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Terzo Polo, si consuma il divorzio tra Calenda e Renzi: addio al partito unico

Terzo Polo, si consuma il divorzio tra Calenda e Renzi: addio al partito unicoRoma, 13 apr. (askanews) – Alla fine non resta molto. Oggi, solo la promessa, la solita, classica e mendace, di quando un amore finisce, quella a cui aggrapparsi per un po’ senza crederci: magari ci ri-incontriamo. Magari, sì, fuor di metafora Italia Viva e Azione – le due forze politiche che a giugno dovevano iniziare il percorso per diventare partito unico con un bel congresso “democratico” e “partecipato” – potranno fare alleanze à la carte in vista di elezioni locali, nazionali o europee. Ma anche questa prospettiva e non solo quella, naufragata definitivamente oggi, del partito unico, appare assai improbabile dopo tre giorni in cui sono volati gli stracci tra i due gruppi dirigenti. Soldi, leadership, eredità dei moderati, orizzonte Europee, caratteri dei leader: la conclusione, dopo molte parole, tweet, video e dichiarazioni alla stampa, è che tra Matteo Renzi e Carlo Calenda c’è un serio “problema di fiducia reciproca”.

Che, al netto del balletto di accuse su chi è che non ha voluto il partito unico e su chi non ha voluto rinunciare a cosa (scioglimento dei due partiti? Leopolda? Contributi del 2 per mille?), è davvero una bella gatta da pelare visto che ci sono gruppi unici sia alla Camera che al Senato. Che fine faranno? E qui si torna alla questione dei soldi perchè per ogni parlamentare dentro a un gruppo è previsto un contributo di circa 50mila euro da parte dell’amministrazione di Montecitorio e di Palazzo Madama. Servirà quantomeno un accordo tecnico tra i due partiti per non perdere risorse. Le ipotesi che si profilano sono almeno due. La prima è di mantenere i gruppi unici ma con una filosofia per così dire da gruppo misto, senza, quindi, un patto politico. La seconda è immaginare gruppi autonomi, cosa che al Senato sarebbe alla portata del partito di Matteo Renzi a cui manca un solo senatore per diventare un gruppo a sè: Iv ha 5 senatori, il numero minimo previsto è fissato a sei. Un obiettivo non irraggiungile, suggeriscono i bene informati, guardando anche quello che sta succedendo sia nel centrodestra – leggi Forza Italia alle prese con i problemi di salute del fondatore – sia nel centrosinistra dove la guida più a sinistra di Elly Schlein ha già causato qualche malumore tra cattolici e moderati Dem.

Per quanto riguarda la Camera – dove per costituire un gruppo servono venti deputati – il presidente Lorenzo Fontana, si fa osservare, ha già concesso deroghe – vedi i casi di Noi moderati di Maurizio Lupi e dei 12 deputati di Alleanza Verdi Sinistra di Nicola Fratoianni – e si potrebbe orientare in questo senso qualora il gruppo dei 9 deputati di Italia Viva raggiungesse i 12 membri. Per quanto riguarda Azione – che al Senato ha 4 senatori – alla Camera ne ha già 12. Fin qui i soldi, ma poi c’è la politica. Da parte sua Calenda, secondo il quale “il progetto del partito unico con Italia Viva è naufragato per la semplice ragione che Renzi ha ripreso direttamente in mano IV due mesi fa e non vuole rinunciarvi”, ha rilanciato il progetto sostenendo che “da domani riprenderemo con @Azione_it il lavoro per la costruzione di un partito liberale, popolare e riformista”. Renzi, che ha scritto di “polemiche inspiegabili dentro il Terzo Polo” non vedendo “il motivo politico per la rottura”, si è riunito nel pomeriggio con i suoi e il progetto, al termine della consultazione, potrebbe essere lo stesso di Calenda: proseguire sulla strada del partito liberale e riformista. Insomma, non è nato il partito unico, ma ne potrebbero nascere due.

”Musica Libera” Piero Pelù duetta per la prima volta con Alborosie

”Musica Libera” Piero Pelù duetta per la prima volta con AlborosieMilano, 13 apr. (askanews) – Sarà disponibile da venerdì 21 aprile in tutti gli store digitali e per la programmazione radiofonica “Musica Libera”, il brano inedito che vede per la prima volta Piero Pelù collaborare con la star internazionale del reggae Alborosie.

Il brano, scritto da Pelù, Alborosie e Stefano Massini (che con The Lehman Trilogy ha conquistato cinque premi su otto nomination ai Tony Awards 2022, gli Oscar del teatro e del musical), sarà pubblicato su etichetta EPIC/Sony Music Italia e disponibile per il preadd e il presave su https://forms.sonymusicfans.com/campaign/piero-pelu-alborosie-musica-libera-6gtrpttb3xgilt7ggcmf8j/. “Musica Libera” segna il ritorno alla musica di Pelù a tre anni di distanza dall’ultimo album “Pugili Fragili” che conteneva il brano in gara a Sanremo 2020 “Gigante” (disco d’oro).

L’inedito duetto tra Piero Pelù e Alborosie segna l’unione di due mondi apparentemente lontani, il rock e il reggae, dando vita ad un brano dal sapore estivo ma con un messaggio universale importante di libertà e fratellanza a partire dai generi musicali. Al primo ascolto si può rimanere stupiti dall’incursione di Piero Pelù nel mondo reggae ma la poliedrica carriera dell’autore, cantautore, attore e vero e proprio animale da palcoscenico dimostra quanto Pelù ami viaggiare oltre i confini e sia sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da esplorare che si tratti di musica, letteratura, cinema, teatro o arte. Pelù sarà impegnato questa estate nel Tour estremo live 2023, la lunga serie di appuntamenti che vedrà protagonista il rocker toscano sui palchi dei festival e delle rassegne più importanti d’Italia per una estate all’insegna dell’energia e del divertimento dal grande cuore rock.

Il tour, un viaggio da nord a sud per la penisola, prenderà il via il 7 luglio da Matera per poi proseguire per tutta l’estate in quello che si preannuncia un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati della musica dal vivo e del rock. Sono stati annunciati oggi due nuovi appuntamenti: il 9 agosto ad Asiago (VI) e l’11 agosto a Follonica (GR). I biglietti per questi nuove date sono disponibili dalle ore 15.00 di oggi, giovedì 13 aprile.

Per il TOUR ESTREMO LIVE 2023, Pelù ha radunato e rinnovato i suoi Bandidos (Alessandro “Finaz” Finazzo alle chitarre e voce, Valerio “Voodoo” Recenti al sinth, tastiere, sampless e voce, Luc “Mitraglia” Martelli alla batteria, percussioni, sampless e cori, Dado “Black Dado” Neri al basso maggiorato e cori) per immergere il pubblico nelle sue inconfondibili sonorità vocali e sonore tra i classici del suo repertorio da solista e da frontman dei Litfiba.

Bye bye Terzo Polo,divorzio Calenda-Renzi.Ma su gruppi si tratta

Bye bye Terzo Polo,divorzio Calenda-Renzi.Ma su gruppi si trattaRoma, 13 apr. (askanews) – Alla fine non resta molto. Oggi, solo la promessa, la solita, classica e mendace, di quando un amore finisce, quella a cui aggrapparsi per un po senza crederci: magari ci ri-incontriamo. Magari, sì, fuor di metafora Italia Viva e Azione – le due forze politiche che a giugno dovevano iniziare il percorso per diventare partito unico con un bel congresso “democratico” e “partecipato” – potranno fare alleanze à la carte in vista di elezioni locali, nazionali o europee. Ma anche questa prospettiva e non solo quella, naufragata definitivamente oggi, del partito unico, appare assai improbabile dopo tre giorni in cui sono volati gli stracci tra i due gruppi dirigenti. Soldi, leadership, eredità dei moderati, orizzonte Europee, caratteri dei leader: la conclusione, dopo molte parole, tweet, video e dichiarazioni alla stampa, è che tra Matteo Renzi e Carlo Calenda c’è un serio “problema di fiducia reciproca”.

Che, al netto del balletto di accuse su chi è che non ha voluto il partito unico e su chi non ha voluto rinunciare a cosa (scioglimento dei due partiti? Leopolda? Contributi del 2 per mille?), è davvero una bella gatta da pelare visto che ci sono gruppi unici sia alla Camera che al Senato. Che fine faranno? E qui si torna alla questione dei soldi perchè per ogni parlamentare dentro a un gruppo è previsto un contributo di circa 50mila euro da parte dell’amministrazione di Montecitorio e di Palazzo Madama. Servirà quantomeno un accordo tecnico tra i due partiti per non perdere risorse. Le ipotesi che si profilano sono almeno due. La prima è di mantenere i gruppi unici ma con una filosofia per così dire da gruppo misto, senza, quindi, un patto politico. La seconda è immaginare gruppi autonomi, cosa che al Senato sarebbe alla portata del partito di Matteo Renzi a cui manca un solo senatore per diventare un gruppo a sè: Iv ha 5 senatori, il numero minimo previsto è fissato a sei. Un obiettivo non irraggiungile, suggeriscono i bene informati, guardando anche quello che sta succedendo sia nel centrodestra – leggi Forza Italia alle prese con i problemi di salute del fondatore – sia nel centrosinistra dove la guida più a sinistra di Elly Schlein ha già causato qualche malumore tra cattolici e moderati Dem.

Per quanto riguarda la Camera – dove per costituire un gruppo servono venti deputati – il presidente Lorenzo Fontana, si fa osservare, ha già concesso deroghe – vedi i casi di Noi moderati di Maurizio Lupi e dei 12 deputati di Alleanza Verdi Sinistra di Nicola Fratoianni – e si potrebbe orientare in questo senso qualora il gruppo dei 9 deputati di Italia Viva raggiungesse i 12 membri. Per quanto riguarda Azione – che al Senato ha 4 senatori – alla Camera ne ha già 12. Fin qui i soldi, ma poi c’è la politica. Da parte sua Calenda, secondo il quale “il progetto del partito unico con Italia Viva è naufragato per la semplice ragione che Renzi ha ripreso direttamente in mano IV due mesi fa e non vuole rinunciarvi”, ha rilanciato il progetto sostenendo che “da domani riprenderemo con @Azione_it il lavoro per la costruzione di un partito liberale, popolare e riformista”. Renzi, che ha scritto di “polemiche inspiegabili dentro il Terzo Polo” non vedendo “il motivo politico per la rottura”, si è riunito nel pomeriggio con i suoi e il progetto, al termine della consultazione, potrebbe essere lo stesso di Calenda: proseguire sulla strada del partito liberale e riformista. Insomma, non è nato il partito unico, ma ne potrebbero nascere due.

Finite le riprese di “Per Elisa”, serie sull’omicidio di Elisa Claps

Finite le riprese di “Per Elisa”, serie sull’omicidio di Elisa ClapsRoma, 13 apr. (askanews) – Si sono appena concluse le riprese della serie tv “Per Elisa” per la regia di Marco Pontecorvo, una coproduzione tra la società italiana Fast Film e l’inglese Cosmopolitan Pictures, in collaborazione con Rai Fiction e con il patrocinio del Comune e della Provincia di Potenza. La serie andrà in onda prossimamente su Rai1 in 3 serate e sarà distribuita nel resto del mondo da ITV Studios.

“Per Elisa” ricostruisce uno dei piu’ sconvolgenti casi di cronaca nera recenti: gli omicidi di Elisa Claps ed Heather Barnett ad opera di Danilo Restivo. Elisa Claps esce di casa per andare a messa in un’assolata domenica mattina nel Settembre 1993 a Potenza. Da quel momento nessuno avrà più sue notizie, fino al ritrovamento del suo corpo 17 anni dopo, nel sottotetto della chiesa dove era stata vista l’ultima volta in vita. Nel Novembre 2002 a Bournemouth, sulla costa meridionale dell’Inghilterra, Heather Barnett, una madre single di due adolescenti, viene trovata in casa a terra, coperta di sangue, orribilmente mutilata. Il giorno della scomparsa, Elisa Claps aveva appuntamento con Danilo Restivo, poco più grande di lei, proprio nella chiesa dove poi fu ritrovato il suo corpo. Danilo Restivo era anche il vicino di casa di Heather Barnett, e su di lui la polizia inglese appuntò presto i suoi sospetti. Ma ci vollero anni per connettere i due delitti e far condannare il colpevole. Un ruolo fondamentale perché questo avvenisse è stato svolto da Gildo Claps, fratello maggiore di Elisa, che aveva 24 anni all’epoca della scomparsa della sorella. “Per Elisa” è anche e soprattutto la storia di Gildo Claps e della sua famiglia, della loro ininterrotta battaglia per assicurare l’assassino alla giustizia e fare luce sulla scomparsa di Elisa e sul perché la verità sia potuta rimanere oscurata per così tanto tempo.

Le riprese della serie sono durate 11 settimane e si sono svolte prevalentemente a Potenza, città dove la vicenda è iniziata ed ha avuto in gran parte luogo. La serie è basata sul libro “Blood on the altar/Sangue sull’altare” del giornalista inglese Tobias Jones. Gli autori della sceneggiatura sono lo scrittore inglese Terry Cafolla e gli scrittori italiani Valerio D’Annunzio e Andrea Valagussa. Nel cast, tra gli attori principali figurano: Gianmarco Saurino (Gildo Claps); Rosa Diletta Rossi (Irene); Giacomo Giorgio (Luciano Claps); Vincent Riotta (Phil James); Anna Ferruzzo (Filomena Claps); Vincenzo Ferrera (Antonio Claps); Giulio Della Monica (Danilo Restivo); Carlo De Ruggieri (Don Marcello); Antonio Petrocelli (Don Mimì); Beniamino Marcone (Eufemia); Claudio Corinaldesi (Marinelli); Ludovica Ciaschetti (Elisa Claps) con la partecipazione di Francesco Acquaroli (Maurizio Restivo) e Bianca Nappi (Genovese). “La responsabilità di portare una storia sullo schermo è sempre tanta, ma confrontarsi con storie realmente accadute, l’aver conosciuto e instaurato un rapporto di fiducia con i protagonisti della vicenda, spinge ad un rigore e un rispetto massimo nell’approccio ai contenuti, allo stile e al senso intrinseco della storia – ha detto il regista Marco Pontecorvo – spero di aver trovato l’equilibrio e la maniera migliore di raccontare questa vicenda che definire solo di cronaca nera ne sminuisce il senso e la portata”.

Fmi, Gerogieva: reshoring? “Sì, ma evitiamo una nuova guerra fredda”

Fmi, Gerogieva: reshoring? “Sì, ma evitiamo una nuova guerra fredda”Roma, 13 apr. (askanews) – Le classi dirigenti nel mondo devono agire “con razionalità”, puntando a difendere gli interessi dei loro cittadini e a migliorare la sicurezza delle forniture commerciali globali “senza spingersi al punto tale da ritrovarci in una seconda guerra fredda. Penso che sia possibile”. Lo ha affermato la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, interpellata sul problema del riassetto delle catene di approvvigionamenti durante una conferenza stampa, nel corso delle assemblee primaverili a Washington.

“Sono tra coloro che sanno cosa sono le conseguenze di una guerra fredda, in termini di perdite di talenti e di contributi al mondo e non voglio che si ripeta – ha detto – e penso sia possibile evitarlo”. Dopo la spaccatura che si è aperta tra Stati Uniti e paesi dell’Ue, da una parte, e diversi giganti emergenti dall’altra, con la guerra in Ucraina e le sanzioni imposte dai primi contro la Russia, nelle economie occidentali si è aperto un dibattito sulla necessità di riportare nell’ambito di stati ritenuti “amici” le forniture dei beni chiave. Una manovra che viene spesso definita con termini come “reshoring” o “friendshoring”, in contrapposizione all’offshoring degli anni passati, in cui Usa e Ue hanno lasciato che ampie quote di loro produzione venissero delocalizzate nelle economie emergenti, a cominciare dalla Cina.

“La sicurezza delle forniture e del funzionamento affidabile delle catene di approvvigionamento sta assumendo una maggiore priorità nelle discussioni e nelle decisioni politiche. E dobbiamo riconoscere che non possiamo più dare per scontate alcune cose – ha detto Gerogieva -. L’invasione russa dell’Ucraina non è solo una tragedia per gli ucraini, ma è una tragedia anche per la comunità globale perché invia il messaggio che le spese in difesa devono salire che bisognerà affidarsi di più a Stati amici”. Ha ripetuto le stime del Fmi, secondo cui la “frammentazione” del commercio globale potrebbe costare tra lo 0,2% e il 7% del Pil globale. “C’è una bella differenza” tra questi due possibili esiti: “Possiamo razionalmente accettare che ci saranno dei costi, ma che bisogna mantenerli bassi. Sul come vedo due cose: primo servoo istituzioni come il Fondo monetario che portano tutti al tavolo. Un posto dove possiamo creare più fiducia e comprensione reciproca. Due, servono policy maker che difendano gli interessi dei loro cittadini. Se non riusciamo essere più razionali la gente ovunque starà peggio – ha avvertito -. Anche la classe media nei Paesi ricchi pagherà un prezzo”.

Piazza della Loggia, Governo parte civile nel processo a Zorzi

Piazza della Loggia, Governo parte civile nel processo a ZorziRoma, 13 apr. (askanews) – Nel giudizio penale per la strage di piazza della Loggia a carico di Roberto Zorzi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha autorizzato la costituzione di parte civile nell’interesse del Governo. Lo ha comunicato palazzo Chigi

“L’udienza preliminare si era tenuta il 23 marzo 2023 ma di essa – sottolinea il Governo. non era stato dato avviso alla Presidenza. Su indicazione di quest’ultima, una volta venuta a conoscenza del giudizio, l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Brescia ha presentato istanza di rimessione in termini, che il Tribunale di Brescia ha accolto, e questo ha permesso di integrare il contraddittorio con la costituzione di parte civile”.

Braga: ora Pd avanti unito in Parlamento, su migranti battaglia

Braga: ora Pd avanti unito in Parlamento, su migranti battagliaRoma, 13 apr. (askanews) – Chiara Braga è capogruppo Pd alla Camera da un paio di settimane, è stata eletta per acclamazione a fine marzo. Ha davanti a sè due compiti non facili, considerando gli usi e costumi del Pd e del centrosinistra in generale: tenere insieme il gruppo parlamentare, nonostante una minoranza che mugugna perché rivendicava il posto da presidente, e provare a convincere le altre opposizioni – M5s e centristi – ad unirsi almeno su alcune battaglie comuni contro il governo. In questa intervista ad Askanews sul Pd si dice “ottimista”, perché “conosco la qualità e il valore di colleghe e colleghi”. Per quanto riguarda le altre opposizioni usa un po’ più di cautela: “Penso ci siano le condizioni per alcune battaglie comuni, ovviamente rispettando anche la dialettica che c’è in alcune forze in questi giornià Noi comunque non lasceremo nulla di intentato

Domanda. Quindi insisterete per provare a coordinarvi con M5s e centristi, almeno su alcuni temi? Risposta. “Questo è un obiettivo del Pd e penso debba esserlo di tutte le opposizioni, per rendere più incisiva la nostra azione rispetto alle scelte sbagliate di questo governo e a incalzarlo sulle questioni fondamentali come il Pnrr, priorità assoluta. E poi il lavoro: salario minimo, sicurezza sul lavoro – ieri è stata approvata la commissione d’inchiesta – e anche in generale su tanti altri fronti, dai diritti alle politiche sul fenomeno migratorio, alla difesa della sanità e della scuola pubblica. Penso ci siano tutte le condizioni per poter stringere già a partire dalle prossime settimane questo lavoro comune, ovviamente rispettando anche la dialettica che c’è in alcune forze di opposizione in questi giorni. Ma è priorità assoluta fare opposizione che sia percepita come utile al paese. Noi non lasceremo nulla di intentato”. D. Lei e Boccia avete chiesto al governo di riferire in Parlamento sul Pnrr. Cosa bisognerebbe fare secondo voi? R. “Vogliamo chiarezza da parte del governo dopo voci discordanti che ci hanno allarmato molto nelle ultime settimane. Qual è lo stato di attuazione? Quali sono i ritardi più volte evocati da rappresentanti del governo? E vogliamo capire come si vuole porre rimedio. E su eventuali modifiche vogliamo capire quali progetti si vogliono rimettere in discussione, dove si vogliono spostare le risorse e avere chiarimenti anche sui fondi di sviluppo e coesione e sul ‘Re-power Eu’. Non bastano appelli generici alla responsabilità come quelli di Fitto. Siamo pronti a confrontarci perché pensiamo che il Pnrr sia la priorità, ma pretendiamo che il governo lo faccia in maniera trasparente e chiara in parlamento”.

D. Il ministro Fitto e la premier Meloni danno la colpa ai governi precedenti per i ritardi. R. “E’ un tentativo che non ha nessun fondamento. Abbiamo garantito il rispetto di tutti i target nella scorsa legislatura.Oggi, di fronte all’incapacità di dire come risolvere dei ritardi che ci sono stati, assistiamo a un tentativo di scaricabarile che non possiamo accettare. Non è degno di un paese serio cercare di confondere le acque. Sul Pnrr non faremo mai battaglie demagogiche come ha fatto la destra, ma pretendiamo discussione basata sui fatti e sulle responsabilità di questo esecutivo”. D. Nel Def c’è il taglio del cuneo fiscale, non è una misura che piace anche a voi? R. “Per noi è sempre una notizia positiva quando si abbassano le tasse ai lavoratori. Quello che registriamo, però, è che la riduzione effettuata non è ancora sufficiente. Ma soprattutto mancano risposte all’altezza della situazione su temi prioritari, a partire da come rispondere alla richiesta delle regioni sui tagli alla sanità. Siamo davvero preoccupati per il rischio di perdere i fondi per le case di comunità, strutture essenziali per il sistema sanitario. Su questo non c’è nulla ed è una delle cose che ci preoccupa di più”.

D. Perché avete abbandonato i lavori sulla commissione Covid? R. “E’ molto grave quello che è successo sulla commissione Covid.Una chiara manifestazione di qual è la volontà della maggioranza: avere completamente escluso le regioni – che hanno una parte fondamentale nella gestione del servizio sanitario – è la testimonianza che si vuole usare la commissione d’inchiesta non per un serio lavoro di indagine, cosa che saremmo assolutamente pronti a fare – ma come arma di battaglia politica. Non possiamo condividere questo tentativo di strumentalizzare la tragedia del Covid, addirittura arrivando a mettere in dubbio l’efficacia cdei vaccini e ammiccando a posizioni ‘no-vax’”. D. E’ scontro anche sui migranti, la scorsa settimana al Senato avete lasciato i lavori della commissione. Sarà battaglia anche alla Camera sul decreto che limita la protezione speciale? R. “Sì, intanto perché oltre a mostrare la faccia feroce e dichiarare uno stato di emergenza che non ha ragione di esistere questo governo dimostra di non avere le idee chiare su come gestire il fenomeno. Il ritardo nell’esame del decreto, la confusione sugli emendamenti, sono la prova di un governo senza visione. Non vogliamo che questo tema venga usato solo per generare allarme e propaganda, vorremmo ci fosse un atteggiamento molto più serio e responsabile. A partire da un ruolo che l’Italia invece non sta giocando a livello europeo”.

D. C’è un problema-La Russa? Gianni Cuperlo è arrivato a immaginare una sorta di aventino quando lui presiede l’aula al Senato? R. “Sono un problema le sue posizioni su un tema così importante come il riconoscimento della memoria storica – della verità storica! – sui fatti della resistenza e del fascismo. I colleghi senatori hanno giustamente preso iniziativa forte insieme a altre opposizioni (presentare una mozione di che impegna il Senato a rispettare la “verità storica” sull’antifascimo, ndr). Penso sia gravissimo che a legittimare tentativi di riscrivere la storia della nostra Repubblica, fondata sui valori dell’antifascismo, sia una carica istituzionale come il presidente del Senato”. D. Sulle famiglie arcobaleno state preparando una proposta, ma i cattolici del Pd sono perplessi. Ci sarà un confronto interno sulla registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali? R. “Penso ci sia la necessità di mettere al primo posto la tutela dei diritti dei bambini e delle bambine e anche di dare corso a proposte che sono parte della linea uscita in maniera chiara dal congresso. Nei gruppi e nel partito ci sarà tutto lo spazio per una discussione che consenta a tutti di rappresentare e condividere le sensibilità e le posizioni. Ma di fronte al tentativo del governo di restringere i diritti fondamentali (impedendo la registrazione dei figli delle famiglie arcobaleno, ndr) il Pd ha dovere di esprimere una posizione molto chiara”. D. La minoranza Pd ha espresso perplessità per la sua elezione.Non per un fatto personale, non era un’obiezione sul suo nome, ma reclamava il diritto di avere la presidenza del gruppo. Guerini ha parlato di “forzatura” sulle nomine dei capigruppo. E’ complicato il suo lavoro in un partito sempre “vivace” come il Pd? R. “Sono molto fiduciosa che questa fase possa davvero vedere un partito unito in Parlamento e nel paese nel lavoro di opposizione. E’ positivo avere un confronto anche franco al nostro interno. Ho molta fiducia non solo nei miei colleghi ma in tutto il gruppo dirigente del Pd. Per noi la priorità è contrastare le politiche di questa destra e lavorare per restituire un’alternativa credibile nel paese, cosa che secondo i sondaggi stiamo cominciando a fare. Sono fiduciosa che superato il momento del rinnovo, del cambio della guida dei gruppi, ci siano le condizioni per fare un ottimo lavoro. Sono ottimista perché ho fiducia nella qualità e del valore dei colleghi e le colleghe”.

Lo Zecchino d’Oro per la prima volta dal vivo con Zecchino d’Oro Show

Lo Zecchino d’Oro per la prima volta dal vivo con Zecchino d’Oro ShowRoma, 13 apr. (askanews) – Lo Zecchino d’Oro con il Piccolo Coro dell’Antoniano, diretto da Sabrina Simoni, mette in scena per la prima volta lo “Zecchino d’Oro Show”, spettacolo teatrale unico nel suo genere dedicato a tutte le famiglie. I due appuntamenti del 14 maggio al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano (alle 17.30) e del 21 maggio al Teatro Regio di Parma (alle 16.30), che nascono dalla collaborazione tra Antoniano, Stefano Francioni Produzioni e FriendsTV, riempiranno i teatri con la musica che ha accompagnato l’infanzia di intere generazioni di bambine e bambini, nonne, nonni e genitori facendo ballare e cantare anche le nuove.

“Zecchino d’Oro Show, è un evento speciale che racconta, canta, anima, tutto il mondo colorato dello Zecchino d’Oro – spiega la direttrice del coro Sabrina Simoni – un’esperienza immersiva per la prima volta nei teatri. Un evento che è ancora più speciale da vivere insieme perché sarà in scena proprio nell’anno che festeggia 60 anni di Piccolo Coro dell’Antoniano. Canteremo insieme, condividendo musica, storie, energia, passione ed entusiasmo. Quello che accompagna ogni giorno il coro”. Una storia sospesa tra sogno e realtà con il Piccolo Coro dell’Antoniano, nei 60 anni dalla sua nascita, in una versione totalmente inedita. Ci saranno, oltre al Piccolo Coro formato da 54 bambini e bambine tra i 4 e i 12 anni, la band dei Buffycats, i due piccoli attori fratellino e sorellina Gregorio e Sabina e una mascotte d’eccezione: l’anisello Nunù. Il repertorio musicale è quello di Antoniano. I ritornelli indimenticabili, i personaggi più amati, dai 44 gatti al Katalicammello e al Panda con le Ali, rivivono in uno show in cui il pubblico è protagonista quanto il cast in palcoscenico: una full immersion a tutto Zecchino per i bambini di oggi e per chi non ha mai perso di vista il bambino dentro sé. Lo spettacolo interattivo trascinerà il pubblico in un’avventurosa caccia al tesoro per trovare gli zecchini d’oro che il Gatto e la Volpe hanno sottratto a Pinocchio. La missione speciale è recuperarli tutti per trovarsi proiettati, tra suggestioni sonore, giochi di luci ed effetti speciali, in quel mondo di musica e canzoni radicato nell’immaginario del nostro Paese.

Il Piccolo Coro rappresenta, da sempre, i valori di Antoniano quali l’accoglienza, la solidarietà, l’uguaglianza, la cura dell’umano e l’attenzione ai più fragili. La musica, il canto, l’arte e la cultura sono lo strumento e il linguaggio universale attraverso il quale diffonderli. “In Antoniano musica e solidarietà sono unite da sempre – afferma frate Giampaolo Cavalli, direttore dell’Antoniano – il canto dei bambini e delle bambine del Piccolo Coro è la cifra distintiva di questo legame, il linguaggio universale che tiene insieme mondi apparentemente così distanti. C’è chi ha bisogno di pane, di un piatto di pasta, di una coperta e chi, come i più piccoli che frequentano il nostro centro terapeutico, grazie alla musica riesce a trovare modi inediti per esprimere le sue potenzialità e momenti preziosi di serenità e bellezza. È così che lo Zecchino d’Oro è entrato nelle case facendo cantare famiglie intere, regalando gioia. Lo spettacolo a quasi settant’anni dalla nascita di Antoniano vuole rinnovare questa lunga storia di cura e magia. Perché questa terra non smette di averne bisogno”.

Una playlist con le canzoni di Zecchino d’Oro Show per prepararsi a cantare e ballare in teatro è online sul canale YouTube del Piccolo Coro dell’Antoniano. Inoltre, disponibili anche tutti i brani dello Zecchino d’Oro, recenti e passati: oltre 700 canzoni per un totale di oltre 2 milioni di iscritti e 2 miliardi di visualizzazioni.

Calenda: da Renzi passo di lato mai e cinque avanti, ripreso Iv

Calenda: da Renzi passo di lato mai e cinque avanti, ripreso IvRoma, 13 apr. (askanews) – “Renzi non ha fatto un passo di lato ma cinque passi avanti riprendendo Italia Viva, diventando plenipotenziario e levando Rosato con cui lavoravamo benissimo negli organi della federazione in cui Renzi ha sempre rifiutato di sedersi. Di fronte alle nostre pressioni di fare il partito unico, Renzi ha accettato di discuterne”. Lo afferma il leader di Azione Carlo Calenda in un video diffuso su Twitter.

“La risposta di Renzi è stata netta. L’indisponibilità a sciogliere Iv e a prendere un commitment per passare le risorse di Iv al nuovo partito, impegni che Azione era disposta a prendere parallelamente… Renzi non lo voleva fare e non l’ha fatto, credo sia un grave errore… Tutto questo è documentato, scritto, verificato, ci sono poche cavolate, tutto il resto è arma di distrazione di massa” ha concluso. .

Miart, l’arte come energia da restituire a Milano e al pubblico

Miart, l’arte come energia da restituire a Milano e al pubblicoMilano, 13 apr. (askanews) – La prima cosa che si nota è un cambiamento nell’atteggiamento complessivo: dopo un periodo difficile, nel quale ci si era aggrappati alla cultura per andare oltre la crisi pandemica, oggi miart torna a essere una fiera completa, un luogo di confronto, di proposta e di commercio di arte moderna e contemporanea a tutto tondo. Come ci ha confermato anche il direttore artistico, Nicola Ricciardi. “Per la prima volta nei tre anni di direzione di miart – ha detto ad askanews – sento un’energia e una positività diffusa dentro e fuori dalla fiera. È molto bello partecipare agli opening o alle cene dove si incontrano persone elettrizzate. Quindi grandi aspettative, anche se i conti si fanno alla fine, la sensazione però è quella che partiamo con il piede giusto”.

I numeri, per l’edizione numero 27 dell’evento di Fiera Milano, parlano di numeri in crescita per le partecipazioni delle gallerie – 169, da 27 Paesi, + 40% quelle internazionali – ma anche del raddoppio di premi e acquisizioni. Ma a essere poi nei fatti rilevante è l’intensità che si percepisce, sia nelle opere sia tra gli operatori, quando si gira tra i padiglioni. Dove ovviamente incontriamo galleristi, come Annamaria Maggi, che dirige la Galleria Fumagalli di Milano. “In generale – ci ha detto – la fiera mi piace molto, decisamente migliorata la qualità, la presenza di gallerie internazionali: stanno facendo un buon lavoro. Adesso ovviamente ci auguriamo un pubblico importante e che abbiamo voglia di regalarsi delle opere d’arte”. Tra gli elementi di normalità c’è quello del volume di affari, del ritorno forte del mercato, sul quale tutto il sistema punta. Ma ci sono anche relazioni più sottili e non meno preziose, come quella dell’incontro tra gli artisti, per esempio Marinella Senatore, in fiera con una nuova opera luminosa da Mazzoleni, e il suo pubblico. “Miart – ci ha spiegato l’artista – è perfetta per me per cominciare a dialogare con il pubblico, che per me non è mai solo quello degli addetti ai lavori, ma comprende tutte le persone che vogliono condividere”.

Non ultimo, poi, il tema della relazione tra la fiera e la città che la ospita, che Nicola Ricciardi sintetizza in una parola chiave: restituzione. “Restituzione – ha concluso il direttore artistico – vuol dire ripagare Milano dell’attenzione e della forza che Milano ci ha dato in questi due anni difficili e non saremmo qui oggi se Milano non fosse rimasta quella grande capitale con forza di attrazione che è riuscita a convogliare musei, curatori, collezionisti e gallerie in questa città”. Forse mai come quest’anno miart appare rinnovata anche dal punto di vista dell’allestimento, oltre che della qualità di molte opere esposte, siamo esse una grande scritta di Marcello Maloberti o un’immagine del padiglione Italia in Biennale di Gian Maria Tosatti o ancora una superficie riflettente di Ann Veronica Janssens. Fino ad arrivare alla pittura emergente scelta dalle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, ancora main partner della fiera.