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Coppa Davis, Italia batte l’Argentina 2 a 1 e va in semifinale

Coppa Davis, Italia batte l’Argentina 2 a 1 e va in semifinaleRoma, 21 nov. (askanews) – L’Italia stacca il pass per le semifinali della Coppa Davis 2024. Gli azzurri hanno battuto in rimonta l’Argentina, conquistando il punto decisivo con il doppio Berrettini/Sinner. Per la prima volta insieme in Davis, il romano e l’altoatesino hanno battuto gli esperti doppisti argentini Gonzalez/Molteni con il punteggio di 6-4, 7-5.


Una partita perfetta degli azzurri che hanno dimostrato grande intesa, forza al servizio e qualità nel gioco a rete. L’Italia ribalta così una sfida iniziata male con il ko di Musetti con Cerundolo, ma poi proseguito con la vittoria di Sinner su Baez e quella del doppio. Sabato in semifinale gli azzurri affronteranno l’Australia.

Calcio, Guardiola firma un biennale con il Manchester City

Calcio, Guardiola firma un biennale con il Manchester CityRoma, 21 nov. (askanews) – Pep Guardiola continuerà a essere ancora l’allenatore del Manchester City. La notizia era nell’aria, ma adesso è anche ufficiale: il manager spagnolo ha firmato un contratto biennale con gli inglesi e rimarrà dunque fino al 2027 con gli Sky Blues. Di seguito il comunicato integrale e il post Instagram che la società lancia con questo slogan: “Non me ne vado, posso assicurarvelo. Il viaggio continua”.


“Pep Guardiola ha firmato un nuovo contratto biennale con il Manchester City. Con il nuovo accordo, il catalano avrà trascorso più di un decennio come allenatore del City. Il periodo di Guardiola al City è costellato di successi. Finora ha vinto 18 trofei importanti, tra cui sei titoli di Premier League e una UEFA Champions League. Con la vittoria della Premier League la scorsa stagione, il City è diventato la prima squadra maschile nella storia del calcio inglese a vincere quattro titoli consecutivi nella massima serie. E la stagione precedente aveva visto Guardiola guidare il City alla magnifica tripletta di Premier League, Champions League e FA Cup, in quella che è stata la stagione più importante nei nostri 130 anni di storia.


Sotto la sua guida, il City è diventato anche la prima squadra nella storia della Premier League a raggiungere i 100 punti in una singola stagione (2017/18) e la prima nel calcio inglese a vincere tutti e quattro i trofei nazionali (2018/19). Il suo record complessivo è notevole. In tutte le competizioni, ha vinto 353 delle 490 partite che ha supervisionato, il che gli ha dato una percentuale di vittorie eccezionale del 72%, con il City che ha segnato 1.200 gol durante quel periodo con una media di 2,45 gol a partita. Le 490 partite di Guardiola alla guida della squadra significano che solo Les McDowall, che ne ha gestite 587 tra il 1950 e il 1963, è davanti a Pep nella lista di tutti i tempi del Club con il maggior numero di partite gestite. Ora c’è la possibilità che Guardiola, l’allenatore più longevo della Premier League, superi il totale di McDowall prima della fine della prossima stagione, dato il nostro coinvolgimento nella Coppa del Mondo per Club FIFA di quest’estate negli Stati Uniti”.

Ue, Zingaretti (Pd): abbiamo rilanciato la maggioranza europeista

Ue, Zingaretti (Pd): abbiamo rilanciato la maggioranza europeistaBruxelles, 21 nov. (askanews) – I Socialisti e Democratici al Parlamento europeo si sono impegnati a far partire finalmente la nuova legislatura con il via libera alla nuova Commissione, rilanciando la ‘maggioranza europeista’ con il Ppe e i Liberali di Renew che ha sostenuto la piattaforma programmatica in base a cui, a luglio, è stata rieletta Ursula von der Leyen, spingendo il Ppe ad assumersi le sue responsabilità (anche se c’è poco da aver fiducia nella leadership di Manfred Weber), evitando che prendano il controllo le forze di destra che non credono all’Europa, e sapendo che questa battaglia dovrà essere combattuta ogni giorno, sui contenuti della legislazione europea.


E’, in sintesi, quanto ha detto il capo delegazione del Pd nel gruppo S&D al Parlamento europeo, Nicola Zingaretti, incontrando i giornalisti oggi a Bruxelles, il giorno dopo la lunga notte in cui finalmente sono stati tolti i veti incrociati che rischiavano di ritardare l’entrata in funzione della nuova Commissione europea, bloccando reciprocamente le valutazioni sulle audizioni di conferma dei suoi membri designati. Con lo sblocco delle audizioni, ‘ci siamo impegnati – ha esordito Zingaretti – a far partire la legislatura e a far vivere l’Europa, e stiamo combattendo per un obiettivo giusto: evitare che anche l’Europa cada nelle mani dell’estremismo di destra, soprattutto dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni negli Stati Uniti d’America. E sapendo – ha avvertito – che questa battaglia accompagnerà questa legislatura sui diversi dossier, e richiederà quotidianamente un impegno rigoroso nel merito dei voti e dei dossier che arriveranno al voto nelle commissioni del Parlamento europeo’.


Lo svolta ieri notte è stata possibile soprattutto perché c’era stato un accordo in serata fra i tre gruppi (Ppe, S&D, Renew) della ‘maggioranza europeista’, con il ‘patto’ politico in nove punti che riprendeva le ‘linee guida’ di luglio di von der Leyen, anche se poi si è discusso ancora per ore prima di poter sbloccare il via libera alla socialista spagnola Teresa Ribera e in parallelo al conservatore italiano Raffaele Fitto. ‘Ora vedremo se chi ha sottoscritto il patto di questa notte sarà coerente. Ma la condizione che noi avevamo posto è chiarissima, ed è l’impegno sottoscritto a realizzare i contenuti della piattaforma europeista del 18 luglio’.


L’Ecr, il gruppo conservatore a cui appartiene Fratelli d’Italia, non aveva sostenuto quel programma e non aveva votato per von der Leyen a luglio, ma ora vuole entrare nella maggioranza, e si appresta a votare (almeno lo ha annunciato la sua componente italiana) a favore della fiducia alla nuova Commissione, la settimana prossima a Strasburgo. I Conservatori sosterranno dunque la Commissione per attuare un programma contro cuo hanno votato.   ‘L’Ecr ha votato contro quella piattaforma, e quindi noi ora vigileremo per vedere se ci saranno contraddizioni. Che non saranno nostre: le contraddizioni di dire ‘sì’ alla Commissione ma non al programma che la sostiene non appartengono al campo delle forze del centro-sinistra’, ha puntualizzato Zingaretti. I Socialisti invece hanno sostenuto quel programma. ‘Lo abbiamo fatto – ha rivendicato il capo delegazione del Pd – perché crediamo che l’Europa ora deve muoversi in fretta, deve dare segnali al mondo, alla nuova Amministrazione americana che ha annunciato politiche contro l’Europa, nuovi dazi e il de-finanziamento di tutte le strutture internazionali del multilateralismo. Noi reputiamo questo indirizzo pericoloso per la pace, la stabilità e l’economia del mondo, e molto pericoloso per gli europei. Dobbiamo reagire’.


‘E vedremo – ha aggiunto Zingaretti – come si comporterà Giorgia Meloni, che non ha difeso l’Italia contro le ingerenze di Musk; come si comporterà con l’Europa, con Trump, o peggio con Elon Musk. Noi crediamo invece che l’Europa deve esistere e avviare una fase di coraggiose riforme e investimenti, deve cambiare e uscire dal torpore di questi anni. L’idea intergovernativa, delle nazioni che collaborano, è un impianto vecchio, inadeguato e sbagliato; ed è pericoloso per l’Italia perché noi abbiamo bisogno di un altro scenario’. ‘Sappiamo, purtroppo, che l’idea dell’Europa intergovernativa è l’impianto culturale delle forze politiche dell’ultradestra nazionalista presenti nel Parlamento europeo’. Ma nel quadro dell’attuale, violenta competizione globale, ‘sappiamo anche che è inadeguato, perché nessun paese europeo, e l’Italia in prima fila, con quell’impianto ha speranze di farcela’. ‘Dall’automotive al tema del Lavoro, dal rinnovamento del nostro sistema produttivo, alla difesa dei diritti, dal salto della rivoluzione digitale, al sostegno della transizione ecologica, e anche ad altri temi che noi vorremmo, come quello della ricerca medica, della medicina europea, del sistema formativo europeo: per tutti questi temi servono scelte coraggiose, di un’Europa che deve investire nel proprio futuro’, ha indicato Zingaretti. ‘Dobbiamo quindi – ha osservato -, soprattutto dopo quanto è avvenuto in queste settimane, uscire dalle banalizzazioni: non c’è più uno scontro tra due idee diverse di Europa; c’è uno scontro acceso tra chi l’Europa la vuole costruire, rilanciando il progetto europeo, e chi all’Europa non ci crede, a un’Europa federale come comunità che è presente nel mondo con delle sue politiche. È uno scontro durissimo, e la nostra strategia è di non fare mai nessun passo indietro, ma fino alla fine trovare tutti gli strumenti per far fare all’Europa dei passi in avanti’. ‘Perché noi – ha sottolineato Zingaretti – vogliamo riaccendere i motori di una speranza europea. E oggi, nelle condizioni date, questo significa provare a riaccendere i motori del ‘patto’ di luglio, che era già un compromesso, ma che è stato messo in discussione la scorsa settimana, nell’aula del Parlamento Europeo, sul Green Deal’, con il voto sul regolamento contro la deforestazione, che ha visto il Ppe proporre degli emendamenti per riaprire il testo legislativo già approvato e in vigore, e una maggioranza di comprendente i Conservatori e l’estrema destra approvare quegli emendamenti. ‘Quello che io vedo oggi – ha rilevato – è forse, finalmente, il ritorno qua dentro di uno scontro puramente politico, con due prospettive: chi vuole tornare indietro, chi vuole lasciare l’Italia da sola, chi segue e trasforma le paure in nazionalismo; e chi ha quelle paure vuole guardare combattendo corpo a corpo affinché l’Italia torni a essere un attore globale. Questo è accaduto in queste ore, fino a questa notte tardi’. Esponenti di Fdi e della maggioranza di governo hanno accusato il Pd di essere anti italiano, per non essersi smarcato dalla richiesta del gruppo S&D di togliere a Raffaele Fitto il ruolo di vicepresidente esecutivo della nuova Commissione, perché rappresenterebbe un riconoscimento formale dello spostamento a destra della maggioranza che sostiene von der Leyen.     Zingaretti ha definito ‘ridicole’ queste accuse ‘che ci sono state rivolte nelle ultime settimane, alle quali per carità di patria non ho replicato. La storia dice che in questo Parlamento Raffaele Fitto ha potuto svolgere un’audizione dialettica, sui contenuti, assolutamente rispettosa dell’Italia e del ruolo che ha l’Italia’. Invece, ‘immediatamente dopo è stata la candidata socialista spagnola Ribera che è stata aggredita politicamente dal Partito popolare europeo in una maniera non consona al rispetto che si deve avere dentro una coalizione’. Nei riguardi di Fitto, ‘il Partito Socialista europeo si è posto un grande tema, che però non è nostro, ma è una grande contraddizione, che rimane’: quella del gruppo Ecr, ‘di aver votato contro il programma europeista che sostiene questa piattaforma, per poi candidarsi ad attuare e realizzare quel programma. Io credo che segnalare nelle forme dovute l’esistenza di questa contraddizione non è assolutamente un problema’, ha precisato il capo delegazione del Pd. Invece, ha rilevato ancora Zingaretti, ‘è gravissimo che nessun membro italiano del Partito popolare europeo abbia detto che è una barbarie scrivere nei documenti ufficiali del Parlamento europeo che se una persona che ricopre il ruolo di commissario o di ministro riceve un avviso di garanzia si deve immediatamente dimettere, come è accaduto la notte scorsa’. Si tratta, ha denunciato il capo delegazione del Pd, di ‘follie che rinnegano la cultura garantista del Ppe, perché io non ho mai visto che si blocca la Commissione europea per chiedere che una commissaria, se ricevesse un avviso di garanzia, si dovrebbe immediatamente dimettere’. Il Ppe, in effetti, ha allegato all’approvazione formale della candidatura di Teresa Ribera nell’audizione di conferma, una ‘opinione di minoranza’ in cui chiede il suo impegno ‘a dimettersi immediatamente dal Collegio dei commissari nel caso in cui qualsiasi accusa o procedimento legale (‘legal charge or proceeding’, in inglese, ndr) sia avviato contro di lei, in relazione ai tragici eventi della Dana’, l’inondazione di Valencia.     Zingaretti ha poi dato un giudizio negativo piuttosto netto sulla gestione del Ppe da parte del suo presidente, il tedesco Manfred Weber. Weber ha spinto il suo gruppo a destra, sempre più vicino ai Conservatori, e mostra di non disdegnare persino l’appoggio dell’estrema destra, è utile per mettere in minoranza su certi temi specifici (oggi il Green Deal, domani l’immigrazione) le forze di centro sinistra, con cui pure aveva concordato il sostegno a von der Leyen a luglio.   ‘Il tema della nostra fiducia in Weber è marginale; il problema è la credibilità di Weber’, ha detto in risposta a una domanda su questo punto. ‘Se uno sottoscrive una cosa e poi non la rispetta, il problema non è coi Socialisti europei, il problema è suo, rispetto alla sua dignità politica e ai suoi elettori. Io non prenderei mai un assegno da una persona che firma gli assegni quando poi non onora i suoi impegni. Quindi noi sappiamo che c’è un enorme problema, e quello che abbiamo vissuto in questi mesi in queste due settimane (…) è l’esistenza di un gruppo popolare europeo totalmente dilaniato, ostaggio di gruppi nazionali (in particolare i Popolari spagnoli, ndr) che hanno sottoposto il Ppe a uno stress politico quotidiano, che l’ha fatto deragliare spesso nel corso della trattativa’, ha spiegato il capo delegazione del Pd. ‘Il problema qua dentro – ha insistito ZIngaretti – è proprio della leadership di quel Partito’, il Ppe, ‘che riesce a tenere insieme il suo gruppo europarlamentare solo scaricando sull’Europa le proprie contraddizioni’. E ha ricordato: ‘Quello che so io è che il documento che Weber ha sottoscritto contiene l’impegno a portare avanti, integrare e rilanciare l’accordo di luglio. Se manterrà o meno la promessa è un problema di cui dovrà rispondere agli europei, non a me. Io, com’è noto, ho fiducia in altri leader’. A un giornalista che notava, infine, il rischio che il gruppo socialista e democratico esca spaccato da questa vicenda, visto che alcune delegazioni nazionali potrebbero votare contro la fiducia alla nuova Commissione europea, la settimana prossima, il capo delegazione del Pd ha replicato: ‘Questo lo vedremo la prossima settimana, mancano sette giorni. C’è stato un dibattito durissimo, ora vedremo quale sarà l’esito del voto a Strasburgo’. Comunque, ha confermato Zingaretti, tutti e 21 gli eurodeputati del Pd voteranno la fiducia. ‘Certamente’, ha risposto alla domanda di un giornalista. ‘E io sono molto contento – ha aggiunto – dell’atmosfera, del clima e delle discussioni nella delegazione italiana, e del ruolo’ che la squadra del Pd ‘sta svolgendo in queste settimane, e che ha svolto anche la notte scorsa. Siamo una delegazione fortissima, con forti personalità, ma sempre di più, ogni giorno, con un forte spirito di coesione, che – ha concluso – è il valore aggiunto’.

Tennis, Italia-Argentina 0-1, Cerundolo batte Musetti

Tennis, Italia-Argentina 0-1, Cerundolo batte MusettiRoma, 21 nov. (askanews) – Parte in salita il quarto di finale di Davis per l’Italia. Cerundolo batte piuttosto nettamente Musetti 6-4, 6-1 e conquista il primo punto per l’Argentina. Partita da dimenticare per il toscano, che dopo aver ceduto per tre volte la battuta nel 1° set, si è squagliato nel 2° parziale a suon di errori non forzati (26 con soli 3 vincenti), condizionato anche da una resa insufficiente al servizio (48% di prime in campo). Ora tocca al numeri 1, Sinner-Baez, poi l’eventuale doppio.

Google, Dipartimento di Giustizia Usa vuole imporre lo spezzatino

Google, Dipartimento di Giustizia Usa vuole imporre lo spezzatinoRoma, 21 nov. (askanews) – Alphabet a picco in a Wall Street, il titolo della casa madre di Google crolla del 5,93% sul Nasdaq (a 166 dollari) dopo che il Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti ha chiesto a un tribunale di ordinare separazione e vendita di Chrome, il navigatore Internet di Google, ed eventualmente anche del sistema operativo per dispositivi mobili e smartphone Android.


Di fatto uno spezzatino del gigante Internet, che secondo la giustizia americana avrebbe creato un monopolio illegale nelle ricerche online a colpi di miliardi di dollari, utilizzati per stringere accordi con società di telecomunicazioni, sviluppatori di software e produttori di dispositivi, tra cui Apple. Al tribunale viene richiesto anche di imporre restrizioni su come Google allestisca i modelli sull’intelligenza artificiale. Secondo il Dipartimento di giustizia le pratiche seguite da Google impedirebbero una concorrenza paritetica nei settori in cui opera e “i rimedi – scrivono i procuratori al tribunale, secondo quanto riporta il Finacial Times – devono togliere a Google questi vantaggi”.


Radicalmente diversa, ovviamente, la posizione di Alphabet, secondo cui i “rimedi” richiesti dal Dipartimento di giustizia danneggerebbero gravemente i prodotti di Google e intaccherebbero i progressi fatti con gli investimenti sull’intelligenza artificiale. Secondo il gigante Internet il Dipartimento di giustizia “ha scelto di spingere con una agenda di interventismo radicale che danneggerebbe gli americani e la leadership globale americana” su queste tecnologie. La richiesta del Dipartimento di giustizia prevede di vietare del tutto a Google di operare nel settore dei browser Internet, impedendogli un reingresso per cinque anni dopo la vendita di Chrome. E secondo i procuratori del Department of Justice andrebbe vietato a Alphabet anche di effettuare investimenti su gruppi concorrenti nella ricerca Internet e/o su prodotti di intelligenza artificiale o tecnologie per gli annunci pubblicitari.


Una richiesta specifica riguarda l’ordine di interruzione degli accordi in base ai quali Google elargisce miliardi di dollari a controparti come Apple per fare sì che utilizzino Google come motore di ricerca preimpostato nei loro dispositivi mobili. Il quotidiano ricorda che Chrome è di gran lunga il browser più utilizzato a livello mondiale e che conta per circa i due terzi del mercato negli Stati. (fonte immagine: Google).

Rugby, il XV azzurro per la sfida agli All Blacks

Rugby, il XV azzurro per la sfida agli All BlacksRoma, 21 nov. (askanews) – Gonzalo Quesada, Commissario Tecnico della Nazionale Italiana Rugby Maschile, ha ufficializzato la formazione che affronterà la Nuova Zelanda sabato 23 novembre alle 21.10 all’Allianz Stadium di Torino, terzo ed ultimo Test Match per gli Azzurri nelle Vittoria Assicurazioni Autumn Nations Series. La partita sarà trasmessa in diretta su Sky Sport 1 e in chiaro su TV8.


Per il test-match con il XV neozelandese il CT argentino dell’Italia apporta sei cambi rispetto alla formazione vista dal primo minuto al “Ferraris”, riproponendo nella lista gara quattordici reduci dell”ultimo scontro diretto vinto dagli All Blacks lo scorso autunno a Lione nel terzo incontro della fase a gironi della Rugby World Cup “Francia 2023”. Capuozzo, completato il protocollo di rientro in campo, torna titolare nel ruolo di estremo sostituendo Gallagher nel triangolo allargato dove trovano conferma all”ala Trulla e Ioane. Invariata la coppa di centri maggiormente utilizzata da Quesada durante la propria gestione, con Menoncello a primo centro e Brex che, in maglia numero tredici, viene investito per la prima volta dei gradi di Capitano dell’Italia – rilevati a gara iniziata in tre precedenti – sostituendo l’infortunato Lamaro. In mediana si rivede la coppia titolare del test-match inaugurale d’autunno a Udine contro l’Argentina, con Paolo Garbisi che a soli 24 anni scende in campo per la quarantaduesima volta con la maglia numero dieci di apertura, affiancato in regia da Martin Page-Relo. In terza linea scenderanno in campo Vintcent, Zuliani e Negri mentre in seconda linea, insieme al Player of the Match di Genova Dino Lamb, rientra Ruzza costretto a saltare per un lieve problema fisico la sfida ai georgiani. Quesada cambia, infine, due terzi della prima linea, confermando il solo Fischetti sul lato sinistro dal primo minuto e riproponendo a destra Riccioni e Lucchesi come tallonatore titolare. In panchina cinque avanti – Nicotera, Spagnolo, Ferrari, Niccolò Cannone e Izekor, quest’ultimo per la prima volta a lista gara nella finestra internazionale di novembre – ed i trequarti Alessandro Garbisi, Marin e Zanon a completare la squadra azzurra.


Italia: Ange Capuozzo; Jacopo Trulla, Juan Ignacio Brex (capitano), Tommaso Menoncello, Monty Ioane; Paolo Garbisi, Martin Page-Relo; Ross Vintcent, Manuel Zuliani, Sebastian Negri; Dino Lamb, Federico Ruzza; Marco Riccioni, Gianmarco Lucchesi, Danilo Fischetti A disposizione: Giacomo Nicotera, Mirco Spagnolo, Simone Ferrari, Niccolò Cannone, Alessandro Izekor, Alessandro Garbisi, Leonardo Marin, Marco Zanon.

Golf, Trofeo Franco Chimenti: Bergamaschi resta da solo in vetta

Golf, Trofeo Franco Chimenti: Bergamaschi resta da solo in vettaRoma, 21 nov. (askanews) – Filippo Bergamaschi, con 138 (69 69 -6) colpi, è rimasto da solo al comando dopo il secondo giro del Campionato Nazionale Open/Trofeo Franco Chimenti, torneo in svolgimento sul percorso del Golf Nazionale (par 72) a Sutri (VT) dedicato allo storico presidente della Federazione Italiana Golf recentemente scomparso. Il leader, che nel 2016 ha già scritto il suo nome nell’albo d’oro della gara, ha un colpo di vantaggio su Luca Cianchetti (autore del miglior score di giornata), secondo con 139 (-5) e due lunghezze di margine su Michele Ortolani e Flavio Michetti, terzi con 140 (-4). Il campione in carica Enrico Di Nitto scende dalla vetta, ma resta in scia, quinto con 141 (-3) insieme agli amateur Bruno Frontero e Filippo Ponzano. Tra i protagonisti più attesi, Gregorio De Leo (talento emergente reduce dalla conquista della carta per il DP World Tour 2025) è ottavo con 143 (-1), mentre il veterano Lorenzo Gagli è decimo con 145 (+1).


Nell’84ª edizione del prestigioso evento, che conclude l’Italian Pro Tour 2024, il circuito delle gare nazionali e internazionali organizzato dalla FIG, con il supporto dell’Official Advisor Infront Italy, il taglio è caduto dieci colpi sopra il par e ha lasciato in gara 55 giocatori. Spazio ora ai due round finali che si prevedono molto combattuti con una classifica corta e in grado di riservare ancora sorprese. Con soli 8 giocatori sotto al par, infatti, il percorso del Golf Nazionale si conferma molto impegnativo.

”Roma Arte in Nuvola”: domani al via la quarta edizione

”Roma Arte in Nuvola”: domani al via la quarta edizioneMilano, 21 nov. (askanews) – Roma si prepara ad accogliere da domani venerdì 22 fino a domenica 24 novembre la quarta edizione di Roma Arte in Nuvola, uno degli appuntamenti più attesi nel panorama dell’arte moderna e contemporanea nazionale e internazionale, ideata e diretta da Alessandro Nicosia, prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con la direzione artistica di Adriana Polveroni e promossa con Eur S.p.A. Un vero e proprio hub artistico a tutto tondo, dove artisti, gallerie, appassionati, insieme alle grandi istituzioni, anch’esse parte attiva nella programmazione della manifestazione, si incontrano per offrire un’esperienza nelle molteplici anime della creatività all’interno di una location esclusiva: la Nuvola.


In questo scenario d’eccezione si trova di tutto, 140 gallerie nazionali e internazionali, nuovi approcci alla realtà e un tuffo nel magma dell’arte contemporanea, un caleidoscopio di forme e colori, un’immersione giocosa nell’arredo estetico e concettuale nel nostro presente, qui è viva e presente la definizione che “L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni” (P. Picasso). Nel percorso di crescita della fiera sempre in divenire – che quest’anno vedrà protagonista il Portogallo come Paese ospite – si affiancano eventi collaterali che animeranno i corridoi della Nuvola, arricchendo l’esperienza di questa nuova edizione. Eccellenza e attenzione allo sviluppo culturale del territorio sono la conferma delle collaborazioni istituzionali con il Ministero della Cultura, la Direzione Generale Creatività Contemporanea, con la Fondazione MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, con l’Istituto centrale per la grafica, con la Direzione generale Archivi e il Museo delle Civiltà, fino alla Regione Lazio e Roma Capitale; main sponsor Banca Ifis che, per l’occasione, allestirà uno spazio dedicato ad Antonio Canova esponendo 12 busti inediti del maestro veneziano, recentemente ritrovati e restaurati grazie al supporto di Ifis art.


Roma Arte in Nuvola 2024 sarà un’occasione unica per intraprendere un viaggio emozionante tra le migliori proposte artistiche e le nuove avanguardie in grado di catturare l’interesse non solo di addetti ai lavori, ma anche di un pubblico di giovani neofiti attirati dalla scoperta di un nuovo modo di intendere l’arte.

Centrosinistra, Conte: noi progressisti, non sotto ala protettiva Pd

Centrosinistra, Conte: noi progressisti, non sotto ala protettiva PdRoma, 21 nov. (askanews) – Sui rapporti fra il Movimento 5 stelle e il Pd “ci sono anche dei quesiti offerti al voto dei singoli iscritti, che riguardano le alleanze, il collocamento…”. Lo ha detto Giuseppe Conte, leader del M5s, nel corso della registrazione di Dritto e rovescio, in onda in prima serata su Rete4.


“Credo di rappresentare una comunità matura, una forza sana, che si rende conto – ha proseguito – che c’è da lavorare sui territori, che si rende conto della difficoltà del Paese. Una comunità che vuole reagire, più attiva che mai, e credo che si renda conto che abbiamo fatto un percorso, autodefinendoci una forza progressista. Una scelta di campo che non significa collocarci sotto l’ala protettiva del Pd, assolutamente no. Il nostro dna è condurre le nostre battaglie. Alcune volte ci ritroviamo con altre forze del campo progressista, altre volte siamo molto distanti, ad esempio sulle armi all’Ucraina. E su tantissime altre questioni faremo il nostro percorso”.

Dollaro ancora in rally, euro giù a 1,0472 a minimi oltre un anno

Dollaro ancora in rally, euro giù a 1,0472 a minimi oltre un annoRoma, 21 nov. (askanews) – Il dollaro torna a galoppare sul mercato dei cambi, sempre sferzato dalla svolta attesa con la nuova amministrazione statunitense, che dal 20 gennaio passerà a Donald Trump. Ma al tempo steso a sostenere il biglietto verde è la prospettiva che proprio questa svolta porti la Federal Reserve ad una maggiore cautela nella sua manovra di tagli dei tassi di interesse. Nel pomeriggio l’euro cade a 1,0472 sul biglietto verde, ai minimi dagli inizi del 3 ottobre dello scorso anno.