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Presentato in Bit il Taobuk festival Taormina: Nobel e identità

Presentato in Bit il Taobuk festival Taormina: Nobel e identitàMilano, 6 feb. (askanews) – Il Festival Internazionale del Libro Taobuk di Taormina ha presentato alla Bit in Fiera Milano la propria 14esima edizione, in programma dal 20 al 24 giugno. Antonella Ferrara, presidente e direttore artistico lo ha raccontato anche ad askanews. “Sarà un festival itinerante – ci ha detto – come la tradizione della città che lo accoglie quindi dal teatro antico e palazzi storici. Abbiamo parlato del tema, tratteremo il tema di identità plurale e naturalmente lo affronteremo insieme a circa 200 ospiti che nelle 5 giornali del festival animeranno il programma. Si tratterà di incontri che avranno al centro la letteratura, ma anche l’altra, la scienza, la medicina e la geopolitica e proprio guardando alla dimensione geopolitica mondiale che abbiamo scelto di trattare un tema che porti di nuovo l’attenzione al Mediterraneo, alla centralità del Mediterraneo negli equilibri mondiali e al centro del centro la Sicilia che naturalmente è terra di accoglienza, perché questo tema, come disse Marc Augé, non c’è identità senza alterità, vogliamo rimettere al centro del nostro racconto il racconto con l’altro”.


“Parleremo naturalmente dei nostri premiati – ha aggiunto Antonella Ferrara – i nostri premiati sono delle star quest’anno, davvero in tutti i campi avremo il Premio Nobel per la Letteratura Jon Fosse che appunto ha vinto il Premio Nobel quest’anno e avremo lo scrittore Jonathan Safran Foer e avremo anche la scrittrice Yasmina Reza e inoltre ospiteremo quella che è una star dell’arte contemporanea, Marina Abramovic. Ma naturalmente ci sarà spazio anche per gli ospiti italiani, presenteremo lo spettacolo di Baricco, entrato da un testo di Tucidide di straordinaria attualità. Rimetteremo al centro dell’indagine anche la guerra. L’Europa e il Medio Oriente sono attraversati da due guerre che sono mosse il nome dell’identità, l’inizio di storte, quindi cercheremo di riportare il focus sul pluralismo”.

Fondazione De Gasperi,nuovi podcast su “Le figlie della Repubblica”

Fondazione De Gasperi,nuovi podcast su “Le figlie della Repubblica”Roma, 5 feb. (askanews) – Lo sguardo più intimo, più diretto, più inedito – quello delle figlie e delle nipoti – per raccontare le grandi figure storiche che hanno costruito la nostra Repubblica.


Nell’anno del 70° anniversario della scomparsa di Alcide De Gasperi, la Fondazione De Gasperi pubblica, a partire dal 6 febbraio sulle principali piattaforme, la terza stagione del podcast di successo “Le figlie della Repubblica”. Sei nuove puntate – informa una nota della fondazione – che raccontano quasi 50 anni di storia politica, sociale e culturale del Paese e che, insieme alle prime due stagioni, offrono uno spaccato di memoria collettiva, ad uso e consumo delle giovani generazioni digitali, ripercorrendo nei racconti delle “figlie” le vicende personali e pubbliche delle donne e degli uomini protagonisti della Prima Repubblica. Un patrimonio di alto impegno politico e valori profondi, trasmesso dalle figlie in eredità alla comunità e all’intero Paese.


“La terza stagione – afferma il Presidente della Fondazione De Gasperi, Angelino Alfano – nell’anno del 70° anniversario della sua scomparsa, arricchisce, con nuove e preziose testimonianze, il viaggio che abbiamo intrapreso nel cuore della storia italiana”. “Si tratta – spiega la direttrice della Fondazione De Gasperi e ideatrice del podcast, Martina Bacigalupi – non solo di mantenere viva la memoria, ma di un impegno a passare il testimone della storia ai ragazzi più giovani. Con questo proposito, abbiamo coinvolto nel progetto sei studenti under 25 che hanno potuto seguire da vicino tutti i passaggi della realizzazione del podcast a partire dalle interviste alle ‘figlie’”.


I protagonisti della terza stagione Tina Anselmi, vista dalla nipote Emanuela Guizzon; Ciriaco De Mita, raccontato dalla figlia Antonia; Carlo Donat-Cattin, narrato dalla figlia Maria Pia; Benigno Zaccagnini, nelle parole della figlia Livia; Miriam Mafai, nei ricordi della figlia Sara Scalia; Sandro Pertini, raccontato dalla nipote Diomira. Sono le protagoniste e i protagonisti delle sei nuove puntate che saranno rilasciate settimanalmente ogni martedì sul sito della Fondazione De Gasperi, sulle principali piattaforme digitali (Spotify, Apple Music, Amazon Music, Spreaker, Google Podcast) e sul sito del Corriere della Sera.


Le puntate: online a partire da domani 6 febbraio Tina Anselmi Prima donna a ricoprire la carica di ministro della Repubblica, Tina Anselmi fu partigiana e politica democristiana. Promosse leggi per i diritti delle donne e la tutela delle madri lavoratrici. La nipote Emanuela Guizzon ricorda le sue battaglie per le “filandine” e l’arresto, le lotte sociali, il sostegno al divorzio e la presidenza nella commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2. Ciriaco De Mita Gli anni Ottanta, quando Ciriaco De Mita fu segretario della Dc, la segreteria più lunga della storia del partito, e al vertice di Palazzo Chigi. Ma non solo. La figlia Antonia ripercorre l’ascesa politica del padre negli anni, il legame con Enrico Mattei e Fiorentino Sullo, il ruolo avuto nell’impegno in politica di Sergio Mattarella, il rapporto con Bettino Craxi. Carlo Donat-Cattin Carlo Donat-Cattin, politico democristiano, giornalista e sindacalista, sempre a fianco dei lavoratori, ha imparato il piemontese per comunicare con gli operai della Fiat, racconta la figlia Maria Pia. Durante l’autunno caldo, Donat-Cattin, allora ministro del Lavoro, promosse l’approvazione dello statuto dei lavoratori. Benigno Zaccagnini Benigno Zaccagnini, “l’onesto Zac”, costituente, più volte deputato e senatore, ministro e segretario della Dc, è descritto da sua figlia Livia. L’attenzione ai poveri e ai giovani, gli eventi drammatici degli anni di piombo culminati nel rapimento di Aldo Moro, le dure lettere che il presidente della Dc indirizzò a Zaccagnini, allora segretario del partito. Miriam Mafai Miriam Mafai, militante comunista, giornalista e scrittrice, figlia degli artisti antifascisti Mario Mafai e Antonietta Raphaël, fondatori della Scuola di via Cavour, è ricordata da sua figlia Sara Scalia attraverso ricordi d’infanzia, come la visita alla Standa e il fascino per le scale mobili, e l’impegno per la causa femminile. Sandro Pertini Padre della patria repubblicana e antifascista, figura di assoluto rilievo nell’ambito del socialismo italiano del Novecento, Sandro Pertini è raccontato dalla nipote Diomira nei suoi molteplici passaggi, dall’opposizione al fascismo, al carcere, al confino, alla lotta partigiana, fino alla Presidenza della Repubblica italiana e a quelle immagini dell’iconica esultanza ai mondiali del 1982. La prima e la seconda stagione La prima serie ha ospitato i racconti di Maria Romana De Gasperi, figlia e collaboratrice di Alcide, a lungo presidente onoraria della Fondazione; di Serena Andreotti, figlia di Giulio; Stefania Craxi, figlia di Bettino; Chiara Ingrao, figlia di Pietro; Flavia Piccoli Nardelli, figlia di Flaminio Piccoli. La seconda serie ha ospitato Maria Cossiga che racconta Francesco Cossiga, Luisa La Malfa che racconta Ugo La Malfa, Rosa Russo Jervolino che racconta Maria De Unterrichter, Rosa Giolitti che racconta Antonio Giolitti e Marina Fanfani che racconta Amintore Fanfani. I numeri delle tre stagioni Nelle tre stagioni hanno partecipato alla realizzazione del progetto oltre 20 giovani, che hanno avuto l’opportunità di approfondire le vite dei protagonisti della storia del nostro Paese, raccontati dalla Fondazione De Gasperi in sedici episodi. Gli ascolti raggiunti con le prime due stagioni sono più di 101 mila e complessivamente sono state incontrate 16 figlie e nipoti. Contest per le scuole superiori In occasione dell’uscita della terza serie del podcast “Figlie della Repubblica” e delle celebrazioni per il 70° anniversario della scomparsa di De Gasperi, la Fondazione De Gasperi e ApiS -Amore per il Sapere APS hanno organizzato un concorso di podcast, “Testimoni e testimonianze della Storia”, rivolto a tutte le scuole superiori, come attività di educazione civica, per promuovere tra gli studenti la conoscenza delle radici della nostra storia. La Fondazione De Gasperi La Fondazione, costituita nel 1982, è un’istituzione culturale d’ispirazione cristiana che agisce in campo nazionale ed internazionale per il rafforzamento della democrazia, la diffusione della libertà e l’approfondimento delle tematiche di politica internazionale. Un luogo di persone e un laboratorio di pensiero che proietta nel futuro i valori fondanti dell’insegnamento di Alcide De Gasperi. Credits Il podcast è nato da un’idea di Martina Bacigalupi, direttrice della Fondazione De Gasperi, ed è stato realizzato in collaborazione con Il Corriere della Sera, il contributo di Fondazione Cariplo e il sostegno dell’Istituto Gentili. Realizzato da WIP Italia, è raccontato da Alessandro Banfi, scritto e diretto da Emmanuel Exitu con la supervisione storica del professore Antonio Bonatesta e la collaborazione degli Amici Giovani della Fondazione De Gasperi nelle persone di Martina Bartocci, Jacopo Bulgarini, Miriana Fazi, Federico Andrea Perinetti, Gaia Proietti, Luca Rosati. Presa diretta di Valeria Cocuzza. Sound design e registrazione in studio di Valeria Cocuzza per una produzione WIP Italia.

Chiusa l’edizione dei 50 anni di Arte Fiera: 50mila visitatori

Chiusa l’edizione dei 50 anni di Arte Fiera: 50mila visitatoriMilano, 4 feb. (askanews) – Si è chiusa oggi Arte Fiera, che quest’anno ha festeggiato l’importante traguardo dei 50 anni con un’edizione eccellente, salutata da più di 50.000 visitatori.


Ottimo il riscontro di collezionisti e VIP, effetto di un’efficace campagna di inviti, sostenuta da una massiccia copertura mediatica e social; consistenti le vendite, registrate in tutte le sezioni fin dal primo giorno. La conferma della sede della scorsa edizione (i padiglioni 25 e 26, tra i più eleganti del quartiere fieristico bolognese, tradizionalmente associati alla fiera), il sodalizio tra il Direttore artistico Simone Menegoi e il Direttore operativo Enea Righi, lo strutturato programma del Public program, sono stati elementi che hanno contribuito all’ottima riuscita della manifestazione, salutata da un rinnovato entusiasmo dei galleristi, che hanno risposto alle proposte della direzione artistica con importanti progetti espositivi.


Sono dieci i premi assegnati durante Arte Fiera 2024. Le prime edizioni: il Premio BPER è andato a Stefania Galegati, rappresentata da Francesco Pantaleone Arte Contemporanea, con l’opera isola #49, 2021; il Premio Officina Arte Ducati è stato assegnato ad Alberto Tadiello, rappresentato da Umberto di Marino, con l’opera Ossicodone 2, 2020; il Premio Marval Collection è stato assegnato a Guilherme Almeida, rappresentato da Ribot, con le opere Destruiçao dos Mercados I, Tasha e Tracie, 2021 e Destruiçao dos Mercados I, Jorge Aragao, 2021-2022. I ritorni: il Premio ANGAMC è stato conferito a Lia Rumma; il Premio Osvaldo Licini by Fainplast ha selezionato come finalista Claudio Coltorti, rappresentato da Acappella; il Premio Rotary è stato assegnato alla galleria Zero…, il premio Rotaract e Premio Andrea Sapone sono andati a Daniele Di Girolamo, rappresentato da Traffic Gallery, con l’opera Beautiful things fading away, 2023; il premio The Collectors.Chain by Art Defender è stato assegnato a Milli Gandini, rappresentata da MLB Maria Livia Brunelli con l’opera La mamma è uscita (trittico #1), 1975-2024; il Premio Collezione Righi è stato assegnato a Sabrina Mezzaqui, rappresentata dalla Galleria Massimo Minini, con l’opera Punti di vista (Bologna), 1998; il Premio Studio Spada Partners è andato a Ruth Beraha, rappresentata dalla galleria Ncontemporary, con l’opera Visionarie, 2021; il Premio Colophonarte è stato assegnato a Zerha Dogan, rappresentata dalla Prometeo Gallery.


Due le nuove opere che entreranno a far parte delle collezioni del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna grazie al sostegno del TRUST per l’Arte Contemporanea: Photomatic d’Italia, 1973-74 di Franco Vaccari (Modena, 1936) rappresentato dalla Galleria Mazzoli e Senza Titolo #15, 2023 di Chiara Camoni (Piacenza, 1974), rappresentata da SpazioA.

Bologna, Arte Fiera: 50 anni di storia guardando al futuro

Bologna, Arte Fiera: 50 anni di storia guardando al futuroBologna, 1 feb. (askanews) – Vivace e consapevole sia della propria storia sia di quello che ancora si può fare nel sistema italiano: a Bologna Arte Fiera festeggia il cinquantesimo compleanno e si concentra sulle sue origini: le prime, pionieristiche edizioni che la imposero nel giro di pochi anni a livello internazionale. Il public program del 2024 rivisiterà episodi, personaggi, pubblicazioni di quegli anni, a partire da quello di fondazione, il 1974. Nel farlo, celebrerà anche gli anni Settanta a Bologna, una stagione straordinaria in cui la città era all’avanguardia nelle arti visive, nell’architettura, nell’immaginare nuove forme di rapporto fra arte, politica e società. Di quella stagione, la nascita di Arte Fiera è stata al tempo stesso un effetto e una causa: è scaturita dal clima innovativo e audace della città, e ha dato ad esso, fin da subito, un impulso fondamentale.

L’edizione del 2024 di Arte Fiera, guidata dal direttore operat5ivo Enea Righi e dal direttore artistico Simone Menegoi, conferma la location della scorsa edizione ossia i padiglioni 25 e 26 di Bologna Fiera e ospita complessivamente 196 espositori. Gli organizzatori in particolare sottolineano il ritorno di gallerie come Apalazzo Gallery, Laveronica, Lia Rumma, Lorenzelli Arte, Franco Noero, Ronchini, Sprovieri. Alla Main Section di Arte Fiera, suddivisa come sempre fra arte storicizzata e contemporaneo, si affiancano tre sezioni curate e su invito: Fotografia e immagini in movimento, Pittura XXI e Multipli, che propone opere in edizione, spaziando dal libro d’artista al design d’autore. Alla curatela di Pittura XXI è confermato Davide Ferri, critico e curatore indipendente, mentre Fotografia e immagini in movimento è affidata per il secondo anno a Giangavino Pazzola, curatore di Camera – Centro italiano per la fotografia (Torino). Novità invece per Multipli, che vede l’arrivo del critico e storico dell’arte Alberto Salvadori. Accanto alle sezioni curate, ritorna Percorso: non una sezione vera e propria ma, come indica il titolo, un itinerario che collega un certo numero di stand della Main Section secondo un criterio tematico. Il tema di Percorso sarà un linguaggio universale, che unisce artisti di generazioni e linguaggi differenti: il disegno. Per l’edizione 2024, Percorso è sostenuto da un partner di eccellenza, legato al territorio bolognese ma conosciuto a livello mondiale: Ducati. Il prestigioso brand motociclistico ha scelto di sposare un format che, fin dal nome, esprime un’idea di mobilità e dinamismo e un tema, il disegno, che include la dimensione del progetto, fondamentale per la sua identità. Opus Novum, la commissione di un’opera inedita rivolta a un artista italiano affermato, va quest’anno a Luisa Lambri, una delle artiste italiane che lavorano con il linguaggio fotografico più apprezzate a livello internazionale. Ad Arte Fiera 2024 verrà svelata inoltre la seconda e ultima parte della commissione Opus Novum precedente, affidata ad Alberto Garutti: una lapide collocata in modo permanente all’ingresso principale del quartiere fieristico che reca la celebre scritta, in italiano e in inglese, “Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora”.

Si rinnova inoltre la collaborazione fra Arte Fiera e Fondazione Furla per il programma di azioni dal vivo curato da Bruna Roccasalva, direttrice artistica della Fondazione. Protagonista della nuova edizione è l’artista peruviana Daniela Ortiz, che realizzerà un intervento inedito e concepito ad hoc dal titolo Tiro al Blanco. La performance, di fatto, era di casa ad Arte Fiera fin dalle primissime edizioni: quella del 1976, in particolare, vide succedersi le azioni di artisti come Vincenzo Agnetti, Urs Lüthi, Hermann Nitsch, Franco Vaccari, non come parte del programma di eventi bensì come proposta, audace e lungimirante, di alcune gallerie. Si tratta di una storia poco nota e ancora meno documentata, sulla quale getta un primo sguardo la mostra “Praticamente nulla da vendere”. La performance ad Arte Fiera nel 1976, a cura di Uliana Zanetti, Curatrice delle collezioni al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Un’altra mostra indaga le origini della fiera a partire da un aspetto poco noto: il catalogo della prima edizione. Curata dalla storica dell’arte Clarissa Ricci, Numero zero. Il primo catalogo di Arte Fiera allinea le riproduzioni ingrandite di tutte le pagine di questa rara pubblicazione, permettendo ai visitatori di scoprire le dieci gallerie – tutte italiane, la maggior parte bolognesi – che furono protagoniste dell’edizione pilota della fiera. Realizzata in collaborazione con ANGAMC – Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, e allestita accanto alla lounge dell’Associazione (Padiglione 26), la mostra è accompagnata una cronologia delle partecipazioni ad Arte Fiera dal 1974 al 1979 che in modo inedito illustra lo sviluppo di Arte Fiera mettendone in luce la grande vitalità culturale e il fondamentale contributo delle gallerie.

Giunge alla terza edizione il ciclo di conversazioni Book Talk, un programma di presentazioni dedicato esclusivamente ai libri d’arte, a cura di Guendalina Piselli e sostenuto da BPER. Un fitto calendario di appuntamenti che propone al pubblico alcuni dei più interessanti titoli italiani di recente (o prossima) pubblicazione coinvolgendo critici, studiosi, artisti. Si rinnova infine la collaborazione con Mutina, celebre brand di ceramiche firmate dai maggiori designer del mondo, noto anche per il suo forte legame con l’arte contemporanea. Mutina partecipa ad Arte Fiera 2024 con un progetto espositivo speciale dedicato a Maurizio Cattelan, intitolato BECAUSE. Nel 1991, ancora agli inizi della sua carriera artistica, Cattelan decise di “infiltrarsi” ad Arte Fiera con uno stand abusivo. Nel 2024, trentatré anni dopo, Mutina è lieta di contribuire a creare in fiera il palcoscenico per una nuova apparizione dell’artista. Con BECAUSE Cattelan non azzarda nessuna risposta, ma lascia il pubblico ancora una volta senza certezze. Concepito da Sarah Cosulich, curatrice di Mutina for Art, il progetto BECAUSE è un dialogo inaspettato tra due opere di Maurizio Cattelan, amplificato dallo spazio che le ospita. Protagonista del display creato per l’occasione è la collezione ceramica Fringe, disegnata per Mutina da Michael Anastassiades.

Stranieri ovunque, la Biennale Arte di Pedrosa: queer e “strana”

Stranieri ovunque, la Biennale Arte di Pedrosa: queer e “strana”Milano, 31 gen. (askanews) – Si intitola, come già sapevamo, “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”, la 60esima Biennale d’arte di Venezia che per la prima volta ha un curatore sudamericano, il brasiliano Adriano Pedrosa. La sua Biennale sarà aperta al pubblico dal 20 aprile al 24 novembre 2024 e a cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà il 20 aprile.

La Mostra internazionale, che arriva a segnare un ulteriore tassello di un percorso di apertura e internazionalizzazione che negli ultimi anni ha ristabilito la forza e la reputazione della Biennale, si articolerà tra il Padiglione centrale ai Giardini e l’Arsenale in due nuclei distinti: Nucleo Contemporaneo e Nucleo Storico. Come principio guida, la Biennale Arte 2024 ha privilegiato artisti che non hanno mai partecipato all’Esposizione Internazionale, anche se alcuni di loro hanno già esposto in un padiglione nazionale, in un evento collaterale o in una passata edizione della Esposizione internazionale. Un’attenzione particolare sarà riservata ai progetti all’aperto, sia all’Arsenale sia ai Giardini, e a un programma di performance durante i giorni di pre-apertura e nell’ultimo fine settimana di apertura. La Biennale di Pedrosa è stata presentata oggi in una conferenza a Ca’ Giustinian, alla presenza anche di Pietrangelo Buttafuoco, che diventerà presidente della Biennale di Venezia al termine del mandato di Roberto Cicutto, che ha salutato il suo successore con il quale “stiamo già lavorando in totale accordo”. Il titolo “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere” è tratto da una serie di lavori realizzati a partire dal 2004 dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. Queste opere consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque”. L’espressione è stata a sua volta presa dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva contro il razzismo e la xenofobia in Italia.

“L’espressione Stranieri Ovunque – ha spiegato Adriano Pedrosa – ha più di un significato. Innanzitutto, vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri. Il termine italiano ‘straniero’, il portoghese ‘estrangeiro’, il francese ‘étranger’ e lo spagnolo ‘extranjero’ sono tutti collegati sul piano etimologico rispettivamente alle parole ‘strano’, ‘estranho’, ‘étrange’ ed ‘extraño’, ovvero all’estraneo. Viene in mente ‘Das Unheimliche’ di Sigmund Freud, Il perturbante nell’edizione italiana, che in portoghese è stato tradotto con ‘o estranho’, lo strano che, nel profondo, è anche familiare. Secondo l’American Heritage e l’Oxford English Dictionary, il primo significato della parola ‘queer’ è proprio ‘strange (‘strano’), pertanto la Mostra si svilupperà e si concentrerà sulla produzione di ulteriori soggetti connessi: l’artista queer, che si muove all’interno di diverse sessualità e generi ed è spesso perseguitato o messo al bando; l’artista outsider, che si trova ai margini del mondo dell’arte, proprio come l’autodidatta o il cosiddetto artista folk o popular; l’artista indigeno, spesso trattato come uno straniero nella propria terra”. Lo stesso Pedrosa si è definito “il primo curatore queer della storia della Biennale”. “Il Nucleo Storico – ha aggiunto il curatore – è composto da opere del XX secolo provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo. Si è scritto molto sui modernismi globali e su quelli del Sud del mondo, motivo per cui in alcune sale saranno esposti lavori provenienti da tali territori, come a costituire una sorta di saggio, una bozza, un ipotetico esperimento curatoriale volto a mettere in discussione i confini e le definizioni del Modernismo. Conosciamo fin troppo bene la storia del Modernismo in Euroamerica, ma i modernismi del Sud globale rimangono in gran parte sconosciuti. Lo stesso Modernismo europeo ha viaggiato ben oltre l’Europa nel corso del Novecento, spesso intrecciandosi con il colonialismo, così come molti artisti del Sud globale si sono recati in Europa per esporre il proprio lavoro”. Il Nucleo Storico prevede tre sale nel Padiglione Centrale: la sala intitolata Ritratti, la sala dedicata alle Astrazioni e una terza sala dedicata alla diaspora artistica italiana nel mondo lungo il corso del XX secolo.

“La natura internazionale della Biennale – ha detto il presidente Cicutto – ne fa un osservatorio privilegiato sullo stato del mondo attraverso la trasformazione e l’evoluzione delle arti. Nessun curatore, quando sceglie i contenuti della propria mostra, cavalca direttamente i temi caldi del momento, ma intraprende un viaggio pieno di cambiamenti di rotta e il cui racconto sarà alla fine fortemente influenzato dalla percezione e interpretazione che ne daranno i visitatori, gli addetti ai lavori e la stampa. Ma l’unicità della Biennale sta soprattutto nella presenza reale dei Padiglioni Nazionali (quelli storici ai Giardini, e più recentemente quelli che si sono aggiunti all’Arsenale e in alcuni spazi della città), che la rendono un luogo diverso da ogni altro per il confronto fra le arti e i mutamenti della società. Le Partecipazioni quest’anno raggiungono un livello molto alto, con 90 paesi a cui si aggiungono 30 Eventi Collaterali. L’autonomia dei direttori artistici è la miglior garanzia perché la formula della Biennale di Venezia continui a funzionare e a produrre effetti talvolta sorprendenti, anche sul piano diplomatico e politico”. La Mostra internazionale sarà affiancata da 90 partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono quattro i Paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Repubblica del Benin, Etiopia, Repubblica Democratica di Timor Leste e Repubblica Unita della Tanzania. Nicaragua, Repubblica di Panama e Senegal partecipano per la prima volta con un proprio padiglione. Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dalla Direzione generale Creatività Contemporanea del ministero della Cultura, è a cura di Luca Cerizza, con il progetto “Due qui / To hear” dell’artista Massimo Bartolini.

Torna anche il padiglione della Santa Sede, che quest’anno sarà allestito nella Casa di reclusione femminile di Venezia alla Giudecca. La mostra ha come titolo Con i miei occhi ed è a cura di Chiara Parisi e Bruno Racine. Il Comune di Venezia partecipa con un proprio Padiglione, il Padiglione Venezia, ai Giardini di Sant’Elena.

Danza, l’italiana Marina Eliano volteggia all’Opera di Vienna

Danza, l’italiana Marina Eliano volteggia all’Opera di ViennaRoma, 30 gen. (askanews) – L’8 febbraio si terrà l’Opernball di Vienna e, come da tradizione, anche quest’anno una giovane italiana prenderà parte a questo suggestivo evento nato nell’800, che tuttora conserva inalterato il suo fascino. A rappresentare l’Italia alla prestigiosa serata sarà Marina Eliano, la studentessa campana, di Pompei, vincitrice della XV edizione del Gran Ballo Viennese di Roma. Al Ballo Marina sarà accompagnata da Sebastian Aste, studente di ingegneria ambientale a Vienna, maestro di sci e vicepresidente della squadra di canottaggio della sua Università.

È grazie al connubio e alla collaborazione nata tra Elvia Venosa, ideatrice dell’edizione italiana, l’Ambasciata d’Austria e la Città di Vienna, che ogni anno una giovane coppia ha il grande privilegio di partecipare al celebre “Ballo Dell’Opera di Vienna”, in scena la sera di giovedì grasso. Evento unico nel suo genere, ancora oggi in tutto il mondo è considerato il “Ballo dei Balli” per eccellenza e, come ogni anno, la magia prende vita e l’incanto si ripete, per il pubblico in sala e per quello che segue l’evento in diretta (quasi due milioni di spettatori) in mondovisione. Il Gran Ballo Viennese di Roma è l’unico ballo italiano gemellato con il Ballo dell’Opera di Vienna, con il compito di rappresentare l’antica tradizione dei balli Viennesi nel mondo dando a tante giovani ragazze di età compresa tra i 15 e i 24 anni la possibilità di riassaporare i valori e le tradizioni dei balli viennesi e di vivere le magiche atmosfere dei balli Asburgici. Il Ballo dell’Opera di Vienna, in lingua originale Wiener Opernball, classificato dall’UNESCO come patrimonio culturale, è il ricevimento austriaco più prestigioso. In questa occasione il Teatro dell’Opera di Vienna si trasforma in una grandissima sala da ballo per accogliere le Debuttanti provenienti da ogni parte del mondo. Una notte magica all’insegna dell’eleganza tra frac, abiti meravigliosi, guanti e tiara, quella creata appositamente da Swarovski realizzata con ben 233 cristalli trasparenti in tagli misti che pendono a cascata partendo da pietre di grandi dimensioni arrivando a tagli più piccoli, elegantemente disposti. La tiara ideata dalla Direttrice Creativa di Swarovski in persona, Giovanna Engelbert, sarà indossata dalle 160 debuttanti che, come in una favola, faranno il loro ingresso la sera dell’8 febbraio 2024 per la cerimonia di apertura.

Dei 7000 biglietti messi a disposizione per il pubblico ogni anno circa la metà viene acquistato all’estero a dimostrazione di quanto questo evento mondano sia amato e riconosciuto nel mondo. Molti i personaggi noti e le figure di spicco dell’aristocrazia europea che anche quest’anno prenderanno parte all’evento, tra di loro spicca la presenza dell’imprenditore austriaco Richard Lugner accompagnato dall’attrice statunitense ed ex moglie del “Re del Rock’n’Roll” Priscilla Presley.

Museion, le vibrazioni della techno e il nostro futuro di umani

Museion, le vibrazioni della techno e il nostro futuro di umaniBolzano, 28 gen. (askanews) – Il terzo capitolo del grande progetto sulle Techno Humanities portato avanti dal Museion di Bolzano si chiude con un ultimo viaggio della “Astronave Terra”: un doppio DJ Set che apre ancora di più le connessioni e le dimensioni che le mostre hanno attivato negli ultimi anni.

In scena è prima andato il duo Dopplereffekt, composto da To-Nhan e da Gerald Donald, leggendario unico membro superstite del gruppo techno Drexciya, che ha costruito sonorità e un’estetica ispirate a nuovi modi di pensare l’umano e la cultura nera, in una vertigine sonora e visuale fatta di continui rilanci verso futuri alternativi. Più tardi è stata la volta di Speaker Music, pseudonimo del musicista, teorico e scrittore De Forrest Brown Jr., co curatore della mostra HOPE al Museion. “Io uso la musica – ha detto ad askanews – per fare una sorta di ri-progettazione della realtà, ma lo faccio attraverso la musica e la logica, la logica della musica. Posso dire che la mia musica è più una musica nera che ha un sound tecnologico, anziché musica fatta con la tecnologia. Quando penso alla musica nera penso all’idea di quello che non sappiamo di non sapere, penso a delle possibilità che devono ancora realizzarsi”.

“Quando penso alla techno – ha aggiunto De Forrest Brown – penso a una musica che è vibrazionalmente concentrata a decostruire il pensiero dell’era illuminista, a decostruire la distinzione cartesiana tra mente e corpo. Perché ci sono una serie di vibrazioni che possono connettere tutte le sinapsi del nostro cervello e creare uno shock che ci può portare in una sorta di futuro”. La Spaceship Earth – questo il nome dell’evento di finissage della mostra – decolla dal Museion proprio verso questo possibile futuro, che rappresenta un’occasione per tutti, e non stiamo parlando solo di musica o arte contemporanea.

Montecitorio a Porte Aperte, domani via prenotazioni per 4 febbraio

Montecitorio a Porte Aperte, domani via prenotazioni per 4 febbraioMilano, 28 gen. (askanews) – Al via domani, lunedì 29 gennaio, alle 10, le prenotazioni per il secondo appuntamento dell’anno di “Montecitorio a porte aperte”, la manifestazione che consente di visitare la sede della Camera dei deputati.

All’indirizzo eventi.camera.it/eventionline/#macroEvent3 sarà possibile prenotarsi per la data di domenica 4 febbraio, che sarà aperta dal concerto della banda della Marina Militare. “Montecitorio a porte aperte” prevede visite guidate nei luoghi più significativi del palazzo, come l’Aula, il Transatlantico, le principali sale di rappresentanza: la sala della Regina, la sala della Lupa, la sala Aldo Moro e la sala delle Donne.

Nel corso della visita il personale addetto illustra i principali aspetti storici, artistici ed istituzionali della sede della Camera dei deputati. Le prenotazioni sono possibili fino a esaurimento dei posti disponibili.

”Golda”, in libreria la storia della donna che fondò Israele

”Golda”, in libreria la storia della donna che fondò IsraeleRoma, 27 gen. (askanews) – “Golda, la donna che fondò Israele” è il racconto della vita di Golda Meir, la prima premier donna in Israele, terza nel mondo, che ha guidato il paese nei difficili momenti dell’attentato di Monaco, della guerra di attrito e di quella del Kippur. Una figura che viene descritta nel libro di Elisabetta Fiorito, giornalista di Radio 24 e collaboratrice di Shalom, per la Giuntina.

Tutte le tappe della vita di Golda sono analizzate e percorse, dalla nascita a Kiev in epoca zarista alla partenza per gli Stati Uniti, dalla decisione di emigrare nella Palestina mandataria nel 1921 all’arrivo nell’afosa Tel Aviv guidata da Meir Dizengoff. Anni in cui con spirito pioneristico Golda Meir vive nel kibbutz di Merhavia per poi trasferirsi a Gerusalemme per accontentare il marito Morris Meyerson, dal quale si separerà dopo aver messo al mondo i suoi due figli, Sarah e Menahem con una vita sentimentale che riserverà qualche sorpresa. Il libro prende spunto dall’autobiografia scritta dalla stessa Golda (pubblicato in Italia da Mondadori nel 1975) e, rispetto alle biografie in inglese, il focus è sui suoi rapporti, e quindi d’Israele, con l’Italia. Dapprima, negli anni pionieristici, viene descritta l’amicizia che la lega a Enzo Sereni, attivista, partigiano, sionista, fondatore del kibbutz Givat Brenner, morto a Dachau il 18 novembre del 1944. Ma c’è anche il legame politico che Golda ebbe in ambito socialista con Pietro Nenni che continuerà sempre a sostenere Israele anche negli anni in cui la politica italiana volterà le spalle allo Stato ebraico.

Parte essenziale è dedicata all’incontro con Aldo Moro, avvenuto a New York nell’ottobre 1970, che sancirà la rottura tra i due paesi per la politica filoaraba intrapresa dall’allora ministro degli Esteri democristiano. Grazie agli archivi di Shalom, viene descritta dettagliatamente con i resoconti d’epoca la visita in Italia della premier israeliana e lo storico incontro con Paolo VI in Vaticano il 14 gennaio del 1973. Ancora, l’intervista di Oriana Fallaci: sarà attraverso più incontri che la giornalista riuscirà a far aprire la premier israeliana anche parlando del suo ex marito e della sua vita privata. Non vengono tralasciati gli avvenimenti internazionali, il rapporto con Kissinger, la strage alle olimpiadi di Monaco nel 1972 e il mancato attentato di Ostia. Una vita che si intreccia con la nascita d’Israele, le relazioni all’interno del partito socialista, la travagliata amicizia con Ben Gurion, i contrasti con la giovane generazione di Shimon Peres e Moshé Dayan fino al ritiro dalla scena politica dopo la guerra del Kippur e la morte avvenuta l’8 dicembre del 1978 con il funerale descritto dalla penna di Arrigo Levi.

Fondazione Prada: il 2024 a Milano, Venezia, Shanghai e Tokyo

Fondazione Prada: il 2024 a Milano, Venezia, Shanghai e TokyoMilano, 25 gen. (askanews) – Fondazione Prada ha annunciato le principali attività del 2024 per le tre sedi permanenti a Milano e Venezia e negli spazi esterni di Shanghai e Tokyo. Grazie al confronto con artisti, curatori, scienziati, studiosi, registi e intellettuali, Fondazione Prada vuole rivolgersi a un pubblico internazionale e plurale. L’impegno si concentra sulla ricerca di modalità inedite e attrattive per indagare la complessità della cultura umana al di là dei confini delle singole discipline. Nel 2024 saranno presentati i progetti espositivi degli artisti Meriem Bennani, Michaël Borremans, Christoph Büchel, Miranda July e Pino Pascali e la nuova iniziativa di ‘Human Brains’ dedicata alle neuroscienze, oltre alla proposta del Cinema Godard e alle attività in campo educativo.

Come sottolinea Miuccia Prada, presidente e direttrice della Fondazione, ‘anche nei mesi futuri la nostra istituzione proverà ad affrontare tematiche del presente da molteplici prospettive, coinvolgendo artisti di generazioni differenti e provenienti da contesti eterogenei, per individuare strumenti che mettano in discussione le opinioni correnti e ci aiutino a pensare in modo più profondo’. Osservatorio, all’interno della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, accoglierà dal 7 marzo al 14 ottobre 2024 ‘Miranda July: New Society’, la prima esposizione museale dedicata a Miranda July (Stati Uniti, 1974). Curata da Mia Locks, la mostra presenta un nuovo progetto video, F.A.M.I.L.Y. (Falling Apart Meanwhile I Love You), e ripercorre tre decenni di produzione dell’artista, regista e scrittrice americana, includendo una selezione di performance, opere basate sul web e installazioni. ‘New Society’ indaga la continua esplorazione del rischio e dell’intimità da parte di Miranda July attraverso progetti performativi, lavori partecipativi e tecnologia. Con vulnerabilità e umorismo, July mette in discussione le norme e le gerarchie culturali consolidate attraverso la sua relazione unica e fluida con lo spettatore.

La mostra sarà accompagnata dalla prima retrospettiva completa della sua filmografia in Italia che si terrà al Cinema Godard. La rassegna comprenderà tre lungometraggi, Me and You and Everyone We Know (2005), The Future (2011) e Kajillionaire (2020), e sarà completata da una selezione di cortometraggi e opere inedite su grande schermo. Il lavoro di Miranda July sarà anche al centro di una mostra presentata da aprile a luglio 2024 negli spazi di Prada Aoyama a Tokyo. Prada Rong Zhai ospiterà dal 22 marzo al 14 maggio 2024 ‘The Promise’, una personale dedicata a Michaël Borremans (Belgio, 1963). Una selezione delle sue opere pittoriche sarà esposta negli spazi della residenza storica del 1918, caratterizzata da un dialogo a livello architettonico e decorativo tra la tradizione cinese e quella occidentale. Nel suo lavoro Borremans osserva la condizione umana creando accostamenti assurdi e un’ambigua tensione tra la sua tecnica raffinata e i soggetti ritratti. Questa sensazione di anacronismo troverà una corrispondenza nella dimensione intima e domestica degli spazi espositivi di Prada Rong Zhai.

Un’ampia retrospettiva dedicata a Pino Pascali (Italia, 1935 – 1968) sarà presentata nella sede principale di Milano dal 28 marzo al 23 settembre 2024. La mostra, a cura di Mark Godfrey, includerà più di cinquanta lavori dell’artista provenienti da musei italiani e internazionali e da importanti collezioni private. Il progetto espositivo è composto da quattro sezioni. La prima analizza l’approccio con il quale Pascali ha realizzato le sue mostre dal 1965 al 1968, creando ambienti originali piuttosto che semplici selezioni di opere dal suo studio. La seconda parte esplora i suoi più significativi interventi in importanti mostre collettive di quegli anni e include i lavori degli artisti che hanno esposto insieme a lui. La terza sezione esamina l’interazione di Pascali con le sue sculture nelle fotografie scattate da Claudio Abate, Andrea Taverna e Ugo Mulas e come queste immagini suggeriscono fantasiose modalità di approccio al suo lavoro. La quarta sezione indaga l’utilizzo da parte di Pascali di materiali naturali e industriali, studiando la loro provenienza, il loro impiego in ambito commerciale, quali altri artisti ne hanno fatto uso e il loro sviluppo nel tempo. Queste quattro prospettive sul lavoro di Pascali aiutano a dimostrare la sua rilevanza per gli artisti contemporanei nonostante la sua breve carriera. In occasione della Biennale Arte, la sede di Venezia, il palazzo storico di Ca’ Corner della Regina, presenterà dal 20 aprile al 24 novembre 2024 il progetto ‘Monte di Pietà’ ideato dall’artista Christoph Büchel (Svizzera, 1966). In origine dimora dei mercanti veneziani Corner di San Cassiano, Ca’ Corner della Regina è costruito tra il 1724 e il 1728 sulle rovine dell’edificio gotico in cui nasce nel 1454 Caterina Cornaro, futura Regina di Cipro. Nel 1800 il palazzo diventa proprietà di Papa Pio VII che lo assegna nel 1817 alla congregazione dei Padri Cavanis. Fino al 1969 è la sede del Monte di Pietà di Venezia, mentre dal 1975 al 2010 ospita l’Archivio Storico della Biennale di Venezia e dal 2011 diventa un’istituzione culturale. Questa storia stratificata è il punto di partenza per Büchel per la costruzione di un’articolata rete di relazioni spaziali, economiche e culturali. Lo studio del concetto di debito come base della società e strumento di potere è sviluppato in una complessa installazione. Il progetto includerà opere storiche e contemporanee, nuovi interventi allestitivi e una vasta selezione di oggetti e documenti relativi alla storia della proprietà, del credito e della finanza, alla formazione di collezioni e archivi, alla creazione e al significato di un patrimonio reale o fittizio. Tra le opere di altri artisti e gli oggetti esposti sarà presentata anche The Diamond Maker (2020-) di Christoph Büchel, una valigia che contiene diamanti artificiali creati in laboratorio, risultato del processo di trasformazione dell’intero corpus di opere in suo possesso, compresi i lavori della sua infanzia e giovinezza, e quelle di futura creazione.

Nel quadro del progetto scientifico ‘Human Brains’, il 17 e 18 ottobre 2024 Fondazione Prada organizzerà la seconda edizione di un convegno internazionale accompagnato da una mostra e focalizzato sull’importanza della prevenzione e dell’intervento precoce nelle malattie neurodegenerative. Il progetto coinvolgerà quindici prestigiosi istituti di ricerca internazionali, associazioni di malati e organizzazioni che operano nel settore della salute del cervello, nonché i decisori politici. Gli obiettivi principali sono il confronto e il dialogo produttivo tra i diversi soggetti per dar luogo alla promozione di azioni specifiche nell’ambito dei fattori modificabili delle malattie neurodegenerative, primo tra tutti l’ambiente, fino a giungere a una vera e propria ‘call to action’ in grado di coinvolgere un’ampia comunità. I risultati delle prime quattro fasi di ‘Human Brains’ – il convegno online ‘Culture and Consciousness’ (2020), la serie di discussioni in streaming ‘Conversations’ (2021-2022), il progetto espositivo a Venezia ‘It Begins with an Idea’ (2022) e il forum e la mostra ‘Preserving the Brain’ (2022) a Milano – sono raccolti nell’ampia pubblicazione edita da Fondazione Prada e disponibile da febbraio 2024. Dal 31 ottobre 2024 al 24 febbraio 2025 sarà presentata una nuova commissione dell’artista Meriem Bennani (Marocco, 1988) nella sede di Fondazione Prada a Milano. Il progetto sarà costituito da un’installazione di grandi dimensioni e un film d’animazione inedito, che esplora la gamma di cambiamenti sociopolitici e culturali che hanno un impatto sulla nostra vita emotiva, unendo la dimensione collettiva a quella personale. Da un lato, la grande installazione meccanica anima centinaia di oggetti di seconda mano in un balletto caotico, dall’altro, il lungometraggio diretto con Orian Barki e prodotto creativamente da John Michael Boling e Jason Coombs, è ambientato in un mondo popolato da animali antropomorfi e sospeso tra realismo, autobiografia e finzione. Nel corso del 2024 si rafforzerà anche l’attività del Cinema Godard che esplora visioni creative e letture inaspettate del panorama cinematografico del presente e del passato stimolando commistioni con i linguaggi delle arti visive e della musica. La programmazione, a cura di Paolo Moretti, amplierà ulteriormente il proprio raggio d’azione tra diversi generi e territori attraverso un ricco calendario di proiezioni e incontri aperti al pubblico con registi, attori e critici italiani e internazionali. In ambito educativo, le attività gratuite dell’Accademia dei bambini riprendono con i laboratori tematici del weekend. In corso dal 3 febbraio al 7 aprile 2024, il nuovo ciclo ‘Sogni’ è ideato dall’artista e fotografa Ilaria Turba. Fino al prossimo giugno l’Accademia estende la sua attività anche alle scuole primarie e dell’infanzia. Ogni mercoledì le classi del territorio cittadino partecipano gratuitamente ai laboratori concepiti da ‘maestri’ di volta in volta diversi: architetti, pedagoghi, artisti, scienziati, registi e musicisti. Nel mese di giugno sarà annunciato il vincitore della settima edizione del Premio di Laurea. Istituita dalla Fondazione nel 2018, questa iniziativa annuale è un riconoscimento alla passione e all’impegno di studentesse e studenti che hanno discusso una tesi di laurea relativa a tematiche culturali negli atenei milanesi: Università degli Studi di Milano, Politecnico di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università Bocconi, Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano e Università Vita-Salute San Raffaele.