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Governo, colloquio Meloni-Salvini: sintonia su obiettivi legislatura

Governo, colloquio Meloni-Salvini: sintonia su obiettivi legislaturaMilano, 6 dic. (askanews) – Al termine della riunione sul Pnrr ha avuto luogo un colloquio tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini a Palazzo Chigi. La presidente del Consiglio e il vice premier, riferiscono qualificate fonti di governo, “si sono intrattenuti per un’ora nello studio della premier, in un clima come sempre amichevole”, riconfermando la “piena sintonia” per raggiungere “tutti gli obiettivi del programma”.

Il colloquio, proseguono le stesse fonti, “è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione politica (oggi Meloni ha parlato a Rtl 102.5 e Salvini ha scritto una lettera al Corriere della Sera), e aggiornarsi sui principali dossier. È confermata la piena sintonia per raggiungere tutti gli obiettivi del programma elettorale con l’ambizione di rivincere le elezioni Politiche al termine della scadenza naturale della legislatura”.

Mattarella: servono iniziative urgenti per invertire gli effetti della crisi climatica

Mattarella: servono iniziative urgenti per invertire gli effetti della crisi climaticaSan Marino, 6 dic. (askanews) – “Guardiamo con grave preoccupazione all’emergenza climatica che colpisce con particolare violenza la nostra regione mediterranea, con fenomeni climatici estremi che stanno gravemente danneggiando il nostro ecosistema e minacciando il nostro stile di vita”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’intervento in occasione della visita di Stato a San Marino.

Il capo dello Stato ha ricordato “le vittime della tragica alluvione che ha colpito i territori dell’Emilia Romagna, tanto vicini alla vostra Repubblica, e vorrei qui ringraziare San Marino e la sua protezione civile per la fattiva solidarietà dimostrata in quell’occasione”. “Insieme ai Presidenti dei Paesi del Mediterraneo che fanno parte del gruppo Arraiolos, abbiamo rivolto un appello all’azione, affinché si adottino iniziative urgenti ed efficaci per arrestare e invertire gli effetti della crisi climatica – ha ricordato -. È un appello che rinnovo anche in quest’occasione a San Marino, Paese mediterraneo come il nostro e anch’esso colpito dalla crisi climatica, perché si possa insieme lavorare a livello locale, nazionale ed internazionale, guardando ad esempio alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop 28) – che proprio in questi giorni si sta svolgendo a Dubai – e alla prossima Presidenza italiana del G7, che intendiamo impiegare anche per mantenere alta l’attenzione su questa emergenza”.

Calcio, la Finanza nella sede del Verona: ipotesi frode fiscale

Calcio, la Finanza nella sede del Verona: ipotesi frode fiscaleRoma, 6 dic. (askanews) – La Guardia di Finanza in queste ore sta effettuando perquisizioni nella sede dell’Hellas Verona, club che milita nella Serie A, una delle società coinvolte in un’indagine su sponsorizzazioni ottenute mediante fatture false emesse da una società ‘cartiera’. Lo riferisce Sky Sport. L’inchiesta ribattezzata ‘Operazione Cyrano’ – diretta dalla Procura di Reggio Emilia e condotta da Guardia di Finanza e polizia di Stato – vede 26 persone indagate a vario titolo, di cui 22 interessati anche da perquisizioni e sequestri in varie regioni del Nord e Centro Italia. Stando a quanto accertato dagli inquirenti, si tratta di una presunta maxi frode fiscale da dieci milioni di euro.

Identificati e arrestati due dei complici dell’evasione di Artem Uss

Identificati e arrestati due dei complici dell’evasione di Artem UssMilano, 6 dic. (askanews) – Due sono già stati catturati, gli altri 3 sono stati individuati e per loro le manette potrebbero scattare nelle prossime ore. Le indagini della procura di Milano sull’evasione di Artem Uss, l’uomo d’affari russo arrestato a Malpensa nell’ottobre 2022 su richiesta delle autorità Usa che lo accusano di spionaggio e poi fuggito da Basiglio, comune dell’hinterland milanese, dove si trovava agli arresti domiciliari in attesa dell’estradizione negli Stati Uniti, hanno portato a un importante risultato investigativo.

Gli inquirenti, coordinati dal pm Giovanni Tarzia, hanno individuato tutti i componenti del “commando” che avrebbe aiutato Uss a fuggire dall’Italia attraverso la frontiera slovena. Le indagini si concentrano ora su altri fiancheggiatori che in qualche modo potrebbero aver favorito la fuga dell’imprenditore russo: è infatti già emerso “il coinvolgimento di altre persone, alcune individuate, altre no”, ma per il momento “non abbiamo evidenza” del coinvolgimento di servizi segreti russi, ha sottolineato il procuratore di Milano, Marcello Viola, in conferenza stampa. Le manette sono scattate ai polsi di due bosniaci, padre e figlio: il primo, Vladimir, è stato individuato e catturato in Croazia con un’operazione che ha visto il coinvoltimento diretto dell’Fbi. Il figlio Boris è stato invece preso a Desenzano sul Garda e, come hanno sottolineato gli inquirenti, “non è ancora stato interrogato”. Una fuga “ampiamente pianificata e programmata”, ha sottolineato ancora il capo della procura di Milano, come testimoniato dai 5 sopralluoghi effettuati dagli indagati nell’abitazione di Uss nei giorni precedenti all’evasione che poi sarebbero rientrati a Desenzano “ogni volta con percorsi alternativi”. L’allarme del braccialetto elettronico scattò nel tardo pomeriggio del 22 marzo scorso. Quando i carabinieri si presentarono a Borgo Vione, residenza di Uss, in cas la tv era accesa, e la lavatrice funzionante, tanto che in una prima fase si era pensato a un malore e, una volta accertato che la casa era vuota, a un sequestro di persona. Non era la prima volta che scattava l’allarme del braccialetto elettronico. “Ci sono stati 124 allarmi in 79 giorni – ha sottolineato il pm Tarzia – Abbiamo ricostruito i motivi di questi allarmi: 7 volte nel giro di due giorni per problemi elettrici del dispositivo, una ventina che riteniamo prove in vista della fuga, mentre in tutte le altre situazioni il problema riguardava la comunicazione tra braccialetto e la base”.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Uss sarebbe fuggito a bordo di una Fiat Bravo accompagnata da un “convoglio” composto da altre 3 auto, due Volvo e un’Audi. Prima del confine con la slovenia, attraversato al varco di Gorizia, c’è stato un cambio di autovettura: la Bravo non ha mai lasciato il territorio italiano. Stando a quanto ricostruito, solo le tre auto “pulite” avrebbero attraversato la confine, con Uss che molto probabilmente era a bordo di una delle due Volvo. Nelle indagini, condotte attraverso l’analisi di milioni di tabulati, servizi di osservazione, di controllo e di pedinamento, attività tecnica di intercettazione, analisi valutarie e l’ascolto di numerosi testimoni, oltre all’ufficio cooperazione del ministero della Giustizia, sono stati coinvolte molte agenzie straniere, come Eurojust, Interpol, Fbi, il procuratore del distretto orientale di NewYork e il dipartimento di giustizia Usa. Alcuni degli indagati hanno precedenti contro il patrimonio. I beni detenuti da Uss (oltre al villino di Cascina Vione, le quote di una società di Sassari schermata da un trust di Cipro e un conto corrente) sono stati “congelati” dalla Guardia di Finanza. La moglie dell’uomo d’affari russo non è per il momento coinvolta dalle indagini che, come hanno sottolineato in più occasione gli inquirenti milanesi, “sono ancora in corso”.

Secondo l’Istat il rischio povertà o esclusione colpisce il 28,8% dei minori under 16

Secondo l’Istat il rischio povertà o esclusione colpisce il 28,8% dei minori under 16Roma, 6 dic. (askanews) – Nel 2022, il rischio di povertà o esclusione sociale colpisce il 28,8% dei bambini e ragazzi di età inferiore a 16 anni, a fronte del 24,4% del totale della popolazione. I minori sono più svantaggiati quando risiedono nel Sud e nelle Isole (46,6%), rispetto al Centro (21,4%) e al Nord (18,3%). E’ quanto emerge da una nota dell’Istat sulle condizioni di vita dei minori di 16 anni, elaborati in base all’Indagine annuale 2022 su Reddito e condizioni di vita e ad uno specifico approfondimento condotto nel 2021 nell’ambito della stessa Indagine. Sono da segnalare importanti differenze per i minori di 16 anni in termini di rischio di povertà o esclusione sociale tra le famiglie monogenitore (39,1%) e le coppie con figli minori (27,2%). In particolare, l’indicatore raggiunge il 41,3% quando in famiglia è presente solamente la madre, mentre è pari al 27,6% per le famiglie monogenitore uomo. Il rischio aumenta al crescere del numero di figli minori in famiglia: per le famiglie monogenitore è pari a 37,3% se vi è un solo figlio minore e a 40,8% se ve ne sono almeno due; per le coppie con un figlio l’indicatore scende al 21,7% e per quelle con due o più figli è pari al 29,6%. I minori di cittadinanza straniera mostrano un rischio di povertà o esclusione sociale pari a 41,5%, valore superiore di quasi 15 punti percentuali rispetto al dato dei coetanei di cittadinanza italiana (26,9%). Questa differenza raggiunge il suo massimo nel Mezzogiorno, dove il rischio di povertà o esclusione sociale è pari rispettivamente a 89,2% e 45,4%; nel Nord, il dato per i minori di cittadinanza straniera è in linea con quello nazionale (41,1%) mentre il valore per i coetanei di cittadinanza italiana è molto contenuto (13,4%).

Nel 2022, le famiglie che si trovano nella prima fase del ciclo di vita, quella in cui sono presenti figli minori, si trovano più spesso a vivere in abitazioni di proprietà gravate da un mutuo (26,3%), con una quota pari a più del doppio di quella misurata sul totale delle famiglie (12,1%). La situazione si inverte nel caso di abitazioni di proprietà senza mutuo (39,3% delle famiglie in cui è presente almeno un minore, a fronte del 59,4%). Le famiglie con almeno un minore vivono più spesso anche in abitazioni in affitto (23,8% contro il 19,6% del totale delle famiglie). Le famiglie monogenitore donna con almeno un minore di 16 anni vivono più frequentemente in un’abitazione in affitto (31,0% ) rispetto al caso in cui il genitore sia il padre (26,8%); si rileva una situazione analoga anche per le abitazioni in usufrutto o in uso gratuito (20,9% a fronte di 8,2%).

Le famiglie con almeno un minore di 16 anni lamentano una carenza di spazio nell’abitazione in percentuale più elevata (11,0%) rispetto al totale delle famiglie (7,9%). Questo problema strutturale si traduce in condizioni di sovraffollamento più frequenti rispetto al totale delle famiglie (36,1%, contro 17,9%). Nel 2021, anno nel quale sono state raccolte informazioni per valutare eventuali situazioni di criticità specifiche per i minori di 16 anni, il 13,5% dei bambini e ragazzi con meno di 16 anni risulta in condizione di deprivazione materiale e sociale specifica, ovvero presenta almeno tre segnali di deprivazione tra i 17 previsti segnatamente per i minori. Il valore italiano è in linea con quello della media europea; i Paesi con le condizioni meno favorevoli per i minori di 16 anni sono Romania (42,5%), Bulgaria (36,5%) e Grecia (33,9%); viceversa, i Paesi dove l’indicatore presenta i valori più bassi sono Slovenia (2,9%), Svezia (3,5%) e Finlandia (3,7%).

In Italia, gli item di deprivazione più frequenti sono non potersi permettere di “sostituire mobili danneggiati con altri in buono stato” (88,6% dei minori deprivati), di trascorrere “almeno una settimana di vacanza all’anno lontano da casa” (81,3%) e di svolgere regolarmente “attività di svago fuori casa” (58,4%). Nel 2021 il 4,9% dei minori di 16 anni vive in una famiglia che ha sperimentato difficoltà economiche tali da impedire l’acquisto del cibo necessario; la quota sale al 7,0% nel Mezzogiorno. Inoltre, il 2,5% dei minori di 16 anni non consuma almeno un pasto proteico al giorno perché la famiglia non può permetterselo. L’incapacità da parte della famiglia di sostenere le spese per un pasto proteico al giorno oppure l’incapacità di affrontare le spese per comprare il cibo necessario delinea una condizione di deprivazione alimentare, che nel 2021 interessa il 5,9% dei minori di 16 anni (6,2% nel Nord, 2,5% nel Centro e 7,6% nel Mezzogiorno).

Il governo ha comunicato alla Cina l’uscita dalla “Via della seta”

Il governo ha comunicato alla Cina l’uscita dalla “Via della seta”Roma, 6 dic. (askanews) – Il ministero degli Esteri ha comunicato all’ambasciata della Repubblica Popolare cinese la decisione di non rinnovare il Memorandum sulla Via della Seta. Dunque, secondo quanto si apprende, non sarà estesa l’intesa oltre il termine previsto del 22 marzo 2024. Però, si precisa nella lettera, viene ribadita la volontà di rafforzare e sviluppare la “collaborazione bilaterale” a mutuo beneficio dei due Paesi. Interpellate sulla questione, fonti di Palazzo Chigi si limitano a un “no comment”.

Il padre di Giulia: perdonare Filippo Turetta sarà difficile

Il padre di Giulia: perdonare Filippo Turetta sarà difficileRoma, 6 dic. (askanews) – “Non si può mettere da parte la rabbia quando la rabbia non c’è. C’è dolore. E si riesce a trasformarlo in qualcosa di positivo solo attraversandolo, non evitandolo. È quello che ho imparato ahimè sulla mia pelle con Monica, quando è mancato mio padre, e adesso con Giulia. Non lo so se riuscirò a perdonare Filippo, sarà difficile, neanche Gesù ha perdonato i suoi carnefici, ha chiesto a Dio di farlo”. Così Gino Cecchettin a Storie Italiane su Rai1.

“Spero solo si renda conto di quello che ha fatto, e magari un giorno possa dare lui dei messaggi ad altre persone che potrebbero avere le stesse difficoltà. Ai suoi genitori do un grande abbraccio perché forse io ritornerò a fare un sorriso, loro faranno molta più fatica, quindi hanno tutta la mia comprensione e il mio sostegno”, ha detto papà Gino. “Stavo andando in ufficio, quindi si riinizia dalla normalità”, ha detto ancora, “ho portato Davide a scuola e vado al lavoro cercando di fare qualcosina, e piano piano di riprendermi la vita. Ovviamente Giulia sarà sempre nei nostri pensieri, in ogni momento. Mi avevano già confermato la laurea, aspettiamo il momento più opportuno per andare a ritirarla, perché lei l’aveva meritata fino alla fine. Ieri, vedendo tutta quella gente ho sentito un brivido dentro perché Giulia è arrivata in ogni casa d’Italia con un messaggio positivo, ho sentito l’amore, è stato bello e mi sono emozionato. Io sono uno che cerca di guardare al futuro facendo tesoro del passato. Il passato non si cambia, quello che possiamo cambiare è il futuro, e c’è tanta strada da fare. Ieri, a poche ore dal discorso che ho fatto chiedendo agli uomini di fare un esame di coscienza, ho letto la notizia di una partita di basket, del torneo di Davide e quindi la sento come una cosa ancora più vicina, dove c’è stato un comportamento scorretto da parte di un genitore. Ecco, dobbiamo partire da lì. Mi ha fatto molto piacere sentire le parole del Ministro dell’Istruzione sul discorso nelle scuole. Significa che probabilmente è un discorso che ha centrato i punti, il messaggio è passato ed è stato un passaggio positivo, accolto positivamente dal governo. Il fatto che ci fosse anche un Ministro, Nordio, è stato un buon messaggio”.

Cecchettin ha anche parlato dell’abbraccio con il papà di Chiara Gualzetti e dell’impegno contro la violenza di genere: “E’ un papà che ha vissuto la mia stessa storia a parti inverse, lui prima ha perso la figlia poi la moglie. Lui adesso è solo perché non aveva altri figli e ho sentito il suo abbraccio arrivarmi dentro e lo sentirò nei prossimi giorni per dargli il mio sostegno perché lui ha bisogno e un po’ di forza. La nostra battaglia contro la violenza di genere andrà avanti, faremo sicuramente qualcosa, non so dire cosa, adesso sto ancora vivendo il mio dolore, non riesco ancora dormire”, ha concluso.

Governo comunica a Cina uscita da Via della Seta

Governo comunica a Cina uscita da Via della SetaRoma, 6 dic. (askanews) – Il ministero degli Esteri ha comunicato all’ambasciata della Repubblica Popolare cinese la decisione di non rinnovare il Memorandum sulla Via della Seta.

Dunque, secondo quanto si apprende, non sarà estesa l’intesa oltre il termine previsto del 22 marzo 2024. Però, si precisa nella lettera, viene ribadita la volontà di rafforzare e sviluppare la “collaborazione bilaterale” a mutuo beneficio dei due Paesi. Interpellate sulla questione, fonti di Palazzo Chigi si limitano a un “no comment”.

La Camera ha approvato la proposta di legge sul salario minimo. In aula bagarre e scambio d’accuse

La Camera ha approvato la proposta di legge sul salario minimo. In aula bagarre e scambio d’accuseRoma, 6 dic. (askanews) – Via libera dell’aula di Montecitorio – con 153 voti a favore, 118 contrari e 3 astenuti – alla proposta di legge che affida al governo la delega per un’equa retribuzione. Il testo, presentato mesi fa dalle opposizioni, che faceva riferimento a un salario minimo di 9 euro all’ora, è stato messo da parte e per questo ieri i partiti di opposizione hanno ritirato la propria firma dal provvedimento. Ma la tensione si è sentita anche stamani nell’emiciclo della Camera con il presidente di turno Fabio Rampelli costretto a sospendere i lavori per alcuni minuti prima del voto del provvedimento che ora passa all’esame del Senato. Di primo mattino, in una intervista radiofonica, la premier Giorgia Meloni aveva detto la sua: “M5s e Pd ci dicono che il salario minimo è l’unica cosa da fare in Italia ma in 10 anni che sono stati al governo non gli è mai venuto in mente di farlo”.

Alla Camera la segretaria del Pd Elly Schlein ha accusato il governo Meloni di essersi messo “dalla parte degli sfruttatori e non degli sfruttati”, di colpire “i poveri e non la povertà” concludendo quasi con un’anatema: “Avete la rabbia di milioni di italiani che vedono calpestata la loro dignità, non dovete giustificarvi qui dentro, in Parlamento, ma fuori, nelle piazze. Voi oggi avete perso”. Pronta la replica di Fratelli d’Italia con il deputato Walter Rizzetto, secondo il quale “il vero capo dell’opposizione in questo paese non è il presidente Conte nè la segretaria Schlein ma Landini”. “Faremo in sei mesi quello che voi non avete fatto in dodici anni”, ha rilanciato Rizzetto rivolgendosi poi direttamente ai banchi del Pd: “Collega Scotto dite che vi troveremo ovunque ma in commissione non vi abbiamo trovato”. A questo punto dai banchi dell’opposizione i deputati hanno iniziato a urlare “Vergogna, vergogna” e a rumoreggiare – mentre la maggioranza applaudiva l’esponente di Fratelli d’Italia – e molti deputati del Pd e delle altre opposizioni hanno mostrato in Aula cartelli di protesta con le scritte “Sfruttamento legalizzato”, “Salario minimo negato”, “Non in nostro nome”. Sinistra italiana ha voltato le spalle in Aula per simboleggiare il governo che volta le spalle ai lavoratori. Per sedare gli animi la seduta è stata interrotta e poi si è passati al voto.

Salario minimo, Camera approva. Opposizioni attaccano, bagarre in Aula

Salario minimo, Camera approva. Opposizioni attaccano, bagarre in AulaRoma, 6 dic. (askanews) – Via libera dell’aula di Montecitorio – con 153 voti a favore, 118 contrari e 3 astenuti – alla proposta di legge che affida al governo la delega per un’equa retribuzione. Il testo, presentato mesi fa dalle opposizioni, che faceva riferimento a un salario minimo di 9 euro all’ora, è stato messo da parte e per questo i partiti di opposizione hanno ritirato la propria firma dal provvedimento. Ma la tensione si è sentita anche stamani nell’emiciclo della Camera con il presidente di turno Fabio Rampelli costretto a sospendere i lavori per alcuni minuti prima del voto del provvedimento che ora passa all’esame del Senato. Di primo mattino, in una intervista radiofonica, la premier Giorgia Meloni aveva detto la sua: “M5s e Pd ci dicono che il salario minimo è l’unica cosa da fare in Italia ma in 10 anni che sono stati al governo non gli è mai venuto in mente di farlo”.

Alla Camera la segretaria del Pd Elly Schlein ha accusato il governo Meloni di essersi messo “dalla parte degli sfruttatori e non degli sfruttati”, di colpire “i poveri e non la povertà” concludendo quasi con un’anatema: “Avete la rabbia di milioni di italiani che vedono calpestata la loro dignità, non dovete giustificarvi qui dentro, in Parlamento, ma fuori, nelle piazze. Voi oggi avete perso”. Pronta la replica di Fratelli d’Italia con il deputato Walter Rizzetto, secondo il quale “il vero capo dell’opposizione in questo paese non è il presidente Conte nè la segretaria Schlein ma Landini”. “Faremo in sei mesi quello che voi non avete fatto in dodici anni”, ha rilanciato Rizzetto rivolgendosi poi direttamente ai banchi del Pd: “Collega Scotto dite che vi troveremo ovunque ma in commissione non vi abbiamo trovato”. A questo punto dai banchi dell’opposizione i deputati hanno iniziato a urlare “Vergogna, vergogna” e a rumoreggiare – mentre la maggioranza applaudiva l’esponente di Fratelli d’Italia – e molti deputati del Pd e delle altre opposizioni hanno mostrato in Aula cartelli di protesta con le scritte “Sfruttamento legalizzato”, “Salario minimo negato”, “Non in nostro nome”. Sinistra italiana ha voltato le spalle in Aula per simboleggiare il governo che volta le spalle ai lavoratori. Per sedare gli animi la seduta è stata interrotta e poi si è passati al voto.