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Germania, si aggrava la contrazione delle imprese nel maniatturiero

Germania, si aggrava la contrazione delle imprese nel maniatturieroRoma, 22 feb. (askanews) – Peggioramento a febbraio per il manifatturiero della Germania, laddove il settore dei servizi ha registrato una attenuazione della dinamica di calo dell’attività, che comunque prosegue anche in questo raggruppamento. E’ la fotografia scattata dalle indagini condotte presso i responsabili degli approvvigionamenti delle imprese (Purchasing Managers Index, o indici Pmi) di S&P Global.


L’indice Pmi composito relativo all’attività di tutte le aziende tedesche è calato a 46,1 punti, da 47 punti di gennaio, segnando il minimo da quattro mesi a questa parte, secondo S&P global. I 50 punti sono la soglia di neutralità, sotto la quale l’attività viene considerata in contrazione. L’indice Pmi relativo alle imprese dei servizi della Germania è risalito a 48,2 punti a febbraio, da 47,7 punti a gennaio. L’indice Pmi relativo alla produzione nel settore manifatturiero invece caduto a 42,1 punti, da 45, 7 gennaio, anche in questo caso ai minimi da quattro mesi. L’indice Pmi sul manifatturiero in generale è calato a 42,3 punti, da 45,5 gennaio. I datil manifatturiero appaiono peggiori di quanto prevedessero in media gli analisti.

La Borsa di Tokyo chiude in rialzo: Nikkei a +2,19% (supera il record del 1989)

La Borsa di Tokyo chiude in rialzo: Nikkei a +2,19% (supera il record del 1989)Roma, 22 feb. (askanews) – Chiusura in netto rialzo per la Borsa di Tokyo che ha chiuso la seduta con il Nikkei a +2,19%, a 39.098 punti, 836,52 punti in più rispetto alla precedente chiusura. Si tratta, per la borsa nipponica, di un livello record con cui viene superato il precedente del 29 dicembre del 1989 di 38.915,87 punti.


A spingere i listini soprattutto il rialzo del settore tecnologico guidato da Nvidia che ha rilasciato dati trimestrali oltre le attese con ricavi a +265% grazie all’intelligenza artificiale. Dati che hanno portato in rialzo le principali borse asiatiche.

Borsa, Tokyo chiude in rialzo: Nikkei a +2,19%, raggiunge record

Borsa, Tokyo chiude in rialzo: Nikkei a +2,19%, raggiunge recordRoma, 22 feb. (askanews) – Chiusura in netto rialzo per la Borsa di Tokyo che ha chiuso la seduta con il Nikkei a +2,19%, a 39.098 punti, 836,52 punti in più rispetto alla precedente chiusura. Si tratta, per la borsa nipponica, di un livello record con cui viene superato il precedente del 29 dicembre del 1989 di 38.915,87 punti.


A spingere i listini soprattutto il rialzo del settore tecnologico guidato da Nvidia che ha rilasciato dati trimestrali oltre le attese con ricavi a +265% grazie all’intelligenza artificiale. Dati che hanno portato in rialzo le principali borse asiatiche.

Il ponte sullo Stretto di Messina, Ciucci: noi trasparenti, totale collaborazione con i Pm

Il ponte sullo Stretto di Messina, Ciucci: noi trasparenti, totale collaborazione con i PmRoma, 22 feb. (askanews) – “Nel pieno rispetto dell’attività della magistratura, confermo la nostra massima collaborazione e trasparenza con le autorità inquirenti con lo scopo di chiarire tutte le azioni svolte, dalla ricostituzione della società – avvenuta a giugno scorso – a oggi”. Lo assicura in una intervista al Corriere della Sera Pietro Ciucci, amministratore delegato di Società Stretto di Messina, a proposito dell’indagine avviata dalla Procura di Roma dopo lìesposto di Pd e AVS. “Per mia natura sono sempre molto rispettoso delle istituzioni, ma lonorevole Bonelli che è il leader di questa iniziativa ci accusa di scarsa trasparenza con due ricorrenti cavalli di battaglia. Il primo è relativo alla richiesta di accesso agli atti: gli abbiamo spiegato che quando ha chiesto quei documenti il consorzio Eurolink (il coordinatore di tutte le attività di progettazione e costruzione guidato da Webuild, ndr) ci aveva appena consegnato l’aggiornamento del progetto e che noi eravamo in istruttoria. In base alla legge quell’aggiornamento diventava definitivo una volta approvato dal nostro consiglio di amministrazione. Dunque, non potevamo consegnare qualcosa che noi stessi dovevamo ancora deliberare e approvare” spiega Ciucci. “L’onorevole Bonelli – prosegue – ci contesta di avere firmato l’accordo con Eurolink il 29 settembre e che il giorno seguente ci è stato consegnato l’aggiornamento. Insomma, tutto sarebbe avvenuto in una notte, mentre, sottolineo ancora una volta, che l’ordine di inizio attività a Eurolink è stato assegnato nel mese di giugno con un atto formale, ossia tre mesi prima della consegna della relazione di aggiornamento. Dopo la consegna sono trascorsi altri quattro mesi, durante i quali il documento è stato esaminato da Società Stretto di Messina, oltre che sottoposto al parere del comitato scientifico. Questo testimonia che l’aggiornamento del progetto è stato largamente discusso, valutato, integrato e perfezionato prima di arrivare all’approvazione del 15 febbraio. Altro che tutto in una notte”. Se tutto fila liscio, quando ci sarà la prima pietra? “L’obiettivo è partire nella prossima estate. Stiamo consegnando i documenti per la conferenza dei servizi e la valutazione di impatto ambientale. E sarà, quindi, tutto pubblico. Le procedure devono essere concluse entro 90 giorni, poi si passa al Cipess, che approva il progetto definitivo e il piano finanziario assegnando la pubblica utilità al progetto. Se tutti rispettano questa tempistica, in estate apriremo i primi cantieri” conclude.

Nvidia,svolta su IA,ricavi trimestre +265% sorprendono Wall Street

Nvidia,svolta su IA,ricavi trimestre +265% sorprendono Wall StreetRoma, 21 feb. (askanews) – I ricavi di Nvidia sono aumentati del 265% nell’ultimo trimestre a 22,1 miliardi di dollari, poiché la società di chip più preziosa al mondo ha beneficiato di una frenesia di spesa per l’intelligenza artificiale. Lo riporta il Financial Times specificando che la performance dei ricavi ha superato le già elevate aspettative degli analisti di 20,4 miliardi di dollari, sostenuta da un aumento del 409% dei ricavi dei data center a 18,4 miliardi di dollari rispetto all’anno precedente.


“Il calcolo accelerato e l’intelligenza artificiale generativa hanno raggiunto il punto di svolta”, ha affermato il fondatore e amministratore delegato di Nvidia Jensen Huang. “La domanda è in aumento in tutto il mondo tra aziende, industrie e nazioni”. Le azioni della società con sede in California, che è cresciuta fino a una valutazione di mercato di 1,8 trilioni di dollari e ha superato Alphabet, la società madre di Google, diventando la terza società quotata più valutata dal mercato, sono state scambiate fuori contrattazioni con un rialzo del 6,5% a 718,71 dollari.


Le sue azioni avevano già guadagnato il 50% quest’anno prima che mercoledì venissero pubblicati i risultati finanziari del quarto trimestre. Nvidia ha affermato che l’utile per azione ha raggiunto i 4,93 dollari, battendo le aspettative degli analisti di 4,59 dollari, secondo le stime di LSEG.


L’utile netto è aumentato del 770% raggiungendo i 12,3 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, superando anche le aspettative degli analisti di 10,4 miliardi di dollari. Nvidia – riporta ancora il Ft – è diventata un proxy per la domanda di intelligenza artificiale poiché le grandi aziende tecnologiche come Alphabet, Microsoft, Amazon e Meta hanno tutte aumentato i loro investimenti nell’informatica AI. I suoi chip leader, come l’H100, vengono utilizzati dagli sviluppatori di intelligenza artificiale per creare modelli linguistici di grandi dimensioni.


Lo scorso anno il ChatGPT di OpenAI ha trasformato i chip Nvidia da 40.000 dollari nel prodotto più in voga nella Silicon Valley. Meta prevede di portare il suo stock totale di chip H100 a 350.000 quest’anno, ha dichiarato a gennaio l’amministratore delegato Mark Zuckerberg. “La nostra piattaforma di data center è alimentata da fattori sempre più diversificati”, ha affermato Huang, poiché settori tra cui quello automobilistico, dei servizi finanziari e della sanità stanno ora spendendo “a livello multimiliardario”.

Wall Street migliora sul finale dopo Fed, DJ +0,13%, Nasdaq -0,34%

Wall Street migliora sul finale dopo Fed, DJ +0,13%, Nasdaq -0,34%Roma, 21 feb. (askanews) – Chiusura contrastata a Wall Street, con un miglioramento sul finale dopo che i verbali del direttorio di fine gennaio della Federal Reserve hanno ribadito la linea che era stata riferita dal presidente Jerome Powell: i banchieri centrali statunitensi vogliono maggiori certezze sul calo sostenibile dell’inflazione prima di avventurarsi in un taglio dei tassi. A fine seduta il Dow Jones segna +0,13%, l’S&P 500 un progresso analogo, mentre il Nasdaq mantiene il segno meno con un calo dello 0,34%.


Alla scorsa riunione, i componenti del Fomc, il direttorio della Fed “hanno concordato che non sarà appropriato ridurre la forchetta di riferimento (sui tassi) fino a quando non avranno maggiore fiducia che l’inflazione si stiamo muovendo in maniera sostenibile verso il 2%”, riportano i verbali (minute) della riunione del 30 e 31 gennaio. I banchieri centrali Usa hanno osservato che l’inflazione si è attenuata nell’ultimo anno “ma che resta sopra l’obiettivo del 2%”. E “restano preoccupati che l’elevata inflazione continui a danneggiare le famiglie, specialmente quelle con mezzi limitati per assorbire i prezzi più elevati”. Sebbene si sia vista “una significativa disinflazione della seconda metà dell’anno, i partecipanti hanno osservato che saranno cauti nel valutare i prossimi dati per giudicare se l’inflazione si stia muovendo in maniera sostenibile verso l’obiettivo del 2%”. In serata l’euro ha mostrato alcuni rafforzamenti, fino a toccare 1,0821 dollari.

Centrodestra ritova unità (a parole) per Truzzu. Ma tensione resta

Centrodestra ritova unità (a parole) per Truzzu. Ma tensione restaCagliari, 21 feb. (askanews) – Ci sono le parole. E ad ascoltare quelle pronunciate dal palco del comizio a sostegno del candidato presidente della Sardegna Paolo Truzzu si direbbe che nel centrodestra si vada davvero d’amore e d’accordo. E poi ci sono i fatti, come l’insistenza della Lega sull’emendamento che prevede il terzo mandato per i governatori che giovedì (salvo sorprese) sarà sottoposto al voto della commissione Affari costituzionali del Senato e su cui gli alleati di Forza Italia e Fratelli d’Italia si esprimeranno in modo contrario.


Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani sbarcano alla Fiera di Cagliari e cercano di allontanare quell’immagine di famiglia litigiosa che fin troppi dossier nelle ultime settimane hanno mostrato. Come se non ci fossero stati i pubblici distinguo rispetto alle proteste degli agricoltori o di fronte alle responsabilità di Putin per la morte di Aleksei Navalny – solo per citare gli ultimi casi – la premier e i suoi vice provano a identificare in certi giornali e nell’opposizione il colpevole perfetto. Il più netto di tutti è proprio Matteo Salvini. Dentro Fratelli d’Italia continuano a tenere il conto dei fronti che il leader leghista, o esponenti del suo partito, aprono di giorno in giorno, lui pronuncia una vera e propria dichiarazione d’amore nei confronti della presidente del Consiglio. Più provano ad allontanarci, dice, “più io e Giorgia andiamo avanti insieme, compatti, come una sola persona”, in lei “non solo ho trovato un’alleata e un ottimo presidente del Consiglio ma sto trovando un’amica e in politica questo fa la differenza”. Parole nel segno dell’unità anche da Tajani e dalla stessa premier. “Possono dire quello che vogliono. Noi non stiamo insieme per costrizione, stiamo insieme da trent’anni per scelta”, rassicura Meloni. Peccato che poche ore prima la Lega, per bocca del suo capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, abbia confermato l’intenzione di tenere il punto sull’emendamento per il terzo mandato, nonostante espliciti inviti al ritiro, come quello formulato dal ministro Luca Ciriani. Sul punto, raccontano, la presidente del Consiglio, non ha cambiato idea: se non fanno marcia indietro si va al voto con il serio rischio che venga bocciato e che la questione venga seppellita. Il tentativo delle ultime ore è quello di minimizzare la portata di un voto che porterebbe a spaccatura certa del centrodestra: la decisione del governo di rimettersi alla commissione – è il ragionamento – allontana il problema per l’esecutivo collocandolo in una dimensione di dinamica parlamentare. E, tuttavia, sarebbe la prima volta. Per questo c’è chi si aspetta una ritirata last minute ma anche chi insinua che l’insistenza del Carroccio sia solo un modo per ‘tenere buono’ Luca Zaia.


Di certo, nella giornata non sono mancate le occasioni per Giorgia Meloni e Matteo Salvini di chiarirsi, tra il Cdm di questa mattina, il volo preso assieme (sebbene non seduti vicini) e le chiacchiere nel retropalco del comizio. Ma c’è un altro punto, viene spiegato, che alla premier sta molto più a cuore della questione del terzo mandato ed è la sua credibilità in politica estera. E proprio su questo ci sarebbe stato un confronto tra la presidente del Consiglio e il suo vice. In particolare, Meloni avrebbe chiesto di evitare di prestare il fianco ad ambiguità sul caso Navalny e sulle responsabilità della Russia. Anche perché se c’è una cosa su cui è concentrata in questo momento, questo è il primo appuntamento del G7 a guida italiana che la premier presiederà da Kiev sabato.

Sardegna, Schlein: Meloni sa che per 5 anni hanno fatto disastri

Sardegna, Schlein: Meloni sa che per 5 anni hanno fatto disastriRoma, 21 feb. (askanews) – Giorgia Meloni in Sardegna ha “attaccato le opposizioni, i governi precedenti, Alessandra Todde, ma non è riuscita a rivendicare un solo risultato del governo della destra in questi cinque anni”. Lo dice la segretaria Pd Elly Schlein, commentando il comizio della presidente del Consiglio di questo pomeriggio a Cagliari.


“Mi ha colpito – ha aggiunto – che andasse lì fare il solito comizio contro le opposizioni e non avesse da rivendicare mezzo risultato. Ma lo sanno anche loro di avere fatto un disastro, lo sanno talmente bene che hanno cambiato all’ultimo il candidato provando a nascondersi – gli stessi partiti – dietro a Truzzu. Che hanno sfilato da Cagliari perché anche a Cagliari ha combinato disastri”. Ma, assicura la segretaria Pd, anche nel centrodestra “lo sanno, tanto che hanno cambiato Solinas. E i partiti cercano di nascondersi dietro a Truzzu. Siamo colpiti, ma non particolarmente stupiti dal fatto che non abbia da dire nulla su quello che hanno fatto in questi 5 anni in Sardegna. Ma credo che i sardi non dimenticano e non si faranno prendere in giro. E domenica votando Alessandra Todde potranno dare la migliore risposta a questa destra e riprendere in mano il proprio futuro”.

Si accelera sul terzo mandato, maggioranza minimizza spaccatura

Si accelera sul terzo mandato, maggioranza minimizza spaccaturaRoma, 21 feb. (askanews) – Sul braccio di ferro in maggioranza la parola fine la metterà il Parlamento: la commissione Affari Costituzionali del Senato voterà giovedì mattina sull’emendamento della Lega che chiede il terzo mandato per i governatori delle regioni e che divide il centrodestra con Fdi, Fi e Noi Moderati contrari. L’epilogo è scontato, già scritto: sarà bocciato perché anche tra i partiti dell’opposizione prevale il no ad andare oltre l’attuale tetto delle due legislature.


Non ci sarà dunque il rinvio alla prossima settimana che si era profilato martedì, un rinvio a dopo il voto in Sardegna dove nel pomeriggio i leader del centrodestra Meloni, Tajani, Salvini e Lupi si sono riuniti sul palco di Cagliari per sostenere il loro candidato Paolo Truzzu. Il mantra è che la spaccatura che si registrerà in Commissione non avrà ripercussioni sul governo né sull’alleanza. Lo dice la Lega: “Domani mattina (giovedì, ndr) – sono le parole di Massimiliano Romeo – si inizia a votare in commissione, c’è stata una accelerazione. Sarà il Parlamento a decidere e comunque non ci saranno frizioni nel Governo”. Stessa analisi da Stefano Locatelli, responsabile enti locali della Lega: “Non ci sarà alcuna ripercussione né sul governo né sulla maggioranza. E’ un tema sul quale ci battiamo da anni e che riteniamo giusto, ma la bocciatura, eventuale, del nostro emendamento non mette certo in discussione nulla”. Anche il presidente della Commissione Alberto Balboni (Fdi) assicura: “Non ci saranno problemi per l’esecutivo e la maggioranza”. Gli fa eco Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Fi: “Non ci saranno né lacerazioni, né sorprese. Le cose andranno come ho sempre detto e il testo del decreto su quel punto resterà invariato”. Il governo, per evitare di andare palesemente contro alla richiesta leghista, come emerso già martedì dopo la riunione di maggioranza con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, si rimetterà al voto della Commissione. Ma a fotografare la divisione nella maggioranza è il parere contrario del relatore Balboni.


Nel frattempo l’opposizione prova a studiare qualche contromossa. Il Pd, che l’altro giorno ha avviato una discussione in Direzione su un tema che scalda diversi sindaci dem, dopo aver riunito il tavolo interno sulla riforma degli enti locali, ribadisce che “il decreto elezioni non è lo strumento corretto per affrontare il tema e che quindi non si presterà al braccio di ferro tra Fdi e Lega” valutando il non voto domani. M5s con Giuseppe Conte ribadisce il no, Avs è contraria. Mentre Italia Viva, col capogruppo al Senato Enrico Borghi, lancia una proposta: “Ho scritto a tutti i capigruppo di opposizione per proporre un incontro congiunto delle minoranze al fine di stabilire una unità di azione, fare emergere tutte le contraddizioni della maggioranza e, in linea di principio, anche mettere il governo in minoranza. Noi, in vista dell’interesse politico superiore costituito dal mettere il governo in minoranza, siamo pronti ad una iniziativa. Auspichiamo possa essere un tema condiviso”.

Germania, governo taglia previsione crescita Pil 2024 allo 0,2%

Germania, governo taglia previsione crescita Pil 2024 allo 0,2%Roma, 21 feb. (askanews) – Il governo della Germania ha pesantemente rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica e ora per l’insieme del 2024 stima una espansione del Pil limitata allo 0,2%, peraltro dopo un 2023 di contrazione (-0,3%). Le nuove cifre sono state illustrate dal ministro dell’Economia, Robert Habeck, durante una conferenza stampa. Ma con un comunicato lo stesso rivendica che l’economia tedesca “si è dimostrata resiliente” mentre “l’inflazione è stata messa sotto controllo”.


“Tuttavia – riconosce – l’economia si trova in una fase difficile. Stiamo uscendo dalla crisi più lentamente di quanto atteso”, prosegue Habeck citando “una molteplicità di motivi”. Tra questi il contesto economico globale, l’andamento a rilento del commercio internazionale, i tassi elevati che si sono resi necessari per domare l’inflazione (non parla invece del contraccolpo del venir meno delle forniture energetiche dalla Russia a seguito delle sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina). “La Germania soffre anche di problemi strutturali accumulati negli anni. Ora ci serve uno stimolo sulle riforme e come governo federale dobbiamo lavorarci: dobbiamo difendere la competitività del polo industriale tedesco”, afferma Habeck.


Le precedenti previsioni indicavano una crescita 2024 all’1,3%. Ora sul 2025 viene pronosticata una espansione dell’1% e il ministro ha sottolineato che dopo una recente sentenza della corte costituzionale tedesca, che ha bocciato un pacchetto di aiuti pluriennali da 60 miliardi di euro per far fronte alla crisi energetica, ora bisognerà rivedere i piani. Sempre il governo prevede che l’inflazione in Germania si attenui quest’anno al 2,8%, per poi tornare al 2% nel 2025.