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Confcooperative: mancanza lavoratori costa 28 mld, l’1,5% del Pil

Confcooperative: mancanza lavoratori costa 28 mld, l’1,5% del PilRoma, 3 nov. (askanews) – La mancanza di lavoratori costa 28 miliardi, l’1,5% del Pil. E’ quanto rileva il focus di Censis-Confccoperative “Lavoro, il mercato contorto: l’Italia alle prese con mismatch, demografia e grandi dimissioni”, che stima gli effetti economici della mancanza di occupati basata sulle posizioni lavorative e sul tasso dei posti vacanti nell’industria e nei servizi.

“Il lavoro continua a esserci, ma anche i lavoratori continuano a mancare e ciò non consente alle imprese di spingere sull’acceleratore così come potrebbero – dice il presidente di Concooperative, Maurizio Gardini – il Pil del 2023 avrebbe potuto raggiungere i 1.810 miliardi di euro se tutte le imprese fossero riuscite a trovare tutte le figure professionali di cui hanno bisogno. Un conto salato per il Paese che equivale a 28 miliardi, l’1,5% del Pil”. Invecchiamento degli occupati, squilibrio nella redistribuzione del lavoro tra le aree più dinamiche e quelle condizionate da contesti economici non favorevoli, cambiamenti nelle aspettative che riguardano il lavoro e che rivendicano un maggiore riconoscimento delle competenze, sono tutti fattori che contribuiscono a non far incrociare domanda e offerta di lavoro. Tutto questo, sottolinea Confcooperative, determina un costo economico che, negli anni, tende a crescere. Nel 2021 pesava per l’1,2% del Pil per arrivare oggi all’1,5%. Tra le persone in cerca di occupazione il ridimensionamento riguarda le forze di lavoro (occupati e disoccupati) e, soprattutto, la popolazione con età uguale o superiore ai 15 anni. La criticità che accompagna questo quadro, sottolinea il report Censis-Confcooperative, è data da un fenomeno che negli ultimi anni si è mostrato sempre più rilevante: gli occupati totali (con almeno 15 anni) sono aumentati nell’ultimo decennio di quasi 800mila unità, con un incremento rispetto al 2012 del 3,6%.

Scomponendo il dato complessivo e prendendo in esame la classe degli over 50 il fenomeno appare molto più marcato: tra il 2012 e il 2022 gli occupati anziani sono aumentati di quasi tre milioni, passando dai 6,3 milioni del 2012 ai 9 milioni del 2022. L’incremento è stato del 42,4%, tanto che oggi la classe d’età 50 e più rappresenta una quota pari al 39% sul totale dell’occupazione (era il 28,4% nel 2012). Sempre nel 2022 risultavano ancora occupati 687mila individui con un’età uguale o superiore ai 65 anni. Tra il 2012 e il 2022 la componente più anziana è, di fatto, cresciuta del 72,2%. Di riflesso, l’aspetto controverso di questo fenomeno riguarda, ovviamente, gli occupati più giovani. Tra il 2012 e il 2022 i 15-34enni occupati si riducono, in termini assoluti, di 361mila unità. In termini relativi la variazione negativa è di 6,5%. La quota dei giovani fra gli occupati passa dal 25,1% del 2012 al 22,6%. Nel 2022, aggiunge lo studio Censis-Confcooperative, il numero di lavoratori dipendenti che si sono dimessi è stato di 1.047.000. Di questi circa 700.000 (sette su dieci) si sono ricollocati nel giro di tre mesi (il 66,9% sul totale delle dimissioni volontarie. Un trend decisamente in rialzo rispetto all’era pre-Covid, quando nel 2019 le dimissioni volontarie interessavano poco più di 810.000 lavoratori, ma entro tre mesi se ne ricollocava il 63,2% (quasi -4% rispetto al 2022). Il tasso di ricollocazione tende a crescere, in linea tenendo il passo dell’aumento dell’occupazione che si è registrata negli ultimi due anni. Emerge un’accelerazione: molti lavoratori cercano un nuovo lavoro perseguendo migliori condizioni lavorative. Cambiano le motivazioni. Nel 2012 il 51,2% degli occupati a tempo indeterminato dichiarava di voler cambiare lavoro per guadagnare di più. Nel 2022 questa percentuale, pur restando la più elevata fra le motivazioni, si attesta a un livello molto più in basso: il 36,2%. Tra i motivi che inducono a cambiare lavoro c’è la ricerca di un lavoro più qualificante per le proprie capacità/competenze e con maggiori prospettive di carriera 36,1%.

Generalmente, chi cambia lavoro lo fa all’interno dello stesso settore di provenienza, sebbene il grado di continuità vari da settore a settore. Solo il 52% risulta infatti ricollocato dopo tre mesi nell’ambito delle attività alloggio e ristorazione. Nel 2012, gli insoddisfatti del proprio lavoro rispetto alle competenze possedute era il 13,1% Dieci anni più tardi la percentuale ha raggiunto il 36,1%. Si riduce, invece, dal 19,1% al 6,9% la quota di chi è indotto a cercare un nuovo lavoro poiché teme di perdere quello attuale e ciò riflette anche il diverso clima che caratterizzava il 2012, anno di forte crisi economica rispetto al 2022, anno particolarmente positivo per l’occupazione.

Istat: a settembre +42mila occupati su mese, +512mila su anno

Istat: a settembre +42mila occupati su mese, +512mila su annoRoma, 3 nov. (askanews) – A settembre 2023 l’occupazione continua a crescere – di 42 mila unità rispetto al mese precedente – tra i dipendenti permanenti e tra gli autonomi. Il numero degli occupati si attesta a 23milioni 656mila e registra, rispetto a settembre 2022, un aumento di 512mila unità. Il tasso di occupazione sale al 61,7% (+0,1 punti). E’ la stima preliminare diffusa dall’Istat.

L’aumento dell’occupazione (+0,2%), su base mensile, è sintesi della crescita osservata tra gli uomini, i dipendenti permanenti, gli autonomi, gli under35 e tra chi ha almeno 50 anni, da un lato, e del calo registrato tra le donne, i dipendenti a termine e tra i 35-49enni, dall’altro. Su base annua l’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa: il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 1,4 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+0,6 punti) perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva. In particolare si registra un aumento di 443 mila dipendenti permanenti e di 115 mila autonomi; il numero dei dipendenti a termine risulta invece inferiore di 47 mila unità.

La disoccupazione risale leggermente nell’eurozona: settembre 6,5%

La disoccupazione risale leggermente nell’eurozona: settembre 6,5%Roma, 3 nov. (askanews) – Lieve risalita a settembre del tasso di disoccupazione nell’area euro, che tuttavia al 6,5%, un decimale di punto in più rispetto ad agosto, secondo gli ultimi dati pubblicati da Eurostat resta in prossimità dei minimi storici. L’ente di statistica comunitario ha contato 69.000 disoccupati in più nell’area valutaria rispetto ad agosto e 95.000 in più guardando a tutta l’Unione Europea, dove il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 6%.

Secondo Eurostat dei 13 milioni 26 mila disoccupati totali dell’Ue 11 milioni 17 mila sono nell’area euro. Nel paragone su base annua il numero di disoccupati resta però in calo, di 212.000 persone per l’area euro.

Taxi, Antitrust a comuni Roma, Napoli e Milano: aumentare licenze

Taxi, Antitrust a comuni Roma, Napoli e Milano: aumentare licenzeRoma, 3 nov. (askanews) – L’Antitrust ha inviato ai comuni di Roma, Milano e Napoli una segnalazione sulle criticità riscontrate nell’erogazione del servizio taxi a danno degli utenti, in termini di qualità ed efficienza del servizio reso. Dall’analisi delle risposte fornite dai Comuni alle richieste di informazioni inviate dall’Autorità è emersa una diffusa e strutturale inadeguatezza del numero delle licenze attive rispetto alla domanda del servizio taxi.

Questa situazione, spiega l’Autorità, ha generato un numero molto elevato di richieste inevase e di tempi eccessivamente lunghi di attesa per l’erogazione del servizio. L’indagine svolta, prosegue l’Autorità, fotografa un contesto in cui a Roma il numero di licenze attive è pari a 7.962, cui corrispondono 2,8 licenze ogni 1.000 residenti; a Milano le 4.853 licenze attive sono pari a 3,5 licenze ogni 1.000 residenti; a Napoli, a fronte di 2.364 licenze attive, sono disponibili 2,6 licenze ogni 1.000 abitanti.

Per superare questa grave situazione e aprire il mercato alla concorrenza, l’Autorità sollecita i Comuni di Roma, Milano e Napoli ad adeguare il numero delle licenze taxi alla domanda di tali servizi, di cui una significativa parte rimane, ad oggi, costantemente insoddisfatta, spingendo l’aumento oltre il tetto del 20% fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto Asset (n. 104/2023 convertito nella legge 9 ottobre 2023, n. 136) e adottando in tempi brevi i bandi di pubblico concorso per l’assegnazione delle nuove licenze. Sempre nell’ottica di aumentare la qualità del servizio, si auspica anche l’adozione di misure aggiuntive, come la regolamentazione dell’istituto delle doppie guide (attualmente presente a Roma e a Milano ma non a Napoli); l’implementazione del taxi sharing; l’efficientamento dei turni, per renderli più flessibili. Inoltre l’Autorità raccomanda l’esercizio di un monitoraggio, attivo ed efficace, sull’adeguatezza dell’offerta del servizio taxi e sull’effettiva prestazione del servizio stesso, adottando adeguati meccanismi di controllo, i cui esiti dovranno essere adeguatamente pubblicizzati.

Bce, Schnabel: “Non possiamo escludere altri rialzi dei tassi”

Bce, Schnabel: “Non possiamo escludere altri rialzi dei tassi”Roma, 3 nov. (askanews) – Alla Bce “non possiamo escludere ulteriori aumenti (al plurale-ndrt) sui tassi di interesse”. Lo ha affermato Isabel Schnabel, componente del comitato esecutivo dell’istituzione, generalmente ritenuta tra i sostenitori di una linea più intransigente di politica monetaria, durante il suo intervento ieri a tarda serata a un convegno che si è svolto ieri a Saint Louis, organizzato dalla filiale della Federal Reserve in Missouri.

Schnabel sembra voler tenere sotto pressione i mercati sul mantenimento di un atteggiamento aggressivo antinflazionistico, ma la sua potrebbe ora essere diventata una posizione minoritaria dopo che, invece, nei mesi passati ha prevalso proprio questo tipo di approccio, portando a 10 rialzi consecutivi dei tassi di interesse. All’ultima riunione del direttorio Bce, la scorsa settimana, con l’area euro che si avvicina insidiosamente alla recessione e l’inflazione che continua a calmierarsi, l’istituzione ha finalmente deciso di interrompere la manovra di rialzo dei tassi. E molti analisti stimano che abbia raggiunto il picco.

Secondo Schnabel, tuttavia, lo sforzo disinflazionistico potrebbe non essere finito e ha usato l’immagine dell’ultimo miglio in una corsa sulla lunga distanza, avvertendo che la fase finale del processo di riduzione della crescita dei prezzi potrebbe risultare più complicato di quella iniziale. “Mentre c’è voluto un anno per far calare l’inflazione dal 10,6% al 2,9%, secondo le nostre stime – ha detto – ci vorrà circa il doppio per riportarla al 2%”, che è l’obiettivo della Bce. “La disinflazione sembra davvero una corsa sulla lunga distanza. La parte più difficili inizia quando il corridore arriva all’ultimo miglio. Mentre la prima parte della corsa può essere sembrata facile – asserisce Schnabel – l’ultimo miglio richiede perseveranza e attenzione e vigilanza (un termine che in passato alla Bce veniva associato ai rialzi dei tassi-ndrt). Lo stesso vale per la lotta all’inflazione”.

L’economista tedesca cita una molteplicità di fattori a sostegno di questa tesi, tra i quali il venir meno dell’effetto paragone statistico con gli alti livelli dei prezzi di un anno fa che in questa fase sta favorendo meccanicamente un netto calmieramento del carovita ma che con il procedere del tempo dovrebbe svanire. Secondo Schnabel “serve perseveranza per evitare di cantare vittoria troppo presto. Con la nostra linea monetaria attuale ci aspettiamo il ritorno dell’inflazione all’obiettivo per il 2025. Il progresso che abbiamo visto finora è incoraggiante e in linea con le nostre previsioni. Per questo la scorsa settimana abbiamo deciso di lasciare i tassi di interessi invariati. Tuttavia il processo disinflazionistico sull’ultimo miglio potrebbe essere più incerto, lento e difficile. Per questo serve una continua vigilanza – ha ripetuto -. Dopo un lungo periodo di alta inflazione le aspettative sono fragili e nuovi shock potrebbero destabilizzarle, minacciando la stabilità sul medio termine. Questo – ha concluso – significa anche che non possiamo escludere ulteriori aumenti i tassi di interesse”.

Istat: a settembre +42mila occupati su mese, +512mila su anno

Istat: a settembre +42mila occupati su mese, +512mila su annoRoma, 3 nov. (askanews) – A settembre 2023 l’occupazione continua a crescere – di 42 mila unità rispetto al mese precedente – tra i dipendenti permanenti e tra gli autonomi. Il numero degli occupati si attesta a 23milioni 656mila e registra, rispetto a settembre 2022, un aumento di 512mila unità. Il tasso di occupazione sale al 61,7% (+0,1 punti). E’ la stima preliminare diffusa dall’Istat.

L’aumento dell’occupazione (+0,2%), su base mensile, è sintesi della crescita osservata tra gli uomini, i dipendenti permanenti, gli autonomi, gli under35 e tra chi ha almeno 50 anni, da un lato, e del calo registrato tra le donne, i dipendenti a termine e tra i 35-49enni, dall’altro. Su base annua l’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa: il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 1,4 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+0,6 punti) perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva. In particolare si registra un aumento di 443 mila dipendenti permanenti e di 115 mila autonomi; il numero dei dipendenti a termine risulta invece inferiore di 47 mila unità.

Istat: disoccupazione settembre sale al 7,4%, per giovani giù al 21,9%

Istat: disoccupazione settembre sale al 7,4%, per giovani giù al 21,9%Roma, 3 nov. (askanews) – A settembre il tasso di disoccupazione totale sale al 7,4% (+0,1 punti), quello giovanile, pari al 21,9%, scende di 0,1 punti. E’ la stima preliminare diffusa dall’Istat.

La crescita del numero di persone in cerca di lavoro (+1,9%, pari a +35mila unità) coinvolge le donne e riguarda tutte le classi d’età. Il tasso di inattività scende al 33,2% (-0,2 punti). Il calo del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,7%, pari a -92mila unità) si registra tra uomini e donne e per tutte le classi d’età.

Rispetto a settembre 2022, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-5,1%, pari a -101mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-3,6%, pari a -459mila).

Maltempo, Musumeci: il Governo pronto a dichiarare stato emergenza

Maltempo, Musumeci: il Governo pronto a dichiarare stato emergenzaRoma, 3 nov. (askanews) – Il Governo è pronto a dichiarare lo stato di ermergenza per le zone colpite dall’alluvione. Lo ha annunciato il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci.

“Ancora una notte di paura e di dolore nel Centro-nord, soprattutto in Toscana, dove si piangono le vittime e si prega per i dispersi. Sono in costante contatto con il nostro capo dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio ed ho assicurato al presidente della Regione Eugenio Giani che il governo è pronto a dichiarare lo stato di emergenza nazionale. Si resta in allerta: il fiume Arno rimane sorvegliato speciale e permane il rischio diffuso di frane”. 

Maltempo, tre morti in Toscana Giani dichiara stato emergenza

Maltempo, tre morti in Toscana Giani dichiara stato emergenzaRoma, 3 nov. (askanews) – Grave il bilancio delle vittime provocate dall’ondata di maltempo che ha colpito la Toscana.  Il presidente della Regione, Eugenio Giani ha proclamato lo stato di emergenza regionale.

“La situazione è grave, ho firmato lo stato di emergenza di carattere regionale, siamo in contatto con il Governo perché possa essere sottoscritto lo stato di emergenza nazionale – afferma Giani in un video postato su X per fare il punto della situazione provocata dal maltempo nella sua regione.“I fiumi sono tracimati in punti rilevanti, del Bisenzio, dell’Ombrone, anche di quello che è tutta l’area tra Prato, Firenze, Pistoia, che si concentra nel centro della Toscana – ha aggiunto -. In questo momento la pioggia ha portato a gonfiare a tal punto i fiumi di cui temiamo si veda l’esito durante la notte nell’arrivo dall’Appennino verso la valle. Siamo in questo momento in contatto con tutti i sindacai, la protezione civile sta funzionando al meglio ma la situazione è davvero di una gravità come non avevamo da tempo”.

La értezione civile si è subito attivata per fronteggiare le criticità causate dal maltempo. Squadre delle organizzazioni nazionali di volontariato sono state mobilitate dai primi minuti successivi all’evento e stanno operando con mezzi anfibi e gommoni. Quattro squadre, nella notte di ieri, sono state subito messe a disposizione da Croce Rossa provenienti da Lombardia, Abruzzo e Lazio. 4 anche le squadre del CNSAS – Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico da Emilia-Romagna, Marche e Umbria. Impegnate anche squadre del Soccorso Alluvionale SWRTT e delle Misericordie. È stata attivata la colonna mobile della regione Lombardia, che è operativa con 12 volontari, 5 mezzi e 3 idrovore.Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha messo a disposizione a supporto delle squadre locali ulteriori squadre anfibie da Lombardia, Piemonte, Marche, Lazio, Basilicata e Campania.Un elicottero è stato messo a disposizione da Guardia Costiera per il trasporto urgente di un paziente da Campi Bisenzio all’ospedale di Careggi, operato dalla CROSS di Pistoia tramite il COAU – Centro Operativo Aereo Unificato del Dipartimento.

Ulteriori mezzi e idrovore sono in partenza e saranno operative dalle prime ore della mattina.Il Dipartimento della Protezione Civile prosegue l’attività di coordinamento e supporto al territorio colpito, come già fatto nei giorni scorsi per seguire l’evoluzione del fenomeno. Per l’area, infatti, era stato emesso un avviso di condizioni metereologiche avverse che indicava allerta arancione per rischio idrogeologico.

 

Panetta: Bankitalia dovrà aprirsi al cambiamento e all’innovazione

Panetta: Bankitalia dovrà aprirsi al cambiamento e all’innovazioneMilano, 2 nov. (askanews) – “Continuare ad applicare il metodo di lavoro che ci è consueto, basato sul confronto delle idee, sul rigore delle analisi, sull’imparzialità e sulla trasparenza delle decisioni, contribuirà all’orgoglio di appartenere al nostro istituto e all’efficacia della nostra azione”. A scriverlo in una mail inviata a tutti i dipendenti il neo governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta nel giorno del suo insediamento. “Ma continuità non vuol dire conservazione – ha avvertito – Dovremo aprirci pienamente al cambiamento e all’innovazione come è avvenuto in passato nei momenti importanti della storia della Banca d’Italia”.

Nella prima parte della lettera Panetta ha rivolto “un sentito ringraziamento per l’onore che mi hanno riservato” al Presidente della Repubblica e alla presidente del Consiglio, per la carica conferitagli. “Torno nell’stituto in cui sono entrato nel 1985 e da cui mi sono separato dopo quasi 35 anni, in seguito alla nomina nel Comitato esecutivo della Banca centrale europea – ha ricordato – All’atto di occupare la posizione che è stata di uomini illustri, sono preso da sentimenti diversi: l’ambizione di essere all’altezza dei miei predecessori, il desiderio di mantenere alti il prestigio e la reputazione della Banca d’Italia, la sfida di riuscire in questi intenti”. “Gli impegni che ci attendono sono molti e onerosi. Le aspettative sui risultati del nostro lavoro sono come sempre assai elevate – ha sottolineato – Mi incoraggia la consapevolezza di poter contare sulla dedizione, l’attitudine a servire l’interesse pubblico e la elevata professionalità di tutto il personale”.

Infine “un pensiero grato e affettuoso” è andato al suo predecessore Ignazio Visco, “al quale mi lega una consuetudine di lavoro che è divenuta nel tempo un rapporto di fiducia e di amicizia”.