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Fed, Powell: troppo presto per dire quale sia linea appropriata tassi

Fed, Powell: troppo presto per dire quale sia linea appropriata tassiRoma, 4 apr. (askanews) – “È troppo presto per dire quale sarà il percorso appropriato per la politica monetaria. Resteremo attenti ai dati che perverranno, all’evolversi delle prospettive e al bilancio dei rischi. Siamo ben posizionati per aspettare di aver maggiore chiarezza, prima di considerare qualunque aggiustamento alla nostra linea monetaria”. Lo ha affermato il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell intervenendo ad un una conferenza in Virginia. Powell ha sottolineato il quadro di elevata incertezza che circonda le prospettive economiche e sull’inflazione.

Dazi, Powell (Fed): superiori a attese, causeranno più inflazione

Dazi, Powell (Fed): superiori a attese, causeranno più inflazioneRoma, 4 apr. (askanews) – “E’ altamente probabile che i dazi commerciali provochino quantomeno su base temporanea un aumento dell’inflazione”, ma “è anche possibile che i loro effetti siano più persistenti”. Lo ha affermato il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell intervenendo a una conferenzaad Arlington, in Virginia.


Powell ha ribadito che resta molto difficile valutare gli effetti di questi provvedimenti sul commercio con l’estero fino a quando non ci sarà maggiore certezza sui dettagli, “ad esempio su cosa verrà sottoposto a dazi, sul loro livello e sulla loro durata e sulla portata delle rappresaglie dei nostri partner commerciali”. Sebbene l’incertezza resti elevata – ha però aggiunto – sta diventando più chiaro che gli aumenti dei dazi saranno più ampi misura rilevante dell’atteso”.

Dazi Usa, Tajani: no a prove muscolari, cercare risultati utili

Dazi Usa, Tajani: no a prove muscolari, cercare risultati utiliBruxelles, 4 apr. (askanews) – No a reazioni “muscolari”, “urlate”, dell’Ue contro gli Stati Uniti; non a un’escalation verso una guerra dei dazi, che farebbe danni a tutti, anche alle imprese europee; non si tratta di “fare un dispetto” agli americani, ma di trattare con loro “con la schiena dritta”, in modo “ponderato e intelligente”, per avere “dei risultati utili”. Lo ha ribadito oggi a Bruxelles il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, rispondendo ai giornalisti durante un punto stampa a margine della riunione ministeriale della Nato, nel quartier generale dell’Alleanza.


A chi chiedeva se l’Europa non debba rispondere rapidamente e con forza ai dazi americani, come hanno fatto Canada e Cina, e se non vi sia il rischio che l’Ue resti impigliata nelle sue divisioni, pagando questo a caro prezzo nel negoziato, Tajani ha risposto che il prezzo più alto verrebbe da una escalation, se vi fosse una guerra dei dazi, che va assolutamente evitata. “Il prezzo si paga con la guerra dei dazi. Le prove muscolari in materia di dazi provocano un danno economico a tutti”, ha rilevato il ministro. E se da parte americana “è stato sbagliato aprire questo confronto”, da parte europea “sarebbe sbagliato reagire con una guerra dei dazi”.


“La forza – ha sottolineato Tajani – si vede dall’atteggiamento che uno ha. Una reazione muscolare, urlata è un segno di debolezza. La forza ti porta ad avere delle reazioni che possono portare a dei risultati utili. Non c’è un imprenditore in Italia che chieda la guerra dei dazi, quindi – ha chiesto – per fare contento chi dovremmo scatenare una guerra dei dazi? Dobbiamo dare dei segnali, trattare a schiena dritta con gli americani”. Insomma, “vediamo cosa si farà. Però, ripeto, l’utile non è strillare; la Cina fa quello che vuole, il Canada fa quello che vuole. Noi siamo l’Europa e ci comportiamo secondo i nostri interessi”.


Il ministro ha insistito sul fatto che “Bisogna riflettere con calma. La reazione violenta – ha avvertito – fa solo danni. Il mio problema non è quello di dire: gli americani hanno fatto una cosa, allora io faccio un dispetto agli americani. Il dispetto agli americani significa fare un dispetto agli italiani e agli europei, e mi sembra una grande sciocchezza. Quindi la reazione deve essere sempre ponderata, intelligente e non deve provocare un’escalation”. Al Consiglio Ue dei ministri responsabili del Commercio internazionale, lunedì a Lussemburgo, “si deciderà di scongelare la lista dei beni americani che potrebbero essere soggetti a dazi, e lo si dovrà fare valutando nella lista quali sono i prodotti che non provocano danni alle nostre imprese e al nostro export”. E questo “va tutto valutato con grande calma e grande serenità. Oggi c’è un colloquio tra Maros Sefcovic (il commissario Ue al Commercio, ndr) e il responsabile del commercio internazionale americano, poi ci vorrà ancora qualche giorno prima che si possa fare questa lista”, ha osservato ancora Tajani.


“Stiamo parlando con le imprese, stiamo parlando – ha riferito – con tutti gli esperti, stiamo valutando insieme agli europei cosa fare e quali debbano essere i contenuti di un eventuale azione” di risposta europea. “E qui parliamo sempre di eventuali azioni che riguardano le sanzioni imposte sull’alluminio e sui suoi derivati, non su altri. Acciaio, ma soprattutto alluminio”. L’Ue, in effetti, sta lavorando su due liste di contromisure in risposta, per ora, solo al primo annuncio dei dazi americani, il 12 marzo scorso, su acciaio e alluminio, mentre si vedrà più tardi la risposta da dare agli annunci successivi (i dazi sulle auto, il 26 marzo, e quelli “reciproci” del 2 aprile), per i quali si aspetta di vedere prima i risultati dei negoziati in corso con Washington. La risposta ai dazi Usa su acciaio e alluminio consisterà nella pubblicazione di due diverse liste di prodotti americani da colpire con le misure di ritorsione dell’Ue: la prima riprende una lista già decisa con le misure del 2018-2020 (quando la prima Amministrazione Trump aveva introdotto dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio) che erano poi state sospese durante l’Amministrazione Biden, e che verranno ora riattivate; la seconda lista, invece, riguarda i nuovi prodotti Usa presi di mira dalle contromisure europee, per rispondere al dazio aggiuntivo del 15% sull’alluminio, rispetto a quello del 10% deciso dalla prima Amministrazione Trump. E’ soprattutto su questa seconda lista (su cui i rappresentanti degli Stati membri voteranno il 9 aprile) che è in corso il negoziato, per decidere quali prodotti includere e quali escludere, in modo che la successiva risposta americana non penalizzi troppo un particolare paese Ue rispetto agli altri o non danneggi un settore particolarmente sensibile della produzione europea. Su questo punto, ha riferito Tajani, “il governo ha una serie di iniziative in cantiere, alcune sono già partite, per cercare di tutelare nel modo migliore le nostre imprese, questo è quello che noi dobbiamo fare”. E tra l’altro, ha precisato il ministro rispondendo a una domanda specifica, “l’idea nostra è quella di escludere i motocicli di piccola cilindrata” dalla lista dei prodotti Usa presi di mira, così come (lo aveva ribadito ieri) il whisky americano (Bourbon), con l’evidente obiettivo di cercare di evitare nuove ritorsioni americane contro i motocicli italiani e contro i vini europei. Infine, a una domanda su una eventuale iniziativa italiana a sostegno delle imprese colpite dai dazi americani, come quella che ha annunciato ieri la Spagna, il ministro ha risposto: “Ascolteremo le imprese e vedremo di ciò di cui hanno bisogno. Il problema non è dare degli aiuti, perché gli aiuti sono una questione temporanea. Qua dobbiamo fare una scelta strategica: quella di andare a recuperare esportazione in altri mercati”. E allo stesso tempo, “vedere cosa si può fare con gli Stati Uniti, e vedere, come europei, anche come poter far crescere il mercato interno. Tra le cose che bisogna fare c’è quella di ridurre i costi di produzione, e di arrivare al mercato unico dell’energia, all’unione bancaria, all’unione dei mercati dei capitali, all’armonizzazione fiscale. Sono cose da fare, molte cose anche in Europa, in una dimensione europeista, non anti-europea”. “Ci serve più mercato interno, se vogliamo che le nostre imprese siano più competitive e possano usufruire al meglio di questa grande opportunità. Già il giro d’affari ogni anno è di oltre 200 miliardi. E quindi, nonostante la crisi della Germania, le esportazioni nel mercato unico sono di fondamentale importanza”, ha concluso Tajani.

Petrolio sprofonda ai minimi dal 2021, barile Wti -7% a 62 dollari

Petrolio sprofonda ai minimi dal 2021, barile Wti -7% a 62 dollariRoma, 4 apr. (askanews) – Non si arresta, ma anche anzi peggiora il tracollo delle quotazioni del petrolio, innescato dall’ordine esecutivo firmato l’altro ieri da Donald Trump sui dazi commerciali. Le quotazioni si ritrovano ai minimi da oltre 3 anni a questa parte, nel pomeriggio, il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord crolla del 6,63% a 65,49 dollari. In preapertura New York, il West Texas Intermediate cade del 7,27% al 62,08 dollari. In due sedute le quotazioni sono cadute di circa 10 dollari.


Valori che non si registravano da metà 2021, mentre l’economia globale risentiva della recessione causata da lockdown e misure imposte dai governi a motivo del Covid. Il tutto nell’ambito di massicci riposizionamenti sui mercati con gli investitori che vendono asset volatili e spostano fondi su quelli ritenuti più sicuri, come i titoli di Stato americani che hanno visto i rendimenti sulla scadenza decennale calare sotto il 4% per la prima volta da mesi.


A peggiorare la situazione per i prezzi dell’oro nero potrebbe aver contribuito la circostanza che la mossa Washington è scattata quasi contemporaneamente ad un aumento tecnico dell’offerta da parte dei maggiori esportatori (Opec+). Già ieri i prezzi erano collassati. Over persistessero, i cali dovrebbero riflettersi sui prezzi dei carburanti e in generale avere effetti deflazionistici sull’economia.

Wall Street verso un’altra seduta di passione: nuovo crollo dei future

Wall Street verso un’altra seduta di passione: nuovo crollo dei futureMilano, 4 apr. (askanews) – Wall Street si avvia verso un’altra giornata di passione dopo aver registrato ieri la peggior seduta dal 2020 in scia ai dazi annunciati da Donald Trump e ai timori di recessione. I future sul Dow Jones perdono il 3,2%, quelli sul Nasdaq il 3,5%. La Cina ha annunciato che imporrà dazi aggiuntivi del 34% su tutti i beni importati dagli Usa, a partire dal 10 aprile. Il petrolio Wti crolla di oltre il 7% portandosi sulla soglia dei 62 dollari al barile, sui minimi dal 2021.

Calcio, Ranieri: “Futuro allenatore? Nessuna bugia”

Calcio, Ranieri: “Futuro allenatore? Nessuna bugia”Roma, 4 apr. (askanews) – Roma e Juventus si sfidano domani alle 20.45 allo stadio Olimpico per la 31esima giornata di Serie A. La Roma reduce da 7 vittorie consecutive e la Juventus da prestazioni discontinue ma con uno spirito diverso dato dal recente cambio di panchina. Riguardo alla Juventus, Ranieri ha evidenziato il cambio di filosofia di gioco e di allenatore, descrivendola come una squadra più determinata, come visto contro il Genoa. Ha sottolineato l’importanza della settimana di lavoro per affinare le richieste di Tudor. “Celik è recuperato, Rensch sta recuperando, ma non sarà in panchina. Non lo voglio rischiare. Gli altri stanno tutti bene”. Su Hummels dice: “Stava bene anche dopo Bilbao. È un campione, non ha problemi sotto questo aspetto”. Ha poi parlato dell’importanza della difesa: “Quando una squadra difende bene è perché tutti lavorano per recuperare i palloni e giocarli. Grande lavoro di offesa e difesa”. Sulla sua esperienza con la Juventus e la rivalità tra le squadre: “Non è stata una separazione traumatica la mia con la Juventus. Semmai dovessi scrivere un libro ne parlerò. Dirò la mia verità, che è la verità. Perché io non so dire bugie”. Ha espresso aspettative per una partita intensa: “Possiamo vincere, pareggiare o perdere, ma i tifosi devono uscire e dire ‘almeno hanno lottato fino alla fine’”. In merito alla necessità di un palleggiatore ha ribadito l’importanza dell’atteggiamento: “Io ho bisogno di 11 giocatori che lottino su ogni pallone. Domenica c’è da correre e lottare”. Sull’assenza di Saelemaekers e la scelta tra Soulé ed El Shaarawy ha dichiarato: “Sceglierò come al solito domenica sera”. Parlando dei risultati ottenuti contro squadre di alto livello ha spiegato: “Dentro una partita ci sono più partite e ognuna fa storia a sé. La Juve è partita benino però sta lassù. Noi siamo partiti male, per cui sarà una grande partita”. Su Koné afferma: “È un grande giocatore e ha molto da imparare e migliorare. Avere un giocatore di 23 anni che fa quello che fa lui, è tanta roba”. La Roma punta su Dybala: “La società non ha cambiato di una virgola le nostre impressioni e decisioni su Paulo. È un giocatore importante per noi e ci contiamo tantissimo anche per il prossimo Campionato”. Su Pellegrini esprime fiducia: “Pellegrini è un giocatore con tanta qualità per cui è sempre disponibile e conto molto su di lui”. Sui calcoli in vista del derby Lazio-Roma: “Calcoli non ne abbiamo fatti neanche durante il Campionato. Ho sempre pensato di far giocare chi fosse più in forma, in un connubio tra mentalità e forma fisica”. Infine, su Ndicka ha elogiato il suo impegno: “Mi piace perché sta sempre sul pezzo, è sempre pronto. Bravo in velocità e con i piedi. Deve migliorare? Io sono contento così. Io ci parlo molto, voi ne parlate poco”.

Dazi, Tajani: l’Italia non può negoziare con gli Usa, è competenza Ue

Dazi, Tajani: l’Italia non può negoziare con gli Usa, è competenza UeBruxelles, 4 apr. (askanews) – Uno Stato membro dell’Ue non può negoziare direttamente sui dazi con gli Stati Uniti, come la Lega vorrebbe che facesse l’Italia, non passando attraverso l’Unione europea. Lo ha precisato oggi a Bruxelles il ministro degli Esteri italiano, che ha competenza anche per il Commercio, Antonio Tajani, rispondendo ai giornalisti durante un punto stampa a margine della riunione ministeriale della Nato, nel quartier generale dell’Alleanza.


“Non si può negoziare” direttamente, come Italia “con gli Stati Uniti perché la competenza del commercio internazionale è della Commissione europea, quindi chi tratta” con gli americani “è il commissario Ue Maros Sefcovic, ascoltando e confrontandosi con noi”, ha puntualizzato Tajani. “Poi – ha aggiunto -, noi possiamo fare delle altre azioni. Un conto sono le norme, secondo cui sui dazi tratta la Commissione europea; ma si possono fare anche operazioni di politica commerciale, che è quello che stiamo facendo noi. Io ho già presentato, ed è già operativo il piano d’azione del governo fatto dal Ministero degli Esteri, che è anche responsabile del Commercio internazionale, per esplorare nuovi mercati. Io sarò fra qualche giorno prima in India, poi in Giappone”.


Inoltre, ha continuato il ministro, “stiamo lavorando per far sì che possa esserci anche una riduzione dei costi di produzione: dovremo farlo all’interno, e anche lavorando a Bruxelles, come ha detto ieri la Presidente del Consiglio quando parlava di iniziativa a Bruxelles. Significa anche lavorare affinché ci siano meno costi per la produzione delle nostre manifatture, e quindi ammortizzare il costo dei dazi con altre scelte”. “Poi bisogna lavorare con gli americani a livello europeo per arrivare a una riduzione della metà, cioè arrivare soltanto all’aumento del 10%” dei dazi, invece del 20% annunciato da Trump, ha spiegato Tajani, indicando così l’obiettivo di una eventuale offerta negoziale che l’Ue potrebbe fare agli Usa.


“E poi, perché no? Il mio grande sogno sarebbe quello di un grande mercato transatlantico con zero dazi di qua e zero dazi di là, un grande mercato che porterebbe alla crescita economica di tutto il sistema occidentale, alla crescita del sistema americano e alla crescita del sistema europeo”, ha concluso il ministro.

Dazi, ecco le cifre chiave dell’interscambio tra Usa e eurozona

Dazi, ecco le cifre chiave dell’interscambio tra Usa e eurozonaRoma, 4 apr. (askanews) – I paesi dell’area euro presentano effettivamente un surplus degli scambi commerciali di beni molto consistente rispetto agli Stati Uniti, nel 2024 ha raggiunto 213 miliardi di euro, quasi il 68% in più rispetto ai 127 miliardi di surplus del 2015. Ma al tempo stesso presentano un disavanzo sugli scambi di servizi quasi altrettanto rilevante: in questo caso sono gli Usa in surplus, per ben 156 miliardi, sempre nel 2024. E anche sui trasferimenti di redditi gli Usa sono in forte avanzo, per 52 miliardi. Da questo, assieme a tutte le altre poste di interscambio, risulta che nel 2024 il surplus di partite correnti dell’area euro sugli Usa si sia limitato ad appena 3 miliardi di euro, e dopo che nel 2023 questa voce era invece risultata in deficit per 30 miliardi (lo 0,2% del Pil), cioè in quell’anno erano gli Usa ad essere in surplus.


A fare i conti dettagliati dell’interscambio tra le due aree economiche, nel pieno dell’allarmismo dei mercati per i dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump sulle importazioni di beni, è la Banca centrale europea, che inserisce una analisi specifica nell’ultimo rapporto trimestrale sul bilancio di partite correnti dell’unione valutaria. Un quadro che fa capire per quale motivo, a fronte dei dazi imposti da Washington, Bruxelles stia meditando non tanto e non solo di rispondere con misure analoghe, ma eventualmente colpendo anche gli scambi sui servizi, dove appunto sono gli Usa in forte avanzo.


Basti tenere conto che sul solo uso di proprietà intellettuali il deficit dell’area euro sugli Usa è esploso da 5 miliardi di euro nel 2015 a 168 miliardi nel 2024. Un aumento di oltre 33 volte. E il surplus Usa di 156 miliardi dello scorso anno sui servizi è a sua volta aumentato quasi 7,5 volte, rispetto ai 21 miliardi che questa voce mostrava nel 2015. La Bce peraltro sottolinea che tra 2015 e il 2019 l’eurozona aveva mostrato un saldo di partite correnti positivo stabile attorno all’1% del Pil, ben superiore a quello attuale. Dal 2019 invece questo surplus è gradualmente finito in deficit (salvo che lo scorso anno) “in parte a riflesso delle delle attività delle multinazionali statunitensi nell’area euro”.


Un altro elemento di rilievo di cui tenere conto è quello del forte deflusso di investimenti che dell’area valutaria si dirigono verso l’economia statunitense. Nel 2024 la posizione bilaterale netta sugli investimenti dell’eurozona rispetto agli Usa risultava al 26% del Pil, in forte rialzo dal 18% del 2023 e oltre 6,5 volte il 4% del Pil che si registrava nel 2015. Secondo la Bce questo è stato determinato prevalentemente da spostamenti sul portafoglio di investimenti nell’azionario, in cui Eurolandia da debitore netto è diventata creditore netto. Gli investimenti su obbligazionario e gli investimenti diretti hanno a loro volta contribuito, ma in misura minore. Gli Usa, prosegue la Bce, sono la prima destinazione di investimenti transfrontalieri per l’area euro. Alla fine del 2024 gli asset finanziari dell’area rispetto agli Stati Uniti ammontavano a 12.380 miliardi di euro, l’82% del Pil, un aumento dell’83% rispetto al 2015. Questo prevalentemente a seguito dell’aumento degli investimenti su titoli azionari emessi da società statunitense, che sono aumentati del 286% tra il 2015 e 2024, va sottolineato che questo rialzo risente, anzi è dovuto soprattutto, all’aumento delle quotazioni dei titoli in questione nel medesimo periodo. Sempre tra 2015 e 2024 gli investimenti in titoli obbligazionari Usa da parte dei Paesi dell’area euro sono aumentati del 91%.


D’altra parte, anche gli Usa sono la principale fonte esterna di investimenti finanziari nell’area valutaria, con un ammontare complessivo che alla fine del 2024 ha raggiunto 8.410 miliardi di euro, il 56% del Pil dell’area, in aumento del 32% rispetto a fine 2015. Questo riflette prevalentemente un aumento del 97% sugli investimenti in azionario, mentre gli investimenti diretti degli Stati Uniti sono calati nello stesso periodo del 9%. Cifre che potrebbero spiegare perché alcune cancellerie in Europa si stiano agitando per cercare di mettere nel mirino queste poste. Al tempo stesso la rilevanza di questi scambi fa anche comprendere perché qualunque costo supplementare imposto in questa partita – tra due aree economiche che non presentano differenziali di costo “stridenti” su elementi come il lavoro, cosa che invece avviene con altre aree del mondo – rischia di causare non pochi danni e entrambi. (fonte immagine: European Central Back 2025).

Piazza Affari sempre più a picco: Ftse Mib (-7,7%) azzera guadagni 2025

Piazza Affari sempre più a picco: Ftse Mib (-7,7%) azzera guadagni 2025Milano, 4 apr. (askanews) – Piazza Affari sempre più giù, trascinata dal tracollo dei titoli bancari, che hanno un peso predominante sul listino milanese: il Ftse Mib al giro di boa di metà seduta lascia sul terreno il 7,7% scivolando a 34.154 punti, riportandosi sui livello di inizio gennaio. Di fatto la Borsa di Milano ha azzerato i guadagni da inizio anno ad oggi. Peggiorano, comunque, tutte le Borse europee dopo la notizia che la Cina imporrà dazi aggiuntivi del 34% su tutti i beni importati dagli Usa, a partire dal 10 aprile: Madrid -6,5%, Francoforte -5,5%, Parigi -4,7%, Londra -4,2%.


A picco le banche sui cui pesano i rischi di una recessione globale e di una nuova fiammata dell’inflazione. Bper (-12,6%), Mps (-12,5%) e Banco Bpm (-11,8%) le peggiori a Milano. A Francoforte Deutsche Bank perde il 12%, a Parigi SocGen il 12%, a Madrid Bbva l’11%. “Il settore bancario è particolarmente esposto ai timori di rallentamento: in Europa le banche hanno ceduto oltre l’11% in appena due sedute (il tonfo peggiore dai giorni di marzo 2020)”, ha commentato Giacomo Calef, country head Italia, NS Partners. “Questo sell-off bancario – prosegue – segnala il riemergere di preoccupazioni sistemiche, riflettendo timori sul credito e sulla stabilità finanziaria nell’ipotesi di uno scenario economico più avverso”.

Formula1, Hamilton e Leclerc: “Progressi, abbiamo imparato”

Formula1, Hamilton e Leclerc: “Progressi, abbiamo imparato”Roma, 4 apr. (askanews) – C’è soddisfazione in casa Ferrari al termine della giornata di prove sul circuito di Suzuka dove si svolge il terzo Gran Premio della stagione. “Nel complesso è stata una giornata positiva – dice Hamilton -. Questa pista è incredibile e il primo settore è fantastico – e ora si può davvero spingere, grazie soprattutto al nuovo asfalto. Nella prima sessione il bilancio vettura non era perfetto, ma abbiamo fatto grandi progressi tra le sessioni e sono soddisfatto della direzione che abbiamo preso”. Lewis guarda a domani. “C’è ancora del lavoro da fare stasera e, con il meteo destinato a cambiare, dovremo rimanere concentrati, però siamo in una buona posizione e sono curioso di vedere cosa riusciremo a fare domani – aggiunge il ferrarista – È incredibile vedere così tanti miei tifosi vestiti di rosso, sono davvero grato e spero di poter regalare loro dei buoni risultati questo weekend”. “È stata una giornata costruttiva: abbiamo provato diversi set-up durante le due sessioni di prove – spiega Leclerc – e sento di aver imparato molto sulla nostra vettura e su come poterne estrarre il massimo. Non siamo riusciti a mettere tutto insieme, a causa delle diverse bandiere rosse e del traffico che hanno compromesso la seconda sessione, ma credo che la nostra prestazione sia migliore di quanto sembri sulla carta in questo momento. Sarà interessante vedere come il cambiamento delle condizioni meteo, in particolare per quel che riguarda la direzione del vento, influenzerà le sessioni di domani”.