Valditara sulla maturità: i ragazzi devono preoccuparsi solo di studiareRoma, 30 gen. (askanews) – “L’esame di Maturità sarà come quello dello scorso anno, faremo solo qualche precisazione sul significato del colloquio, ma nella direzione che abbiamo già sottolineato un anno fa”. Così il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, a margine di una visita al centro di formazione Elis a Roma.
Nella scelta delle materie per le seconde prove scritte, ha spiegato riferendosi all’ordinanza pubblicata ieri, “c’è stata una normale alternanza in alcuni indirizzi, ma i ragazzi devono preoccuparsi solo di studiare perché l’esame di Stato è un momento di verifica conclusiva, seria, che non deve inquietare chi fa il proprio lavoro tutti i giorni”, ha concluso Valditara.
L’incaricato d’affari ungherese convocato alla Farnesina sul caso di Ilaria SalisRoma, 30 gen. (askanews) – Su istruzioni del vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, il segretario generale della Farnesina, ambasciatore Riccardo Guariglia, ha convocato questa mattina al ministero degli Esteri l’incaricato d’Affari della Repubblica di Ungheria.
Nel ribadire la protesta del Governo italiano per le condizioni in cui la signora Ilaria Salis è stata detenuta e viene trattenuta durante le udienze in tribunale a Budapest, l’ambasciatore Guariglia ha richiamato i principi cardine previsti dalla normativa europea e internazionale relativi al rispetto delle garanzie a tutela della dignità delle condizioni detentive, incluse le modalità di traduzione degli imputati in tribunale e delle garanzie di un equo processo. Nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della Magistratura ungherese, si legge in una nota, Guariglia ha espresso la ferma aspettativa del Governo affinché alla signora Salis sia accordato al più presto un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea, incluse misure alternative alla detenzione in carcere.
Il segretario generale si è inoltre soffermato sull’assoluta necessità che alla signora Salis e ai suoi legali siano garantiti l’accesso alla traduzione in italiano degli atti di accusa, come già richiesto dalla difesa, e la visione del video di sorveglianza alla base dell’imputazione, per assicurare il pieno godimento del diritto alla difesa e un equo processo. Il segretario generale ha infine confermato che l’ambasciata a Budapest continuerà ad assicurare ogni assistenza alla signora Salis e ai suoi familiari, in collaborazione con i suoi legali.
Rossini (Irccs S.Raffaele): su Neuralink di Musk no evidenze scientificheRoma, 30 gen. (askanews) – “Non è mai facile commentare una notizia scientifica che non sia stata pubblicata su una rivista di settore con tutte le informazioni e i dettagli del caso. L’annuncio dell’impianto cerebrale su di un essere umano è interessante, ma l’entusiasmo che ha suscitato è per ora poco motivato”. È il primo commento di Paolo Maria Rossini, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell’IRCCS San Raffaele di Roma in merito alla notizia dell’avvenuto impianto del primo chip wireless in un cervello umano realizzato dall’azienda Neuralink di Elon Musk. “Intanto perché già numerosi tentativi precedenti sono stati fatti con un approccio simile da un punto di vista teorico (anche se, ovviamente, le tecnologie diventano sempre più avanzate in termini di miniaturizzazione del device e di autonomia delle batterie) con impianti di microelettrodi su piastrine inserite chirurgicamente sulle aree motorie, visive e acustiche in varia tipologia di malati e poi perché per ora sappiamo solo che il paziente si sta riprendendo bene dall’intervento e che i contatti tra microelettrodi e neuroni sono funzionanti” commenta il neurologo. Le prossime giornate e settimane saranno determinanti per comprendere se e quanto questo tipo di approccio potrà dare le risposte paventate. “Parliamo di pazienti completamente paralizzati per i quali un device di questo tipo può rappresentare un ‘ponte’ verso il mondo circostante per accendere/spegnere un apparecchio, per comunicare, per spostarsi con una sedia a rotelle etc.”, puntualizza Rossini, “si dovrà dunque verificare quante volte il comando inviato dal paziente viene interpretato in modo corretto dall’apparecchio e viene quindi eseguito con efficacia e quanti errori e di quale portata (anche in termini di rischio) esso compie. Si dovrà verificare la durata della bontà del contatto nel tempo perché attorno alla punta degli elettrodi si crea una reazione fibrosa che ne diminuisce l’efficacia. Valutare poi il rischio di interferenze con le onde elettromagnetiche emesse da comuni apparecchiature e che riempiono oggi l’ambiente di una casa normale. Si dovrà verificare se la presenza di microelettrodi inseriti in corteccia induca una irritazione dei neuroni penetrati dagli elettrodi con relativo aumento del rischio di epilessia. Pensare quindi già oggi di utilizzare questo tipo di approccio in casistiche estese e in patologie di grandi numeri come i pazienti colpiti da stroke, da parkinson e addirittura da malattie psichiatriche è non solo molto prematuro, ma fuorviante perché induce speranze del tutto immotivate in malati e famiglie già troppo provati dalle loro condizioni. È una speranza che per ora si focalizza in una nicchia di soggetti totalmente privati della capacità di movimenti (SLA in fasi molto avanzate, lesioni del midollo cervicale alto, polineuropatie acute) in cui un intervento di tipo invasivo con apertura della teca cranica è giustificato anche sul piano etico. Rimane poi il problema di fondo che sarà molto, molto complicato utilizzare i segnali derivati da un cervello malato per fargli poi compiere delle azioni e prendere delle decisioni come se fosse un cervello sano, oltre che un mistero – per adesso – vedere se e come le informazioni derivanti da pochi punti del cervello umano possano riuscire a produrre ordini complessi che normalmente coinvolgono in modo parallelo o seriato tante aree cerebrali diverse e non solo una. Un salto teorico sulla cui possibilità ci sono ancora pochissime prove”.
Delmastro: trovate le risorse per 7mila nuovi posti detentiviRoma, 30 gen. (askanews) – “In tema di edilizia penitenziaria l’intervento del Governo Meloni credo che non abbia precedenti. In poco più di un anno di Governo, sono state trovate risorse in termini di 166 milioni di euro per l’edilizia penitenziaria, a cui vanno aggiunti gli 84 milioni di euro per 8 nuovi padiglioni detentivi previsti all’interno del PNRR: ciò consentirà di realizzare 7.000 nuovi posti detentivi”. Lo ha detto il sottosegretario alla Giustizia Andrea DelMastro Delle Vedove rispondendo a una interrogazione del Pd, in aula alla Camera, per il superamento delle criticità presso la casa circondariale di Foggia.
“Questa è la Nazione – ha proseguito l’esponente di Fdi – in cui da anni si discute di sovraffollamento; il sovraffollamento è stimato nella mancanza di 10.000 posti detentivi e in meno di un anno e mezzo di Governo abbiamo trovato le risorse per 7.000 nuovi posti detentivi per affrontare e risolvere il 70 per cento del problema costituito dal sovraffollamento”. Del Mastro ha quindi parlato nello specifico del carcere di Foggia, “l’istituto che vede un sovraffollamento del 197 per cento. È bene precisare subito che, nonostante questa evidente criticità ereditata, fortunatamente, vengono rispettati i parametri minimi di vivibilità della detenzione stabiliti dalla CEDU: tutti i detenuti hanno a loro disposizione nel corso della detenzione lo spazio indicato dalla CEDU”, la convenzione europea dei diritti dell’uomo.
“Riguardo alla situazione specifica dell’istituto di Foggia, nel programma di edilizia penitenziaria è previsto l’avvio del procedimento di ristrutturazione completa della ‘Sezione Reclusione’, per un importo di 445.000 euro, a cura del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”, ha spiegato aggiungendo che nuovi posti per i detenuti verranno realizzati anche nel resto della Puglia e in Basilicata “poiché attraverso il potenziamento delle strutture limitrofe si potrà dare una risposta anche all’istituto penitenziario di Foggia che è uno di quelli che soffrono maggiormente, oggi, in Italia”.
Eurozona, clima fiducia gennaio -0,1 punti, Italia maglia rosa +3,8Roma, 30 gen. (askanews) – Clima di fiducia generale nell’economia in limatura nell’area euro a inizio anno e in flebile aumento guardando all’intera Unione europea: l’indicatore complessivo elaborato dalla Commissione europea ha segnato un calo di 0,1 punti sull’unione valutaria, a quota 96,2 punti a gennaio, e secondo quanto riporta un comunicato quello relativo a tutta la Ue è aumentato di 0,1 punti a quota 95,9 punti.
L’indicatore relativo alle aspettative sull’occupazione è calato di 0,8 punti nell’area euro e di 0,7 punti su tutta l’Unione europea. Guardando alle diverse componenti e settori dell’economia, la Commissione riporta una dinamica sostanzialmente stabile per l’industria, con aumento di 0,1 punti, un aumento di 0,2 punti nel terziario e un calo di 0,2 punti sul livello livello di fiducia dei consumatori.
Tra i vari Paesi, l’indagine (Economic Sentiment Indicator) segnala un netto calo della fiducia in Germania (-2,2 punti) e all’opposto un netto miglioramento in Italia (+3,8 punti, il dato più forte tra i Paesi elencati), anche in Polonia (+3,2 punti), Francia (+2,4 punti), Olanda e Spagna.
Industria, Istat: nel 2023 prezzi alla produzione -5,7%Roma, 30 gen. (askanews) – In media, nel 2023 i prezzi alla produzione dell’industria diminuiscono del 5,7% (+34,4% nel 2022); la flessione è sintesi di dinamiche differenziate sul mercato interno (-8,3%; era +42,7% l’anno precedente) e sul mercato estero (+1,9%; +12% nel 2022). Lo ha reso noto l’Istat.
La flessione dei prezzi nel 2023 è spiegata dalle dinamiche rilevate sul mercato interno che riflettono soprattutto il venire meno delle tensioni sui prezzi dei prodotti energetici (-24,4%; +104,3% nel 2022); al netto di questi prodotti, i prezzi sul mercato interno crescono del 2,5% in media d’anno (+12,8% nel 2022). Per le costruzioni, la decisa attenuazione della crescita dei prezzi nel 2023 riflette principalmente i ribassi dei costi dei materiali.
Eurozona, crescita zero nel IV trim, su intero 2023 Pil +0,5%Roma, 30 gen. (askanews) – Finale di 2023 con l’economia ferma nell’area euro: nell’ultimo trimestre il Pil ha segnato una crescita zero rispetto ai tre mesi precedenti, dopo un meno 0,1% registrato nel terzo trimestre. Lo riporta Eurostat con la stima preliminare.
La dinamica di crescita del Pil su base annua risulta limitata a uno 0,1%, dopo la crescita zero del terzo trimestre. L’intero 2023 si chiude con una espansione dello 0,5%, secondo l’ente di statistica comunitario.
Pil, Istat: nel 2023 a +0,7%, crescita acquisita per 2024 a +0,1%Roma, 30 gen. (askanews) – Rallenta la crescita economica dell’Italia. Nel 2023 il Pil dell’Italia, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,7% su base annua. Lo ha stimato l’Istat spiegando che nel 2023 vi sono state due giornate lavorative in meno del 2022, quando il Pil era cresciuto del 3,7%. La variazione acquisita per il 2024 è pari a +0,1%. Nella Nadef il governo aveva stimato un crescita dello 0,8% per il 2023.
Nel quarto trimestre del 2023 l’Istat stima che Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% in termini tendenziali. Il quarto trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al quarto trimestre del 2022. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e di un aumento sia nell’industria sia nei servizi. Dal lato della domanda, si stima un contributo negativo della componente nazionale, al lordo delle scorte, e un apporto positivo della componente estera netta.
I risultati dei conti nazionali annuali per il 2023 – ha comunicato l’Istituto di statistica – saranno diffusi il prossimo primo marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati il 5 marzo.
L’Istat: nel 2023 il Pil cala a +0,7%, la crescita acquisita per il 2024 è pari a +0,1%Roma, 30 gen. (askanews) – Rallenta la crescita economica dell’Italia. Nel 2023 il Pil dell’Italia, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,7% su base annua. Lo ha stimato l’Istat spiegando che nel 2023 vi sono state due giornate lavorative in meno del 2022, quando il Pil era cresciuto del 3,7%. La variazione acquisita per il 2024 è pari a +0,1%. Nella Nadef il governo aveva stimato un crescita dello 0,8% per il 2023.
Nel quarto trimestre del 2023 l’Istat stima che Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% in termini tendenziali. Il quarto trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al quarto trimestre del 2022. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e di un aumento sia nell’industria sia nei servizi. Dal lato della domanda, si stima un contributo negativo della componente nazionale, al lordo delle scorte, e un apporto positivo della componente estera netta.
I risultati dei conti nazionali annuali per il 2023 – ha comunicato l’Istituto di statistica – saranno diffusi il prossimo primo marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati il 5 marzo. Nel quarto trimestre 2023 l’economia italiana è cresciuta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% rispetto al quarto trimestre 2022. E’ la stima provvisoria sul Pil diffusa dall’Istat. Il quarto trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al quarto trimestre del 2022.
Questo risultato fa seguito al lieve aumento registrato nel terzo trimestre (+0,1%), e determina una crescita dello 0,7% nel 2023 in termini di valori reali corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati. La stima preliminare del quarto trimestre 2023 “riflette una flessione del comparto primario ed un aumento sia del settore industriale sia dei servizi. Dal lato della domanda, la componente nazionale misurata al lordo delle scorte è in diminuzione, mentre si stima un aumento della componente estera netta”.
Ancora 10 giorni con l’anticiclone, poi può tornare il maltempoRoma, 30 gen. (askanews) – L’anticiclone africano Zeus continuerà a proteggere l’Italia e buona parte del continente europeo ancora per 10 giorni. Dopo di che dovrebbe cedere sotto l’influenza del flusso atlantico.
Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it ci dà alcuni numeri sulla potenza di questo anticiclone, decisamente anomalo per la stagione. Il cuore caldo di Zeus si trova in Spagna dove nei giorni scorsi si è battuto il record di caldo per il mese di gennaio superando i 30°C. Un altro record di caldo è stato battuto ieri sulle Isole Britanniche anch’esse raggiunte dall’alito africano di Zeus. In Scozia si sono sfiorati addirittura i 20°C, non era mai successo a gennaio. In Italia le temperature misurano valori ben al di sopra della media del periodo e dove c’è il sole si toccano facilmente i 13-15°C, ovvero al Centro-Sud, in Liguria e sui settori alpini. Sulla Pianura Padana invece sono le nebbie e le nubi basse ad essere le protagoniste. La loro presenza mantiene i valori termici molto bassi e di pochi gradi sopra lo zero e inoltre avvelenano l’aria su gran parte delle città.
Questa situazione durerà ancora per circa 10 giorni. Non ci saranno grosse variazioni del tempo a parte un aumento termico più deciso anche sulle zone pianeggianti del Nord a partire dal 1° febbraio quando le nebbie inizieranno a diradarsi sempre più permettendo così alle temperature diurne di crescere fino a superare, localmente, i 10°C. Soltanto a partire da giovedì 8 febbraio l’anticiclone Zeus potrebbe cedere sotto il flusso sempre più insistente delle correnti nordatlantiche. Se ciò dovesse essere confermato, tornerebbero le piogge, i venti forti e anche la neve su tutto l’arco alpino.