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L’Unesco: il canto lirico italiano patrimonio dell’umanità

L’Unesco: il canto lirico italiano patrimonio dell’umanitàRoma, 6 dic. (askanews) – La pratica del canto lirico in Italia è stata iscritta nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco. Lo ha annunciato l’agenzia Onu sul proprio account X, riferendo dei lavori in corso in Botswana della 18esima sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.

“Dopo un lungo e articolato lavoro, una grande eccellenza della nostra nazione ottiene un altro riconoscimento dall’UNESCO entrando a far parte del patrimonio immateriale. Si tratta di una consacrazione ufficiale di quello che già sapevamo: il Canto lirico è un’eccellenza mondiale, tra quelle che meglio ci rappresentano in tutto il pianeta. È una proiezione dell’immaginario italiano per il quale stiamo lavorando su più fronti. Ringrazio il sottosegretario Gianmarco Mazzi per l’impegno che ha profuso nel concludere positivamente la candidatura. Questa bella notizia si associa alla firma dell’ipotesi dello schema di rinnovo del contratto delle Fondazioni lirico sinfoniche, che da 20 anni non veniva rinnovato”. Lo ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, commentando la proclamazione dell’iscrizione del Canto lirico italiano nella lista del patrimonio immateriale mondiale dell’UNESCO.

A Roma torna la musica tradizionale con il XII Errichetta Festival

A Roma torna la musica tradizionale con il XII Errichetta FestivalRoma, 6 dic. (askanews) – Dal 7 all’11 dicembre arriva la dodicesima edizione di Errichetta Festival, la grande festa della musica tradizionale a Roma. Cinque serate di musiche, canti e balli popolari. I concerti si terranno a Roma al Teatro Italia dal 7 al 9 dicembre, nella Chiesa di San Nicola a Riofreddo domenica 10 dicembre e nella Basilica di San Crisogono lunedì 11 dicembre 2023; si volerà dalla Grecia all’Iran, dal Libano alla Corsica, passando dal Friuli e dalla Sardegna fino ad arrivare alla Bulgaria, un viaggio entusiasmante ideato e realizzato da Errichetta Underground in collaborazione con Officina delle Culture aps.

Finanziato dal Fnsv del Ministero della Cultura Italiano tra i festival di musica contemporanea e d’autore, Errichetta Festival è sostenuto anche da Ismeo Associazione Internazionale di studi sul Mediterraneo e l’Oriente. Tra tradizione e innovazione il progetto artistico dell’Errichetta Festival propone riscritture della musica popolare, per portare al pubblico creazioni originali basate su suoni, strumenti e danze, creando ponti di incontro tra culture solo apparentemente distanti.

La programmazione è il frutto di una sintesi tra musicisti italiani e internazionali di alta rilevanza artistica e giovani ensemble emergenti che presentano in anteprima creazioni originali. Il gruppo Toranj Special Project che suonerà in questa occasione, con quattro musicisti in arrivo dall’Iran, si amplia a partire dall’omonimo quartetto, formazione ibrida che nasce dall’incontro tra due musicisti iraniani e due italiani per presentare brani di musica classica persiana dove la composizione e l’improvvisazione si basano sul sistema del Radif, corpus formale/melodico tramandato oralmente, e trascritto poi nel XIX secolo.

Dalla Corsica la musica barocca di Camerata Figarella, composta da giovani virtuosi di musica classica e barocca provenienti dalle più prestigiose formazioni orchestrali europee. Importante approfondimento quest’anno è dedicato alla polifonia. Sarà presente il Coro femminile dell’Accademia di Arti Tradizionali Bulgara di Shiroka Laka, guidato dal maestro Gancho Gavazov, che imprime alla coralità femminile bulgara una profonda spinta innovativa.

La formazione Tenores di Orosei, attraverso una sapiente rielaborazione del canto a “Cuncordu”, forma polifonica sarda eletta patrimonio Unesco, mescola composizioni originali a canti popolari in una sintesi illuminante. Il progetto Anutis parte dalla composizione Cantata per Pier Paolo Pasolini di Giovanna Marini, che viene reinterpretata da Laura Giavon, Juliana Azevedo, Alba Nacinovich, Caterina De Biaggio, affondando le radici nel Friuli, terra di origine di Pasolini. Evgenios Voulgaris, interprete della musica bizantina e ottomana, insieme a Fausto Sierakowski, Ilias Mantikos, Alexandros Rizopoulos darà vita a Tra le Zurne e i daouli che in un concerto esplosivo fatto di danze e canzoni farà apprezzare la musica greca tradizionale. Il duo composto da Salvatore Morra, etnomusicologo e suonatore di oud, e Marzouk Mejri, polistrumentista tunisino, incentra la sua ricerca sul repertorio arabo del maluf, musica urbana di origine arabo-andalusa. Nell’edizione 2023 sono state ideate le seguenti creazioni originali: – Roma – Beirut Connection prima assoluta della suite del gruppo composto da Federico Pascucci, Firas Andary, Farah Kaddour, Samah Boulmona, Ali Hout, Iacopo Schiavo, Marco Zenini – Maluf Movement – prima assoluta della composizione del duo formato da Salvatore Morra e Marzouk Mejri. – Anutis la nuova cantata per Pier Paolo Pasolini prima assoluta della riedizione dell’opera di Giovanna Marini. – Visionary Akwaba Ensemble prima assoluta della suite composta da Edoardo Petretti e arrangiata insieme a Marco Zenini, Alessandro Butera, Francesco De Rubeis. L’Ensemble nasce dall’incontro di musicisti provenienti dal jazz, dalla musica classica e di ricerca e si pone l’obiettivo di approfondire i legami tra la tradizione africana e la contaminazione che essa ha contribuito a sviluppare con l’incontro del folklore delle Americhe e della musica colta Europea. Ultimo set di sabato al Teatro Italia è con Errichetta Underground. Errichetta è uno spirito, una forza che aleggia sul festival così come su ogni performance del gruppo. Dal motto originario della band “play with joy or do not play” poco è cambiato: la musica è l’occasione per rifondare una comunità di cui sono parte indissolubile musicisti e pubblico. Per questo Errichetta è un’entità organica che è cresciuta negli anni incorporando le esperienze di musicisti girovaghi, ridisegnando una geografia che si muove tra Corsica, Grecia, Turchia, Romania, Macedonia, Portogallo, Olanda, Francia, Germania, Austria e Stati Uniti. Il programma di spettacolo dal vivo è accompagnato da tre seminari gratuiti che si terranno al Teatro Italia in collaborazione con Ismeo. Giovedì 7 dicembre Hosna Parsa introduce i diversi stili musicali iraniani, con un approfondimento del Radif e una panoramica sui diversi strumenti musicali. Venerdì 8 dicembre Evgenios Voulgaris uno dei più rinomati pedagoghi nell’ambito della musica modale, trasmette con passione le sue conoscenze del Rebetiko e del Maqam Ottomano. Sabato 9 dicembre i libanesi Farah Kaddour e Firas Andari, con l’intervento di altri musicisti libanesi che compongono l’ensemble ospite del festival esamineranno le tradizioni musicali arabe levantine: maqam, una lingua con molti dialetti.

Moroni alle Gallerie d’Italia, il ritratto come naturalezza

Moroni alle Gallerie d’Italia, il ritratto come naturalezzaMilano, 6 dic. (askanews) – Un grande ritrattista, capace di costruire un catalogo dell’umanità della sua epoca, che è stato riscoperto anche per la modernità del suo lavoro. Le Gallerie d’Italia di Milano, in occasione di Bergamo Brescia Capitale italiana della cultura, hanno inaugurato una ampia mostra dedicata a Giovan Battista Moroni, pittore lombardo del XVI Secolo, con prestiti da molti importanti musei internazionali.

“Questa mostra – ha detto ad askanews Simone Facchinetti, co-curatore dell’esposizione – dà al pubblico l’occasione di conoscere uno dei protagonisti della pittura del Cinquecento italiano e si tratta di un’occasione importante perché si possono vedere tutti in suoi capolavori e in particolare tutta la sua attività ritrattistica, che lo ha reso celebre nel corso dei secoli e fino a oggi. Moroni è vissuto tra il 1521 e il 1580 e qui alla Gallerie d’Italia sono raccolte settanta sue opere”. Accanto a esse ci sono dipinti del suo maestro, il Moretto, ma anche di grandissimi altri artisti del Cinquecento come Tiziano, Tintoretto o Lorenzo Lotto. E l’idea è anche quella di ridare a Moroni il giusto spazio nella storia dell’arte. “Il Cinquecento – ha aggiunto Arturo Galansino, altro curatore del progetto – non ha quasi testimonianze critiche su Moroni, Vasari lo dimentica interamente e spesso viene citato in senso quasi negativo. per la sua specificità che forse a noi oggi appare la sua cosa più straordinaria, ossia la sua capacità di rappresentare le persone in modo naturale, si diceva al tempo in tono spregiativo. Ma per noi oggi questo è straordinario, perché Moroni non fa complimenti, non idealizza, non rende più belli o più dignitosi e più eroici i suoi personaggi, al contrario, li rappresenta come sono, spesso anche con i loro difetti fisici”.

La modernità di Moroni, la sua aderenza al nostro gusto, sta probabilmente qui. Ma la mostra, intitolata “Il ritratto del suo tempo”, racconta anche delle grandi pale di argomento religioso che l’artista ha realizzato, oltre che la sua interpretazione dello spirito della Controriforma. Articolata in nove sezioni, l’esposizione nel museo di Intesa Sanpaolo è aperta al pubblico fino al 1 aprile 2024.

Pirelli HangarBicocca: 2 anni di mostre da Tinguely a Nan Goldin

Pirelli HangarBicocca: 2 anni di mostre da Tinguely a Nan GoldinMilano, 5 dic. (askanews) – Otto mostre, quattro artiste e quattro artisti, per raccontare nei prossimi due anni storie dal mondo e dalla contemporaneità, con una chiusura nel segno di una delle più grandi interpreti della scena del presente come Nan Goldin. Pirelli HangarBicocca a Milano ha presentato il programma espositivo del biennio 2024-25 alla presenza del presidente del museo e vicepresidente esecutivo di Pirelli, Marco Tronchetti Provera. “L’Hangar – ha detto – è nato con le torri di Kiefer e rischiava di restare legato esclusivamente a esse. Da lì è nata l’idea di allargare le prospettive, con la direzione artistica di Vicente Todolì abbiamo tenuto in vita le torri nascondendole e abbiamo fatto di questo luogo un posto molto speciale, che ha ottenuto riconoscimenti a livello internazionale. Un’azienda cresce se cresce la società intorno a essa e in questo senso la cultura è centrale. Noi fondiamo il futuro della Pirelli sulla cultura in tutte le sue manifestazioni”.

Le nuove mostre di HangarBicocca si inaugurano a metà febbraio 2024 con la personale di Chiara Camoni che nello spazio dello Shed porterà “un’architettura di collettività e raccoglimento ispirata ai giardini all’italiana tardo-rinascimentali e agli anfiteatri antichi”. A marzo 2024 invece il grande spazio delle Navate accoglierà una retrospettiva su Nari Ward, importante artista caraibico, che sarà focalizzata sulle performance e sui progetti collaborativi. La terza e la quarta mostra del 2024 saranno dedicate alla filmaker post-sovietica Saodat Ismailova e a uno dei pionieri del XX secolo modernista come Jean Tinguely, che proprio nella dimensione post industriale colloca la dimensione della sua arte. Inoltre, nell’ambito del progetto speciale “Outside the Cube” rivolto alle forme espressive di Street Art, è previsto il nuovo intervento dell’artista eL Seed sulla parete esterna dell’edificio di Pirelli HangarBicocca come specifica commissione legata al contesto urbano (da luglio 2024). Sempre nel 2024, le mostre attualmente in corso in Pirelli HangarBicocca dedicate a James Lee Byars e Thao Nguyen Phan saranno portate rispettivamente in due istituzioni internazionali: Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid (9 maggio – 1 settembre 2024) e alla Kunsthal Charlottenborg di Copenhagen (13 marzo – 11 agosto 2024) che presenteranno due adattamenti dei progetti espositivi, realizzati entrambi in collaborazione con l’istituzione italiana. Il 2025 sarà inaugurato da un artista e compositore elettroacustico, Tarek Atoui, che creerà musica attraverso strumenti-scultura, e poi da due artisti provenienti dal Giappone: dalle grandi installazioni di Yukinori Yanagi alle creazioni cinetiche di Yuko Mohri, l’artista donna che rappresenterà il Giappone alla prossima Biennale Arte. Per poi arrivare, da ottobre 2025 e fino a febbraio 2026, quando le Navate ospiteranno la mostra “This Will Not End Well”, dedicata alle opere video che Nan Goldin proiettava nei club durante i suoi DJ set, immagini in slideshow che rappresentano l’inizio della sua carriera di artista visiva e che già contenevano il senso della sua importante lezione poi come fotografa.

“Ho preso parte a più della metà del percorso di Pirelli HangarBicocca – ha detto Todolì – sono in carica dal 2012 e l’obiettivo in questi anni è sempre stato quello di produrre conoscenza, rendendo l’arte contemporanea accessibile a tutti. Le mostre continueranno a essere per i visitatori uno strumento di esperienza che permetta loro di costruirsi una propria storia dell’arte. Non credo che esista una Storia dell’arte con la S maiuscola, ma molteplici storie. Per questo continuiamo a immaginare retrospettive site-specific, perché siano uniche in relazione a questi spazi, ma raccontino il presente in tanti modi diversi”. Alla presentazione del programma ha partecipato anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che ha sottolineato l’importanza di portare la cultura nei quartieri della città, come elemento di sviluppo. “Qui – ha aggiunto il sindaco – abbiamo la dimostrazione migliore del rapporto tra pubblico e privato nel promuovere lo sviluppo della città. Il destino di Milano è quello di cercare di rimanere in tutti modi nella contemporaneità”.

Una contemporaneità che passa anche dalla stessa natura di HangarBicocca, luogo post industriale convertito a spazio nel quale gli artisti sono chiamati a pensare la loro stessa pratica in relazione all’architettura. E se Tronchetti ha sottolineato che qui agli artisti viene chiesto un “coinvolgimento speciale”, Todolì ha chiosato: “Le nostre mostre, per la simbiosi con l’architettura, sono irripetibili”.

Innovazione, anteprima “Il Visconte Cibernetico” domani alla Luiss

Innovazione, anteprima “Il Visconte Cibernetico” domani alla LuissRoma, 5 dic. (askanews) – “Il Visconte Cibernetico. Italo Calvino e il sogno dell’intelligenza artificiale” è il titolo del nuovo libro scritto da Andrea Prencipe, Rettore della Luiss, e Massimo Sideri, inviato, editorialista del Corriere della Sera e Adjunct Professor Luiss, che sarà presentato in anteprima domani, mercoledì 6 dicembre alle 18:30, presso il The Dome, nel Campus di viale Romania.

Dedicato ad una analisi del fenomeno dell’innovazione, il volume, edito da Luiss University Press, segue il “Metodo Calvino”, elaborato e descritto per la prima volta dai due autori nel libro “L’innovatore rampante. L’ultima lezione di Italo Calvino” (LUP 2022). Un incontro tra scienza, tecnologia, arte e musica per interpretare e immaginare la rivoluzione del presente con gli strumenti futuro e un insolito protagonista: il Robot TeoTronico, che accompagnerà al pianoforte il Maestro Roberto Prosseda.

Parteciperanno alla presentazione, inoltre: ” Luigi Gubitosi, Presidente Luiss; ” Paola Severino, Presidente Luiss School of Law; ” Maria Chiara Carrozza, Presidente CNR; ” Gen. S.A. Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore, Aeronautica Militare; ” Paola Michelini, Attrice, con un monologo sull’AI. Modera la giornalista Maria Latella.

Il mistero dietro il realismo, Ron Mueck in Triennale Milano

Il mistero dietro il realismo, Ron Mueck in Triennale MilanoMilano, 4 dic. (askanews) – Un artista misterioso pur nell’evidenza dei suoi soggetti, un realista che si muove in realtà su terreni invisibili, una scultura che coinvolge direttamente nella narrazione lo spettatore. Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presentano la settima mostra della loro collaborazione dedicata a Ron Mueck. Sei opere che portano lo spettatore in un mondo che è il nostro, ma che al tempo stresso è molto diverso, incerto, come lo sguardo della donna in un letto che accoglie il visitatore a inizio mostra.

“Quello che è veramente convincente e coinvolgente nelle sculture – ha detto ad askanews Charlie Clarke, co-curatore della mostra – è che in certo senso sono in grado di catturare la presenza di una persona. Non sta solo descrivendoci i dettagli del loro aspetto, noi crediamo che stiano davvero pensando, che siano persone reali alle quali ci sentiamo legati: è come se scolpisse quello che non può essere visto”. Al cuore dell’esposizione milanese c’è un’opera potente, sconvolgente per certi versi, che può rimandare alla storia e ai suoi incubi, come il colonialismo, oppure ai “memento mori”, o ancora al dilemma del principe Amleto. Ma l’opera in sé non offre risposte, solo domande.

La direttrice delle collezioni della Fondazione Cartier, Grazia Quaroni, l’ha inquadrata nella più generale relazione tra la mostra e gli spazi espositivi: “Si adatta all’architettura e alla situazione e presenta questa opera straordinaria, ‘Mass’, che viene dalla National Gallery of Victoria di Melbourne ed è una prima assoluta in Europa che sarà molto difficile rivedere. È un’opera molto insolita nel corpo di opere di Ron Mueck, è un’opera molto impressionante che l’architettura della Triennale ha saputo esaltare in maniera incredibile”. L’ultima sala della mostra mette in evidenza come Mueck – nato in Australia, ma poi trasferitosi in Gran Bretagna – usi le dimensioni delle opere come ulteriore elemento di mistero e se i lavori di piccole dimensioni sono ricchissimi di rimandi e suggestioni, i tre grandi cani che custodiscono l’uscita sono tanto spaventosi quanto spaventati, e la mitologia si ribalta nella quotidianità. E poi ci sono i film di Gautier Deblonde, che sono parte essenziale del progetto e ci restituiscono anche la presenza di Ron Mueck. “È un artista che non ha bisogno di parlare del lavoro – ci ha detto il regista -. E pure io come filmaker non ho avuto bisogno di parlare troppo. Mi è stato possibile essere lì e filmare il tempo della creazione”.

Un tempo che le opere di Mueck in Triennale ci restituiscono rielaborato, ripensato. Forse anche con la possibilità di comprenderlo meglio. (Leonardo Merlini)

Luoghi Letterari Veneto alla Fiera Più Libri più Liberi

Luoghi Letterari Veneto alla Fiera Più Libri più LiberiRoma, 4 dic. (askanews) – Mercoledì 6 Dicembre alle ore 14,45 presso la cornice de La Nuvola di Fuksas in Via Asia, 40 all’Eur si terrà la presentazione del progetto culturale di residenze letterarie “Luoghi Letterari Veneto” nell’ambito della fiera Più Libri più Liberi.

Un progetto che mira a promuovere a livello nazionale territori sconosciuti attraverso la letteratura. I piccoli paesi sono l’ossatura dell’Italia, per questo ricchissimi di possibilità ancora inespresse. Il progetto in Veneto è stato un successo, terza edizione dopo Sardegna e Piemonte. Quali prospettive economiche, sociali e culturali possono produrre Luoghi Letterari? Scrittori che vengono catapultati in una piccola realtà, vivendo nel profondo la vita delle comunità, possono creare un nuovo modo di fare turismo culturale? Quali rapporti possono nascere tra le amministrazioni locali, regionali e nazionali?

Intervengono: Cristiano Corazzari, Assessore alla Cultura della Regione del Veneto Gianmarco Murru, Direttore della rivista «Mediterraneaonline», Presidente di Luoghi Letterari Giulio Pisano, Agenzia letteraria Edit Real, Direttore Artistico di Luoghi Letterari. Modera la giornalista Federica Baioni.

Apertura eccezionale a Villa Medici: mostre, film, concerti

Apertura eccezionale a Villa Medici: mostre, film, concertiRoma, 3 dic. (askanews) – L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici apre le sue porte per svelare luoghi raramente aperti al pubblico: dal 6 al 10 dicembre, nell’ambito della mostra Storie di pietra, verrà presentato un programma incentrato sul tema delle pietre, che include letture e un percorso musicale dell’Ensemble Calliopée. Avranno luogo anche una selezione di proiezioni cinematografiche ed un concerto, a cura di Vittoria Bonifati.

Nei saloni espositivi della Villa sarà possibile ammirare, a tariffe eccezionali, oltre 200 capolavori che vanno da Guido Reni a Damien Hirst passando per Rodin e Picasso contenuti nella mostra Storie di pietra, a cura di Jean de Loisy & Sam Stourdzé. Alla mostra si accompagnano le opere Scogliere di Bâmiyân, di Pascal Convert nell’Atelier Balthus, e di Anne James Chaton negli storici appartamenti di Ferdinando. Lo sguardo cinematografico sarà presente nel corso delle intere giornate attraverso immagini sul tema della cava di pietra e una “passeggiata” di immagini cinematografiche, proiettate in loop, mentre gli eventi performativi si concentreranno in due pomeriggi particolari.

Si comincerà mercoledì 6 dicembre alle ore 17:00 con lo scrittore Pierre Adrian, attualmente borsista in Villa, e il lancio della guida Saintes Pierres de Rome, 20 flâneries depuis la Villa Médicis, pubblicata dalle edizioni Jonglez. Alle ore 18:00 François Farges, Stefano Salis, Géraldine Leardi, Edoardo Pepino e Carlo Ossola presenteranno il libro SCRITTO NELLA PIETRA, Minerali collezionati e descritti da Roger Caillois, edito da Franco Maria Ricci.

Giovedì 7 dicembre, nelle sale espositive, l’Ensemble Calliopée darà vita alle ore 15:00 ad un percorso musicale collettivo creativo, accompagnando l’interpretazione di Karine Lethiec dell’opera ARMEN, scritta da Benoît Menu. Alle ore 19:45 Félicia Atkinson e Christina Vantzou presenteranno una performance elettronica dal titolo The rocks are our home che combina pianoforte, voce, registrazioni sul campo e piccoli strumenti. Un evento organizzato in collaborazione con Villa Lontana Records. Le mostre, le proiezioni e le letture sono accessibili con il biglietto dell’apertura eccezionale al costo di € 7,00 (intero) o € 5,00 (ridotto). Il concerto gratuito del 7 dicembre, invece, richiede una prenotazione separata al link: https://www.ticketlandia.com/m/event/concerto-apertura-eccezionale-it

Una pittura misteriosa e naturale: Cy Gavin da Gagosian

Una pittura misteriosa e naturale: Cy Gavin da GagosianRoma, 3 dic. (askanews) – Dalle alghe alle stelle, con una pittura che è gesto, ma anche densità e disturbo. Gagosian presenta nella sua galleria di Roma i “New Paintings” dell’artista di Pittsburgh Cy Gavin, che così ci è stato introdotto dalla direttrice Pepi Marchetti Franchi: “Cy Gavin – ha detto ad askanews – è una delle voci più interessanti nel panorama pittorico internazionale ed è alla sua prima mostra in Italia. Gagosian lo ha già presentato a New York con molto successo”.

Lo spazio di via Crispi è perfetto per accogliere dipinti di grandi dimensioni, che fanno risuonare l’ambiente espositivo insieme alle opere. E la pittura diventa in questo caso una sorta di racconto alternativo, che va dalle più piccole manifestazioni naturali fino al cosmo e a una coppia di stelle binarie. Il tutto, ed è probabilmente la cosa più interessante, senza retorica tecnica o narrativa. “Cy Gavin – ha aggiunto la direttrice della galleria – è sicuramente un pittore misterioso, con uno sguardo molto originale, che ciò trasmette la sua ricerca per l’inusuale, per l’inaspettato che spesso e volentieri ci circonda, ma che non riusciamo a vedere. È uno sguardo che, attraverso la sua pittura, racconta in maniera un po’ cinematografica, quasi fosse un zoom, la realtà che ci circonda, spesso anche la natura che si insinua anche in luoghi meno ovvi, anche per esempio nella città”.

Questa ricerca dell’imprevisto, del clandestino, potremmo dire, sembra dare la cifra all’esposizione, che mette insieme soggetti noti e altri più strani, larghi panorami e dettagli apparentemente trascurabili. E che racconta della pittura e di come ancora sia un medium che offre un contributo suo alla nostra visione del mondo.

Power100 di Art Review: Nan Goldin prima, potere agli artisti

Power100 di Art Review: Nan Goldin prima, potere agli artistiMilano, 1 dic. (askanews) – Undici artisti ai primi undici posti e Nan Goldin in prima posizione. La classifica annuale del Power100 di Art Review, dedicata alle persone “più influenti nel sistema dell’arte”, per il 2023 è dominata dagli artisti, che scalzano decisamente dal vertice curatori, direttori di museo, galleristi o filosofi. Una svolta che sembra in qualche modo rimandare alle battaglie di Hollywood, ma che forse, più che altro, certifica il bisogno di aggrapparsi alla vera ricerca e alle nuove intuizioni, in un momento storico di clamorosa fragilità e incertezza tra guerre, crisi climatica, populismi politici e mondo trans-pandemico. Aggrapparsi anche a figure che hanno messo nel lavoro artistico tutta la propria vita, il corpo e l’energia, come è il caso di Nan Goldin, artista, fotografa, regista, che guida la classifica di quest’anno, forte di una carriera e di una lezione senza compromessi, anzi vissuta con una diretta compromissione con i soggetti del suo lavoro. The Ballad of Sexual Dependency” del1986, è un’opera diventata leggendaria che ha simboleggiato un cambio generale di prospettiva rispetto a ciò che l’arte deve fare e, soprattutto, di come può effettivamente farlo. I riconoscimenti della scorsa Biennale Cinema, poi, hanno dato un ulteriore contributo, certificando che lo sguardo vicino, appassionato, onesto e mai giudicante di Goldin può essere quello adatto ai nostri tempi.

Al secondo posto della classifica di Art Review una presenza stabile nella lista annuale della rivista, l’artista e teorica Hito Steyerl, pioniera nelle opere e nella teoria, che indaga il cambiamento climatico e la deriva autocratica di molto potere. Temi anche questi che si alimentano della contemporaneità complessa del XXI secolo. Al terzo posto, con un balzo significativo rispetto agli anni precedenti, c’è Rirkrit Tiravanija, artista formalmente thailandese, ma con una vita cosmopolita che incarna la storia della globalizzazione, altro fenomeno che, nonostante una pubblicistica meno solerte, continua a determinare le dinamiche del presente. In questo caso, oltre alle pratiche di estetica relazionale e le contaminazioni con il mondo esterno tipiche del suo lavoro, a pesare per la classifica sono le molte esposizioni importanti che Tiravanija ha avuto nel 2023, dalla Haus Der Kunst di Monaco al MoMA PS1 di New York, passando per Singapore, Los Angeles, Seul e la Biennale Thailandia. Dal quarto all’ottavo posto cinque artisti neri: l’americana Simone Leigh, femminista e protagonista all’ultima Biennale Arte; il regista britannico Isaac Julien, che ha sempre lavorato sulla blackness; il ghanese Ibrahim Mahama, una delle nuove star della scena contemporanea, narratore del mondo post-coloniale; l’americano Theaster Gates, storico pioniere delle pratiche sociali e da anni figura consolidata e autorevole, che ha partecipato anche alla Biennale Architettura di Lesley Lokko; l’artista e regista premio Oscar Steve McQueen, protagonista centrale e politico della scena delle immagini in movimento. Completano la top ten il collettivo di filmaker indigeni australiani Karrabing Film Collective e l’artista multimediale cinese Cao Fei.

Il primo non artista in classifica è il gallerista Larry Gagosian, un monumento del settore che sembrava avere perso influenza, ma che evidentemente è tornato sulla scena in modo importante. Scendendo lungo la classifica, poi si trovano al 15esimo posto il curatore della prossima Biennale Arte, il brasiliano Adriano Pedrosa, che porterà a Venezia il suo “Stranieri ovunque”; il gallerista David Zwirner, uno dei pesi massimi assoluti del mercato (19esimo); il filosofo della contemporaneità post gender Paul B. Preciado (22esimo); la filosofa del manifesto Cyborg Donna Haraway (31esima) e ancora due altri grandi nomi della scena internazionale delle immagini in movimento come Arthur Jafa (32esimo) e John Akomfrah (33esimo). In una classifica dominata dagli artisti spicca il fatto che non ce ne sia neppure uno italiano. Ci sono però quattro donne che rappresentano molto di ciò che accade sulla scena del nostro Paese, e non solo. Cecilia Alemani, già curatrice della Biennale 2022, è al 53esimo posto, mentre tra le due figure di collezioniste più note Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (58esimo posto) sorpassa Miuccia Prada (72esima), mentre tra loro in classifica c’è anche la curatrice ecologista Lucia Pietroiusti (65esima). Di uomini dall’Italia, nessuna traccia.

È evidente che nelle scelte di Art Review si rispecchia quell’atteggiamento di attenzione a tutte le istanze inclusive, alle minoranze e alle diversità, che da anni attraversa il sistema dell’arte globale. È evidente che l’attenzione si concentra su certi tipi di ricerche e di posture politiche che sono, con tutte le critiche che non smettono di arrivare da più parti, quelle al centro del nostro tempo, quelle sulle quali si giocano le partite più importanti: l’ambiente, i diritti, la libertà della diversità. È altrettanto noto che ci sono accuse di “conformismo al contrario”, che per alcuni diventa a sua volta discriminazione verso gli ex dominatori. È una partita che non avrà mai dei vincitori certi, ma soprattutto che è probabile che non valga nemmeno la pena di giocare, perché troppo scivolosa, troppo esposta a strumentalizzazioni, troppo manipolabile da posizioni di retroguardia. Quindi viva la classifica di Art Review, che fotografa un mondo di potere nel quale, almeno in teoria, c’è spazio per molti, per quasi tutti, e questo in ogni caso è un passo avanti. Lo sappiamo bene che poi il sistema dell’arte è a sua volta fatto di denaro, investitori, fondi, a volte anche di operazioni di abbellimento di facciata. È il mercato, bellezza, avrebbero detto anni fa, e lo è davvero. Ma dietro tutto ciò, di cui è fondamentale essere consapevoli, è bello pensare che se la figura più influente è una donna come Nan Goldin, allora, sopra i fiumi di champagne, siamo certi che c’è anche sostanza, cuore, lotta e, soprattutto, arte. Vera, senza sconti e senza ammiccamenti. (Leonardo Merlini)