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Meeting Rimini, chiude la 45esima edizione: +10% di visitatori

Meeting Rimini, chiude la 45esima edizione: +10% di visitatoriRimini, 25 ago. (askanews) – Con una crescita del 10% dei partecipanti, si chiude oggi la 45esima edizione del Meeting di Rimini che tra convegni, spettacoli e le mostre ha proposto una riflessione sul tema dell’essenzialità. “Il Meeting di quest’anno ci ha sorpreso per l’intensità della partecipazione, la forza delle testimonianze, la profondità delle riflessioni e l’apertura al mondo” ha commentato il presidente del Meeting di Rimini Bernhard Scholz.


A partire dal dialogo inaugurale con il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, in tanti incontri si è cercato di dare voce a iniziative di pace e di riconciliazione in Russia, Ucraina, Israele, Palestina e Myanmar. Temi centrali sono stati anche il futuro della democrazia e il dialogo interreligioso: su quest’ultimo punto sono intervenuti il presidente della Cei cardinale Matteo Maria Zuppi e il segretario generale della Lega Musulmana Mondiale Muhammad Bin Abdul Karim Al-Issa. Le 16 mostre hanno incontrato anche quest’anno un grande interesse, con più di 150mila visitatori, con artisti come Curran Hatleberg e William Congdon, oppure attraverso le vite diverse tra loro ma tutte segnate in modo drammatico dalla ricerca dell’essenziale di Franziska e Franz Jägerstätter, Alcide De Gasperi e del medico modenese Enzo Piccinini. Di rilievo anche la mostra sulla storia dei Giubilei in vista dell’Anno Santo 2025.

Meeting, Giani (Misericordie): maggiore sostegno a volontariato

Meeting, Giani (Misericordie): maggiore sostegno a volontariatoRimini, 23 ago. (askanews) – Il Presidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, Domenico Giani, è intervenuto al Meeting di Rimini, lanciando un appello a favore di un maggiore riconoscimento del ruolo cruciale svolto dal volontariato nel contesto socio-sanitario italiano. “In un’epoca in cui il Servizio Sanitario Nazionale fatica a garantire un accesso universale alla salute, specialmente per le fasce più deboli della popolazione, il volontariato – ha detto – costituisce un pilastro fondamentale le nostre confraternite, presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, offrono un contributo insostituibile, colmando le lacune del sistema pubblico e promuovendo i valori della solidarietà e della cura dell’altro”.


Nata nel 1244, la Confederazione delle Misericordie rappresenta una delle più antiche istituzioni di assistenza in Italia. Con una storia millenaria, una rete capillare di oltre 850 sedi e più di centomila volontari le Misericordie continuano a operare con lo stesso spirito di carità e umanità che l’ha caratterizzate fin dalle origini – “Un esercito del bene che, giorno dopo giorno, si impegna a costruire una società più giusta e solidale – ha ribadito Giani – il nostro intervento è stato essenziale, soprattutto nelle situazioni di emergenza e per le persone più fragili, come gli anziani, i malati e i disabili. Il volontario, animato dallo spirito di servizio e da una forte spinta al bene, simboleggia la vera e propria spina dorsale del Paese”. La pandemia da Covid-19 ha ulteriormente evidenziato l’opera sociale delle Confraternite, che hanno risposto alle nuove povertà emergenti offrendo un sostegno concreto tramite iniziative come gli Empori Solidali e il Banco Alimentare. “In questi anni – ha spiegato il presidente – il servizio delle Misericordie ha potuto creare una vera e propria rete di protezione sociale, che fa affidamento su 250 sportelli di ascolto denominati ‘Casa del Noi’. Abbiamo offerto un tetto, un pasto caldo e un ascolto attento a migliaia di persone in difficoltà.”


Guardando al futuro, Giani ha sottolineato l’importanza di – “Un nuovo Umanesimo che ponga al centro la dignità di ogni persona e promuova una società più equa e inclusiva. Un umanesimo che riconosca l’interconnessione tra gli esseri umani e il pianeta, ispirandoci a prenderci cura gli uni degli altri e del nostro ambiente comune. Questo nuovo approccio, in linea con gli insegnamenti di Papa Benedetto XVI, rappresenta la base per uno sviluppo sostenibile”. Il Presidente ha poi invitato a promuovere una cultura del dono e a investire soprattutto sui giovani – “Il volontariato rappresenta una delle poche esperienze di vita reali, incentrate sul servizio e sull’incontro con l’altro, in un tempo in cui tutto questo si riassume troppo spesso nello schermo di uno smartphone.” In sintesi un appello alle istituzioni affinché riconoscano il valore del volontariato e lo supportino con politiche adeguate – “In un mondo sempre più complesso e sfidante, rappresenta una risposta concreta e autentica ai bisogni delle persone. È fondamentale che le istituzioni ne riconoscano il valore e lo supportino con politiche adeguate. È indispensabile pensare ad un’inclusione del volontariato nelle politiche di welfare del nostro paese – ha concluso Giani – proprio per la sua caratteristica di incarnare e testimoniare con le opere un valore irrinunciabile: il dono.”


Il presidente Giani ha infine ringraziato i volontari che da un lembo all’altro del Paese, con quella fantasia della carità che è propria della nostra storia, si prodigano, nonostante le vere ed oggettive difficoltà economiche, a rimanere vicini ai bisogni delle persone, specialmente le più deboli e fragili. Pensando ai tanti incontri che ha in tutta Italia aggiunge infine un pensiero per la popolazione ucraina e per Betlemme, luoghi in cui il Movimento con i suoi volontari si è speso e si sta spendendo per costruire un mondo di pace.

Meeting Rimini, Misericordie d’Italia: appello per nuovo umanesimo

Meeting Rimini, Misericordie d’Italia: appello per nuovo umanesimoRoma, 23 ago. (askanews) – Il presidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, Domenico Giani, è intervenuto al Meeting di Rimini, lanciando un appello a favore di un maggiore riconoscimento del ruolo cruciale svolto dal volontariato nel contesto socio-sanitario italiano. “In un’epoca in cui il Servizio Sanitario Nazionale fatica a garantire un accesso universale alla salute, specialmente per le fasce più deboli della popolazione, il volontariato costituisce un pilastro fondamentale le nostre confraternite, presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, offrono un contributo insostituibile, colmando le lacune del sistema pubblico e promuovendo i valori della solidarietà e della cura dell’altro”.


Nata nel 1244, la Confederazione delle Misericordie rappresenta una delle più antiche istituzioni di assistenza in Italia. Con una storia millenaria, una rete capillare di oltre 850 sedi e più di centomila volontari le Misericordie continuano a operare con lo stesso spirito di carità e umanità che l’ha caratterizzate fin dalle origini – “Un esercito del bene che, giorno dopo giorno, si impegna a costruire una società più giusta e solidale – ha ribadito Giani – il nostro intervento è stato essenziale, soprattutto nelle situazioni di emergenza e per le persone più fragili, come gli anziani, i malati e i disabili. Il volontario, animato dallo spirito di servizio e da una forte spinta al bene, simboleggia la vera e propria spina dorsale del Paese”. (Segue)

Cittadinanza, Bernini: convinta Ius Scholae potrà essere discusso

Cittadinanza, Bernini: convinta Ius Scholae potrà essere discussoRimini, 23 ago. (askanews) – “Sono assolutamente convinta che, come tutti i temi che non appartengono al programma di governo, ma che hanno un significato per la nostra comunità e per il nostro Paese”, anche quello dello Ius Scholae “potrà essere discusso, come abbiamo sempre fatto, all’interno delle forze di maggioranza”. Lo ha detto il ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, a una conferenza stampa al Meeting di Rimini.


“Per essere ascoltati, questa è la nostra regola da liberali, bisogna anche ascoltare – ha aggiunto Bernini -. Noi abbiamo tanto ascoltato e quindi adesso siamo felici di poter essere ascoltati su un tema che per noi è sempre stato cruciale, in un mondo che cambia ogni minuto, non più ogni giorno, ma ogni minuto, ogni secondo e in una civiltà e una comunità sempre più composita, è importante ragionare in termini di futuro e non di passato”. Questa, secondo il ministro, è l’idea dello Ius Scholae: “che la cittadinanza dipenda da ideali, valori, cultura comune e non da altri fattori che non hanno a che vedere con la comunione di intenti e di ideali” ha concluso.

Mons. Fisichella: Giubileo, basta dire che si “lucra l’indulgenza”

Mons. Fisichella: Giubileo, basta dire che si “lucra l’indulgenza”Roma, 22 ago. (askanews) – “‘Lucrare l’indulgenza’” in occasione del Giubileo è una espressione “da cancellare. Io non ho mai usato questo verbo e vorrei non venisse mai usato. Non c’è niente da lucrare perchè non c’è niente da comprare. L’indulgenza, che è il perdono, è un dono di Dio”. Così mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e responsabile Giubileo 2025, intervenendo al Meeting di Rimini al panel “Il Giubileo 2025”.


“L’indulgenza fin dai primi tempi, dal VII-VIII secolo, era interscambiabile con la misericordia: vuol dire che Dio ti viene incontro. Il Giubileo non nasce pensando a quello biblico, nè perchè Bonifacio VIII lo voleva: neanche sapeva cosa fosse un Giubileo, nonostante il suo predecessore Celestino V avesse dato la Grande perdonanza a L’Aquila”. “Il Giubileo è l’annuncio di un grande perdono che ci viene dato. Papa Francesco dice ‘il perdono non cambia il passato, ma può aiutare a vivere meglio il futuro’. In un clima anche di rancore, violenza, vendetta, il Giubileo – ha proseguito Fisichella – viene a ricordarci il grande dono di Dio: il perdono, l’indulgenza, è grazia, non una conquista. Lucrare non vuol dire niente. E l’esperienza del perdono di Dio avviene attraverso un cammino, un pellegrinaggio, l’opera di carità. L’annuncio è che Dio ti viene incontro: non avere paura di accogliere Dio, che viene a donarti una vita nuova, perchè con il perdono la vita cambia”, ha concluso.

Mons. Fisichella: Giubileo, partecipare segni concreti di speranza

Mons. Fisichella: Giubileo, partecipare segni concreti di speranzaRoma, 22 ago. (askanews) – “Senza speranza non riusciamo a cogliere l’essenziale della vita. Se non cerchiamo l’essenziale cosa cerchiamo? La speranza appartiene all’essenziale della vita personale, di chiunque, e della vita cristiana. Insieme alla fede e alla carità costituisce lo stile di vita di un credente. Se vogliamo essere capaci oggi di dare un annuncio della nostra fede, dobbiamo rivestirlo di un linguaggio che parli di speranza”. Così mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e responsabile Giubileo 2025, intervenendo al Meeting di Rimini al panel “Il Giubileo 2025”.


“E’ vero che la speranza non delude? E perchè non delude? Tutto questo – ha proseguito – comporta un cammino, della Chiesa e dell’umanità, in un periodo come questo” nel quale “c’è tanta violenza nelle nostre città, una violenza quotidinana. La grande intuizione della Bolla” di Papa Francesco di indizione del Giubileo “non è solo l’annuncio della speranza ma è unita intimamente ai segni di speranza che siamo chiamati a porre in essere”. “Prima di dover parlare di speranza, dobbiamo essere capaci di donare, offrire e partecipare segni concreti di Speranza. È l’unità di questi due elementi che comporta l’originalità del nostro annuncio per il Giubileo”, ha concluso mons. Fisichella.

Gualtieri: con Giubileo Roma più bella e efficiente, impegno massimo

Gualtieri: con Giubileo Roma più bella e efficiente, impegno massimoRoma, 22 ago. (askanews) – “C’è un impegno massimo a tutti i livelli istituzionali, e con la Santa Sede, per fornire una concreta capacità della Capitale di prepararsi al Giubileo 2025. È una sfida da far tremare le vene ai polsi, ci aspettiamo oltre 100mila persone al giorno, ma è una straordinaria opportunità, per i credenti e per la città per affrontare i suoi problemi storici e endemici”. Così il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, intervenendo al Meeting di Rimini al panel “Il Giubileo 2025”.


“In sintonia con i valori e i principi che il Papa ha indicato – ha proseguito il primo cittadino – accogliendo al meglio fedeli e pellegrini, vogliamo trasformare Roma e mettere mano in profondità a tanti dei problemi che hanno determinato criticità, dall’assenza di manutenzione sul trasporto pubblico al rifacimento della viabilità primaria. Abbiamo deciso di mettere mano ai problemi strutturali della città: sarà un anno con moltissimi cantieri e opere, ma Roma sarà più bella, efficiente, solidale, moderna, inclusiva e sostenibile di prima. Dobbiamo rendere le nostre città luoghi più verdi, più inclusivi, più vicini alle persone”. “Con grande collaborazione e con gli stimoli della Santa Sede, siamo fiduciosi: abbiamo speranza e fiducia di essere all’altezza di questa grande sfida e grandissima opportunità, spirituale ma concreta, legata al futuro di Roma”, ha concluso Gualtieri.

Padre Benanti: IA, prima vera grande cyberdifesa è impegno educativo

Padre Benanti: IA, prima vera grande cyberdifesa è impegno educativoRoma, 22 ago. (askanews) – “La prima vera grande rivoluzione e la prima vera grande cyberdifesa di questo spazio digitale” e delle sfide aperte con l’intelligenza artificiale “è l’educazione e l’impegno educativo: è una cosa fondamentale. Se noi non trasmettiamo le competenze alle generazioni successive, le generazioni successive ne saranno sprovviste”. Così padre Paolo Benanti, docente alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, esperto di bioetica, etica delle tecnologie e human adaptation, membro del New Artificial Intelligence Advisory Board dell’ONU, presidente commissione per l’Intelligenza Artificiale, intervenendo al Meeting di Rimini al panel “L’essenza dell’intelligenza artificiale. Strumento o limite per la libertà?”.


“Nel mondo vivono oggi – ha ricordato – 8,1 miliardi di persone e più di 6 milardi ha un cellulare, quindi il 75% utilizza una macchina programmabile”, ma “in questo momento ci sono 27,6 milioni di persone in grado di programmare queste macchine. Significa che il 99,65% dell’umanità è analfabeta: se noi diamo questo potere allo 0,35% dell’umanità stiamo creando una diseguaglianza enorme, con una piccolissima frazione di persone, che sono i nuovi sacerdoti di questa nuova capacità di far accadere le cose, ed escludendo tutti gli altri”. “L’intelligenza artificiale abiterà nella nostra quotidinanità” e “la dinamizzazione di tutti i nostri device ci deve far interrogare su come garantire una sicurezza che è intergenerazionale, un accesso alla democrazioa intergenerazionale con l’educazione, ma soprattutto che è una capacità di costruire quei guardrail fondamentali per evitare che queste macchine così utili vadano fuori strada. Noi siamo la generazione che deve decidere di questo”, ha concluso padre Benanti.

Padre Benanti: l’IA sta cambiando le catene di potere nel mondo

Padre Benanti: l’IA sta cambiando le catene di potere nel mondoRoma, 22 ago. (askanews) – Con l’intelligenza artificiale “stiamo cambiando le catene di potere all’interno del mondo. Parlare di intelligenza artificiale non è più solo parlare di tecnologia, ma parlare di una questione di potere, quindi di una questione che ha a che fare con la nostra coesistenza, con quella cosa così fragile e preziosa che è la nostra democrazia. Ecco perchè improvvisamente l’intelligenza artificiale si è mossa dai tavoli degli ingegneri ed è arrivata ai tavoli istituzionali: la grande domanda, essenziale, è come addomesticare questa tecnologia in un sistema sociale che crede così tanto nelle mediazioni di potere democratiche”. Così padre Paolo Benanti, docente alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, esperto di bioetica, etica delle tecnologie e human adaptation, membro del New Artificial Intelligence Advisory Board dell’ONU, presidente commissione per l’Intelligenza Artificiale, intervenendo al Meeting di Rimini al panel “L’essenza dell’intelligenza artificiale. Strumento o limite per la libertà?”.


“ChatGpt e l’intelligenza artificiale – ha spiegato – sono la seconda grande sfida. Perchè l’arrivo dell’intelligenza artificiale sfoca dove si compiono i processi computazionali: non sappiamo più se accadono nel nostro potere computazionale locale o in un potere computazionale centralizzato che si chiama cloud. Questo è un problema: ora il potere computazionale centralizzato sta aspirando tutte le cose che abbiamo digitalizzato e chi detiene quel potere detiene tutto il potere. Allora la domanda è: per vivere l’essenziale dobbiamo affrontare cosa significa vivere una realtà definita dal software del quale abbiamo solo una licenza d’uso, non siamo proprietari, dobbiamo affrontare cosa vuol dire democratizzare il potere computazionale”, ha concluso padre Benanti.

Mons. Paglia: torni primato diplomazia. Armi uccidono non convincono

Mons. Paglia: torni primato diplomazia. Armi uccidono non convinconoRoma, 22 ago. (askanews) – “Mi auguro che torni il primato della politica e della diplomazia e non, come oggi, il primato della guerra e delle armi. Oggi il peccato mortale della politica attuale è che abbiamo smesso di credere alla forza della parola e del convincimento e crediamo che le armi sono più forti della parola: le armi uccidono, non convincono”. Lo ha detto al Meeting di Rimini mons. Vincenzo Paglia, presidente Pontificia Accademia per la Vita, intervenendo al panel “Percorsi per la pace”.


“Con un’alleanza tra le diplomazie, con incontri, si raggiungono positivi risultati, persino accordi di pace, come avvenuto nel Mozambico nel 1992 e prima della guerra tra serbi e albanesi nel Kosovo. Ora – ha detto ancora – è ancora più forte il bisogno delle relazioni diplomatiche tra gli Stati e in questo la Chiesa è totalmente a disposizione, sia nel convincimento, sia nell’aiuto ai popoli. In questo momento la vicinanza agli ucraini o ai palestinesi è quantomai decisiva, come anche agli altri popoli africani”. “Un’alleanza tra istituzioni politiche, governative ed anche ecclesiali è provvidenziale per far crescere la pace. Ed è possibile: mi auguro che ci sia uno scatto culturale più deciso per dare alla pace il ruolo di relazione stabile e giusta per la convivenza pacifica tra i diversi Stati”, ha concluso Paglia.