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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, 99 femminicidi nel 2024

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, 99 femminicidi nel 2024Roma, 23 nov. (askanews) – Sono 99 le donne uccise in Italia tra il 1° gennaio e il 18 novembre 2024, confermando le dimensioni strutturali di un fenomeno che conta circa una vittima femminile di omicidio ogni tre giorni. Pur in presenza di un calo del 10,8% rispetto alle 111 vittime censite nello stesso periodo del 2023, tale flessione risulta molto inferiore a quella rilevata per la componente maschile (-18,2%, da 198 a 162 vittime). Ciò significa che, in termini percentuali, torna a salire l’incidenza delle vittime femminili, passata dal 35,9% del 2023 al 37,9% nel 2024. E’ quanto emerge dall’XI Rapporto sul femminicidio in Italia, dell’Istituto di ricerca EURES, diffuso in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che analizza andamento e caratterristiche del femminicidio nell’ultimo quinquennio, approfondendone le dinamiche fino ai primi 11 mesi del 2024 (dati aggiornati al 18 novembre).


A livello territoriale gli omicidi con vittime femminili aumentano al Centro Italia (+27,3%, passando da 22 a 28), e in particolare nel Lazio (da 9 a 12) e nelle Marche (da 3 a 7), mentre registrano una riduzione sia nelle regioni del Nord (-16,3%, da 49 a 41) sia, soprattutto, in quelle del Sud (-25%, da 40 a 30). Considerando inoltre la dimensione demografica dei comuni in cui avvengono i femminicidi, a fronte del decremento complessivamente rilevato si osserva una crescita del fenomeno nei piccoli comuni (meno di 5.000 abitanti), dove le donne uccise passano da 11 a 17 (+54,5%) e in quelli della fascia 50-250 mila abitanti, dove passano da 26 a 37 (+42,3%).


Nonostante la forte concentrazione dell’attenzione non soltanto mediatica sugli omicidi legati a situazioni di gelosia patologica (i cosiddetti “omicidi del possesso”), sono le donne di 65+ anni il principale segmento vittimologico, con 37 vittime nei primi 11 mesi del 2024, pari al 37,4% delle vittime femminili totali, uccise nella maggior parte dei casi dal coniuge (spesso in presenza di situazioni di forte disagio o malattia della vittima o dell’autore) o, secondariamente, da figli in situazione di marginalità, dipendenza e problemi di tipo psichiatrico. La famiglia resta la dimensione quasi esclusiva di rischio per le donne, con ben 88 vittime nei primi 11 mesi del 2024 (pari all’88,9% del totale), con una netta centralità del rapporto di coppia (in essere o pregresso), che anche nel 2024 si conferma la relazione maggiormente coinvolta, con 58 vittime femminili (pari al 58,6% del totale ed al 65,9% dei femminicidi nel contesto familiare o affettivo). Anche per questo segmento il valore del 2024 risulta leggermente inferiore a quello dell’anno precedente (quando le vittime sono state 62), mentre si registra una forte crescita delle figlie uccise, passate da 5 a 9, generalmente all’interno di “stragi familiari” o in quanto vittime collaterali di una violenza estrema orientata a colpire la coniuge/ex coniuge/ex partner.


Significativo il dato relativo alle vittime straniere che, in controtendenza rispetto a quelle italiane, risulta in forte crescita, passando da 17 a 24, arrivando a rappresentare un quarto delle vittime totali (24,2%), con un incremento del 41,2% tra il 2023 e il 2024 (primi 11 mesi). Diminuisce invece del 21,1% il numero delle vittime italiane, passate da 95 a 75. Da segnalare, prosegue il rapporto Eurese, come l’aumento delle vittime straniere si accompagni ad una forte diminuzione degli autori di femminicidio di nazionalità non italiana, passati da 23 a 16, con un decremento del 30,4%, mentre rimane stabile il numero degli autori italiani (83 nei primi 11 mesi del 2023 e del 2024). Ciò significa che, mentre il 45,8% dei femminicidi con vittime straniere sono commessi da autori italiani, “soltanto” nel 4% dei casi (3 vittime in valori assoluti) le vittime di femminicidio italiane sono state accise da un autore straniero (una percentuale, questa, in forte calo rispetto al 13,5% censito nel 2023). Crescono i femminicidi della disperazione (35 vittime nei primi 11 mesi del 2024, pari al 41,4% dei femminicidi familiari, a fronte dei 30 casi dell’anno precedente), che rimandano a situazioni di patologie e dipendenze che le famiglie sempre più spesso si trovano ad affrontare senza adeguati strumenti di supporto, un disagio che appartiene alla vittima (nel 17,2% dei casi, inquadrabili come i cosiddetti “omicidi pietatis causam”) o all’autore (nel 24,1%). Segue l’area della conflittualità, ovvero litigi e dissapori estremamente violenti e prolungati nel tempo che motivano il 31% dei femminicidi familiari censiti nel 2024 (27 in valori assoluti, in aumento rispetto ai 23 censiti nel 2023), mentre scende in misura significativa l’incidenza delle vittime uccise per “gelosia patologica/possesso”, area che caratterizza esclusivamente i femminicidi di coppia, con 18 donne uccise (pari al 20,7% dei femminicidi familiari, a fronte delle 32 dell’anno precedente).


32 sono state le donne uccise nel 2024 con un’arma da taglio (pari al 32,7% dei casi), mentre quasi un terzo delle donne è stata uccisa con un’arma da fuoco (29 nell’ultimo anno, pari al 29,6%). Oltre una donna su 5 (il 20,4%, pari a 20 negli ultimi 11 mesi) è stata inoltre uccisa a mani nude, ovvero per percosse (4 vittime), per soffocamento (5 vittime) o per strangolamento (10 vittime); 5 sono state le donne uccise con “armi improprie”, mentre si contano 3 casi di annegamento (tutti figlicidi). Ad uccidere le donne sono nella quasi totalità dei casi autori uomini (93 sui 97 autori “noti”, pari al 95,9% nel 2024), contro 4 donne, pari al 4,1%. Sale inoltre il numero di autori under 25 (da 4 a 12, nella prevalenza dei casi autori di omicidi “di coppia”), anche se, coerentemente alla dinamica rilevata per le vittime, sono gli autori di oltre 64 anni a registrare l’incidenza più elevata (27 autori, pari al 27,8%), in molti casi autori di omicidi compassionevoli.

Fs: possibile impatto significativo dallo sciopero del 23-24

Fs: possibile impatto significativo dallo sciopero del 23-24Roma, 22 nov. (askanews) – “Proclamato da alcune sigle sindacali autonome uno sciopero nazionale del personale del Gruppo FS Italiane, dalle ore 21 di sabato 23, alle ore 21 di domenica 24 novembre. Lo sciopero potrebbe avere un impatto significativo sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni del Regionale di Trenitalia. Gli effetti, in termini di cancellazioni e ritardi, potranno verificarsi anche prima e protrarsi oltre l’orario di termine della protesta sindacale”. Lo scrivono le Fs in una nota.


“Tenuto conto delle possibili importanti ripercussioni sul servizio – conclude la nota -, Trenitalia invita i passeggeri a informarsi prima di recarsi in stazione e, se possibile, a riprogrammare il viaggio”.

L’Istat: matrimoni in calo, aumentano le convivenze

L’Istat: matrimoni in calo, aumentano le convivenzeMilano, 22 nov. (askanews) – Nel 2023 i matrimoni sono stati 184.207, in diminuzione rispetto all’anno precedente (-2,6%); il calo è stato più consistente nel Mezzogiorno (-5,8%) rispetto al Nord (-0,3%), in posizione intermedia il Centro (-1,3%). I dati provvisori dei primi otto mesi del 2024 mettono in luce una ulteriore diminuzione (-6,7%), a conferma di un ridimensionamento della nuzialità che negli ultimi quarant’anni non ha conosciuto soste, al netto di alcuni momenti storici duranti i quali il numero dei matrimoni ha mostrato andamenti altalenanti in relazione a fenomeni di tipo congiunturale. A rilevarlo è il report “Matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi” dell’Istat.


Nel 2000 si rilevò un aumento dei matrimoni da collegare al desiderio di celebrare le nozze all’inizio del nuovo millennio. All’opposto, nel triennio 2009-2011, il calo fu particolarmente accentuato per il crollo delle nozze dei cittadini stranieri, scoraggiati dalle modifiche legislative volte a limitare i matrimoni di comodo. Inoltre, non va dimenticata la crisi economica del 2008 il cui impatto produsse effetti sui comportamenti nuziali delle coppie. Infine, nel 2020 si è assistito a un dimezzamento del numero dei matrimoni per effetto della pandemia da Covid-19 (e delle sue misure di contenimento) che ha visto molte coppie posticipare le nozze, in parte poi celebrate nel successivo biennio 2021-2022. Nel 2023 i 139.887 primi matrimoni mostrano, se confrontati con l’anno precedente, una diminuzione del 4,3%, più consistente rispetto a quella del totale dei matrimoni (-2,6%). Nel 2023 la quota dei primi matrimoni rispetto al totale delle celebrazioni è pari al 75,9%, evidenziando un netto calo anche rispetto al 79,4% del 2019 (anno in cui il numero di matrimoni totali era stato simile a quello del 2023). La diminuzione tendenziale dei primi matrimoni, al netto delle oscillazioni di breve periodo, è strettamente connessa alla progressiva diffusione delle libere unioni (convivenze more uxorio). Queste ultime sono più che triplicate tra il biennio 2000-2001 e il biennio 2022-2023 (da circa 440mila a più di 1 milione e 600mila), un incremento da attribuire soprattutto alle libere unioni di celibi e nubili. Sul piano tendenziale, uno dei motivi per il quale la primo-nuzialità in Italia arretra si deve alla trasformazione del processo di transizione alla vita adulta. Quest’ultima oggi segue percorsi diversi rispetto al passato, quando il motivo prevalente di uscita dal nucleo di origine era legato alla formazione di una nuova famiglia attraverso le nozze.


Secondo i dati dell’Indagine Famiglie e soggetti sociali (2016) tra le generazioni di uomini nate tra il 1982 e il 1986 la convivenza more uxorio è preferita al matrimonio (22,5% contro 21,8% di chi lascia la casa dei genitori entro i trent’anni); seguono le altre motivazioni quali, per esempio, lavoro, studio e autonomia. Tra le donne, l’uscita dalla famiglia di origine si concretizza in via preponderante tramite il matrimonio (40% tra le nate negli anni Ottanta), seguita dalla convivenza, con percentuali via via crescenti di generazione in generazione. Negli ultimi decenni, inoltre, il ridimensionamento numerico delle nuove generazioni, dovuto alla bassa fecondità, che dalla metà degli anni Settanta si è sempre mantenuta ben sotto il livello di sostituzione, sta producendo un effetto strutturale negativo sui matrimoni. Man mano che le generazioni più giovani, meno numerose di quelle dei genitori, entrano nella fase adulta della vita si riduce la numerosità della popolazione in età da matrimonio e, di conseguenza, anche a parità di propensione a sposarsi, cala inesorabilmente il numero assoluto di nozze.

ISS: in Italia continuano ad aumentare le nuove diagnosi di Hiv

ISS: in Italia continuano ad aumentare le nuove diagnosi di HivMilano, 22 nov. (askanews) – Continuano ad aumentare, dopo il picco negativo del 2020, le nuove diagnosi di Hiv in Italia. Secondo i dati appena pubblicati dal Centro Operativo Aids dell’Istituto superiore di sanità (Iss) nel 2023 si è tornati vicini ai livelli pre Covid, i maschi nella fascia 30-39 anni si confermano il genere con una maggiore incidenza di nuove diagnosi, mentre è il Lazio la regione dove l’incidenza è maggiore.


“Questo trend è indicativo, e va di pari passo con l’andamento delle altre infezioni a trasmissione sessuale, che sono in aumento soprattutto tra i giovani” spiega Barbara Suligoi, che dirige il Centro, aggiungendo che “è necessaria una maggiore sensibilizzazione sia sulle norme di prevenzione che sull’accesso al test: dal 2015 è in continuo aumento la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV (con bassi linfociti CD4 o con AIDS) e nel 2023, due terzi degli eterosessuali, sia maschi che femmine, e più della metà degli MSM scoprono di essere HIV positivi quando il loro sistema immunitario è già compromesso (valori di linfociti CD4 bassi), un segno che il contagio è avvenuto da diverso tempo e che la malattia è in fase avanzata”. Secondo quanto riferito dall’ISS, le nuove diagnosi di Hiv nel 2023 sono state 2.349, in aumento rispetto alle 2140 del 2022 e vicine alle 2.510 registrate nel 2019. Di queste oltre il 40% è avvenuta quando la conta dei linfociti CD4 era inferiore a 350, un valore che indica un arrivo tardivo alla diagnosi. Per quanto riguarda l’Aids le nuove diagnosi sono state lo scorso anno 532, in aumento rispetto alle 444 dell’anno precedente (nel 2019 erano state 647). Per i maschi la fascia 30-39 anni è quella che ha una maggiore incidenza di nuove diagnosi. Per quanto riguarda invece le donne la maggiore incidenza, sempre di nuove diagnosi, si vede nella fascia 20-29. A livello regionale la maggiore incidenza di nuove diagnosi si è avuta nel Lazio (5,5 ogni 100mila residenti), seguito da Umbria ed Emilia-Romagna (5,0). Quella minore invece si è vista in Veneto (1,1) e provincia di Trento (1,8). Per quanto riguarda le modalità di trasmissione, il maggior numero di nuove diagnosi (672) è stato riscontrato in uomini che fanno sesso con gli uomini (“men who have sex with men” – MsM), seguiti da maschi eterosessuali (414) e femmine eterosessuali (182).


Il motivo principale di accesso al test è risultato la “sospetta patologia HIV correlata o sintomi HIV” nel 35% dei casi, seguita dai comportamenti sessuali a rischio (19,6%), mentre hanno scoperto la propria sieropositività per controlli di routine o in seguito a screening o campagne informative il 12,3% di coloro che hanno avuto una nuova diagnosi nel 2023. “Anche se, soprattutto grazie alle nuove terapie, l’Aids non rappresenta più l’emergenza sanitaria di qualche tempo fa, non dobbiamo spegnere i fari su questo problema” commenta Anna Teresa Palamara, che dirige il Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss, evidenziando che “occorre lavorare sulla prevenzione, soprattutto tra i giovani”.

Centri in Albania, Fnomceo: selezione migranti non è compito del medico

Centri in Albania, Fnomceo: selezione migranti non è compito del medicoMilano, 22 nov. (askanews) – “Il medico ha un’unica finalità: quella di curare le persone senza alcuna discriminazione. Tale finalità dovrà essere perseguita in tutti i percorsi del protocollo Italia-Albania che coinvolgono i medici. La selezione dei migranti ai fini amministrativi non costituisce un processo di cura”. A precisarlo in una nota, è stato il Comitato centrale della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), riunito oggi a Roma, in una mozione che risponde alle segnalazioni di alcune organizzazioni umanitarie, tra le quali Emergency e Medici senza Frontiere, circa i rischi di salute per i migranti soccorsi in mare e le modalità e i tempi per la selezione delle persone non vulnerabili che possono essere trasferite presso i centri dedicati in Albania.


Il Comitato Centrale, dopo aver richiamato alcuni articoli del Codice di Deontologia medica (il 3, sui doveri del medico, il 4, sui principi di libertà indipendenza autonomia e responsabilità, il 6 su efficacia sicurezza e umanizzazione dei servizi sanitari e l’uso ottimale delle risorse pubbliche e private e il 32 sulla tutela dei soggetti fragili e vulnerabili) afferma appunto che “il medico nel rispetto dei sopracitati articoli ha un’unica finalità che è quella di curare le persone senza alcuna discriminazione nel rispetto della dignità della persona e dei diritti riconosciuti dalla Carta Costituzionale e dalle Convenzioni Internazionali sottoscritte dal nostro Paese”. “Tale finalità di cura dovrà essere assicurata in tutti i percorsi previsti dal protocollo che coinvolgono i medici” continua il Comitato centrale, spiegando che “per le peculiari caratteristiche del servizio, appare necessario prevedere la presenza di figure professionali adeguatamente formate o con specifica competenza specialistica, dotate di adeguati strumenti sanitari, senza i quali non è possibile una corretta valutazione complessiva dello stato di salute della persona. In generale possiamo affermare che la selezione dei migranti ai fini amministrativi non costituisce un processo di cura”.

Scuola, attiviste di “Bruciamo Tutto” imbrattano facciata del Mim

Scuola, attiviste di “Bruciamo Tutto” imbrattano facciata del MimMilano, 22 nov. (askanews) – Il movimento transfemminista di liberazione “Bruciamo Tutto” compie un’azione di resistenza civile nonviolenta. Alle ore 12:00 un gruppo di 3 attivist? arriva davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione e del Merito, sale le scale e urla per dare inizio all’azione. Una di loro tira fuori dei palloncini riempiti di tempera per bambini di colori rosso, giallo e viola e li lancia sulla facciata dell’edificio. Nel frattempo, un’altra attivista apre lo striscione di Bruciamo Tutto e dichiara ad alta voce l’intento dell’azione. Subito dopo quest’ultima lancia a sua volta altri gavettoni contro la facciata. Pochi minuti dopo l’inizio dell’azione l? attivist? sono probabilmente stat? portat? via in resistenza passiva dalle forze dell’ordine, ma non abbiamo notizie certe in merito.


“Il ministro Valditara ha dichiarato che il patriarcato è un’ideologia e, con una retorica razzista, ha sostenuto che il numero così alto di episodi di violenza di genere è causato dalla presenza di persone migranti nel nostro Paese – sottolineano gli attivisti di Bruciamo Tutto -. Non potevamo rimanere indifferenti davanti a queste parole, poiché sono proprio discorsi come questo che contribuiscono a invisibilizzare una violenza quotidiana e sistemica. Vogliamo, inoltre, smentire le affermazioni del ministro con un accenno a dati concreti”. “Non possiamo accettare che ancora oggi, nonostante 88 femminicidi dall’inizio del 2024 e nonostante siano uomini gli autori del 92,7 % delle uccisioni di donne, ancora non si riconosca il patriarcato come un problema sistemico e culturale – puntualizza il movimento -. Il fatto che sia proprio il ministro dell’istruzione e del merito a non riconoscerlo dimostra quanto sia cieco e sordo il governo davanti alla nostra sofferenza”.

L’Arma celebra la “Virgo Fidelis”, patrona dei carabinieri

L’Arma celebra la “Virgo Fidelis”, patrona dei carabinieriRoma, 21 nov. (askanews) – L’Arma ha celebrato oggi la festa della “Virgo Fidelis”, Patrona dell’Istituzione ricordando anche la “Giornata dell’Orfano”, profondamente sentita dai militari dell’Arma che si stringono a tutti i figli dei colleghi scomparsi.


Nella Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino, il cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, ha celebrato una solenne messa, insieme all’Ordinario Militare, l’arcivescovo Santo Marcianò. Hanno preso parte alla celebrazione il vicepresidente della Camera dei Deputati, Giorgio Mulè, il Sottosegretario di Stato per la Difesa, Isabella Rauti e il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Salvatore Luongo. Il cardinale Semeraro, nell’omelia, nel ricordare il 75° anniversario della proclamazione – nel 1949 – ad opera di Papa Pio XII che proclamò ufficialmente Maria “Virgo Fidelis” Patrona dell’Arma dei Carabinieri, si è espresso sul concetto di fedeltà, che non vale solo nel contesto religioso ma ha valore anche nel sociale e nella vita quotidiana, significando coerenza nella vita. Il porporato si è soffermato sul vice Brigadiere Salvo D’Acquisto annunciando che “ormai è imminente la conclusione del processo di beatificazione del Servo di Dio Salvo D’Acquisto che potrà essere onorato con il titolo di Venerabile”.


Il Comandante Generale, Gen. C.A. Salvatore Luongo, ha ricordato come “la scelta della Madonna Virgo Fidelis, quale protettrice celeste dell’Arma, è evidentemente ispirata alla fedeltà, insieme di virtù e impegno morale di ogni soldato che serve la Patria, nonché valore peculiare dell’Arma dei Carabinieri, sintetizzato nel motto Nei secoli fedele”. Il Gen. C.A. Luongo ha concluso preannunciando la consegna della Targa di Benemerenza Icaro, attribuita, per l’anno 2023, alla memoria del Car. Sc. Vittorio Iacovacci, Medaglia d’Oro al Valore Militare, caduto il 22 febbraio 2021 unitamente all’Ambasciatore Luca Attanasio a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo.


Il prestigioso riconoscimento è stato istituito nel 1975 dall’Associazione Nazionale Reduci della Prigionia con il patrocinio di Stato Maggiore Difesa, per premiare ogni anno “un militare, di qualsiasi grado e ruolo, che si sia distinto per eccezionali azioni di ardimento, per ammirevole spirito di sacrificio o di solidarietà umana o elevatissimo senso del dovere, dimostrato durante l’espletamento del servizio e che abbia contribuito all’affermazione dell’onore e del prestigio delle Forze Armate”. Dopo la funzione religiosa sono stati premiati gli assistiti più meritevoli dell’Opera Nazionale di Assistenza per gli orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri (O.N.A.O.M.A.C), l’Ente Morale di natura privatistica che dal 1948 assiste gli orfani tramite un piccolo contributo volontario mensile elargito dai militari di ogni ordine e grado dell’Arma. Infatti, sia a Roma – al termine della Messa – sia in altre regioni d’Italia, con piccole ma significative cerimonie, sono state consegnate delle borse di studio quali premi “di buon profitto” agli orfani maggiormente distintisi nel rendimento scolastico e delle targhe d’argento ai neo-laureati, segno concreto di vicinanza alle famiglie dei colleghi scomparsi. A seguire, si è svolta la cerimonia di scoprimento dell’opera “Virgo Fidelis” all’interno del Sacrario delle Bandiere al Vittoriano. La celebrazione della Virgo Fidelis al 21 novembre coincide con la data in cui la Cristianità celebra la Presentazione di Maria Vergine al tempio ed è anche l’anniversario della “Battaglia di Culqualber”.


Il 21 novembre del 1941 ebbe infatti luogo una delle più cruente battaglie in terra d’Africa, nella quale un Battaglione di Carabinieri si sacrificò nella difesa, protrattasi per tre mesi, del caposaldo di Culqualber. Quei Caduti sono entrati a far parte della folta schiera di Carabinieri che, in pace e in guerra, hanno saputo tener fede al giuramento prestato fino all’estremo sacrificio. Alla Bandiera dell’Arma dei Carabinieri fu conferita, per il fatto d’arme, la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare, dopo quella ottenuta per la partecipazione alla Prima Guerra Mondiale.

Al via a Foggia Convegno Nazionale Studi Unione Giuristi Cattolici

Al via a Foggia Convegno Nazionale Studi Unione Giuristi CattoliciRoma, 21 nov. (askanews) – Si apre a Foggia domani 22 novembre il 74esimo Convegno Nazionale di Studi dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani (UGCI). “La maggior parte dei Convegni dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani è animata dall’intento di scrutare, attraverso lo studio dei diversi nodi problematici, che di volta in volta vengono emergendo nell’esperienza giuridica, non solo la natura del diritto come aspetto ineluttabile della sostanziale moralità e relazionalità della persona, ma anche quale sia l’evoluzione, che il progredire della storia politica e sociale determina nel concreto modo di atteggiarsi del fenomeno giuridico”, spiega il presidente nazionale dell’UGCI Damiano Nocilla.


Il tema del Convegno è “La sanzione: componente dell’esperienza giuridica”. Continua il professore Nocilla: “Nel caso del prossimo Convegno di Foggia siamo partiti dalla riflessione sui cambiamenti, che si stanno sempre più delineando e diffondendo in ordine al concetto di ‘pena’, intesa come forma tipica di sanzione, con il passaggio dalla cosiddetta ‘giustizia retributiva’ alla cosiddetta ‘giustizia riparativa’. Ma, a mano a mano che la discussione tra noi andava svolgendosi ed approfondendosi, ci accorgevamo che, anche al di là del diritto penale, era nell’aria un notevole mutamento nel modo di funzionare dei meccanismi sanzionatori diretti ad assicurare l’adeguarsi del comportamento dei singoli alle norme del diritto positivo, e che stava emergendo, soprattutto nelle società democratiche del nostro tempo, un notevole affievolirsi della spontanea adesione dei singoli alle norme dell’ordinamento. Da tutto ciò si può concludere che, mentre per un verso le comunità ordinate a Stato sembrano aver sempre più bisogno di assicurare coattivamente il rispetto delle norme di diritto positivo autoritativamente poste, all’inverso, si viene manifestando nei cittadini una progressiva insofferenza verso quelle norme giuridiche, la cui ratio appare fondarsi solo sull’autorità incontrollata degli organi legiferanti, onde essi hanno la percezione di presentarsi come subditi legum, che devono osservare le leggi solo perché le norme, che vi sono contenute, minacciano una sanzione, genericamente ed atecnicamente intesa come conseguenza sfavorevole comminata per l’inosservanza di un dovere giuridico”. “Appare, pertanto, comprensibile – aggiunge – che l’ambiente sociale esiga, oggi sempre di più, che gli atti normativi delle autorità legiferanti contengano disposizioni, la cui causa sia chiara e corrispondente all’umana razionalità. Contestualmente – a parte tutti i problemi connessi all’emersione di una funzione premiale del diritto positivo, per la quale la sanzione si configurerebbe come volontario, mancato conseguimento di un vantaggio e non come “il male che segue alla trasgressione” – si assiste al delinearsi di una spiccata tendenza di singoli e di gruppi sociali (società allo stato diffuso, organizzazioni professionali, enti associativi, privati nei rapporti reciproci) ad approfittare degli ampi spazi di autonomia ad essi lasciata dall’ordinamento dello Stato, per rifugiarsi in una sorta di normazione autonoma, che però ora prescinde dal sanzionamento dei comportamenti tenuti in violazione delle stesse norme autonome, ora configura sanzioni anomale, che si traducono in realtà in conseguenze preventivamente determinate dagli stessi soggetti cui esse dovranno applicarsi”.


Il Convegno Nazionale di Studi proseguirà fino a domenica 24 novembre quando i partecipanti raggiungeranno Monte Sant’Angelo dove parteciperanno nella Basilica Santuario di San Michele Arcangelo alla S. Messa presieduta dal Card. Francesco Coccopalmerio nella Grotta dell’Arcangelo.

Firmato Protocollo tra carabinieri e IILA

Firmato Protocollo tra carabinieri e IILARoma, 21 nov. (askanews) – E’ stato sottoscritto, presso la sede dell’Istituto Italo-Latino Americano (IILA), un importante Protocollo tra l’Arma dei Carabinieri e l’IILA. L’accordo, firmato dal Generale di Brigata Arturo Guarino, Capo del II Reparto del Comando Generale, e dal Segretario Generale dell’IILA, Ministro Plenipotenziario Antonella Cavallari, mira a rafforzare la collaborazione attraverso iniziative formative e operative di rilevanza internazionale.


Nella stessa occasione, il Gen. B. Vito Giordano della Guardia di Finanza ha sottoscritto un Progetto di cooperazione per la sicurezza economico-finanziaria Italia-America Latina, confermando la volontà delle Istituzioni italiane di consolidare il dialogo e la cooperazione con i Paesi della regione. Alla cerimonia hanno preso parte anche i Consiglieri del Ministro degli Affari Esteri per gli affari economici e la cooperazione, Marco Rago, Delegato sostituto del Governo Italiano presso IILA, e per le Politiche di Sicurezza, Alessio Nardi. Le attività previste dal Protocollo tra l’Arma dei Carabinieri e l’IILA saranno implementate da personale altamente qualificato nei comparti della tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, della sicurezza sanitaria e nella lotta alla contraffazione di farmaci, della tutela del patrimonio culturale, della prevenzione di illeciti in ambito lavorativo e della formazione delle forze di polizia in missioni internazionali.


L’accordo prevede l’elaborazione di un ampio pacchetto formativo che si avvarrà della collaborazione di stakeholder pubblici e privati. Tra questi figurano l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), il Ministero della Salute, l’Università Campus Biomedico di Roma e l’associazione di categoria Coldiretti, tutti partner strategici dei comparti di Specialità dell’Arma. La firma del Protocollo tra l’Arma dei Carabinieri e l’IILA, segna un importante passo avanti nella cooperazione tra Italia e America Latina. Tali iniziative non solo rafforzano i legami istituzionali, ma promuovono anche un modello di collaborazione integrata che mira a generare impatti positivi duraturi nelle comunità locali e nella governance regionale.

Virgo Fidelis, Rauti: auguri e gratitudine ai carabinieri

Virgo Fidelis, Rauti: auguri e gratitudine ai carabinieriRoma, 21 nov. (askanews) – Oggi i Carabinieri festeggiano la ‘Virgo Fidelis’, patrona dell’Arma. “In questa giornata di ricorrenza voglio esprimere la mia riconoscenza a tutti i Carabinieri in servizio, presidio di legalità per la Nazione e simbolo di coerenza e fedeltà alle Istituzioni ed a quelli in congedo, impegnati nella testimonianza e nei valori di solidarietà”, dichiara il sottosegretario Isabella Rauti.


“Un pensiero commosso va a tutti coloro che hanno sacrificato la vita restando fedeli al giuramento prestato; come il Carabiniere Scelto Medaglia d’Oro al Valor Militare Vittorio Iacovacci, ucciso in Congo nel febbraio 2021, insieme all’Ambasciatore Italiano Luca Attanasio, alla cui memoria è stata conferita – stamani nel Corso della Messa celebrata a Rima nella Basilica dei Santi Bonifacio ed Alessio – una targa di benemerenza”, ha aggiunto Rauti a margine della celebrazione. 75 anni fa, con la promulgazione del Breve Apostolico da di Papa Pio XII, l’8 dicembre 1949, Maria “Virgo Fidelis” veniva proclamata Patrona dei Carabinieri con celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della ricorrenza della Battaglia di Culqualber combattuta a Gondar, in Etiopia, dal 6 agosto al 21 novembre 1941. Oggi ricorre per l’Arma anche la “Giornata dell’Orfano”: il sostegno ai familiari dei Caduti è il compito quotidiano dell’Opera Nazionale Assistenza Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri (O.N.A.O.M.A.C.) che assiste circa 1.150 orfani di Carabinieri. Il 21 novembre coincide con la Giornata Nazionale dell’Albero, occasione per elogiare le competenze del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari Carabinieri; “l’Arma è fortemente impegnata nella tutela ambientale e nella sicurezza agroalimentare” ha concluso la senatrice Rauti.