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Istat: disoccupazione febbraio stabile all’8%, per giovani giù a 22,4%

Istat: disoccupazione febbraio stabile all’8%, per giovani giù a 22,4%


Istat: disoccupazione febbraio stabile all’8%, per giovani giù a 22,4% – askanews.it



Istat: disoccupazione febbraio stabile all’8%, per giovani giù a 22,4% – askanews.it



















Roma, 30 mar. (askanews) – A febbraio il tasso di disoccupazione totale è stabile all’8%, quello giovanile scende al 22,4% (-0,4 punti). E’ la stima preliminare diffusa dall’Istat.

Il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce su base mensile (-0,6%, pari a -12mila unità) tra le donne, i minori di 35 anni e gli ultracinquantenni. La stabilità del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni è dovuta alla crescita tra le donne e le persone con più di 35 anni d’età e alla contestuale diminuzione tra gli uomini e i giovani. Il tasso di inattività rimane invariato al 33,8%.

Rispetto a febbraio 2022, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-4,5%, pari a -94mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-3,1%, pari a -398mila).

Bce: alta incertezza accresce legame tra dati e future decisioni

Bce: alta incertezza accresce legame tra dati e future decisioni


Bce: alta incertezza accresce legame tra dati e future decisioni – askanews.it



Bce: alta incertezza accresce legame tra dati e future decisioni – askanews.it




















Roma, 30 mar. (askanews) – L’elevata incertezza “accresce l’importanza di un approccio dipendente dai dati per le decisioni del Consiglio direttivo (dalla Bce) sui tassi di riferimento, che saranno determinate dalle sue valutazioni sulle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, dalla dinamica dell’inflazione di fondo e dall’intensità di trasmissione della politica monetaria”. Nel Bollettino economico, la Bce ribadisce l’impostazione per le future decisioni dopo il nuovo rialzo dei tassi di 50 punti base operato lo scorso 16 marzo.

L’obiettivo della manovra restrittiva resta quello di “assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine”, si legge.

Lavoro, Inail: nel I bimestre in calo del 29,1% denunce infortuni

Lavoro, Inail: nel I bimestre in calo del 29,1% denunce infortuni


Lavoro, Inail: nel I bimestre in calo del 29,1% denunce infortuni – askanews.it



Lavoro, Inail: nel I bimestre in calo del 29,1% denunce infortuni – askanews.it




















Roma, 30 mar. (askanews) – Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail nel primo bimestre di quest’anno sono state 86.483 (-29,1% rispetto al febbraio 2022), 100 delle quali con esito mortale (-12,3%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 10.399 (+28,7%). Lo ha reso noto l’Inail.

Le denunce di infortunio presentate all’Inail entro il mese di febbraio 2023 sono state 86.483, in calo del 29,1% rispetto alle 121.994 del primo bimestre 2022, in aumento rispetto alle 82.634 del 2021 (+4,7%) e in riduzione rispetto al 2020 (-10,4%) e al 2019 (-13,6%). A livello nazionale i dati rilevati al 28 febbraio di ciascun anno evidenziano, per il primo bimestre del 2023 rispetto all’analogo periodo del 2022, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 111.975 del 2022 ai 74.916 del 2023 (-33,1%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 15,5%, da 10.019 a 11.567.

Dl superbonus, governo pone fiducia alla Camera. Si vota domani

Dl superbonus, governo pone fiducia alla Camera. Si vota domani


Dl superbonus, governo pone fiducia alla Camera. Si vota domani – askanews.it



Dl superbonus, governo pone fiducia alla Camera. Si vota domani – askanews.it



















Roma, 29 mar. (askanews) – Il Governo ha posto la fiducia alla Camera sul decreto legge sui crediti fiscali legati ai bonus edilizi. Lo ha annunciato in Aula il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti. La fiducia è stata chiesta sul testo del decreto come ulteriormente modificato oggi pomeriggio in Commissione, a seguito dei rilievi mossi dalla Ragioneria generale dello Stato.

Il voto di fiducia si terrà domani, con la chiama dei deputati che inizierà alle 18. Alle 16,30 si svolgeranno le dichiarazioni di voto. L’esame del decreto riprenderà quindi lunedì, con l’illustrazione degli ordini del giorno che saranno votati martedì e a seguire, lo stesso giorno, il voto finale sul provvedimento. Il decreto, che deve essere convertito in legge entro il 17 aprile, passa poi all’esame del Senato per la seconda lettura.

Oggi è stato necessario un ulteriore passaggio in Commissione finanze a seguito dei rilievi della Ragioneria sugli emendamenti approvati lunedì. In particolare “al fine di escludere effetti negativi sulla finanza pubblica” i tecnici del Mef hanno chiesto di dettagliare la norma che consente alle banche di convertire i crediti acquistati in Bpt, specificando che il primo utilizzo può essere fatto in relazione a emissioni “ordinarie”, effettuate a partire dal 1° gennaio 2028. L’inserimento del termine “ordinarie” esclude la possibilità che nel 2028 si possa ricorrere a emissioni “straordinarie” con conseguenti ricadute sui conti pubblici. Nelle richieste della Rgs anche quella di completare la norma aggiungendo che “con appositi provvedimenti di natura direttoriale dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dell’economia, sentita la Banca d’Italia, sono individuate le modalità applicative”.

Bankitalia: il superbonus è un costo rilevante per i conti pubblici

Bankitalia: il superbonus è un costo rilevante per i conti pubblici


Bankitalia: il superbonus è un costo rilevante per i conti pubblici – askanews.it



Bankitalia: il superbonus è un costo rilevante per i conti pubblici – askanews.it




















Roma, 29 mar. (askanews) – “Come da noi sottolineato più volte, tali agevolazioni hanno un costo, un costo rilevante per i conti pubblici che va valutato considerando il migliore impatto di questa tipologia di investimenti sulla produttività e sulla crescita nel lungo periodo rispetto a possibili impieghi alternativi”. Lo ha sottolineato Pietro Tommasino economista della Banca d’Italia in audizione presso la commissione Bilancio della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia.

Immobiliare, in Italia oltre 1 milione di edifici da innovare

Immobiliare, in Italia oltre 1 milione di edifici da innovare


Immobiliare, in Italia oltre 1 milione di edifici da innovare – askanews.it



Immobiliare, in Italia oltre 1 milione di edifici da innovare – askanews.it




















Milano, 29 mar. (askanews) – In Italia ci sono quasi 1,1 milioni di edifici residenziali sui quali è necessario effettuare interventi di innovazione dal punto di vista edilizio, urbanistico e sociale. Seguendo gli obiettivi dettati dall’Unione Europea, sarebbero coinvolti oltre 36mila edifici all’anno (una città come Messina) per i prossimi 30 anni, in grado di generare un impatto economico sul patrimonio edilizio di 22,6 miliardi di euro l’anno e produrre potenziali ricadute di natura sociale per ulteriori 17,1 miliardi. È quanto emerge dall’Osservatorio sull’innovazione “La S di ESG, una storia italiana di valore” presentato da Scenari Immobiliari e Dils nel corso dell’Innovation Forum 2023.

Nelle principali città italiane sono, infatti, presenti 1,1 milioni di edifici residenziali costruiti tra il 1946 e il 1989 (pari al 13,5% dei quasi 8 milioni complessivi appartenenti allo stesso periodo storico), con 6,3 milioni di unità abitative (28,9% dei 21,7 milioni totali), sui quali è prioritario effettuare interventi di innovazione dal punto di vista edilizio, urbanistico e sociale. Attenendosi all’obiettivo comunitario di ricostruire annualmente il 2% degli edifici esistenti nelle aree urbane, sarebbe necessario intervenire potenzialmente su circa 36.300 edifici all’anno (pari al 2% degli 1,8 milioni di edifici residenziali esistenti nelle principali città italiane) in un arco temporale di 30 anni, solo per quanto riguarda il patrimonio realizzato tra il ’46 e la fine degli anni ’80.

La quantificazione economica degli investimenti di natura immobiliare necessari alla potenziale attivazione dell’intero processo di ricostruzione annuale degli edifici residenziali nelle aree urbane della penisola è stimabile partendo da una media degli attuali costi unitari relativi a interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione edilizia, compresi tra 750 euro al mq e 1.600 euro. Di conseguenza, è possibile stimare il potenziale impatto economico della piena attuazione degli obiettivi comunitari in termini di innovazione del patrimonio edilizio abitativo in 22,6 miliardi l’anno, i quali sono a loro volta in grado di generare ricadute di natura sociale potenzialmente monetizzabili in ulteriori 17,1 miliardi, in relazione alle diverse tipologie di intervento.

Ita Airways: ricavi per 1.576 mln, perdita netta 486 mln

Ita Airways: ricavi per 1.576 mln, perdita netta 486 mln


Ita Airways: ricavi per 1.576 mln, perdita netta 486 mln – askanews.it



Ita Airways: ricavi per 1.576 mln, perdita netta 486 mln – askanews.it



















Roma, 28 mar. (askanews) – Nel 2022 Ita Airways ha registrato una perdita netta di 486 milioni di euro su cui l’effetto del deterioramento dello scenario macroeconomico ha inciso per oltre 280 milioni di euro. I ricavi sono ammontati a 1,576 miliardi di euro mentre l’ebitda è negativo per 338 milioni di euro. Le attese della Società per l’esercizio 2023 sono di un’ulteriore consistente crescita del volume dei ricavi trainati dall’espansione del network delle destinazioni servite garantita dall’incremento della flotta, da cui consegue un significativo miglioramento del risultato operativo atteso. E’ quanto si legge nel comunicato diffuso al termine del Cda che ha approvato il bilancio. I risultati dell’anno sono la conseguenza del notevole impegno profuso dalle risorse della Società che hanno contribuito in maniera decisiva nella fase di start up e di consolidamento delle attività operative della Società in un contesto di mercato ancora complesso.

Ok al nuovo codice appalti, c’è la norma ‘prima l’Italia per materiali’

Ok al nuovo codice appalti, c’è la norma ‘prima l’Italia per materiali’


Ok al nuovo codice appalti, c’è la norma ‘prima l’Italia per materiali’ – askanews.it



Ok al nuovo codice appalti, c’è la norma ‘prima l’Italia per materiali’ – askanews.it


















Roma, 28 mar. (askanews) – È stato approvato in Consiglio dei Ministri il codice degli appalti, rivisto e integrato alla luce delle osservazioni delle commissioni parlamentari, che ha il pregio di procedere nella direzione della semplificazione, sburocratizzazione delle procedure e liberalizzazione. E’ quanto riferisce un comunicato del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tra le novità una norma che tutela il ‘made in Italy’, In particolare, tra i criteri di valutazione dell’offerta è previsto come premiale il valore percentuale dei prodotti originari italiani o dei paesi UE, rispetto al totale. Una tutela per le forniture italiane ed europee dalla concorrenza sleale di Paesi terzi. Le stazioni appaltanti possono indicare anche i criteri di approvvigionamento dei materiali per rispondere ai più elevati standard di qualità. Tra i criteri premiali la valorizzazione delle imprese, che abbiano sede nel territorio interessato dall’opera. Il nuovo codice, sottolinea il comunicato, mette istituzioni e imprese in grado di lavorare con celerità per fornire beni e servizi ai cittadini. Per fare una gara si risparmieranno dai sei mesi ad un anno, grazie innanzitutto alla digitalizzazione delle procedure (in vigore dal 1°gennaio 2024). Una banca dati degli appalti conterrà le informazioni relative alle imprese, una sorta di carta d’identità digitale, consultabile sempre, senza che sia necessario per chi partecipa alle gare presentare di volta in volta plichi di documentazione, con notevoli risparmi di costi e soprattutto di carta. Una norma apprezzabile, sostiene la nota, anche sotto il profilo ambientale. Soggetti appaltanti, ma anche imprese e cittadini avranno disponibili online i dati per garantire trasparenza. Con la liberalizzazione degli appalti sottosoglia, e cioè fino a 5,3 milioni di euro, le stazioni appaltanti potranno decidere di attivare procedure negoziate o affidamenti diretti, rispettando il principio della rotazione. Per gli appalti fino a 500 mila euro, allo stesso modo, le piccole stazioni appaltanti potranno procedere direttamente senza passare per le stazioni appaltanti qualificate. Taglio dei tempi notevole soprattutto per quei piccoli comuni che debbano procedere a lavori di lieve entità che hanno tanta importanza per la vivibilità dei luoghi e il benessere delle proprie comunità. Rivive l’appalto integrato: il contratto potrà quindi avere come oggetto la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato. Inoltre, per garantire la conclusione dei lavori, si potrà procedere anche al subappalto cosiddetto a cascata, senza limiti. Nessuna paura per la “firma”: niente colpa grave per i funzionari e i dirigenti degli enti pubblici se avranno agito sulla base della giurisprudenza o dei pareri dell’autorità. Tutele simili per la delicata questione dell’illecito professionale. Nella riformulazione del codice si è proceduto ad una razionalizzazione e semplificazione delle cause di esclusione, anche attraverso una maggiore tipizzazione delle fattispecie. In particolare, per alcuni tipi di reato, l’illecito professionale può essere fatto valere solo a seguito di condanna definitiva, condanna di primo grado o in presenza di misure cautelari. Una importante innovazione riguarda poi l’introduzione della figura del dissenso costruttivo per superare gli stop degli appalti quando è coinvolta una pluralità di soggetti. In sede di conferenza di servizi l’ente che esprime il proprio no, non solo dovrà motivare, ma soprattutto fornire una soluzione alternativa. Anche la valutazione dell’interesse archeologico, il cui iter, spesso lungo e articolato, rischia di frenare gli appalti, dovrà essere svolta contestualmente alle procedure di approvazione del progetto, in modo da non incidere sul cronoprogramma dell’opera.

Lsa

Cosa prevede il nuovo codice degli appalti approvato dal Consiglio dei Ministri

Cosa prevede il nuovo codice degli appalti approvato dal Consiglio dei Ministri


Cosa prevede il nuovo codice degli appalti approvato dal Consiglio dei Ministri – askanews.it



Cosa prevede il nuovo codice degli appalti approvato dal Consiglio dei Ministri – askanews.it



















Roma, 28 mar. (askanews) – È stato approvato questo pomeriggio in Consiglio dei Ministri il codice degli appalti, rivisto e integrato alla luce delle osservazioni delle commissioni parlamentari, che ha il pregio di procedere nella direzione della semplificazione, sburocratizzazione delle procedure e liberalizzazione. E’ quanto riferisce un comunicato del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Tra le novità una norma che tutela il ‘made in Italy’, In particolare, tra i criteri di valutazione dell’offerta è previsto come premiale il valore percentuale dei prodotti originari italiani o dei paesi UE, rispetto al totale. Una tutela per le forniture italiane ed europee dalla concorrenza sleale di Paesi terzi. Le stazioni appaltanti possono indicare anche i criteri di approvvigionamento dei materiali per rispondere ai più elevati standard di qualità. Tra i criteri premiali la valorizzazione delle imprese, che abbiano sede nel territorio interessato dall’opera. Il nuovo codice, sottolinea il comunicato, mette istituzioni e imprese in grado di lavorare con celerità per fornire beni e servizi ai cittadini. Per fare una gara si risparmieranno dai sei mesi ad un anno, grazie innanzitutto alla digitalizzazione delle procedure (in vigore dal 1°gennaio 2024). Una banca dati degli appalti conterrà le informazioni relative alle imprese, una sorta di carta d’identità digitale, consultabile sempre, senza che sia necessario per chi partecipa alle gare presentare di volta in volta plichi di documentazione, con notevoli risparmi di costi e soprattutto di carta. Una norma apprezzabile, sostiene la nota, anche sotto il profilo ambientale. Soggetti appaltanti, ma anche imprese e cittadini avranno disponibili online i dati per garantire trasparenza. Con la liberalizzazione degli appalti sottosoglia, e cioè fino a 5,3 milioni di euro, le stazioni appaltanti potranno decidere di attivare procedure negoziate o affidamenti diretti, rispettando il principio della rotazione. Per gli appalti fino a 500 mila euro, allo stesso modo, le piccole stazioni appaltanti potranno procedere direttamente senza passare per le stazioni appaltanti qualificate. Taglio dei tempi notevole soprattutto per quei piccoli comuni che debbano procedere a lavori di lieve entità che hanno tanta importanza per la vivibilità dei luoghi e il benessere delle proprie comunità.

Rivive l’appalto integrato: il contratto potrà quindi avere come oggetto la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato. Inoltre, per garantire la conclusione dei lavori, si potrà procedere anche al subappalto cosiddetto a cascata, senza limiti. Nessuna paura per la “firma”: niente colpa grave per i funzionari e i dirigenti degli enti pubblici se avranno agito sulla base della giurisprudenza o dei pareri dell’autorità. Tutele simili per la delicata questione dell’illecito professionale. Nella riformulazione del codice si è proceduto ad una razionalizzazione e semplificazione delle cause di esclusione, anche attraverso una maggiore tipizzazione delle fattispecie. In particolare, per alcuni tipi di reato, l’illecito professionale può essere fatto valere solo a seguito di condanna definitiva, condanna di primo grado o in presenza di misure cautelari. Una importante innovazione riguarda poi l’introduzione della figura del dissenso costruttivo per superare gli stop degli appalti quando è coinvolta una pluralità di soggetti. In sede di conferenza di servizi l’ente che esprime il proprio no, non solo dovrà motivare, ma soprattutto fornire una soluzione alternativa. Anche la valutazione dell’interesse archeologico, il cui iter, spesso lungo e articolato, rischia di frenare gli appalti, dovrà essere svolta contestualmente alle procedure di approvazione del progetto, in modo da non incidere sul cronoprogramma dell’opera.

Il Cdm approva il ‘Dl bollette’ con misure a sostegno di famiglie e imprese

Il Cdm approva il ‘Dl bollette’ con misure a sostegno di famiglie e imprese


Il Cdm approva il ‘Dl bollette’ con misure a sostegno di famiglie e imprese – askanews.it



Il Cdm approva il ‘Dl bollette’ con misure a sostegno di famiglie e imprese – askanews.it


















Roma, 28 mar. (askanews) – Via libera del Consiglio dei ministri al decreto bollette che contiene misure a sostegno di famiglie e imprese contro il caro energia e interventi in favore del settore sanitario per 4,9 miliardi di euro. Per il gas, spiega il Ministero dell’economia, è confermata per il secondo trimestre 2023 la riduzione dell’Iva al 5% e l’azzeramento degli oneri di sistema. Prorogata anche l’aliquota Iva ridotta al 5% per il teleriscaldamento e per l’energia prodotta con il gas metano. “In considerazione della riduzione dei prezzi del gas naturale all’ingrosso” il contributo introdotto a favore dei consumatori fino a 5.000 metri cubi è confermato solo per il mese di aprile e sarà in misura ridotta (pari al 35% del valore applicato nel trimestre precedente).

Prorogato fino al 30 giugno anche il bonus sociale, lo sconto sulle bollette di luce e gas per le famiglie con Isee fino a 15mila euro così come il credito d’imposta al 40% e al 45% dedicato alle imprese che nel primo trimestre del 2023 hanno registrato un incremento del prezzo delle bollette di luce e gas superiore al 30% rispetto al primo trimestre del 2019. Tra le novità del decreto, prosegue il Ministero, il nuovo incentivo al risparmio energetico per tutti i cittadini, senza limiti di reddito, che a partire dal prossimo 1 ottobre al 31 dicembre 2023 avranno un contributo a compensazione delle spese di riscaldamento che verrà erogato, in quota fissa e differenziato in base alle zone climatiche.

Per l’anno di imposta 2022 arriva anche un regime di tassazione più favorevole per gli imprenditori agricoli che producono e cedono energia fotovoltaica.