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Solinas è indagato dalla Procura di Cagliari. Il governatore sardo: colpisce il tempismo dell’indagine

Solinas è indagato dalla Procura di Cagliari. Il governatore sardo: colpisce il tempismo dell’indagineMilano, 17 gen. (askanews) – “Questa indagine ha due elementi di sicuro rilievo: il primo è il tempismo, viene fatto a quattro giorni dalla presentazione delle liste, mentre si decide il candidato presidente unitario del centrodestra; l’altro è che, essendo in fase di indagine, stiamo parlando di atti che dovrebbero essere coperti dal segreto istruttorio e che invece sono in possesso di tutti i media”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, ai microfoni del TG1, circa gli sviluppi nelle inchieste della Procura di Cagliari sulla compravendita di una sua proprietà.

“Si vota il 25 febbraio e con tempismo perfetto, spuntano guai giudiziari per Solinas. Solidarietà al governatore e buon lavoro ai magistrati che dovranno affrontare settimane molto intense”. Così il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, in riferimento al sequestro cautelare di alcune proprietà del governatore sardo, nell’ambito di inchieste a suo carico da parte della procura di Cagliari.

Alluvione, Meloni-von der Leyen lungo colloquio e grande sintonia

Alluvione, Meloni-von der Leyen lungo colloquio e grande sintoniaForlì, 17 gen. (askanews) – A quasi otto mesi dalla loro prima visita insieme nelle zone alluvionate (era il 25 maggio 2023), la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sono tornate in Emilia-Romagna per ufficializzare gli 1,2 miliardi di euro di fondi del Pnrr rivisitato che verranno utilizzati, come ha spiegato la premier, per “azioni di risanamento ambientale, ripristino del patrimonio residenziale pubblico, di mitigazione del rischio idrogeologico”. Insomma, ha sottolineato Meloni, con quelle risorse europee “facciamo sia ricostruzione che prevenzione”.

“L’ultima volta che von der Leyen venne qui portò il suo impegno e il fatto che sia qui di nuovo è secondo me simbolo di grande serietà e concretezza”, per cui credo “che tutti gli abitanti di questa Regione debbano ringraziarla”, ha esordito la premier nel Municipio di Forlì segnalando la grande sintonia con la leader dell’esecutivo Ue. Si tratta, ha spiegato Meloni, di un miliardo e 200 milioni di risorse “aggiuntive” rispetto a quanto già fatto dal governo sulla ricostruzione post alluvione. Per esempio, ha rivendicato, “con il decreto 61 abbiamo stanziato quasi 1,8 mld per la tenuta del sistema produttivo e dei livelli occupazionali. Poi con il successivo decreto 88” abbiamo stanziato “2,5 miliardi per la ricostruzione pubblica, oltre 120 milioni per i contributi alla ricostruzione privata, 100 milioni per le imprese poi altri 149 milioni con un successivo provvedimento”. Inoltre, “con il lavoro del commissario Figliuolo – ha aggiunto la premier – dei 2,5 miliardi per la ricostruzione pubblica sono già stati messi a disposizione degli enti locali una somma pari a 1, 6 mld, a questo risorse se ne aggiungono altre, pari a circa 1 miliardo, già nella disponibilità del commissario. Sono stati erogati già 100 milioni alle famiglie per il sostegno immediato, 200 milioni per i lavoratori autonomi e altri 600 mln già nella disponibilità del commissario”.

Ma al di là di quanto fatto dal governo italiano, “il sostegno dell’Unione Europea non si limita ai fondi previsti nel Pnrr ma si estende anche ai fondi stanziati a valere sul fondo europeo di solidarietà, il primo tema di cui parlammo nella nostra precedente visita in Emilia-Romagna” con von der Leyen, “che potrebbe portare a un contributo aggiuntivo di 378 milioni di euro ma già 95 sono stati già quasi immediatamente anticipati dalla commissione europea”. La sintonia tra governo italiano e Ue è stata confermata anche da von der Leyen: “La cooperazione è stata eccellente”, ha detto la presidente della Commissione europea. “La revisione del Pnrr ha avuto successo”. “Vogliamo aiutarvi a rimettervi in piedi, a essere più resilienti, a migliorare la prevenzione”, “lo stiamo facendo e lo faremo ancora di più, perché oltre al Pnrr c’è il fondo europeo per l’agricoltura da cui abbiamo messo a disposizione 60 milioni di euro per l’emergenza”. Inoltre, “grazie alla revisione del Fondo di coesione, una nuova pietra miliare” c’è la possibilità di “reindirizzare importanti fondi per ricostruzione e per la risposta alle calamità per rivitalizzare le comunità e le città come accaduto nel terremoto del Centro Italia del 2017. Abbiamo anche mobilitato il Fondo di solidarietà Ue, avete ricevuto un anticipo di 95 milioni” di cui parlava Meloni “e altri fondi arriveranno nei prossimi mesi da questo fondo”.

Insomma una sintonia palpabile tra le due leader che sembra andare al di là dei ruoli istituzionali, sottolineata da espliciti riconoscimenti (“von der Leyen ha capito il nostro approccio sulle migrazioni”, ha detto ad esempio Meloni) ma anche dal lungo colloquio avuto prima di incontrare pubblicamente autorità locali e stampa: quasi un’ora. “Abbiamo trattato di materie – ha riferito Meloni – che ci vedono collaborare, a partire dal prossimo consiglio Ue, nel quale si discuterà della revisione del bilancio pluriennale, la revisione di Mid-term, e ci sono altre questioni importanti, che vanno dalla necessità di garantire il sostegno all’Ucraina fino alle risorse per la migrazione”. E sui social la presidente della Commissione Ue ha riassunto: “Incontro molto costruttivo con Giorgia Meloni. Abbiamo discusso del prossimo Consiglio europeo e della presidenza italiana del G7. La nostra buona collaborazione ha portato alla revisione del piano Next Generation Eu con 1,2 miliardi di euro per gli investimenti nella prevenzione delle alluvioni. Non vedo l’ora di continuare a lavorare insieme”. L’incontro di Forlì potrebbe essere stato dunque una buona occasione per riflettere sugli scenari che si apriranno con le elezioni europee di giugno, con il possibile appoggio dei Conservatori europei, di cui Meloni è presidente, per una ‘nuova maggioranza Ursula’ senza i Socialisti.

Ex Ilva, da domani l’indotto ferma le attività ad oltranza

Ex Ilva, da domani l’indotto ferma le attività ad oltranzaRoma, 17 gen. (askanews) – Da domani le aziende dell’indotto dell’ex Ilva, associate a Casartigiani, Aigi e Confapi, sospenderanno le attività a oltranza in attesa di avere certezze sui crediti arretrati.

“Aigi, Confartigianato e Confapi industria Taranto – si legge in una nota congiunta – annunciano la sospensione ad oltranza di tutte le attività lavorative svolte dalle proprie associate all’interno dello stabilimento siderurgico di Taranto a partire dalle ore 6:00 del 18/01/2024 per senso di responsabilità verso i lavoratori, la cittadinanza ed il territorio, saranno garantite esclusivamente le prestazioni attinenti la sicurezza degli impianti”. “Ammontano a 120 milioni i crediti che le imprese vantano nei confronti di ADI per fatture emesse e non incassate al 31/12/2023 – prosegue la nota – i quali crediti sarebbero resi carta straccia dalla procedura di amministrazione straordinaria come avvenne nel 2015 quando l’indotto perse 150 milioni a fronte del medesimo provvedimento”.

“La ripresa delle prestazioni potrà essere presa in considerazione esclusivamente a fronte della messa in sicurezza di tutti i crediti maturati al 31/12/2023 – conclude la nota – e dell’istituzione di un tavolo permanente sul futuro dello stabilimento e sulle sorti dell’economia dell’intera città”.

Missione Axiom-3, nuova finestra di lancio giovedì alle 22.49 (ora italiana)

Missione Axiom-3, nuova finestra di lancio giovedì alle 22.49 (ora italiana)Cape Canaveral, 17 gen. (askanews) – La nuova finestra di lancio verso la Stazione Spaziale Internazionale per la missione spaziale privata Ax-3 di Axiom Space, con l’astronauta italiano Walter Villadei, Colonnello dell’Aeronautica Militare, si aprirà domani, giovedì 18 gennaio 2024, alle 22.49 ora italiana (le 16.49 in Florida).

Il rinvio del lancio si è reso necessario, ha spiegato Axiom Space in una nota, per consentire alle squadre di supporto di “completare verifiche pre-lancio e l’analisi dei dati, incluso il modulatore di energia del sistema di paracadute” che serve a rallentare la navetta durante l’ultima fase del rientro sulla Terra. Il Colonnello Villadei, 50 anni ad aprile, è il pilota della navetta Crew Dragon “Freedom” di Space X; a lui la Difesa italiana ha affidato la missione “Voluntas”, prima missione spaziale commerciale per il nostro Paese. Per due settimane, l’astronauta italiano condurrà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale diversi esperimenti scientifici e test di nuove tecnologie anche per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e dell’industria nazionale.

L’aria in casa è peggiore che all’aperto: a Milano la maglia nera globale

L’aria in casa è peggiore che all’aperto: a Milano la maglia nera globaleMilano, 17 gen. (askanews) – La qualità dell’aria all’interno delle nostre abitazioni è peggiore di quella all’aperto in quasi tutte le case. E Milano detiene questo primato, negativo, a livello globale. E’ questo in sintesi l’esito del progetto realizzato da Dyson, che ha analizzato le informazioni relative alla qualità dell’aria indoor raccolte da oltre 2,5 milioni di purificatori d’aria Dyson tra il 2022 e il 2023, delineando un quadro dettagliato della qualità dell’aria nelle abitazioni di tutto il mondo.

Il progetto distingue gas e particolato, identificando dei trend su base giornaliera, mensile, stagionale e annuale. Si focalizza su due categorie di inquinanti: PM2,5 e composti organici volatili (Cov). Nel primo caso si tratta di particelle, invisibili a occhio nudo, in cui rientrano combustione – stufe a legna, cucine e riscaldamento a gas – peli degli animali domestici, cenere e polvere. Nel secondo, invece, si tratta di inquinanti gassosi, tra cui benzene e formaldeide, che possono essere emessi da attività come la pulizia o la cottura a gas, oltre che da prodotti come deodoranti, spray per il corpo, candele, mobili e arredi. Tutti i Paesi esaminati (a esclusione di quattro) hanno registrato livelli di PM2,5 indoor superiori a quelli outdoor per sei mesi o più, inclusa l’Italia, dove i valori medi mensili interni di PM2,5 hanno superato quelli esterni per sette mesi nel 2022, la Cina, l’Australia, la Francia, l’Austria, il Canada e la Spagna, le cui abitazioni hanno sperimentato una qualità dell’aria peggiore rispetto a quella outdoor per ogni singolo mese dell’anno. Solo nelle case di India, Norvegia, Polonia e Finlandia i livelli di PM2,5 sono stati generalmente inferiori rispetto a quelli esterni, superandoli per meno di sei mesi nel corso del 2022.

Febbraio è stato il mese in cui il maggior numero di Paesi ha sperimentato la differenza più evidente tra i livelli di PM2,5 outdoor e indoor (7 Paesi), seguito da settembre (6 Paesi) e novembre (5 Paesi). L’Italia invece non rispecchia perfettamente il trend, con il picco che si è verificato ad aprile 2022 (con livelli di PM2,5 indoor superiori del 47% rispetto a quelli outdoor), seguito da gennaio, febbraio, marzo e settembre. Dal punto di vista delle singole città, il confronto tra l’inquinamento da PM2,5 outdoor e indoor è stato particolarmente negativo a Milano, che ha registrato il peggiore risultato globale: i livelli medi annui di PM2,5 indoor nel 2022 sono stati di 2,63 volte superiori rispetto a quelli outdoor – una discrepanza maggiore rispetto a qualsiasi altra città studiata – con picchi nei mesi di dicembre (3,46) e gennaio (3,48), fino al record di 4,17 volte oltre i valori outdoor a marzo. Dopo Milano, altri record negativi sono stati quelli di Shenzhen (con livelli annui di PM2,5 indoor superiori del 97% rispetto all’outdoor), Amsterdam (76%), Seoul (53%), Madrid (50%), Melbourne (40%), Vienna (37%), Singapore (36%) e New York (35%). 21 città (su 35 esaminate) hanno registrato livelli medi annui di PM2,5 negli ambienti chiusi superiori rispetto a quelli all’aperto. Analizzando i dati mensili, sono otto le città che hanno registrato livelli di PM2,5 indoor superiori rispetto all’outdoor per ogni singolo mese dell’anno: Shenzhen, New York, Melbourne, Milano, Roma, Seoul, Vienna e Amsterdam.

In Israele via libera alla vendita di carne bovina coltivata

In Israele via libera alla vendita di carne bovina coltivataMilano, 17 gen. (askanews) – L’israeliana Aleph Farms è la prima azienda al mondo ad ottenere l’approvazione normativa per la carne bovina coltivata. Il ministero della Salute israeliano (IMOH) ha infatti dato il via libera alla startup del settore alimentare e tecnologico di commercializzare nel Paese i suoi prodotti che saranno prima distribuiti ai ristoratori e, in seguito, venduta al dettaglio. Lo scrive il sito “Green Queen”, spiegando che con questa decisione Israele entra nella ristretta lista dei Paesi che autorizzano la vendita di carne coltivata: Singapore e Stati Uniti, dove però l’autorizzazione vale per prodotti basati su cellule di pollo, il che significa che Aleph Farms è la prima azienda autorizzata a vendere carne di manzo coltivata.

La società aveva presentato la richiesta di autorizzazione al ministero un’anno anno e mezzo fa, dopo una consultazione preliminare.

Turismo, Santanchè: nel 2023 in Italia 445 milioni di presenze

Turismo, Santanchè: nel 2023 in Italia 445 milioni di presenzeGenova, 17 gen. (askanews) – “Il bilancio del turismo è estremamente positivo nel 2023, non è andato bene ma benissimo. I numeri non dicono molto, ma c’è una grande voglia di Italia. Nel 2023 ci sono state 445 milioni di presenze, è stato mediamente speso l’8% in più e c’è stato un allungamento del soggiorno medio di un giorno in più rispetto all’anno scorso”. Lo ha detto la ministra del Turismo Daniela Santanchè, in occasione del Forum internazionale del turismo italiano organizzato dal Sole 24 Ore a Genova.

Alluvione, a Forlì il grido “rispetto” contro Meloni e von der Leyen

Alluvione, a Forlì il grido “rispetto” contro Meloni e von der LeyenForlì, 17 gen. (askanews) – Hanno urlato più volte la parola “rispetto” quando sono arrivate le auto blu della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che oggi hanno ufficializzato l’arrivo di 1,2 miliardi di euro dai fondi del Pnrr rivisitato per le zone alluvionate dell’Emilia-Romagna. Il centinaio di manifestanti assiepato sin dalle 12 in piazza Saffi, davanti alla sede del municipio di Forlì, ha sfidato temperature rigide e una fitta pioggerellina per protestare contro il ritardo degli indennizzi per i danni arrecati dall’alluvione che ha colpito la regione Emilia Emilia-Romagna, e in particolare la provincia di Forlì-Cesena, nel maggio dello scorso anno.

I manifestanti lamentavano, oltre al mancato arrivo dei fondi, anche le assurdità burocratiche per ottenerli. “Ci hanno chiesto le ricevute dei macchinari che sono andati distrutti con l’alluvione, ma assieme ai macchinari, come stampanti e fotocopiatrici, c’erano anche gli archivi con le ricevute, finiti sotto 3 metri d’acqua”, ha raccontato una delle manifestanti, titolare di una piccola impresa della zona. Tra gli striscioni appesi alle transenne spiccava quello della Cgil: “Promesse nel fango”, mentre un altro recitava “Con i vostri tempi non la sfanghiamo più”.

Sull’istituzione di una commissione sul Covid la maggioranza ripete il voto per avere l’ok

Sull’istituzione di una commissione sul Covid la maggioranza ripete il voto per avere l’okRoma, 17 gen. (askanews) – Caos alla Camera in commissione Affari Sociali durante il voto sul mandato al relatore a riferire in Aula sull’istituzione di una commissione di inchiesta sull’emergenza Covid: la votazione è finita in parità, 11 favorevoli e 11 contrari, che da regolamento vuol dire bocciatura. Un esito che ha spiazzato il centrodestra e ha fatto esultare le opposizioni contrarie al provvedimento arrivato alla sua terza lettura. Dopo un acceso di battito di tre quarti d’ora, con diversi deputati che avevano già lasciato la commissione per andare in Aula a seguire il question time, la maggioranza ha deciso di procedere a una nuova votazione che è finita 12 a zero, sancendo il via libera al mandato alla relatrice Alice Buonguerrieri (Fdi), tra gli assenti alla votazione.

Le opposizioni, infatti, si sono rifiutate di prendere parte a quella che Marco Furfaro, deputato Pd, ha definito “una forzatura”. “Anche in Parlamento – ha sottolineato l’esponente dem – è venuta meno la compattezza della maggioranza: questo risultato è un chiaro segnale politico”. Anche per i capogruppo e la vicecapogruppo di Azione-Per-Renew alla Camera Matteo Richetti e Elena Bonetti, “quanto accaduto è di una gravità inaudita. La ripetizione di un voto con risultato sfavorevole alla maggioranza è un precedente inaccettabile. Intervenga immediatamente il Presidente Fontana per ripristinare il rispetto del regolamento della Camera dei Deputati”. A difendere la votazione è arrivato in commissione il presidente del gruppo Fdi alla Camera, Tommaso Foti: “Sul regolamento è previsto che il presidente possa fare la controprova. Ma il fatto non sussiste perché il testo sarebbe comunque andato in Aula senza relatore. L’opposizione era avanti perché il vecchio gruppo unico Azione-Iv ora si è diviso e qui oggi c’era il rappresentante di Azione (Fabrizio Benzoni in sostituzione di Elena Bonetti, ndr). Se ci fosse stata Italia Viva…”. Anche Luciano Ciocchetti (Fdi), che oggi presiedeva la Commissione, ha spiegato: “Il regolamento prevede la possibilità di fare la controprova come chiesto migliaia di volte dall’opposizione. Poi al momento del primo voto c’erano 7-8 persone in piedi pronte a scappare via per andare in Aula…”.

Covid, maggioranza sotto su inchiesta, ripete voto per avere l’ok

Covid, maggioranza sotto su inchiesta, ripete voto per avere l’okRoma, 17 gen. (askanews) – Caos alla Camera in commissione Affari Sociali durante il voto sul mandato al relatore a riferire in Aula sull’istituzione di una commissione di inchiesta sull’emergenza Covid: la votazione è finita in parità, 11 favorevoli e 11 contrari, che da regolamento vuol dire bocciatura. Un esito che ha spiazzato il centrodestra e ha fatto esultare le opposizioni contrarie al provvedimento arrivato alla sua terza lettura. Dopo un acceso di battito di tre quarti d’ora, con diversi deputati che avevano già lasciato la commissione per andare in Aula a seguire il question time, la maggioranza ha deciso di procedere a una nuova votazione che è finita 12 a zero, sancendo il via libera al mandato alla relatrice Alice Buonguerrieri (Fdi), tra gli assenti alla votazione.

Le opposizioni, infatti, si sono rifiutate di prendere parte a quella che Marco Furfaro, deputato Pd, ha definito “una forzatura”. “Anche in Parlamento – ha sottolineato l’esponente dem – è venuta meno la compattezza della maggioranza: questo risultato è un chiaro segnale politico”. Anche per i capogruppo e la vicecapogruppo di Azione-Per-Renew alla Camera Matteo Richetti e Elena Bonetti, “quanto accaduto è di una gravità inaudita. La ripetizione di un voto con risultato sfavorevole alla maggioranza è un precedente inaccettabile. Intervenga immediatamente il Presidente Fontana per ripristinare il rispetto del regolamento della Camera dei Deputati”. A difendere la votazione è arrivato in commissione il presidente del gruppo Fdi alla Camera, Tommaso Foti: “Sul regolamento è previsto che il presidente possa fare la controprova. Ma il fatto non sussiste perché il testo sarebbe comunque andato in Aula senza relatore. L’opposizione era avanti perché il vecchio gruppo unico Azione-Iv ora si è diviso e qui oggi c’era il rappresentante di Azione (Fabrizio Benzoni in sostituzione di Elena Bonetti, ndr). Se ci fosse stata Italia Viva…”. Anche Luciano Ciocchetti (Fdi), che oggi presiedeva la Commissione, ha spiegato: “Il regolamento prevede la possibilità di fare la controprova come chiesto migliaia di volte dall’opposizione. Poi al momento del primo voto c’erano 7-8 persone in piedi pronte a scappare via per andare in Aula…”.