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Papa: non si lasci alle armi il diritto di creare il diritto

Papa: non si lasci alle armi il diritto di creare il dirittoCittà del Vaticano, 27 set. (askanews) – Un paese come il Belgio, con la sua storia e la sua posizione geografica, nel cuore dell’Europa, può ricordare “a tutti gli altri che, quando – sulla base delle più varie e insostenibili scuse – si comincia a non rispettare più confini e trattati e si lascia alle armi il diritto di creare il diritto, sovvertendo quello vigente, si scoperchia il vaso di Pandora e tutti i venti incominciano a soffiare violenti, squassando la casa e minacciando di distruggerla”. Lo ha affermato Papa Francesco oggi in Belgio parlando alle autorità politiche del paese, al corpo diplomatico e alle realtà della società civile belga.

Evasione fiscale e riciclaggio: Irene Pivetti condannata a 4 anni

Evasione fiscale e riciclaggio: Irene Pivetti condannata a 4 anniMilano, 26 set. (askanews) – Condannata a 4 anni di carcere: si è chiuso così, al Tribunale di Milano, il processo che vedeva l’ex presidente della Camera, Irene Pivetti, imputata per evasione fiscale e autoriciclaggio. Il Tribunale ha accolto la richiesta di condanna formulata dal pm Giovanni Tarzia durante la sua requisitoria.


I giudici della quarta sezione penale hanno anche condannato a 2 anni di carcere (contro i 3 anni chiesti dal pm) il pilota di rally ed ex campione di Gran Turismo Leonardo “Leo” Isolani, protagonista insieme all’ex presidente della Camera di una serie di operazioni commerciali servite – secondo l’accusa formulata dalla procura di Milano – a riciclare denaro illecito, frutto di una maxi evasione fiscale.

Papa a Europa: appello per oneste trattative pace e soluzione contrasti

Papa a Europa: appello per oneste trattative pace e soluzione contrastiCittà del Vaticano, 26 set. (askanews) – “Vi è un impellente bisogno che quanti sono investiti di autorità si impegnino con costanza e pazienza in oneste trattative in vista della soluzione dei contrasti, con l’animo disposto a individuare onorevoli compromessi, che nulla pregiudicano e che invece possono costruire per tutti sicurezza e pace”. Così Papa Francesco nel suo primo discorso pubblico in Lussemburgo. Un appello al ‘cuore dell’Europa, pronunciato nel suo discorso alle autorità civili e politiche lussemburghesi, ma con lo sguardo all’intero continente europeo e alle sue istituzioni, Francesco, infatti, ha subito ricordato che Lussemburgo, è “socio fondatore dell’Unione Europea e delle Comunità che l’hanno preceduta, sede di numerose istituzioni europee, tra le quali la Corte di Giustizia dell’Unione, la Corte dei Conti e la Banca degli Investimenti” e che, “si è distinto nell’impegno per la costruzione di un’Europa unita e solidale, nella quale ogni Paese, piccolo o grande che fosse, avesse il suo proprio ruolo, lasciando finalmente alle spalle le divisioni, i contrasti e le guerre, causate da nazionalismi esasperati e da ideologie perniciose”.


Un paese, ha poi aggiunto nel suo discorso davanti alle autorità politiche, posto geograficamente come crocevia di popoli. “Va riconosciuto che quando prevalgono logiche di scontro e di violenta contrapposizione, i luoghi che si trovano al confine tra potenze che confliggono – ha detto Francesco – finiscono per essere – loro malgrado – pesantemente coinvolti. Quando invece gli spiriti finalmente ritrovano vie di saggezza, e alla contrapposizione sostituiscono la cooperazione, allora questi stessi luoghi diventano i più adatti a indicare, non solo simbolicamente, le esigenze di una nuova epoca di pace e le strade da percorrere”.

Tragedia a Nuoro: spara alla moglie e ai figli, poi si uccide

Tragedia a Nuoro: spara alla moglie e ai figli, poi si uccideMilano, 25 set. (askanews) – Tragedia familiare a Nuoro, dove un 52enne ha ucciso a colpi di pistola la moglie 43enne, la figlia 25enne, ferendo gli altri due figli minori di 14 e 10 anni. L’uomo, dopo aver sparato anche ad un vicino di casa incontrato casualmente sul pianerottolo, ha quindi raggiunto l’abitazione della madre e, dopo averla ferita gravemente con un colpo di pistola, ha rivolto l’arma contro sè stesso e si è tolto la vita.


Procura, Questura e Comando dei Carabinieri di Nuoro fanno sapere che il vicino di casa e la madre dell’uomo sono attualmente ricoverati all’ospedale San Francesco in gravi condizioni, mentre non destano preoccupazione le condizioni del figlio quattordicenne dell’omicida. Sulla scena del crimine sono intervenuti i pm Riccardo Belfiori e Sandra Piccicuto insieme ai reparti specializzati di polizia e carabinieri per i rilievi scientifici. Le indagini dirette dalla locale Procura della Repubblica, sono affidate congiuntamente a personale dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato. Non risultano pregresse segnalazioni/denunce di violenze in ambito familiare.

L’esercito di Israele: pronti per la manovra di terra in Libano

L’esercito di Israele: pronti per la manovra di terra in LibanoRoma, 25 set. (askanews) – Il capo del Northern Command, il maggiore generale Uri Gordin, ha dichiarato che lo scontro con Hezbollah è entrato in una “fase diversa” e che l’IDF deve essere preparata per una “manovra” di terra: “L’operazione è iniziata con un attacco molto significativo alle capacità di Hezbollah”, ha detto Gordin. “Alla luce di ciò, dobbiamo cambiare la situazione della sicurezza. Dobbiamo essere molto ben preparati per una manovra e un’azione”, si legge su Haaretz.

Papa: inaccettabile ciò che sta avvenendo in Libano

Papa: inaccettabile ciò che sta avvenendo in LibanoCittà del Vaticano, 25 set. (askanews) – “Sono addolorato dalle notizie che giungono dal Libano dove negli ultimi giorni intensi bombardamenti hanno provocato molte vittime e distruzioni. Auspico che la comunità internazionale faccia ogni sforzo per fermare questa terribile escalation. È inaccettabile”. Qusto l’appello di Papa Francesco al termine dell’udienza gnerale in piazza San Pietro.


“Esprimo la mia vicinanza al popolo libanese che ha troppo sofferto nel recente passato”, ha quindi aggiunto. Il Papa ha, quindi chiesto ai fedeli di pregare “per tutti i popoli che soffrono a causa della guerra. Non dimentichiamo – ha detto – la martoriata Ucraina, il Myanmar, la Palestina, Israele, il Sudan e tutti i popoli martoriati. Preghiamo per la pace”.

Il Papa: si rischia un allargamento dei conflitti. Stiamo già distruggendo il mondo

Il Papa: si rischia un allargamento dei conflitti. Stiamo già distruggendo il mondoCittà del Vaticano, 24 set. (askanews) – “Abbiamo bisogno di pregare per la pace. Il rischio che i numerosi conflitti invece di cessare si allarghino pericolosamente è più che concreto. Faccio mio il vostro grido e quello dei tanti colpiti dalla guerra e lo rivolgo ai responsabili della politica: ‘Fermate la guerra! Fermate le guerre!’ Stiamo già distruggendo il mondo! Fermiamoci finché siamo in tempo!”. Lo ha detto Papa Francesco in un messaggio inviato ai partecipanti all’Incontro Internazionale di Preghiera per la Pace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, in corso a Parigi.


Il Papa ha voluto ricordare il primo incontro di preghiera per la pace indetto da Giovanni Paolo II ad Assisi. “Sono passati 38 anni dal lontano 1986 quando fu celebrato il primo incontro di preghiera per la Pace. – ha detto – Molti eventi hanno segnato la storia del mondo da quel momento: il crollo del muro di Berlino, l’inizio del terzo millennio, la crescita di fondamentalismi e i numerosi conflitti che si sono abbattuti sul pianeta, assieme alle incredibili sfide del cambiamento climatico, dell’avvento delle tecnologie emergenti e convergenti e delle pandemie che hanno colpito l’umanità”, ha ricordato nel suo messaggio. Tutti eventi che dimostrano come “siamo nel mezzo di un ‘cambiamento d’epoca’ di cui non conosciamo ancora le prospettive”. Anche per questo, ha concluso papa Francesco, proprio “lo ‘Spirito di Assisi’ è una benedizione per il mondo, per questo nostro mondo che ancora oggi è lacerato da troppe guerre, da troppa violenza. Questo ‘spirito’ deve soffiare ancor più forte nelle vele del dialogo e dell’amicizia tra i popoli”.

Papa: guai a chi cerca di trascinare Dio nel prendere parte a guerre

Papa: guai a chi cerca di trascinare Dio nel prendere parte a guerreCittà del Vaticano, 24 set. (askanews) – “Dobbiamo allontanare dalle religioni la tentazione di diventare strumento per alimentare nazionalismi, etnicismi, populismi. Le guerre si inaspriscono. Guai a chi cerca di trascinare Dio nel prendere parte alle guerre!”. E’ quanto ha intimato oggi Papa Francesco nel corso di un messaggio da lui inviato a fedeli e responsabili di diverse religioni riuniti a Parigi per un Incontro Internazionale di Preghiera per la Pace, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio.


Francesco ha poi affermato che “compito urgente delle religioni è favorire visioni di pace, come state mostrando in questi giorni a Parigi. Uomini e donne di cultura e di fede diverse avete sperimentato – ha poi aggiunto – la forza e la bellezza della fraternità universale. È questa la visione di cui ha bisogno il mondo, oggi. Vi esorto a continuare: siate artigiani di pace. Se in tanti continuano a fare la guerra, tutti possiamo lavorare per la pace”. Francesco ha, quindi chiesto ai credenti ed ai loro responsabili di “immaginare la pace”. “C’è bisogno di incontrarsi, di tessere legami fraterni e di lasciarsi guidare dall’ispirazione divina che abita ogni fede, per immaginare assieme la pace tra tutti i popoli. – ha detto – Abbiamo bisogno di spazi per dialogare e agire insieme per il bene comune e la promozione dei più poveri”.


“Sì, – ha quindi concluso – in un mondo che rischia di frantumarsi nei conflitti e nelle guerre, il lavoro dei credenti è prezioso per mostrare visioni di pace e favorire ovunque nel mondo la fraternità e la pace tra i popoli”.

Il cardinale Zuppi esorta l’Ue: resti fedele alla sua vocazione di pace e dialogo

Il cardinale Zuppi esorta l’Ue: resti fedele alla sua vocazione di pace e dialogoRoma, 23 set. (askanews) – Un appello ai cittadini e alle istituzioni europee perché non smarriscano mai le proprie radici fondanti, che trovano linfa nei principi di dialogo e pace. A rivolgerlo è stato il presidente della Conferenza episcopale italiana, il card. Matteo Zuppi aprendo i lavori del Consiglio permanente della Cei, da oggi riunito a Roma. Il porporato ha ricordato che proprio “in questi giorni si è parlato d’innovazione e d’investimenti per una economia europea moderna e sostenibile, con riferimenti anche al lavoro e alla demografia, lasciando intravvedere un nuovo ‘piano Marshall’, – ha detto – più ambizioso di quello del secondo Dopoguerra, rappresentando l’UE come destinata altrimenti a una lenta agonia”. Questo mentre nel frattempo, “si sono definiti squadra e programma della nuova Commissione europea che, fra l’altro, prevede alcune nuove deleghe alla difesa, al Mediterraneo e alla questione abitativa”. “L’auspicio – ha aggiunto Zuppi parlando al Parlamentino della Cei – è che l’Europa resti fedele alla sua vocazione al dialogo e alla pace”, aggiungendo che “la politica fa e deve fare, i suoi percorsi, ma nella nostra prospettiva di credenti, i cittadini europei hanno bisogno oggi più che mai di riappropriarsi di quella storia e di quella cultura che ha fatto grandi le terre europee”.


Una cultura che trae linfa vitale “dall’eredità della Bibbia e alla conseguente centralità della persona, al patrimonio religioso ebraico, all’umanesimo laico, ai tanti aspetti della cultura europea impregnati di senso religioso, che costituiscono l’anima delle nostre società”. Tra le questioni aperte e che interrogano il nostro continente, il presidente della Cei ha poi citato “l’invecchiamento della popolazione, le povertà, il fenomeno migratorio, il secolarismo e l’individualismo. Mentre si affrontano i problemi contingenti, mi piacerebbe che si aprisse una discussione più ampia: una ‘Camaldoli per l’Europa per parlare di democrazia ed Europa. – ha poi aggiunto – Potrebbe essere anche l’occasione per riflettere sul contributo che oggi può provenire dai cattolici in primis, come anche dai cristiani di tutte le Confessioni, dai credenti delle diverse Comunità religiose oggi presenti in Europa, dagli umanisti che hanno a cuore la cultura del nostro Continente, per uno sviluppo di una coscienza comune, che allarghi i confini dei cuori e delle menti e non ceda al nichilismo della persona e a sovranismi egoistici. Un’Europa nel segno – ha concluso Zuppi – della ‘Fratelli tutti’, coesa e solidale al suo interno e aperta al mondo”.

Omicidio Cecchettin, al via il processo a Turetta: “No spettacolarizzazione”

Omicidio Cecchettin, al via il processo a Turetta: “No spettacolarizzazione”Venezia, 23 set. (askanews) – E’ iniziato, davanti alla Corte d’Assise di Venezia, il processo a Filippo Turetta per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Reo confesso, Turretta non è in aula. Lo è invece Gino Cecchettin, il padre di Giulia, che ha anticipato di essere presente soltanto oggi. L’udienza è a numero chiuso: il presidente della Corte d’assise di Venezia, Stefano Manduzio, ha stabilito che metà dei posti disponibili per il pubblico (20) è riservata ai cittadini, la restante metà ai giornalisti; altri 18 posti a sedere sono a disposizione delle parti processuali.


“Questo non è il processo contro i femminicidi, ma un processo contro il singolo che si chiama Turetta e che risponderà dei reati che gli sono stati contestati” ha dichiarato Bruno Chierchi, procuratore capo di Venezia: “Se si sposta questo quadro a obiettivi più ampi si snatura totalmente il processo – ha affermato – Il processo non è uno studio sociologico, che si fa in altre sedi, il processo è l’accertamento di responsabilità dei singoli” ha tenuto a ribadire Cherchi. “Questa è la posizione della Procura, e lo è fin dall’inizio, quando abbiamo detto che il processo deve svolgersi in aule giudiziarie con i diritti che anche l’imputato ha, secondo la Costituzione e il Codice di procedura penale”. No, dunque, alla ‘spettacolarizzazione’, secondo Cherchi. Ed è quanto ha ribadito anche l’avvocato Giovanni Caruso, legale di Turetta, auspicando che non sia “un processo in cui la spettacolarizzazione possa autorizzare a fare del giovane il vessillo di una battaglia culturale contro la violenza di genere”.