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Rai, Morelli (Lega): serve Daspo per artisti che fanno politica

Rai, Morelli (Lega): serve Daspo per artisti che fanno politicaRoma, 14 feb. (askanews) – “E’ vergognoso” che il Festival di Sanremo sia stato “utilizzato e sfruttato da chi dovrebbe solo cantare e invece fa altro: propaganda politica. Gli artisti dovrebbero salire sul palco, fare la loro bella esibizione e andarsene”. Lo ha affermato il senatore della Lega e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli in un’intervista a Liberoquotidiano.it.


Secondo Morelli era auspicabile un intervento che limitasse determinate dichiarazioni. “Capisco perfettamente che è complicato” farlo “in diretta: non si possono bloccare le persone e impedire loro di parlare – ha premesso -. Detto questo non va mai sottovalutata la responsabilità sociale da parte di chi sale su quel palco e che ne sfrutta la visibilità. Sarebbe utile, a questo punto, pensare a una sorta di Daspo per chi utilizza quel palco per fini diversi da quelli della musica. Un artista lì fa musica, non fa politica”. Una soluzione, secondo Morelli, che andrebbe adottata non solo per le prossime edizioni del Festival: “Secondo me chi fa politica utilizzando il palcoscenico Rai deve stare fuori dalla Rai per un periodo di ‘limbo’. La soluzione è un Daspo per chi utilizza il palcoscenico Rai impropriamente. La televisione pubblica, per cui tutti gli italiani pagano il canone, non deve alimentare la propaganda di alcuni presunti artisti che, se vogliono far politica, possono andare sul palco del Concertone del 1° Maggio che è notoriamente un palco politico. Se vogliono far politica utilizzando il bene pubblico, perché la Rai è un bene pubblico, l’azienda deve fare determinate scelte”, ha sottolineato l’esponente della Lega.

Pittura viva nel presente: al Mart 24 giovani artisti cinesi

Pittura viva nel presente: al Mart 24 giovani artisti cinesiRovereto, 14 feb. (askanews) – Una sensazione di reale adesione al presente, che non significa “realismo” nel senso che abitualmente diamo al termine, ma rispecchia una capacità di calarsi nella contemporaneità del racconto del nostro tempo, restituendo attraverso i dipinti una sorta di rivelazione sul nostro essere parte dell’oggi. Ma è una rivelazione che non ha un “contenuto”, però ha esattamente la forma visuale dei modi in cui noi stessi stiamo davanti alla “realtà”. Sono pensieri che arrivano veloci e imprevisti mentre si visita la mostra “Global Painting”, che il Mart di Rovereto dedica alla “nuova pittura cinese”. Un progetto curato da Lu Peng e Paolo De Grandis e che ha portato in Trentino 24 giovani pittori dalla Cina.


La cosa interessante sta proprio nel fatto che tutti gli artisti esposti professano un ritorno alla centralità della pittura e, sebbene sia ovvio che il movimento contemporaneo si fonda su molti altri media – le immagini in movimento, la performance, la musica, per esempio – e su molte altre pratiche – l’installazione o l’arte digitale – è chiaro che qui, guardando i quadri portati al Mart, non si può negare che anche la pittura, questo tipo di pittura, abbia una vitalità e una intensità che la rendono decisamente attuale, capace di cogliere lo “spirito di finezza” del nostro tempo. Sia attraverso un utilizzo ironico, ma colto, delle varie lezioni pittoriche precedenti, che porta a grandi citazioni e rimandi, sia attraverso immagini che, nella loro disarmante semplicità, colgono delle essenze: come nel caso del ragazzo dipinto a bordo di quello che pare un lago, mentre sta per scattare una foto al paesaggio con il suo smartphone. Ecco, quello che fanno molti dei dipinti esposti al Mart è proprio questo: svelano uno sguardo, non danno risposte, ma pongono le domande in modo decisamente evidente e aderente alle dinamiche della società digitale globale. Come notano dal Mart, che si conferma uno spazio particolarmente adatto ad accogliere la pittura in generale, dalle opere in mostra scompare il nazionalismo, che lascia invece il posto a una consapevolezza della globalizzazione tecnologica imperante e a uno sguardo non eurocentrico che porta al tempo stesso una nota di disincanto e una di costante stupore. Anche in questo elemento apparentemente contraddittorio c’è un punto di forza dell’esposizione.

Domani vertice Italia-Romania, focus su rafforzamento partenariato

Domani vertice Italia-Romania, focus su rafforzamento partenariatoRoma, 14 feb. (askanews) – Dopo 13 anni Italia e Romania tornano a incontrarsi ai massimi livelli con l’obiettivo di rafforzare e ampliare il partenariato strategico tra i due Paesi. Domani a Villa Doria Pamphilj si terrà il vertice intergovernativo, presenti la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il primo ministro Marcel Ciolacu e un’ampia delegazione di ministri: Esteri, Interni, Difesa, Imprese e Made in Italy, Ambiente e Sicurezza Energetica, Infrastrutture e Trasporti. Nell’ambito del summit – quello precedente si tenne a Bucarest nel 2011, governo Berlusconi – è prevista la firma di una Dichiarazione congiunta, che amplia la portata della collaborazione in molteplici settori di comune interesse, con la sottoscrizione di diverse intese. Al termine del Vertice si terrà un Business Forum alla Farnesina, con la partecipazione di oltre duecento imprese italiane e romene.


L’Italia – viene sottolineato – attribuisce grande importanza ai rapporti con la Romania, in virtù anche dei profondi legami storico-culturali, della presenza di oltre un milione di cittadini romeni in Italia (la maggior comunità straniera residente in Italia), dell’accresciuta intensità del dialogo politico e delle eccellenti relazioni economico-commerciali. I rapporti bilaterali tra Roma e Bucarest sono caratterizzati da “ampie sintonie e convergenze di vedute” sui principali temi dell’agenda europea e internazionale. Da parte italiana si evidenzia il “forte impegno” di Roma alla sicurezza del fianco orientale e alla stabilizzazione dei Balcani occidentali. La Romania rappresenta, inoltre, un importante partner in ambito Nato e Ue. Per quanto riguarda i rapporti economici, l’interscambio commerciale è in forte crescita (+20,8% nel 2022, circa 20 mld) e conferma l’Italia quale il secondo fornitore e secondo cliente della Romania. L’Italia è anche primo investitore in Romania per numero di imprese registrate (oltre 23mila attive), pari al 21% del totale delle imprese straniere. La presenza italiana – che genera nel complesso circa 130mila posti di lavoro – è fondamentale in comparti strategici, dall’energia alle grandi infrastrutture, dall’agroalimentare all’acciaio, dai servizi bancari alla sanità. Nonostante una presenza così diffusa, vi è ancora un ampio potenziale per espandere il nostro sistema produttivo in vari settori: difesa, digitalizzazione, agroindustria. In particolare il settore energetico è considerato tra quelli più promettenti per lo sviluppo del partenariato. In questo ambito vanno registrate la partecipazione di Ansaldo Nucleare al progetto di ammodernamento e ampliamento della centrale di Cernavoda; la firma in occasione del Vertice di un’intesa tra la stessa Ansaldo Nucleare, Sace e l’impresa romena Nuclearelectrica; la recente aggiudicazione da parte di Saipem della gara per lavori di progettazione, approvvigionamento, costruzione, installazione e collaudo per il progetto Neptun Deep nel Mar Nero, principale progetto di sfruttamento di gas naturale in Romania, del valore di 1,6 miliardi di euro. Il Paese è strategico per l’Italia, visto che si sta sempre più affermando come hub energetico con un mix ben bilanciato che oltre al gas vede anche la produzione da rinnovabili, il nucleare, l’accordo con l’Azerbaigian e la Georgia per il cavo sottomarino di traporto di energia elettrica verde da Baku e il gasdotto che collegherà Bulgaria, Romania, Ungheria e Austria (Brua) un accesso quasi diretto al gas del Tap.


Altro segmento da non sottovalutare per le opportunità che si aprono per le aziende italiane in Romania è quello delle infrastrutture: Bucarest punta buona parte del suo Piano nazionale di ripresa e resilienza sul tema, con 3,9 miliardi di euro per la modernizzazione della rete ferroviaria attraverso la costruzione di nuove tratte, l’acquisto di materiale rotabile, il rinnovamento di oltre 110 stazioni e la costruzione di oltre 400 chilometri di nuove strade a scorrimento veloce, oltre a stazioni di carica per veicoli elettrici. Su questo fronte in Romania operano aziende italiane leader nel settore come Astaldi-Webuild, Pizzarotti, Todini, e Rizzani de Eccher, molte delle quali si sono aggiudicate importanti commesse negli ultimi anni: a luglio scorso Webuild ha inaugurato il ponte di Braila, realizzato da un consorzio internazionale di imprese guidato dal gruppo italiano. Altre opportunità possono essere esplorate e realizzate anche nel settore della digitalizzazione, dell’ICT dell’aerospaziale e delle biotecnologie. La Romania, infatti, offre un ambiente molto ricettivo, la presenza dei colossi dell’innovazione, migliaia di start-up e un capitale umano da valorizzare anche grazie al know-how italiano. E infine, ma non meno importante, l’agroindustria, con la necessità romena di modernizzare la rete di irrigazione e il parco dei macchinari e nello stesso tempo le opportunità per la creazione della catena di trasformazione degli alimenti e quella del freddo. La Romania, infatti, è uno dei maggiori produttori ed esportatori di materie prime agricole in Europa, ma allo stesso tempo è un importatore netto di prodotti alimentari.

Euro digitale, Cipollone: “Solo imprese europee” per fornire sistemi

Euro digitale, Cipollone: “Solo imprese europee” per fornire sistemiRoma, 14 feb. (askanews) – Sulla selezione di fornitori di sistemi e infrastrutture per il futuro euro digitale la Bce intende assicurare che si tratti di “imprese europee possedute da cittadini europei”. E nell’ipotesi di contenziosi è pronta a puntare i piedi su questo aspetto. Lo ha affermato Piero Cipollone, componente del Comitato esecutivo della Bce, rispondendo ad una domanda durante una audizione al Parlamento europeo.


“Non è un argomento semplice”, ha detto in riferimento alle polemiche che negli anni scorsi avevano circondato la partecipansie di Amazon a una delle tappe della fase esplorativa sulll’euro digitale. Ora la Bce è passata alla fase preparatoria e ha approntato uno schema di gara per selezionare operatori su sistemi e infrastrutture. “In questa processo stiamo molto attenti e spieghiamo che solo compagnie europee, possedute da cittadini europei possono partecipare. Non si potrà ripetere il ‘caso Amazon’. Non sarà facile, lo sappiamo, e sono certo che saremo chiamati in causa su questo – ha detto Cipollone – ma siamo pronti a difendere la nostra posizione”.


Più in generale, quello della preparazione dell’euro digitale “è un processo molto complesso e molto articolato. Dobbiamo in qualche modo assicurare che i nostri provider siano i migliori possibili, ci sono molti modi con cui si può fare e uno è guardare ai ‘curricula’ delle imprese”. E’ una modalità piuttosto standard” e passa dal fissare, ad esempio, criteri minimi di fatturato. “Cerchiamo di fare il giusto bilanciamento”. E se questo può escludere alcune Pmi innovative, ha spiegato l’esponente Bce, le stesse possono rientrare in gara partecipando con aggregazioni di imprese che abbiano come capofila una azienda Ue che ha i parametri necessari.

Berlinale, all’Italian Pavilion incontri, panel e presentazioni

Berlinale, all’Italian Pavilion incontri, panel e presentazioniRoma, 14 feb. (askanews) – Il Festival Internazionale del Cinema di Berlino è alle porte della sua 74esima edizione, e come per i massimi appuntamenti del continente – con Cannes e Venezia – riapre le porte anche l’Italian Pavilion, lo spazio professionale, culturale, di incontro, business, mercato, che per tutta la durata della kermesse diventa la Casa italiana del cinema. Un luogo fisico e una finestra virtuale per gli operatori del nostro cinema, e il fondamentale biglietto da visita della nostra produzione per le compagini internazionali.


Un crocevia di scambi culturali e produttivi, soprattutto in un’edizione della Berlinale importante con 8 titoli di produzione e coproduzione presenti nella Selezione ufficiale del Festival, tra cui due film in Concorso; una Shooting Star – Valentina Bellè – nell’apposito programma dedicato ai talenti europei della recitazione; una giurata, Jasmine Trinca, per il Concorso internazionale; e su tutto l’Italia presente come ospite principale del ‘Country in Focus’, la speciale vetrina dell’EFM, l’European Film Market, che a Berlino riunisce in uno degli appuntamenti più seguiti a livello globale gli operatori di settore. Grazie alla rinnovata collaborazione tra la Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura (DGCA-MIC) e l’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, l’Italian Pavilion sarà presente al Museo Gropius Bau, quartier generale dell’European Film Market dal 15 al 21 febbraio. Lo spazio polifunzionale dell’Italian Pavilion è progettato, allestito e gestito da Cinecittà. Lo spazio fisico sarà sede di incontri professionali e istituzionali, presentazioni, approfondimenti, incontri di business e one-to-one.


Dopo i numeri da record della precedente edizione, l’EFM – European Film Market del 74esimo Festival Internazionale del Cinema di Berlino torna dal 15 al 21 febbraio 2024 con l’Italia in qualità di Paese protagonista, “Country In Focus”. Dopo Messico, Canada, Norvegia, Cile, Paesi Baltici, il nostro è il sesto Paese ed il terzo Stato europeo ad essere protagonista del Focus, creato dalla Berlinale nel 2017 per dare una speciale vetrina di presentazione per l’industria e la produzione filmica di un paese. Le iniziative dedicate all’Italia saranno presentate in tutte le sezioni del Mercato, allo scopo di promuovere il nostro sistema audiovisivo nel suo complesso, presentare nuovi incentivi, favorire accordi di coproduzione con l’Italia e lo sviluppo di progetti cinematografici, fornire occasioni di networking con produttori, distributori, investitori e creativi. Si parte venerdì 16 febbraio con “Film and Audiovisual Funding in Italy”, per raccontare il panorama normativo e i sistemi di finanziamento dell’industria cinematografica italiana e scoprire così le opportunità di coproduzione con il nostro Paese. Nella stessa giornata, il panel “Italian Independent Producers Presentation” presenterà alcune delle più dinamiche giovani realtà produttive indipendenti, mentre la sessione in tre parti “Leading Change: producers at the wheel” rifletterà sull’evoluzione del ruolo dei produttori indipendenti in un mercato che cambia sempre più rapidamente.


Protagonisti della giornata di sabato 17, i produttori del Visitors Programme della Berlinale, che vogliono approfondire conoscenze e strategie per le coproduzioni internazionali. Mentre un incontro all’Italian Pavilion tra produttori italiani e una delegazione di produttori colombiani e dominicani getterà le basi per futuri progetti di coproduzione internazionale. Il 18 febbraio comincerà con “Cappuccino with Italians”, appuntamento delle Film Commission Italiane con i professionisti internazionali, seguito dal “VFF Talent Highlight Award”, che premierà il migliore tra i dieci produttori partecipanti al Talent Project Market. Nella stessa giornata, verrà realizzato un approfondimento sull’intelligenza artificiale per l’audience design nel documentario, ma la presenza italiana attraverserà anche “Books at Berlinale”, spazio dedicato all’adattamento dei libri per lo schermo in collaborazione con la Fiera del Libro di Francoforte. In chiusura di giornata, infine, il panel “Zone of interest: distribution trends for online releases” analizzerà le tendenze della distribuzione online nell’era post-pandemica.


Il 19 febbraio si parlerà di Serialità – un genere con cui l’Italia è presente in forze alla Berlinale – con la presentazione al Mercato del restauro de ‘Il Camorrista – La serie’ di Giuseppe Tornatore. E si parlerà di animazione: “Successive learnings: entering the territory of indie animation”, (lunedì 19) e di archivi filmici con “Archive Market”, martedì 20, grazie a un corner informativo dedicato al grande patrimonio dell’Archivio Luce, alla presenza di Enrico Bufalini, Direttore dell’Archivio Luce-Cinecittà. Evento speciale di “Italia Country in Focus”, organizzato dal MiC e Cinecittà, sarà “Celebrating Connections”, che si svolgerà il 19 febbraio dalle 17 alle 19 al Gropius Dome. In questa occasione, verrà riproposto un format fortemente voluto dal Sottosegretario al Ministero della Cultura Lucia Borgonzoni e inaugurato lo scorso ottobre, nell’ambito del Tokyo International Film Festival, con l’obiettivo di promuovere l’audiovisivo italiano all’estero e stabilire nuove sinergie culturali, artistiche e professionali con altri sistema-Paese. Il pubblico presente verrà così “teletrasportato” in un luogo iconico del cinema italiano, Cinecitta’, mentre sul palco si alterneranno giovani talenti con un futuro nell’industria internazionale, tra attori, registi, autori e produttori. Il concept del Pavilion alla Berlinale 2024 gioca con la silhouette dell’Orso, simbolo cittadino e del Festival. L’Italian Pavilion alla Berlinale 2024 è promosso dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura (DGCA-MIC) e ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ed è progettato, allestito e gestito da Cinecittà.

Euro digitale, Cipollone: un progetto Ue su cui serve ampio supporto

Euro digitale, Cipollone: un progetto Ue su cui serve ampio supportoRoma, 14 feb. (askanews) – “L’euro digitale è un progetto europeo comune. Il suo scopo principale è preservare la libertà di utilizzo di uno strumento di pagamento pubblico ovunque nell’area dell’euro, anche quando i pagamenti sono digitali”. Lo afferma Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della Bce, secondo il testo della dichiarazione introduttiva, pubblicata dall’istituzione, per la audizione trimestrale alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo.


“È fondamentale rafforzare la nostra resilienza collettiva e la nostra autonomia in un contesto mondiale di maggiore fragilità. Per questo – prosegue – è essenziale procedere con un ritmo ambizioso. Ma la moneta si basa sulla fiducia. L’euro digitale avrà bisogno di un ampio supporto. Ci impegniamo pertanto a sostenere il vostro lavoro di colegislatori. Ci stiamo inoltre confrontando con tutti i soggetti interessati”. “È con questo spirito che rinnovo la mia disponibilità a proseguire il dialogo con questa Commissione durante la fase di preparazione e nei passaggi successivi. Insieme – conclude – possiamo costruire il futuro digitale dell’euro”.

Tlc, FT: Ue vuole aprire alle fusioni per sostenere sviluppo reti

Tlc, FT: Ue vuole aprire alle fusioni per sostenere sviluppo retiRoma, 14 feb. (askanews) – La Commissione europea sta per lanciare un segnale di apertura se non sollecitazione alle fusioni nel settore delle telecomunicazioni, nell’ottica di favorire le economie di scala necessarie per riammodernare le infrastrutture che stanno diventando datate. E secondo la bozza di un documento ancora in fase di elaborazione e riservato, citato dal Financial Times, Bruxelles sarebbe anche pronta a intervenire affinché tutte le parti che sfruttano queste reti, incluse le big tech statunitensi.


Secondo la bozza bisogna “assicurare un quadro competitivo paritetico e diritti e obblighi equivalenti per tutte le parti”. Nel documento citato dal quotidiano finanziario viene inoltre rilevato che nelle Tlc “la frammentazione potrebbe avere un impatto sulla capacità degli operatori di raggiungere le economie di scala per investire sulle reti del futuro, in particolare nell’ottica dei servizi trans frontalieri”.

Europee, Santoro presenta lista pace: puntiamo a chi non vota

Europee, Santoro presenta lista pace: puntiamo a chi non votaRoma, 14 feb. (askanews) – Una colomba bianca con un ramo d’ulivo nel becco in campo rosso con tre parole: pace terra dignità. L’ambizione alla semplicità e alla chiarezza del messaggio è dichiarata fin dal simbolo esposto nella conferenza stampa di presentazione della lista elettorale per le europee promossa da Michele Santoro e da un arcipelago di personalità e gruppi pacifisti. “Non vogliamo togliere voti al Pd, al M5S, ad altri ma prendere quelli di chi non vota”, chiarisce il giornalista ed ex eurodeputato, secondo il quale la competizione elettorale è diventata un “reality”.


“Ho sentito i sondaggisti – spiega – e confermano la crescita dell’area del non voto che rischia di superare il 50 per cento, che non c’è travaso fra centrosinistra e centrodestra, che avremo piccoli spostamenti fra Pd e M5S, piccoli spostamenti tra i gruppi che si contendono la definizione di centristi, piccoli spostamenti nel centrodestra. Quindi dovrei appassionarmi a una campagna elettorale dove l’obiettivo massimo è che Schlein o Conte prendano il 20 per cento dei voti?”. Il tema dei rapporti a sinistra non turba la nascente coalizione pacifista: “Non stiamo costruendo un partito – scandisce Santoro – ma un vettore per portare al centro della campagna elettorale europea la parola pace”. In caso di accordi con altre forze chi dovesse essere eletto con questa lista “il giorno dopo non deve tornare a rappresentare il suo partito ma rimanere fedele a queste istanze”. Sulla base di un programma che “non è la Bibbia ma è costruito con un metodo nuovo: mettere da parte ciò che ci divide e tenere quello che ci unisce. Non serve riproporre la logica dei gruppi extraparlamentari a chi grida una parola più forte. Sono coi ragazzi di Napoli (che hanno manifestato sotto la sede della Rai dopo la censura pubblica dell’Ad Roberto Sergio sulle parole del cantante Ghali su Gaza, ndr) ma non dobbiamo attardarci a discutere se ci sia una strage o un genocidio; lasciamo che sia la Corte dell’Aja a decidere ma non dimentichiamo quello che la Corte ha già detto: Israele deve smettere di fare quello che fa. E il nostro governo e l’Unione europea non hanno assunto questa posizione”.


Per arrivare a presentare le liste Santoro annuncia di voler raccogliere le firme e non volersi appoggiare ad altri che potrebbero (come Rifondazione) prestare il loro per evitare l’onere. Ma lascia aperta la porta ad ipotetici accordi “fino all’ultimo” sia con Unione popolare (Prc+Potere al Popolo) sia ad Alleanza Verdi-Sinistra (Si+Europa Verde). Insieme a questi ultimi, afferma, “possiamo raggiungere il 6 per cento ed avere una posizione ragguardevole nel sistema politico”. In ogni caso, se gli accordi, come pare a questo punto probabile, non ci saranno, “non siamo certo noi a spaccare il fronte della sinistra, non siamo diventati Nembo Kid, loro sono già in frantumi”, chiosa l’ex volto televisivo. Quanto alle critiche di qualche esponente del Pd nei suoi confronti, “adesso ci dicono che c’è l’editto bulgaro… io – rivendica Santoro – sono rientrato in Rai perché ho vinto la causa, non perché lo ha voluto un partito che aveva i presidenti e non hanno rimosso la causa contro di me. Gratitudine? Mi hanno chiesto in ginocchio di candidarmi, e ho portato 750mila preferenze, lo sa il giovane dirigente del Pd? Qualcuno glielo racconti…”. Quanto ai contenuti, il manifesto della nuova formazione politica lo traccia Raniero La Valle, storico esponente della sinistra cattolica e pacifista, per tre legislature in Parlamento con la Sinistra indipendente a cavallo fra gli anni 70 e 80 del secolo scorso. “L’intero sistema globale – afferma – è costruito sul dominio e sulla guerra. Netanyahu ha detto che non si ferma ma Gaza è punto di svolta fra salvezza e catastrofe” e quello israeliano non è “un diritto di difesa ma una vendetta per lo scempio del 7 ottobre”. Secondo La Valle “ora si fa una specie di calcolo su quanti morti civili sono accettabili ma finora questo prezzo è stato accettato e quando si arriva a questa contabilità l’anima del mondo è perduta. Se allarghiamo lo sguardo alla crisi mondiale vediamo che l’intera umanità a rischio. Forse è possibile sottrarre il consenso degli elettorati a questo orrore”, spiega. “Chiediamo – prosegue l’esponente pacifista – di chiamare la guerra con il suo nome, che tutte le guerre siano assimilate al genocidio e represse con le norme della convenzione internazionale contro il genocidio. E’ contro la sua natura che l’Unione europea si doti di un esercito europeo e che contribuisca alle guerre altrui con l’invio di armi e con le sanzioni, che colpendo indiscriminatamente interi popoli sono anch’esse genocidio”, ammonisce ancora La Valle.

Donna con il “cuore a metà” diventa mamma di due gemelli

Donna con il “cuore a metà” diventa mamma di due gemelliRoma, 14 feb. (askanews) – Solo 4 casi al mondo, il primo in Italia: nata 36 anni fa con il cuore senza un ventricolo diventa mamma di due gemelli. L’evento eccezionale è accaduto a Roma grazie alla determinazione della giovane donna e al lavoro congiunto degli specialisti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – che l’hanno assistita sin da bambina per la grave cardiopatia congenita – e del Policlinico Universitario A. Gemelli, dove è stato eseguito il parto cesareo. Mamma e bambini, un maschietto e una femminuccia, stanno bene: “Sapevo di correre tanti rischi con il mio cuore a metà, ma volevo diventare mamma. La nascita dei gemelli è stata un’emozione indescrivibile”.


La mamma dei gemellini è nata con il cuore privo del ventricolo destro, la porzione di muscolo cardiaco che spinge il sangue verso i polmoni per ossigenarsi. Si tratta di una cardiopatia congenita complessa che richiede una serie di interventi correttivi entro i primi anni di vita. Nel caso specifico, la paziente del Bambino Gesù è stata sottoposta all’età di 4 anni a un’unica operazione per costruire un sistema di circolazione alternativo, detto di Fontan, che porta il sangue dalle vene cave direttamente ai polmoni, senza passare per il cuore. Questa condizione sottopone l’organismo a un costante superlavoro: la circolazione sostenuta da un solo ventricolo richiede, infatti, terapie e controlli serrati per tutto l’arco della vita; nel 5% dei casi si arriva al trapianto. Al Bambino Gesù c’è una squadra di specialisti che si prende cura, per continuità terapeutica, di bambini con una malattia del cuore diventati maggiorenni. Grazie ai progressi della cardiochirurgia pediatrica, gli adulti nati con una cardiopatia (identificati con l’acronimo Achd, Adults with Congenital Heart Disease) oggi sono sempre più numerosi. Pur tenendo sotto controllo la malattia, non possono considerarsi del tutto guariti. Per questo motivo necessitano di un’assistenza specifica. Nell’ambito di questa attività è presente da tempo un gruppo multidisciplinare delle due Istituzioni chiamato Guch(Grown Up Congenital Heart) che si occupa della gestione delle gravidanze delle pazienti cardiopatiche (tramite incontri pre e post concezionali e documenti clinico-assistenziali condivisi), della programmazione del parto (timing e modalità) e del follow-up post gravidanza. Del Gruppo fanno parte l’équipe dell’Unità Operativa di Cardiologia del Congenito Adulto dell’Ospedale Bambino Gesù guidata da Gianfranco Butera, insieme al team di Medicina e Chirurgia Fetale e Perinatale diretto da Leonardo Caforio; per l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs il gruppo di cardiologi è coordinato da Massimo Massetti e Antonio Amodeo e il gruppo dei ginecologi da Antonio Lanzone.


Nel mondo si contano solo 4 casi di parto gemellare da mamma con il cuore univentricolare e circolazione di Fontan. In caso di cardiopatie congenite così complesse, infatti, la gravidanza sottopone l’intero organismo a stress e rischi maggiori: aumentano volume del sangue e attività cardiaca; organi come fegato, reni e intestino possono andare in sofferenza. Tuttavia, in mancanza di altre complicanze, secondo le indicazioni dei protocolli internazionali in materia, è possibile intraprendere il percorso della maternità. È il caso della mamma dei gemellini che, sotto stretto controllo medico, ha portato a termine – primo caso in Italia – una gravidanza senza problemi. La nascita dei due gemelli, entrambi di 1.4 Kg di peso, è avvenuta tramite taglio cesareo presso il Policlinico Gemelli alla 34esima settimana di gravidanza, con qualche giorno di anticipo sul termine previsto. Dopo appena dieci giorni di ricovero, mamma e bambini sono potuti tornare a casa. “Sapevo di correre dei rischi con il mio cuore speciale, un cuore a metà, ma sono molto determinata e desideravo tanto essere madre. In questa avventura sono stata seguita passo dopo passo dai medici del Bambino Gesù e del Policlinico Gemelli. Grazie a loro ho avuto una gravidanza e un parto bellissimi e la nascita dei miei bambini è stata un’emozione indescrivibile – racconta la protagonista -. Alle donne che vivono la mia stessa situazione vorrei dire di non avere paura e di affidarsi a centri specializzati per realizzare il sogno della maternità”.

In aula Senato prosegue esame legge delegazione Ue, bocciato salario minimo

In aula Senato prosegue esame legge delegazione Ue, bocciato salario minimoRoma, 14 feb. (askanews) – Prosegue in aula al Senato l’esame della legge di delegazione europea 2022-2023, il provvedimento che contiene la norma – ribattezzata dal sindacato dei giornalisti “legge bavaglio” – che vieta la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare.


L’Assemblea ha bocciato finora tutti gli emendamenti, compresi i soppressivi della norma bavaglio, e – questa mattina – l’emendamento di Pd, M5s, Avs e Azione che puntava all’introduzione di un salario minimo. I sì sono stati 54, i no 87, gli astenuti 6. Italia Viva ha votato contro, come annunciato da Enrico Borghi, che ha citato una frase dell’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando: “Il salario minimo indebolisce i lavoratori, non li rinforza”. “Sostenere che con questo governo i salari si sono impoveriti – ha detto il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, in Aula – si scontra con la realtà: di fatto col taglio del cuneo fiscale abbiamo innalzato in manovra i salari. Abbiamo rinnovato i contratti della scuola, aumentato i salari del pubblico impiego”.


A sostenere il no all’emendamento sul salario minimo contestando i dati sull’abbassamento dei salari anche il presidente della commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Francesco Zaffini (Fdi), che ha ricordato come “il 97% della contrattazione collettiva è stata firmata e sottoscritta quantomeno da Cgil, Cisl e Uil”.