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Cinema, in 537 sale “La Zona d’interesse” vincitore di due Oscar

Cinema, in 537 sale “La Zona d’interesse” vincitore di due OscarRoma, 14 mar. (askanews) – Sono 537 i cinema italiani per “La Zona d’interesse” (The Zone of Interest) di Jonathan Glazer. Alla quarta settimana di programmazione, quasi il doppio rispetto alle 294 del debutto: un segnale dell’entusiasmo che il pubblico sta dimostrando nei confronti del film, che ha appena ricevuto due prestigiosi Premi Oscar, nelle categorie miglior film internazionale e miglior sonoro.


Con oltre 3 milioni di incasso al box office e più di 455.000 presenze, “La Zona d’interesse” continua il suo incredibile percorso che l’ha portato a diventare uno dei film imperdibili della stagione. Una deliziosa villetta, un giardino paradisiaco e l’agghiacciante serenità di una famiglia che, tra gite in barca e feste in piscina, ignora l’orrore al di là del muro, in uno sconvolgente ritratto della banalità del male.


Prodotto da A24 e Extreme Emotions, “La Zona d’interesse” (The Zone of Interest), è nelle sale italiane dal 22 febbraio 2024 distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

Challenge e contenuti rischiosi per i minori, TikTok multata per 10 milioni dall’Antitrust in Italia

Challenge e contenuti rischiosi per i minori, TikTok multata per 10 milioni dall’Antitrust in ItaliaRoma, 14 mar. (askanews) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso una sanzione da 10 milioni di euro in solido a tre società del gruppo Bytedance Ltd, ovvero l’irlandese TikTok Technology Limited, la britannica TikTok Information Technologies UK Limited e l’italiana TikTok Italy Srl. Secondo quanto riporta un comunicato, l’istruttoria ha consentito di accertare la responsabilità di TikTok nella diffusione di contenuti – come quelli relativi alla challenge “cicatrice francese” – suscettibili di minacciare la sicurezza psico-fisica degli utenti, specialmente se minori e vulnerabili.


Inoltre, prosegue l’Antitrust, TikTok non ha assunto misure adeguate ad evitare la diffusione di tali contenuti, non rispettando pienamente le Linee Guida di cui si è dotata e che ha reso note ai consumatori rassicurandoli che la piattaforma è uno spazio “sicuro”. Le Linee Guida vengono infatti applicate senza tenere in adeguato conto la specifica vulnerabilità degli adolescenti, caratterizzata da peculiari meccanismi cognitivi dai quali derivano, ad esempio, la difficoltà a distinguere la realtà dalla finzione e la tendenza ad emulare comportamenti di gruppo. Infine, i contenuti – pur essendo potenzialmente pericolosi – sono diffusi tramite un “sistema di raccomandazione” basato sulla profilazione algoritmica dell’utenza, che seleziona costantemente quali video destinare a ciascun consumatore nelle sezioni denominate “Per Te” e “Seguiti”, con l’obiettivo di aumentare le interazioni tra utenti e il tempo speso sulla piattaforma così da accrescere la redditività degli introiti pubblicitari. Ciò causa un indebito condizionamento degli utenti che vengono stimolati ad adoperare sempre di più la piattaforma.

Sbarra a Calderone: ora un patto per la sicurezza nei luoghi di lavoro

Sbarra a Calderone: ora un patto per la sicurezza nei luoghi di lavoroRoma, 14 mar. (askanews) – “Chiederemo di lavorare insieme per un grande patto tra governo, sistema delle imprese, organizzazioni sindacali, regioni, per fronteggiare questa grande emergenza che ogni giorno porta via persone che persone che perdono la vita nei luoghi di lavoro. Non basta più lo sgomento, non basta indignarsi: bisogna passare dalle parole ai fatti”. Lo ha detto il leader della Cisl, Luigi Sbarra, alla vigilia dell’incontro, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, con il ministro del Lavoro, Marina Calderone.


A margine di un’iniziativa organizzata dalla Cisl Lazio, Sbarra ha spiegato: “bisogna rafforzare verifiche, controlli, ispezioni nei luoghi di lavoro. Bisogna assumere ispettori, tecnici della prevenzioni, medici del lavoro. Bisogna incrociare le banche dati, investire sulla qualità delle imprese, dare più potere ai nostri rappresentanti sulla sicurezza negli ambienti lavorativi. E poi fare un grande investimento, sulla prevenzione e sulla comunicazione, cominciando a parlare di sicurezza già sui banchi di scuola”. Infine, a giudizio del leader della Cisl, occorre “un maggior impegno nel sistema delle imprese: alcune continuano a considerare la sicurezza sui luoghi di lavoro un costo e non investimento”.

TikTok multata per 10 milioni dall’Antitrust in Italia

TikTok multata per 10 milioni dall’Antitrust in ItaliaRoma, 14 mar. (askanews) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso una sanzione da 10 milioni di euro in solido a tre società del gruppo Bytedance Ltd, ovvero l’irlandese TikTok Technology Limited, la britannica TikTok Information Technologies UK Limited e l’italiana TikTok Italy Srl. Secondo quanto riporta un comunicato, l’istruttoria ha consentito di accertare la responsabilità di TikTok nella diffusione di contenuti – come quelli relativi alla challenge “cicatrice francese” – suscettibili di minacciare la sicurezza psico-fisica degli utenti, specialmente se minori e vulnerabili.


Inoltre, prosegue l’Antitrust, TikTok non ha assunto misure adeguate ad evitare la diffusione di tali contenuti, non rispettando pienamente le Linee Guida di cui si è dotata e che ha reso note ai consumatori rassicurandoli che la piattaforma è uno spazio “sicuro”. Le Linee Guida vengono infatti applicate senza tenere in adeguato conto la specifica vulnerabilità degli adolescenti, caratterizzata da peculiari meccanismi cognitivi dai quali derivano, ad esempio, la difficoltà a distinguere la realtà dalla finzione e la tendenza ad emulare comportamenti di gruppo. Infine, i contenuti – pur essendo potenzialmente pericolosi – sono diffusi tramite un “sistema di raccomandazione” basato sulla profilazione algoritmica dell’utenza, che seleziona costantemente quali video destinare a ciascun consumatore nelle sezioni denominate “Per Te” e “Seguiti”, con l’obiettivo di aumentare le interazioni tra utenti e il tempo speso sulla piattaforma così da accrescere la redditività degli introiti pubblicitari. Ciò causa un indebito condizionamento degli utenti che vengono stimolati ad adoperare sempre di più la piattaforma.

Campo largo in Basilicata, Calenda: Conte ha messo un veto su Azione, valutiamo appoggio a Bardi (centrodestra)

Campo largo in Basilicata, Calenda: Conte ha messo un veto su Azione, valutiamo appoggio a Bardi (centrodestra)Milano, 14 mar. (askanews) – “Non so dire” perché il M5s abbia posto un veto sull’inclusione di Azione nel ‘campo largo’ in Basilicata, “ma è molto chiaro che c’è una leadership del centrosinistra che è la leadership di Giuseppe Conte”. Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a Radio InBlu, a proposito della scelta di Domenico Lacerenza come candidato del ‘campo largo’ alle regionali lucane. “In Sardegna hanno vinto con il voto disgiunto” e 1.600 voti di scarto per le divisioni della destra, “ma se avessero fatto come noi avevamo chiesto primarie di coalizione con Soru avrebbero vinto con 30.000 voti, ma sono scelte loro, noi ragioniamo sulla qualità della persona” ha aggiunto.


In Basilicata “semplicemente il M5s, che ormai decide la politica della sinistra” ha “escluso Azione” dalla coalizione e “ne abbiamo preso atto”, ha ribadito Calenda, che rivela: “Fino a ieri mattina ho parlato con Schlein per capire l’orientamento di candidatura, mi ha detto che non ce l’avevano, poi ho appreso che c’era stato un tavolo di una coalizione molto spinta a sinistra, auguri” ha proseguito. La segretaria dem, ha continuato, “non si è disturbata” per coinvolgerci, poi lì “noi abbiamo preso alle politiche il 10%, c’è l’ex presidente Marcello Pittella che è responsabile di Azione, vedremo se la scelta li ripagherà”.


Quanto all’orientamento di Azione dopo l’esclusione dal ‘campo largo’ Calenda non ha escluso di appoggiare il candidato del centrodestra e presidente uscente, Vito Bardi. “Vado venerdì e sabato in Basilicata, voglio parlare con i miei, verificheremo. Dall’altra parte c’è un moderato e europeista, un uomo delle istituzioni, non il Trux, valuteremo e decideremo. Constatiamo che non siamo inclusi nella candidatura di centrosinistra” ha concluso riferendosi all’ipotesi Bardi, figura diversa da quella di Paolo Truzzu, candidato di centrodestra sconfitto in Sardegna.

Snam: utile 2023 oltre le guidance, confermati target 2024

Snam: utile 2023 oltre le guidance, confermati target 2024Milano, 14 mar. (askanews) – Snam chiude l’esercizio 2023 con un utile netto adjusted a circa 1,168 miliardi (+0,4%), superiore alla guidance. I ricavi totali ammontano a 3,87 miliardi (+16,8%), l’ebitda adjusted sale a circa 2,42 miliardi (+8%), per effetto dell’aumento dei ricavi regolati e del contributo dei business legati alla transizione energetica. Il dividendo complessivo è pari a 0,282 euro per azione (di cui 0,1128 euro già distribuiti a gennaio), in aumento del 2,5%, in linea con la politica dei dividendi prevista dal piano.


Nel corso dell’anno, gli investimenti totali sono stati pari a oltre 2,19 miliardi (+13,9%): il 61% è allineato ai Sustainable Development Goals e il 29% alla Tassonomia Europea. A fine 2023, l’indebitamento finanziario netto ammonta a 15,27 miliardi (11,92 mld al 2022), inferiore alla guidance e in aumento principalmente per l’attesa evoluzione del capitale circolante connessa all’attività di bilanciamento, per gli investimenti finanziari e per il pagamento del dividendo 2022. “Chiudiamo il 2023 con risultati solidi, maturati in un contesto globale ancora volatile e incerto, e con traguardi importanti sul fronte industriale, a cominciare dall’attivazione della nave rigassificatrice a Piombino”, ha sottolineato l’AD di Snam, Stefano Venier. “I principali indicatori economici e finanziari registrano una performance positiva e sono migliorativi rispetto alla guidance, con una crescita degli investimenti tecnici di oltre il 30% rispetto all’anno precedente”.


Snam conferma gli obiettivi finanziari per il 2024, mentre per quanto concerne l’evoluzione degli eventi nel Medio Oriente e in particolare nel Mar Rosso, ad oggi, non registra criticità in merito alla gestione delle operations e alla realizzazione del programma investimenti. Tuttavia, sottolinea Snam, una eventuale, prolungata interruzione dei transiti di navi (es. navi GNL) dal canale di Suez nell’anno in corso potrebbe dar luogo a tensioni a livello internazionale, con il conseguente impatto sui prezzi dei beni energetici per i quali l’Italia, ed in generale l’Europa, sono fortemente dipendenti dalle importazioni estere. La capacità complessiva di stoccaggio gestita dal gruppo Snam a fine 2023, comprensiva dello stoccaggio strategico, è risultata pari a 16,7 miliardi di metri cubi, la più elevata in Europa. Al fine 2023, la capacità disponibile per l’anno termico 2023-24 risultava conferita al 100% (94% con riferimento all’intero anno termico 2022-23).


Sul fronte delle nuove Fsru, progrediscono i lavori per il rigassifcatore di Ravenna, con l’avvio delle aste per i conferimenti di capacità entro aprile, mentre è interamente prenotata la capacità di Piombino per l’anno termico 2023-2024.

Calcio, Inter eliminata ai rigori, ai quarti va l’Atletico

Calcio, Inter eliminata ai rigori, ai quarti va l’AtleticoRoma, 13 mar. (askanews) – Disco rosso per l’Inter in Championas. I nerazzurri vengono eliminati agli ottavi della Champions dopo i rigori dall’Atletico Madrid. Passata la mezz’ora Dimarco trova il vantaggio, ma immediato arriva il pari di Griezmann. Nella ripresa Thuram si divora la rete, Depay prima colpisce un palo e poi all’87’ fa il 2-1 che prolunga la sfida ai supplementari e poi ai rigori, dove risultano decisivi gli errori di Sanchez, Klassen e Lautaro. Passano gli spagnoli.

Election day e voto agli studenti fuorisede, cosa prevede il dl elezioni

Election day e voto agli studenti fuorisede, cosa prevede il dl elezioniRoma, 13 mar. (askanews) – Election day, modifica al tetto dei mandati per i sindaci dei Comuni fino a 15mila abitanti, voto agli studenti fuori sede: sono le novità introdotte dal decreto elezioni approvato in aula al Senato in prima lettura.


ELECTION DAY 2024 Nel 2024 le elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia si svolgeranno sabato 8 giugno dalle 15 alle 23 e domenica 9 giugno dalle 7 alle 23. Stesse date e orari anche in caso di abbinamento delle elezioni europee con elezioni regionali o comunali o referendum previsti nel 2024. Insieme alle elezioni europee, quindi, si terranno presumibilmente anche le elezioni regionali in Piemonte, dal momento che le precedenti elezioni si svolsero in abbinamento con le elezioni europee del 26 maggio 2019, e il primo turno delle elezioni amministrative. LIMITE AI MANDATI DEI SINDACI Viene innalzato il limite da due a tre mandati per i sindaci dei Comuni che si collocano nella fascia demografica da 5.001 a 15.000 abitanti e viene eliminato ogni limite di mandato per i Comuni fino a 5.000 abitanti. Rimane ferma invece la disposizione che prevede nei Comuni con più di 15.000 abitanti il limite dei due mandati. Viene infine previsto esplicitamente che i mandati svolti o in corso di svolgimento alla data di entrata in vigore del decreto legge in conversione sono computati ai fini dell’applicazione delle nuove disposizioni. Non è passata invece la richiesta della Lega di innalzare da due a tre anche il limite dei mandati ai presidenti di regione.


CHI E’ ESENTE DA RACCOLTA FIRME PER LA PRESENTAZIONE DELLE LISTE Nessuna sottoscrizione è richiesta per i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi anche in una sola delle due Camere o che nell’ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno e abbiano ottenuto almeno un seggio in ragione proporzionale o in un collegio uninominale in una delle due Camere. Non dovranno raccogliere firme nemmeno i partiti o gruppi politici che nell’ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno ed abbiano ottenuto almeno un seggio in una delle circoscrizioni italiane al Parlamento europeo, e che siano affiliati a un partito politico europeo costituito in gruppo parlamentare al Parlamento Europeo nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi elettorali. L’affiliazione è certificata a mezzo di dichiarazione sottoscritta dal Presidente del gruppo Parlamentare europeo autenticata da un notaio o da un’autorità diplomatica o consolare italiana. Nessuna sottoscrizione è richiesta, altresì, nel caso in cui la lista sia contraddistinta da un contrassegno composito, nel quale sia contenuto quello di un partito o gruppo politico esente da tale onere. DIMEZZAMENTO DEL NUMERO DELLE FIRME NECESSARIE Solo per le elezioni europee 2024 il numero minimo delle sottoscrizioni richiesto dalla legge vigente per la presentazione delle liste dei candidati in ciascuna circoscrizione elettorale è ridotto della metà, ovvero da 30mila a 15mila. FIRME PER ELEZIONI REGIONALI E’ prevista l’esenzione dalla sottoscrizione degli elettori per le liste che, al momento dell’indizione delle elezioni regionali, sono espressione di forze politiche o movimenti corrispondenti a gruppi parlamentari presenti in almeno uno dei due rami del Parlamento nazionale, sulla base di attestazione resa dal segretario o Presidente del partito rappresentato nel Parlamento.


INELEGGIBILITA’ La causa di ineleggibilità prevista ai fini dell’elezione a consigliere regionale si applica esclusivamente ai dipendenti della regione che svolgano, al momento della candidatura al rispettivo consiglio, funzioni e attività amministrative. La norma è stata inserita con un emendamento del senatore di Fi Claudio Lotito contestato dall’opposizione. VOTO STUDENTI FUORI SEDE Solo per le prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno i ragazzi e le ragazze che studiano in un comune italiano diverso da quello di residenza potranno votare europee senza tornare a casa. Più precisamente: se studiano in un comune che ricade nella stessa circoscrizione elettorale del loro comune di residenza, possono votare nel comune dove sono temporaneamente domiciliati. Se invece studiano in un comune che ricade in un’altra circoscrizione potranno votare recandosi nel capoluogo della regione in cui è situato il comune di temporaneo domicilio. Per il viaggio, in questo caso, sono previsti gli stessi sconti in vigore per chi torna a votare dove risiede.


RINVIO DELLE ELEZIONI PROVINCIALI Sono rinviate al 29 settembre 2024 le elezioni dei presidenti di provincia e dei consigli provinciali in scadenza nel 2024.

La Lega tenta il blitz sul dl elezioni. Altolà Meloni: basta distinguo

La Lega tenta il blitz sul dl elezioni. Altolà Meloni: basta distinguoRoma, 13 mar. (askanews) – Una spaccatura, del tutto attesa, sul terzo mandato. Ma anche uno scontro, che si ferma appena prima di superare l’orlo del baratro, sullo stop ai ballottaggi per i sindaci. Se l’aula del Senato alle prese con l’esame del decreto elezioni può essere considerata la stazione meteo da cui misurare il clima nella maggioranza, il responso è chiaro: tempesta all’orizzonte.


La tregua, fortemente voluta da Giorgia Meloni, siglata a palazzo Chigi dai leader dei partiti della maggioranza all’indomani della vittoria in Abruzzo, dimostra immediatamente la sua fragilità. Il grimaldello sono due emendamenti della Lega che si conferma agli occhi di Fratelli d’Italia l’osservato speciale della maggioranza. Uno è appunto quello che mira a introdurre la possibilità di un terzo mandato per i presidenti di Regione. In aula si ripete esattamente lo stesso copione già andato in scena in commissione: il governo si rimette all’aula, la proposta viene bocciata, la maggioranza si spacca lasciando il partito di Salvini isolato, ma resta in piedi la narrazione che la questione è circoscrivibile alla normale dialettica parlamentare, ergo non tocca il governo. Il secondo emendamento, presentato invece a sorpresa, è quello che abolisce i ballottaggi per i sindaci se al primo turno si raggiunge il 40%. Gli altri partiti della coalizione sarebbero anche d’accordo nel merito, ma la proposta arriva come una doccia fredda, senza che se ne sia discusso, e suscita immediatamente l’indignazione del Pd e dell’Anci. Alla fine, per evitare che le votazioni in Senato certifichino un’altra spaccatura nella maggioranza, si stabilisce un invito al ritiro da parte del governo e la decisione della Lega di trasformarlo in un ordine del giorno.


Ma al di là dei tecnicismi parlamentari, ovviamente, il nodo resta tutto politico e ha a che fare con una coalizione in cui gli equilibri stanno cambiando, e lo stanno facendo a sfavore di Matteo Salvini come le ultime tornate elettorali in Sardegna e Abruzzo hanno dimostrato. Per il segretario lumbard all’orizzonte c’è un doppio problema: il rischio che le Europee certifichino il sorpasso su tutto il territorio nazionale di Forza Italia, e un suo conseguente indebolimento come leader, e poi il ruolo di Luca Zaia. In Fratelli d’Italia si sospetta che l’insistenza della Lega sul terzo mandato, anche di fronte a bocciatura certa dell’emendamento, sia fatta per tenere buono il governatore del Veneto e dimostrare che è stato fatto di tutto per provare a difendere il suo diritto di rimanere ‘doge’ indiscusso. Una mezza prova di questa lettura sta nel tentativo, promosso dal capogruppo Massimiliano Romeo poco prima del voto del Senato, di chiedere al governo la possibilità di trasformare in ordine del giorno anche l’emendamento sul terzo mandato. Ipotesi che, però, avrebbe trovato anche la contrarietà di Forza Italia. E tuttavia, a prescindere da Zaia, Giorgia Meloni negli ultimi giorni sarebbe diventata più possibilista sulla ipotesi di lasciare al Carroccio la facoltà di indicare il prossimo governatore del Veneto, sebbene le ultime Politiche abbiano certificato che da quelle parti la prima forza è Fratelli d’Italia. Un modo per stemperare le tensioni, anche considerando che una sempre più probabile candidatura di Meloni alle Europee (e conseguentemente di Tajani) rischierebbe di penalizzare ancora di più il ministro dei Trasporti. Un alto dirigente del partito della premier la mette così: “Se vedi il tuo alleato al muro, non puoi sparare”.


Non è un caso che il coordinatore veneto di Fdi, Luca De Carlo, considerato papabile candidato meloniano alla successione di Zaia, abbia cominciato a correggere il tiro. E se appena un mese fa definiva giusto che la Regione Veneto andasse al suo partito dal momento che alle ultime elezioni era stato votato da un terzo degli abitanti, ora i toni sembrano più prudenti. “In politica – spiega – un anno e mezzo è una eternità. Vedremo cosa accadrà ma nel frattempo dedichiamoci ai quasi 60 milioni di italiani, non solo al destino di quattro”.

Lega tenta blitz sul dl elezioni. Altolà Meloni: basta distinguo

Lega tenta blitz sul dl elezioni. Altolà Meloni: basta distinguoRoma, 13 mar. (askanews) – Una spaccatura, del tutto attesa, sul terzo mandato. Ma anche uno scontro, che si ferma appena prima di superare l’orlo del baratro, sullo stop ai ballottaggi per i sindaci. Se l’aula del Senato alle prese con l’esame del decreto elezioni può essere considerata la stazione meteo da cui misurare il clima nella maggioranza, il responso è chiaro: tempesta all’orizzonte.


La tregua, fortemente voluta da Giorgia Meloni, siglata a palazzo Chigi dai leader dei partiti della maggioranza all’indomani della vittoria in Abruzzo, dimostra immediatamente la sua fragilità. Il grimaldello sono due emendamenti della Lega che si conferma agli occhi di Fratelli d’Italia l’osservato speciale della maggioranza. Uno è appunto quello che mira a introdurre la possibilità di un terzo mandato per i presidenti di Regione. In aula si ripete esattamente lo stesso copione già andato in scena in commissione: il governo si rimette all’aula, la proposta viene bocciata, la maggioranza si spacca lasciando il partito di Salvini isolato, ma resta in piedi la narrazione che la questione è circoscrivibile alla normale dialettica parlamentare, ergo non tocca il governo. Il secondo emendamento, presentato invece a sorpresa, è quello che abolisce i ballottaggi per i sindaci se al primo turno si raggiunge il 40%. Gli altri partiti della coalizione sarebbero anche d’accordo nel merito, ma la proposta arriva come una doccia fredda, senza che se ne sia discusso, e suscita immediatamente l’indignazione del Pd e dell’Anci. Alla fine, per evitare che le votazioni in Senato certifichino un’altra spaccatura nella maggioranza, si stabilisce un invito al ritiro da parte del governo e la decisione della Lega di trasformarlo in un ordine del giorno.


Ma al di là dei tecnicismi parlamentari, ovviamente, il nodo resta tutto politico e ha a che fare con una coalizione in cui gli equilibri stanno cambiando, e lo stanno facendo a sfavore di Matteo Salvini come le ultime tornate elettorali in Sardegna e Abruzzo hanno dimostrato. Per il segretario lumbard all’orizzonte c’è un doppio problema: il rischio che le Europee certifichino il sorpasso su tutto il territorio nazionale di Forza Italia, e un suo conseguente indebolimento come leader, e poi il ruolo di Luca Zaia. In Fratelli d’Italia si sospetta che l’insistenza della Lega sul terzo mandato, anche di fronte a bocciatura certa dell’emendamento, sia fatta per tenere buono il governatore del Veneto e dimostrare che è stato fatto di tutto per provare a difendere il suo diritto di rimanere ‘doge’ indiscusso. Una mezza prova di questa lettura sta nel tentativo, promosso dal capogruppo Massimiliano Romeo poco prima del voto del Senato, di chiedere al governo la possibilità di trasformare in ordine del giorno anche l’emendamento sul terzo mandato. Ipotesi che, però, avrebbe trovato anche la contrarietà di Forza Italia. E tuttavia, a prescindere da Zaia, Giorgia Meloni negli ultimi giorni sarebbe diventata più possibilista sulla ipotesi di lasciare al Carroccio la facoltà di indicare il prossimo governatore del Veneto, sebbene le ultime Politiche abbiano certificato che da quelle parti la prima forza è Fratelli d’Italia. Un modo per stemperare le tensioni, anche considerando che una sempre più probabile candidatura di Meloni alle Europee (e conseguentemente di Tajani) rischierebbe di penalizzare ancora di più il ministro dei Trasporti. Un alto dirigente del partito della premier la mette così: “Se vedi il tuo alleato al muro, non puoi sparare”.


Non è un caso che il coordinatore veneto di Fdi, Luca De Carlo, considerato papabile candidato meloniano alla successione di Zaia, abbia cominciato a correggere il tiro. E se appena un mese fa definiva giusto che la Regione Veneto andasse al suo partito dal momento che alle ultime elezioni era stato votato da un terzo degli abitanti, ora i toni sembrano più prudenti. “In politica – spiega – un anno e mezzo è una eternità. Vedremo cosa accadrà ma nel frattempo dedichiamoci ai quasi 60 milioni di italiani, non solo al destino di quattro”.