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Zaia: a Suviana un bilancio terribile anche per noi veneti

Zaia: a Suviana un bilancio terribile anche per noi venetiPadova, 12 apr. (askanews) – “E’ una tragedia, questa di Suviana. Un bilancio terribile, anche per noi veneti: un morto e due feriti. La nostra vicinanza va alle loro famiglie. Dopo di che bisogna capire la dinamica della tragedia. Si rincorrono notizie discordanti. Avremo una versione ufficiale dai periti, ma sarà fondamentale anche avere anche la versione dei superstiti”. Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, stamani a margine di un convegno a Padova.


Per quando riguarda le dighe e le centrali idroelettriche in Veneto, Zaia ricorda che la Regione non ha competenze al riguardo. “E, in ogni caso, non ho ricordi di incidenti simili”, ha precisato. Commentando le proteste dei sindacati Cgil, Cisl e Uil sulle problematiche della sicurezza nei luoghi di lavoro, Zaia ha aggiunto: “Condivido che bisogna tenere alta l’attenzione sugli infortuni sul lavoro, sul non rispetto delle regole relative alla sicurezza, in tanti casi, ma in altri c’è la tragica fatalità, la disattenzione, la troppa padronanza del mezzo. Condivido le manifestazioni perché insistono sulla necessità di una maggiore cultura della sicurezza che deve coinvolgere datori di lavoro, lavoratori, ma anche tutta la cittadinanza, perché ognuno di noi, se vede che qualcosa non funziona, passando davanti ad un cantiere, deve denunciarlo”.

La ministra Roccella: in Italia c’è una grave tendenza alla denatalità, va fermata

La ministra Roccella: in Italia c’è una grave tendenza alla denatalità, va fermataMilano, 12 apr. (askanews) – “La tendenza alla denatalità italiana è grave” e “per fermare e poi invertire la tendenza” serve “una mobilitazione collettiva che passi dall’impresa ai servizi, dall’amministrazione alla finanza, dal più piccolo ente locale alla Commissione europea”. Lo ha sottolineato la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, aprendo i lavori del convegno “Per un’Europa giovane. Transizione demografica, ambiente, futuro”.


“Sostegno economico, conciliazione, lavoro: sono i 3 punti fondamentali della strategia italiana – ha puntualizzato – Rafforzare le fondamenta di questa struttura è l’obiettivo dei prossimi anni. Ma, contemporaneamente, serve un lavoro con le autonomie locali, Regioni e Comuni, per rilanciare i servizi a misura di famiglia sul territorio”.

Esplosione nella centrale di Suviana, individuato il corpo di uno degli operai dispersi

Esplosione nella centrale di Suviana, individuato il corpo di uno degli operai dispersiRoma, 11 apr. (askanews) – I sommozzatori dei vigili del fuoco al lavoro nella centrale idroelettrica di Suviana-Bargi (Bologna) hanno ritrovato il corpo di uno dei quattro operai dispersi. Il corpo non è stato ancora estratto e quindi neanche identificato. Salgono così a quattro le vittime accertate dell’incidente.


“Stiamo lavorando in un contesto difficile. La priorità per tutti è la ricerca dei dispersi”, ha detto il capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, nel punto stampa sulla strage di Suviana. “Stiamo lavorando anche sull’impatto ambientale”, ha aggiunto.

Esplosione nella centrale di Suviana, i sommozzatori dei vigili del fuoco cercano ancora gli operai dispersi

Esplosione nella centrale di Suviana, i sommozzatori dei vigili del fuoco cercano ancora gli operai dispersiRoma, 11 apr. (askanews) – Nella centrale idroelettrica di Suviana-Bargi (Bologna), proseguono le complesse operazioni dei sommozzatori dei vigili del fuoco per la ricerca dei 4 dispersi dopo l’esplosione avvenuta due giorni fa.


Ancora senza esito le operazioni, riprese dalle ore 20 di ieri nei piani -8, -9 e -10, nelle quali è impiegato un dispositivo di soccorso di 100 vigili del fuoco. In via di stabilizzazione l’afflusso d’acqua nei piani allagati della centrale: situazione che, precisano i vigili del fuoco, ha consentito la ripresa delle operazioni.

La tragedia di Suviana, i soccoritori hanno fermato 11mila metri cubi di acqua per cercare i dispersi

La tragedia di Suviana, i soccoritori hanno fermato 11mila metri cubi di acqua per cercare i dispersiRoma, 11 apr. (askanews) – Undicimila metri cubi di acqua che spingevano con una pressione di circa 45 atmosfere da fermare per poter cercare i quattro operai dispersi all’interno della centrale idroelettrica di Suviana a Bargi di Camugnano sull’Appennino Bolognese. I soccorritori hanno dovuto lavorare un giorno intero per “stabilizzare il rischio idraulico all’interno del pozzo” dove è avvenuta l’esplosione mercoledì pomeriggio, per poter riprendere le ricerche dei quattro operai dispersi, lo ha spiegato il comandante dei Vigili del Fuoco di Bologna, Calogero Turturici, durante un breve incontro stampa ieri, a tarda serata.


“Abbiamo finalmente stabilizzato il rischio idraulico all’interno del pozzo – ha spiegato Turturici al termine della giornata -. Mentre si è lavorato per mettere in sicurezza la condotta abbiamo continuato a fare monitoraggio strumentale a livello -9” della struttura. In giornata, infatti, vigili del fuoco e carabinieri avevano fatto diverse ispezioni con l’ausilio di droni subacquei e nella notte sono riprese le ricerche dei dispersi ai piani -8, -9 e -10. Per farlo e procedere in sicurezza – ha spiegato il comandante dei vigili del fuoco – “è stata svuotata dall’acqua la pressione che minacciava, in caso di rottura catastrofica della valvola di fondo, di invadere il locale con circa 11mila metri cubi di acqua che spingevano con una pressione di circa 45 atmosfere”.

Suviana, Vigili del Fuoco: ricerche proseguiranno tutta la notte

Suviana, Vigili del Fuoco: ricerche proseguiranno tutta la notteBargi di Camugnano, 10 apr. (askanews) – Dopo aver lavorato tutto il giorno per “stabilizzare il rischio idraulico all’interno del pozzo” dove è avvenuta l’esplosione mercoledì pomeriggio, riprendono le ricerche dei quattro operai dispersi all’interno della centrale idroelettrica di Suviana a Bargi di Camugnano sull’Appennino Bolognese. Lo ha spiegato il comandante dei Vigili del Fuoco di Bologna, Calogero Turturici, durante un breve incontro stampa assieme alla vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo.


“Abbiamo finalmente stabilizzato il rischio idraulico all’interno del pozzo – ha detto Turturici -. Mentre si è lavorato per mettere in sicurezza la condotta abbiamo continuato a fare monitoraggio strumentale a livello -9” della struttura, ed “entro questa sera riprenderanno le operazioni con il personale”. In giornata, infatti, Vigili del Fuoco e Carabinieri hanno fatto diverse ispezioni con l’ausilio di droni subacquei. “Stasera riprenderemo a tutti gli affetti la ricerca massiva ai piani -8, -9 e -10 dove pensiamo di trovare le persone che sono rimaste coinvolte in questo incidente – ha proseguito il comandate -. In giornata è stata svuotata dall’acqua la pressione che minacciava, in caso di rottura catastrofica della valvola di fondo, di invadere il locale con circa 11mila metri cubi di acqua che spingevano con una preziose di circa 45 atmosfere. Adesso possiamo procedere in sicurezza”.

Papa Francesco ha incontrato lo sciamano Yanomani, in difesa dell’Amazzonia

Papa Francesco ha incontrato lo sciamano Yanomani, in difesa dell’AmazzoniaCittà del Vaticano, 10 apr. (askanews) – “Non ho paura dell’uomo bianco, ma ho tanta paura delle macchine che distruggono la terra e buttano giù gli alberi e creano fossati nel suolo per prenderne i minerali. Ho paura che questa attività estrattiva rovini le nostre comunità, i fiumi, la salute, la nostra sopravvivenza e le nostre stesse ricchezze. Sono preoccupato per il nostro futuro, le prossime generazioni avranno bisogno della foresta”. Così ai media vaticani Davi Kopenawa, sciamano e rappresentante degli Yanomami del Brasile, parla dopo l’incontro privato di stamani con Papa Francesco, avvenuto nello studio dell’Aula Paolo VI, prima dell’udienza generale.


“Sapevo che era molto importante per me e per la causa del mio popolo parlare con Papa Francesco. Sono stato ricevuto molto bene, con rispetto”, racconta il leader Yanomami, spiegando che al Pontefice ha fatto presente la situazione “di calamità” in cui vivono le comunità indigene dell’Amazzonia già da troppo tempo, situazione, afferma, che ultimamente è peggiorata molto. “Nonostante a livello internazionale sia stata riconosciuta la protezione di questi territori, sono stati invasi continuamente perché le autorità lo permettono, anzi, – precisa – ci sono state anche autorità che hanno incentivato il fenomeno. Io ho chiesto – riferisce – che per favore che il Papa interceda con il presidente della Repubblica del Brasile perché lo convinca a far ritirare i cercatori d’oro e gli altri sfruttatori”.

Lotta ai tumori, prevenzione, AI e assistenza alleate nel contrasto

Lotta ai tumori, prevenzione, AI e assistenza alleate nel contrastoRoma, 10 apr. (askanews) – Di tumore ci si ammala di più, anche da giovani, ma si muore sempre meno. Il risultato è che un numero crescente di persone convive con una patologia che diventa cronica e impone molto impegno anche dal punto di vista emotivo ed economico per mantenere inalterata la qualità della vita personale e dei propri cari. Il dato è emerso dal MetLife Human Health Summit, organizzato da MetLife, compagnia leader globale nell’offerta di prodotti assicurativi, sul tema ‘Innovazione e scienza incontrano le persone’.


Nella cornice della Sala Lettura della Fondazione Feltrinelli sono intervenuti Paolo Veronesi, professore ordinario in Chirurgia Università degli Studi di Milano, direttore del Programma Senologia e direttore della Divisione di Senologia dell’Istituto Europeo di Oncologia oltreché presidente di Fondazione Umberto Veronesi ETS; Federico Cabitza, professore di Interazione Uomo-Macchina e Supporto decisionale, Università degli Studi di Milano-Bicocca e senior researcher IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano; Sabina Rasia, psicologa della Fondazione ANT Italia Onlus, specializzata nell’assistenza domiciliare gratuita ai malati oncologici; Maurizio Taglietti, General Manager di MetLife in Italia. Il convegno è stato moderato da Roberta Capua. Secondo un sondaggio realizzato da MetLife, le patologie più serie rappresentano una delle maggiori fonti di preoccupazione per una famiglia su tre (32,5%). Più di una su due (63,3%) cita il cancro come timore più diffuso; seguono l’ictus con il 10,9%, l’infarto con il 10,7% e la sclerosi multipla con il 10,1%.


Per Paolo Veronesi, però ci sono buone notizie, visto che la cronicizzazione della patologia è oggi un dato di fatto: si muore di meno di tumore ma, d’altro canto, bisogna convivere con la malattia più a lungo e ancora oggi una diagnosi è considerata spesso una sorta di condanna. “In realtà non è così, il problema è anche culturale. Sono 3.600.000 le persone con diagnosi di cancro in Italia che hanno superato questa malattia. Si assiste a una maggiore incidenza legata all’aumento dell’aspettativa di vita: si pensi che in Italia nel 2023 i casi sono stati 395mila, 15 mila in più rispetto all’anno precedente. È vero che i dati statistici hanno evidenziato per alcuni tumori un abbassamento dell’età di diagnosi come accade per quello alla mammella di cui mi occupo, ma è altrettanto assodato che oggi si fanno spesso esami molto precisi un tempo impensabili e quindi si scopre la patologia molto prima rispetto al passato. Vorrei sottolineare quanto oggi siano centrali i corretti gli stili di vita: quello che mangiamo, che beviamo che respiriamo rivestono un peso fondamentale. In Italia il 30% della popolazione è sovrappeso, il 30% è sedentario, il 25% fuma: si tratta di comportamenti a rischio che se corretti possono far diminuire l’insorgenza dei tumori anche del 30%. In generale la mortalità diminuisce da anni grazie a due fattori principali: diagnosi più precoce, terapie mediche molto avanzate, come quelle a bersaglio molecolare che ogni anno si arricchiscono di nuovi farmaci”. La grande conquista degli ultimi decessi è rappresentata proprio dal raggiungimento di una buona qualità della vita. “Oggi – continua il medico – si fa in modo che la terapia sia commisurata alle caratteristiche biologiche del tumore. Curiamo quindi malattie anche avanzate, con metastasi in altre sedi, grazie a una serie di farmaci che alternano e spesso sostituiscono la chemioterapia evitandone gli effetti collaterali”.


E il futuro? Di certo appartiene alla medicina predittiva: “Indagando la predisposizione genetica allo sviluppo del tumore ritengo che un giorno sarà possibile testare la predisposizione di ognuno di noi a sviluppare un cancro. Oggi, per esempio, sappiamo che l’8-10% dei casi di tumore alla mammella ha alle spalle una mutazione genetica”. Il presente, invece, appartiene di già all’intelligenza artificiale utilizzata con successo sia in fase di diagnosi sia in quella di cura. A parlarne il professore Federico Cabitza professore di Interazione Uomo-Macchina e Supporto decisionale, Università degli Studi di Milano-Bicocca e Senior researcher IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano. “Si pensi alla diagnosi precoce aumentata: l’intelligenza artificiale addestrata sulle immagini è in grado di identificare segni subclinici difficili da vedere nel normale iter diagnostico. Questo consente di individuare dei pattern, degli schemi ricorrenti. Al momento sul mercato ci sono circa 700 dispositivi medici etichettabili come AI, la maggior parte dei quali riguardano la radiologia e quindi in molti casi un supporto in ambito di diagnosi oncologica, per l’individuazione o caratterizzazione di tumori anche molto piccoli. Certo è molto difficile fare previsioni: questo genere di sistemi cambia a un ritmo senza precedenti. L’importante è che si capisca come l’AI rappresenti davvero uno strumento in grado di migliorare la vita delle persone. Sono convinto che molti sistemi predittivi possano entrare nel quotidiano e presto non faranno più notizia, come avviene oggi per esempio con esami come la TAC”.


Attenzione però, la tecnologia non potrà mai sostituirsi al medico aggiunge Cabitza. “La relazione fra medico e paziente è multidimensionale, non può essere surrogata mettendo al suo posto uno schermo di un pc. Possiamo parlare di Modello Centauro: l’AI non deve essere contrapposta al medico ma va considerata come uno strumento da combinare con la capacità del professionista. Manteniamo in capo al medico l’empatia, la predisposizione a capire l’altro e invece in capo alla macchina la cosa che sa far meglio, l’elaborazione di milioni di dati. Deve passare la narrazione di un’alleanza, non di una contrapposizione fra uomini e tecnologia: si pensi che in determinate fasi dello sviluppo del farmaco, soprattutto all’inizio, l’uso dell’intelligenza artificiale può essere di grande aiuto e contribuire ad accorciare i tempi di realizzazione da 10 a un anno”. Il convegno si è soffermato anche su un aspetto più prettamente umano: l’impatto che le patologie gravi hanno sulla psiche non soltanto dei malati ma anche dei loro cari. Ad approfondire questo tema la psicologa Sabina Rasia. Come ribadisce l’associazione ANT il tumore interferisce su tutti gli ambiti della vita quotidiana del paziente, dalle relazioni amicali e familiari a quelli finanziari e lavorativi. Per questo motivo un elevato numero di pazienti sperimenta livelli severi di disagio psicologico, caratterizzati spesso da sintomatologia ansioso-depressiva, con una percentuale che varia dal 10-15% al 20-40%. “Si tratta di nodi che verranno sempre di più al pettine – ha spiegato l’esperta – a causa dell’aumento nell’aspettativa di vita che porta però alla cronicizzazione della malattia. Grazie ai passi avanti compiuti dalla medicina e alla riduzione della mortalità, infatti, i pazienti devono sottoporsi a controlli e terapie periodiche per anni e questo è fonte di continuo stress”. “L’impatto emotivo è molto forte in particolare al momento della diagnosi. La parola cancro fa ancora molta paura, genera uno shock, il disorientamento è simile a quello successivo a una forte scossa di terremoto. La crisi emotiva può assumere la forma di un trauma: il dolore oncologico impatta sulla psiche e implica dei cambiamenti radicali. Anche la cronicizzazione rappresenta una sfida: la malattia può avere diverse fasi con specifiche reazioni emotive e compiti di adattamento. Il dovere del malato è quello di riorganizzare la propria vita e trovare un patteggiamento con la patologia. Anche la famiglia viene impattata da questo cambiamento: si pensi che su 7milioni di care giver in Italia, 3milioni assistono malati con patologia oncologica. Si diventa care giver per necessità e non tutti hanno una disposizione naturale ad essere accanto al malato. Noi con la nostra rete presente in 11 regioni cerchiamo di dare una mano assistendo circa 9mila pazienti a cui si aggiungono circa 2mila per la parte che riguarda il sostegno piscologico del malato e della famiglia”. Il problema nel problema è poi rappresentato dalle persone sole “di cui la società deve farsi carico: le famiglie sono cambiate e spesso sono composte da un unico individuo. Il nostro impegno è indirizzato alla realizzazione di quella che chiamiamo Eubiosia termine coniato da fondatore di ANT, Franco Pannuti: la vita dignitosa si garantisce portando a casa dei malati non solo le competenze ma garantendo la continuità di ascolto, la presenza e quel sostegno alla speranza che dobbiamo assicurare anche quando non si può più parlare di guarigione”. Rasia ha quindi concluso con un accenno alla legge sull’Oblio oncologico, approvata dal Senato nel dicembre scorso. “Si tratta di un passaggio estremamente importante: di tumore si può guarire, si può e si deve tornare ad avere una prospettiva di vita rispetto a chi non si è mai ammalato. La persona può tornare a riappropriarsi della propria vita”. Per Maurizio Taglietti, General Manager di MetLife in Italia, l’incontro di ieri ha rappresentato un’occasione unica di approfondimento di temi nei confronti dei quali la Compagnia ha da sempre espresso una particolare sensibilità. E non potrebbe essere altrimenti considerato che ci troviamo in un contesto come quello attuale in cui assistiamo ai progressi della medicina, all’aumento delle diagnosi di malattie gravi e, allo stesso tempo, ad un welfare che fa fatica a coprire tutte le esigenze di una popolazione sempre più bisognosa di risposte immediate. “MetLife – ha spiegato Taglietti – non è solo una compagnia assicurativa ma un’azienda che si fonda su valori immutati nel tempo: esperienza, solidità, costanza, integrità, prevenzione, responsabilità. Con i nostri 150 anni di storia, assicuriamo 100 milioni di clienti nel mondo e siamo presenti in 40 paesi compresa l’Italia dove operiamo da trenta anni. Nel nostro ruolo ci siamo prefissati di contribuire al raggiungimento di alcuni obiettivi da oggi al 2030 che riguardano l’equità di genere, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della salute e del benessere delle comunità in cui operiamo. Ascoltando i consumatori e considerando i cambiamenti sociali e demografici, abbiamo deciso di rafforzarci sull’offerta malattia con un focus in particolare su quelle gravi che purtroppo colpiscono indistintamente uomini, donne, giovani e anziani. E proprio dall’attenzione rivolta al tema salute nasce l’idea di questo evento culturale e di divulgazione scientifica: un modo concreto per fornire un servizio di pubblica utilità rivolto sia a chi sta attraversando un momento di bisogno, sia a chi vuole mantenersi aggiornato su tematiche legate alla prevenzione e alle nuove cure, il tutto nel rispetto della nostra mission ‘stare vicino alle persone per costruire un futuro più sicuro e sereno’”.

Suviana, Bonaccini: lavorare insieme per la sicurezza sul lavoro

Suviana, Bonaccini: lavorare insieme per la sicurezza sul lavoroBargi di Camugnano, 10 apr. (askanews) – “Non mi piace sprecare parole per alimentare polemiche, di certo registro che anche sulle partecipate dello Stato”, basti pensare “alle Ferrovie” per l’incidente di qualche settimana fa e “adesso questa vicenda, forse qualche attenzione in più andrà messa”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna e presidente del Pd, Stefano Bonaccini, che invita a non fare della sicurezza sul lavoro una battaglia politica: “Dobbiamo lavorare insieme mettendo da parte le differenze politiche”.


“Vorrei che tutti quanti ci battessimo per una maggiore sicurezza sul lavoro non solo nei momenti della tragedia ma tutto l’anno – ha aggiunto Bonaccini arrivato a Bargi di Camugnano sull’Appennino Bolognese, alla centrale idroelettrica di Suviana dopo il grave incidente avvenuto ieri pomeriggio che è costato la vita a tre operai -. Domattina sarò al corteo promosso a Bologna da Cgil e Uil, e prima di venire qui sono stato adesso al presidio davanti alla sede bolognese dell’Enel”. “Sono quelle situazioni – ha concluso – in cui bisognerebbe davvero mettere da parte le differenze politiche e lavorare come un uomo solo a tutela delle persone. Questa è una battaglia che va fatta” senza colore politico.

Esplosione Suviana, Pichetto: possibile inchiesta su manutenzione. Enel: piena collaborazione per accertare fatti

Esplosione Suviana, Pichetto: possibile inchiesta su manutenzione. Enel: piena collaborazione per accertare fattiRoma, 10 apr. (askanews) – L’inchiesta “potrà essere anche su quello. Diciamo che era a fine manutenzione, a fine efficientamento. Si tratta di capire qual è il motivo di questa esplosione”. Questa la risposta del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ad Agorà Rai Tre, alla domanda se l’inchiesta sull’esplosione alla centrale idroelettrica del bacino di Suviana sarà sulla manutenzione.


In relazione al grave incidente avvenuto nella centrale a Bargi, Enel Green Power “esprime ancora profondo cordoglio e vicinanza a tutte le vittime e alle loro famiglie. L’azienda continuerà a dare ogni forma di collaborazione alle autorità preposte per accertare i fatti”. L’amministratore delegato di Enel GP, Salvatore Bernabei, si è recato immediatamente sul luogo per coordinare di persona le attività aziendali in raccordo con le autorità competenti. Nella centrale erano in corso lavori di efficientamento che Enel Green Power aveva contrattualizzato con tre aziende primarie, Siemens, ABB e Voith. Da quanto ricostruito, il collaudo del primo gruppo di generazione era già terminato nei giorni scorsi e, al momento in cui è avvenuto l’incidente, era in corso il collaudo del secondo gruppo.


Enel Green Power – conclude – “sarà vicina in ogni modo ai feriti e alle famiglie delle vittime. L’azienda ringrazia le Autorità competenti che stanno lavorando incessantemente alle operazioni di soccorso e a cui sta prestando il massimo supporto”.