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Il Ciclone Medusa si avvicina: entro venerdì irromperà sull’Italia

Il Ciclone Medusa si avvicina: entro venerdì irromperà sull’ItaliaRoma, 17 ott. (askanews) – Nei prossimi giorni lo scenario meteorologico sull’Italia è destinato a cambiare radicalmente: dopo un lunghissimo periodo dominato da un ingombrante anticiclone africano, ecco che le perturbazioni atlantiche riusciranno a scalfire definitivamente il muro anticiclonico che da troppo tempo protegge il nostro Paese. E proprio un insidioso ciclone, Medusa, sta marciando a tappe forzate verso le regioni settentrionali.

Antonio Sanò, fondatore del sito, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che in queste ore sull’Europa sono presenti due importanti figure di bassa pressione. Una è collocata sui settori nord-orientali del Vecchio Continente, l’altra a ridosso della Penisola Iberica. Tra queste due figure cicloniche è presente un’area di alta pressione che, al momento, favorisce l’afflusso d’aria fresca verso il nostro Paese, responsabile del calo termico e delle note di instabilità che hanno caratterizzato la parte conclusiva del weekend appena trascorso. Fino a mercoledì 18 non dovremo fare i conti con un maltempo particolarmente intenso, in quanto le piogge e qualche isolato temporale si limiteranno ad interessare il Sud e parte del comparto tirrenico del Centro. La vera svolta però è attesa da giovedì 19 quando Medusa si avvicinerà ulteriormente all’Italia, aprendo così la strada ad un contesto meteorologico perturbato. Al Nord avremo scenari autunnali, con forti piogge, temporali e un clima fresco; al Centro una spiccata instabilità con clima abbastanza mite; al Sud, infine, sembrerà ancora praticamente Estate. Questo perché l’arrivo del vortice coinciderà con un forte richiamo di correnti molto calde dal Nord Africa, le quali avvolgeranno tutte le regioni meridionali e parte del Centro, mantenendo qui valori di pressione più elevati ed un conseguente contesto meteo più tranquillo, ma soprattutto molto caldo.

Anche il prossimo weekend rischia di essere condizionato dal maltempo autunnale: gli ultimi aggiornamenti meteo indicano la possibilità di una recrudescenza delle piogge su gran parte del Paese, fenomeni instabili che questa volta coinvolgeranno anche le regioni meridionali.

Di Segni (Ucei): Israele è sola, il mondo ‘illuminato’ non capisce

Di Segni (Ucei): Israele è sola, il mondo ‘illuminato’ non capisceRoma, 17 ott. (askanews) – “Israele è sola, il mondo ‘illuminato’ non capisce”. Lo dice, in una lunga intervista a all’Unità Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei). Secondo Di Segni a Isralele “si chiede attenzione e proporzionalità, senza rendersi conto della sproporzionalità dell’odio antisemita. Il 7 ottobre la storia è cambiata. La liberazione dei palestinesi non può passare da un’entità vocata al terrore”. Secondo Di Segni “siamo in un cambio storia. Se c’è una guerra, il registro delle azioni, del dilemma umanitario e delle attenzioni che vanno poste, si svolge all’interno del diritto internazionale di guerra. Non è paragonabile quello che si esige in un giorno di festa, come doveva essere quel 7 ottobre, tranquillo, e quello che si esige da un esercito che compie un’azione di difesa. “Dubito che qualcuno – aggiunge – possa avere ancora l’improntitudine di dire che Israele è quella che ha attaccato per prima. E se tutto questo fosse accaduto il giorno prima, sapendo tutto quello che c’è nella Striscia, per tutelarsi, sarebbe stato il delirio. Le accuse a Israele che conosce solo il linguaggio della forza e della brutalità si sarebbero sprecate”. “Oggi, di fronte a quello che è stato definito l’ “11 Settembre” dello Stato ebraico, si associa Israele e il diritto di difesa, solo che poi iniziano i ma e i però … Questi ma e però tutti noi li viviamo. Perché il dilemma morale, se sparare o no, c’è in ogni soldato israeliano. L’appello è rivolto a persone che hanno questo dilemma addosso dalla mattina alla sera, in ogni respiro. Ma quello stesso appello non è stato rivolto a chi non ha alcuno scrupolo. Ma proprio perché l’appello è rivolto a chi il dilemma lo vive e lo conosce molto bene, quell’appello non può essere: mi raccomando non fare, perché ci stanno gli altri che soffrono. Bisogna capire perché gli altri soffrono. Se si vuole davvero frenare l’emergenza umanitaria, essa va frenata a monte, da chi davvero abusa e sfrutta queste persone, mi riferisco al popolo palestinese. L’appello che mi sento di fare è capire qual è il vero torturatore di quel popolo, chi lo tiene in ostaggio, e per estensione e per vocazione chi vuole l’annientamento d’Israele. Non c’è liberazione della Palestina, come invocata adesso, che non presupponga distruzione. La liberazione del popolo palestinese non può passare da una entità che è vocata al terrore e all’orrore”. “È impossibile. Ma il mondo civile, illuminato, europeo, democratico, non riesce a capirlo. Non lo capiscono specialmente le Nazioni Unite. Questo si aggiunge al dolore, alla follia, ai cuori distrutti in 1300 pezzi. E l’isolamento fa ancora più male” conclude Di Segni.

Capo Polizia Frontiera: da arrivi incontrollati guai a sicurezza

Capo Polizia Frontiera: da arrivi incontrollati guai a sicurezzaRoma, 16 ott. (askanews) – “Non dobbiamo abbassare la guardia sul profilo della sicurezza e nel declinare l’attività preventiva dobbiamo fare tesoro delle lezioni del passato. I flussi migratori incontrollati sono forieri di grandi guai per la sicurezza”. Lo ha detto Claudio Galzerano, direttore centrale dell’Immigrazione e della Polizia di Frontiera, al convegno promosso dal sindacato di polizia Coisp e Inmp sull’immigrazione.

“Ricordo che da noi, a seguito di quello che è successo in Algeria, Tunisia, Marocco ed Egitto negli anni ’90, ci sono state diaspore di estremisti che si sono installati nelle nostre città. Che poi stanno all’origine dei peggiori attentati che si sono verificati in Europa e nel mondo. Io ricordo che c’era un contatto diretto tra la centrale egiziana di Milano e quello che è successo l’11 settembre”. “Ciò signfica – aggiunge Galzerano, che in passato è stato al vertice dell’Antiterrosimo della Polizia di Stato e di Europol – che la cooperazione internazionale di polizia e di intelligence e l’azione del governo organica e strutturata è l’arma decisiva per poter contrastare le possibili ripercussioni negative sulla sicurezza nazionale”.

Biden: occupazione israeliana di Gaza sarebbe un grande errore

Biden: occupazione israeliana di Gaza sarebbe un grande erroreRoma, 16 ott. (askanews) – Il presidente USA Joe Biden ha dichiarato che sarebbe un “grande errore” per Israele rioccupare Gaza, ma che Israele “deve rispondere” e “dare la caccia ad Hamas” dopo gli attacchi terroristici della scorsa settimana – che ha paragonato all’Olocausto.

In un’intervista domenica alla CBS, alla domanda se fosse d’accordo con un “assedio totale” di Gaza, Biden ha detto di essere fiducioso che Israele agirà nel rispetto delle regole di guerra e che ci sarà “la possibilità per gli innocenti di Gaza di avere accesso a medicine, cibo e acqua”. Alla domanda se a questo punto sosterrebbe un’occupazione israeliana di Gaza, Biden ha risposto in modo più diretto: “Penso che sarebbe un grosso errore”, ha detto. “Sentite, quello che è successo a Gaza, a mio avviso, è che Hamas e gli elementi estremi di Hamas non rappresentano tutto il popolo palestinese. E penso che… sarebbe un errore… per Israele occupare… Gaza di nuovo. Ma entrare ma eliminare gli estremisti, Hezbollah a nord e Hamas a sud, è un requisito necessario. È un requisito necessario”.

Biden ha anche ribadito che secondo gli USA non ci sono “prove evidenti” che l’Iran sia dietro gli attacchi terroristici in Israele compiuti da Hamas all’inizio del mese: “Non voglio entrare in informazioni riservate. Ma per essere molto schietto con voi, non ci sono prove evidenti”. Alla domanda se dietro il conflitto ci fosse l’Iran, Biden ha ribadito che non ci sono prove “a questo punto” che l’Iran abbia contribuito a pianificare l’attacco. Intanto secondo media americani, Biden sta considerando un viaggio in Israele “nei prossimi giorni”, del quale però ancora non sarebbero pronti i dettagli.

Papa saluta Nuovi Orizzonti. Associazione: siamo in missione di strada

Papa saluta Nuovi Orizzonti. Associazione: siamo in missione di stradaCittà del Vaticano, 15 ott. (askanews) – “Saluto i più di 400 giovani ‘missionari’ di Nuovi Orizzonti, di cui circa un centinaio appartenenti ad altre 9 diverse associazioni e comunità che – da ieri fino a domenica prossima – sono impegnati nella missione di strada a Roma con la comunità Nuovi Orizzonti, andando nei luoghi di aggregazione giovanile, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, in strada per annunciare la gioia del Vangelo. Sono bravi questi! Li sosteniamo con la preghiera in questo ascolto del grido di tanti giovani e tante persone bisognose di amore”. Questo il saluto che Papa Francesco ha voluto rivolgere, al termine dell’Angelus domenicale, ai giovani dell’associazione cattolica fondata da Chiara Amirante.

Un saluto ed un pensiero che i giovani hanno accolto con grande entusiasmo. E’ la stessa “Nuovi Orizzonti”, che spiega il senso dell’iniziatva che coinvolgerà 400 persone e altre 9 realtà ecclesiali in una “missione di strada” nella capitale dal 14 al 22 ottobre, con l’intento di andare “in strade, piazze, scuole, università, ospedali, carceri, promuovendo attività di prevenzione, ascolto e accoglienza per persone povere, emarginate e raggiungendo i giovani nei loro luoghi di aggregazione per contrastare la drammatica realtà del disagio giovanile”.

M.O.,Papa: già troppe vittime. Preservare civili e più deboli

M.O.,Papa: già troppe vittime. Preservare civili e più deboliCittà del Vaticano, 15 ott. (askanews) – “Continuo a seguire con tanto dolore quanto accade in Israele e Palestina e penso ai tanti, in particolare ai piccoli e agli anziani. Rinnovo l’appello per la liberazione degli ostaggi, e chiedo con forza che i bambini, i malati, gli anziani, le donne e tutti i civili non siano vittime del conflitto. Si rispetti il diritto umanitario, soprattutto a Gaza dove è urgente e necessario garantire corridoi umantari e soccorrere tutta la popolazione”. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus di oggi.

“Fratelli e sorelle già sono morti moltissimi, per favore non si versi altro sangue innocente nè in Terra Santa, nè in Ucraina o in qualsiasi altrto luogo. Basta! – ha quindi aggiunto – Le guerre sono sempre una sconfitta, sempre!”. Il papa ha chiamato, quindi, i fedeli a incrementare “la preghiera e la forza mite e santa da opporre alla forza diabolica dell’odio, del terrorismo, della guerra”. “Invito tutti – ha quindi concluso – a unirsi alla Chiesa in Terra Santa nel celebrare martedì prossimo, 17 ottobre, la giornata di preghiera e digiuno”.

Papa: Dio non ci vuole sudditi. Il dramma della storia è il ‘no’ a Lui

Papa: Dio non ci vuole sudditi. Il dramma della storia è il ‘no’ a LuiCittà del Vaticano, 15 ott. (askanews) – Il tipo di relazione che Dio offre all’uomo è quello dello “stare con Lui, lasciandoci la possibilità di accettare o meno l’invito. Non ci propone un rapporto di sudditanza, ma di paternità e di figliolanza, che necessariamente è condizionato dal nostro libero assenso”. Lo ha ricordato Papa Francesco durante l’Angelus domenicale in piazza San Pietro. Commentando il brano evangelico proposto nella liturgia domenicale, Francesco ha aggiunto che Dio “rispetta fino in fondo la nostra libertà” e “si propone, non si impone, mai”. “Il dramma della storia”, in questa dinamica di libertà, secondo Francesco, è proprio il “‘no a Dio” da parte dell’uomo. “Ma perché gli uomini rifiutano il suo invito?”, ha chiesto il Papa che ha citato il brano evangelico proposto oggi nel quale si afferma che gli invitati al banchetto di nozze ‘non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari’. Non se ne curano, perché pensano alle proprie cose. E quel re che è padre, Dio, cosa fa? Non si arrende, continua a invitare, anzi allarga l’invito, finché trova chi lo accetta, tra i poveri. Fra loro, – ha quindi detto Papa Francesco – che sanno di non avere molto altro, tanti vengono, fino a riempire la sala. “Fratelli e sorelle, – ha quindi concluso Papa Francesco – quante volte non ci curiamo dell’invito di Dio perché intenti a pensare alle nostre cose! Spesso si lotta per avere il proprio tempo libero, ma oggi Gesù ci invita a trovare il tempo che libera: quello da dedicare a Dio, che ci alleggerisce e risana il cuore, che accresce in noi la pace, la fiducia e la gioia, che ci salva dal male, dalla solitudine e dalla perdita di senso. Dove? Nella Messa, nell’ascolto della Parola, nella preghiera e anche nella carità, perché aiutando chi è debole o povero, facendo compagnia a chi è solo, ascoltando chi chiede attenzione, consolando chi soffre, si sta con il Signore, che è presente in chi si trova nel bisogno. Tanti, però, pensano che queste cose siano ‘perdite di tempo’, e così si chiudono nel loro mondo privato; ed è triste”.

Shah, Asilo Savoia e Montespaccato calcio a Marcia Memoria

Shah, Asilo Savoia e Montespaccato calcio a Marcia MemoriaRoma, 14 ott. (askanews) – L’Azienda pubblica di servizi alla persona “Asilo Savoia” e il “Gruppo Sportivo Montespaccato” parteciperanno alla Marcia della Memoria in occasione dell’80° anniversario del rastrellamento degli ebrei di Roma promossa dalla Comunità Ebraica di Roma, la Comunità di Sant’Egidio e Roma Capitale. “Riteniamo particolarmente importante – a maggior ragione in questo momento – rafforzare nella memoria collettiva e soprattutto in quella delle giovani generazioni come quanto accaduto il 16 ottobre 1943 rappresenti una macchia indelebile nella storia della nostra Città e dell’umanità e un monito contro ogni rigurgito di antisemitismo nel nostro Paese e nel mondo intero”. Per queste ragioni una delegazione di atlete e atleti del Montespaccato Calcio, unitamente ai loro dirigenti, si unirà ai partecipanti alla “Marcia della Memoria”. Da anni Asilo Savoia e Montespaccato Calcio portano infatti avanti un’azione educativa e di sensibilizzazione sulla lotta ad ogni forma di discriminazione e antisemitismo, realizzando attività in collaborazione con la Comunità Ebraica di Roma, coinvolgendo bambini e ragazzi della Scuola Calcio e delle squadre giovanili sul tema della Shoah e promuovendo iniziative di sensibilizzazione ad hoc quali il fumetto, destinato alle scuole, “Liberare Roma”, dedicato al periodo dell’occupazione nazifascista della Città e che rievoca per l’appunto il rastrellamento degli ebrei romani e l’eccidio delle fosse ardeatine. “Siamo sempre più convinti – dichiara il Presidente di Asilo Savoia Massimiliano Monnanni – che lo sport di base possa e debba diventare innanzitutto luogo di educazione alla cittadinanza dei nostri ragazzi. Ci auguriamo quindi – conclude – che l’esempio del Montespaccato Calcio venga seguito da molte altre società sportive capitoline e che lunedì la Marcia promossa da Comunita Ebraica, Comunità di S. Egidio e Roma Capitale veda una massiccia presenza del mondo dello sport e del calcio romano”.

Il Papa dice che le guerre sono sempre sbagliate

Il Papa dice che le guerre sono sempre sbagliateCittà del Vaticano, 14 ott. (askanews) – “Le guerre sono sempre sbagliate”. A ribadire la sua posizione è Papa Francesco che, in un libro del giornalista Domenico Agasso, risponde così ad alcune domande di bambini che costituiscono il contenuto del volume dal titolo: “”Cari bambini…il Papa risponde alle vostre domande”. A un bimbo che gli chiede perchè gli adulti vogliono sempre fare la guerra il Papa risponde: “Perché quando si diventa adulti si rischia di cadere nella tentazione di diventare egoisti, e di volere così il potere e i soldi. Anche a costo di fare la guerra contro qualche altro Paese che è un ostacolo a questo obiettivo di potenza, oppure che ha un capo con gli stessi scopi. Pur sapendo che significa uccidere altre persone. Troppo spesso, nella storia, – afferma ancora Francesco – chi è diventato capo di una nazione non ha saputo frenare il suo desiderio di essere il più forte di tutti, di comandare il mondo. Si chiama ‘interesse imperiale’, lo studierete a scuola nei libri di storia. Oggi nel pianeta ci sono tante guerre e violenze, e anche se c’è chi dice che a volte sono giuste, non ho dubbi che capirete che invece sono sempre sbagliate. Le guerre sono sempre sbagliate”.

Infine a chi gli ha chiesto se mai si potrà arrivare alla pace nel mondo, il Papa ha risposto: “Sì, non bisogna rassegnarsi la pace è possibile, raggiungibile. Io ho speranza che prima o poi i ‘grandi’ capiranno che in un mondo completamente in pace si vive tutti meglio. Però occorre che tutti si impegnino a posare le armi, a disinnescare la violenza, a non provocare tensioni e scontri. E a sradicare dal proprio cuore la voglia di prevaricare sull’altro, la sete di dominio e di denaro. Nei nostri cuori ci deve essere solo amore per il prossimo, cioè le persone che ci sono vicine e lontane, in particolare quelle che soffrono o sono in difficoltà per qualche motivo. E questo dovrebbe valere anche tra i capi delle nazioni del pianeta. Se tutti vivessimo in questo modo ci sarebbe meno aggressività e anche meno paura: saremmo tutti più sereni, contenti. L’amore sconfigge la guerra e rende felici”.

Fondazione Einaudi: serve la separazione delle carriere dei magistrati

Fondazione Einaudi: serve la separazione delle carriere dei magistratiRoma, 13 ott. (askanews) – Con la separazione delle carriere può aiutare “non si tratta di aiutare il sistema giustizia, si tratta di garantire l’effettiva parità tra accusa e difesa nel processo. Non è un capriccio, è il principio su cui si incardina lo Stato di diritto”. Così dice ad Askanews il segretario generale della Fondazione Einaudi, Andrea Cangini.

“Il passaggio dal rito inquisitorio del Codice Rocco al rito accusatorio del Codice Vassalli avrebbe dovuto assicurare la terzietà della magistratura giudicante. Non è accaduto. Oggi il pubblico ministero è tutt’uno con il giudice e questo squilibra il sistema a vantaggio dell’accusa e a scapito della difesa. Separare le carriere tra magistratura requirente e giudicante, ma farlo davvero con una riforma costituzionale che preveda due Csm distinti, è l’unica maniera per tutelare quei principi teorizzati nei convegni, ma violati nella pratica giudiziaria quotidiana”. Cangini poi aggiunge: “L’Italia spende mediamente per l’amministrazione della giustizia quasi il doppio di quello che spende la Francia dove, però, i processi durano grosso modo la metà del tempo che da noi. Non si tratta, dunque, tanto di reperire nuove risorse, ma di organizzare diversamente il sistema. Ricordo il caso di un presidente del Tribunale di Torino, si chiamava Mario Barbuto, che riuscì a smaltire l’enorme mole di cause arretrate senza chiedere né un euro né un cancelliere in più. Bastò riorganizzare il lavoro. Mai come in questo caso, volere è potere”.

Il segretario della Fondazione Einaudi aggiunge: “La magistratura associata si oppone da sempre a ogni tipo di riforma che alteri lo status quo. Sinceramente, credo che una mediazione su questi temi sia impossibile Dovere del legislatore, però, non è quello di accontentare questa o quella corporazione, ma di tutelare i principi costituzionali a beneficio del cittadino. Perché a ciascuno di noi può capitare di trovarsi ingiustamente nei panni dell’imputato e perché anche i colpevoli hanno diritto ad un processo ‘giusto’”. Il mondo anglosassone propone da sempre la soluzione del patteggiamento allargato e della depenalizzazione. “Tutto quello che va nella logica della depenalizzazione, va bene. Dal punto di vista liberale, il panpenalismo è uno dei mali che più affliggono il nostro paese. Problemi sociali non si risolvono con norme penali e spero che prima o poi la politica lo capisca”.