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Commerzbank, Scholz su Unicredit: attacchi ostili non sono buona cosa

Commerzbank, Scholz su Unicredit: attacchi ostili non sono buona cosaRoma, 23 set. (askanews) – Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è espresso contro un’acquisizione di Commerzbank da parte di UniCredit dopo che la banca italiana ha dichiarato di voler aumentare la sua quota da circa il 9% al 21%. UniCredit ha reso noto oggi di aver preso una posizione in un ulteriore 11,5% delle azioni di Commerzbank, due settimane dopo aver rivelato una quota del 9% nella banca, metà della quale acquisita dal governo tedesco. Scholz – secondo quanto riporta il Financial Times – ha detto a Reuters a margine di una visita a New York lunedì che “attacchi non amichevoli

UniCredit, i 5 criteri che la Bce valuta per l’ok su Commerzbank

UniCredit, i 5 criteri che la Bce valuta per l’ok su CommerzbankRoma, 23 set. (askanews) – La nuova mossa a sorpresa lanciata da Unicredit fa scattare una procedura di valutazione da parte della vigilanza bancaria europea operata dalla Bce, stavolta in merito all’aumento di quella che viene catalogata una “partecipazione qualificata”, dato che supera il 10% del capitale. L’istituzione di Francoforte ha 60 giorni lavorativi per autorizzare o rifiutare la richiesta del gruppo guidato da Andrea Orcel.


Oggi UniCredit ha annunciato di aver presentato istanza per l’acquisizione di una partecipazione superiore al 10% e fino al 29,9% in Commerzbank. E che nel frattempo ha sottoscritto “strumenti finanziari aventi ad oggetto una partecipazione pari a circa l’11,5% del capitale di Commerzbank”, con cui la sua posizione complessiva ha raggiunto circa il 21% nella banca tedesca. Secondo le normative europee in vigore, Unicredit ha presentato i suoi nuovi propositi all’autorità di vigilanza nazionale competente su Commerzbank, quindi quella della Germania: il compito viene svolto in maniera congiunta dalla Bundesbank, la banca centrale tedesca, e dalla Bafin, l’autorità di vigilanza sulla Borsa. Queste ultime ora devono svolgere una valutazione iniziale e predisporre un progetto di proposta per la Bce. Successivamente, in raccordo con l’autorità nazionale, la Bce conduce una propria valutazione e notifica l’esito al candidato acquirente e alle autorità nazionali.


I criteri chiave in base ai quali vengono valutate queste richieste sono cinque e sono stati armonizzati a livello europeo nella quarta direttiva sui requisiti patrimoniali (Capital Requirements Directive IV). Il primo aspetto riguarda la “reputazione” del candidato a rilevare la quota: deve posserede “l’integrità e l’affidabilità necessarie”, ad esempio non deve avere precedenti penali né essere coinvolto in procedimenti giudiziari. Un altro aspetto riguarda la “professionalità” del candidato, ossia deve avere esperienze amministrative o dirigenziali e/o di investimento nel settore. Il secondo parametro riguarda reputazione ed esperienza dei soggetti che l’aspirante acquirente si propone di designare per cariche di amministrazione e direzione della banca di cui intende rilevare la quota. In particolare, ove intenda – cosa quasi inevitabile se poi la manovra portasse a una fusione – apportare modifiche al management, va fatta una valutazione dei requisiti di professionalità e onorabilità dei nuovi esponenti aziendali.


Terzo parametro, la solidità finanziaria dell’acquirente. In questo caso, la Bce valuterà se UniCredit risulti in grado di finanziare il progetto di acquisizione e mantenere una solida struttura finanziaria nel prossimo futuro. E valuterà anche i soggetti che verranno indicati come coloro che dovranno contribuire alle eventuali maggiorazioni di capitale per la banca oggetto dell’operazione. Un altro criterio di valutazione, molto simile al terzo, è incentrato sull’impatto sulla banca e in particolare se dopo gli esborsi per aggiudicarsi la quota i requisiti patrimoniali dovessero finire compromessi. La banca non si dovrebbe trovare in condizioni di stress perché l’acquisizione è stata in parte finanziata mediante indebitamento. Inoltre, la struttura dell’acquirente non dovrebbe risultare così complessa da impedire all’autorità competente di esercitare un’efficace azione di vigilanza sulla banca.


L’ultimo criterio su cui si deciderà se autorizzare o meno l’acquisto è relativo ai rischi di collegamenti con attività di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. In pratica si verifica che i fondi utilizzati non provengano da attività illecite. E si valuta anche se l’acquisizione possa potenzialmente accrescere il rischio di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. Insomma una serie di parametri in cui un occhio profano difficilmente riesce a trovare elementi in base ai quali potrebbero crearsi ostacoli concreti per UniCredit. Ma resta il fatto che a imbastire il dossier saranno le autorità della Germania. Dove la prima mossa di UniCredit ha innescato allarmismi e pressioni interne, da sindacati e opposizioni, portando ad un chiaro irrigidimento del governo, che ha perfino cercato di sostenere di non sapere nulla del piano. Il governo federale ha poi deciso di sospendere le procedure per le cessioni di ulteriori quote pubbliche di Commerzbank, di cui detiene ancora un 12%. A intervenire in questa procedura, tuttavia, non è il governo federale, ma la Bundesbank, notoriamente indipendente dall’esecutivo, e la Bafin che ha sua volta è una autorità autonoma. E la decisione finale spetta alla Bce, posto che a capo del ramo di Vigilanza ci sta una esponente tedesca, Claudia Buch. Nell’ipotesi in cui il progetto di acquisizione venga bocciato, o se la sua decisione venisse ritenuta comunque sfavorevole dal candidato acquirente, è possibile rivolgersi alla Commissione amministrativa del riesame della stessa Bce. E se la procedura non ha esito soddisfacente, è possibile fare ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea. (fonte immagine: ECB 2024).

Unicredit rilancia su Commerzbank e “prenota” il 21%

Unicredit rilancia su Commerzbank e “prenota” il 21%Milano, 23 set. (askanews) – Unicredit non arretra, anzi rilancia su Commerzbank. Nonostante l’opposizione dei sindacati, del management e lo stop di Berlino, la banca guidata da Andrea Orcel ha annunciato di aver aumentato la sua posizione potenziale complessiva nella seconda banca tedesca al 21% e ha presentato una richiesta per aumentare la partecipazione fino al 29,9%. “Unicredit ritiene che ci sia un significativo potenziale di creazione di valore che possa essere estratto in Commerzbank, sia in uno scenario standalone che in Unicredit, a beneficio dell’intera Germania e di tutti i suoi stakeholders”, spiega in una nota. Ma lo sviluppo di tale potenziale “richiede l’adozione di azioni concrete”, sottolinea.


A dodici giorni dall’annuncio a sorpresa dell’acquisizione di una quota del 9% in Commerzbank – di cui il 4,49% attraverso un’offerta di accelerated book building condotta per conto della Repubblica Federale di Germania -, oggi Unicredit ha comunicato di aver presentato istanza regolamentare per l’acquisizione di una partecipazione superiore al 10% e fino al 29,9%, e nel frattempo di aver sottoscritto strumenti finanziari per l’11,5% del capitale, che portano la posizione complessiva in Commerzbank al 21% circa. Il regolamento fisico dei nuovi strumenti finanziari potrà avvenire solo dopo l’ottenimento delle approvazioni richieste. La maggior parte dell’esposizione è oggetto di copertura, spiega Unicredit, per assicurare “piena flessibilità di rimanere a questo livello, cedere la partecipazione, con una copertura in caso di ribassi, o incrementarla ulteriormente, in funzione dell’esito delle interlocuzioni con Commerzbank, i suoi consigli di gestione e di sorveglianza e, più in generale, tutti i suoi stakeholder in Germania”. La palla passa quindi a Berlino, che resta uno dei principali azionisti di Commerzbank con il 12% dopo il salvataggio dell’istituto durante la crisi finanziaria del 2008. Venerdì l’Agenzia federale che gestisce la privatizzazione, difendendone l’indipendenza, ha deciso di sospendere, fino a data da stabilire, le procedure per la cessione di ulteriori quote di Commerzbank, dopo il 4,5% collocato a Unicredit. Il giorno prima, era stata avviata un’indagine interna sulla cessione alla banca italiana. Questa mattina una fonte vicina ai vertici di Commerzbank al Financial Times ha lanciato l’allarme sostenendo che una aggregazione con Unicredit metterebbe a rischio i prestiti alle pmi della Germania.


Ma proprio in riferimento alla Germania, nella nota odierna, Unicredit ha sottolineato come il gruppo sia presente nel paese da quasi 20 anni (l’acquisizione di HVB si è conclusa a novembre 2005), “fornendo supporto ai propri dipendenti e servendo i propri clienti con una gamma di prodotti completa e competitiva”. E soprattutto, citando il recente rapporto della Commissione Europea, “condividiamo la convinzione che una forte unione bancaria in Europa possa svolgere un ruolo cruciale per il successo economico dell’intero continente e, attraverso quest’ultimo, di ciascun paese”. Perchè “la crescita e la competitività del sistema bancario tedesco sono fondamentali sia per l’economia tedesca che per l’Europa nel suo complesso”.

Unicredit sale al 21% in Commerzbank, chiesto ok fino al 29,9%

Unicredit sale al 21% in Commerzbank, chiesto ok fino al 29,9%Milano, 23 set. (askanews) – Coerentemente con quanto annunciato in data 11 settembre 2024, UniCredit ha presentato istanza regolamentare per l’acquisizione di una partecipazione superiore al 10% e fino al 29,9% in Commerzbank. Lo si legge in una nota dell’istituto di piazza Gae Aulenti.


Nel frattempo, UniCredit ha sottoscritto in data odierna strumenti finanziari aventi a oggetto una partecipazione pari a circa l’11,5% del capitale sociale di Commerzbank. Il relativo regolamento in azioni (physical settlement) può avvenire solo subordinatamente all’ottenimento delle relative autorizzazioni. La posizione complessiva di UniCredit, unitamente alla partecipazione del 9% circa comunicata in precedenza, pertanto ha raggiunto circa il 21%. La maggior parte dell’esposizione economica di UniCredit, spiega l’istituto, è oggetto di copertura, al fine di assicurare piena flessibilità di rimanere a questo livello, cedere la partecipazione, con una copertura in caso di ribassi, o incrementarla ulteriormente, in funzione dell’esito delle interlocuzioni con Commerzbank, i suoi consigli di gestione e di sorveglianza e, più in generale, tutti i suoi stakeholder in Germania. UniCredit ritiene che ci sia un significativo potenziale di creazione di valore che possa essere estratto in Commerzbank, sia in uno scenario standalone che in UniCredit, a beneficio dell’intera Germania e di tutti i suoi stakeholders. Ciononostante, come avvenuto per UniCredit stessa, lo sviluppo di tale potenziale richiede l’adozione di azioni concrete

Edison Energia lancia la propria offerta Wi-Fi

Edison Energia lancia la propria offerta Wi-FiMilano, 23 set. (askanews) – Edison Energia lancia “Risolve”, la piattaforma innovativa di servizi per la gestione delle utenze e della casa, ed entra nel mercato della fornitura di Internet, con una offerta Wi-Fi che partirà a ottobre e si affiancherà al tradizionale mondo di luce e gas. La società del gruppo Edison accelera così verso l’obiettivo di 4 milioni di contratti al 2030 annunciato lo scorso anno. Attualmente Edison Energia ha oltre 2,8 milioni di contratti retail, con oltre un cliente su tre che ha già scelto la doppia fornitura.


Con Risolve, Edison Energia è il primo operatore ad avere un’unica piattaforma per tutti i servizi di gestione della casa, in grado di intervenire 24 ore su 24, 7 giorni su 7: dall’assistenza contro gli imprevisti domestici all’installazione di pannelli fotovoltaici e pompe di calore, dai sistemi di riscaldamento e climatizzazione alla mobilità elettrica, dall’assicurazione degli impianti al monitoraggio dei consumi. Dal primo ottobre la piattaforma si arricchisce dell’offerta Wi-Fi con un obiettivo di copertura della base clienti del 10% entro il 2028. “Con il lancio di Risolve, mettiamo a disposizione delle famiglie un’innovativa piattaforma che semplifica la gestione della casa, affrontando con rapidità e competenza ogni imprevisto domestico”, ha commentato Massimo Quaglini, amministratore delegato di Edison Energia. “Inoltre, con la nostra nuova offerta Wi-Fi, ampliamo ulteriormente i servizi, offrendo soluzioni tecnologiche avanzate a un prezzo competitivo”.

Istat rivede conti: +43 mld Pil nominale 2023, deficit-Pil cala al 7,2%

Istat rivede conti: +43 mld Pil nominale 2023, deficit-Pil cala al 7,2%Roma, 23 set. (askanews) – La revisione generale dei conti nazionali, con anno di riferimento 2021, ha modificato in misura sensibile le stime dei livelli del Pil e dei principali aggregati negli ultimi anni, con un impatto tuttavia limitato sui loro tassi di variazione. In particolare, rispetto alle stime diffuse a marzo 2024, il Pil nominale del 2021 è risultato superiore di circa 21 miliardi e nel 2022 e 2023, rispettivamente, di 34 e 43 miliardi. Lo ha reso noto l’Istat.


Per effetto della revisione, il Pil in volume del 2023 si è attestato a un livello per la prima volta superiore al massimo raggiunto prima della crisi finanziaria del 2008. La revisione generale dei conti economici e degli aggregati di finanza pubblica ha comportato un miglioramento dell’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil che, per il 2022 e per il 2023, si attesta rispettivamente a -8,1% e -7,2% (dal -8,6% e -7,4% nelle stime rilasciate lo scorso aprile). 

Bce: redditività banche europee sale a un nuovo massimo storico

Bce: redditività banche europee sale a un nuovo massimo storicoRoma, 23 set. (askanews) – La redditività delle banche in Europa ha raggiunto un nuovo massimo storico: 10,11% di ritorno sul capitale nel secondo trimestre, per la media degli istituti che ricadono stto la Vigilanza bancaria della Bce. Mentre secondo l’ultima rilevazione effettuata dall’istituzione di Francoforte, la principale misura sulla solidità patrimoniale – il coeffieciente Common Equity Tier 1 – sia è ulteriormente rafforzato al 15,81%, da 15,74% del trimestre precedente e dal 15,71% dello stesso periodo di un anno prima.


Restano nel frattempo contenuti i livelli dei crediti deteriorati: il tasso dei “Non performing loans” (Npl) è rimasto stabile a 2,30%, riporta ancora la Bce, a fronte del 2,31% del trimestre precedente e del 2,26% del secondo trimestre. In questo ambito la Bce riporta un “aumento significativo” dei prestiti a rischio allo “stadio due”, con una quota al 9,45% che tuttavia è più bassa del 9,50% del del primo trimestre, ma superiore a 9,19% di un anno prima.

Bnp Paribas: accordo per acquisire il private banking di Hsbc in Germania

Bnp Paribas: accordo per acquisire il private banking di Hsbc in GermaniaMilano, 23 set. (askanews) – Bnp Paribas ha firmato un accordo con Hsbc per l’acquisizione delle sue attività di private banking in Germania. Obiettivo, si legge in una nota del gruppo francese, posizionare Bnp Paribas Wealth Management tra i principali operatori in Germania e di portare il suo AuM a oltre 40 miliardi di euro.


La Germania, una regione chiave per Bnp Paribas, offre un forte potenziale di crescita per le attività di gestione patrimoniale, in particolare nell’ambito delle pmi tedesche e del segmento di clientela degli imprenditori e delle famiglie tedeschi, sottolinea la nota. Con una forte attenzione agli individui HNW e UHNW e una copertura regionale complementare, in particolare nella Renania Settentrionale-Vestfalia, le attività di Private Banking di HSBC si inseriscono perfettamente nel modello di Bnp Paribas Wealth Management e consentiranno a Bnp Paribas di posizionarsi tra i principali operatori di gestione patrimoniale del Paese. La chiusura della operazione prevista per il secondo semestre del 2025, una volta ottenute le approvazioni normative.

Germania, peggiora a settembre contrazione imprese manifatturiero

Germania, peggiora a settembre contrazione imprese manifatturieroRoma, 23 set. (askanews) – Continua a peggiorare il quadro dell’attività delle imprese in Germania. A settembre l’indice composito delle indagini presso i direttori degli approvvigionamenti (indice Pmi) è calato a 47,2 punti, dai 48,4 punti di agosto, segnando il minimo da sette mesi a questa parte. Secondo Standard & Poor’s Global, l’indice Pmi relativo al settore manifatturiero è sprofondato a 40,3 punti, dai 42,4 agosto, ai minimi da un anno a questa parte, mentre l’indice sulla produzione è caduto a 40,5 punti.


In queste indagini i 50 punti sono la soglia di neutralità, al di sopra della quale si ritiene che l’attività delle aziende sia in crescita e al di sotto della quale viene ritenuta in contrazione/recessione. Nel frattempo in Francia sempre l’indice Pmi composito sull’attività delle imprese è crollato a 47,4 punti a settembre, dai 53,1 agosto, piombando in territorio di contrazione e segnando il livello minimo da otto mesi a questa parte.

Euro digitale, i 2 aspetti che hanno più “sorpreso” Christine Lagarde

Euro digitale, i 2 aspetti che hanno più “sorpreso” Christine LagardeRoma, 20 set. (askanews) – Ci sono due aspetti di cui la presidente della Bce, Christine Lagarde si è detta “molto sorpresa” da quanto emerso durante i lavori preparatori per un possibile euro digitale. La prima “è l’attaccamento di molti europei, non in tutti i Paesi, ma in alcuni, alle banconote. Quando sono arrivata a Francoforte sono rimasta scioccata nel vedere da quanto venga pagato in banconote: i cittadini sono attaccatissimi alle banconote. Invece se vai in Svezia o Olanda è perfino difficile pagare con le banconote”, ha detto durante un colloquio con la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva.


“Secondo aspetto, la maggiore preoccupazione del pubblico riguarda la privacy e l’idea di un ‘Grande fratello’ che va a vedere dove spendo i miei soldi. Ma anche oggi se si guarda ai sistemi di pagamento tante entità e società sanno dove spendi e quali siano le tue preferenze. Invece la grande preoccupazione è che sia lo Stato a farlo, e questo – ha aggiunto – è un aspetto cruciale non solo in uno e due Paesi, ma ovunque” nell’area euro.