Poste, Lasco: da dicembre passaporti negli uffici postaliRoma, 25 ott. (askanews) – Il Progetto Polis di Poste Italiane procede spedito e presto permetterà ai cittadini dei piccoli Comuni di ritirare Passaporto e Carta d’Identità direttamente negli Uffici Postali. In un’intervista al TGPoste, il Condirettore Generale di Poste Italiane, Giuseppe Lasco, si è soffermato sul progetto di creazione dello sportello unico digitale nei 7.000 Uffici Postali ospitati dai Comuni con meno di 15.000 abitanti sottolineando che “il progetto Polis è l’immagine più bella che possiamo presentare quando diciamo che Poste Italiane coniuga il business e il supporto al sistema Paese”.
“Al momento – ha detto Lasco, secondo quanto riporta una nota di Poste – stiamo già erogando servizi dell’Inps, certificati anagrafici e giudiziari. A partire da dicembre anche l’ufficio postale potrà erogare il passaporto, mentre da febbraio rilasceremo le carte di identità elettroniche e i servizi dell’Agenzia delle Entrate”. Il progetto Polis, presentato a gennaio alla presenza delle massime cariche dello Stato, procede a ritmi elevati anche nella costituzione della più grande rete nazionale di aree di coworking, con 250 siti messi a disposizione da Poste Italiane in tutto il Paese. “Vogliamo dare a persone, aziende e professionisti l’opportunità di usare questi spazi”, ha detto Lasco. “Questi spazi – ha concluso – non saranno solo nelle grandi città dove i player del settore sono già presenti ma soprattutto nelle realtà medio-piccole, per contribuire allo sviluppo sociale ed economico di tutto il Paese”.
Guterres (Onu): Scioccato dal travisamento mie dichiarazioniNew York, 25 ott. (askanews) – Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, in una brevissima conferenza stampa, tenuta stamani nel quartier generale dell’ONU a New York ha risposto alle osservazioni sul suo discorso di ieri al Consiglio di sicurezza, quando aveva dichiarato che l’attacco di Hamas del 7 ottobre contro Israele “non è nato dal nulla”, ma da “anni di soffocante occupazione”.
“Sono scioccato dal travisamento di alcune delle mie dichiarazioni di ieri al Consiglio di Sicurezza, come se stessi giustificando gli atti di terrorismo da parte di Hamas”, ha detto Guterres. “Questo è falso; era il contrario”, ha ribadito con forza il segretario generale. Guterres ha citato testualmente il suo discorso dove ha “condannato inequivocabilmente gli orribili atti di terrorismo senza precedenti compiuti da Hamas in Israele il 7 ottobre. Niente può giustificare l’uccisione deliberata, il rapimento e il rapimento di civili, o il lancio di razzi contro obiettivi civili”. Il segretario generale ha poi citato ancora il suo discorso dicendo che “le rimostranze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas”.
“Credo che fosse necessario mettere le cose in chiaro, soprattutto per rispetto verso le vittime e le loro famiglie”, ha detto Guterres ai giornalisti, chiudendo il breve intervento.
Mes, Donohoe a Michel: eurosummit parli di ratifica dell’ItaliaBruxelles, 25 ott. (askanews) – Il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio europeo, Charels Michel, in vista della riunione del vertice dei leader dei paesi dell’Eurozona (Eurosummit) che si terrà venerdì a Bruxelles, alla fine del vertice Ue, in cui sollecita, tra l’altro, una discussione sul completamento da parte dell’Italia del processo di ratifica del nuovo trattato del Mes, il Fondo salva-Stati. “Non dovremmo perdere di vista – scrive Donohoe a Michel -l’importanza di finalizzare la riforma del Mes e i benefici che ciò apporterebbe alla nostra architettura istituzionale. Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto aggiornamenti regolari sull’iter parlamentare in corso per la ratifica del Trattato del Mes in Italia, e attendiamo con impazienza la sua conclusione il più presto possibile possibile”.
“La ratifica del Trattato del Mes – continua Donohoe – istituirà un sostegno pubblico comune al Fondo di risoluzione unico” per le crisi bancarie, “che è un nostro accordo di lunga data ed è nel nostro interesse, per tutti, sia per l’insieme dell’Eurozona che per i singoli Stati membri, compresa l’Italia. La ratifica di questo trattato rappresenta un ulteriore passo avanti verso un’Unione bancaria più resiliente e un’Unione economica e monetaria più completa e più approfondita”. “Dopo la ratifica del Trattato – conclude il presidente dell’Eurogruppo -, potremo anche riflettere collettivamente sul ruolo e sugli strumenti futuri del Mes”, come chiede soprattutto l’Italia, molto critica sul modo in cui è stato usato il Fondo salva-Stati per attuare le controverse politiche d’austerità, durante la crisi dell’Eurozona. Loc
Editoria, Agcom: per quotidiani -8,6% in un anno, -32,4% dal 2019Milano, 25 ott. (askanews) – In un anno i quotidiani italiani hanno perso l’8,6% delle copie, ma rispetto al pre-pandemia sono svanite il 32,4% delle vendite. Lo rileva l’Agcom nell’osservatorio sulle comunicazioni relativo al primo semestre dell’anno. “Nell’editoria quotidiana, si conferma l’andamento negativo già da tempo rappresentato. Nella prima metà del 2023, in media, giornalmente, sono state vendute 1,43 milioni di copie, in flessione del 8,6% rispetto al primo semestre del 2022 e del 32,4% rispetto al corrispondente periodo del 2019”.
Le copie vendute in formato cartaceo (1,23 milioni nel primo semestre dell’anno) si sono ridotte del 9,7% rispetto al primo semestre del 2022 (1,36 milioni) e del 36,8% rispetto al corrispondente valore del 2019 (1,94 milioni). I quotidiani venduti in formato digitale non hanno registrato variazioni di particolare rilievo (nel primo semestre 2023 oscillano intorno ad una media di 210 mila copie giornaliere) e risultano in crescita (+13,9%) rispetto al corrispondente valore (180 mila unità giornaliere) del 2019. La vendita di copie digitali è maggiormente concentrata rispetto a quella cartacea: le prime cinque testate del segmento digitale (Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24Ore, Il Fatto quotidiano e La Stampa) rappresentano il 59,9% delle copie complessivamente vendute nel semestre, mentre il corrispondente valore per la versione cartacea scende al 33,8%.
Con riferimento all’andamento delle vendite complessive (in formato cartaceo e digitale) delle principali testate, nei primi sei mesi dell’anno il Corriere della Sera risulta in vetta con il 12,3%, in crescita di 0,5 punti percentuali su base annua e di 1,7 rispetto ai corrispondenti valori del 2019. Seguono La Repubblica (7,3%), La Gazzetta dello Sport (5,7%) e La Stampa (5,2%).
Fisco, Entrate: 31 ottobre scade prima rata rottamazione cartelleRoma, 25 ott. (askanews) – Prima scadenza in arrivo per i pagamenti della cosiddetta rottamazione-quater. Il prossimo 31 ottobre è il termine previsto per la prima (o unica) rata della definizione agevolata delle cartelle, introdotta dalla Legge di Bilancio 2023. Lo ricorda in una nota l’Agenzia delle entrate.
Il pagamento deve essere effettuato utilizzando i moduli allegati alla Comunicazione delle somme dovute, cioè la lettera inviata da Agenzia delle entrate-Riscossione in risposta a circa 3 milioni di contribuenti che hanno presentato domanda di adesione entro il termine di legge del 30 giugno scorso. Si ricorda che per ciascuna rata la legge concede ulteriori 5 giorni di tolleranza rispetto al termine di pagamento previsto. Pertanto, per la rata in scadenza il 31 ottobre saranno considerati validi i pagamenti effettuati entro il 6 novembre 2023 (il 5 novembre è festivo quindi il termine slitta al giorno successivo). In caso di mancato pagamento, oppure qualora venga effettuato oltre il termine ultimo o per importi parziali, verranno meno i benefici della definizione agevolata e gli importi già corrisposti saranno considerati a titolo di acconto sulle somme dovute. L’Agenzia ricorda che per i soggetti residenti nelle zone interessate dall’alluvione dello scorso mese di maggio i termini e le scadenze riferiti alla definizione agevolata sono stati prorogati di tre mesi. Pertanto, la Comunicazione delle somme dovute sarà inviata entro il prossimo mese di dicembre e il termine per il pagamento della prima (o unica) rata della rottamazione-quater è previsto nel 2024.
Istat: nel 2022 è cresciuta la povertà assoluta, sono oltre 5,6 milioni i poveriRoma, 25 ott. (askanews) – Crescono, in Italia, gli indicatori di povertà assoluta. Nel 2022, sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie (8,3% del totale da 7,7% nel 2021) e oltre 5,6 milioni di individui (9,7%, in crescita dal 9,1% dell’anno precedente calcolato con la nuova metodologia). Questo peggioramento è imputabile in larga misura alla forte accelerazione dell’inflazione. Lo ha reso noto l’Istat.
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (10,7%, da 10,1% del 2021; in particolare, al Sud arriva a 11,2%), seguita dal Nord-est (7,9%) e Nord- ovest (7,2%). L’intensità della povertà assoluta – che misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere sia in media al di sotto della linea di povertà (cioè “quanto poveri sono i poveri”) – mostra una leggera riduzione a livello nazionale (18,2%, dal 18,9% del 2021), con andamenti diversi all’interno delle ripartizioni: sostanzialmente stabile al Nord, in riduzione nel Centro (17,1%, dal 18,2% del 2021), e nel Mezzogiorno (19,3%, dal 20,7% del 2021).
La crescita dell’incidenza a livello individuale osservata nel 2022 vede un aumento più accentuato nel Mezzogiorno (da 11,8% a 12,7% – soprattutto nelle Isole, da 10% all’11,3%), ma presente anche al Nord (da 7,7% a 8,5%); in crescita sia nel Nord-ovest (da 7,5% a 8,3%) che nel Nord-est (da 8,1 a 8,8%), ad eccezione del Centro, dove l’incidenza individuale è stabile. Il Mezzogiorno conta oltre 2 milioni 500mila individui in povertà assoluta contro circa 2 milioni 298mila individui in povertà assoluta residenti nelle regioni del Nord. Si contano 1,27 milioni di persone minori in povertà assoluta (pari al 13,4%), valore stabile rispetto al 2021, dove era pari al 12,6%; in crescita rispetto al 2021 l’incidenza fra i giovani di 18-34 anni (dall’ 11,1% al 12,0%); stesso andamento per gli over 65 (6,3%, circa 881mila persone, rispetto a 5,5%), seppur l’incidenza si mantenga su valori inferiori alla media nazionale.
Si confermano i segnali di disagio per le famiglie numerose: l’incidenza di povertà assoluta raggiunge il 22,5% tra quelle con cinque e più componenti e l’11% tra quelle con quattro componenti; segnali di peggioramento provengono dalle famiglie di tre componenti (8,2% da 6,9% del 2021). Il disagio più marcato si osserva per le coppie con tre o più figli (20,7%); la situazione è più grave per le famiglie con tre o più figli minori dove l’incidenza arriva al 22,3%. Anche per le famiglie di altra tipologia, dove spesso coabitano più nuclei familiari, si osservano valori elevati (15,6%), così come per le famiglie monogenitoriali (11,5%).
Cresce rispetto al 2021 la povertà assoluta nei piccoli comuni fino a 50mila abitanti (l’incidenza familiare arriva all’8,8% dal 7,9% del 2021) mentre resta stabile nei comuni centro area metropolitana (7,7%).
Istat: nel 2022 cresce povertà assoluta, oltre 5,6 milioni di poveriRoma, 25 ott. (askanews) – Crescono, in Italia, gli indicatori di povertà assoluta. Nel 2022, sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie (8,3% del totale da 7,7% nel 2021) e oltre 5,6 milioni di individui (9,7%, in crescita dal 9,1% dell’anno precedente calcolato con la nuova metodologia). Questo peggioramento è imputabile in larga misura alla forte accelerazione dell’inflazione. Lo ha reso noto l’Istat.
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (10,7%, da 10,1% del 2021; in particolare, al Sud arriva a 11,2%), seguita dal Nord-est (7,9%) e Nord- ovest (7,2%). L’intensità della povertà assoluta – che misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere sia in media al di sotto della linea di povertà (cioè “quanto poveri sono i poveri”) – mostra una leggera riduzione a livello nazionale (18,2%, dal 18,9% del 2021), con andamenti diversi all’interno delle ripartizioni: sostanzialmente stabile al Nord, in riduzione nel Centro (17,1%, dal 18,2% del 2021), e nel Mezzogiorno (19,3%, dal 20,7% del 2021).
La crescita dell’incidenza a livello individuale osservata nel 2022 vede un aumento più accentuato nel Mezzogiorno (da 11,8% a 12,7% – soprattutto nelle Isole, da 10% all’11,3%), ma presente anche al Nord (da 7,7% a 8,5%); in crescita sia nel Nord-ovest (da 7,5% a 8,3%) che nel Nord-est (da 8,1 a 8,8%), ad eccezione del Centro, dove l’incidenza individuale è stabile. Il Mezzogiorno conta oltre 2 milioni 500mila individui in povertà assoluta contro circa 2 milioni 298mila individui in povertà assoluta residenti nelle regioni del Nord. Si contano 1,27 milioni di persone minori in povertà assoluta (pari al 13,4%), valore stabile rispetto al 2021, dove era pari al 12,6%; in crescita rispetto al 2021 l’incidenza fra i giovani di 18-34 anni (dall’ 11,1% al 12,0%); stesso andamento per gli over 65 (6,3%, circa 881mila persone, rispetto a 5,5%), seppur l’incidenza si mantenga su valori inferiori alla media nazionale.
Si confermano i segnali di disagio per le famiglie numerose: l’incidenza di povertà assoluta raggiunge il 22,5% tra quelle con cinque e più componenti e l’11% tra quelle con quattro componenti; segnali di peggioramento provengono dalle famiglie di tre componenti (8,2% da 6,9% del 2021). Il disagio più marcato si osserva per le coppie con tre o più figli (20,7%); la situazione è più grave per le famiglie con tre o più figli minori dove l’incidenza arriva al 22,3%. Anche per le famiglie di altra tipologia, dove spesso coabitano più nuclei familiari, si osservano valori elevati (15,6%), così come per le famiglie monogenitoriali (11,5%).
Cresce rispetto al 2021 la povertà assoluta nei piccoli comuni fino a 50mila abitanti (l’incidenza familiare arriva all’8,8% dal 7,9% del 2021) mentre resta stabile nei comuni centro area metropolitana (7,7%).
Cina emetterà bond per 1.000 mld yuan a sostegno economiaRoma, 25 ott. (askanews) – Il parlamento cinese ha approvato un’emissione di obbligazioni sovrane da 1.000 miliardi di yuan (137 miliardi di dollari) e ha varato un disegno di legge per consentire ai governi locali di anticipare parte delle loro quote obbligazionarie per il 2024, con una mossa mirata a sostenere l’economia del Paese.
I fondi raccolti dai nuovi titoli di stato – scrive l’agenzia di stampa statale Xinhua – sosterranno la ricostruzione delle aree colpite dai disastri naturali e miglioreranno le infrastrutture di drenaggio dei territori urbani per aumentare la capacità della Cina di resistere alle calamità naturali.
Israele, S&P rivede outlook su debito da stabile a negativo
Roma, 25 ott. (askanews) – S&P Global Ratings ha rivisto le sue prospettive sul debito sovrano di Israele da stabile a negativo, confermando comunque il rating AA- del paese. La guerra tra Israele e Hamas “rimarrà concentrata a Gaza, ma ci sono rischi che possa diffondersi più ampiamente con un impatto più pronunciato sull’economia e sulla situazione della sicurezza in Israele”, ha affermato l’agenzia statunitense di rating in una nota.
S&P prevede che l’economia israeliana si contrarrà del 5% nel quarto trimestre, rispetto al terzo trimestre, prima di rimbalzare all’inizio del 2024. “La contrazione deriverà da interruzioni legate alla sicurezza e dalla riduzione dell’attività commerciale”, così come l’arruolamento di un gran numero di riservisti, la chiusura del settore turistico e “uno shock di fiducia più ampio”.
Energia, Commissione Ue vara nuovo piano d’azione per l’eolicoBruxelles, 24 ott. (askanews) – La Commissione europea ha presentato, oggi a Bruxelles, un piano d’azione europeo per l’energia eolica, accompagnato da una comunicazione sulla realizzazione degli obiettivi dell’UE in materia di energia offshore, che mira a dare una risposta adeguata alle difficoltà che sta incontrando questo comparto delle energie rinnovabili, nonostante io successi ottenuti finora e le opportunità future prospettate dalla realizzazione degli obiettivi del Green Deal.
Finora nell’Ue sono stati installati più di 204 GW di energia eolica, di cui 16 GW offshore. Questi impianti, scrive la Commissione in una nota, hanno fornito il 16% dell’elettricità totale generata nell’Ue nel 2022. La maggior parte delle apparecchiature necessarie è stata fornita da produttori europei, che sono anche attori forti a livello globale. E nel 2022, sono state installate nuove capacità pari a 16 GW (il 47% in più rispetto al 2021); ma questo ritmo è ben al di sotto dei 37 GW all’anno necessari per raggiungere il contributo previsto dell’energia eolica (oltre 500 GW) all’obiettivo di energia rinnovabile che l’Ue dovrà produrre entro il 2030. Questo obiettivo è stato fortemente aumentato con il pacchetto “Fit for 55”, portandolo dal 32% inizialmente previsto ad almeno il 42,5% del totale dell’energia prodotta (e con l’ambizione di raggiungere il 45%). Nonostante rappresenti una storia di successo europea, il settore eolico dell’Ue si trova attualmente in difficoltà nell’operare in modo redditizio e competitivo, e sta affrontando una combinazione unica di sfide che ne hanno rallentato il ritmo di sviluppo. Negli ultimi anni, e soprattutto l’anno scorso, tutti i maggiori produttori europei di turbine eoliche hanno riportato perdite operative significative.
Secondo l’analisi della Commissione, gli impianti eolici sono attualmente sottoutilizzati a causa di cinque fattori. Il primo è la lenta diffusione dell’energia eolica dovuta alle difficoltà di prevedere con precisione la domanda di turbine nell’Ue, a causa soprattutto dei processi di autorizzazione per gli impianti, lenti, incerti e complessi. In secondo luogo, c’è la crescente difficoltà dell’accesso alle materie prime, combinata con l’instabilità dei loro prezzi, con l’alta inflazione, gli elevati tassi d’interesse, l’accesso limitato ai finanziamenti, tutti elementi che erodono la posizione finanziaria delle imprese del settore.
In terzo luogo, non aiutano le modalità con cui si svolgono le aste o gare d’appalto nazionali per l’installazione degli impianti, basate quasi esclusivamente sui prezzi e non abbastanza sulla promozione di elevati standard ambientali, e con sanzioni per la mancata esecuzione spesso insufficienti. Inoltre, a volte è prevista anche anche la possibilità di offerte negative illimitate (“uncapped negative bidding”), come è previsto ad esempio in Germania, per cui sono le imprese responsabili dello sviluppo dei progetti che pagano lo Stato per ottenere il diritto di costruire centrali eoliche offshore. Tutto questo, nota la Commissione, può creare rischi per la realizzazione completa e tempestiva dei progetti. La quarta sfida è la pressione crescente da parte di concorrenti internazionali come la Cina (e ora anche gli Usa con il loro “Inflation Reduction Act”), che rappresenta una sfida crescente per l’industria eolica dell’Ue, e ne può compromette gravemente la capacità di competere in condizioni di parità.
La bilancia commerciale dell’Ue con Pechino nel settore eolico ha raggiunto un deficit record di 462 milioni di euro nel 2022. La Cina è un importante fornitore di materie prime e di componenti per i produttori europei e mondiali, ma sta anche diventando – sottolinea la Commissione – un serio concorrente nei mercati dei paesi terzi, importanti per le aziende europee. Grazie a prezzi inferiori in media del 20% rispetto a quelli dei loro omologhi europei e statunitensi, la presenza delle aziende cinesi all’estero è in costante aumento. I produttori cinesi possono inoltre beneficiare di modelli di business integrati verticalmente con catene di fornitura più brevi a causa della posizione dominante della Cina nella produzione di acciaio e materie prime, per non parlare del possibile forte sostegno finanziario dello Stato. Tutto ciò compromette gravemente la capacità delle imprese dell’Ue di competere in condizioni di parità. Infine, un quinto fattore di rischio che pesa sullo sviluppo dell’industria eolica europea è quello legato alla mancanza di lavoratori qualificati nel settore, come operatori di navi, di gru o di mezzi di sollevamento pesanti, che potrebbe ostacolare il necessario aumento della capacità produttiva. Il piano d’azione presentato oggi definisce le azioni immediate che la Commissione, gli Stati membri e l’industria devono adottare insieme, sulla base delle politiche e della normativa esistenti, concentrandosi su sei aree principali. 1) Accelerazione della diffusione degli impianti eolici grazie a una maggiore prevedibilità e a procedure di autorizzazione più rapide. L’iniziativa “Accele-RES”, che sarà presto varata dalla Commissione con gli Stati membri, ha lo scopo di garantire la rapida attuazione delle norme rivedute dell’Ue in materia di energie rinnovabili, promuovendo la digitalizzazione delle procedure di autorizzazione e fornendo assistenza tecnica agli Stati membri, che sono sollecitati a impegnarsi per l’eolico, con calendari delle aste trasparenti e una pianificazione a lungo termine. La Commissione sosterrà anche la necessaria costruzione di reti elettriche con un piano d’azione dedicato che sarà presentato entro l’anno. 2) Migliore progettazione delle aste o gare d’appalto. Sulla base del “Net-Zero Industry Act” e della riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica, la Commissione sosterrà gli Stati membri nel miglioramento delle procedure, con criteri oggettivi che ricompensino gli impianti a più alto valore aggiunto e garantiscano che i progetti siano realizzati pienamente e nei tempi previsti. 3) Accesso ai finanziamenti. Per accelerare gli investimenti e i finanziamenti per la produzione di energia eolica in Europa, la Commissione agevolerà l’accesso ai finanziamenti dell’Ue, in particolare attraverso il Fondo per l’Innovazione, mentre la Banca europea per gli investimenti (Bei) metterà a disposizione garanzie per la riduzione dei rischi. La Commissione incoraggia inoltre gli Stati membri a sfruttare appieno la flessibilità sugli aiuti di Stato offerta dal Quadro temporaneo di crisi e transizione modificato, attualmente in vigore, per sostenere la produzione eolica nell’Ue. 4) Contesto internazionale. Per garantire che il settore eolico possa operare in condizioni di parità, la Commissione monitorerà attentamente eventuali pratiche commerciali sleali che avvantaggiano produttori di energia eolica stranieri, e continuerà a utilizzare gli accordi commerciali per facilitare l’accesso ai mercati esteri, promuovendo nel contempo l’adozione di norme Ue e internazionali per il settore. La Commissione dialogherà con gli investitori per individuare e affrontare gli ostacoli agli investimenti. 5) Competenze. Con il “Net-Zero Industry Act”, la Commissione agevolerà l’avvio di accademie europee delle competenze nel settore dell’industria a zero emissioni nette, tra cui una dedicata al settore eolico, che sono concepite per sostenere le azioni degli Stati membri volte a migliorare le competenze e a riqualificare i lavoratori. Le accademie svilupperanno contenuti e materiali didattici con l’obiettivo di formare 100.000 persone entro i primi tre anni. 6) Partecipazione delle imprese e impegni degli Stati membri. La Commissione collaborerà con gli Stati membri e le imprese del settore per elaborare una “Carta dell’Ue per l’energia eolica”, al fine di migliorare le condizioni che consentono all’eolico europeo di restare competitivo. Quanto all’eolico offshore, la Commissione ricorda che gli Stati membri hanno recentemente concordato nuovi e ambiziosi obiettivi di aumento della produzione per il 2050, con traguardi intermedi per il 2030 e il 2040 per ciascuno dei cinque bacini marittimi dell’Ue. Nel 2022 la capacità installata offshore cumulativa dell’Ue a 27 ammontava a 16,3 GW. Per raggiungere l’obiettivo di 111 GW che si sono dati gli Stati membri occorrerà installare in media quasi 12 GW/anno, ossia 10 volte di più degli 1,2 GW supplementari installati lo scorso anno. Per sostenere questo sforzo, la Commissione sta definendo ulteriori azioni volte a rafforzare l’infrastruttura di rete e la cooperazione regionale, accelerare il rilascio delle autorizzazioni, garantire una pianificazione integrata dello spazio marittimo, rafforzare la resilienza delle infrastrutture, sostenere la ricerca e l’innovazione, e sviluppare catene di approvvigionamento e competenze nel comparto dell’eolico offshore.