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Torna “Il rumore del lutto Festival” a Parma, suonano i Tindersticks

Torna “Il rumore del lutto Festival” a Parma, suonano i TindersticksRoma, 21 set. (askanews) – Torna Il Rumore del Lutto Festival, la prima e più importante rassegna di cultura in Death Education in Italia la cui diciottesima edizione è in programma dal 28 settembre al 17 novembre a Parma, cuore della manifestazione, e in tante altre città italiane attraverso le sue speciali Experience. Tindersticks live nella loro unica data italiana già sold out, Andrea Morricone in un toccante omaggio al padre Ennio e al mondo delle colonne sonore, il cantautorato rock di Motta, l’incontro dedicato a Michela Murgia con Alessandro Giammei e Chiara Tagliaferri. E ancora, le podcaster Bouquet of Madness, gli appuntamenti con Umberto Pelizzari, Stefano Mancuso e Daniel Lumera, le sperimentazioni sonore di HackeDePicciotto e l’arpa di Mary Lattimore sono alcuni dei tanti ospiti dell’edizione 2024, che nell’anno di raggiungimento della maggiore età promette di essere più ricca, poliedrica e interessante che mai.


Sette settimane di concerti, incontri, convegni, performance, passeggiate, ritiri, laboratori per le scuole e tanto altro per incoraggiare e approfondire una riflessione individuale e collettiva sulla vita in tutte le sue sfaccettature, che includono quindi anche la perdita, stimolando attraverso le varie attività proposte l’acquisizione di una maggiore connessione con le diverse facce della nostra esistenza, aprendo nuove prospettive e consapevolezze. Promosso da Segnali di Vita Aps, con la direzione scientifica e artistica della tanatologa, formatrice e giornalista Maria Angela Gelati e del giornalista, critico musicale e fotografo Marco Pipitone, Il Rumore del Lutto quest’anno ha scelto come claim Respira: una parola che è un invito a godere e curare ogni momento, consapevoli della preziosità del tempo. Un incoraggiamento a vivere in modo pieno e ricco, per non avere mai rimorsi o rimpianti. “Vivi intensamente, abbraccia ogni istante” è infatti la frase che ispira e guida il festival, riflettendone l’essenza.


IL PROGRAMMA DE IL RUMORE DEL LUTTO FESTIVAL 2024 Il ricchissimo programma del festival, diffuso in tutta la città di Parma, si apre sabato 28 settembre alle 15 all’Abbazia di Valserena con il tradizionale GALA IN NERO, un evento che si ispira alla convivialità del banchetto funebre vittoriano e offre ai partecipanti (rigorosamente vestiti di nero) un pomeriggio inedito e indimenticabile tra arte, musica e dj set. Domenica 29 settembre alle 16 invece è la volta del primo appuntamento musicale con il suggestivo viaggio sonoro dell’arpa di Mary Lattimore al Cimitero Monumentale della Villetta. Mercoledì 2 ottobre alle 14.30 il Giardino della Casa di riposo “Villa Parma” ospita Sguardi che respirano. Fiori di vita tra anziani e bambini a cura di Roberta Avanzini. Sabato 5 ottobre alle ore 11, al Palazzo del Governatore, l’apneista e conduttore TV Umberto Pelizzari dialoga con la communication & ethics coach Mariagrazia Villa nell’incontro Tra superficie e profondità: un viaggio in apnea nell’oceano del respiro.


Sabato 12 ottobre al Cinema Astra alle 15 arriva invece Bouquet Of Madness, l’acclamato podcast di true crime di Federica Frezza e Martina Peloponesi, con il racconto di due storie di cronaca nera nelle quali alle vittime viene strappato un ultimo respiro, dal titolo Fino all’ultimo respiro?. (Qui i biglietti) Domenica 13 ottobre alle 11.30 il Complesso Monumentale della Pilotta ospita In memoria di me: indimenticabile Michela Murgia. Un prezioso appuntamento in cui il professore e scrittore Alessandro Giammei e l’autrice Chiara Tagliaferri – rispettivamente figlio d’anima e collega e amica dell’iconica scrittrice e intellettuale sarda – raccontano come Michela Murgia abbia fatto della sua morte un gesto politico e letterario, raccogliendo migliaia di persone – a Roma, in Italia e nel mondo – nell’abbraccio di un lutto collettivo tra orfan? queer, ottimist? della volontà. Alle 16 invece nella Galleria Nord del Cimitero Monumentale di Parma primo appuntamento della terza edizione di ALL’IMBRUNIRE. LETTURE SCELTE, rassegna letteraria al Cimitero: Diego Sorba cura una passeggiata letteraria dal titolo Biglietti segreti. Posare un mazzo di parole.


Mercoledì 16 ottobre alle 21 all’ Oratorio di San Tiburzio va in scena la prima nazionale di Credenze. Essere superstiziosi è da ignoranti ma non esserlo porta sfiga, creazione collettiva tra teatro fisico, teatro d’oggetti e teatro d’ombre a cura della Compagnia del Mignolo di e con Nadia Addis, Pierre Jacquemin e Viviana Dorsi (qui i biglietti). Sabato 19 ottobre alle 11 all’Auditorium Palazzo del Governatore è la volta dell’incontro di Storia dell’Arte con la docente Doloris Gloria Bianchino L’arte del respiro, mentre domenica 20 ottobre alle 16 al Cimitero Monumentale torna la rassegna letteraria al cimitero con Escursioni letterarie nell’aldilà, un incontro a cura di Alice Pisu e Antonello Saiz della Libreria Diari di bordo, con Federico Maggiore. Giovedì 24 ottobre alle 9 l’Aula Magna dell’Università ospita il convegno universitario aperto alle scuole Il respiro del pianeta: etica, sostenibilità e dinamiche di vita, mentre alle 21 all’Antica Farmacia San Filippo Neri spazio all’incontro Il dualismo della bellezza. Venerdì 25 ottobre alle 14 al Palazzo del Governatore invece è la volta dell’incontro Musica è vita ma le rockstar? Il giornalismo musicale in azione a cura di Pierangelo Pettenati, mentre sabato 26 ottobre alle 9.30 dalla Pensilina di Piazza Ghiaia parte Ecosinfonia: dal cuore urbano al verde di Torrechiara, viaggio guidato immersivo tra arte, fantasmi e natura. Giovedì 31 ottobre alle 18 presso la Nuova Editrice Berti ci saranno le Letture al buio per l’Aperitivo, e a seguire, alle 21, al Teatro al Parco arrivano i TINDERSTICKS nella loro unica data italiana, già sold out. Un grande ritorno a due anni di distanza dalla loro ultima apparizione nel nostro Paese, un’occasione imperdibile per ascoltare dal vivo Soft Tissue, il nuovo album della band di Nottingham capitanata da Stuart A. Staples che ha fatto scuola con il suo inconfondibile sound pop orchestrale cupo e sfarzoso. Venerdì 1 novembre alle 11.00, nella Sala del Commiato del Tempio Crematorio di Valera, in programma un evento omaggio all’onorevole Rocco Caccavari Sacro#Ritual con la coreografia, regia, scene, luci e costumi di Monica Casadei, che lo ha prodotto insieme alla Compagnia Artemis Danza. Alle 20 ci si sposta a Borgo Santa Brigida 5/A per il concerto del duo composto da Alexander Hacke (Einstürzende Neubauten) & Danielle De Picciotto. Qui i biglietti. Sabato 2 novembre alle 11 si torna al Tempio Crematorio di Valera per Eco silente: il Tempio aperto, una visita guidata al crematorio di Parma. Domenica 3 novembre nuovo appuntamento al Cimitero Monumentale della rassegna ALL’IMBRUNIRE. LETTURE SCELTE per la passeggiata guidata con Roberto Ceresini intitolata Per non dimenticare. Venerdì 8 novembre alle 18 nel Complesso Monumentale della Pilotta in programma Il Respiro Divino: viaggio spirituale nella Galleria Nazionale, a cura di Stefano L’Occaso, direttore del Museo di Palazzo Ducale di Mantova e del Complesso Monumentale della Pilotta; alle 20 invece il Ristorante Apriti Sesamo ospita L’Anima a tavola. Cena con consapevolezza, un’esperienza di mindful eating. Domenica 10 novembre alle 11.30 al Cinema Astra Daniel Lumera, biologo naturalista, scrittore e riferimento internazionale nell’ambito delle scienze del benessere e della qualità della vita, è protagonista dell’incontro Accogliere la vita attraverso il respiro. Alle 16.30 nella Sala Pizzetti dell’Auditorium Paganini spazio invece a Risonanze Verdi: Un dialogo possibile tra Respiro e Architettura, la Lectio Magistralis dello scienziato fondatore della neurobiologia vegetale e appassionato divulgatore, incluso dal New Yorker tra coloro che sono ‘destinati a cambiarci la vita’, Stefano Mancuso. Qui i biglietti. Martedì 12 novembre il Teatro Regio alle 21 ospita una serata incantata dedicata alle Musiche per il cinema di Andrea & Ennio Morricone. Il pianoforte di Andrea Morricone, compositore di colonne sonore di fama mondiale e figlio del celebre e pluripremiato Maestro, accompagnato da quello di Cecilia Grillo e dal baritono Alessio Quaresima Escobar, trasporterà il pubblico in un emozionante viaggio attraverso le più belle e celebri colonne sonore, spaziando tra musica, immagini, ricordi e racconti. Biglietti qui e sul sito della biglietteria del Teatro. Il festival si chiude infine a Reggio Emilia: sabato 16 novembre alle ore 11 in programma a Palazzo Magnani Il Cantico dei quanti. Arte, Letteratura e Scienza indagano la realtà, un incontro con Flavio Santi e Piergiorgio Paterlini in occasione della mostra Luciano Bertoli. Frattempo. Le curve di Mandelbrot promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani, mentre domenica 17 novembre gran finale con il concerto di Motta, in programma al Teatro Ariosto alle ore 21. Un live speciale e unico in cui l’artista, tra i più apprezzati della nuova scena italiana, rivisita alcuni dei suoi successi e le canzoni dell’ultimo album La musica è finita, che sta portando in tour sui palchi di tutta la penisola. Qui i biglietti. PROGRAMMA IL RUMORE DEL LUTTO EXPERIENCE Grazie al format Il Rumore del Lutto Experience anche quest’anno il festival si diramerà oltre i confini di Parma, coinvolgendo altri luoghi e comunità. La prima città coinvolta è Genova, che giovedì 3 e venerdì 4 ottobre nel Pantheon del Cimitero Monumentale di Staglieno ospita tre convegni a tema Guardare la morte a occhi aperti (info e prenotazioni: iscrizionecorsisocrem@gmail.com) con relatori d’eccellenza tra i quali Ines Testoni e Davide Sisto e il monologo teatrale Cordialmente Gassman di Ivano Malcotti con Alberto Giusta e con la regia di Mirco Bonomi. Ci si sposta poi a Prato sabato 5 (ore 17.30) e domenica 6 ottobre (ore 9.30) per il ritiro di meditazione Oltre la paura. Meditare per respirare con l’infinito guidato dal religioso, scrittore e tanatologo Guidalberto Bormolini con lo staff di Tutto è Vita, nel Monastero di San Leonardo al Palco. Lunedì 7 ottobre alle 17.30 nella Biblioteca delle Oblate Marco Pipitone intervista Gianni Maroccolo, una colonna portante della scena musicale indipendente italiana degli ultimi 40 anni e fra i più prolifici musicisti e produttori di sempre, per il format 9 Canzoni 9, con la partecipazione del saggista e animatore culturale Michele Rossi. Venerdì 18 ottobre il festival tocca Reggio Emilia alle 9.30 con l’incontro nella Sala Galloni del Padiglione Morel Dalla solitudine all’accudire: sensibilizzare le comunità come centro propulsore di Salute e poi Bologna alle 19 con la camminata artistica in Certosa Fino all’ultimo respiro. Infine a Salsomaggiore Terme (PR) Domenica 27 ottobre dalle 9.30 in programma Respira e rinasci, ritiro con la Comunità di Fudenji con la partecipazione del rev. Fausto Taiten Guareschi Abate Emerito. I LABORATORI NELLE SCUOLE E GLI INCONTRI IN STREAMING Prosegue e si arricchisce l’attività di formazione su tematiche come perdita, bullismo, mindfulness, salute e malattia, fragilità evolutive e arte terapia, uno dei nuclei fondanti del festival, attraverso numerosi laboratori di death education nelle scuole di Parma e provincia, riservati agli studenti. Questi gli incontri in programma: lunedì 7 ottobre nel Liceo Bertolucci Vivere al di là dell’AI: alla ricerca della vera essenza umana; martedì 8 ottobre nel Liceo Scientifico e Linguistico “G. Marconi” Il tuo pelo, il tuo respiro e mercoledì 9 ottobre Respira empatia, fermiamo il bullismo: strategie di prevenzione; giovedì 10 ottobre nella Scuola Secondaria di Primo grado “D.Galaverna” di Collecchio (PR) Respiro, contatto, colore e venerdì 11 ottobre nell’ IPSIA “P.Levi” Non v’è rimedio alla mortalità, salvo parlarne; lunedì 14 ottobre nell’ I.S.I.S.S. “P. Giordani” E se ti mancasse il respiro? e martedì 15 ottobre Oltre l’Effimero; mercoledì 16 ottobre nell’Istituto Tecnico Economico “M.L. Mainetti” di Traversetolo (PR) Vince chi perde. Quando raccontare le perdite rende più ricchi; giovedì 17 ottobre nel Liceo Scientifico e Musicale “A. Bertolucci” Respira e sii: costruire identità in un mondo in movimento. Lunedì 21 ottobre nella Scuola Secondaria di Primo Grado “Don Cavalli” in programma Thonos theon: il respiro che gli dei ci invidiano, martedì 22 ottobre nel Liceo Classico e Linguistico “Gian Domenico Romagnosi” Il lutto degli altri: piccola introduzione alla ritualità, mercoledì 23 ottobre all’Istituto Tecnico Economico “M.Melloni” Carne di Pinocchio, venerdì 25 ottobre al Liceo Classico e Linguistico “Gian Domenico Romagnosi” la Death Talk con Davide Sisto È giusto esporre la malattia e il lutto sui social? Il web e la condivisione del dolore. E ancora, lunedì 28 ottobre all’ IPSIA “P.Levi” il laboratorio Una valigia di libri: il respiro della terra, martedì 29 ottobre al Liceo Artistico Statale Paolo Toschi Lutto ed emozioni in emergenza. Narrazioni e scritture per rielaborare e mercoledì 30 ottobre al Liceo Scientifico e Linguistico “G. Marconi” Il confine, attraverso la fotografia. Infine martedì 5 novembre la Scuola Primaria “Ulisse Adorni” ospita Respiro e lascio andare, mercoledì 6 novembre il Liceo Classico e Linguistico “Gian Domenico Romagnosi” Lasciati respirare e giovedì 7 novembre l’ I.I.S.S. “Carlo Emilio Gadda” di Langhirano (PR) Componendo con le tesserine. Non mancheranno anche vari appuntamenti in streaming gratuito per offrire la possibilità di seguire, attraverso il canale Youtube, alcuni incontri sulle tematiche di questa edizione. Sul canale Zoom si potrà invece seguire la parte formativa a cura di Laura Campanello. Sabato 19 ottobre alle 18 in programma la passeggiata con Caterina Zamboni Russia al Cimitero Monumentale di Reggio Emilia dal titolo Conservare un angolo di terra e domenica 20 ottobre alle 11 Risorgere tra le difficoltà: il potere trasformativo degli animali, viaggio a Equilandia con l’Handpan di Tommaso Varriale. Sabato 2 novembre alle 16 Ilaria Bertinelli presenta Viaggio nel disavanzo del cibo consolatorio.

G7, Giuli: Africa, la cultura volano di sviluppo sostenibile

G7, Giuli: Africa, la cultura volano di sviluppo sostenibileNapoli, 21 set. (askanews) – “Il governo italiano ha lanciato a febbraio scorso la sua strategia nazionale di collaborazione con il Continente africano, denominata Piano Mattei, in nome di un manager pubblico che fece del dialogo con i popoli africani la stella polare dell’attività internazionale della società che dirigeva. Questa strategia mira a costruire nuove forme di cooperazione basate sulle esigenze effettive delle nazioni africane e ispirate al rispetto delle loro sensibilità e dei loro interessi, distanziandosi dall’approccio predatorio che ha caratterizzato l’epoca della colonizzazione e quello paternalistico che spesso abbiamo visto negli ultimi sessant’anni”. Lo ha detto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, aprendo al terza giornata del G7 Cultura in corso a Palazzo Reale a Napoli.


“La cultura – ha aggiunto – è uno dei settori di intervento del Piano italiano, perché crediamo che l’Africa abbia risorse culturali straordinarie e vogliamo collaborare con i governi africani perché siano preservate, valorizzate, sviluppate, celebrate. La Tunisia e l’Eritrea, per esempio, hanno siti archeologici di valore straordinario che possono rappresentare per quei Paesi quello che Pompei è diventato per l’Italia. La Nigeria è una grande potenza culturale mondiale e lo sviluppo delle sue industrie culturali e creative è una chiave preziosa per la crescita, la creazione di impresa, l’occupazione, in particolare per i giovani. E questo è valido per tutto il Continente. Credo che l’Italia e gli altri Stati e le Organizzazioni presenti a questo tavolo possono dare un grande contributo all’Africa nell’opera di valorizzazione del suo patrimonio culturale come volano di sviluppo sostenibile”. “Noi lo stiamo facendo con diversi progetti in vari Stati africani – ha detto ancora Giuli – che apprezzano le nostre competenze tecniche in campo culturale e la nostra esperienza nel restauro, nella ricerca archeologica, nella formazione degli operatori della cultura, nella tutela del patrimonio dalle catastrofi naturali e dagli effetti dei cambiamenti climatici, nella lotta al traffico illecito dei beni culturali. Sulla base dei risultati della “Conferenza UNESCO di Napoli sul patrimonio culturale nel XXI secolo”, l’Italia, che ha il maggior numero di siti culturali riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio Mondiale dell’Umanità, è inoltre pronta a offrire le sue competenze ai ministeri della Cultura africani per incrementare la presenza di loro siti ed elementi nelle liste del patrimonio materiale e immateriale dell’UNESCO. So che l’Unione Europea e gli altri partner G7 hanno una sensibilità e un’attenzione simile alla nostra su questo tema. E sappiamo anche dell’impegno per l’Africa degli altri Stati rappresentati oggi al tavolo, Brasile, India e Grecia”.

Il Tesoro di Terrasanta al Museo Marino Marini di Firenze

Il Tesoro di Terrasanta al Museo Marino Marini di FirenzeFirenze, 20 set. (askanews) – Il Museo Marino Marini di Firenze inaugura un’esposizione che ripercorre la storia della cristianità e racconta cinque secoli di devozione e bellezza sacra. Nell’antica chiesa di San Pancrazio, l’esposizione “Il Tesoro di Terrasanta al Museo Marino Marini. La bellezza del sacro: l’Altare dei Medici e i doni dei Re” ospita opere della collezione che costituisce il Tesoro del Santo Sepolcro, capolavori di elevato pregio artistico e mai esposti prima.


“Questa mostra – ha detto la curatrice Leyla Bezzi – è un evento molto importante e unico nel suo genere perché espone 108 capolavori provenienti in gran parte dalla Custodia di Terra Santa mai viste in Italia e molti dei quali mai usciti da Gerusalemme. Questo percorso che abbiamo cercato di narrare è ampliato da prestiti nazionali dei più importanti musei quali la Galleria degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, l’Archivio di Stato, la Biblioteca Nazionale, la Riccardiana, il Banco di Napoli e alcune collezioni private. Questo ha fatto sì che insieme alle ricerche che sono state condotte e ai restauri che sono stati fatti dal museo appositamente per questa mostra di donare e rendere la narrazione di questo pezzo di storia poco conosciuto”. La mostra è anche dedicata a promuovere la bellezza come strumento per favorire una cultura della pace e contrastare ogni forma di violenza e conflitto. “La bellezza, lo stupore dell’altare, di tutte le opere esposte, anche la riscoperta delle opere pittoriche finalmente attribuite correttamente – ha commentato il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone – fanno di questa mostra un unicum eccezionale”.


La mostra fiorentina è aperta al pubblico al Museo Marino Marini fino al 7 gennaio 2025.

G7, Usa stanziano 1 mln usd per tutela patrimonio culturale Ucraina

G7, Usa stanziano 1 mln usd per tutela patrimonio culturale UcrainaNapoli, 19 set. (askanews) – “Gli Stati Uniti sono orgogliosi di stare al fianco dell’Ucraina nella difesa del suo patrimonio culturale e continueranno a farlo in futuro”. A margine della riunione Ministeriale Cultura del G7 a Napoli, Lee Satterfield, sottosegretario di Stato per la Diplomazia Pubblica e gli Affari Pubblici, ha annunciato una nuova donazione di 1 milione di dollari attraverso la Ukraine Cultural Heritage Response Initiative (l’Iniziativa di Soccorso al Patrimonio Culturale dell’Ucraina), a favore del Centro Internazionale per lo Studio della Conservazione e del Restauro dei Beni Culturali (ICCROM).


Tale donazione – in una giornata peraltro simbolica per Napoli stessa, visto che la città festeggia il suo santo patrono San Gennaro – sosterrà la prossima fase di un progetto pluriennale volto ad aiutare l’Ucraina a migliorare la gestione dei rischi e delle emergenze relative al proprio patrimonio culturale. “Gli ucraini stanno lottando per i diritti umani e le libertà che tutti abbiamo a cuore. E stanno combattendo concretamente per la propria identità come cultura distinta e unica, che Vladimir Putin ha negato – un diniego che ha usato per giustificare la sua brutale invasione su larga scala. Questo finanziamento sosterrà gli eroici sforzi degli ucraini per proteggere e preservare il loro patrimonio culturale”, ha dichiarato la sottosegretaria Satterfield. A siglare il documento con Satterfield la direttrice generale dell’ICCROM Aruna Francesca Maria Gujral.


Alla cerimonia di Napoli hanno partecipato il Console Generale degli Stati Uniti a Napoli Tracy Roberts-Pounds, il Console Generale ucraino a Napoli Maksym Kovalenko e l’Ambasciatore degli Stati Uniti presso le Agenzie delle Nazioni Unite a Roma Jeffrey Prescott. “Questa ulteriore sovvenzione, una delle più cospicue mai concesse, crea una grande opportunità per accelerare il lavoro di risposta alle emergenze e di recupero che l’ICCROM sta svolgendo in Ucraina. La partnership tra gli Stati Uniti, l’ICCROM e l’Ucraina è una parte vitale dell’impegno volto a preservare l’identità culturale e il patrimonio storico dell’Ucraina. Gli Stati Uniti continuano a sostenere con forza l’ICCROM e il suo mandato di preservare il patrimonio culturale in tutto il mondo”, ha dichiarato l’Ambasciatore Prescott.


Non è la prima volta che la Russia cerca di distruggere lo “spirito di identità” e l’identità culturale dell’Ucraina: “sono 300 anni”, ha detto il Console generale ucraino a Napoli Maksym Kovalenko. “L’Ucraina sta combattendo l’invasione russa su tutti i fronti. Il fronte culturale non fa eccezione. Il sostegno della comunità internazionale ci permette di rispondere alle sfide della guerra e, nonostante le circostanze, di sviluppare una strategia a lungo termine per la conservazione e il restauro del nostro patrimonio culturale”, ha dichiarato. La cifra stanziata da Washington è importante. Ma è importante anche il valore dell’impegno di singoli Paesi, con decisioni di questo genere. “Tutte le cifre sono importanti”, ha detto il console ucraino che poi, parlando a margine della firma, ha ricordato un’iniziativa realizzata a Pompei per la Cattedrale di Odessa.


Importanti sicuramente i risultati della partnership AFCP-ICCROM degli Stati Uniti per la salvaguardia del patrimonio culturale in Ucraina, messo in serio pericolo dalla guerra scatenata dall’invasione russa. Dall’inizio del conflitto in Ucraina nel 2022, l’ICCROM, attraverso il suo programma First Aid and Resilience for Cultural Heritage in Times of Crisis (FAR), ha lavorato per proteggere il patrimonio culturale del paese. Nel 2023, in collaborazione con il ministero della Cultura e della Politica dell’informazione dell’Ucraina (MCIP), il Museo Maidan, l’Agenzia per la resilienza culturale (ACURE) e l’Heritage Emergency Rescue Initiative (HERI), e in partnership con l’Ambassador’s Fund for Cultural Preservation (AFCP) del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, l’ICCROM ha formato un team forte di 25 professionisti diversi provenienti da cinque oblast’ (regioni) a rischio per condurre una valutazione in loco dei danni e dei rischi per il patrimonio. Per aiutare chi decide a identificare le priorità di intervento per i siti del patrimonio danneggiati, questo progetto sta ora sviluppando una mappa geospaziale del rischio per il patrimonio culturale, la prima nel suo genere, che triangola i dati da varie fonti e aiuta a determinare i livelli di rischio da diversi pericoli significativi per il patrimonio. Sulla base dei risultati positivi della partnership tra il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e l’ICCROM e sfruttando i risultati ottenuti tramite una sovvenzione iniziale (circa 250.000 di dollari ), il nuovo progetto di 30 mesi (da un milione di dollari ) “Resilient Heritage – Strengthening Capacities for Risk Reduction, Emergency Response, and Sustainable Recovery for Heritage in Ukraine” è stato generosamente finanziato dall’Ambassador’s Fund for Cultural Preservation (AFCP) del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti per creare un quadro nazionale per la riduzione del rischio e la gestione delle emergenze del patrimonio in Ucraina. Il progetto si concentra sul rafforzamento della cooperazione tra custodi del patrimonio, enti governativi e amministrazioni locali per migliorare le strategie di preparazione e risposta per la protezione dei siti e delle collezioni del patrimonio. Mira inoltre a sviluppare misure pratiche per la ripresa post-conflitto, assicurando che siano messe in atto le capacità e i meccanismi istituzionali necessari per coinvolgere le comunità locali negli sforzi di ripresa culturale e di rafforzamento della resilienza.

L’interiore e gli interni, a Milano Munch oltre “L’urlo”

L’interiore e gli interni, a Milano Munch oltre “L’urlo”Milano, 18 set. (askanews) – Un catalogo dell’umanità e delle sue emozioni, ma anche il racconto di una pittura profonda e di un artista che ha influenzato l’immaginario collettivo, ma che a volte rischia di essere ricordato solo per quel famosissimo dipinto. Nella mostra che Palazzo Reale a Milano dedica a Edvard Munch “L’urlo” è presente “soltanto” in una litografia originale, ma quello che è affascinante è guardare a tutto ciò che c’è intorno e oltre quell’immagine diventata icona globale e globalizzata. “L’artista – ha detto ad askanews la curatrice Patricia Berman – ha vissuto una vita molto lunga e molto produttiva. Quindi non c’è solo L’urlo, Munch è stato un grande sperimentatore sia nella pittura sia nella stampa”.


La mostra “Munch – Il grido interiore” è molto vasta e nasce dalla collaborazione con il Munch Museum di Oslo. La sensazione, attraversando le sale, è quella di scivolare in un mondo che sta tra diverse dimensioni del reale, oltre che dentro le visioni di un artista capace di rendere in pittura le suggestioni dei grandi romanzi psicologici.n”La mostra – ha aggiunto la curatrice – racconta come la memoria sia stata un elemento molto importante della sua arte: raramente ha dipinto quello che vedeva guardando il mondo fuori, in realtà si è sempre mosso tra la memoria e l’invenzione. Per questo quello che vediamo è un artista sperimentale che ha cambiato il proprio lavoro nel corso del tempo”. La parola “interiore” è ovviamente cruciale, ma è affascinante notare che le opere di Munch sono anche un catalogo di “interiors”, ossia di interni, di ambienti che ospitano i suoi personaggi e che sono altrettanto decisivi delle figure umane. E poi, guardando molte opere, come per esempio il meraviglioso “Le ragazze sul ponte”, ma anche lo steso Urlo, viene da chiedersi che cosa stiano guardando i soggetti al di fuori della cornice, che cosa vedono al di là? “Ho sempre pensato – ci ha risposto Patricia Berman – che i personaggi dei dipinti guardassero dentro loro stessi, non so se stiano guardando qualcosa al di fuori dei loro sentimenti, che sono poi andati in giro per il mondo”.


La mostra, prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, è aperta al pubblico fino al 26 gennaio 2025.

Arte, Contemporary Cluster riapre a Roma con la mostra “Fatmah”

Arte, Contemporary Cluster riapre a Roma con la mostra “Fatmah”Roma, 18 set. (askanews) – Contemporary Cluster riapre oggi nella sua nuova sede a Roma, in via Odoardo Beccari 8/10/12, con la mostra collettiva “Fatmah”. Si tratta di un progetto dal respiro internazionale, supportato da un testo critico di Arnold Braho, con opere di Nicola Ghirardelli, Arvin Golrokh, Giuseppe Lo Cascio, Lorenzo Montinaro, Jacopo Naccarato, Linus Rauch, Franziska Reinbothe, Sofiia Yesakova.


“Fatmah” emerge nei nuovi spazi della galleria come un crogiolo di significati, radicati profondamente nelle tradizioni del Medio Oriente, come simbolo ricco di storie e interpretazioni, che riverberano attraverso narrazioni e rituali. Allinearsi a “Fatmah” significa immergersi in un tessuto complesso di memoria, in cui il sacro si intreccia con il quotidiano. In arabo infatti “Fatah”, da cui deriva, significa “aprire” o “rinnovare”, riferimento che riflette una promessa di crescita e prosperità, un augurio di continua rigenerazione, di saggezza e di resilienza. Il buon auspicio viene solitamente enunciato nel frammento temporale che intercorre tra la fine di qualcosa, e l’inizio di un’altra.

Libri, “Frere Roger di Taizè”: per prima volta in italiano la biografia

Libri, “Frere Roger di Taizè”: per prima volta in italiano la biografiaRoma, 17 set. (askanews) – TS Edizioni pubblica, anche in formato e-book, Frère Roger di Taizé. Il profeta della fiducia, di suor Sabine Laplane, testimone diretta della vita di Roger Schutz (1915-2005), fondatore della comunità di Taizé, in Borgogna.


Scrive l’autrice nella premessa: “Ogni suo intervento, ogni suo libro, fin dai primissimi scritti, porta le tracce, discrete o esplicite, del suo itinerario personale, della sua famiglia, di alcuni suoi incontri significativi. Queste reminiscenze autobiografiche suonano come dei temi musicali e sono continuamente assemblate ed evocate, semplificate, liberamente adattate, fino all’ultimo suo scritto”. Uomo dei paradossi, gigante spirituale le cui radici affondano nel protestantesimo e si nutrono della tradizione cattolica e ortodossa, frère Roger incarna lo slancio ecumenico che ha caratterizzato la seconda metà del Novecento.


Ma chi era davvero Roger Schutz? Un profeta? Un fondatore? Un amico dei più poveri? Una figura spirituale carismatica in ascolto dei giovani? Partendo quasi dal nulla, questo figlio di un pastore protestante svizzero è riuscito a raggiungere le periferie delle nostre società, nonostante i numerosi ostacoli che dovette superare a livello istituzionale e i tanti dubbi che lo attanagliarono lungo tutto il corso della sua esistenza. Fino alla morte violenta nel 2005, proprio nel cuore della comunità religiosa che aveva fondato tanti anni prima a Taizé… Scrive l’autrice, religiosa della comunità apostolica Saint-François-Xavier, che le ha affidato diverse missioni al servizio dei giovani: “Ecco, quindi, una biografia spirituale che segue la maturazione della personalità di frère Roger e che, soprattutto grazie all’accoglienza dei fratelli, a numerose testimonianze e a corrispondenze inedite, presenta il terreno fertile familiare, l’adolescenza tormentata e le tappe della scoperta della vocazione di fondatore di una comunità riformata d’ispirazione monastica, che presto diventerà comunità ecumenica aperta alla dimensione mondiale. Non senza combattimenti: ringiovanire l’unica Chiesa, serva della comunione tra tutti gli uomini, chiunque essi siano, attenta ai più piccoli e ai più fragili, impegnata per un mondo più giusto e testimone dell’infinita misericordia di Dio; lanciare un concilio dei giovani e poi un pellegrinaggio di fiducia sulla terra… Mosso da una necessità interiore che egli ascolta con attenzione, frère Roger ci chiede ancora oggi: “Con poco, quasi niente, sei tu creatore di riconciliazione in questo mistero di comunione che è la Chiesa?’”.


Grazie ad un’impressionante mole di documenti e scritti originali – alcuni inediti – provenienti dagli archivi della comunità, e alle testimonianze delle numerose persone che lo hanno conosciuto, questa biografia, al tempo stesso storica e spirituale, rivela tutta la portata della figura di frère Roger per la Chiesa del XX secolo. Dalla Seconda guerra mondiale al Concilio Vaticano II, dalle contestazioni giovanili del ’68 alla caduta del comunismo, Sabine Laplane traccia il ritratto di un protagonista dell’ecumenismo, che ha saputo indicare ai giovani – e non solo – la via di un “pellegrinaggio di fiducia sulla terra” più attuale che mai.

Al Parco archeologico del Colosseo la mostra Penelope

Al Parco archeologico del Colosseo la mostra PenelopeRoma, 17 set. (askanews) – Il Parco archeologico del Colosseo promuove la mostra Penelope, a cura di Alessandra Sarchi e Claudio Franzoni, con l’organizzazione di Electa.


Aperta negli spazi delle Uccelliere farnesiane e del Tempio di Romolo, l’esposizione – attraverso circa cinquanta opere – ripercorre il mito e la fortuna della figura di Penelope che giunge a noi, dalla remota età in cui affondano i poemi omerici, attraverso due tradizioni ugualmente potenti: quella letteraria e quella legata alla rappresentazione visiva. Il suo personaggio ha attraversato i millenni e popolato il nostro immaginario legandolo a un ideale normativo della donna, fedele al marito Ulisse e saggia custode della sua dimora-reggia a Itaca, ubbidiente perfino al figlio Telemaco appena ventenne. Ma a renderla affascinante sono la sua determinazione, la sua resistenza e capacità di sognare.


All’interno del percorso espositivo anche un omaggio a Maria Lai, artista che ha messo al centro del suo lavoro le materie tessili, in collaborazione con l’Archivio e la Fondazione Maria Lai. Alla mostra si accompagna il catalogo pubblicato da Electa, concepito, per la ricchezza dei contributi affidati ai maggiori specialisti con focus su vari aspetti e cronologie, come un volume esauriente ? e ancora mancante nel panorama editoriale ? sulla figura mitica eppure così attuale di Penelope e sulla sua fortuna nella cultura occidentale fino ai giorni nostri.


Electa, inoltre, riedita nella collana Pesci Rossi Le ragioni dell’arte (2002), dialoghi tra Giuseppina Cuccu e Maria Lai nati da temi e argomenti che l’artista aveva proposto come materia didattica per l’infanzia. In occasione della mostra il Parco archeologico del Colosseo promuove il programma di incontri Esistere come Donna. Dialoghi e lezioni su donne, artiste, battaglie e archetipi femminili ideato e realizzato da Electa con Fondazione Fondamenta e con Alessandra Sarchi e Claudio Franzoni. Gli incontri si terranno nel Foro Romano presso la Curia Iulia, a partire dal 21 settembre, e fino a dicembre.

Presentata la nuova stagione del Teatro Brancaccio di Roma

Presentata la nuova stagione del Teatro Brancaccio di RomaRoma, 17 set. (askanews) – Il teatro Brancaccio di Roma ha presentato la nuova stagione teatrale 2024-2025. Una stagione che si preannuncia ricca di emozioni, novità e graditi ritorni, in un percorso che si snoda tra grandi musical, irriverenti stand up comedy, mattatori del one man/woman show, danza contemporanea, memorabili concerti, divulgatori di successo e artisti socialmente impegnati. Vi invitiamo a vivere questa stagione “iconica” per un’esperienza unica, immergendovi in storie straordinarie che sapranno emozionare, far riflettere e intrattenere grandi e piccoli, regalando momenti indimenticabili.


B ICONIC! – È dunque, il claim del 2024-25 del Teatro Brancaccio, che mantiene saldamente il suo rapporto con il territorio, per un teatro popolare che possa arrivare alla gente; anello di un progetto culturale pluriennale che unisce spazi distinti e diversi, come la sala Umberto, le tre sale rinnovate dello Spazio Diamante, di prossima apertura e il polo formativo Spazio Impero. Un enorme impegno di tutti: dipendenti, collaboratori, docenti, attori e tecnici scritturati oltre al reparto creativo. Insieme, abbiamo rafforzato il centro di produzione teatrale – CPT – denominato- Viola Produzioni che nel triennio 2022/2024 ha realizzato 24.421 giornate lavorative di produzione.


“Siamo onorati di servire la città di Roma, la Comunità di migliaia di persone che vive la nostra proposta culturale e coloro che beneficiano economicamente partecipando all’indotto creato – sottolinea Alessandro Longobardi, direttore artistico e produttore -. Ringraziamo il MIC per il sostegno dato, il Sindaco di Roma in qualità di Presidente della Fondazione Brancaccio, che persegue lo scopo di assistere persone temporaneamente in difficoltà; a tal proposito attiveremo alcuni eventi per raccogliere fondi a supporto della mission statutaria della Fondazione”. “Ricordiamo che la cultura cura, come testimonia il Report 67 pubblicato dall’OMS. Prosegue la nostra attività nel sociale – sottolinea – con i progetti per le scuole, per i detenuti e per l’inclusione e l’integrazione sociale dei minori, per la formazione professionale. Stiamo studiando come migliorare l’accoglienza degli spettatori con disabilità distinte”.


Ecco alcuni tra i nomi presenti in stagione: Lorella Cuccarini, Giovanni Scifoni, Neri Marcorè, Claudio Castrogiovanni, Virginia Raffaele, Gió Di Tonno, Vittorio Matteucci, Simone Cristicchi, Amara, Mario Biondi, Marco Paolini, Barbara Cola, Garrison Rochelle, Edoardo Ferrario, Michela Giraud, Dario Ballantini, Giorgio Montanini. E poi registi come: Giorgio Gallione, Marco Simeoli, Giuliano Peparini, Luciano Cannito, Piero Di Blasio, Federico Tiezzi.

Simone Zafferani, reading di poesie a Casa Vuota

Simone Zafferani, reading di poesie a Casa VuotaRoma, 17 set. (askanews) – Stanze di pittura e stanze di parole: di un vivace scambio fra le arti è fatta la malia che seduce il pubblico dei visitatori di Casa Vuota, lo spazio espositivo domestico del quartiere Quadraro in via Maia 12 a Roma, dove domenica 22 settembre 2024 alle ore 18 Simone Zafferani è protagonista di una lettura di poesie, in occasione del finissage della mostra La dolce vita del pittore romano Michele Bellini, curata da Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo.


Michele Bellini espone ritratti di persone senza dimora che vivono per le strade della Città Eterna e con i loro volti e le loro storie si trova a dialogare, letta ad alta voce, la scrittura di Simone Zafferani. ‘Il tema della mostra mi è molto caro – spiega Zafferani – e per questo ho scelto di leggere alcune poesie dedicate a Roma e in particolare alla cura e all’occupazione degli spazi nella città. Lo scorso anno è uscito per le edizioni d’arte Aliud un volume con mie poesie in dialogo con opere dell’artista Elena Molena. Il libro ha titolo Cartoline post urbane e ha a che fare proprio con alcune visioni della città e delle presenze, più o meno visibili, che la attraversano’. Nato a Terni nel 1972, Simone Zafferani vive a Roma. A partire dagli anni Novanta, sue poesie sono uscite in riviste, antologie, plaquette ed edizioni d’arte. Ha pubblicato i libri di poesia Questo transito d’anni (2004), vincitore del premio “Lorenzo Montano” 2006; Da un mare incontenibile interno (2011), finalista ai premi “Sulle orme di Ada Negri” 2012 e “Laurentum” 2012; L’imprevisto mondo (2015); L’ora delle verità (2023), vincitore del premio “Giulio Angioni” 2023. Ha scritto insieme a Paolo Camilli il testo teatrale Per colpa di un coniglio. Collabora con alcune riviste letterarie occupandosi di poesia contemporanea.


LA MOSTRA DI MICHELE BELLINI – Dare, attraverso la pittura, una dimora a chi una dimora non ce l’ha. È questa la sfida che si propone la mostra La dolce vita di Michele Bellini, che presenta un ciclo organico di lavori pittorici realizzati nell’ultimo anno, profondo, sentito e dai contenuti originali, che veste su misura le pieghe più intime del corpo di Casa Vuota. Al centro l’artista pone sei ritratti a grandezza naturale, oli su tela, che vengono accompagnati da altri dipinti, bozzetti e disegni a carboncino. ‘I protagonisti dei ritratti – spiegano i curatori della mostra Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo – si chiamano Massimo, Vittoria, Angelina, Staneva, Leonardo e Paolo e sono sei tra le tante persone che vivono sotto il cielo di Roma senza avere un domicilio stabile. Michele Bellini fa la loro conoscenza attraverso Binario95, un polo sociale di accoglienza per persone prive di dimora con il quale ha iniziato una collaborazione, organizzando dei laboratori di pittura con la mediazione degli operatori del centro. Nei laboratori, guardati dapprima con qualche diffidenza e poi via via sempre più partecipati, la pittura diventa uno strumento di comunicazione e di scambio. Lungo il percorso di conoscenza reciproca tra il pittore e i suoi studenti, la fiducia e la complicità diventano così profonde da portare gli studenti a diventare modelli e a posare per Casa Vuota, offrendo il loro corpo e le loro stesse vite – per loro le cose più preziose, tutto quello che hanno – allo sguardo indiscreto della pittura e trovando così, idealmente, il loro posto nello spazio sublimato di una mostra e nel tempo non enumerabile dell’esperienza estetica. E qui altri sguardi, quelli dei fruitori, li incontreranno, attivando nuove relazioni, nuovi incontri, nuovi dialoghi e nuovi spostamenti di senso, mettendo in discussione soggetti, oggetti, spazi e modi dei discorsi possibili intorno all’abitare, all’uso dei corpi, all’esercizio della libertà e all’autodeterminazione, a quello che chiamiamo casa e alla definizione di limiti, confini e orizzonti’.


‘Massimo, Vittoria, Angelina, Staneva, Leonardo e Paolo – scrivono Del Re e de Nichilo – trovano a Casa Vuota, con la pittura di Michele Bellini, la casa che non hanno. Bellini li chiama pittoricamente per nome, si immerge nella loro vita – una dolce vita nonostante tutto – e li porta ad abitare con sé in quella grande casa che è la pittura stessa, usando le stanze di Casa Vuota come pretesto per scrivere un nuovo capitolo del suo progetto artistico dedicato alla vita, raccontata attraverso la materia e i volti della vita stessa, già iniziato con il ciclo di dipinti intitolato Gente in metropolitana da lui portato avanti dal 2014 al 2018, che nasceva da scatti fotografici rubati a ignari viaggiatori. È una pittura che manifesta una vocazione per i temi sociali, che si guarda intorno e non si limita alla contemplazione di circoscritto panorama autoreferenziale. L’attenzione che ha per gli altri, il desiderio di mettersi in ascolto e di farsi portatore delle vite altrui si traduce, per Bellini, nella pratica del ritratto. I suoi sono ritratti anche quando non sono ritratti, anche quando l’oggetto della pittura è una stanza dell’associazione in cui avvengono le lezioni o una natura morta, perché Michele Bellini è profondamente vocato alla pratica del ritratto e ha raffinato in esso tutti i modi più persuasivi e peculiari della sua espressione’. ‘Il titolo felliniano rende palese l’omaggio a Roma, ai suoi abitanti, alle sue strade e alle sue storie. Di questa Roma sospesa tra magnificenza e decadenza Michele Bellini è perdutamente innamorato, così come è innamorato della pittura e dei pittori, con una particolare predilezione per il realismo e la ritrattistica sviluppata a cavallo tra XVII e XIX secolo, di cui è raffinato conoscitore e consapevole cultore. La pittura di Bellini si nutre di pittura e nelle sue opere si colgono riferimenti espliciti o inconsci a quadri del passato che ha ammirato e studiato e che conosce così bene da fare propri con un gesto non citazionistico, ma vivificante, sorgivo, medianico. In virtù della sua poderosa memoria visiva e artistica, a Casa Vuota riecheggiano nei ritratti di Bellini il Menippo di Diego Velázquez, la Carmencita di John Singer Sargent, il Gilles di Antoine Watteau, la Giuditta di Gustav Klimt e ancora, nell’unica scena di interno esposta, intitolata L’accoglienza, un sussurro che parla di Angelo Morbelli e di Telemaco Signorini. A volte Michele Bellini ritrova nei suoi modelli le pose dei capolavori che lo ispirano, altre volte il processo di costruzione dell’immagine semplicemente si affida, per parlare, alla lingua che lui meglio conosce, ossia la pittura stessa. In ogni caso, non c’è finzione nel suo offrirsi attraverso la materia viva della pittura, ma una profonda e rispettosa onestà’.


Dichiara Michele Bellini: ‘È stato un lavoro davvero intenso, sotto ogni punto di vista, e mi ha segnato e formato come nessuna esperienza simile in passato. La serie di lavori che ho realizzato per Casa Vuota mi ha permesso di comprendere quanto necessari (nonché contradditori) siano l’identificazione nei temi che un artista vuole narrare e il distacco da essi. Mi sto ancora chiedendo cosa ho fatto, come è andata e che cosa avessi da dire su uno dei soggetti più trattati nella storia dell’arte. Le domande sono maggiori delle risposte, ma per me questo progetto è importante perché ho sempre sentito un’affezione verso chi ha meno da offrire e ho scelto di ritrarre queste persone nel modo in cui di solito la pittura che ho amato ritraeva la nobiltà. Per anni, passando per via Marsala, mi capitava di vedere file di persone in attesa davanti ai cancelli di Binario95 e mi sono sempre chiesto come avrei potuto avvicinarmi a loro. Mi attira l’umano, l’umanità e la mia idea è di nobilitare le persone attraverso ritratto, dare loro dignità attraverso una pittura “onesta”. A questa gente bisognosa la pittura che ho portato è un gesto paradossale, come paradossale è il titolo della mostra. La pittura non è un fine, ma un terreno comune che mi ha permesso di confrontarmi con loro e di costruire un rapporto. E questa relazione io la restituisco nelle forme della pittura, mostrando la realtà che ho incontrato con onestà. Viste tutte insieme, le opere della mostra rappresentano la vita e se c’è una cosa che voglio raccontare con la mia pittura è la vita, descrivere la vita attraverso queste facce e queste persone. Mi sono identificato nella loro condizione di smarrimento che avverto come familiare, nell’impossibilità di riuscire a trovare un posto nel mondo. Io trovo il mio posto solo quando sono davanti al cavalletto. E tutti noi insieme lo troviamo oggi a Casa Vuota’.