Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Forza Italia avverte: non ricandideremo chi non è in regola con il pagamento delle quote

Forza Italia avverte: non ricandideremo chi non è in regola con il pagamento delle quoteRoma, 28 dic. (askanews) – Forza Italia “nell’ approssimarsi delle prossime elezioni europee e regionali ha ribadito la assoluta necessità che i parlamentari europei e regionali che vogliono essere ricandidati devono necessariamente mettersi in regola con i pagamenti dei contributi dovuti al movimento in forza del regolamento approvato dal consiglio nazionale del 1 ottobre scorso”. Lo riferisce una nota del partito guidato dal ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani.

“Chiaramente è stato ribadito a tutti – sottolinea Forza Italia- che non vi saranno deroghe anche a costo di perdere personaggi, di cui anche oggi si parla sulla stampa, che hanno sempre avuto atteggiamenti opportunistici e che hanno già dimostrato di concepire l’impegno politico solo per fini personalistici”.

Forza Italia avverte: non ricandidabile chi non è in regola

Forza Italia avverte: non ricandidabile chi non è in regolaRoma, 28 dic. (askanews) – Forza Italia “nell’ approssimarsi delle prossime elezioni europee e regionali ha ribadito la assoluta necessità che i parlamentari europei e regionali che vogliono essere ricandidati devono necessariamente mettersi in regola con i pagamenti dei contributi dovuti al movimento in forza del regolamento approvato dal consiglio nazionale del 1 ottobre scorso”. Lo riferisce una nota del partito guidato dal ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani.

“Chiaramente è stato ribadito a tutti – sottolinea Forza Italia- che non vi saranno deroghe anche a costo di perdere personaggi, di cui anche oggi si parla sulla stampa, che hanno sempre avuto atteggiamenti opportunistici e che hanno già dimostrato di concepire l’impegno politico solo per fini personalistici”.

Legambiente: è stato un 2023 da bollino rosso per il clima, 378 eventi estremi (+22%)

Legambiente: è stato un 2023 da bollino rosso per il clima, 378 eventi estremi (+22%)Roma, 28 dic. (askanews) – Il 2023 è stato un anno da bollino rosso per il clima, segnato da un trend in continua crescita degli eventi meteorologici estremi. Ne sa qualcosa l’Italia dove quest’anno gli eventi estremi sono saliti a quota 378, segnando +22% rispetto al 2022, con danni miliardari ai territori e la morte di 31 persone. Il nord Italia, con 210 eventi meteorologici estremi, si conferma l’area più colpita della Penisola, seguita dal centro (98) e dal sud (70). In aumento soprattutto alluvioni ed esondazioni fluviali (+170% rispetto al 2022), le temperature record registrate nelle aree urbane (+150% rispetto ai casi del 2022), le frane da piogge intense (+64%); e poi le mareggiate (+44%), i danni da grandinate (+34,5%), e gli allagamenti (+12,4%). Eventi che hanno segnato un 2023 che ha visto anche l’alta quota in forte sofferenza con lo zero termico che ha raggiunto quota 5.328 metri sulle Alpi e con i ghiacciai in ritirata. A fare il bilancio di fine anno è l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato insieme al Gruppo Unipol, che traccia un quadro complessivo di quanto accaduto in Italia in un 2023 in cui la crisi climatica ha accelerato il passo.

Nello specifico nella Penisola si sono verificati 118 casi di allagamenti da piogge intense, 82 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 39 di danni da grandinate, 35 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 26 danni da mareggiate, 21 danni da siccità prolungata, 20 casi di temperature estreme in città, 18 casi di frane causate da piogge intense, 16 eventi con danni alle infrastrutture e 3 eventi con impatti sul patrimonio storico. Tra le città più colpite: Roma, Milano, Fiumicino, Palermo e Prato. A livello regionale, Lombardia ed Emilia-Romagna risultano nel 2023 le regioni più in sofferenza con, rispettivamente, 62 e 59 eventi che hanno provocato danni, seguite da Toscana con 44, e da Lazio (30), Piemonte (27), Veneto (24) e Sicilia (21). C’è da sottolineare che solo nel mese di luglio la Lombardia è stata colpita da ben 28 eventi, due le vittime. Tra le province più colpite svetta al primo posto Roma con 25 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna con 19, Milano con 17, Varese 12, Bologna e Torino 10. Un quadro preoccupante quello tracciato dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente a cui si aggiunge il fatto che l’Italia è ancora senza un Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici. Un paradosso tutto italiano che dimostra quanto l’Italia sia indietro nella lotta alla crisi climatica e nell’adottare politiche climatiche più ambiziose. Per l’associazione ambientalista il Paese continua a rincorrere le emergenze senza una chiara strategia. Serve una road map climatica nazionale non più rimandabile, fondata su tre pilastri: il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici da approvare senza più ulteriori ritardi, stanziando adeguate risorse economiche (ad oggi assenti) per attuare il Piano; una legge contro il consumo di suolo, che ancora manca all’appello dopo oltre 11 anni dall’inizio del primo iter legislativo, e per la rigenerazione urbana, snellendo le procedure per abbattimenti e ricostruzioni; superare la logica dell’emergenza agendo invece sulla prevenzione, che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni. ‘Gli eventi meteo estremi – dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente – stanno aumentando con sempre maggiore frequenza e intensità e a pagarne lo scotto sono i territori e i cittadini. Il Governo Meloni approvi subito il Piano nazionale di adattamento al clima, stanziando anche le relative risorse economiche, che invece continuiamo a spendere per intervenire dopo i disastri, come dimostrano gli 11 miliardi di euro solo per i danni delle due alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana. Il rischio è che l’Italia, senza il Piano e gli adeguati stanziamenti per la prevenzione, assenti anche nella Legge di bilancio in via di approvazione, continui a rincorrere le emergenze. Il Governo dovrebbe invece impegnarsi molto di più, puntando su prevenzione, politiche di adattamento al clima, campagne di sensibilizzazione sulla convivenza con il rischio, per far diventare il nostro paese dal più esposto al centro del mar Mediterraneo a un esempio per gli altri’. I CASI PIÙ RILEVANTI NEL 2023 – Quest’anno sono due le ‘parole climatiche’ più ripetute: alluvioni e temperature record. Tra i casi più drammatici le due alluvioni che hanno sconvolto l’Emilia-Romagna: il 2 e 3 maggio la prima e tra il 15 e il 17 maggio la seconda, più grave e che ha coinvolto 44 comuni, principalmente nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Bologna, con danni per oltre 8,8 miliardi di euro. Le forti piogge hanno fatto straripare 23 corsi d’acqua e si sono verificate oltre 280 frane in 48 comuni. Numerose le strade e ferrovie chiuse e danneggiate. Sono caduti più di 300 mm di piogge in due giorni. Il bilancio ufficiale è di 15 vittime, oltre alle 3 vittime dell’ondata di inizio maggio che aveva già compromesso abitazioni, viabilità e agricoltura. Negli stessi giorni sono state colpite anche le province settentrionali della Marche, già vittime della grave alluvione del settembre 2022, in particolare quelle di Pesaro-Urbino e Ancona durante gli eventi di inizio maggio. In estate violente grandinate che, unitamente a venti record, hanno colpito il Veneto e tutto il nord est. In particolare, si sono verificate 52 grandinate in un solo giorno, il 19 luglio, che hanno causato 110 feriti e danni alle produzioni di grano, ortaggi, frutta e ai vigneti. In Lombardia, il 24 e 25 luglio si sono verificate frane e danni causati dal vento che ha soffiato fino a 100 km/h. Due vittime e danni per oltre 41 milioni di euro. Il 31 ottobre un violento nubifragio ha colpito Milano provocando l’ennesima esondazione del Seveso: allagati i sottopassi Rubicone e Negrotto, oltre a via Valfurva, in zona Niguarda. L’11 e 12 novembre, intere aree del nord della Toscana sono state alluvionate. In particolare, le province di Firenze, Prato e Pistoia hanno assistito a esondazioni dei corsi d’acqua e allagamenti diffusi, con danni per 1,9 miliardi di euro e 5 vittime.

‘L’urgenza di intervenire è ormai sotto gli occhi di tutti – dichiara Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – Gli effetti sempre più violenti dell’emergenza climatica, su cui anche gli scienziati dell’IPCC si sono più volte soffermati con i loro studi, sono ormai tangibili anche nel nostro Paese, che è tra i più esposti nel continente europeo. Oggi una delle grandi sfide legata alla lotta alla crisi climatica riguarda anche la vera mitigazione del rischio idrogeologico che si potrà ottenere solo integrando la restituzione dello spazio ai fiumi, agendo su delocalizzazioni, desigillatura di suoli impermeabilizzati, rinaturazione delle aree alluvionali, azzerando il consumo di suolo e non concedendo nuove licenze per edificazioni in aree prossime ai corsi d’acqua’. RECORD GLOBALI E TEMPERATURE – Il 2023 diventerà, con molta probabilità, anche un nuovo anno record per le temperature medie mondiali: lo scorso novembre è stato il sesto mese consecutivo a registrare temperature record, come rilevato dal servizio europeo sul cambiamento climatico di Copernicus (C3s), con una temperatura media globale di 14,22 gradi centigradi, superiore di 0,32°C al record precedente del novembre 2020. Anche in Italia il 2023 ha fatto registrare temperature record in diverse aree, specialmente nelle città di Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Sardegna e Sicilia. Temperature record non solo in estate, ma anche in autunno. Ad esempio, il primo ottobre alla stazione meteorologica di Firenze Peretola sono stati registrati 33 gradi centigradi: un valore che ha battuto il precedente record fatto registrare nell’ottobre 2011, con oltre dieci gradi di differenza rispetto alla media del periodo. A Prato si sono verificati 32°C alla stazione meteorologica di Prato Università, che ha eguagliato il record per il mese di ottobre fatto registrare nel 1985.

DANNI ECONOMICI – L’altra faccia degli eventi meteo estremi sono i danni economici. Legambiente ricorda che una recente indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat ha evidenziato come, solo nell’ultimo anno, circa 5 milioni di italiani abbiano subito danni alla propria abitazione causati da maltempo o calamità naturali.

Palazzo Chigi: la Commissione Ue ha versato la quarta rata del Pnrr da 16,5 miliardi

Palazzo Chigi: la Commissione Ue ha versato la quarta rata del Pnrr da 16,5 miliardiRoma, 28 dic. (askanews) – La Commissione europea ha versato oggi la quarta rata di 16,5 miliardi di euro all’Italia. Il pagamento – spiega un comunicato di Palazzo Chigi – è frutto del conseguimento, accertato dall’Unione europea, di tutti i 28 obiettivi e traguardi legati alla quarta rata.

Tali obiettivi e traguardi riguardano misure necessarie per proseguire l’attuazione delle riforme in materia di giustizia e pubblica amministrazione, nonché importanti riforme nei settori dell’inclusione sociale e degli appalti pubblici. I principali investimenti sono legati alla digitalizzazione, in particolare per quanto riguarda la transizione dei dati delle pubbliche amministrazioni locali verso il cloud, lo sviluppo dell’industria spaziale, l’idrogeno verde, i trasporti, la ricerca, l’istruzione e le politiche sociali. Come preannunciato dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il pagamento della quarta rata è avvenuto entro il 2023 e porta il totale delle risorse PNRR ottenute finora dall’Italia a circa 102 miliardi di euro, corrispondenti a più della metà delle risorse totali del Piano. Ciò dimostra i grandi progressi fatti dall’Italia nel raggiungimento delle misure previste. Sulla base del Piano così come recentemente modificato dal Consiglio Ue, il Governo Meloni proseguirà nell’opera di piena e tempestiva attuazione del PNRR, nel quadro della continua e stretta collaborazione con la Commissione europea.

Fipe: 4,6 milioni di italiani andranno al ristorante per il cenone di Capodanno

Fipe: 4,6 milioni di italiani andranno al ristorante per il cenone di CapodannoRoma, 28 dic. (askanews) – Cresce il numero di italiani che scelgono di festeggiare la fine dell’anno al ristorante. A renderlo noto è il Centro Studi di Fipe-Confcommercio, secondo cui saranno 4,6 milioni le presenze previste nei 75mila ristoranti la notte di San Silvestro. Un dato in crescita del 2,2% rispetto all’anno precedente, seguito da un incremento percentuale doppio della spesa, che quest’anno toccherà i 433 milioni diáeuroá(+4,6%).

In calo, invece, il numero dei ristoratori che ha deciso di essere aperto per l’occasione: quest’anno presterà servizio, infatti, il 56,7% dei ristoranti, contro il 59,1% del 2022. La maggioranza dei locali prevede nell’offerta esclusivamente la cena (84,1%) per una spesa media di 94 euro a persona, mentre la restante parte, circa il 16%, ha organizzato anche un vero e proprio veglione con spettacoli e musica, il cui costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 121 euro a persona. “Il trend delle presenze al ristorante per il Capodanno 2023 ricalca quello osservato per il Natale, anche se di minore intensità per effetto di un numero significativo di ristoranti che per l’ultimo dell’anno ha deciso di non aprire – ha dichiarato Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi di Fipe-Confcommercio -. I ristoranti confermano di essere un punto di riferimento per tante persone non solo per il pranzo di Natale, ma anche per il cenone di fine anno sia per chi vuole soltanto cenare iniziando il nuovo anno in uno dei tanti locali di intrattenimento o in qualche piazza delle nostre città sia per chi dopo la cena vuole proseguire la serata nello stesso posto. I prezzi in moderata crescita, inoltre, confermano che neppure nelle occasioni di grande appeal le imprese del settore adottano politiche commerciali disinvolte”, ha concluso Sbraga.

Sarà, infine, un Capodanno all’insegna del Made in Italy: a fronte di una stima complessiva di 1,3 milioni di bottiglie stappate per il brindisi di fine anno, il 59,7% dei ristoranti servirà solo bollicine rigorosamente italiane. Al contrario, il 32% consentirà ai propri clienti di scegliere tra spumante e champagne, mentre nel 9,3% dei ristoranti i commensali troveranno solo bollicine d’oltralpe.

Capodanno, Fipe: 4,6 mln di italiani al ristorante per il cenone

Capodanno, Fipe: 4,6 mln di italiani al ristorante per il cenoneRoma, 28 dic. (askanews) – Cresce il numero di italiani che scelgono di festeggiare la fine dell’anno al ristorante. A renderlo noto è il Centro Studi di Fipe-Confcommercio, secondo cui saranno 4,6 milioni le presenze previste nei 75mila ristoranti la notte di San Silvestro. Un dato in crescita del 2,2% rispetto all’anno precedente, seguito da un incremento percentuale doppio della spesa, che quest’anno toccherà i 433 milioni di euro (+4,6%).

In calo, invece, il numero dei ristoratori che ha deciso di essere aperto per l’occasione: quest’anno presterà servizio, infatti, il 56,7% dei ristoranti, contro il 59,1% del 2022. La maggioranza dei locali prevede nell’offerta esclusivamente la cena (84,1%) per una spesa media di 94 euro a persona, mentre la restante parte, circa il 16%, ha organizzato anche un vero e proprio veglione con spettacoli e musica, il cui costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 121 euro a persona. “Il trend delle presenze al ristorante per il Capodanno 2023 ricalca quello osservato per il Natale, anche se di minore intensità per effetto di un numero significativo di ristoranti che per l’ultimo dell’anno ha deciso di non aprire – ha dichiarato Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi di Fipe-Confcommercio -. I ristoranti confermano di essere un punto di riferimento per tante persone non solo per il pranzo di Natale, ma anche per il cenone di fine anno sia per chi vuole soltanto cenare iniziando il nuovo anno in uno dei tanti locali di intrattenimento o in qualche piazza delle nostre città sia per chi dopo la cena vuole proseguire la serata nello stesso posto. I prezzi in moderata crescita, inoltre, confermano che neppure nelle occasioni di grande appeal le imprese del settore adottano politiche commerciali disinvolte”, ha concluso Sbraga.

Sarà, infine, un Capodanno all’insegna del Made in Italy: a fronte di una stima complessiva di 1,3 milioni di bottiglie stappate per il brindisi di fine anno, il 59,7% dei ristoranti servirà solo bollicine rigorosamente italiane. Al contrario, il 32% consentirà ai propri clienti di scegliere tra spumante e champagne, mentre nel 9,3% dei ristoranti i commensali troveranno solo bollicine d’oltralpe.

Giustizia, Cantone: inopportuno divieto pubblicazione ordinanze

Giustizia, Cantone: inopportuno divieto pubblicazione ordinanzeRoma, 28 dic. (askanews) – “Quando leggo che il divieto di pubblicazione dell’ordinanza rafforzerebbe la presunzione di innocenza dell’arrestato, non capisco il collegamento. La presunzione d’innocenza è fornire una informazione corretta per evitare che si formino pregiudizi. Quindi è il contrario: un’informazione incompleta potrebbe produrre danni all’indagato, impedendo di riferire elementi utili alla sua difesa, al contesto in cui ha agito. La completezza dell’informazione è la migliore garanzia per tutti: per l’opinione pubblica, per l’indagato, per le parti offese”. Così il procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaela Cantone, intervistato dal Fatto quotidiano, giudica la norma introdotta alla Camera nella legge di delegazione europea, che vieta la pubblicazione dei contenuti delle ordinanze di custodia cautelare.

“Va detto con chiarezza – precisa il magistrato – che stiamo parlando di una legge che non c’è ancora. Se è quella di prevedere il divieto di pubblicazione integrale, ma delle ordinanze si può scrivere, come già prima della riforma Orlando, non ho dubbi che sarà possibile continuare a rilasciarle, sia pure con le dovute cautele, come quelle a tutela delle parti offese. Ad esempio non rilascerei mai una ordinanza su un ca- so di violenza sessuale”. A giudizio di Cantone questa legge “non è né utile né opportuna. Nessuna emergenza la giustifica in questo momento storico. Il Garante della Privacy in più occasioni ha ricordato che siamo tornati a livelli di ordinarietà, che non ci sono più eccessi. Questa legge è un passo indietro rispetto a meccanismi di trasparenza innestati con il rilascio di atti ai giornalisti da parte degli uffici giudiziari. Se qualcuno inizierà a negarle, dovranno procurarsele al mercato parallelo di chi ne ne ha disponibilità”.

Anticiclone e calma piatta, ma da San Silvestro tornano pioggia e neve

Anticiclone e calma piatta, ma da San Silvestro tornano pioggia e neveRoma, 28 dic. (askanews) – Meno 3 giorni alla chiusura dell’anno più caldo della storia a livello globale. Una chiusura con il botto: il 2023 finirà infatti con un caldo anomalo eccezionale, anche in Italia. Per questo motivo potremo chiamare il ‘Capodanno 2024’ con il simpatico titolo di ‘Caldoanno 2024’!

Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it, conferma tra l’altro che la fotografia meteorologica all’ora del brindisi 2023-2024 ricalcherà perfettamente il quadro delle ultime settimane: per San Silvestro un ciclone si posizionerà sul Mare del Nord, mentre una vasta area di alta pressione nordafricana stazionerà sul Mediterraneo. Con questa configurazione meteo avremo caldo anomalo sull’Europa meridionale, gelo intenso nel nord della Scandinavia, maltempo tra Svezia e Danimarca e forte vento tra Inghilterra, Francia, Belgio ed Olanda. Per chi ha deciso di passare l’ultimo dell’anno nelle principali capitali europee si segni queste previsioni, anche se ovviamente sono una tendenza da confermare.

Per quanto riguarda l’Italia, all’ora del brindisi di mezzanotte ci aspettiamo un Nord un po’ più movimentato, altrove domineranno ancora condizioni miti e perlopiù anticicloniche.Vediamo nel dettaglio proprio il tempo di San Silvestro: il 31 dicembre, al mattino, il meteo è previsto asciutto quasi ovunque, poi dal pomeriggio, e soprattutto in serata, ci aspettiamo delle nevicate sulle Alpi e delle piogge tra Liguria, Toscana e versante tirrenico. A mezzanotte suggeriamo di tenere gli ombrelli a portata di mano a Genova, Milano, Venezia, Trieste, Firenze, Roma e Napoli (pur trattandosi di leggeri piovaschi); le temperature oscilleranno dai 7°C di Milano e Venezia ai 12°C di Firenze, Roma e Napoli, toccando anche i 15 gradi in Sicilia. Valori termici decisamente elevati per la mezzanotte di fine dicembre. Il 2024 inizierà dunque con l’augurio di ‘Buon Caldoanno’ invece che con il consueto ‘Buon Anno!’ E farà caldo anche in montagna, in particolare sulla dorsale appenninica, mentre sulle Alpi avremo il magico paesaggio dei fiocchi svolazzanti: sono previste nevicate tra il 31 e il primo gennaio fino a circa 1300 metri di quota, una buona notizia per gli amanti della montagna e dello sci.

Ma come ci arriveremo al 31 dicembre? Passando per altri 3 giorni di grigio in pianura (‘mare di nubi’) e sole in montagna: in particolare è prevista la presenza duratura dell’anticiclone nordafricano che renderà monotono il tempo fino a domenica (esclusa) con schiarite più ampie al Sud e sul versante adriatico. Con il primo giorno del 2024 arriverà invece l’ennesimo ‘Caldoanno’ con qualche fiocco sulle Alpi, ma in generale con temperature oltre la media anche di 8-10 gradi per un brindisi che, come l’anno scorso, sarà decisamente molto tiepido.

Zangrillo: nella P.A. ci saranno neolaureati apprendisti per svecchiare il pubblico

Zangrillo: nella P.A. ci saranno neolaureati apprendisti per svecchiare il pubblicoRoma, 28 dic. (askanews) – Nella Pubblica Amministrazione arriva il contratto di apprendistato per reclutare giovani laureati (fino a 24 anni)e svecchiare e velocizzare il processo di innovazione e di digitalizzazione. “Abbiamo passato un periodo terribile durato 10 anni nella pubblica amministrazione. Dal 2010 al 2020 abbiamo perso 300 mila dipendenti e abbiamo visto crescere l’età media dai 43 anni del 2009 ai 50 attuali. Ora ci troviamo di fronte alla grandissima sfida della modernizzazione della pubblica amministrazione e abbiamo bisogno del contributo delle nuove generazioni”. E’ quanto dice in una intervista a “Il Secolo XIX”, il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. “Abbiamo già iniziato a invertire la tendenza: nel 2023 realizzeremo 170 mila ingressi, in gran parte già realizzati, e ci riproponiamo la stessa cifra per il 2024. Miriamo a un apporto non solo quantitativo ma qualitativo”. In questo contesto arrivano i contratti di apprendistato. “L’apprendistato è il ponte, il raccordo tra il mondo delle università e quello delle organizzazioni: anche per la pubblica amministrazione. E uno strumento in uso nel privato, non vedo ragioni per non ricorrervi nella Pa”. Zangrillo ritiene di poter trasformare in contratti a tempo indeterminato tutte le posizioni che si riveleranno meritevoli “Il nostro auspicio è esattamente questo. E un’opportunità di valutare il merito. lo, che ho vissuto 30 anni in organizzazioni private, gli strumenti di flessibilità, quelli che qualcuno definisce in modo rozzo precariato, li ho sempre vissuti come un’opportunità. Un’occasione di formazione precoce anche per accorciare la distanza tra mondo della scuola e lavoro. Quando si accede a un contratto di apprendistato, l’ azienda fa un investimento e ha tutto l’interesse a confermarlo”.

Delors, Draghi: è stato il padre dell’Europa moderna

Delors, Draghi: è stato il padre dell’Europa modernaRoma, 27 dic. (askanews) – “Jacques Delors è stato il padre dell’Europa moderna. Dal Trattato di Maastricht agli Accordi di Schengen, ha presieduto a cambiamenti epocali che ancora oggi definiscono l’Unione Europea, il suo potenziale, le sue aspirazioni. Delors ha mostrato a generazioni di europei come si possano combinare idealismo e concretezza per costruire un’Europa più forte, più prospera, più giusta. Questo metodo, fatto di visione e pragmatismo, deve continuare a guidarci nelle sfide sempre più complesse che abbiamo davanti. Ai suoi cari, le mie più sentite condoglianze”. Lo afferma in una dichiarazione l’ex premier ed ex presidente della Bce Mario Draghi.