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Fed, Powell: dazi porteranno più inflazione e meno crescita

Fed, Powell: dazi porteranno più inflazione e meno crescitaRoma, 16 apr. (askanews) – “E’ altamente probabile” che i dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump “generino quantomeno un aumento temporaneo dell’inflazione”, i cui effetti “potrebbero essere anche più persistenti”. Lo ha dichiarato il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, durante un evento all’Economic Club di Chicago.


Le ricadute per la per la politica monetaria di dazi e cambiamenti di linea sull’immigrazione “restano altamente incerte. Il livello dei dazi annunciati finora è più rilevante di quanto anticipato e lo stesso dovrebbe valere per i loro effetti economici – ha osservato – che includono inflazione più alta e crescita più bassa”. “Dovremmo farci una migliore idea delle implicazioni per l’economia e per la nostra politica monetaria” con il passare del tempo. Ed evitare che il rialzo dell’inflazione risulti persistente dipenderà anche “dal mantenimento delle aspettative di inflazione”, ha detto Powell.


“In questa fase – ha concluso – (alla Fed) siamo ben piazzati per aspettare maggiore chiarezza prima di prendere in considerazione qualunque aggiustamento alla nostra linea”.

Mps: domani assemblea su aumento Ops Mediobanca, primo esame per risiko

Mps: domani assemblea su aumento Ops Mediobanca, primo esame per risikoSiena, 16 apr. (askanews) – Il conto alla rovescia è quasi finito. L’appuntamento è per domattina alle 10 a Siena nella sede di Mps di viale Mazzini quando (in presenza) si riuniranno i soci della banca per votare l’aumento di capitale a servizio dell’Ops su Mediobanca. Importante tassello del risiko bancario in atto che potrà ridisegnare l’intero sistema finanziario del nostro Paese, anche (e soprattutto) per la partecipazione che Piazzetta Cuccia detiene in Generali.


Dopo che ieri Banco Bpm, con il suo 5%, e Anima, con il suo 4%, hanno fatto sapere che si esprimeranno a favore dell’aumento, è diventato sempre più numeroso il fronte dei favorevoli, pari a oltre il 50% del capitale. Una solida maggioranza che dovrebbe essere sufficiente a garantire i due terzi dei presenti, necessari per l’approvazione in sede straordinaria. Determinante sarà l’affluenza che, al momento, si ipotizza attorno al 70-75%. A dare l’appoggio all’aumento ci sono i soci pesanti di Mps: la Delfin della famiglia Del Vecchio (9,7%) e il gruppo Caltagirone che, secondo indiscrezioni, è salito oltre il 9% nel capitale della banca senese. Scontato anche il sì del Mef (11,7%). Oltre a questi, hanno espresso voto favorevole: il fondo sovrano norvegese Norges Bank, Pimco, il fondo di Davide Serra Algebris, Enpam, Enasarco ed alcune fondazioni bancarie. Il fronte dei fondi esteri non è compatto alla luce anche delle diverse vedute dei proxy advisor (Iss per il no, Glass Lewis per il sì). Hanno comunicato che voteranno contro: State Board of Administration Florida, Calvert, NNew York City Comptroller e Cpp Investment. Una volta che avrà incassato l’ok all’aumento funzionale all’Ops, l’AD di Mps, Luigi Lovaglio, punta a chiudere la scalata su Mediobanca entro luglio. Solo una settimana fa, nonostante le turbolenze dei mercati, ha ribadito che il prezzo offerto è equo. L’offerta pubblica di scambio, annunciata a sorpresa all’alba del 24 gennaio, offre per ciascuna azione Mediobanca portata in adesione un corrispettivo pari a 2,3 azioni Mps di nuova emissione. Obiettivo dell’Ops, da subito considerata ostile e distruttiva di valore da parte di Piazzetta Cuccia, è quello di creare un nuovo campione bancario italiano attraverso l’unione di due tra i marchi più distintivi del mercato dei servizi finanziari: Mps per il retail e commercial banking e Mediobanca per il wealth management, corporate & investment banking e consumer finance. Un’operazione innovativa, aveva in passato sottolineato Lovaglio, “ma a volte bisogna pensare in grande, guardando al futuro, perchè chi rimane fermo non crea valore”.


L’operazione Mps-Mediobanca, se si concludesse con un successo, potrebbe essere prodromica a un’alleanza allargata anche a Banco Bpm, nel caso in cui l’Ops di UniCredit non andasse in porto. Un polo certamente visto di buon occhio dal governo. Dopo l’assemblea di Siena, l’altro appuntamento clou sarà a Trieste il 24 aprile quando si riunirà l’assemblea di Generali chiamata a rinnovare il cda. Alla lista di maggioranza di Mediobanca, che ricandida il tandem Sironi-Donnet, si contrapporranno le liste del gruppo Caltagirone e dei fondi. Occhi puntati sul voto di UniCredit, titolare di oltre il 5% del capitale. Un investimento puramente finanziario, ha sempre assicurato il Ceo, Andrea Orcel, ma che sarà ago della bilancia nella partita del Leone.

Bce, tra dazi e supereuro domani atteso nuovo taglio ai tassi

Bce, tra dazi e supereuro domani atteso nuovo taglio ai tassiRoma, 16 apr. (askanews) – La conferma del rallentamento dell’inflazione media nell’area euro al 2,2% è un ulteriore elemento che spiana la strada ad un nuovo taglio dei tassi da parte della Bce. Oggi e domani mattina si svolge il Consiglio direttivo monetario. Alle 14 e 15 di domani verranno comunicate le decisioni sui tassi. Poco dopo la presidente Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa.


L’attesa prevalente è che il peggioramento delle prospettive economiche determinato dai dazi annunciati – e in parte rapidamente sospesi dall’amministrazione Trump negli Usa – combinato ai cali dei prezzi del petrolio e ai rafforzamenti dell’euro, spingano la Bce a un nuovo taglio dei tassi. Il riferimento sui depositi, che resta il tasso guida in questa fase, scenderebbe così al 2,25%. Una mossa praticamente obbligata, secondo diversi analisti, laddove la precedente riunione si era chiusa apparentemente anche con la possibilità di una pausa sulle riduzioni dei tassi.


Infatti dopo tutto quello che è avvenuto nelle ultime settimane, se la Bce si astenesse dalla mossa attesa dai mercati, rischierebbe di reinnescare tensioni e apprezzamenti dell’euro, che in un quadro di incertezza sulle prospettive delle esportazioni non è lo sviluppo più auspicabile. E oggi i segnali sul nuovo indebolimento della domanda di prestiti delle imprese nel primo trimestre, dall’indagine sul credito bancario della stessa Bce, alimentano i rischi di sviluppi negativi per l’economia. Lagarde verrà innanzitutto bersagliata di domande su quelle che la Bce ritiene essere le ricadute per le tensioni commerciali con Washington. Non è da escludere che venga anche interpellata su eventuali discussioni con la sua controparte Usa, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. A Breve lo stesso Powell interverrà all’Economic Club di Chicago, un discorso che sarà attentamente seguito dagli operatori. In serata l’euro mantiene una dinamica di rafforzaneto a 1,1371 dollari. (fonte immagine: ECB).

Wto: con dazi reciproci interscambio merci globale -1,5% in 2025

Wto: con dazi reciproci interscambio merci globale -1,5% in 2025Roma, 16 apr. (askanews) – Le tensioni innescate dai nuovi dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump negli Usa rischiano di far diminuire dello 0,2% i volumi dei traffici globali di merci quest’anno, per poi risalire del 2,5% il prossimo, con ricadute particolarmente negative per le esportazioni in Nordamerica, previste in calo del 12,6%. Sono le stime dell’Organizzazione mondiale nel commercio (Wto), pubblicate oggi nel Global Trade Outlook and Statistics, in base ai livelli attualmente in vigore di queste misure su import e export.


Secondo lo studio, se alla fine venissero riapplicati i dazi “reciproci” annunciati da Washington – che sono stati rapidamente sospesi, salvo che per la Cina – la contrazione dell’interscambio globale di merci risulterebbe molto più marcata, pari all’1,5%. Il Wto ha anche elaborato per la prima volta uno studio sugli scambi di servizi, oltre alle tradizionali stime sul traffico merci, secondo cui quest’anno i volumi su questo segmento cresceranno del 4%, circa 1 punto percentuale in meno di quanto previsto prima che scattassero i dazi.


La direttrice del Wto, Ngozi Okonjo-Iweala si dice “profondamente preoccupata dall’incertezza che circonda le politiche commerciali, anche per lo stallo tra Stati Uniti e Cina. La recente escalation ha temporaneamente alleviato alcune pressioni sul commercio globale. Tuttavia, la persistente incertezza minaccia di agire come un freno sulla crescita globale – sostiene – con gravi ricadute negative Per il mondo e in particolare per le economie più vulnerabili”. (fonte immagine: WTO).

Cina, Pil I trimestre sale del 5,4%, oltre le attese

Cina, Pil I trimestre sale del 5,4%, oltre le atteseRoma, 16 apr. (askanews) – Il prodotto interno lordo cinese nel primo trimestre 2025 è salito del 5,4% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.


Il risultato è uscito superiore alle attese degli analisti che si attendevano un incremento del 5,0%-5,2%. Il dato congiunturale (+1,20%) è invece risultato inferiore alle previsioni di 0,2 punti. Nettamente superiore alle attese la produzione industriale di marzo, salita in Cina del 7,70% rispetto allo stesso mese del 2024 contro un +5,90% previsto dagli analisti.

Dl bollette, la Camera vota la fiducia. Ok bonus energia ed elettrodomestici

Dl bollette, la Camera vota la fiducia. Ok bonus energia ed elettrodomesticiRoma, 15 apr. (askanews) – Bonus elettrodomestici senza più click day ma con sconto in fattura, proroga dell’attuale regime fiscale per le auto aziendali benzina e diesel (fringe benefit) ordinate entro il 31 dicembre 2024 e concesse entro il 31 giugno 2025, ulteriore proroga delle tutele per gli utenti vulnerabili. Queste le principali novità introdotte alla Camera sul decreto bollette, su cui il governo oggi ha ottenuto la fiducia. I voti favorevoli sono stati 182 e 113 quelli contrari. Dopo il voto finale di Montecitorio il provvedimento passerà poi all’esame del Senato.


Un decreto, secondo la maggioranza, che viene incontro alle esigenze di famiglie e imprese per fronteggiare l’emergenza del caro bollette. Per le opposizioni, un provvedimento inadeguato e insufficiente, senza una visione, che non risolve i problemi strutturali sugli elevati costi dell’energia.Confermate le misure già previste nel decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 febbraio scorso, relative al contributo da 200 euro per il 2025 sulla bolletta dell’energia elettrica per le famiglie con Isee fino a 25.000 euro, misura che secondo le stime coinvolge 8 milioni di famiglie e vale 1,6 miliardi di euro. Il contributo è aggiuntivo rispetto al bonus precedente di cui già godevano le famiglie con Isee fino a 9.530 euro oppure sopra i 20.000 euro per i nuclei con almeno quattro figli.


Confermate anche le misure a favore delle grandi imprese cosidette “energivore” con un contributo per complessivi 600 milioni di euro, attraverso il fondo per la transizione energetica, derivante dai proventi delle aste delle quote di emissione di CO2 del 2024. Per le piccole e medie imprese con una potenza disponibile di almeno 16,5 KW è previsto invece l’azzeramento per sei mesi in bolletta degli oneri di sistema (in particolare della voce che sostiene le fonti rinnovabili e la cogenerazione) per un onere di ulteriori 800 milioni di euro. Sul bonus elettrodomestici, che potrà arrivare fino al 30% del costo d’acquisto, per un massimo di 100 euro, cifra che sale a 200 euro per i nuclei familiari con ISEE inferiore a 25.000 euro, non è più previsto il sisterma del click day, ma lo sconto in fattura. La norma rinvia a un decreto interministeriale l’individuazione degli elettrodomestici ad elevata efficienza energetica che possono beneficiare dell’incentivo a fronte dello smaltimento dell’elettrodomestico sostituito di classe energetica inferiore. L’incentivo sarà riconosciuto solo per prodotti realizzati in stabilimenti dell’Unione Europea. La gestione dei contributi avverrà tramite la piattaforma informatica gestita da PagoPa, mentre le attività istruttorie, di verifica e controllo, saranno svolte da Invitalia.Novità anche per le auto aziendali a benzina e diesel, che se ordinate entro il 31 dicembre 2024 e concesse come fringe benefit entro giugno 2025 possono continuare a godere del vecchio regime fiscale più conveniente rispetto a quello introdotto con la legge di bilancio, che favorisce le auto elettriche.


Una norma ad hoc è stata introdotta per i clienti vulnerabili (over 75, disabili e fragili economici): potranno continuare a godere delle maggiori tutele anche dopo il 31 marzo 2027 (termine del sistema a tutele graduali), senza passare al mercato libero ed essere esposti al teleselling selvaggio.Introdotta nell’esame in Commissione anche la norma che prevede la non pignorabilità della casa di proprietà di un soggetto vulnerabile se il debito per il mancato pagamento di bollette energetiche condominiali sia inferiore a 5.000 euro e la casa sia l’unico immobile di proprietà del debitore.


Sulle comunità energetiche, è passato un emendamento che fa chiarezza sui soggetti che possono farne parte: le aziende territoriali per l’edilizia residenziale, gli istituti pubblici di assistenza e beneficienza, le aziende pubbliche per i servizi alle persone e ai consorzi di bonifica. Viene inoltre specificato che le piccole e medie imprese, già incluse tra i soggetti che esercitano poteri di controllo nelle comunità energetiche rinnovabili, possono anche essere partecipate da enti territoriali.Con un altro emendamento approvato in Commissione è stato concesso più tempo ad Arera per definire le misure volte migliorare la trasparenza e la confrontabilità delle offerte di energia elettrica e di gas ai clienti finali domestici sul mercato libero. Non più 30 giorni dall’approvazione del decreto ma tre mesi.Con il decreto arrivano 10 milioni di euro per il 2025 per l’erogazione di contributi a fondo perduto volti a ridurre il costo dell’energia sostenuto dalle piscine ‘energivore’, gestite da associazioni e società sportive iscritte nel registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche.Tra le modifiche approvate al decreto anche un emendamento che prevede misure per la transizione energetica delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza e delle strutture sanitarie e socio sanitarie no-profit. 

Bce, giovedì atteso taglio tassi “imposto” dalle tensioni sui dazi

Bce, giovedì atteso taglio tassi “imposto” dalle tensioni sui daziRoma, 15 apr. (askanews) – Il calmieramento dei mercati visto nelle ultime sedute – se dovesse persistere – consentirà al Consiglio direttivo della Bce di svolgersi in un clima meno allarmistico, rispetto a quello della settimana scorsa. I banchieri centrali dell’area euro terranno di fatto una riunione allungata a tre giorni, dato che stasera si ritroveranno per una cena informale alla quale la presidente Christine Lagarde ha invitato il presidente del Consiglio europeo, il portoghese Antonio Costa.


L’incontro di stasera tuttavia non riguarda le decisioni monetarie, ma è una occasione per un regolare scambio su “questioni di interesse reciproco”, secondo quando era stato precisato dalla Bce. I temi monetari verranno affrontati dai banchieri centrali solo da domani pomeriggio e giovedì mattina. Al termine della riunione, alle 14 e 15 di giovedì, verranno comunicate le decisioni sui tassi di interesse. Poco dopo Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa. L’attesa prevalente è che il peggioramento delle prospettive economiche determinato dai dazi annunciati – e in parte rapidamente sospesi dall’amministrazione Trump negli Usa – combinato ai cali dei prezzi del petrolio e ai rafforzamenti dell’euro, spingano la Bce a un nuovo taglio dei tassi. Una mossa praticamente obbligata, secondo diversi analisti, laddove la precedente riunione si era chiusa apparentemente anche con la possibilità di una pausa sulle riduzioni dei tassi.


Infatti dopo tutto quello che è avvenuto nelle ultime settimane, se la Bce si astenesse dalla mossa attesa dai mercati, rischierebbe di reinnescare tensioni e apprezzamenti dell’euro, che in un quadro di incertezza sulle prospettive delle esportazioni non è lo sviluppo più auspicabile. E oggi i segnali sul nuovo indebolimento della domanda di prestiti delle imprese nel primo trimestre, dall’indagine sul credito bancario della stessa Bce, alimentano i rischi di sviluppi negativi per l’economia. Lagarde verrà innanzitutto bersagliata di domande su quelle che la Bce ritiene essere le ricadute per le tensioni commerciali con Washington. Non è da escludere che venga anche interpellata su eventuali discussioni con la sua controparte Usa, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. Domani sera lo stesso Powell interverrà all’Economic Club di Chicago, un discorso che sarà attentamente seguito dagli operatori.

Dazi, la Commissione Ue: nessun compromesso sulle norme agroalimentari europee

Dazi, la Commissione Ue: nessun compromesso sulle norme agroalimentari europeeBruxelles, 15 apr. (askanews) – La Commissione Ue “non è disponibile a compromessi sulla salute e il benessere dei cittadini europei”, mettendo in discussione gli standard Ue di qualità del settore agroalimentare; questa per la Commissione è “una linea rossa”: gli standard agroalimentari “non sono parte del negoziato” con l’Amministrazione Usa sui dazi, così come non ne fa parte “la regolamentazione Ue sulla tecnologia e il mercato digitali”.


Lo hanno sottolineato oggi a Bruxelles i portavoce della Commissione europea Arianna Podestà e Olof Gill, durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario. Il nuovo incontro con le controparti Usa ieri dell’eurocommissario responsabile, Marcos Sfcovic era esplorativo e “ora ci attendiamo negoziati significativi e impegni supplementari dagli Usa – ha detto Gill -: sta a loro”, a significare che secondo la Ue ora la palla è nella metà campo Usa.

Record occupati Ue in 2024 (76%), in Italia il dato più basso (67%)

Record occupati Ue in 2024 (76%), in Italia il dato più basso (67%)Roma, 15 apr. (askanews) – Lo scorso anno il tasso di occupazione medio nell’Unione europea ha raggiunto il 75,8%, il livello più elevato dall’inizio delle serie storiche nel 2009. Lo riporta Eurostat, secondo cui gli occupati tra 20 e 64 anni nella Ue hanno raggiunto 197,6 milioni, lo 0,5% in più rispetto al 2023 e l’1,2% in più rispetto al 2022.


Eurostat rileva che l’Italia, dove il tasso di occupazione su questa fascia di età è pari al 67,1%, è il paese con il livello più basso di tutta l’Unione, seguita dalla Grecia (69,3%) e dalla Romania (69,5%). All’opposto i livelli di occupazione più elevati si registrano in Olanda (83,5%), Malta (83%) e Cechia (82,3%). (fonte immagine: Eurostat).

Dazi, nuovo incontro Ue-Usa apparentemente senza passi in avanti

Dazi, nuovo incontro Ue-Usa apparentemente senza passi in avantiRoma, 15 apr. (askanews) – Nuovo incontro sui dazi commerciali a Washington – apparentemente senza passi in avanti di rilievo – per il commissario europeo al Commercio, Marcos Sefcovic. Secondo il resoconto fornito dal portavoce, Olof Gill, sul tavolo sono stati affrontati i temi della proposta europea di dazi a zero per tutti i beni industriali, inclusa l’auto; quello dell’eccesso di capacità produttiva nei settori di acciaio e alluminio e, terzo, quello della resilienza delle catene di approvvigionamenti su micro circuiti e farmaceutica.


Ma eloquentemente, a due riprese, il portavoce della Commissione Ue ripete che “come in ogni negoziato, entrambe le parti devono portare qualcosa sul tavolo”, implicitamente, lasciando così capire che al momento dalla delegazione Usa non sono state presentate controproposte. L’incontro di Sefcovic con il segretario al Commercio Usa, Howard Lutnick è durato circa due ore, successivamente ha avuto ulteriori riunioni al Dipartimento del Tesoro, riferisce ancora il portavoce.