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Bce: lo spread dell’Italia è calato dopo le conferme delle agenzie sul rating

Bce: lo spread dell’Italia è calato dopo le conferme delle agenzie sul ratingRoma, 11 gen. (askanews) – Lo spread, il differenziale dei tassi tra i titoli di Stato dell’Italia e quelli della Germania è tornato a calare sul finale dell’anno passato, dopo che le agenzie di rating hanno confermato le loro valutazioni di affidabilità creditizia sul BelPaese. Lo rileva Banca centrale europea nel bollettino economico, in cui si esaminano gli sviluppi dei mercati tra 14 settembre e 13 dicembre 2023.

“L’incremento registrato all’inizio del periodo in esame dal differenziale sui titoli di Stato italiani si è poi attenuato – si legge – in quanto le agenzie di rating hanno confermato le proprie valutazioni sull’Italia”. Più in generale, secondo la Bce “i rendimenti dei titoli di Stato dell’area dell’euro hanno registrato una flessione pressoché analoga a quella dei tassi privi di rischio e i differenziali sono rimasti quasi invariati. Il rendimento dei titoli di Stato dell’area dell’euro a dieci anni ponderato per il Pil è diminuito di circa 40 punti base, attestandosi al 2,8 per cento. Nel periodo in esame, il differenziale tra la media ponderata per il Pil dei titoli di Stato dell’area e il tasso Ois basato sull’ÇSTR ha fatto registrare solo un lieve incremento. Nella maggior parte dei paesi dell’area dell’euro i differenziali sui rendimenti dei titoli di Stato hanno avuto un andamento molto simile. Unica eccezione è rappresentata dal differenziale sui titoli di Stato greci, che è diminuito di 10 punti base in quanto i rating del credito sovrano del paese sono stati elevati a investment grade”.

Industria, Istat: produzione novembre -1,5% su mese, -3,1% su anno

Industria, Istat: produzione novembre -1,5% su mese, -3,1% su annoRoma, 11 gen. (askanews) – A novembre 2023 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dell’1,5% rispetto a ottobre. Al netto degli effetti di calendario, l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 3,1%. Lo ha reso noto l’Istat spiegando che i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come a novembre 2022.

L’indice destagionalizzato mensile segna riduzioni congiunturali in tutti i comparti: variazioni negative caratterizzano, infatti, i beni strumentali (-0,2%), i beni intermedi e i beni di consumo (-1,8% in entrambi i raggruppamenti) e, in misura più marcata, l’energia (-4%). Si registrano incrementi tendenziali per l’energia (+1%) e i beni strumentali (+0,6%); evidenziano un calo, invece, i beni di consumo e i beni intermedi (-5,7% in entrambi i raggruppamenti).

Tra i settori di attività economica la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati presenta un’ampia crescita tendenziale (+13,1%), seguono la fabbricazione di mezzi di trasporto (+2,1%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature (+0,8%). Le flessioni maggiori si registrano nell’industria del legno, della carta e della stampa (-12,7%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-9,3%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-8,5%). Nella media del trimestre settembre-novembre si registra una flessione del livello della produzione dello 0,8% rispetto ai tre mesi precedenti.

Bce: spread Italia calato dopo conferme sul rating da agenzie

Bce: spread Italia calato dopo conferme sul rating da agenzieRoma, 11 gen. (askanews) – Lo spread, il differenziale dei tassi tra i titoli di Stato dell’Italia e quelli della Germania è tornato a calare sul finale dell’anno passato, dopo che le agenzie di rating hanno confermato le loro valutazioni di affidabilità creditizia sul BelPaese. Lo rileva Banca centrale europea nel bollettino economico, in cui si esaminano gli sviluppi dei mercati tra 14 settembre e 13 dicembre 2023.

“L’incremento registrato all’inizio del periodo in esame dal differenziale sui titoli di Stato italiani si è poi attenuato – si legge – in quanto le agenzie di rating hanno confermato le proprie valutazioni sull’Italia”. Più in generale, secondo la Bce “i rendimenti dei titoli di Stato dell’area dell’euro hanno registrato una flessione pressoché analoga a quella dei tassi privi di rischio e i differenziali sono rimasti quasi invariati. Il rendimento dei titoli di Stato dell’area dell’euro a dieci anni ponderato per il Pil è diminuito di circa 40 punti base, attestandosi al 2,8 per cento. Nel periodo in esame, il differenziale tra la media ponderata per il Pil dei titoli di Stato dell’area e il tasso Ois basato sull’€STR ha fatto registrare solo un lieve incremento. Nella maggior parte dei paesi dell’area dell’euro i differenziali sui rendimenti dei titoli di Stato hanno avuto un andamento molto simile. Unica eccezione è rappresentata dal differenziale sui titoli di Stato greci, che è diminuito di 10 punti base in quanto i rating del credito sovrano del paese sono stati elevati a investment grade”.

Gentiloni: la manovra dell’Italia non è pienamente in linea con i requisiti Ue

Gentiloni: la manovra dell’Italia non è pienamente in linea con i requisiti UeRoma, 11 gen. (askanews) – L’Italia è tra i nove Paesi dell’Unione europea che secondo la Commissione Ue hanno preparato piani di Bilancio per quest’anno “non pienamente in linea” con i requisiti previsti. Lo ha ribadito il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni durante una audizione al Parlamento europeo.

Per questo, l’Italia è anche tra i Paesi a cui la Commissione ha chiesto di essere “pronta a intervenire sulle specifiche” richieste riguardo ai conti pubblici, ha aggiunto. Con la riforma appena concordata del patto di stabilità e di crescita “non dobbiamo rassegnarci a un nuovo periodo di bassa crescita a lungo”, perché oltre alla resilienza, anche la crescita “è essenziale per assicurare il risanamento” dei conti.

Dopo il caso Ferragni arriva la stretta dell’Agcom per gli influencer

Dopo il caso Ferragni arriva la stretta dell’Agcom per gli influencerMilano, 10 gen. (askanews) – Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nella riunione del 10 gennaio, a seguito di “una consultazione pubblica ampiamente partecipata”, ha “approvato all’unanimità” le Linee guida “volte a garantire il rispetto da parte degli influencer delle disposizioni del Testo unico sui servizi di media audiovisivi”. Lo riporta un comunicato.

Tra le regole previste, in caso di “contenuti con inserimento di prodotti”, gli influencer “sono tenuti a riportare una scritta che evidenzi la natura pubblicitaria del contenuto in modo prontamente e immediatamente riconoscibile”. La “crescente rilevanza e diffusione dell’attività degli influencer, definiti come soggetti che creano, producono e diffondono al pubblico contenuti audiovisivi, sui quali esercitano responsabilità editoriale, tramite piattaforme per la condivisione di video e social media”, si legge nel comunicato, “ha sollecitato l’Autorità ad intervenire. Le Linee guida oggi approvate costituiscono un primo importante passo”.

Ferma restando la disciplina nazionale e la regolamentazione dell’Autorità in materia di contenuti generati dagli utenti distribuiti su piattaforme di condivisione video, le Linee guida definiscono “un insieme di norme indirizzate agli influencer operanti in Italia che raggiungono, tra l’altro, almeno un milione di follower sulle varie piattaforme o social media su cui operano e hanno superato su almeno una piattaforma o social media un valore di engagement rate medio pari o superiore al 2% (ossia, che hanno suscitato reazioni da parte degli utenti, tramite commenti o like, in almeno il 2% dei contenuti pubblicati)”. Le previsioni riguardano, in particolare, “le misure in materia di comunicazioni commerciali, tutela dei diritti fondamentali della persona, dei minori e dei valori dello sport”, prevedendo “un meccanismo di richiami e ordini volti alla rimozione o adeguamento dei contenuti”.

In caso di contenuti con inserimento di prodotti, “gli influencer sono tenuti a riportare una scritta che evidenzi la natura pubblicitaria del contenuto in modo prontamente e immediatamente riconoscibile”. Le Linee guida dispongono, inoltre, “l’avvio di un Tavolo tecnico per l’adozione di un codice di condotta che definisca le misure a cui gli influencer si dovranno attenere”. Il codice “sarà redatto nel rispetto dei principi che informano le Linee guida e prevederà sistemi di trasparenza e riconoscibilità degli influencer che dovranno essere chiaramente individuabili e contattabili”.

“Al Tavolo tecnico – prosegue il comunicato dell’Agcom – parteciperanno anche soggetti che solitamente non rientrano nel perimetro normativo e regolamentare dell’Autorità, quali quelli che popolano il mondo dell’influencer marketing, quindi non solo influencer, ma anche soggetti che operano quali intermediari tra questi e le aziende”. Ciò “permetterà di recepire le istanze di questi soggetti e di indirizzarne l’azione, avvalendosi delle buone prassi in materia, verso il rispetto delle regole”. L’iniziativa, conclude il comunicati, è “in linea con altre iniziative nazionali adottate da altri Stati membri dell’Unione e con le analisi e le soluzioni proposte in relazione alle attività degli influencer dal Gruppo dei regolatori europei dell’audiovisivo – ERGA”.

Hewlett Packard Enterprise acquisirà Juniper Networks per 14 mld usd

Hewlett Packard Enterprise acquisirà Juniper Networks per 14 mld usdNew York, 10 gen. (askanews) – Hewlett Packard Enterprise ha reso noto che acquistarà il fornitore di apparecchiature di rete Juniper Networks per circa 14 miliardi di dollari, ovvero 40 dollari per azione, in un accordo interamente in contanti.

HPE prevede di concludere l’accordo entro la fine dell’anno o all’inizio del 2025 e se l’operazione sarà completata, Rami Rahim, CEO di Juniper, guiderà il gruppo combinato e riporterà al CEO di HPE, Antonio Neri, secondo una dichiarazione dell’azienda. Hewlett-Packard ha approfondito il networking quando ha acquistato Aruba Networks nel 2015. Mesi dopo, HP si è divisa in due, dando vita a HPE, che vende server e altre apparecchiature per data center, e HP Inc., che produce PC e stampanti.

Fondata nel 1996, Juniper ha dedicato molti anni alla ricerca di Cisco nel mercato degli apparati di rete. I ricavi sono cresciuti del 12% anno su anno nel 2022, la crescita più rapida dal 2010. L’unione porterebbe a un risparmio sui costi annuali di 450 milioni di dollari entro tre anni dal completamento dell’accordo, ha affermato HPE.

Generali diventa azionista al 100% della compagnia Danni in Cina

Generali diventa azionista al 100% della compagnia Danni in CinaMilano, 10 gen. (askanews) – Generali ha firmato un accordo per l’acquisizione del 51% di Generali China Insurance Company per un corrispettivo di circa 99 milioni di euro. Al closing, Generali diventerà azionista al 100% di GCI. L’accordo fa seguito al processo di gara pubblica avviato da CNPC Capital, come annunciato sul China Beijing Equity Exchange lo scorso 2 novembre.

L’impatto stimato sul Solvency Ratio di Generali è pari a circa -1 p.p. L’acquisizione, spiega la compagnia triestina, rappresenta un investimento strategico a lungo termine per sviluppare in Cina un business Danni interamente di proprietà, consentendo a Generali di rafforzarsi con una quota sempre maggiore nel crescente mercato cinese. A chiusura dell’operazione, Generali diventerà il primo operatore straniero ad acquisire la partecipazione di controllo di una compagnia Danni da un unico ente statale in Cina, esclusivamente attraverso una procedura di asta pubblica obbligatoria.

Come unico azionista di GCI, Generali prevede di espandere la propria rete distributiva in Cina; fare leva sugli investimenti cinesi verso la neutralità carbonica per espandere l’offerta di soluzioni assicurative con componenti ESG, facendo emergere i profili distintivi di Generali su questo mercato; sfruttare il know-how globale, regionale e locale del Gruppo per migliorare la strategia di distribuzione di GCI.

Ert, Draghi: industria Ue al centro di incontro odierno

Ert, Draghi: industria Ue al centro di incontro odiernoMilano, 10 gen. (askanews) – “Questo è uno dei tanti incontri che teniamo nel corso di questo rapporto. L’incontro di oggi si tiene a Milano. Tocca all’industria e io ascolto”. Lo ha detto l’ex governatore della Bce e premier italiano Mario Draghi facendo il suo ingresso nella sede di Banca d’Italia a Milano dove si terrà l’incontro Ert o European Round Table for Industry.

L’Ert si pone l’obiettivo di elaborare un piano di crescita di lungo termine dell’industria Ue, con focus su competitività e innovazione. Mario Draghi è stato incaricato di elaborare il piano da Ursula von der Leyen lo scorso settembre. All’incontro partecipano Jean-François van Boxmeer presidente Ert e Vodafone; Ilham Kadri, Ceo di Syensqo; Dimitri Papalexopoulos Chair, ERT Committee on Energy Transition e Climate Change Chair, Titan Cement; Jim Hagemann Snabe Chairman, Siemens; Jacob Wallenberg Chair, ERT Committee on Trade & Market Access Chair, Investor AB.

L’Ert riunisce circa 60 Ceo e presidenti di multinazionali di origine europea, che coprono un’ampia gamma di settori industriali e tecnologici. Le aziende dei membri Ert hanno fatturato combinato superiori a duemila miliardi di euro, fornendo posti di lavoro diretti a circa 5 milioni di persone in tutto il mondo – di cui la metà in Europa – e sostenendo milioni di posti di lavoro indiretti. Investono più di 60 miliardi di euro all’anno in ricerca e sviluppo, principalmente in Europa. Come rappresentanti italiani, dell’Ert fanno parte Rodolfo De Benedetti e Claudio Descalzi.

S&P: calo tassi non a breve, primo taglio Bce più probabile a giugno

S&P: calo tassi non a breve, primo taglio Bce più probabile a giugno

Milano, 10 gen. (askanews) – Il picco dei tassi di interesse è stato raggiunto, ma non scenderanno a breve. La previsione è di un primo taglio da parte della Bce più probabilmente a giugno. Lo hanno detto Barbara Castellano, managing director e global analytics di S&P, e Sylvain Broyer, capo economista Emea, nel corso della 2024 Italy annual press conference dell’agenzia di rating.

“‘Nuove regole, nuovo libretto istruzioni (new rules, new playbook’ è il titolo che abbiamo dato al nostro credit global outlook, perchè benchè le economiche sono state resilienti durante la pandemia, e anche dopo, ci sono stati squilibri molto importanti che stanno provocando effetti sui mercati”, ha spiegato Castellano. “Una parte di questi effetti l’abbiamo già visto nel 2023 con l’aumento dell’inflazione e il rallentamento della crescita economica, sono elementi che ci preoccupano, ma l’elemento più preoccupante per noi è il rialzo dei tassi di interesse che non andranno giù presto, non è la previsione che abbiamo. Quindi siamo di fronte a un nuovo paradigma in Europa che, dopo tassi bassi per un lungo periodo, adesso deve fare i conti con tassi diversi. Le nostre emittenti – Stati, società banche – devono adattarsi a un nuovo paradigma legato a tassi di interesse significativamente più alti rispetto a quelli che abbiamo visto in passato” e questo peserà sui rifinanziamenti, soprattutto per le società con rating più bassi. A oggi le stime di S&P sono di un tasso annuale di inflazione al 2,9% per l’anno in corso, per poi raggiungere il target del 2% sono nel 2025, ha spiegato Broyer.

Sui mutui e i prestiti alle imprese tassi ai massimi da 15 anni

Sui mutui e i prestiti alle imprese tassi ai massimi da 15 anniRoma, 10 gen. (askanews) – In Italia i tassi di interesse sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di casa e alle imprese balzano ai massimi da 15 anni a questa parte, sulla scia degli aumenti ai livelli di riferimento effettuati nei mesi scorsi dalla Bce. Ma proprio dall’istituzione monetaria giungono nuovi segnali che confermano come la fase di aumento sul costo del danaro sia ormai definitivamente conclusa. Mentre ora mercati e analisti si interrogano su quando l’istituzione, presumibilmente già nel corso di quest’anno, potrebbe iniziare a ritoccare al ribasso i tassi.

Intanto, però, a novembre i tassi sui nuovi mutui erogati alle famiglie nella Penisola sono saliti al 4,9185%, circa 20 punti base al di sopra del livello (4,72%) registrato a ottobre. Il dato, riportato nella statistica “Banche e moneta: serie nazionali” della Banca d’Italia, è relativo ai tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg). E secondo le tabelle storiche dell’istituzione di Via Nazionale si tratta del valore più elevato dal dicembre del 2008, quando questa voce segnò 5,1936 per cento. Semprese a novembre il tasso medio sui nuovi prestiti al consumo per le famiglie si è invece moderato al 10,27 per cento, dal 10,45 nel mese precedente.

Nel frattempo anche sui prestiti alle imprese a novembre i tassi hanno segnato nuovi aumenti e al 5,5929 per cento, a fronte del 5,46 nel mese precedente, secondo le tabelle di Bankitalia hanno segnato un picco dall’ottobre del 2008, quando questa voce si attestava al 5,8404 per cento. Proprio oggi, il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos ha rilevato come il 2023 si sia chiuso con un tasso di inflazione media dell’area euro inferiore al 3%. “Una buona notizia”, ha detto nel suo intervento alla giornata degli investitori a Madrid. La leggera risalita di dicembre era ampiamente attesa, a riflesso degli effetti di base statistici e per il venir meno delle misure di aiuto sull’energia.

Le sue dichiarazioni non evidenziano elementi di allarme da parte della banca centrale sulle prospettive del carovita. De Guindos ha ricordato che l’inflazione dell’area euro era risultata superiore al 10% nell’ottobre del 2022 e all’8,6% all’inizio dell’scorso anno. “Il calo del 2023 riguardato tutte le componenti del processo disinflazionistico, che ha guadagnato slancio nella seconda metà dell’anno. E’ probabile che nel 2024 il rapido processo disinflazione che abbiamo osservato nel 2023 rallenti – ha spiegato – e che segni una pausa temporanea all’inizio dell’anno, come avvenuto a dicembre”. Il banchiere centrale ha ricordato che in risposta alle passate accelerazioni inflazionistiche l’istituzione monetaria ha complessivamente aumentato i tassi di interesse di 450 punti base. La prossima settimana tornerà a riunirsi il Consiglio direttivo della Bce per le decisioni di politica monetaria. Non sono attesi altri aumenti dei tassi, mentre ora gli interrogativi degli operatori di mercato riguardano quando inizieranno ad essere abbassati, più avanti nel corso di quest’anno. Intanto domani mattina l’istituzione pubblicherà il suo nuovo Bollettino economico.