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Verso la 24esima Triennale, Boeri: affronteremo le disuguaglianze

Verso la 24esima Triennale, Boeri: affronteremo le disuguaglianzeMilano, 29 nov. (askanews) – L’Assemblea generale del BIE ha riconosciuto formalmente la 24esima edizione dell’Esposizione internazionale della Triennale di Milano, prevista per il 2025. Il presidente della Triennale, Stefano Boeri, ci ha raccontato come sarà strutturata: “Lavoreremo sul tema delle disuguaglianze. Le disuguaglianze – ha detto Boeri ad askanews – sono oggi un tema che attraversa il mondo, sono disuguaglianze tra Paesi ricchi e Paesi poveri sulla questione ambientale, sono disuguaglianze tra generazioni, generazioni che hanno vissuto un momento di pace e generazioni a cui il futuro prospetta invece una vita difficile. Sono disuguaglianze tra popolazioni ricche e popolazioni povere, tra popolazioni costrette a emigrare e popolazioni che invece riescono a difendersi dal suo riscaldamento globale. Ecco questo è un tema fondamentale. Ieri a Parigi abbiamo avuto una risposta straordinaria dai Paesi del BIE, quindi da tutti i Paesi del mondo, che si sono impegnati a portare in Triennale le esperienze di alcune città nelle quali il tema delle disuguaglianze è stato affrontato in modo coraggioso. Quindi la Triennale che apre nel maggio del 2025 sarà una Triennale di grande attualità”.

La sfida del futuro passa quindi dalle città e dall’impegno delle istituzioni culturali passa la possibilità stessa di pensarlo questo futuro, all’insegna di una maggiore equità e consapevolezza.

Libri, esce “Maria Callas. La diva umana” di Annarita Briganti

Libri, esce “Maria Callas. La diva umana” di Annarita BrigantiRoma, 29 nov. (askanews) – “La libertà e il valore del talento: sono i doni più preziosi che ci lascia Maria Callas a cento anni dalla sua nascita”, dice Annarita Briganti, giornalista, scrittrice, opinionista, autrice di “Maria Callas. La diva umana” (Cairo).

Settimo libro di Briganti. “Questo saggio biografia – racconta Briganti – contiene documenti inediti sul divorzio dal suo primo e unico marito, Meneghini, quando in Italia il divorzio non c’era, a proposito di libertà. E lettere inedite della sua famiglia e degli amici, da Pier Paolo Pasolini a Luchino Visconti, e interviste ai testimoni, a chi c’era, a chi sa, da Giovanna Lomazzi a Ferruccio Mezzadri, da Nadia Stancioff a Pippo Zeffirelli e a Paolo Gavazzeni. Si parla del tempestoso amore con Onassis, della maternità (presunta) di Callas, di Callas artista, della sua eredità artistica, del nuovo Museo Maria Callas ad Atene. Un viaggio letterario sulla vera Maria Callas che finisce a Parigi, nella casa in cui la soprano è morta (quasi) sola”. Dopo i libri su Alda Merini, Coco Chanel e Gae Aulenti, Briganti continua a raccontare le donne di ieri, di oggi e di domani contro ogni forma di violenza e di discriminazione, per realizzare finalmente la rivoluzione culturale di cui abbiamo bisogno, per avere una società non violenta.

“È il libro su di lei che avrei voluto leggere”, dichiara l’autrice, che con questo libro e una mostra sta partecipando alle celebrazioni callasiane in Italia e all’estero. Annarita Briganti è curatrice della mostra “Maria Callas. La voce e l’amuleto” alla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, dal 4/12 all’8/1/24. Il 2 dicembre presenterà “Maria Callas. La diva umana” al Teatro alla Scala per “Callas 100” dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano.

A Malaga “L’eco di Picasso”, omaggio all’artista spagnolo

A Malaga “L’eco di Picasso”, omaggio all’artista spagnoloRoma, 29 nov. (askanews) – Il Museo di Picasso di Malaga, città natale del pittore spagnolo, celebra i 50 anni dell’artista con una mostra dal titolo “L’eco di Picasso”, fino al 24 marzo 2024. L’esposizione si snoda attraverso le opere principali di Picasso, da cui traggono origine e ispirazione tre generazioni di pittori contemporanei. Un viaggio attraverso i temi a cui l’artista era maggiormente legato: dalla guerra alle donne, attraverso sette stanze disposte su due piani.

La mostra riunisce 55 artisti in un dialogo con Picasso instaurato sia in “tempo reale”, durante la vita dell’artista, sia nel presente. In primo luogo, presenta l’opera di Picasso accanto a quella di artisti che hanno riconosciuto la sua influenza sulla loro produzione, tra cui Francis Bacon, Maria Lassnig, George Condo, mentre in secondo luogo presenta artisti contemporanei, 17 dei quali hanno creato opere appositamente per la mostra, esposte per la prima volta. Tra le 85 opere presenti in mostra, 18 sono dello stesso Picasso, tra cui esempi notevoli come la tela di grande formato Massacro in Corea del Musée Picasso-Paris, che non si vedeva in Spagna da 15 anni. Curata da Eric Troncy, The Echo of Picasso si basa specificamente sull’influenza delle pratiche artistiche di Picasso sull’arte moderna e in particolare sull’attuale scena artistica mondiale. La mostra funziona quindi come un’eco in uno spazio chiuso, esplorando l’esperienza visiva di queste risonanze attraverso prestiti eccezionali di opere di artisti dagli anni Venti a oggi. Il progetto espositivo propone un viaggio onirico attraverso gli echi delle straordinarie sperimentazioni di Pablo Picasso attraverso diversi periodi, stili e generazioni.

L’Eco di Picasso permette ai visitatori di ripensare l’opera dell’artista e di riscoprire un Picasso per i giorni nostri, rivelato dallo sguardo di creatori di altre generazioni. Il Museo Picasso Màlaga (MPM) celebra quest’anno il suo 20esimo anniversario, confermandosi polo culturale di tutta l’Andalusia, con oltre 8 milioni di visitatori e un programma ricco di esposizioni temporanee. Il 20° anniversario del Museo Picasso di Malaga coincide infatti con gli eventi organizzati dalla “Celebrazione di Picasso 1973-2023”, un evento internazionale di eccezionale rilevanza che segna il 50° anniversario della morte dell’artista. La Celebrazione comprende circa 50 mostre ed eventi organizzati da istituzioni culturali dell’Unione Europea (16 mostre in Spagna, 12 in Francia, 2 in Germania, 1 in Belgio e 1 in Romania), 2 in Svizzera, 1 a Monaco e 7 negli Stati Uniti.

Foto di Brigitte Grassotti

Ad Agrigento ultimo appuntamento di Cantiere Città

Ad Agrigento ultimo appuntamento di Cantiere CittàRoma, 28 nov. (askanews) – Si conclude ad Agrigento la seconda edizione di Cantiere Città, il percorso di consolidamento delle capacità progettuali delle città finaliste al titolo di Capitale italiana della cultura promosso dal Ministero della Cultura – Servizio VI del Segretariato generale e Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali – e dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali.

“Agrigento, futura Capitale italiana della cultura 2025, ha ospitato per tre giorni l’ultima tappa di un percorso virtuoso – dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – che ha coinvolto le altre nove città concorrenti al titolo per il 2025 (Aosta, Assisi, Asti, Bagnoregio, Monte Sant’Angelo, Orvieto, Pescina, Roccasecca e Spoleto) con l’obiettivo di non disperdere idee, visioni, reti e partenariati avviati nel processo di candidatura e farne l’innesco di uno sviluppo armonioso del territorio”. Dal 26 al 28 novembre, l’ultima tappa di Cantiere Città ha riunito i rappresentanti delle città finaliste per una riflessione collettiva sul tema dello sviluppo culturale del territorio. Con loro Francesca Saccone (dirigente del Servizio VI – Eventi, mostre e manifestazioni del Segretariato generale del Ministero della Cultura), Francesca Neri (Responsabile dell’Area Progetti d’innovazione e complessi della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali) e Marcello Minuti (Coordinatore generale della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali).

Ad aprire i lavori il Direttore della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Alessandra Vittorini, che dichiara “la seconda edizione di Cantiere Città, promosso dal Ministero della cultura e dalla Scuola dei beni e delle attività culturali, conferma l’utilità e il valore strategico del programma. Altre dieci città si sono rimesse in gioco per la costruzione di nuove strategie di sviluppo del territorio a base culturale, rinnovando e ripensando le idee e i progetti del dossier di candidatura. Abbiamo accompagnato le amministrazioni nel processo di creazione di nuovi “cantieri”, ambienti collaborativi e di costruzione in cui far convergere le forze per mettere la cultura al centro di una visione di crescita comune”. La seconda edizione di Cantiere Città ha impegnato, da maggio 2023, 60 rappresentanti delle città e degli enti culturali in oltre 120 ore di formazione, articolate in 2 masterclass in presenza e 9 approfondimenti online sui temi della progettazione di un piano di sviluppo della città a base culturale, oltre a 3 workshop specifici per ogni città. Un programma costruito su una combinazione di attività di capacity building e di accompagnamento specifico per sollecitare ogni città a recuperare lo sforzo progettuale e dare un futuro alle proposte elaborate.

Anche questa edizione di Cantiere Città ha sollecitato una riflessione tra tutte le città coinvolte: per affrontare i nodi critici comuni e condividere possibili soluzioni e risposte efficaci. Una nuova dimensione collaborativa, che ha sostituito la competizione della fase di candidatura, così forte e solida da aver portato le dieci città coinvolte nel percorso di Cantiere Città a sottoscrivere un protocollo d’intesa. La firma, raccolta nella cornice del Teatro Pirandello di Agrigento, segna l’impegno a promuovere buone pratiche e ricercare strumenti per la crescita culturale territoriale; a creare occasioni di confronto e apprendimento continuo; a favorire il networking, incentivare lo scambio e creare sinergie; a realizzare o partecipare a iniziative e bandi per lo sviluppo a base culturale di città e territori. “Quando il Ministro Sangiuliano ha proclamato Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 ho immediatamente sentito le responsabilità di tale nomina e il bisogno di condividere con le altre Città finaliste e i loro Sindaci il percorso di attuazione del nostro progetto” dichiara Francesco Miccichè, Sindaco di Agrigento. “Il dossier, preparato dalla Fondazione MeNO, esprime nella sua dimensione culturale e artistica la visione politica che riconosco come mio pensiero sulla Città di Agrigento e sulle sfide che la comunità internazionale è oggi chiamata ad affrontare. Un progetto che nella relazione tra il sé e l’altro, interpreta il rapporto tra le comunità e, quindi le Città, come condizione essenziale per la costruzione di futuro. Grazie a Cantiere Città abbiamo avviato questo percorso di condivisione che dovrà necessariamente trovare compimento nel 2025 e restare per il futuro un patrimonio di relazioni tra individui e comunità. Il protocollo d’intesa siglato ad Agrigento è un patrimonio dell’Italia intera, che quando opera in una dimensione di rete e di connessione esprime l’essenza della propria cultura e dell’essere il luogo più affascinante del mondo”.

Bie conferma la 24esima Triennale internazionale di Milano 2025

Bie conferma la 24esima Triennale internazionale di Milano 2025Milano, 28 nov. (askanews) – La 173esima Assemblea Generale del Bureau International des Expositions (BIE) questa mattina ha riconosciuto formalmente la 24esima edizione dell’Esposizione Internazionale di Triennale Milano, che si svolgerà dal 17 maggio al 16 novembre 2025 e sarà intitolata “Inequalities. How to mend the fractures of humanity” e svilupperà il tema delle diseguaglianze sociali. Il tema scelto sarà l’occasione per riunire le migliori politiche e i progetti più rappresentativi che in questo momento, nelle città del mondo, stanno combattendo insieme il rischio dell’estinzione della nostra specie e le crescenti diseguaglianze che la attraversano e la dividono.

Gli Stati membri del BIE, riuniti in Assemblea Generale a Parigi, hanno concordato all’unanimità con la raccomandazione del Comitato Esecutivo del BIE di concedere il riconoscimento alla 24ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano richiesto dal Governo italiano. Questo riconoscimento conferma lo status della 24esima edizione della manifestazione come Esposizione Internazionale e dà la possibilità all’Italia di invitare partecipanti internazionali attraverso i canali diplomatici.

Sottoponendo ai più di 800 delegati provenienti da tutto il mondo il tema delle diseguaglianze – sociali, culturali, geografiche, generazionali – come questione inestricabilmente legata alla transizione ecologica, il Presidente di Triennale Milano Stefano Boeri ha dichiarato: “La sfida del futuro sarà nelle città del mondo. Solo città più giuste e eque, capaci di ridurre le diseguaglianze di reddito e di accesso alla cultura, ai servizi e alle informazioni, saranno capaci di avviare una transizione ecologica realmente efficace e inclusiva”. Triennale ha invitato i delegati dei Paesi presenti al BIE a scegliere una città protagonista di una politica di riequilibrio e riduzione delle diseguaglianze a realizzare il Padiglione nazionale della 24sima Esposizione Internazionale. Nel 2025, Per sei mesi Milano e la sua Triennale diventeranno l’epicentro planetario di una grande riflessione su come avviare una transizione ecologica che non penalizzi i Paesi e le fasce più povere delle popolazioni urbane.

Roma, alla Villa di Massenzio “Nuvola Creativa-Festival delle Arti”

Roma, alla Villa di Massenzio “Nuvola Creativa-Festival delle Arti”Roma, 27 nov. (askanews) – Dal 2 al 16 dicembre a Roma alla Villa di Massenzio e al Mausoleo di Romolo, si terrà la VI edizione di Nuvola Creativa – Festival delle Arti con circa 70 artisti coinvolti tra mostra e performance (con la direzione artistica a cura di Antonietta Campilongo). Per l’edizione 2023 la manifestazione si concentrerà su un dibattito rimasto sempre aperto nell’arte: la dialettica storicizzata tra uomo e natura.

In occasione del centenario della nascita di Italo Calvino, il sottotitolo dell’edizione 2023 – Polvere/Riflessioni sul rapporto uomo e ambiente – vuole essere un omaggio allo storico autore e nel contempo una riflessione sull’ambiente e il suo significato più profondo, che parte dalla rilettura della sua opera “La nuvola di smog”, una impietosa descrizione della polvere, frutto di una città industriale dominata da una fabbrica di ghisa. Il racconto di Calvino ha infatti una data importante, il 1958, che segna l’inizio del boom industriale. Pochi scrittori fanno caso all’inquinamento che questo boom comporta, e Calvino è forse il primo che vi dedica uno spazio letterario. Più di trenta gli artisti in mostra: Andrea Ádány, Marco Baldassari, Rosella Barretta, Teresa Bianchi, Francesco Maria Bonifazi, Maristella Campolunghi, Antonella Catini, Antonio Ceccarelli, Silvano Corno, Vincenza Costantini, Alexander Luigi Di Meglio, Maria Korporal, Stefano Imbratta, Luciano Lombardi, Debbie Martin, Lucia Nicolai, Giorgio Ortona, Flaviana Pesce, Nguyen Ngoc Phuong, Enrico Porcaro, Gabriella Porpora, Loredana Raciti, Fabio Romoli, Loredana Salzano, Vincenza Spiridione, Villo Steiner, Andrea Sterpa, Krisztina Szabó, Anna Tonelli, Jack Tuand, Valter Vari, Klara Varhelyi. Tra le performance in programma, quelle di Artisti and Innocenti, Blink Circus Imaginarium (Lorenzo Mastroianni e il suo cast), Compagnia Butterfly, Lara Ferrara e Marco Baldassari, di e con Barbara Lalle, Daniela Carreras e musica di Luca Pagliani, Letizia Girolami, Loredana Raciti con Marialuisa Sales e M° Lorenzo Massotti, Silvia Stucky.

Nel calendario della manifestazione anche reading, dibattiti, e musica, con le esibizioni di Mauro Tiberi, I Sonic Jesus, Just Standards, nonché i laboratori didattici di Impresa Sociale Capodarco S.r.l e di Gabriele Manili.

Chiusa la Biennale Architettura: 285mila biglietti e una visione

Chiusa la Biennale Architettura: 285mila biglietti e una visioneMilano, 27 nov. (askanews) – Si è domenica 26 novembre 2023, la 18esima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia con 285mila biglietti venduti, cui si aggiungono le 14.150 presenze durante la pre-apertura. Numeri alla mano, si tratta della seconda Biennale Architettura più vista di sempre, concepita dalla Curatrice Lesley Lokko per essere la prima Mostra di Architettura nella quake i riflettori erano puntati sull’Africa e sulla sua diaspora, su quella cultura definita dalla Curatrice “fluida e intrecciata di persone di origine africana che oggi abbraccia il mondo”, sui temi della decolonizzazione e decarbonizzazione.

La presenza dei giovani e gli studenti – fanno sapere dalla Biennale – sono stati il 38% dei visitatori totali. I visitatori organizzati in gruppo rappresentano il 23% del pubblico complessivo e circa il 76% è costituito da gruppi di studenti e/o universitari. Questo dato parla di una Mostra particolarmente centrata sulla circolazione delle idee e sulla trasmissione del sapere, che ha accentuato il fenomeno delle visite collettive costituite da studenti e universitari, in un record che ha fatto registrare il triplo delle presenze di gruppo rispetto all’edizione precedente. Sono 2.500 i giornalisti accreditati solo nei giorni di pre-apertura, tra stampa italiana e internazionale, cui si aggiungono i giornalisti provenienti da agenzie, televisioni, radio, quotidiani, periodici, testate online che si sono via via accreditati durante i mesi di mostra.

“La 18esima Mostra Internazionale di Architettura curata da Lesley Lokko, che si chiude con buoni risultati di presenze – ha commentato il presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto – ha attirato l’attenzione del mondo su molte criticità figlie della storia più recente. I temi decolonizzazione e decarbonizzazione si sono allargati a molti aspetti della società civile, anche in quei Paesi che sembravano esserne ‘al riparo’ o meno esposti. Lesley ha affrontato la sfida di un College che ha portato a Venezia 49 giovani e 15 tutor da tutti i continenti ad affrontare una riflessione comune che sta già influenzando l’educazione all’architettura. Ringrazio Lesley e il suo team, i partecipanti alla Mostra Internazionale, tutti i Paesi, il ministero della Cultura e tutte le istituzioni veneziane e non, tutti coloro che hanno contribuito a realizzare la manifestazione, lo staff e i dirigenti della Biennale che hanno reso nuovamente possibile la più importante Mostra Internazionale di Architettura”. “Il banco di prova di questa mostra, o di qualsiasi mostra – ha aggiunto la curatrice Lesley Lokko – non è solo il numero di biglietti venduti, di articoli, di recensioni o di commenti sui social media. È nei piccoli fili, a volte inosservati, che vengono raccolti, amplificati, ricuciti insieme e presentati mesi, anni, persino decenni dopo. Mi piace pensare – e solo il tempo ci dirà se è un’ipotesi ragionevole – che questa mostra sia stata ricca di fili, se non addirittura di arazzi, e che la sua eredità sia l’impulso a continuare a fare, cucire, ricucire, dire, formulare nuove idee sulla nostra professione, sul suo posto e sulla sua importanza nel mondo dei pensieri e delle cose, arricchendo i discorsi dove può, sostituendo dove dovrebbe, riparando dove è necessario e sostenendo e difendendo ciò che è prezioso. È un’eredità di cui sono incredibilmente orgogliosa. Esco da questa esperienza riconoscendo che, da un lato, ho avuto probabilmente uno dei team più piccoli di qualsiasi altro curatore fino ad ora, e dall’altro, il più grande. Tutti coloro le cui mani, cuori e menti hanno toccato un qualsiasi aspetto di questa mostra fanno parte di quella squadra, e ne faranno sempre parte”.

Un’eredità che è anche, più in generale, quella che questa Biennale lascia, insieme alle tre di Architettura che l’hanno preceduta, ossia un discorso il più possibile vero sul mondo, sulla sua natura globale e fragile, sulla capacità di guardare all’altro e ai problemi legati, per esempio, all’emergenza climatica che è anche emergenza sociale. La Biennale ha scelto con autorevolezza uno sguardo critico e plurale, una postura sociale forte e consapevole, che ha dato un diverso taglio alla stessa idea di architettura, ma rappresenta anche una visione politica che ha restituito all’istituzione veneziana prestigio internazionale oltre che un ruolo di avanguardia culturale. Una strada sulla quale sarebbe auspicabile che la Biennale continuasse a muoversi anche in futuro, con autonomia, visione e libertà.

”La Luce oltre il Buio”, storie di bambini soldato nel libro di Napoli

”La Luce oltre il Buio”, storie di bambini soldato nel libro di NapoliRoma, 25 nov. (askanews) – Esce mercoledì 6 dicembre per Edizioni All Around “La luce oltre il buio”, storie di bambini soldato della giornalista Antonella Napoli. Il libro sarà presentato a Roma durante “Più libri più liberi”, Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, giovedì 7 dicembre, alle 10.30 al Centro Congressi “La Nuvola” (Sala Nettuno).

Oltre all’autrice, interverranno Mauro Biani, vignettista di Repubblica e di altre importanti testate che ha disegnato la copertina del libro, e Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia e autore della prefazione. Il fenomeno del reclutamento dei bambini-soldato, più attuale che mai, è il tema del nuovo libro di Napoli, giornalista e scrittrice, esperta di conflitti più volte inviata su terreni di guerra.

L’allarme lanciato dalle organizzazioni governative per i diritti umani di un massiccio reclutamento di minori dalla ripresa del conflitto in Medio Oriente, dopo l’attentato del 7 ottobre contro Israele, riporta l’attenzione su una pratica diffusa in tutto il mondo. Secondo i nuovi video che circolano sui social media, sono decine i bambini in età scolare addestrati dai comandanti di Hamas per difendere la Striscia di Gaza mentre l’esercito israeliano dopo i primi raid aerei ha avviato le operazioni di terra nella regione.

Con “La luce oltre il buio”, l’autrice, direttrice della rivista “Focus on Africa”, torna a raccontare le vicende di piccoli combattenti coinvolti negli scontri armati, sia tra le fila di eserciti regolari che di forze ribelli e milizie, attraverso le storie raccontate in prima persona dai protagonisti di questo libro che cerca di rendere comprensibile al pubblico più giovane la complessità di un fenomeno attuale e vasto, fatto di condizioni di vita al limite della sopravvivenza e dello sfruttamento inumano di minori costretti ad impugnare le armi contro la propria volontà.

A Tor Vergata domani convegno su Tolkien e la scienza

A Tor Vergata domani convegno su Tolkien e la scienzaRoma, 24 nov. (askanews) – La cosmologia e la cosmogonia di Tolkien dal punto di vista della scienza: questo il focus di un incontro che si terrà domani a Roma, presso l’Università di Tor Vergata (Aula Gismondi, Dipartimento di Fisica), nell’ambito della terza edizione di Le Prospettive dello Spazio, l’annuale giornata di studi rivolta alla diffusione della cultura scientifica ed aperta al pubblico, organizzata dalla Sezione INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) dell’ateneo romano.

Il convegno tratterà di alcune tra le principali rivoluzioni scientifiche e delle problematiche scientifiche attuali in relazione alla visione astronomica e cosmologica presente nei testi di Tolkien. La Terra di Mezzo, il mondo fantasy creato dall’autore, può essere utilizzata – al pari di altre cosmogonie e osservazioni archeo-astronomiche – come strumento per aiutarci a comprendere il mondo attuale. Infatti, le attuali conoscenze sia del mondo microscopico che di quello macroscopico sembrano infrangersi contro una serie di osservazioni e problemi teorici che condividono le metodologie e riecheggiano con le problematiche riscontrate dall’Autore nella sua sub-creazione.

L’obiettivo del convegno non è di evidenziare fortuite o forzate coincidenze, ma di trarre spunti ed insegnamenti presenti nel dettagliato mondo speculativo di Tolkien per l’investigazione e la comprensione del nostro universo. La giornata di studio è rivolta ad un pubblico non specialistico ed ha carattere interdisciplinare.

Con l’occasione sarà possibile visitare i laboratori del Dipartimento e dell’INFN dove sono stati realizzati e sono in corso di realizzazione vari esperimenti con strumenti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale o su satellite.

Ad Alessandro Gassmann Premio ReWriters per la sostenibilità sociale

Ad Alessandro Gassmann Premio ReWriters per la sostenibilità socialeRoma, 23 nov. (askanews) – È stato consegnato oggi a Roma ad Alessandro Gassmann il Premio ReWriters, giunto alla sua quarta edizione. Il premio è assegnato dall’Associazione culturale ReWriters a chi si è contraddistinto per aver contribuito attivamente alla “riscrittura” dell’immaginario contemporaneo, creando nuovi modelli di ruolo nell’ottica della sostenibilità sociale che è al centro del Manifesto etico di ReWriters, per ispirare e facilitare l’adozione di comportamenti responsabili verso il futuro del pianeta e il benessere delle persone che lo abitano.

“Il Premio ReWriters.it 2023 va a Alessandro Gassmann per il suo impegno nella riscrittura dell’immaginario contemporaneo al fine di trasformare la nostra visione egocentrica in una visione ecocentrica, e diventare, da predatori, custodi del pianeta che abitiamo”: questa la motivazione proposta dalla presidente e founder di ReWriters.it, Eugenia Romanelli. Dalla pubblicazione del libro Io e i #GreenHeroes (Piemme, 2022), il popolare attore e regista non lascia passare occasione per schierarsi al fianco di chi è impegnato sul fronte del cambiamento climatico, della riduzione dell’inquinamento ambientale, della produzione sostenibile. “La sostenibilità sociale è uno dei tre pilastri, insieme alla sostenibilità ambientale e alla governance, dell’Agenda ONU 2030, ma viene ancora troppo spesso trascurata – ha spiegato Romanelli. – Alessandro Gassmann ha messo la sua popolarità a disposizione di chi sta già cercando di coniugare protezione dell’ambiente con equità sociale, scegliendo di valorizzare e far conoscere quelle imprese ecosensibili ed innovative dietro le quali si celano altrettanti ReWriters. D’altronde è proprio dal Manifesto etico di ReWriters che è nata ReWorld che ha messo a punto l’S-Assessment, il primo strumento scientifico italiano per misurare la sostenibilità sociale delle imprese”.“Ringrazio ReWriters.it per questo riconoscimento perché è innanzitutto un riconoscimento per tutti e tutte quei Green Heroes che stanno facendo davvero la differenza e che spero possano ispirare altri e altre così come hanno ispirato e continuano a ispirare me – ha detto Alessandro Gassmann ricevendo il premio. – Vorrei dedicare questo premio a tutte le persone giovani, invitandole a diventare a loro volta ReWriters, perché se cominciamo a immaginare la Terra come un ecosistema in cui tutto è connesso, poi diventa anche più facile prendersene cura e porre rimedio ai tanti danni che gli esseri umani hanno fatto finora”. Le edizioni precedenti del Premio ReWriters sono andate a Bebe Vio, Serena Dandini e Loredana Berté.

Il premio è l’ingegnosa opera “Sampietrone” concessa a ReWriters in esclusiva dall’artista-inventore Marco Duranti, ed è a cura dell’architetta e inventrice Cristiana Meloni.