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Else edizioni: le cartoline di natale di Armin Greder

Else edizioni: le cartoline di natale di Armin GrederRoma, 13 dic. (askanews) – Ogni anno Armin Greder invia a una piccola schiera di amici sparsi per il mondo la sua cartolina di Natale. Il suo dono natalizio è un invito a rimanere vicini e a non smettere di pensare al reale con spirito critico, ironico e autoironico. Nel suo stile caustico Armin ritrae uno dei rituali più contraddittori della nostra epoca e delle nostre civiltà uniformemente consumistiche e ipocrite senza rinunciare a uno sguardo sull’umano partecipe e in fondo portatore di speranza per il cambiamento.

Sabato 16 dicembre 2023 dalle 19 alle 22 – scrive Else – avremo la possibilità di incontrarlo, di sfogliare i suoi libri, pubblicati in Italia da Orecchio Acerbo e Else Edizioni, e di ritrovare alcune delle sue cartoline in una mostra che sarà accompagnata da un disegno murale realizzato da Armin Greder per l’occasione. Vi aspettiamo insieme a Mook e Orecchio Acerbo da TOOL laboratori del dire fare e costruire in via Taranto 96/d – Roma Metro A – Re di Roma | Metro C – Lodi

“Sono nato nel 1942 in Svizzera, in una piccola città in cui i nomi delle strade sono scritti in tedesco e in francese, e dove non sai quale delle due lingue usare per rivolgerti a chi sta dietro al bancone del negozio. A scuola la mia materia preferita era educazione artistica, fino a quando non hanno cominciato a dirmi come dovevo disegnare. Al secondo posto c’era ginnastica, perché eri autorizzato a gridare giocando a pallone. A scuola nessuno mi ha insegnato a scrivere, ma solo come detestare la grammatica. E la poesia era qualcosa quasi senza senso, di solito era lunga e da imparare a memoria. Solo più tardi, quando ho disimparato abbastanza, ho capito che la lingua non è il suono che fai quando parli, ma qualcosa che rende tangibili i tuoi pensieri.” Armin Greder è fumettista, graphic designer e illustratore. È emigrato in Australia nel 1971, dove ha insegnato design e illustrazione al Queensland College of Art. Al suo lavoro sono state dedicate numerose mostre personali e collettive dalla Germania fino al Giappone. Nel 1996, ha ricevuto il Bologna Ragazzi Award e l’IBBY Honour List con “The Great Bear” di Libby Gleeson (Scholastic Press). Con Libby Gleeson ha pubblicato anche “Big dog” (1991), “Sleep time” (1993), “The princess and the perfect dish” (1995) e “An ordinary day” (2001). “Thie Insel” (“L’isola” orecchio acerbo, 2008) pubblicato da Sauerlander nel 2002, è il libro di cui per la prima volta è anche autore dei testi. È tradotto in moltissime lingue e ha ricevuto premi in tutto il mondo. Nel catalogo di Orecchio Acerbo anche “La città” (2009), “Gli stranieri” (2012), “Italia A/Z” con Goffredo Fofi (2015), “Il serpente tanto solo” (2016) “Mediterraneo” (2017), “C’erano tutti nella grande aia” su testo di Nino De Vita (2018), “Diamanti” (2020), “L’eredità” (2021) e “Notizario” (2023). Nel catalogo di Else Edizioni, “Work – il lavoro dalla A alla Z” (2014), “Lemming” (2016), “Gli uccelli” (2017), “Tango” e “Noi e loro” (2018).

Papa Francesco: la mia tomba preparata a Santa Maria Maggiore

Papa Francesco: la mia tomba preparata a Santa Maria MaggioreRoma, 13 dic. (askanews) – Papa Francesco vorrebbe essere sepolto non a San Pietro, in Vaticano, ma la sua tomba è già preparata nella Basilica di Santa Maria Maggiore, una delle quattro basiliche papali di Roma (tra le zone extraterritoriali della Santa Sede), che già conserva le spoglie di cinque papi: Pio V, Sisto V, Clemente XIII, Paolo V e Clemente IX.

Lo ha spiegato lo stesso Bergoglio in un’intervista esclusiva all’emittente tv messicana N+: il Papa, ha scritto su X la giornalista di N+ che ha realizzato l’intervista, “ha rivelato di aver preparato la sua tomba nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la sua grande devozione alla Vergine Salus Popoli Romani”, l’icona bizantina raffigurante la Madonna col Bambino che si trova proprio nella Cappella Paolina di Santa Maria Maggiore. Bergoglio ha anche rivelato che “sta semplificando il rito dei funerali papali” e che quando arrivano la vecchiaia e i limiti bisogna prepararsi: quindi ha incontrato il cerimoniere per semplificare il funerale papale, che sarà molto più semplice. “Il nuovo rito sarà il mio primo”, ha detto con senso dell’umorismo.

Nell’intervista a N+ il Papa ha comunque ribadito – a mo’ di battuta – che “per il momento” non ha in mente di dimettersi, spiegando di ascoltare queste illazioni “con molta simpatia. L’esempio di Benedetto mi fa bene, ma chiedo al Signore di poter dire basta, in qualsiasi momento, ma quando Lui vuole”, ha concluso il Papa.

M.O., Assemblea Onu approva risoluzione cessate fuoco con 153 voti

M.O., Assemblea Onu approva risoluzione cessate fuoco con 153 votiRoma, 12 dic. (askanews) – L’Assemblea generale dell’Onu ha approvato una risoluzione per un cessate il fuoco umanitario nella Striscia di Gaza con 153 voti a favore, 10 contrari e 23 astensioni.

La risoluzione, non vincolante, chiede un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza, il rilascio di tutti gli ostaggi e l’accesso umanitario nell’enclave palestinese. L’approvazione è avvenuta dopo che l’Assemblea ha respinto due emendamenti, presentati da Austria e Stati Uniti, che chiedevano di condannare il gruppo estremista palestinese Hamas per gli attacchi del 7 ottobre.

Austria, Stati Uniti e Israele hanno votato contro la risoluzione. L’Italia si è astenuta, come la Germania, il Regno Unito, l’Olanda, la Bulgaria, la Romania, la Slovacchia, l’Ungheria e l’Ucraina.

Meloni scivola su Draghi e attacca Conte:ok a Mes nelle tenebre

Meloni scivola su Draghi e attacca Conte:ok a Mes nelle tenebreRoma, 12 dic. (askanews) – L’impegno a ratificare il Mes è stato preso dal governo Conte “senza che ne avesse il potere” e con “il favore delle tenebre”. Arriva nella replica alla Camera, dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, l’attacco frontale di Giorgia Meloni a Giuseppe Conte.

Meloni parte dalle accuse di Elly Schlein, che chiama “il segretario” del Pd salvo poi scusarsi e passare a “segretaria” dopo le proteste dei deputati Dem. “Ieri – argomenta – diceva che stiamo bloccando tutta l’Europa. A parte che il Mes può essere utilizzato” e “stiamo bloccando semmai il nuovo Mes”, ma “la lettura della segretaria Schlein ha un fondo di verità. L’Italia si è impegnata sulla modifica del trattato” ma “quando l’Italia ha detto sì alla modifica di questo Trattato?” E’ stato fatto, accusa alzando la voce, dal governo di Giuseppe Conte “senza mandato parlamentare, un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari correnti”, “senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani, e con il favore delle tenebre”. Le parole di Meloni scatenano la reazione dei pentastellati, con il presidente della Camera Lorenzo Fontana costretto a richiamare più volte all’ordine, ma la premier non rinuncia ad altre ‘punzecchiature’ contro il Movimento, quando replica a chi la critica per la telefonata dei comici russi ma “ha creduto a un partito fondato da un comico”. Sul Mes Conte, intervenendo in Aula, respinge al mittente le parole di Meloni: “Quando parla di Mes – attacca – diventa paonazza, scomposta, si agita, forse perchè il Mes è stato introdotto in Italia nell’agosto 2011, governo Berlusconi 4, ministro della gioventù Giorgia Meloni. Eravate sempre gli stessi, come si permette di venire a dire che abbiamo fatto qualcosa in modo non trasparente?”. E poi il leader M5s accusa l’esecutivo di “degrado istituzionale” tornando a chiedere di “adottare provvedimenti” nei confronti di Santanchè, Delmastro, Sgarbi. Del resto – ironizza – ora che “è anche Natale potete vedervi in famiglia con sua sorella e suo cognato e decidere”.

In Aula interviene anche Schlein, che inizia con “una frase semplice che rappresenta la precondizione dell’essere qui insieme: viva l’italia antifascista. Sentite come suona bene, la consiglierei anche alla presidente Meloni, che dovrebbe dirla con noi”. La leader Dem incalza poi sugli “alleati sbagliati”, a partire dal leader di Vox Abascal che “sarà ad Atreju: lo apprendiamo da un servizio del Tg1 degno del Minculpop. Dirà anche ad Atreju che Sanchez va appeso per i piedi? Lo chiediamo perché Meloni non ha detto nulla su quelle parole”. Scontro politico a parte, nel giorno in cui la premier deve convocare i capigruppo di maggioranza per sollecitare a “fare presto” nell’iter – al momento rallentato – della manovra (che potrebbe essere approvata con fiducia alla Camera il 29 dicembre), Meloni dedica ampio spazio delle sue comunicazioni alla riforma del Patto di Stabilità. L’Italia, sottolinea, lavora da mesi “in condizioni negoziali non semplici” per “bilanciare l’elemento della solidità dei bilanci nazionali e sostenibilità dei loro debiti pubblici, con l’imprescindibile elemento della crescita e del sostegno agli investimenti”. E il Paese, rivendica, è ancora “in partita” perchè “tutti a Bruxelles hanno capito che la posizione del governo non si basa sul classico ‘tiriamo a campare’ ma su una politica di bilancio seria e rigorosa”. Dunque l’Italia “non chiede una modifica delle regole per poter spendere senza freni” ma perchè “il contesto in cui ci troviamo è ancora un contesto eccezionale e sono quindi necessarie regole adeguate”. La strada però – ammette – è ancora in salita, con posizioni “molto distanti”, e allora il sì di Roma non è scontato. “L’unica cosa che non sono disposta a fare – ribadisce – è dare il mio assenso a una riforma del Patto che non questo governo ma nessun governo italiano potrebbe in futuro rispettare”, dunque intende “condurre questa trattativa nel modo più serio possibile non anteponendo il mio interesse personale sapendo che se non si arrivasse a una soluzione verremmo accusati di essere isolati ma io preferisco essere accusata di essere isolata piuttosto che di aver svenduto l’Italia come capitato ad altri”.

La replica della premier vede anche uno ‘scivolone’, poi corretto, su Mario Draghi (che Emmanuel Macron vorrebbe alla guida della Commissione Ue). In Aula, Meloni sottolinea che “si è dato grande rilievo al fatto che del mio predecessore c’era una foto in treno verso Kiev. Mi pare chiaro che la politica estera per qualcuno erano fotografie anche quando non si portava a casa niente”. Parole che l’opposizione stigmatizza, tanto che la presidente del Consiglio è costretta a precisare: “Non è un attacco a Draghi ma al Partito democratico che come al solito pensa che tutto il lavoro che il presidente del Consiglio Draghi ha fatto si riassuma nella fotografia con Francia e Germania. Non è la foto con Macron e Scholz che determina il lavoro di Draghi. Lui non c’entra niente, anzi ho rispettato la sua fermezza di fronte alle difficoltà che aveva nella sua maggioranza. Il suo lavoro non si può risolvere in una fotografia accanto ai leader di Parigi e Berlino”.

Mes, Conte a Meloni: lo approva o no? La ratifica la decide lei

Mes, Conte a Meloni: lo approva o no? La ratifica la decide leiRoma, 12 dic. (askanews) – “Il Mes è un argomento che suona comico. La presidente Meloni quando parla di Mes diventa paonazza, si agita, è scomposta. Forse perché il Mes è stato introdotto nell’agosto 2011, governo Berlusconi, ministro della Gioventù Giorgia Meloni… Eravate sempre gli stessi. Come si permette di venire a dire che abbiamo fatto qualcosa non in modo trasparente”. Lo ha detto il leader M5s Giuseppe Conte parlando in aula dopo le comunicazioni della presidente del Consiglio alla viglia del Consiglio europeo.

“La ratifica la decide lei. Di cosa ha paura? Ci faccia sapere: l’approva o non l’approva? Non è più tempo di scaricare sugli altri, assumetevi le vostre responsabilità. La credibilità del governo dipende dalla coerenza”.

Ue,Meloni: non ho attaccato Draghi ma Pd, rispetto sua fermezza

Ue,Meloni: non ho attaccato Draghi ma Pd, rispetto sua fermezzaRoma, 12 dic. (askanews) – Il mio “non è un attacco a Draghi ma al Partito democratico che come al solito pensa che tutto il lavoro che il presidente del Consiglio Draghi ha fatto si riassuma nella fotografia con Francia e Germania. Non è la foto con Macron e Scholz che determina il lavoro di Draghi. Lui non c’entra niente, anzi ho rispettato la sua fermezza di fronte alle difficoltà che aveva nella sua maggioranza. Il suo lavoro non si può risolvere in una fotografia accanto ai leader di Parigi e Berlino”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intercettata dai cronisti a margine del dibattito in aula sul prossimo Consiglio europeo.

Meloni attacca Draghi: la politica estera non è fare foto e non portare a casa niente

Meloni attacca Draghi: la politica estera non è fare foto e non portare a casa nienteMilano, 12 dic. (askanews) – Giorgia Meloni proverà a convincere Orbàn sulla questione dell’ingresso nella Ue dell’Ucraina, e può provarci “perchè io dialogo con tutti”. Lo ha rivendicato la stessa presidente del Consiglio, nella replica alla Camera sul punto sollevato da Lia Quartapelle che chiedeva di “scegliere tra Zelensky e Orbàn”.

Ribatte così Meloni: “Le posizioni di Orbàn le conosco bee, le mie posizioni sono differenti e l’ho dimostrato. Non so quanto sulle convinzioni di Orbàn incida anche una rigidità che la Commissione Ue ha dimostrato verso l’Ungheria, penso al blocco delle risorse Pnrr. Farò quello che posso per consentire che si facciano passi in avanti, ma se posso fare la mia parte – sottolinea Meloni – è proprio perché riesco a fare la mia parte. Che vuol dire in politica estera ‘scelga’? La politica per me è saper dialogare, con tutti, e credo sia anche il modo per dare all’Italia un ruolo da protagonista”. E poi attacca: “Si è dato grande rilievo per il fatto che il mio predecessore (Draghi, ndr) c’era in una foto in treno verso Kiev. Mi pare chiaro che la politica estera per qualcuno erano fotografie anche quando non si portava a casa niente, ma per le la politica estera non sono fotografie, per la Ue non è a 3 ma a 27; e si parla con tutti i 27 membri: riesco a parlare con Germania, Francia e pure con l’Ungheria e credo di fare bene così il mio mestiere”.

Mes, Meloni: impegno su Mes firmato da governo Conte dopo dimissioni

Mes, Meloni: impegno su Mes firmato da governo Conte dopo dimissioniMilano, 12 dic. (askanews) – L’impegno a ratificare le modifiche al trattato del Mes, che ora “ci mette in una condizione difficile”, è stato preso “dal governo Conte, senza mandato parlamentare, un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari corrente, dando mandato a un ambasciatore, mandato firmato dall’allora ministro Esteri Di Maio, senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani, e con il favore delle tenebre. E allora forse è oggi che bisogna guardare in faccia gli italiani e spiegargli come sono andate le cose”. Lo ha detto in aula alla Camera la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, citando una frase dell’allora premier Giusepe Conte che appunto aveva espresso le sue riserve sul Mes assicurando che un’eventuale decisione non sarebbe stata presa “col favore delle tenebre”.

Meloni parte dalle accuse di Schlein, che chiama “il segretario” salvo poi scusarsi e passare a “segretaria” dopo le proteste dei deputati del Pd: “Ieri diceva che stiamo bloccando tutta l’Europa. A parte che il Mes può essere utilizzato, non secondo le modifiche del trattato: stiamo bloccando semmai il nuovo Mes, non il Mes che c’è. Ma la lettura della segretaria Schlein ha un fondo di verità. L’Italia si è impegnata sulla modifica del trattato, si è impegnata con altri 18 Paesi che partecipano al Mes, che hanno ratificato in Parlamento la modifica del trattato e noi questo passaggio ancora non lo abbiamo fatto. Ma quando l’Italia ha detto sì alla modifica di questo Trattato? Io ricordo che nel 2019 l’ultimo mandato parlamentare che sul Mes c’è stato prima di quesllo ricevuto da questo governo, impegnava l’allora governo Conte a non ratificare la modifica del trattato, a non dare l’assenso. E ricordo anche una memorabile conferenza stampa di Conte che a chi lo accusava di aver dato l’assenso rispondeva orgoglioso che questo governon o lavora col favore delle tenebre e ribadiva che se ne sarebbe parlato in parlamento”.

Meloni: tassa società energetiche immutata, non facciamo sconti

Meloni: tassa società energetiche immutata, non facciamo scontiRoma, 12 dic. (askanews) – “E’ una fake news quella delle risorse che non sarebbero state prese dalle società energetiche: la tassa è immutata, l’incasso non è ridotto. Semplicemente l’ultima rata della tassazione 2023 sarà versata nel 2024 anche perchè nel 2023 ringraziando Dio gli introiti sono stati superiori a quelli preventivati. Sconti non ne facciamo, sono stati altri a farli”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica alla Camera dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

Ue, Meloni: non posso dare assenso se Patto non si può rispettare

Ue, Meloni: non posso dare assenso se Patto non si può rispettareRoma, 12 dic. (askanews) – Sul Patto di Stabilità “l’unica cosa che non sono disposta a fare è dare il mio assenso a una riforma del Patto che non questo governo ma nessun governo italiano potrebbe in futuro rispettare” dunque intendo “condurre questa trattativa nel modo più serio possibile non anteponendo il mio interesse personale sapendo che se non si arrivasse a una soluzione verremmo accusati di essere isolati ma io preferisco essere accusata di essere isolata piuttosto che di aver svenduto l’Italia come capitato ad altri”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica alla Camera dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

“La trattativa – ha aggiunto – è serrata, si parte da posizioni tra loro molto distanti. La posizione definitiva dell’Italia andrà presa quando sapremo esattamente dove si è fermata la trattativa. Continuiamo a lavorare per quella che per noi è la priorità ma non è solo un interesse italiano: riconoscere il valore degli investimenti su scelte strategiche non aiuta solo gli Stati che hanno fatto gli investimenti ma anche l’Ue a saper stare in questo tempo, in cui la competitività di altri grandi attori internazionali aumenta. Pensiamo che con la posizione italiana si stia anche difendendo un’Europa che sulle grandi scelte strategiche è un po’ mancata in passato e può recuperare le mancanze. Faremo del nostro meglio per ottenere la migliore delle soluzioni possibili con un approccio costruttivo e programmatico, in cui dobbiamo tenere aperte tutte le opzioni”.