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Tajani: impegno a ottenere giustizia e onorare memoria caduti

Tajani: impegno a ottenere giustizia e onorare memoria cadutiRoma, 1 mar. (askanews) – “Quella del diplomatico e del carabiniere non è una professione come tutte le altre: è una scelta di vita, che a volte comporta il rischio di perderla”: lo ha ricordato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto alla Camera in occasione della commemorazione del secondo anniversario dell’uccisione dell’Ambasciatore Luca Attanasio, del Carabiniere scelto Vittorio Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo.
“Questo è il prezzo altissimo, troppo alto, pagato dall’ambasciatore Attanasio, dal carabiniere Iacovacci e dall’autista del Pam Mustapha Milambo: ribadiamo l’impegno a lottare per assicurare la giustizia e onorare la memoria dei caduti”, ha proseguito Tajani.
“Incontrando il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ho chiesto di togliere immunità alle persone che potrebbero essere oggetto del processo perché coinvolte nella vicenda” ha poi sottolineato.
Il titolare della Farnesina ha poi ricordato come il Ministero degli Esteri stia organizzando una serie di iniziative importanti prendendo spunto dalle idee di Attanasio, come annunciato in occasione della recente conferenza degli ambasciatori: “Dare delle opportunità a Paesi che più soffrono è compito di una diplomazia che guarda al futuro”.
“In una società dove troppi sono i disvalori che vengono offerti alle giovani generazioni il sacrificio di questi due uomini rappresenta la sintesi di valori positivi della nostra società; due uomini che erano al lavoro per aiutare gli altri, per aiutare popoli che vivevano in condizioni economiche che dovevano essere cambiate, due uomini che non hanno esitato a mettere a repentaglio la loro vita”, ha ribadito Tajani.
“Debbono rimanere un esempio per i giovani, un esempio positivo che tutti quanti noi dobbiamo trasmettere se vogliamo che la nostra sia una società migliore. Rappresentare il nostro Paese all’estero significa costruire ponti e coltivare il dialogo anche nei Paesi e nelle situazioni più difficili”, ha concluso.

Botta e risposta Washington-Pechino sull’origine del Covid-19

Botta e risposta Washington-Pechino sull’origine del Covid-19Roma, 1 mar. (askanews) – La Cina ha respinto ancora una volta i sospetti arrivati dagli Usa rispetto alla possibilità che il coronavirus responsabile della pandemia Covid-19 sia fuoriuscito dal biolaboratorio di Wuhan, dopo che il direttore dell’FBI Christopher Wray, parlando al Comitato speciale della Camera dei rappresentanti Usa che ha tenuto un’udienza sui pericoli che il Parito comunista cinese rappresenta per gli interessi americani, ha dato voce formale alla valutazione (già circolata) del Bureau secondo la quale sarebbe probabile che la pandemia abbia avuto origine da un’accidentale fuga del virus.
“L’Fbi ha giudicato da tempo che le origini della pandemia sono molto probabilmente da ricercare in un possibile incidente di laboratorio a Wuhan”, ha detto Wray, secondo Fox News. “Qui stiamo parlando di una potenziale fuga da un laboratorio controllato dal governo cinese” ha aggiunto. Il direttore ha sottolineato che il governo cinese ha cercato di “sventare e offuscare” le indagini che l’Fbi, altre parti del governo degli Stati uniti e partner stranieri hanno condotto sull’origine della pandemia.
Negli Usa la comunità d’intelligence è divisa sulla valutazione dell’origine del Covid-19. Accanto all’FBI e al Dipartimento all’Energia, che hanno espresso il sospetto che il virus possa essere sfuggito al bilaboratorio cinese di Wuhan, ci sono altre quattro agenzie che sono invece propense a sposar ela tesi dell’origine naturale.
L’Ambasciatore Usa a Pechino Nicholas Burns, in un intervento alla Camera di commercio statunitense in Cina ha detto che Pechino dovrebbe “essere più onesta riguardo a ciò che è accaduto tre anni fa a Wuhan con l’origine della crisi Covid-19”.
La reazione di Pechino è arrivata dalla portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning nella quotidiana conferenza stampa. “In primo luogo, la Cina sostiene e partecipa sempre al tracciamento delle origini globali basato sulla scienza della SARS-CoV-2. La ricerca delle origini è una questione scientifica complessa. Questo studio dovrebbe essere e può essere condotto solo congiuntamente da scienziati di tutto il mondo”, ha detto.
“‘Un’origine della pandemia in laboratorio è estremamente improbabile’: questa è la conclusione scientificamente autorevole a cui sono giunti gli esperti della missione congiunta Oms-Cina dopo le visite sul campo al laboratorio di Wuhan e un’approfondita comunicazione con i ricercatori. Ciò è stato accuratamente registrato nel rapporto della missione e ha ricevuto ampi riconoscimenti dalla comunità internazionale e dalla comunità scientifica”, ha continuato Mao. “Al momento, sempre più indizi provenienti dalla comunità scientifica internazionale indicano origini del virus in diverse parti del mondo. Molti hanno sollevato domande e preoccupazioni sulle basi biomilitari statunitensi a Fort Detrick e altrove. Gli Stati uniti dovrebbero collaborare con l’OMS per invitare esperti da tutto il mondo negli Stati Uniti per uno studio sulle origini il prima possibile e condividere i risultati della ricerca con la comunità internazionale in modo tempestivo, aperto e trasparente”.
Pechino, inoltre, ritiene che le valutazioni americane siano frutto di una strumentalizzazione volta a mettere in cattiva luce la Cina, vista da Washington come un nemico da combattere. “La Cina si oppone fermamente alla manipolazione politica della questione della ricerca delle origini in qualsiasi forma. Mettere la comunità dell’intelligence a capo di una questione scientifica è un chiaro segno che la questione è stata politicizzata”, ha detto Mao. “Date le esperienze passate della comunità dell’intelligence statunitense nell’inventare storie, c’è poca o nessuna credibilità nelle loro conclusioni. Gli Stati uniti non riusciranno a screditare la Cina rimaneggiando la teoria della ‘fuga di laboratorio’, ma danneggeranno solo la reputazione degli Stati Uniti”.
Di conseguenza, Pechino esorta “gli Stati Uniti a rispettare la scienza e i fatti, a smettere di politicizzare questo problema, a fermare la sua ricerca sulle origini del virus guidata dall’intelligence e dalla politica e a smettere di minare la solidarietà internazionale contro la pandemia e la cooperazione globale sulla ricerca delle origini del coronavirus su basi scientifiche”.

##Oggi primo giorno di (maledetta) primavera sul fronte ucraino

##Oggi primo giorno di (maledetta) primavera sul fronte ucrainoMilano, 1 mar. (askanews) – Per i russi e per gli ucraini – che si affidano alle stagioni meteorologiche e non astronomiche – oggi è il primo giorno di primavera. Un inizio però non necessariamente sinonimo di luce, fiori e ruscelli, ma piuttosto di disgelo che si traduce nelle analisi belliche nella “stagione del fango”. Noto è infatti che il disgelo primaverile può complicare gli attacchi e gli spostamenti. Oltre al fatto che l’arrivo di un clima più mite dimostra il fallimento di quella che voleva essere una missione di congelamento da parte russa questo inverno e ha già messo in luce errori strategici, con le immagini di carri armati russi e altri veicoli bloccati nel fango circolate un anno fa, poco dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio 2022.
Il disgelo è un problema noto in Europa orientale: compare anche in un passaggio di un diario dello scrittore Lev Tolstoj che racconta di essere “dovuto andare in treno” da un amico perchè le strade erano piene di fango. La temperatura, la guerra e il terreno si fondono storicamente in una sola parola russa “rasputitsa”, che ha al suo interno la radice della parola “strada” e un prefisso che indica in questo caso l’impraticabilità. Insomma il momento in cui le strade diventano una specie di palude a causa delle piogge autunnali o dello scioglimento primaverile della neve. E forse non è un caso: in russo le parole “disgelo” e “sgualdrina” sono paronimi, simili nell’ortografia, ma con significati diversi.
Il disgelo in genere “ha salvato” la Russia dalle invasioni. A partire dall’invasione mongola della Rus’, con l’esercito tataro-mongolo che non raggiunse Novgorod nel 1238. Passando per il 1812 quando la fanghiglia fu un grosso ostacolo per le truppe napoleoniche durante la guerra patriottica. Sino alla Seconda guerra mondiale, quando il fango contribuì a ritardare l’avanzata tedesca su Mosca e i nazisti persero equipaggiamento e mobilità delle truppe.
Esiste un equivalente in lingua ucraina: bezdorizhzhia. Il significato è lo stesso e in genere anche in questo caso sottende un vantaggio difensivo in tempo di guerra. Non è un caso che già proprio un anno fa, il terreno dell’Ucraina si è rivelato un problema per le armate russe, frenandone notevolmente l’avanzata. Insomma, per chi invade, in genere è una maledetta primavera.
(di Cristina Giuliano)

Stop Ue a TikTok su telefoni funzionari, Cina: Bruxelles incoerente

Stop Ue a TikTok su telefoni funzionari, Cina: Bruxelles incoerenteRoma, 1 mar. (askanews) – Pechino ha reagito oggi alla decisione della Commissione europea di disinstallare dai telefoni di servizio l’app TikTok, di proprietà della compagnia cinese ByteDance. La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha accusato l’Unione europea di non agire incoerentemente rispetto all’asserito “rispetto dei principi dell’economia di mercato e di una leale concorrenza”.
“L’Ue afferma di essere il mercato più aperto del mondo, eppure ha recentemente imposto una serie di restrizioni e soppresso le società straniere in nome della sicurezza nazionale”, ha affermato Mao Ning nella quotidiana conferenza stampa a Pechino.
“Tale pratica – ha continuato – mina la fiducia globale nel contesto imprenditoriale dell’Ue. L’Ue deve agire in base alle sue parole e rispettare i principi dell’economia di mercato e della concorrenza leale, smettendo di forzare eccessivamente e abusare del concetto di sicurezza nazionale. Deve fornire un ambiente imprenditoriale aperto, equo, trasparente e non discriminatorio per tutte le società straniere”.
La mossa della Commissione viene in un momento in cui anche Stati uniti e Canada stanno prendendo provvedimenti simili nei confronti dell’app cinese.
La Cina, per suo conto, blocca una serie di app e piattaforme occidentali come Google, Facebook, Instagram, YouTube, WhatsApp, Skype, oltre a molti siti di testate giornalistiche occidentali. Lo stesso TikTok è presente in Cina in una versione adattata al mercato locale e denominata Douyin.

Usa e Sudcorea concordano estensione deterrenza rafforzata

Usa e Sudcorea concordano estensione deterrenza rafforzataRoma, 1 mar. (askanews) – Gli Stati uniti e la Corea del Sud hanno concordato sulla necessità di rafforzare il meccanismo di “deterrenza estesa” a fronte della minaccia nucleare nordcoreana, anche dispiegando asset strategici in territorio sudcoreano. L’ha reso noto il generale Pat Ryder, un portavoce del Dipartimento alla Difesa.
Ryder ha parlato dopo che Washington e Seoul hanno tenuto esercitazioni congiunte per rafforzare la deterrenza congiunta rispetto alle minacce nucleari nordcoreane.
“Abbiamo condotto una discussione di successo rispetto ai vari approcci sulla postura di deterrenza dell’alleanza rispetto alle capacità nucleare e missilistica in evoluzione della Repubblica democratica popolare di Corea”, ha detto Ryder, secondo quanto ripoirta l’agenzia di stampa Yonhap.
Ryder non ha rivelato ulteriori dettagli rispetto a specifici piani.
Nei giorni scorsi l’ambasciatore sudcoreano Cho Tae-yong ha detto che Seoul Washington hanno concordato di tenere ulteriori esercitazioni nel prossimo futuro.

Covid, Giappone accoglie prima nave da crociera da marzo 2020

Covid, Giappone accoglie prima nave da crociera da marzo 2020Roma, 1 mar. (askanews) – La prima nave di crociera straniera è attraccata oggi in Giappone da tre anni a questa parte. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.
Il Giappone chiuse i porti alle navi da crociera all’inizio della pandemia Covid-19 dopo la clamorosa vicenda della nave Diamond Princess all’inizio del 2020.
La “Amadea” è una nave da 29mila tonnellate arrivata da Saipan, armata da una compagnia tedesca, Phoenix Reisen, con a bordo circa 500 passeggeri e 300 membri dell’equipaggio, ma di costruzione giapponese. E’ attraccata stamani nel porto di Shimizu, nella città del Giappone centrale di Shizuoka, da dove i turisti hanno potuto godere di una spettacolare vista del monte Fuji.
E’ la prima delle 212 navi da crociera che dovrebbero arrivare nell’Arcipelago in questo anno: è stata accolta dal suono di tamburi “taiko” suonati da musicisti locali.
Prima di scendere, i passeggeri si sono sottoposti a controlli sullo stato di salute. La nave lascerà Shizuoka per dirigersi a Tokyo in giornata.
Nel 2019, prima dell’inizio della pandemia, furono 1.932 le navi da crociera straniere che attraccarono in Giappone, con un afflusso di 2,15 milioni di turisti. Un giro d’affari da 80,5 miliardi di yen (557 milioni di euro).
L’afflusso di navi da crociera fu bloccato dopo la vicenda della Diamond Princess, una nave da crociera che fu bloccata a Yokohama, a febbraio 2020: centinaia tra i 700 passeggeri furono contagiati e 13 persero la vita.

Svolta Sudcorea: il Giappone ora è un “partner”

Svolta Sudcorea: il Giappone ora è un “partner”Roma, 1 mar. (askanews) – La Corea del Sud cambia approccio rispetto al Giappone: il presidente Yoon Suk-yeol in un discorso in occasione dell’anniversario del movimento d’indipendenza del 1919 per la liberazione dal dominio coloniale nipponico, ha definito Tokyo un “partner” nell’affrontare le sfide di sicurezza ed economiche.
Si tratta di un passaggio rilevante: Seoul e Tokyo hanno ancora aperta una dispute territoriale sull’isola Tokushima (Dokdo in coreano) e diverse vertenze sull’eredità del periodo coloniale, come quella sullo sfruttamento del lavoro forzato coreano da parte giapponese e sullo vicenda delle cosiddette “donne di conforto” utilizzate nei bordelli militari dell’Armata imperiale nipponica.
Yoon ha scelto un’anniversario importante, quello del Movimento Primo Marzo per l’indipendenza coreana, che è stato celebrato nella sala dedicata a Ryu Gwan-su, considerata un eroina nazionale coreana, che morì all’età di 17 anni in prigione per la sua lotta anti-coloniale.
“Oggi, un secolo dopo il Movimento d’indipendenza Primo Marzo, il Giappone s’è trasformato da aggressore militarista del paessato in un partner che condivide gli stessi valori universali con noi”, ha detto Yoon nel suo discorso. “Oggi – ha aggiunto – Corea e Giappone cooperano sui temi della sicurezza e dell’economia. Lavoriamo inoltre assieme sulle sfide globali”.
Le dichiarazioni di Yoon vengono in un momento in cui gli equilibri geopolitici portano a un confronto tra blocchi. Gli Stati uniti hanno alzato il livello del confronto con la Cina, con questioni come Taiwan e la Corea del Nord che fanno da elementi d’instabilità regionale, e tutto spinge verso un avvicinamento tra i due principali alleati regionali degli Usa, al di là dei rapporti tra due paesi che sono stati negli ultimi anni abbastanza burrascosi.
Non a caso Yoon, nel suo discorso, ha anche esaltato l’importanza della cooperazione trilaterale tra Sudcorea, Stati uniti e Giappone. Inoltre, il presidente sudcoreano sta lavorando con la controparte giapponese, il primo ministro Fumio Kishida, per risolvere le dispute bilaterali che hanno avvelenato per decenni le loro relazioni.
“La cooperazione trilaterale tra la Repubblica di Corea, gli Stati uniti e il Giappone è diventata più importante che mai per superare le crisi di sicurezza, a partire da quella delle crescenti minacce nucleari nordcoreane, e le multiple crisi globali”, ha affermato il capo dello stato sudcoreano.
Il discorso ha trovato orecchie attente a Tokyo. “Per il Giappone, la Corea del Sud è un importante paese vicino con cui cooperare su varie questioni internazionali”, ha detto il capo di gabinetto nipponico Hirokazu Matsuno, che fa da portavoce del governo.

##Russia cerca chiudere Bakhmut ma da ucraini “resistenza furiosa”

##Russia cerca chiudere Bakhmut ma da ucraini “resistenza furiosa”Milano, 1 mar. (askanews) – Segnali contrastanti da Bakhmut, nel primo giorno di primavera che sia a Mosca che a Kiev coincide con il primo marzo. La Russia cerca di chiudere Bakhmut ma gli ucraini offrono una “resistenza furiosa” secondo le esatte parole di Evgeny Prigozhin, fondatore della famigerata compagnia di mercenari russi Wagner. Si sono rincorse illazioni sul fatto che Bakhmut stesse per cadere: secondo il portavoce del raggruppamento orientale delle Forze armate ucraine Sergei Cherevaty le forze armate ucraine “non esiste un comando del genere ora. Se vediamo che la minaccia per il nostro personale e la situazione operativa sarà maggiore della necessità di mantenere il territorio, lo faremo, ma lo faremo in modo organizzato, senza panico”, ha aggiunto Cherevaty. E questo è un messaggio che si ripete nelle ultime ore.
Le forze di Kiev stanno resistendo ferocemente al tentativo russo di impadronirsi della piccola cittadina: per Mosca sarebbe un modo per rivendicare il primo vero risultato dopo oltre sei mesi di scontri nella piccola città. Kiev starebbe usando enormi riserve extra nella sanguinosa battaglia, sostiene Prigozhin. Evidentemente replicando all’accusa del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha puntato il dito contro Mosca per aver lanciato gli uomini a ondate senza alcun riguardo per le loro vite.
“La Russia sta cercando di accerchiarla (Bakhmut) in questo momento e stanno usando le loro migliori truppe Wagner, a quanto pare, le più ben addestrate e le più esperte per farlo”, ha detto alla Cnn il consigliere di Zelensky, Alexander Rodnyansky, riferendosi proprio alla Wagner. “I nostri militari ovviamente soppeseranno tutte le opzioni. Finora hanno tenuto la città, ma, se necessario, si ritireranno strategicamente, perché non sacrificheremo tutta la nostra gente per niente”, ha detto, aggiungendo però poi che la “controffensiva” ucraina “è dietro l’angolo” e sottolineando che in questi mesi la regione a ovest di Bakhmut è stata fortificata. “Se dovessimo ritirarci, ciò non significherebbe necessariamente che i russi sarebbero in grado di avanzare molto rapidamente, in seguito”.
Anche lo stato maggiore ucraino ha confermato che l’esercito di Vladimir Putin “continua ad avanzare” verso Bakhmut. “Non smette di prendere d’assalto la città”, è stato detto.

DYMA, in Sicilia la grande esercitazione antisommergibile Nato

DYMA, in Sicilia la grande esercitazione antisommergibile NatoMilano, 1 mar. (askanews) – Grandi manovre nel Mar Mediterraneo centrale con Dynamic Manta 2023 (Dyma), la grande esercitazione anisommergibile organizzata da Marcom, il comando marittimo alleato della Nato. Nella simulazione di guerra mezzi navali, sottomarini e aerei sono impegnati insieme per dare caccia o difendersi dai sommergibili.Al largo delle coste meridionali della Sicilia sono coinvolti cinque sottomarini, diversi aerei ed elicotteri della Marina Militare italiana e dieci navi da guerra, prevalentemente fregate antisommergibile, da nove paesi Nato.
Tra queste l’italiana “Carlo Margottini” comandata dal capitano di fregata, Giovanni Luca Melchiorre: “La Dynamic Manta è un esercitazione anti sommergibile che si svolge su base annuale ormai da dieci anni. E’ mirata ad accrescere le capacità delle unità dell’Alleanza atlantica nell’attività antisommergibile”.
“Le nostre fregate europee multimissione in configurazione antisommergibile sono all’avanguardia a livello mondiale con performance da parte dei nostri sensori molto spinte. Disponiamo di un sonar a scafo e di un Sonar a profondità variabile”, ha spiegato il comandante.
L’alta tecnologia, tuttavia, da sola non basta. Servono abilità, preparazione e addestramento continuo e coordinato, come accade con Dynamic Manta, per dover affrontare eventualmente un nemico reale, come ha spiegato il contro ammiraglio Stephen Mack, comandante della forza subacquea della componente marittima della Nato: “Sono esattamente le competenze su cui stiamo lavorando in team qui: gli aerei della pattuglia marittima, che forniscono una copertura di area molto ampia e possono muoversi ad alta velocità, le navi, che possono rimanere in missione per un lungo periodo e ospitare a bordo elicotteri, e persino i sottomarini, con a bordo siluri pesanti, che possono partecipare alle operazioni rimanendo inosservati”.
“Credo che sia una esercitazione estremamente realistica”, ha aggiunto l’alto ufficiale statunitense. Il quale, alla domanda su quanto sia reale una minaccia, alla luce del conflitto in Ucraina e della presenza di sottomarini russi nel Mediterraneo, ha risposto: “La minaccia è reale. La Nato è pronta. Questo è uno dei messaggi che vogliamo mandare. La Nato è in grado di integrarsi e operare ad un livello molto alto in tutte le 30 nazioni che fanno parte dell’Alleanza ed è quello che stiamo dimostrando qui oggi”.L’esercitazione coinvolge una task force VJTF, un “pool di forze in elevata prontezza”, che è stata implementata con la guerra in Ucraina.
Niente pirotecnici lanci di cannoni o siluri nell’esercitazione. Piuttosto un esteso “guardie e ladri” in mezzo al mare con azioni di ricerca o monitoraggio del sottomarino: una volta perso il contatto col battello, scatta il piano di ricerca assegnando dei settori di competenza a tutti i mezzi coinvolti per localizzare la posizione dell’obiettivo in movimento.C’è poi la spettacolare manovra winchex, il verricello calato da un elicottero sul sottomarino. E la “delfinata”, l’emersione di emergenza del sottomarino.L’esercitazione Dynamic Manta andrà avanti fino al 10 marzo con gli equipaggi pronti ad entrare in azione H24. Come se fosse tutto vero.
Il video su askanews.it

G20, aperti in India lavori W20 su parità di genere

G20, aperti in India lavori W20 su parità di genereRoma, 1 mar. (askanews) – Si è tenuta ad Aurangabad, in India l’apertura dei lavori del W20, il Gruppo del G20 sulla parità di genere. In cima all’agenda la promozione dell’uguaglianza di genere e dell’emancipazione economica delle donne, protagoniste dello sviluppo e non destinatarie passive di politiche. Ai lavori ha partecipato anche la delegazione italiana formata da Linda Laura Sabbadini, Elvira Marasco, Katia Petrini, Martina Rogato, Sveva Avveduto e Gianna Avellis.
Il W20 è un’organizzazione intergovernativa creata nel 2015 durante la presidenza turca. Ne fanno parte esponenti della società civile dell’Unione europea e 19 Paesi avanzati ed emergenti: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Francia, Germania, Giappone, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sudafrica e Turchia. Ai membri si aggiungono invitati di altri Paesi e organizzazioni internazionali. Nel corso della tre giorni tra plenaria e gruppi di lavoro tematici, la presidenza si è impegnata a produrre un draft zero sul quale lavoreranno tutte le delegate contribuendo con i loro input alla stesura finale del communiqué previsto a giugno. Per Linda Laura Sabbadini, “La delegazione italiana persegue gli obiettivi lanciati già con la presidenza dell’Italia del 2021: mettere al centro dei sistemi educativi l’uguaglianza di genere, rendere libere le bambine dagli stereotipi fin dalle scuole primarie, combattendo la trasmissione inconsapevole degli stereotipi tramite lo studio specifico”. Per la Chair del W20 2021 è necessario “Combattere gli stereotipi che bloccano l’accesso delle donne alle materie stem e, in particolare, allo studio delle nuove tecnologie. Valutare l’impatto di genere di tutte le leggi che vengono approvate”.
Per Elvira Marasco decana della delegazione italiana, “Il momento difficile che viviamo con la guerra in Ucraina, le stragi di migranti ci obbliga a riflettere sulle vere priorità. Il W20 si impegna a presentare proposte di policy partendo da un presupposto fondamentale, che le donne siano sempre più presenti nei processi decisionali della nostra vita.” “In Italia meno del 50% delle donne lavora”, sostiene invece Katia Petrini, vicepresidente dellAssociazione W20 Italia. “Dobbiamo spingere i governi a prendere misure che coinvolgano più donne nel mondo del lavoro, un lavoro non povero che consenta una vita dignitosa alle donne e alle loro famiglie”, conclude. Altri appuntamenti tematici promossi dal W20 sono previsti nel corso dei prossimi mesi che porteranno poi al summit finale previsto per metà giugno con la definizione di un documento che sarà consegnato al Primo ministro indiano Modi presidente di turno del G20. La delegazione italiana ha poi annunciato un incontro di approfondimento, con un focus sulla medicina di genere, che si terrà il 9 maggio a Firenze, promosso in collaborazione con la Regione Toscana. I Paesi del G20 rappresentano circa l’85 per cento del prodotto interno lordo, il 75 per cento del commercio e i due terzi della popolazione del mondo.