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Tennis, Italia vince la Coppa Davis dopo 47 anni con un SuperSinner

Tennis, Italia vince la Coppa Davis dopo 47 anni con un SuperSinnerRoma, 26 nov. (askanews) – L’Italia torna a vincere la coppa Davis dopo 47 anni. Allora era in Cile con Pietrangeli capitano non giocatore, Panatta, Bertolucci, Zugarelli, Barazzutti in campo. Oggi è Volandri che siede in panchina con lui Arnaldi, Musetti, Sonego ed un grandissimo Sinner (con Berrettini a sostenere la squadra) a conquistare l’insalatiera d’argento che mancava da troppo tempo.

Se Arnaldi è stato sulle montagne russe per battere Popyrin nel primo singolare della finale di Malaga contro l’Australia; per Jannik Sinner è stata una passeggiata superare De Minaur e portare l’insalatiera in Italia. 6-3, 6-0 in 1h22′ di gioco per l’altoatesino in un match che ha avuto storia soltanto nel primo gioco vinto all’australiano a zero. Carburazione lenta per l’azzurro che mette le cose in chiaro nel secondo gioco e fa il break nel terzo. Sinner vola fino al 5-3, poi piazza il 6-3 in 45′. Un parziale con poche difficoltà per l’azzurro che ha strappato due volte il servizio all’australiano. Nel secondo parziale tutto facile. In poco più di venti minuti (1h13′ di gioco in totale) siamo 5-0. Panatta, moschettiere di Davis, nel preparatita lo aveva detto: “lo prenderà a pallate” e così è stato. Nel sesto game De Minaur salva due match point. Al terzo crolla.

Alemanno e Rizzo: ‘liberi’ di stare insieme, per l’Indipendenza

Alemanno e Rizzo: ‘liberi’ di stare insieme, per l’IndipendenzaRoma, 26 nov. (askanews) – Gianni Alemanno e Marco Rizzo si scambiano parole di riconoscimento reciproco a sugello di un’alleanza che, dicono loro, “sorprende” perchè “fa paura ai potenti” del momento e al “mainstream”. Un’alleanza dove le parole d’ordine sono sulla guerra (e la pace) e sul conflitto sociale, che punta all’indipendenza dell’Italia “che deve riprendersi le chiavi di casa”. E che guarda a un mondo fuori dal ‘giogo’ di Bruxelles e degli Stati Uniti, contrastando le “multinazionali” e difendendo la “classe operaia”.

Nel secondo giorno del Forum organizzato da Alemanno, che ha tenuto a battesimo il suo nuovo partito ‘Indipendenza!’, parte ufficialmente un cammino comune perché sono “liberi” di farlo, puntualizzano i due in occasione della tavola rotonda su ‘Pace e mondo multipolare. Stop al massacro di Gaza. Difendere i diritti di tutti i popoli’. E se l’uno cita “Giorgio Almirante”, l’altro cita “Vladimir Il’ic” (Lenin). E se il primo ricorda che il suo partito ‘Indipendenza!’ sarà sul fronte dei “valori” il “più a destra di tutti”, il secondo non si scompone e risponde ai cronisti: “il conflitto principale è quello tra capitale e lavoro. Poi ci sono cose laterali. Certamente sull’utero in affitto, sull’idea di insegnare non so quale sessualità ai bambini di tre anni, anche io non sono d’accordo. A me questo mondo di fighetti, della sinistra radical chic, non mi interessa”, sottolinea.

“Con Rizzo ci sono anche cose che ci dividono, ma abbiamo detto le stesse cose”, esordisce Alemanno riferendosi alla Palestina (alla tavola rotonda c’è il sindaco di Betlemme che porta in dono le sciarpe con i disegni della Kefiah e la bandiera della Palestina libera che tutti i relatori indossano mentre la platea grida: “Palestina libera”), alle armi in Ucraina e alla lotta “trasversale” sugli “assetti sociali” contro i ‘poteri forti’. Il neo-segretario di ‘Indipendenza!’ parla della “saldatura tra classe media e classe popolare”, il comunista e fondatore di ‘Democrazia sovrana popolare’ della “classe operaia”, delle “persone che vivono del proprio lavoro” che devono “unirsi” per riprendersi il “futuro”.

“Su questo dialogo tra noi e loro tante cose sono state dette – dice l’ex sindaco di Roma – si è parlato dei rosso-bruni, dei fascio-comunisti, sorprendetevi se volete ma quello che stiamo facendo è batterci per i valori fondamentali della Costituzione italiana: il lavoro e la sovranità popolare”. Una Carta che è frutto della “cultura comunista e cattolica, ma anche, attraverso l’umanesimo del lavoro, di Giovanni Gentile”, cultura “di cui non rinneghiamo una virgola”, e non è “casuale” che “oggi possiamo parlare con Marco Rizzo e Francesco Toscano (l’altro fondatore di Democrazia sovrana popolare a fianco di Rizzo)”. Comune e a tratti speculare l’attacco alla Premier Giorgia Meloni e alla segretaria del Pd Elly Schlein. Per entrambi dicono le “stesse cose” sulle “cose essenziali”. “Stavamo nelle stesse sezioni, Meloni bussava alla porta e Simone di Stefano (ex CasaPound con Alemanno nel nuovo partito) l’ha fatta entrare” e oggi lei commette “errori ingiustificabili” e fa il “governo più atlantista nella storia d’Italia”. Mentre “noi portiamo la tradizione, l’onore della destra sociale, il movimento nazional-popolare, le nostre radici, le portiamo fuori dal recinto di centro destra”.

E Rizzo: “mi chiedevano una sorta di autorizzazione per venire qua. Chi mi doveva autorizzare, la Schlein? Una signora che mi ha insegnato” una parola “armocromia. Io sono stato aggredito da quelli che chiamavamo i fasci, l’ultima volta ho rischiato tanto e spero che non siano qui. Erano gli anni ’70 e spero che quegli anni non tornino più ma da questi fighetti della finta sinistra io non ricevo nessuna autorizzazione”. “E’ bastata una tavola rotonda per suscitare tanto scalpore, vuol dire che anche solo alcune considerazioni sulla situazione esistente, con voci libere, li spaventa da morire. Hanno paura”. Le cose, prosegue, sono “cambiate radicalmente, oggi il tema della guerra e della pace fa sì che noi siamo seduti a questo tavolo”. “Noi vogliamo un’Italia indipendente che non faccia parte della Nato, dell’Unione europea, che non sia sotto la dittatura dell’euro e dell’Oms”, ancora Rizzo. La due giorni di ‘Indipendenza!’, con il suo logo circolare con sfondo blu e il tricolore, è terminata. Alemanno è stato eletto segretario, Massimo Arlechino presidente. Vicepresidenti: Marcello Taglialatela (ex parlamentare di An e Fdi), Simone Di Stefano (ex CasaPound, leader del movimento Exit-Sovranita confluito in ‘Indipendenza’), Chicco Costini (medico, responsabile dell’associazione Area Rieti, ex assessore comunale An), l’avvocato Luigia Passaro (ex iscritta al Partito Comunista di Marco Rizzo), vicesegretario con delega giovanile Nicola Colosimo (leader del Movimento Magnitudo). Mentre Marco Rizzo annuncia per “gennaio” il congresso di ‘Democrazia sovrana popolare’, non è ancora dato sapere se ‘Indipendenza!’ si misurerà alle prossime Europee: l’assemblea su questo non si è espressa, contrariamente agli annunci della vigilia. L’attività politica dell’ex sindaco di Roma dovrà dividersi con i servizi sociali che gli sono stati concessi dal giudice di sorveglianza in seguito alla condanna a un anno e dieci mesi per traffico di influenze illecite che gli è stata inflitta, in via definitiva, in uno dei processi nati dall’indagine ‘Mondo di mezzo’.

Sinistra italiana con la novità Vendola. Fratoianni: le opposizioni marcino insieme

Sinistra italiana con la novità Vendola. Fratoianni: le opposizioni marcino insiemePerugia, 26 nov. (askanews) – Nichi Vendola torna alla “politica attiva”: lo rivendica lui stesso, dopo che il terzo congresso nazionale di Sinistra italiana gli tributa un lungo e affettuoso applauso e lo acclama presidente, su proposta del segretario riconfermato del partito, Nicola Fratoianni. Ma, avverte Vendola, “non mi candido a niente”. “Vendola ha scelto di non misurarsi con le istituzioni in questa fase, fino a quando non avrà definito nel modo migliore, e certamente sarà così, una vicenda giudiziaria che lo riguarda”, precisa poi lo stesso Nicola Fratoianni facendo riferimento alla condanna in primo grado inflitta a Taranto all’ex presidente della Regione Puglia nel processo “Ambiente svenduto” per le vicende che riguardano l’impianto siderurgico dell’ex Ilva.

Messa in campo una novità di un qualche significato per l’elettorato di riferimento, e dando per acquisito il fecondo dialogo con Cgil e Uil, che al congresso sono stati rappresentati dai loro leader Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, Fratoianni rivendica la “maturazione” del suo partito. Ma anche “l’autorevolezza” dimostrata, paradossalmente, nel momento di maggiore frizione con uno degli ospiti delle assise: la nervosa reazione della platea, nella giornata di sabato, alle parole del segretario confederale della Cisl Andrea Cuccello contro lo sciopero proclamato da Cgil e Uil per contestare la manovra economica del Governo. “Quando non sei autorevole, questo tipo di inviti non li accettano, e se li accettano vengono a dire qualche parola formale. Se vengono a dire cose che sanno che non ci piacciono, è un riconoscimento per la nostra crescita”, afferma. Chiudendo il congresso con un intervento a braccio meno impegnativo e ambizioso della lunga relazione introduttiva con la quale lo aveva aperto, Fratoianni rilancia quella mobilitazione unitaria delle opposizioni sulla quale ha ricevuto molti sorrisi e qualche “ni” dai suoi interlocutori. Più freddi Carlo Calenda leader di Azione e Riccardo Magi di +Europa, più disponibili ma senza slanci operativi i leader di Ps e M5S, Elly Schlein e Giuseppe Conte, questi ultimi comunque presenti al congresso e applauditi dalla platea. “Lo ripeto: andremo avanti, proporremo – annuncia Fratoianni – di incontrarci per una mobilitazione unitaria sul salario minimo, contro l’autonomia differenziata che terremota un Paese già rotto e contro il premierato. La domanda è semplice, su queste tre questioni possiamo farla una manifestazione unitaria?”. A parte qualche scaramuccia con la minoranza in fase di approvazione dei documenti politici (ma il rapporto di circa nove delegati a uno consente al segretario e ai suoi di superare agevolmente le secche procedurali), il congresso si conclude in modo sereno e con una determinazione di fondo: alle europee, dove ci si conta con il sistema proporzionale e non ci sono meccanismi di coalizione, Sinistra italiana andrà per riconfermare la lista unitaria Alleanza Verdi Sinistra. Il patto con Angelo Bonelli regge, anzi Fratoianni in più di una occasione lo indica come asse delle strategie elettorali del partito. Se regge anche l’equilibrio con il leader ritrovato Vendola, una figura che non si può certo immaginare relegata a tagliare nastri in qualche remota sezione di paese, per il nuovo/vecchio segretario si apre ora la partita per consolidare la forza elettorale di Sinistra italiana: come per tutti i partiti medio-piccoli, si lavora con la minaccia dello sbarramento elettorale, che per le europee è fissato al momento nel 4 per cento dei consensi. AVS alla Camera nelle elezioni politiche del settembre 2022 ha raccolto il 3,5 per cento.

Si con la novità Vendola. Fratoianni: opposizioni marcino insieme

Si con la novità Vendola. Fratoianni: opposizioni marcino insiemePerugia, 26 nov. (askanews) – Nichi Vendola torna alla “politica attiva”: lo rivendica lui stesso, dopo che il terzo congresso nazionale di Sinistra italiana gli tributa un lungo e affettuoso applauso e lo acclama presidente, su proposta del segretario riconfermato del partito, Nicola Fratoianni. Ma, avverte Vendola, “non mi candido a niente”. “Vendola ha scelto di non misurarsi con le istituzioni in questa fase, fino a quando non avrà definito nel modo migliore, e certamente sarà così, una vicenda giudiziaria che lo riguarda”, precisa poi lo stesso Nicola Fratoianni facendo riferimento alla condanna in primo grado inflitta a Taranto all’ex presidente della Regione Puglia nel processo “Ambiente svenduto” per le vicende che riguardano l’impianto siderurgico dell’ex Ilva.

Messa in campo una novità di un qualche significato per l’elettorato di riferimento, e dando per acquisito il fecondo dialogo con Cgil e Uil, che al congresso sono stati rappresentati dai loro leader Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, Fratoianni rivendica la “maturazione” del suo partito. Ma anche “l’autorevolezza” dimostrata, paradossalmente, nel momento di maggiore frizione con uno degli ospiti delle assise: la nervosa reazione della platea, nella giornata di sabato, alle parole del segretario confederale della Cisl Andrea Cuccello contro lo sciopero proclamato da Cgil e Uil per contestare la manovra economica del Governo. “Quando non sei autorevole, questo tipo di inviti non li accettano, e se li accettano vengono a dire qualche parola formale. Se vengono a dire cose che sanno che non ci piacciono, è un riconoscimento per la nostra crescita”, afferma. Chiudendo il congresso con un intervento a braccio meno impegnativo e ambizioso della lunga relazione introduttiva con la quale lo aveva aperto, Fratoianni rilancia quella mobilitazione unitaria delle opposizioni sulla quale ha ricevuto molti sorrisi e qualche “ni” dai suoi interlocutori. Più freddi Carlo Calenda leader di Azione e Riccardo Magi di +Europa, più disponibili ma senza slanci operativi i leader di Ps e M5S, Elly Schlein e Giuseppe Conte, questi ultimi comunque presenti al congresso e applauditi dalla platea. “Lo ripeto: andremo avanti, proporremo – annuncia Fratoianni – di incontrarci per una mobilitazione unitaria sul salario minimo, contro l’autonomia differenziata che terremota un Paese già rotto e contro il premierato. La domanda è semplice, su queste tre questioni possiamo farla una manifestazione unitaria?”.

A parte qualche scaramuccia con la minoranza in fase di approvazione dei documenti politici (ma il rapporto di circa nove delegati a uno consente al segretario e ai suoi di superare agevolmente le secche procedurali), il congresso si conclude in modo sereno e con una determinazione di fondo: alle europee, dove ci si conta con il sistema proporzionale e non ci sono meccanismi di coalizione, Sinistra italiana andrà per riconfermare la lista unitaria Alleanza Verdi Sinistra. Il patto con Angelo Bonelli regge, anzi Fratoianni in più di una occasione lo indica come asse delle strategie elettorali del partito. Se regge anche l’equilibrio con il leader ritrovato Vendola, una figura che non si può certo immaginare relegata a tagliare nastri in qualche remota sezione di paese, per il nuovo/vecchio segretario si apre ora la partita per consolidare la forza elettorale di Sinistra italiana: come per tutti i partiti medio-piccoli, si lavora con la minaccia dello sbarramento elettorale, che per le europee è fissato al momento nel 4 per cento dei consensi. AVS alla Camera nelle elezioni politiche del settembre 2022 ha raccolto il 3,5 per cento.

Giustizia, l’Anm esprime preoccupazione per gli attacchi di esponenti del governo

Giustizia, l’Anm esprime preoccupazione per gli attacchi di esponenti del governoRoma, 26 nov. (askanews) – L’assemblea nazionale dell’Anm rinnova, in una mozione unitaria, la sua forte preoccupazione per gli attacchi alla giurisdizione da parte di alcuni esponenti di governo in occasione dell’emissione dei primi provvedimenti applicativi della nuova legge in materia di protezione internazionale.

I provvedimenti giurisdizionali possono essere certamente criticati per il loro contenuto e il loro percorso motivazionale – si legge nella mozione dell’Associazione nazionale magistrati – “ma non è accettabile che vengano espressi giudizi sulla vita del magistrato che li ha emessi, ricostruendo con indagini mirate il suo passato. Va respinto con forza il tentativo di spostare l’attenzione dal contenuto giuridico del provvedimento alla persona del giudice che lo ha emesso. L’indipendenza della funzione giurisdizionale è il fondamento di una moderna democrazia liberale”. “Siamo consapevoli – si legge nella mozione unitaria dell’Anm – dell’importanza del tema dell’imparzialità della magistratura, oggetto del prossimo congresso e continueremo a richiedere alle altre istituzioni serietà, equilibrio e continenza al fine di garantire l’indipendenza della funzione giurisdizionale. L’assemblea dell’ANM: “auspica la celere trattazione della pratica a tutela dei colleghi; propone, al fine di dare contenuto allo stato di agitazione già deliberato, le seguenti iniziative, finanziate da fondi stanziati da parte dell’ANM e specificamente finalizzati all’attivitàÌ di informazione sul territorio mediante la realizzazione di eventi con taglio divulgativo sul ruolo costituzionale della magistratura organizzando: – un evento di rilievo entro il mese di marzo da realizzarsi in contemporanea in tutti gli uffici giudiziari (dovranno seguire, sempre su base sezionale e sotto-sezionale entro l’estate, un ciclo di seminari di almeno tre incontri); – un evento conclusivo organizzato dagli organi centrali dell’ANM, con la collaborazione degli organi territoriali”.

“Gli eventi – continua la mozione – dovranno essere videoregistrati e, previo montaggio, diffusi sui social; istituzione di una Commissione Centrale e di Commissioni Territoriali (composte da membri delle Ges e delle Sotto-sezioni) con il compito di monitorare il dibattito pubblico in materia di giustizia e di predisporre dei format a tema – da replicare negli uffici giudiziari del distretto -, individuando i possibili ospiti; istituzione a livello centrale di una Commissione mista composta da magistrati ed esperti in social media che si occupi di seguire il dibattito pubblico in materia di giustizia e realizzi dei contenuti social volti a spiegare il ruolo costituzionale della magistratura e a rendere comprensibili le questioni giuridiche concernenti temi che hanno suscitato particolare clamore (i contenuti potranno essere scelti anche su indicazione degli organi territoriali dell’ANM)”.

Formula1, Ad Abu Dhabi vince Verstappen, Leclerc spledido secondo

Formula1, Ad Abu Dhabi vince Verstappen, Leclerc spledido secondoRoma, 26 nov. (askanews) – Il Mondiale di Formula Uno 2023 si chiude, sostanzialmente, come è proseguito lungo tutto il corso dell’anno, ovvero con un trionfo di Max Verstappen. Il tre volte campione del mondo ha vinto il Gran Premio di Abu Dhabi, ventiduesimo appuntamento della stagione, suggellando una annata irripetibile. Sul tracciato di Yas Marina il portacolori del team Red Bull ha conquistato la 19a vittoria del suo 2023 e la numero 54 della carriera. Max Verstappen ha tagliato il traguardo di Yas Marina con un margine ampissimo su Charles Leclerc (Ferrari) di 17.9 secondi, mentre completa il podio un solidissimo George Russell (Mercedes) a 20.3. Quarto un penalizzato Sergio Perez (Red Bull) a 21.4, quinto Lando Norris (McLaren) a 24.2. Non conclude la gara Carlos Sainz (Ferrari) dopo un Gran Premio sempre nella coda del gruppo e nemmeno aiutato da una strategia efficace. La Mercedes ha mantenuto 3 punticini di margine sul team di Maranello.

 

MotoGP, Bagnaia trionfa a Valencia ed è campione del mondo

MotoGP, Bagnaia trionfa a Valencia ed è campione del mondoRoma, 26 nov. (askanews) – C’è il sigillo di Pecco Bagnaia nell’ultimo Gp della stagione del motomondiale. A Valencia il pilota Ducati doveva difendere 14 punti da Jorge Martin il che significava non andare oltre del quinto posto. Il campione del mondo in carica non si è accontentato. Fuori Martin dopo sei giri si è andato a prendere anche Valencia conquistando il Gp con 120 millesimi di vantaggio su Fabrizio Di Giannantonio e .400 su Zarco. Poi Binder, Marquez, Fernandez, Morbidelli, Espargaro, Marini e Vinales.

Primi giri agitati quelli del GP di Valencia. Sul circuito dedicato a Ricardo Tormo, Jorge Martin è finito fuori gara dopo un contatto con Marc MArquez e, nei fatti, ha consegnato il secondo titolo mondiale consecutivo a Francesco Bagnaia. Troppa la foga dell’iberico, non in grado di gestire la pressione di una corsa così importante. Scattato dalla pole-position per la penalità a Maverick Vinales, Bagnaia si è portato subito in testa e Martin si è messo in marcatura del centauro italiano. Nel secondo giro, l’iberico ha azzardato una frenata troppo profonda in curva-1, con il rischio di tamponare Pecco. Rientrato in pista in maniera anche un po’ scriteriata, Martin si è trovato in ottava posizione. In scia alla Honda di Marc Marquez il crash nella quinta tornata: altra frenata super azzardata di Martin in curva-4 e tamponamento chiaro ai danni di Marc. Da quel momento in poi a Bagnaia basta controllare. Prima scivola di posizioni, poi risale fino alla terza piazza. Caduta di Miller alla curva 10, adesso Bagnaia è in prima posizione. Al sedicesimo giro caduta di Miller alla curva 10, Bagnaia è in prima posizione. Da quel momento la cavalcata vincente sino al termine.

MotoGP, Martin cade. Pecco Bagnaia campione del mondo

MotoGP, Martin cade. Pecco Bagnaia campione del mondoRoma, 26 nov. (askanews) – Jorge Martin cade al settimo giorno del gran premio di Valencia e Pecco Bagnaia, con i suoi 14 punti di vantaggio in classifica sullo spagnolo, è matematicamente campione del mondo della MotoGP per il secondo anno consecutivo. Determinante per il successo del pilota di Chivasso la caduta dopo sei giri del Gp di Valencia del suo rivale Jorge Martin finito a terra dopo un contatto con Marc Marquez.  Il pilota Pramac, impegnato in una forsennata rimonta dal sesto posto (Bagnaia partiva dalla pole) tocca la Honda di Marquez con la moto anteriore e scivola giù. Questo significa Bagnaia, al quale bastava arrivare quinto nel Gran Premio odierno, campione del mondo per il secondo anno consecutivo.

 

Dal 6 dicembre al cinema “Il male non esiste” di Hamaguchi Ryusuke

Dal 6 dicembre al cinema “Il male non esiste” di Hamaguchi RyusukeRoma, 26 nov. (askanews) – Dal 6 dicembre al cinema (con Tucker Film e Teodora Film) “Il male non esiste” (Evil Does Not Exist) di Hamaguchi Ryusuke, premio Oscar per “Drive My Car”, vincitore del Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria a Venezia.

Ambientato nel villaggio di Mizubiki, vicino a Tokyo, racconta di un’azienda senza scrupoli che vuole costruire un “glamping”, ossia un campeggio di lusso, rischiando di rompere l’equilibrio ecologico del luogo. Tra gli abitanti che si oppongono al progetto ci sono un padre single, Takumi, e sua figlia Hana, custodi di una vita ancora in perfetta armonia con la natura. La loro resistenza dovrà però affrontare una situazione inaspettata, che cambierà per sempre il destino di tutti. Anche grazie alle musiche evocative di Ishibashi Eiko, Hamaguchi esplora un tema di grande attualità, trasformandolo in un’appassionante parabola universale. Un’opera potente e misteriosa, una riflessione spiazzante e acuminata sugli equilibri e gli squilibri di cui si nutre il rapporto tra l’uomo e la natura. Da un lato, il ritmo della terra, dell’aria, dell’acqua e delle foreste; dall’altro, come in un gioco di specchi, il ritmo delle musiche di Eiko Ishibashi, punto d’innesco del lavoro di Hamaguchi.

“Per me, prima di girare Il male non esiste, la natura era rappresentata solo dai parchi urbani – ha raccontato Hamaguchi – e non andavo oltre. Appena ho cominciato a lavorare sul progetto del film, però, ho avvertito immediatamente la sensazione che la natura ci può guarire…”. Molto amato e conosciuto in Italia per grandi titoli come Happy Hour, Il gioco del destino e della fantasia e Drive My Car (Oscar 2022 per il Miglior film internazionale), tutti distribuiti dalla Tucker Film, Hamaguchi rappresenta il futuro del Nuovo Cinema Giapponese: un autore profondamente legato alle proprie radici e, al tempo stesso, capace di affrontare temi universali che sanno parlare a tutti.

Nicola Fratoianni è stato rieletto segretario di Sinistra italiana

Nicola Fratoianni è stato rieletto segretario di Sinistra italianaPerugia, 26 nov. (askanews) – Eletti, con un solo voto contrario e due astenuti, i 134 componenti della nuova assemblea nazionale di Sinistra italiana, il congresso di Perugia si avvia alla conclusione. Il segretario uscente Nicola Fratoianni, riconfermato, con l’approvazione anche della minoranza interna, con un solo astenuto, per il suo terzo mandato alla guida del partito, ha avviato ora il suo intervento conclusivo.

A conclusione di una tre giorni prevalentemente soporifera per quanto riguarda la sfida interna fra maggioranza e minoranza (arrivate a Perugia con un risultato chiaro: 90 per cento al documento del segretario Nicola Fratoianni, 10 per cento a quello di Stefano Ciccone), il congresso di Sinistra italiana si è animato per una mezz’oretta nella sessione dedicata alle votazioni sui documenti politici. La minoranza ha proposto un ordine del giorno “non in contrapposizione” con quello presentato dal presidente della commissione politica, Giovanni Paglia. Quest’ultimo però è intervenuto due volte per spiegare alla platea che l’elemento dirimente non erano i contenuti politici sui vari temi proposti dalla minoranza: “Fare una lista di Alleanza Verdi Sinistra è una decisione del congresso. Dire ‘facciamo una lista con chiunque ci sta’ non è la stessa cosa, per cui qualsiasi ordine del giorno che non assuma la nostra decisione va presentato come documento alternativo”. Il botta e risposta è andato avanti per un po con una serie di interventi “sull’ordine dei lavori”. Paglia ha provato a sciogliere il nodo offrendo garanzie per il dopo congresso (quindi anche sulla fase di formazione delle liste per le prossime elezioni): “Invito Stefano a ritirare l’ordine del giorno, ma poi entrambi i documenti confluiranno nella definizione della nostra iniziativa politica”. Proposta non accolta dalla minoranza. Alla fine è sceso in campo con tutto il suo peso anche il segretario uscente, Nicola Fratoianni, che concluderà i lavori, secondo le previsioni, entro l’ora di pranzo, per ribadire che “dire ‘vogliamo presentare alle europee la lista di AVS’ e dire ‘si parte da Verdi e Sinistra’, a me pare siano due cose diverse”. Annullato così anche il tentativo di mediazione di Luciana Castellina, fondatrice del manifesto, storica dirigente ed ex parlamentare comunista, che aveva annunciato: “Voterò a favore di entrambi gli ordini del giorno. Siamo arrivati al congresso con due documenti fortemente alternativi, perché non dobbiamo essere contenti del fatto che si finisce il congresso meglio di come lo abbiamo cominciato e si deve riproporre una spaccatura che non c’è?”. Conclusione con 43 voti contrari e 6 astenuti rispetto al documento di maggioranza. Dal momento che i delegati ufficiali sono 420 ma i presenti 404, si è determinata una lievissima crescita del dissenso, quindi, rispetto al 9,79 per cento col quale la componente di minoranza era arrivata al congresso. Non un fatto politico significativo, probabilmente si tratta più che altro di un lieve segnale di insofferenza per le modalità con le quali si è arrivati alla votazione dei documenti.