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Bri mette in guardia da uso stablecoin come strumento monetario

Bri mette in guardia da uso stablecoin come strumento monetarioRoma, 11 mar. (askanews) – Nella divisione di percorsi che potrebbe verificarsi tra Stati Uniti ed Unione europea anche sul futuro delle monete e dei sistemi di pagamento digitali, oltre che su dazi commerciali e sicurezza, la Banca dei regolamenti internazionali evita di schierarsi, ma di fatto mostra posizioni che appaiono più compatibili con quelle europee.


Alla Bri “abbiamo lavorato molto sulla digitalizzazione e sull’innovazione del sistema monetario, abbiamo la nostra visione in base alla quale la moneta della Banca centrale dovrebbe essere la base delle innovazioni, che la Bri sta portando avanti nel suo Innovation Hub”, ha detto Hyun Song Shin, capo economista e direttore del Dipartimento affari economici e monetari della Bri, durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto trimestrale dell’istituzione. Quanto alle scelte degli Usa “non abbiamo abbastanza dettagli su queste iniziative”, ma in generale “i criptoasset non sono realmente auspicabili come strumenti monetari. E le stablecoin sono un portale verso l’universo crypto, sul qualche ci sono dubbi su vari aspetti di possibile uso illecito – ha detto – come quello del riciclaggio”.


L’esponente della Bri rispondeva a una domanda sugli sviluppi che si sono verificati nelle ultime settimane. L’amministrazione Trump negli Usa ha emanato una serie di ordini esecutivi, nei quali vieta alla Federal Reserve di perseguire una versione digitale del dollaro (una Cbdc) mentre al tempo stesso Washington punta a diventare una sorta di hub globale per i criptoasset – il presidente Donald Trump ha anche ordinato di creare una riserva di Bitcoin – e altre tipologie di titoli simili. In un intervento venerdì scorso alla Casa Bianca, il segretario di Stato al Tesoro, Scott Bessent ha poi esplicitamente affermato che gli Usa intendono utilizzare Stablecoin in dollari per preservare il ruolo dominante della valuta statunitense nel sistema monetario internazionale. E che metteranno fine alla “guerra normativa” agli asset digitali.


All’opposto l’Unione europea e in particolare l’area euro sembrano orientate a procedere alla creazione di un euro digitale, cioè una versione digitalizzata della valuta della banca centrale (Cbdc). Un progetto su cui peraltro c’è stato un impegno diretto rilevante di banchieri centrali italiani, prima di Fabio Panetta, attuale governatore della Banca d’Italia, quando era nel Comitato esecutivo della Bce, ora di Piero Cipollone, che gli è succeduto in quella posizione. In ripetute occasioni i banchieri centrali dell’area valutaria hanno espresso forte diffidenza, se non aperta ostilità verso criptoasset e prodotti simili, ritenuti altamente speculativi, utilizzabili anche per operazioni illecite e in generale volatili e instabili. Insomma due strade, quella Usa e quella Ue, che appaiono quasi specularmente opposte.


A volte viene utilizzato il termine criptovalute per questi asset, ma il fatto stesso di accostare il termine “valuta” a questi prodotti viene contestato da molti esperti, perché i criptoasset non avrebbero le caratteristiche delle valute tradizionali. E questa sembra essere una linea condivisa anche dalla Bri. “Non possiamo escludere che possa esserci un uso nel sistema finanziario” di stablecoin o criptoasset, ma prima “devono davvero dare risultati” in modo da “costruire su fondamenta solide”, hanno detto ancora gli esperti dell’istuituzione, che ha sede a Basilea, in Svizzera. Alla conferenza stampa partecipavano anche Gaston Gelos, vicedirettore del dipartimento monetario e direttore sulla stabilità finanziaria e Frank Smets, direttore di analisi economica e statistica. (fonte immagine: Bank of International Settlements).

Euro supera 1,09 dollari per la prima volta da oltre 4 mesi

Euro supera 1,09 dollari per la prima volta da oltre 4 mesiRoma, 11 mar. (askanews) – L’euro torna a rafforzarsi vigorosamente e a metà seduta la valuta condivisa ha brevemente superato quota 1,09 sul dollaro, per la prima volta dagli inizi del novembre dello scorso anno.


Le spinte sulla valuta condivisa sono iniziate la scorsa settimana, in particolare dopo gli annunci degli accordi in Germania tra Cdu e Spd, per scavalcare i limiti costituzionali alla spesa in deficit su armamenti e infrastrutture. La dinamica di rafforzamento dell’euro è proseguita delle ultime sedute anche specularmente ai crolli dei mercati azionari, che si sono accompagnati alle crescenti tensioni sui dazi commerciali imposti dall’amministrazione Trump negli Usa. Nel primo pomeriggio l’euro si scambia a 1,0904 dollari.

Bri: dati continuano a supportare atterraggio morbido economia

Bri: dati continuano a supportare atterraggio morbido economiaRoma, 11 mar. (askanews) – Secondo la Banca dei regolamenti internazionali “i dati concreti continuano a supportare uno scenario di ‘soft landing’, di atterraggio morbido dell’economia”, anche negli Stati Uniti, mentre non fanno presagire rischi di scivolamento in recessione. “E farei attenzione a non mettere eccessiva enfasi su alti e bassi dei mercati finanziari”. Lo ha affermato il capo economista e direttore del Dipartimento monetario ed economico della Bri, Hyun Song Shin, durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto trimestrale dell’istituzione di Basilea.


L’economista sudcoreano riconosce tuttavia che ci si trova in una fase di elevata incertezza e che in questo quadro “bisogna guardare con molta attenzione alle scelte di politiche che vengono effettuate dai governi”. Ma in generale “non penso che siano in alcun modo vicini alla situazione che si era creata con il Covid. Questo è il motivo per cui le nostre attese considerano ancora un atterraggio morbido”.


Peraltro sugli scivoloni recenti dei mercati, l’esponente della Bri ha rilevato come i rendimenti dei titoli considerati più speculativi e a rischio “stiano ancora facendo relativamente bene”. (fonte immagine: BIS).

Conte ha fatto sapere che il M5s non sarà in piazza il 15 marzo

Conte ha fatto sapere che il M5s non sarà in piazza il 15 marzoRoma, 11 mar. (askanews) – “Apprezzo Michele Serra per le sue buone intenzioni ma altri esponenti politici hanno ribadito che andranno in quella piazza per il riarmo, oggi bisognava essere qui per ascoltare tutti gli interventi per capire che ci stanno portando verso l’insicurezza e il riarmo, una prospettiva guerrafondaia, non si può andare in piazza il 15 marzo per dire vogliamo questa Europa per il riarmo, questo è momento della chiarezza, la nostra piazza sarà il 5 aprile”. Lo ha detto Giuseppe Conte all’Aria che Tira su La7 in collegamento da Strasburgo dove si è tenuta la sessione plenaria del Parlamento europea sul tema del piano RearmUe.


“Io rispetto i cittadini che andranno in piazza il 15 marzo ma per un leader politico e una comunità politica questo è il momento delle scelte chiare: no al riarmo, no a questa Europa”, ha aggiunto.

Cultura: il Fai “apre” al pubblico 750 luoghi speciali in 400 città

Cultura: il Fai “apre” al pubblico 750 luoghi speciali in 400 cittàMilano, 11 mar. (askanews) – Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano per la 33eima edizione le Giornate Fai di Primavera, il principale evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal Fondo per l’Ambiente Italiano Ets grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 Delegazioni e Gruppi Fai attivi in tutte le regioni.


Un’edizione speciale, in occasione dei cinquanta anni dalla nascita del Fai – fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli – che anche attraverso le Giornate Fai di Primavera ribadisce la missione culturale che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, e che si realizza nella cura e nella scoperta di tanti luoghi speciali – oltre 13 milioni visitatori, 16.290 luoghi aperti in oltre 7.000 città in 32 edizioni – con lo scopo di educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano. Le Giornate Fai rappresentano un momento di crescita educativa e culturale e di condivisione, strumenti essenziali per affrontare un mondo libero. Un percorso di cittadinanza che coinvolge istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete territoriale, con un unico obiettivo: riconoscere il valore del nostro patrimonio culturale e con esso la nostra identità di cittadini europei.


“Da oggi e senza incertezza anche noi del Fai dobbiamo avere ancora più chiaro che ogni nostra azione sociale ed educativa debba concorrere al rafforzamento di una comune coscienza europea e affido dunque a questa edizione delle Giornate FAI del cinquantennale e alle 750 piazze italiane – che esse virtualmente rappresentano – l’auspicio che la nostra festosa, concreta e appassionata manifestazione del 22 e 23 marzo possa essere proposta, vissuta e percepita in questa ottica più ampia, più civile, più militante. Il mondo, e non solo noi europei, ne ha un immenso e drammatico bisogno. Viva l’Europa!” ha detto Marco Magnifico, Presidente del Fondo per l’Ambiente Italiano. “La Rai da dieci anni è al fianco del Fai per sostenere e tutelare le bellezze artistiche e paesaggistiche del nostro Paese. Nella ‘Settimana Rai e Fai per i beni culturali’ offriremo al pubblico l’unicità del nostro patrimonio storico e naturale, attraverso programmi e approfondimenti di qualità che sensibilizzano gli italiani. Un impegno in linea con la missione di servizio pubblico che la Rai porta avanti anche attraverso traguardi significativi comequesti dieci anni insieme al Fai”. ha sottolineato Roberto Sergio, Direttore Generale Rai.

Libri, esce con il Corriere della Sera “Giubilei” di Marco Galluzzo

Libri, esce con il Corriere della Sera “Giubilei” di Marco GalluzzoRoma, 11 mar. (askanews) – Quasi un album di fotografie, scattate nei momenti più solenni, coloriti, spassosi. Momenti incredibili come segni di fede cristiana, ma luoghi e anni dove la cronaca nera ha superato la bianca: la strage di Pellegrini sul Tevere, il commercio illegale delle indulgenze, lo scontro fra il Vaticano e la Riforma di Lutero, in un intreccio diplomatico che spesso aveva bisogno di spie, faccendieri, persino assassini.


Arriva oggi, con il Corriere della Sera, il libro “Giubilei. La storia segreta degli Anni Santi dal 1300 a oggi” (a 8,90 euro più il prezzo del quotidiano e rimarrà in edicola un mese). Attraverso cronache e aneddoti, ricerche storiche e fatti inediti, Marco Galluzzo, cronista parlamentare del Corriere, da oltre 20 anni “chigista” del Corsera, racconta un mosaico complesso di fede e potere, devozione e opportunismo, delitti e scandali, atti di fede e storie finora mai raccontate. Si passa dal serial killer che colpiva negli ospedali all’anziano di 107 anni che convinse il papa a regolarizzare il Giubileo, dai primi gadget religiosi dei banchieri del 1450 ai commercianti che approfittavano dei pellegrini, fino ai racconti di una schiava d’harem. Tra penitenze sincere e di comodo, conversioni e scandali, l’Anno Santo si rivela rito religioso e grande evento sociale e politico.


Molte cose sono cambiate dal 1300: la Chiesa Cattolica si è evoluta, Roma è diversa e il pellegrinaggio oggi è diventato anche digitale, con milioni di fedeli che seguono l’evento anche attraverso i social network e le dirette streaming in grado di raggiungere ogni angolo di mondo. Ma il mito del Giubileo resta immutato, simbolo di riconciliazione e purificazione. Adesso, alla vigilia del venticinquesimo, quello della “Speranza”, Galluzzo ci ricorda che, oltre alle cerimonie e alla spettacolarizzazione, l’Anno Santo è un crocevia tra spiritualità, storia e cultura, un evento capace di trasformare Roma in un teatro universale di fede e tradizione.


Primo capitolo. Un nonnino di 107 anni, una diceria che annegava nel buio dell’anno Mille, grida e furor di popolo: così, narra una cronaca che profuma anche di leggenda, nacque il primo Anno Santo. Il caso, le ansie dei poveri, e le memorie dei vivi lanciarono il ponte delle indulgenze fra la terra e il cielo. Tutto comincia con un inedito rebus, negli ultimi mesi del 1299. Una voce ricorrente attraversa la strade romane: chi visiterà la Basilica degli Apostoli – promette – verrà premiato con una grande indulgenza. E’ solo un rumour di piazza, non si sa come sia nato, ma giunge alle orecchie del Pontefice. Una verifica negli archivi, e nella memoria dei prealti più anziani, non dà esiti certi. Ma la memoria collettiva di Roma narra di un’indulgenza concessa nell’anno 1000 da Papa Silvestro II, e cita anche due fonti: un eremita spagnolo, parente di San Domenico, e frate Alberico, monaco in Catalogna. La testimonianza. Al popolo bastano e avanzano le dicerie di piazza: la sera del 1 gennaio, in preda alla frenesia della grazia, a centinaia affollano la Basilica, e le porte della chiesa devono essere lasciate aperte per tutta la notte. La voce si sparge e forestieri cominciano ad arrivare da fuori le mura. Bonifacio VIII cede alle richieste, ma vuole anche capire quale fonte abbia innescato tanto fervore. Al cospetto del Pontefice viene condotto un vecchietto, un nobile savoiardo, che sostiene di avere 107 anni: “Mio padre partecipò al Giubileo del ‘200 – giura l’anziano – e mi ha raccomandato di non mancare il successivo, se fossi stato ancora in vita”. La versione è confermata da altri due ultracentenari della diocesi di Beauvais: “Lo dissero e ce lo chiesero anche i nostri padri”.


La bolla di indizione. Il 22 febbraio la Bolla di indizione del primo Giubileo: due milioni di pellegrini – narrano i cronisti dell’epoca – arrivarono da tutta Europa. Giunsero dall’Ungheria e dalla Spagna, dall’Inghilterra e dalla Germania. A piedi, a cavallo, in lettiga; in gruppi o con lunghi viaggi solitari: “Fu la cosa più mirabile che mai si vedesse”, scrisse Giovanni Villani, storico contemporaneo di questi eventi. Parecchi Giubilei dopo, nel 1675, un altro nonnino fu protagonista. Si chiamava Bartolomeo Ceccone, era mantovano, ed aveva ben 104 anni. Aveva visitato Roma 60 volte e quello era il quarto Anno Santo cui partecipava. In omaggio all’età, e ai record, Clemente X lo volle incontrare. In dono gli diede due medaglie, una d’oro, l’altra d’argento.

Rai Libri: esce “Somewhere Out There. La mia vita a cartoni animati”

Rai Libri: esce “Somewhere Out There. La mia vita a cartoni animati”Roma, 11 mar. (askanews) – Rai Libri presenta “Somewhere Out There. La mia vita a cartoni animati” di Don Bluth, l’autobiografia di uno degli ultimi maestri dell’età d’oro dell’animazione.


Il nome di Don Bluth è legato a film d’animazione indimenticabili, premiati e acclamati dalla critica, che hanno segnato intere generazioni, come “Brisby e il segreto di NIMH”, “Fievel sbarca in America”, “Alla ricerca della Valle Incantata”, nonché al rivoluzionario videogioco “Dragon’s Lair”. In “Somewhere Out There” Bluth racconta in prima persona la sua vita e la sua brillante carriera nel mondo dell’intrattenimento. L’infanzia nel Texas rurale e nello Utah, la fede in Dio che lo avrebbe spinto ad accettare la chiamata e partire come missionario, fino all’ingresso, a soli diciott’anni, negli Studios di Hollywood al fianco del suo idolo, Walt Disney.


Dopo aver contribuito ai classici “La bella addormentata nel bosco”, “La spada nella roccia”, “Robin Hood”, “Le avventure di Winnie the Pooh”, “Le avventure di Bianca e Bernie” ed “Elliott, il drago invisibile”, Don sceglie di rischiare tutto e di fondare la propria casa di produzione. Ed è così che nascono alcuni dei film e dei videogame più amati di sempre. Il dietro le quinte di una vita dedicata a seguire la vocazione artistica e a coltivare la creatività nella maniera più libera possibile: la storia unica di un’icona che ha divertito, affascinato e ispirato milioni di persone in tutto il mondo. “Somewhere Out There” di Don Bluth, edito da Rai Libri nella collana Digital Loop, è in vendita nelle librerie e negli store digitali dal 12 marzo 2025 (Pagine: 384, Euro: 22,00).


Donald Virgil Bluth (El Paso, 1937), più noto come Don Bluth, è animatore, regista e produttore cinematografico. Ha iniziato la sua luminosa carriera lavorando ad alcuni dei classici di Walt Disney. Nel 1979 ha deciso di fondare il proprio studio di animazione, che ha realizzato diversi capolavori entrati nella storia, tra cui gli indimenticabili “Brisby e il segreto di NIMH”, “Fievel sbarca in America”, “Alla ricerca della Valle Incantata”, “Anastasia”, “Charlie – Anche i cani vanno in paradiso” e il videogame “Dragon’s Lair”. Digital Loop è la collana di Rai Libri dedicata alla crossmedialità e alla transmedialità, agli universi contigui a quello della televisione e alla loro influenza sull’evoluzione del linguaggio e del prodotto radiotelevisivo.

Giorgetti all’Ecofin: proposta Italia su difesa ottimizza uso risorse

Giorgetti all’Ecofin: proposta Italia su difesa ottimizza uso risorseRoma, 11 mar. (askanews) – L’Italia appoggia i pacchetti di semplificazioni normative denominati “Omnibus” della Commissione europea, ma nel suo intervento al consiglio Ecofin, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiesto interventi supplementari sul rinvio delle scadenze degli obblighi di rendicontazione di sostenibilità e di due diligence ambientale per le imprese.


Ha sottolineato la necessità sostenere le imprese europee sulle esportazioni e a rilanciato la proposta, già presentata ieri in occasione dell’Eurogruppo, di creare un nuovo meccanismo europeo – battezzato European Security & Industrial Innovation Initiative” o “Eu-Sii” – per potenziare le capacità di intervento del già esistente meccanismo Invest EU sul settore della difesa. “In estrema sintesi – ha detto Giorgetti – si tratta di un fondo di garanzia a varie tranche, che ottimizza l’utilizzo di risorse nazionali e europee con l’obiettivo di convogliare in modo più efficace i capitali privati. E che con una spesa pubblica contenuta” di poco oltre 16 miliardi di euro “potrà mobilitare fino a 200 miliardi di investimenti, in linea con le migliori pratiche di Invest EU”.


L’iniziativa che propone l’Italia punta a intervenire “alla base del tessuto tecnologico e industriale europeo, nei settori strategici della difesa, delle tecnologie a uso duale – ha detto Giorgetti – nella protezione delle filiere critiche, dei dati delle strutture essenziali”. (fonte immagine: Council of the European Union).

Ue, Giorgetti: l’Italia farà sua parte, ma la strategia di difesa sia comune

Ue, Giorgetti: l’Italia farà sua parte, ma la strategia di difesa sia comuneBruxelles, 11 mar. (askanews) – “L’Italia farà la sua parte” nel piano europeo per aumentare le capacità di difesa degli Stati membri; “prima però occorre definire ciò che è necessario” riguardo alle esigenze dei finanziamenti aggiuntivi nella spesa pubblica. L’Italia “non può concepire il finanziamento della difesa a scapito della spesa sanitaria e dei servizi pubblici”, ciò che “sarebbe inaccettabile”. Lo ha detto, questa mattina a Bruxelles, il ministro dell’Economia e Finanza, Giancarlo Giorgetti, durante la colazione di lavoro del Consiglio Ecofin a Bruxelles, secondo quanto riferiscono fonti del Mef.


“Per questa ragione – ha aggiunto Giorgetti – ho proposto soluzioni a livello europeo che promuovessero azioni coordinate per migliorare la difesa”. Il ministro ha osservato poi che “dobbiamo anche chiarire la portata e la durata della clausola di salvaguardia” che potrà essere attivata, su richiesta di ciascuno Stato membro, per non applicare le rigorose regole di bilancio del Patto di stabilità alla spesa aggiuntiva per la difesa e sicurezza, “poiché la maggior parte degli investimenti nella difesa si estende su molti anni, e il loro impatto sui conti pubblici può apparire solo a lungo termine”. “Dobbiamo anche distinguere – ha continuato Giorgetti – tra i bisogni immediati legati alla guerra in Ucraina e la strategia sulla sicurezza a lungo termine dell’Ue”. Secondo il ministro, occorre “fare un approfondimento sulla strategia, seguito da un piano di attuazione. Dobbiamo ragionare – ha sottolineato – sulla possibilità di convertire le industrie esistenti e sviluppare, allo stesso tempo, nuove capacità e capacità tecnologiche”.


“Solo a quel punto – ha concluso il ministro – le esigenze di finanziamento saranno chiaramente definite. L’Italia farà la sua parte, prima però occorre definire ciò che è necessario”. Di questi temi Giorgetti ha parlato anche in occasione della cena di ieri sera ospitata dalla presidenza di turno polacca del Consiglio Ue, per fare il punto sulla questione difesa, sicurezza e protezione europea, hanno riferito ancora le fonti Mef.

Ue, Giorgetti: Italia farà sua parte, ma strategia difesa sia comune

Ue, Giorgetti: Italia farà sua parte, ma strategia difesa sia comuneBruxelles, 11 mar. (askanews) – “L’Italia farà la sua parte” nel piano europeo per aumentare le capacità di difesa degli Stati membri; “prima però occorre definire ciò che è necessario” riguardo alle esigenze dei finanziamenti aggiuntivi nella spesa pubblica. L’Italia “non può concepire il finanziamento della difesa a scapito della spesa sanitaria e dei servizi pubblici”, ciò che “sarebbe inaccettabile”. Lo ha detto, questa mattina a Bruxelles, il ministro dell’Economia e Finanza, Giancarlo Giorgetti, durante la colazione di lavoro del Consiglio Ecofin a Bruxelles, secondo quanto riferiscono fonti del Mef.


“Per questa ragione – ha aggiunto Giorgetti – ho proposto soluzioni a livello europeo che promuovessero azioni coordinate per migliorare la difesa”. Il ministro ha osservato poi che “dobbiamo anche chiarire la portata e la durata della clausola di salvaguardia” che potrà essere attivata, su richiesta di ciascuno Stato membro, per non applicare le rigorose regole di bilancio del Patto di stabilità alla spesa aggiuntiva per la difesa e sicurezza, “poiché la maggior parte degli investimenti nella difesa si estende su molti anni, e il loro impatto sui conti pubblici può apparire solo a lungo termine”. “Dobbiamo anche distinguere – ha continuato Giorgetti – tra i bisogni immediati legati alla guerra in Ucraina e la strategia sulla sicurezza a lungo termine dell’Ue”. Secondo il ministro, occorre “fare un approfondimento sulla strategia, seguito da un piano di attuazione. Dobbiamo ragionare – ha sottolineato – sulla possibilità di convertire le industrie esistenti e sviluppare, allo stesso tempo, nuove capacità e capacità tecnologiche”.


“Solo a quel punto – ha concluso il ministro – le esigenze di finanziamento saranno chiaramente definite. L’Italia farà la sua parte, prima però occorre definire ciò che è necessario”. Di questi temi Giorgetti ha parlato anche in occasione della cena di ieri sera ospitata dalla presidenza di turno polacca del Consiglio Ue, per fare il punto sulla questione difesa, sicurezza e protezione europea, hanno riferito ancora le fonti Mef.