di una somma di denaro destinata al risarcimento dei consumatori rappresentati dal Codacons e dall’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi che avevano acquistato il pandoro “Pink Christmas”, e di un ulteriore importo per il rimborso delle spese legali sostenute dalle predette associazioni nell’ambito dei vari procedimenti giudiziari. Il Codacons e l’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi nei prossimi giorni contatteranno i consumatori che si erano rivolti alle stesse associazioni per mettere a loro disposizione il risarcimento”. Parte integrante dell’accordo, sottolinea il Codacons, “è la donazione che verrà effettuata, da Chiara Ferragni, di una somma di Euro 200 mila a favore di un ente scelto d’intesa da Chiara Ferragni ed il Codacons, con preferenza accordata ad iniziative che supportino le donne vittime di violenza”.


“Chiara Ferragni è da sempre particolarmente sensibile al tema”, dice ancora il Codacons che “sta realizzando il progetto ‘Oltre il Silenzio”” per assistere e supportare le vittime di violenza di genere nel nostro Paese e che si concluderà con un importante evento nazionale cui parteciperà anche la stessa Chiara Ferragni”. Carlo Rienzi, Presidente del Codacons, esprime il suo apprezzamento per l’accordo raggiunto, il quale è di completa soddisfazione per le associazioni e per i consumatori che le stesse rappresentano, e sottolinea l’importanza della donazione concordata, che potrà essere di concreto aiuto alle donne più fragili.

Cecilia Sala incarcerata in Iran, Tajani: è in cella singola, trattamento rispettoso

Cecilia Sala incarcerata in Iran, Tajani: è in cella singola, trattamento rispettosoRoma, 28 dic. (askanews) – Cecilia Sala, detenuta in Iran, è “in una cella singola” dove sta ricevendo “un trattamento rispettoso della dignità della persona” e “continueremo a verificare con le visite consolari che faremo, al momento non abbiamo avuto segnali negativi”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani che, interpellato dalla stampa a margine dei lavori sulla manovra in corso in Senato, ha precisato: “Non parlerei di isolamento, è in una cella singola per non stare con persone che non parlano né inglese né italiano”.


Interpellato sui tempi di risoluzione della vicenda, il ministro ha risposto: “E’ difficile dirlo, io mi auguro che siano brevi, ma non dipende da noi. Noi stiamo cercando di risolvere una questione che è complicata e di garantire intanto che sia detenuta nelle migliori condizioni possibili, che possa ricevere visite consolari, che possa parlare con la famiglia. Che abbia un trattamento normale, non negativo. Cosa che sta accadendo in questo momento. Stiamo lavorando, stiamo facendo tutto quello che si può, ma i tempi non possiamo prevederli”. Tajani ha quindi ribadito che non sono ancora noti i capi di accusa contestati alla giornalista, “perchè l’avvocato non ha ancora avuto la possibilità di fare la visita in carcere”. “Speriamo possa farla nei prossimi giorni e possa avere quanto prima dei capi di imputazione precisi”, ha auspicato il titolare della Farnesina.

Addio a Cesare Ragazzi, il re delle soluzioni anti-calvizie

Addio a Cesare Ragazzi, il re delle soluzioni anti-calvizieRoma, 28 dic. (askanews) – Addio a Cesare Ragazzi. Addio al primo pubblicitario di una soluzione anti-calvizie personalizzata morto per un malore improvviso, nella serata del 27 dicembre, a Bologna, all’età di 83 anni. Negli anni 80 pubblicizzava un metodo per il trapianto di capelli in grado di superare la calvizie. Attraverso massicce campagne di spot televisivi irrompeva nelle case degli italiani con il suo baffetto inconfondibile: “Salve, sono Cesare Ragazzi, mi sono messo in testa un’idea meravigliosa” fu lo slogan con il quale spopolò fino a diventare un vero e proprio fenomeno di costume che divenne personaggio anche nei film dell’epoca: si pettinava, si immergeva, nuotava, tutto a misura di capelli nuovi e resistenti. Fondò la sua professione partendo da un’esigenza personale. Lui stesso raccontava che cominciò a perdere i capelli negli anni Sessanta così si mise a studiare il problema della calvizie. Riuscì a inventare la protesi tricologica, ovvero un trapianto non invasivo che veniva applicato direttamente sul cuoio capelluto, attraverso un nastro apposito: “un parrucchino di capelli naturali” lo definì. Il boom delle tv commerciali aiutarono lo sviluppo della sua azienda che arrivò a contare fino a 80 centro in Italia prima del crac del 2008 e del fallimento nel 2009. Il funerale di Cesare Ragazzi, annuncia la sindaca di Valsamoggia, Milena Zanna, sarà lunedì alle 10 nella chiesa di Santo Stefano a Bazzano, preceduto dalla camera ardente alla casa funeraria Parini. Lì sono attesi amici e parenti per l’ultimo saluto. Lascia la moglie Marta e tre figli: Nicola, Simona e Alessia