Confindustria dice che l’andamento del Pil italiano nel 2023 si profila in forte rallentamentoRoma, 28 ott. (askanews) – L’andamento del Pil italiano nel 2023 si profila in forte rallentamento rispetto al 2022, quando era cresciuto del 3,7%. Questa la stima del Centro studi di Confindustria nel suo Rapporto di previsione dal titolo: “L’economia italiana torna alla bassa crescita?”.
Nello scenario base, che non include gli effetti delle misure contenute nella Manovra, il CSC prevede un incremento annuo dello 0,7%, già interamente acquisito. La crescita nel 2024 è prevista al +0,5%. (stima di marzo +1,2%). Il rallentamento è dovuto all’effetto negativo dei tassi di interesse elevati sulle imprese e sulle famiglie, e a una dinamica negativa, nell’anno in corso, del commercio internazionale.
Mediobanca: all’assemblea su rinnovo cda affluenza record al 76,8%Milano, 28 ott. (askanews) – Affluenza record degli ultimi 10 anni per l’assemblea annuale degli azionisti di Mediobanca che dovrà, tra le altre cose, rinnovare il nuovo consiglio di amministrazione da 15 componenti. Presenti 2.701 azionisti, pari al 76,82% del capitale.
La parola passa ora ai soci che saranno chiamati a scegliere tra la lista di maggioranza presentata dal cda uscente, che conferma alla guida dell’istituto Renato Pagliaro e Alberto Nagel, e la lista di minoranza lunga da 5 nomi di Delfin, la cassaforte degli eredi di Leonardo Del Vecchio, primo socio della banca, e appoggiata dal gruppo Caltagirone. Un posto sarà ad appannaggio della lista espressamente di minoranza dei fondi e Sgr riuniti in Assogestioni. Delfin al 19,74% e gruppo Caltagirone al 9,98% sono le quote dei due principali azionisti di Mediobanca ufficializzate in apertura dell’assemblea. Gli altri soci rilevanti con partecipazioni superiori al 3% sono: il fondo BlackRock al 4,15% e Banca Mediolanum al 3,43%.
Manovra, resta quota 103 per andare in pensione ma stretta su assegnoRoma, 27 ott. (askanews) – Salta quota 104 per accedere al pensionamento anticipato. Per il 2024 resta in vigore quota 103, ossia 41 anni di contributi e 62 di età anagrafica, ma con una stretta sul trattamento economico che sarà calcolato esclusivamente con il sistema contributivo fino a quando non si raggiungono i requisiti per la pensione di vecchiaia e comunque non potrà superare quattro volte il trattamento minimo, ossia circa 2.250 euro lordi al mese. Lo prevede l’ultima bozza del ddl di bilancio che introduce anche una modificha per la finestra di uscita dei lavoratori del settore privato con il prolungamento di un ulteriore mese. Dal momento della maturazione dei requisiti dovranno passare sette mesi per andare in pensione, mentre le bozze precedenti prevedevano sei mesi e attualmente sono richiesti tre mesi.
Per i dipendenti pubblici resta confermata la finistra di uscita di nove mesi già prevista nelle bozze circolate nei giorni scorsi. Attualmente è di 6 mesi. Limatura al ribasso per l’indicizzazione 2024 delle pensioni tra quattro e cinque volte il minimo (fino a circa 2.800 euro lordi al mese) che si riduce all’85%. Nelle bozze dei giorni scorsi l’adeguamento per pensioni fino a quell’importo era previsto al 90%.
Restano confermate le percentuali di indicizzazione per le altre fasce di pensioni, percentuali che scendono con l’aumentare degli importi: 100% per i trattamenti non superiori a 4 volte il minimo (circa 2.250 euro lordi a mese), 53% per le pensioni tra 5 e 6 volte il minimo (fino a circa 2.800 euro), 47% per quelle tra 6 e 8 volte il minimo (fino a 4.500 euro), 37% per quelle tra 8 e 10 volte (fino a 5.600 euro) e 22% per pensioni sopra 10 volte il minimo (superiori a 5.600 euro).
Lagarde a metà mandato si racconta al FT e si attribuisce “un 7″Roma, 27 ott. (askanews) – “Avrei dovuto essere più audace”, afferma Christine Lagarde, e avviare i rialzi dei tassi di interesse prima di quanto stabilito dalla “forward guidance”, cioè dalle passate indicazioni prospettive sulla politica monetaria della Bce, che escludevano aumenti fino a quando non fosse stata conclusa la fase di acquisti netti di titoli. Giunta quasi a metà mandato, la presidente si racconta in una lunghissima e colorita intervista al Financial Times.
Lagarde si auto assegna un 7 su 10, in risposta alla domanda sul voto che ritiene di meritare nella conduzione dell’istituzione. “Devo mostrare autostima quindi direi 10 – scherza -. No, mi lamento così tanto della mancanza di autostima delle donne, quindi devo stare attenta a non autosvalutarmi. Direi un 7. Intanto direi che c’è stato un percorso di apprendimento molto duro. E poi ovviamente, se guardi agli indicatori di performance, non siamo al 2%” di inflazione. L’intervista non ha particolari spunti sulla politica monetaria di strettissima attualità. Forse perché è avvenuta in prossimità della riunione del Consiglio direttivo di ieri e i componenti del direttorio sono tenuti al silenzio, sui temi collegati a tassi e linea monetaria, nei 7 giorni che precedono le decisioni.
Invece è molto carica di episodi personali, di vita vissuta e procede tra continue e minuziose descrizioni – che tanto piacciono ad alcune testate anglosassoni – sull’esperienza culinaria che l’ha accompagnata: il colloquio si è svolto a un rinomato caffè di Francoforte. E il giornalista esordisce parlando del barattolo di marmellata di pompelmo fatta in casa (la villa vacanze in Corsica) che la banchiera centrale gli regala, mettendolo in imbarazzo. E sparpagliati tra queste disgressioni ci sono anche aneddoti curiosi sulla recente storia dell’istituzione. Ad esempio quando Lagarde racconta che Fabio Panetta, componente uscente del Comitato esecutivo e governatore designato della Banca d’Italia (entra in caricva il primo novembre), si presentò “con una crostata di frutta e una torta al cioccolato” (acquistati nello stesso caffè dell’intervista) alla riunione di emergenza che, in piena emergenza Covid, si svolse nella cucina di Lagarde, in cui vennero decise le basi del piano di acquisti anticrisi Pepp.
Oppure quando riporta i due episodi che ritiene abbiano maggiormente segnato la sua esperienza per capire “quanto pesanti e pericolose” possano essere le parole di un banchiere centrale. Uno è lo scivolone sullo spread dell’Italia, quando rispondendo a chi le chiedeva se fosse preoccupata dall’allargarsi del differenziale tra titoli di Stato italiani e tedeschi rispose “non siamo qui per chiudere gli spread”. Frase che innescò una impennata di rendimenti e differenziali, un coro di critiche e accese proteste da parte delle istituzioni italiane, e che costrinse la stessa Bce, a più livelli, a drastiche correzioni del tiro in poche ore. “Tecnicamente era vero, ma semplicemente non era…” il modo di esprimerlo.
La presidente racconta di essersi successivamente confrontata su questo incidente con il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, con il segretario al Tesoro americano, Janet Yellen e con l’ex governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, e che tutti le hanno riferito aver sperimentato episodi simili. L’altro episodio è il celebre “whatever it takes” di Mario Draghi, quando nel 2012 il suo predecessore, durante una conferenza a Londra, usando questi termini – che preludevano al varo dello scudo antispread Omt – innescò un marcata risposta dei mercati nella direzione voluta. Lagarde, che era presente, racconta che un assistente trafelato venne subito dopo a riferire a Draghi che i mercati si stavano muovendo e che il banchiere centrale rispose con un “oh, davvero?”, a significare che era esattamente quello a cui puntava. Passando più all’attualità, sul conflitto in Medioriente innescato dall’attacco terroristico di Hamas contro Israele “dobbiamo stare attenti. Potrebbe non svilupparsi con le stesse modalità della guerra del 1973, potrebbe essere diverso”, rispetto alla crisi petrolifera che seguì la guerra dello Yom Kippur. E l’Europa ha una “vulnerabilità intriseca” a questi shock, rileva la presidente, per via della sua economia aperta che dipende dal commercio estero.
Fincantieri con Leonardo nel dominio subacqueoRoma, 27 ott. (askanews) – Fincantieri e Leonardo rafforzano la loro collaborazione con la firma di un Memorandum of Understanding nel dominio della subacquea, con l’obiettivo di mettere a fattor comune le rispettive competenze e capacità nel settore. L’iniziativa nasce anche alla luce della imminente costituzione del Polo nazionale della Subacquea, il centro italiano che andrà a rafforzare ricerca e innovazione nell’ambiente underwater, per mettere quest’ultimo in sicurezza e favorire opportunità industriali ed economiche.
La firma è avvenuta tra gli Amministratori delegati delle due società, Pierroberto Folgiero e Roberto Cingolani, alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Amm. di Squadra Enrico Credendino.Nel dettaglio, l’accordo punta allo sviluppo congiunto di una rete di piattaforme e sistemi di sorveglianza, controllo e protezione di infrastrutture critiche e aree marittime subacquee, per rispondere alle esigenze indicate a livello nazionale e nell’ambito di iniziative europee. Le società, inoltre, mirano a preservare e sviluppare le rispettive capacità e competenze per offrire ai potenziali clienti sistemi allo stato dell’arte, prestazioni elevate e competitive. Prevista anche la valorizzazione della filiera italiana attraverso il supporto di PMI e start-up che saranno chiamate a contribuire allo sviluppo di tecnologie innovative per lo specifico ambiente e in un’ottica multi-dominio.
Nel perimetro della cooperazione rientrano anche la protezione di reti strategiche sottomarine, cavi, dorsali di comunicazione e infrastrutture offshore, sistemi di allerta da minacce sottomarine, nonché la messa in sicurezza delle attività di prospezione, sea-mining ed estrattive sul fondale del mare per l’accesso a risorse minerarie preziose.Pierroberto Folgiero, Amministratore delegato e Direttore Generale di Fincantieri, ha dichiarato: “La nostra collaborazione con Leonardo, già consolidata attraverso la joint venture Orizzonte Sistemi Navali, si rafforza ulteriormente con questo Memorandum of Understanding nel settore subacqueo. Quest’ultimo rappresenta un universo ricco di opportunità sul quale Fincantieri intende puntare con determinazione: dalla difesa delle infrastrutture critiche sottomarine all’impiego di droni. Il nostro obiettivo è continuare a innovare il settore con soluzioni all’avanguardia”.
“Le grandi profondità del mondo subacqueo rappresentano una nuova frontiera della sicurezza, da affrontare con lo sviluppo di una nuova generazione di tecnologie. L’approccio non può che essere multidisciplinare, attraverso la forte sinergia dell’industria nazionale, che può vantare competenze uniche, allo stato dell’arte e riconosciute anche a livello internazionale. L’obiettivo strategico è quello di garantire il controllo, la sorveglianza, la sicurezza e la prosperità dello spazio subacqueo”, ha commentato Roberto Cingolani, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Leonardo, aggiungendo: “Con Fincantieri stiamo lavorando per costruire un’offerta dedicata a questo dominio, a partire dalle nostre conoscenze e competenze più consolidate, come sensori, sistemi manned e unmanned”.Fincantieri e Leonardo collaborano da anni in ambito navale, apportando le proprie competenze di leader mondiali rispettivamente nella progettazione e costruzione di navi di superficie e unità subacquee da un lato, e, dall’altro lato, nel sistema di combattimento navale, quest’ultimo costituito da comando e controllo, sensori, comunicazioni sicure e collegamenti dati, effettori, sistema di navigazione integrato e capacità di Modeling e Simulation multi-dominio. Le due aziende hanno inoltre specifiche expertise nelle soluzioni a pilotaggio remoto e nella loro completa integrazione nelle unità navali.
Fincantieri-Leonardo: collaborazione strategica nel dominio subacqueoMilano, 27 ott. (askanews) – Fincantieri e Leonardo rafforzano la loro collaborazione con la firma di un Memorandum of Understanding nel dominio della subacquea, con l’obiettivo di mettere a fattor comune le rispettive competenze e capacità nel settore. L’iniziativa nasce anche alla luce della imminente costituzione del Polo nazionale della Subacquea, il centro italiano che andrà a rafforzare ricerca e innovazione nell’ambiente underwater, per mettere quest’ultimo in sicurezza e favorire opportunità industriali ed economiche.
Nel dettaglio, l’accordo punta allo sviluppo congiunto di una rete di piattaforme e sistemi di sorveglianza, controllo e protezione di infrastrutture critiche e aree marittime subacquee, per rispondere alle esigenze indicate a livello nazionale e nell’ambito di iniziative europee. Le società, inoltre, mirano a preservare e sviluppare le rispettive capacità e competenze per offrire ai potenziali clienti sistemi allo stato dell’arte, prestazioni elevate e competitive. Prevista anche la valorizzazione della filiera italiana attraverso il supporto di pmi e start-up che saranno chiamate a contribuire allo sviluppo di tecnologie innovative per lo specifico ambiente e in un’ottica multi-dominio. Nel perimetro della cooperazione rientrano anche la protezione di reti strategiche sottomarine, cavi, dorsali di comunicazione e infrastrutture offshore, sistemi di allerta da minacce sottomarine, nonché la messa in sicurezza delle attività di prospezione, sea-mining ed estrattive sul fondale del mare per l’accesso a risorse minerarie preziose.
Mes, Donohoe: ratifica Italia serve perché altri paesi lo usinoBruxelles, 27 ott. (askanews) – “Continuerò a sostenere la causa della ratifica del trattato del Mes”, il Fondo salva-Stati, da parte dell’Italia. “Questo trattato è un elemento davvero importante per il modo in cui possiamo approfondire l’Unione bancaria; in particolare garantirà che l’Esm, che è il nostro strumento di gestione delle crisi, avrà accesso a nuovi fondi per molte decine di miliardi di euro in futuro, se necessario”. Lo ha affermato il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, parlando alla stampa al suo arrivo al Consiglio europeo, stamattina a Bruxelles, per partecipare alla riunione dell’Eurosummit.
“È nell’interesse di tutti – ha continuato Donohoe – che il Mes venga ratificato, e su questo continuerò a lavorare in stretto contatto con il ministro Giancarlo Giorgetti. Continuo a rendermi conto del fatto che si tratta di una questione delicata in seno alla politica italiana. So che la cosa è stata molto discussa all’interno del Parlamento italiano, e ho pieno rispetto” per questa discussione. “Ma la priorità che dobbiamo tutti affrontare – ha sottolineato il presidente dell’Eurogurppo – è che, se il Trattato non sarà ratificato da tutti, nessun paese potrà accedervi in futuro, se dovessimo trovarci in una situazione di crisi”.
“Penso che tutti i leader siano consapevoli dell’importanza del trattato”, anche se è un tema che “viene discusso principalmente a livello di ministri delle Finanze, nell’Eurogruppo. Ho un rapporto eccellente con il ministro Giorgetti. Ma anche se l’Italia decidesse di non voler comunque utilizzare il Mes in futuro, una decisione che assolutamente le appartiene, penso che tutti capirebbero; d’altro canto, ci sono forse altri paesi che potrebbero decidere di utilizzare questo strumento in futuro, e questo trattato serve a renderlo possibile”, ha concluso Donohoe.
Manovra, Leo: non ci sarà pignoramento contiRoma, 27 ott. (askanews) – “Nessun problema sul pignoramento, queste cose non ci sono assolutamente”. Lo ha assicurato il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, a margine dell’assemblea di Confitarma.
“C’erano cose che andavano affinate. Come ha detto il presidente Meloni c’erano cose che dovevano essere chiarite – ha spiegato – e oggi e domani possiamo farlo”. Quanto alle pensioni, “il ministro Giorgetti se ne sta occupando, ma anche lì si trova una soluzione”, ha concluso Leo.
Istat: a ottobre cala il clima di fiducia di imprese e consumatoriRoma, 27 ott. (askanews) – Cala ad ottobre sia il clima di fiducia dei consumatori (l’indice passa da 105,4 a 101,6) sia l’indice composito del clima di fiducia delle imprese, che passa da 104,9 a 103,9. Lo rende noto l’Istat. “Si segnala – spiega l’istituto di statistica – un diffuso peggioramento delle opinioni dei consumatori sia sulla situazione personale sia su quella economica generale”.
Coerentemente, i quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti segnano dinamiche negative: il clima economico e il clima futuro registrano le flessioni più consistenti (il primo passa da 115,2 a 110,5 e il secondo da 113,2 a 107,7); il clima corrente cala da 100,2 a 97,4 e il clima personale scende da 102,2 a 98,6. Con riferimento alle imprese, nella manifattura e nei servizi si stima una riduzione, seppur con intensità diverse, dell’indice di fiducia. Nelle costruzioni, in controtendenza, la fiducia è in miglioramento. Più in dettaglio, l’indice di fiducia scende nella manifattura da 96,4 a 96; nei servizi di mercato e nel commercio al dettaglio il calo è più deciso con l’indice che passa, rispettivamente, da 100,5 a 98,1 e da 107,1 a 106. Nelle costruzioni, invece, l’indicatore sale (da 160,9 a 163,8).
Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura peggiorano i giudizi sugli ordini mentre crescono le attese sulla produzione e le scorte sono giudicate in lieve decumulo. Nelle costruzioni tutte le componenti migliorano. Passando ai servizi di mercato, sia i giudizi sugli ordini sia quelli sull’andamento degli affari sono in peggioramento, mentre le attese sugli ordini aumentano. Per quanto attiene al commercio al dettaglio, i giudizi sulle vendite sono improntati all’ottimismo in presenza, tuttavia, di un accumulo di scorte di magazzino e di un deterioramento delle attese sulle vendite.
Secondo le consuete domande trimestrali sulla capacità produttiva rivolte alle imprese manifatturiere, nel terzo trimestre 2023 si stima una diminuzione del grado di utilizzo degli impianti.
Fisco, Leo: non ci sarà pignoramento contiRoma, 27 ott. (askanews) – “Nessun problema sul pignoramento, queste cose non ci sono assolutamente”. Lo ha assicurato il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, a margine dell’assemblea di Confitarma.
“C’erano cose che andavano affinate. Come ha detto il presidente Meloni c’erano cose che dovevano essere chiarite – ha spiegato – e oggi e domani possiamo farlo”. Quanto alle pensioni, “il ministro Giorgetti se ne sta occupando, ma anche lì si trova una soluzione”, ha concluso Leo.