Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, 99 femminicidi nel 2024
Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, 99 femminicidi nel 2024Roma, 23 nov. (askanews) – Sono 99 le donne uccise in Italia tra il 1° gennaio e il 18 novembre 2024, confermando le dimensioni strutturali di un fenomeno che conta circa una vittima femminile di omicidio ogni tre giorni. Pur in presenza di un calo del 10,8% rispetto alle 111 vittime censite nello stesso periodo del 2023, tale flessione risulta molto inferiore a quella rilevata per la componente maschile (-18,2%, da 198 a 162 vittime). Ciò significa che, in termini percentuali, torna a salire l’incidenza delle vittime femminili, passata dal 35,9% del 2023 al 37,9% nel 2024. E’ quanto emerge dall’XI Rapporto sul femminicidio in Italia, dell’Istituto di ricerca EURES, diffuso in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che analizza andamento e caratterristiche del femminicidio nell’ultimo quinquennio, approfondendone le dinamiche fino ai primi 11 mesi del 2024 (dati aggiornati al 18 novembre).
A livello territoriale gli omicidi con vittime femminili aumentano al Centro Italia (+27,3%, passando da 22 a 28), e in particolare nel Lazio (da 9 a 12) e nelle Marche (da 3 a 7), mentre registrano una riduzione sia nelle regioni del Nord (-16,3%, da 49 a 41) sia, soprattutto, in quelle del Sud (-25%, da 40 a 30). Considerando inoltre la dimensione demografica dei comuni in cui avvengono i femminicidi, a fronte del decremento complessivamente rilevato si osserva una crescita del fenomeno nei piccoli comuni (meno di 5.000 abitanti), dove le donne uccise passano da 11 a 17 (+54,5%) e in quelli della fascia 50-250 mila abitanti, dove passano da 26 a 37 (+42,3%).
Nonostante la forte concentrazione dell’attenzione non soltanto mediatica sugli omicidi legati a situazioni di gelosia patologica (i cosiddetti “omicidi del possesso”), sono le donne di 65+ anni il principale segmento vittimologico, con 37 vittime nei primi 11 mesi del 2024, pari al 37,4% delle vittime femminili totali, uccise nella maggior parte dei casi dal coniuge (spesso in presenza di situazioni di forte disagio o malattia della vittima o dell’autore) o, secondariamente, da figli in situazione di marginalità, dipendenza e problemi di tipo psichiatrico. La famiglia resta la dimensione quasi esclusiva di rischio per le donne, con ben 88 vittime nei primi 11 mesi del 2024 (pari all’88,9% del totale), con una netta centralità del rapporto di coppia (in essere o pregresso), che anche nel 2024 si conferma la relazione maggiormente coinvolta, con 58 vittime femminili (pari al 58,6% del totale ed al 65,9% dei femminicidi nel contesto familiare o affettivo). Anche per questo segmento il valore del 2024 risulta leggermente inferiore a quello dell’anno precedente (quando le vittime sono state 62), mentre si registra una forte crescita delle figlie uccise, passate da 5 a 9, generalmente all’interno di “stragi familiari” o in quanto vittime collaterali di una violenza estrema orientata a colpire la coniuge/ex coniuge/ex partner.
Significativo il dato relativo alle vittime straniere che, in controtendenza rispetto a quelle italiane, risulta in forte crescita, passando da 17 a 24, arrivando a rappresentare un quarto delle vittime totali (24,2%), con un incremento del 41,2% tra il 2023 e il 2024 (primi 11 mesi). Diminuisce invece del 21,1% il numero delle vittime italiane, passate da 95 a 75. Da segnalare, prosegue il rapporto Eurese, come l’aumento delle vittime straniere si accompagni ad una forte diminuzione degli autori di femminicidio di nazionalità non italiana, passati da 23 a 16, con un decremento del 30,4%, mentre rimane stabile il numero degli autori italiani (83 nei primi 11 mesi del 2023 e del 2024). Ciò significa che, mentre il 45,8% dei femminicidi con vittime straniere sono commessi da autori italiani, “soltanto” nel 4% dei casi (3 vittime in valori assoluti) le vittime di femminicidio italiane sono state accise da un autore straniero (una percentuale, questa, in forte calo rispetto al 13,5% censito nel 2023). Crescono i femminicidi della disperazione (35 vittime nei primi 11 mesi del 2024, pari al 41,4% dei femminicidi familiari, a fronte dei 30 casi dell’anno precedente), che rimandano a situazioni di patologie e dipendenze che le famiglie sempre più spesso si trovano ad affrontare senza adeguati strumenti di supporto, un disagio che appartiene alla vittima (nel 17,2% dei casi, inquadrabili come i cosiddetti “omicidi pietatis causam”) o all’autore (nel 24,1%). Segue l’area della conflittualità, ovvero litigi e dissapori estremamente violenti e prolungati nel tempo che motivano il 31% dei femminicidi familiari censiti nel 2024 (27 in valori assoluti, in aumento rispetto ai 23 censiti nel 2023), mentre scende in misura significativa l’incidenza delle vittime uccise per “gelosia patologica/possesso”, area che caratterizza esclusivamente i femminicidi di coppia, con 18 donne uccise (pari al 20,7% dei femminicidi familiari, a fronte delle 32 dell’anno precedente).
32 sono state le donne uccise nel 2024 con un’arma da taglio (pari al 32,7% dei casi), mentre quasi un terzo delle donne è stata uccisa con un’arma da fuoco (29 nell’ultimo anno, pari al 29,6%). Oltre una donna su 5 (il 20,4%, pari a 20 negli ultimi 11 mesi) è stata inoltre uccisa a mani nude, ovvero per percosse (4 vittime), per soffocamento (5 vittime) o per strangolamento (10 vittime); 5 sono state le donne uccise con “armi improprie”, mentre si contano 3 casi di annegamento (tutti figlicidi). Ad uccidere le donne sono nella quasi totalità dei casi autori uomini (93 sui 97 autori “noti”, pari al 95,9% nel 2024), contro 4 donne, pari al 4,1%. Sale inoltre il numero di autori under 25 (da 4 a 12, nella prevalenza dei casi autori di omicidi “di coppia”), anche se, coerentemente alla dinamica rilevata per le vittime, sono gli autori di oltre 64 anni a registrare l’incidenza più elevata (27 autori, pari al 27,8%), in molti casi autori di omicidi compassionevoli.