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Mattarella: guerra di aggressione è fuori da tempo e da storia

Mattarella: guerra di aggressione è fuori da tempo e da storia




Mattarella: guerra di aggressione è fuori da tempo e da storia – askanews.it



















Ferrara, 4 apr. (askanews) – “In tutto il mondo le università sono chiamate a elaborare riflessioni adeguate alle condizioni che abbiamo, ai mutamenti che vi sono, agli scenari nuovi. Scenari che fanno comprendere come sono fuori dal tempo e dalla storia comportamenti da potenza del secolo scorso, che conducono a una guerra di aggressione ad annettere territori o a competizioni accanite su aspetti marginali”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico dell’università di Ferrara.

“Sono questi gli aspetti rilevanti che contrassegneranno il mondo futuro. E a questo è chiamato il mondo a riflettere – ha aggiunto Mattarella -. E a fare da avanguardia in questa riflessione devono essere le università. Gli atenei hanno questa vocazione, questo ruolo: riflettere per approfondire scenari e indicare percorsi con cui affrontarli. Questo è il mondo che hanno i giovani di fronte, questo è il mondo che le università devono aiutarli a interpretare e governare”.

Malan dice che i dubbi dell’Ue sul Pnrr “sono sui progetti presentati dal governo Draghi”

Malan dice che i dubbi dell’Ue sul Pnrr “sono sui progetti presentati dal governo Draghi”




Malan dice che i dubbi dell’Ue sul Pnrr “sono sui progetti presentati dal governo Draghi” – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – “I progetti su cui l’Ue ha espresso dubbi sono quelli presentati dal governo Draghi”. Lo ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato Lucio Malan intervistato a Sky Tg24 a proposito del dibattito sul Pnrr.

Fitto riferirà in Parlamento sul Pnrr? “Sono certo che in Senato la richiesta non è stata formulata in conferenza dei capigruppo, oggi c’è la conferenza dei capigruppo e vedremo se sarà formulata. Non c’è motivo per non farlo”. Quanto alla possibilità di affidare alla capacità di spesa del Nord eventuali risorse che non saranno spese da alcune regioni del Mezzogiorno Malan ha osservato che “se c’è modo di impiegare risorse che non possono essere impiegate altrimenti va fatto ma senza trascurare il Sud”.

Parlando poi di migranti a proposito dell’ipotesi di un nuovo decreto flussi Malan ha detto che “si valuterà la possibilità delle imprese e si valuterà il fatto che ci sono italiani che prendono un sussidio per non lavorare, perchè allora è assurdo cercare manodopera all’estero”.

Bce, attesa consumatori sull’inflazione a 12 mesi cala al 4,6%

Bce, attesa consumatori sull’inflazione a 12 mesi cala al 4,6%




Bce, attesa consumatori sull’inflazione a 12 mesi cala al 4,6% – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – Le aspettative di inflazione mediane dei consumatori dell’area euro si sono ulteriormente attenuate sui prossimi 12 mesi, al 4,6% dal 4,9% che si registrava a gennaio. Parallelamente è calata l’inflazione media percepita sui 12 mesi trascorsi, all’8,7% a febbraio dal 9,5% di gennaio. Lo riporta la Banca centrale europea con la sua ultima indagine mensile sulle attese dei consumatori.

Guardando a più lungo termine le aspettative di inflazione delle famiglie per i prossimi 3 anni si sono appena limate al 2,4%, dal 2,5% del mese precedente. Secondo la Bce restano alti i livelli di incertezza e persiste un qualche divario tra le aspettative a seconda delle classi di età, con i più giovani che riportano livelli di inflazione percepita e aspettative più tenui rispetto alla fascia di età 55-70 anni. Le aspettative del pubblico sul futuro andamento dell’inflazione sono un elemento rilevante, tenuto sotto controllo dalla Bce, per valutare le generali potenziali spinte inflazionistiche nell’economia.

Sempre secondo questa inchiesta le aspettative sulla crescita dei redditi dei consumatori per i prossimi 12 mesi ci sono limate all’1,2%, dall’1,3% di gennaio. La percezione sugli aumenti di spesa dei passati 12 mesi invece è salita al 6,6%, dal 6,3% di gennaio. Le aspettative di spesa per i prossimi 12 mesi si sono ulteriormente alzate al 3,9% dal 3,8% di gennaio.

Pnrr, Malan: dubbi Ue su progetti presentati dal governo Draghi

Pnrr, Malan: dubbi Ue su progetti presentati dal governo Draghi




Pnrr, Malan: dubbi Ue su progetti presentati dal governo Draghi – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – “I progetti su cui l’Ue ha espresso dubbi sono quelli presentati dal governo Draghi”. Lo ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato Lucio Malan intervistato a Sky Tg24 a proposito del dibattito sul Pnrr.

A proposito della richiesta delle opposizioni affinchè il ministro Fitto riferisca in Parlamento sul Pnrr, Malan ha osservato: “Sono certo che in Senato la richiesta non è stata formulata in conferenza dei capigruppo, oggi c’è la conferenza dei capigruppo e vedremo se sarà formulata. Non c’è motivo per non farlo”. Quanto alla possibilità di affidare alla capacità di spesa del Nord eventuali risorse che non saranno spese da alcune regioni del Mezzogiorno Malan ha osservato: “Se c’è modo di impiegare risorse che non possono essere impiegate altrimenti va fatto ma senza trascurare il Sud”.

La settimana di Pasqua sarà più fredda di quella natalizia

La settimana di Pasqua sarà più fredda di quella natalizia




La settimana di Pasqua sarà più fredda di quella natalizia – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – La Settimana Santa sarà più fredda di quella natalizia. Aria polare in arrivo dalla Norvegia sta entrando nel nostro Paese attraverso la Porta della Bora con venti tesi da Nord-Est. Nei prossimi giorni le massime scenderanno ovunque anche di 5-10 gradi, mentre le minime potrebbero scivolare pericolosamente sottozero in Val Padana con il rischio di gelate tardive.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma l’anomalia termica pasquale ricordando le temperature registrate lo scorso Santo Natale 2022: Cagliari 21°C, Catania 20°C, Napoli 19°C, Roma 18°C e addirittura 15°C anche in Pianura Padana! La Settimana Santa sarà invece ricordata come la Settimana Fredda, nonostante quest’anno la Pasqua cada piuttosto alta e non bassa come altri anni. Si dice Pasqua bassa quando nel calendario avviene tra il 22 marzo e il 2 aprile, media tra il 3 e il 13 aprile ed alta tra il 14 e il 25 aprile. Insomma siamo ad aprile ed il freddo norvegese è ancora protagonista.

Nel dettaglio, nelle prossime ore le temperature crolleranno anche di 7-8 gradi nei valori minimi, le massime scenderanno di altrettanto al Centro-Nord mentre avremo un aumento al Sud con il tempo in miglioramento. Il ciclone che ha portato forte maltempo negli ultimi 2 giorni si sta infatti allontanando verso la Grecia: oggi sono attesi residui acquazzoni al Sud e tra medio Adriatico e Basso Lazio, ma in un contesto soleggiato. Il vento invece sarà ancora teso dai quadranti settentrionali e farà calare le temperature. Domani si riaccenderà l’instabilità al Centro-Sud nelle ore pomeridiane: in pratica avremo dei temporali sparsi nelle ore centrali della giornata, con minime all’alba invece decisamente fredde sotto un cielo stellato.

Dando uno sguardo fino alla Pasqua le temperature rimarranno molto basse di notte da Nord a Sud, mentre durante il giorno saranno solo leggermente sotto le medie del periodo; tra venerdì e sabato è previsto un nuovo impulso instabile dal Nord Europa con possibili acquazzoni a macchia di leopardo sul nostro Stivale, mentre per la Santa Pasqua potrebbe esserci un miglioramento, anche se ovviamente da confermare. Al momento la Pasqua sembra con temperature sotto media ed in prevalenza soleggiata; sarà incerta solo al Sud con rovesci sparsi; non è comunque escluso che il meteo ci smentisca e viri verso un quadro anche migliore. La Pasquetta sembra al momento sotto la rimonta dell’alta pressione, ma del meteo-pic-nic del lunedì dell’Angelo ci fidiamo molto poco: tutte le volte che arriviamo alla brace perfetta inizia l’acquazzone! Lo scopriremo meglio nei prossimi aggiornamenti.

Fedriga: riconosciuto l’impegno di 5 anni di lavoro e la serietà di governo

Fedriga: riconosciuto l’impegno di 5 anni di lavoro e la serietà di governo




Fedriga: riconosciuto l’impegno di 5 anni di lavoro e la serietà di governo – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – “Qui c’è solo una Regione che è stata ben governata. Sono contento per questo risultato che, per le sue dimensioni, mi carica di ancora maggiori responsabilità… Avevo percepito il clima positivo, ma non pensavo di andare oltre il 56-57%”. Lo ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, riconfermato ieri alla guida della regione, in una intervista al Corriere della Sera.

A cosa si deve un risultato così alto? “È stato riconosciuto l’impegno di 5 anni di lavoro. Probabilmente, la serietà di governo. Lo stile di chi bada alla sostanza dei problemi, che non fa dichiarazioni robo-anti. La proposta di governo dei territori, come si è visto anche in Lombardia e Lazio, è stata apprezzata dagli elettori. E poi l’apporto di Salvini come ministro delle Infrastrutture è stato premiante. A Roma Matteo sta lavorando molto bene”, ha sottolineato Fedriga sottolineando che “è sbalorditivo come in pochi mesi si sia riusciti ad invertire una tendenza negativa. Di solito per cambiare un trend servono anni”. Un ruolo a livello nazionale? “No – ha concluso -, mi sono proposto per la guida della mia Regione, per questo sono stato eletto e questo voglio fare. Non penso a nient’altro”.

Danza, Teatro e Musica: tre Biennali per le arti performative

Danza, Teatro e Musica: tre Biennali per le arti performative




Danza, Teatro e Musica: tre Biennali per le arti performative – askanews.it




















Venezia, 3 apr. (askanews) – Tre Biennali per stare dentro il sistema delle arti con ancora più autorevolezza. E allora ecco 70 novità, tra prime assolute, europee, italiane; 41 produzioni e coproduzioni, di cui molte commissionate; 48 giorni di programmazione per i Festival di Teatro (dal 15 giugno al 1 luglio), Danza (dal 13 al 29 luglio), Musica (dal 16 al 29 ottobre), che si estendono fino a 3 mesi di attività con le residenze dei giovani artisti di Biennale College. Si tratta di un intenso intervento della Biennale di Venezia nella produzione, la promozione e la documentazione della nuova creatività delle arti dal vivo, che vede quest’anno le nuove opere prodotte per e con la Biennale raggiungere la metà dell’intero programma.

“La Biennale – ha detto il presidente Roberto Cicutto – ha deciso da quest’anno di aumentare le risorse e il sostegno destinati ai Settori Danza Musica e Teatro e ai rispettivi Festival Internazionali. Questi Festival non sono mai stati concepiti come rassegne per mostrare il meglio delle produzioni nei campi di competenza dei tre direttori artistici, ma come lo sviluppo di un progetto che arricchisca conoscenza e sperimentazione in coerenza con un mandato quadriennale. Le maggiori risorse consentiranno anche al pubblico di poter più agevolmente assistere agli spettacoli che avranno un maggior numero di repliche, masterclass, installazioni e attività interdisciplinari. Soprattutto consentono alla Biennale di affidare commissioni, produrre o coprodurre nuovi spettacoli, colmando in parte (soprattutto nel Settore Musica) una falla nell’impegno pubblico rispetto a quanto si fa in altri Paesi. Il lavoro dei direttori artistici Wayne McGregor per la Danza, Lucia Ronchetti per la Musica, Stefano Ricci e Gianni Forte per il Teatro ha dimostrato nei primi tre anni del loro mandato le infinite possibilità nel tessere un filo ininterrotto fra maestri del passato, artisti contemporanei e professionisti del prossimo futuro. In questo modo si dà concretezza a quanto spesso si afferma ma difficilmente si realizza: far crescere donne e uomini all’inizio delle loro carriere, alimentandoli della lezione di chi li ha preceduti con spirito innovatore e di ricerca”. Sono oltre 450 gli artisti coinvolti, da 30 Paesi diversi, per i tre Festival di Danza, Musica e Teatro della Biennale di Venezia. Il Teatro vedrà in scena, tra gli altri, Armando Punzo, Leone d’oro alla carriera, con lo straordinario gruppo di attori-detenuti della Compagnia della Fortezza; Romeo Castellucci, che con le sue performance simboliche e visionarie attraversa generi, pubblici e continenti; due delle compagnie che maggiormente incarnano le tendenze degli ultimi anni, la catalana El Conde de Torrefiel e la fiamminga FC Bergman, destinataria del Leone d’argento. E ancora: le nuove voci di Boris Nikitin, attore, autore oltre che regista di ascendenze ucraino-franco-ebraiche, e di Bashar Murkus con il Khashabi Ensemble, teatro palestinese indipendente creato all’interno dello Stato di Israele, ad Haifa.

Spiccano per la Danza, fra i tanti appuntamenti in programma, un omaggio a Simone Forti, Leone d’oro alla carriera, con un’ampia mostra retrospettiva del suo lavoro di “artista del movimento” proveniente dal Museum of Contemporary Arts di Los Angeles; un trittico di coreografie che hanno la forza ipnotica della danza pura di Tao Dance Theater, Leone d’argento; Sidi-Larbi Cherkaoui, Javier De Frutos, Michaela Taylor, Alexis Fernandez, quattro coreografi per l’ensemble fondato dal super divo del balletto internazionale Carlos Acosta; la prima mondiale di Pontus Lidberg, coreografo, filmmaker e danzatore svedese che ha conquistato le compagnie più blasonate – dal New York City Ballet al balletto dell’Opéra di Parigi. E inoltre, le figure di Oona Doherty, Andrea Peña, Luna Cenere, giovani coreografe che si sono imposte recentemente all’attenzione di pubblico e critica. La Musica mette sotto i riflettori l’elettronica digitale a partire dal pioniere Morton Subotnick, passando per Brian Eno, Leone d’oro alla carriera, e l’eretico John Zorn, per arrivare al leggendario duo noto col criptico nome di Autechre, che ha portato la club culture ai confini con la musica d’avanguardia. Fra i tanti artisti invitati ci saranno: il musicista e performer Robert Henke, che rimette in circolo la tecnologia vintage dei pc Commodore; Brigitta Muntendorf che lancia la musica nello spazio con Orbit, voci di donne clonate dall’intelligenza artificiale e audio 3D, sottotitolo A War Series, ovvero le guerre che nei millenni si sono combattute contro il corpo femminile. Tante, inoltre, le figure dell’elettronica live più sperimentale, come Lamin Fofana, Jjjjjerome Ellis, Jace Clayton aka Dj Rupture, Steve Goodman aka Kode9, Loraine James, Aya, Emme, S280F, Soft Break, Yen Tech, Snufkin.

Biennale Teatro. I colori del Teatro. Dopo Blue e dopo Rot, ecco Emerald. Il progetto quadriennale dei direttori Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte) per il 51. Festival Internazionale del Teatro (15 giugno -1 luglio) si tinge di verde, evocando la città dei prodigi del paese di Oz, Emerald City e invitando il pubblico a un viaggio nello stupore. “Questa nuova edizione del Festival, piattaforma di una resistenza politica e poetica – ha detto i due direttori della Biennale Teatro, Ricci e Forte – continuerà a difendere l’idea che il Teatro, l’Arte e la Cultura debbano salvaguardare la loro missione di servizio pubblico; sarà un laboratorio ipnotico e vibrante di creazione scenica, riferimento essenziale come avamposto di utopie eroiche e meraviglie rivoluzionarie, e si drappeggerà in verde emerald, il cui orizzonte simbolico starà ad indicare il momento di un cambiamento profondo, di una trasformazione, di un passaggio ad una nuova fase della vita: la rigenerazione dopo l’inverno, la rivitalizzazione, la resurrezione, la rinascita e la libertà dell’essere umano. Celebreremo così un risveglio di primavera anche per il Teatro, investito ora più che mai a stimolare la fantasia, l’immaginario dello spettatore”. Biennale Danza. La chimica della danza. Altered States, titolo del 17. Festival Internazionale di Danza Contemporanea (13-29 luglio), è il terzo capitolo con cui il direttore Wayne McGregor continua a sondare questa disciplina mobile, in dialogo con le tecno-culture e il pensiero scientifico più avanzato, ma anche in relazione percettiva con lo spettatore. “Gli artisti e i lavori selezionati per la Biennale Danza 2023 – spiega il coreografo britannico – sono alchimisti del movimento. Il loro lavoro è guidato da un’insaziabile curiosità di esplorare e sperimentare sia nel processo creativo che nella performance; attraverso l’improvvisazione, l’installazione soma-sensoriale, il minimalismo radicale o con sorprendenti allontanamenti da forme e contesti consueti. Fondamentalmente, sfidano le ortodossie tradizionali della danza e, così facendo, ci portano a fare l’esperienza del nostro corpo rinnovato, connettendo i nostri modelli esterni del mondo con le meno conosciute mappe interne – alterando i nostri stati di conoscenza ed esperienza”.

Biennale Musica. In scena a Venezia dal 16 al 29 ottobre, il 67. Festival Internazionale di Musica Contemporanea Micro-Music secondo il Direttore Lucia Ronchetti “è dedicato al suono digitale, alla sua produzione e alla sua diffusione nello spazio acustico, attraverso tecnologie avanzate e ricerche sperimentali. Il Festival presenta un ampio spettro di tendenze stilistiche e ricerche creative innovative della scena musicale internazionale, secondo forme installative, performative e online, con molte prime assolute commissionate dalla Biennale Musica e coproduzioni con i più importanti festival internazionali”. Il Festival si articola in sei sezioni: Sound Microscopies; Sound Installations/Sound Exhibitions; Stylus Phantasticus-The Sound Diffused by Venetian Organs; Club Micro-Music; Digital Sound Horizons; Sound Studies.

Dream, Alessandro Sciarroni nel tempo sospeso del possibile

Dream, Alessandro Sciarroni nel tempo sospeso del possibile




Dream, Alessandro Sciarroni nel tempo sospeso del possibile – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – Bastano pochi minuti per rendersene conto: lo spazio in cui siamo entrati come spettatori di una performance di danza contemporanea non è semplicemente uno spazio occupato da corpi e musica, è una dimensione, una possibilità alternativa, un racconto dolcemente distopico. È anche un mistero avvolgente, una contemplazione (quasi) senza oggetto, che a tratti sembra essere l’atto stesso del contemplare, in sé. Il luogo è il salone d’onore al primo piani della Triennale di Milano e lo spettacolo è “Dream” di Alessandro Sciarroni, uno degli artisti più significativi della scena contemporanea, e non solo nel campo della danza. Il contesto è il FOG Festival della Triennale, uno di quelli eventi che definiscono (più che presentare) la scena delle arti performative. Tutto è composito e sfaccettato, dentro l’ambiente della performance; tutto si articola con una sintassi che sembra appartenere a un diverso spaziotempo o, per lo meno, alla spiegazione di un’equazione scientifica complessa. Che Sciarroni e i suoi sei performer – Marta Ciappina, Matteo Ramponi, Elena Giannotti, Valerio Sirna, Edoardo Mozzanega e Pere Jou – riscrivono partendo dai fattori minimi, il gesto base, la radice del corpo in movimento (attraverso il tempo). Senza perdere la complessità, ma addolcendola nell’atmosfera sospesa propria del sogno.

È possibile che queste considerazioni non abbiano nulla (o forse abbiano solo poco) a che fare con la storia dello spettacolo che oggi si chiama “Dream” e che ha avuto una gestazione particolare, nato come script per una messinscena teatrale, poi diventato una performance e, contemporaneamente, un romanzo, che gli spettatori possono prendere quando escono dalla sala. Proprio in questo essere entrambe le cose sta la prima condizione onirica (che somiglia anche al Principio di indeterminazione della fisica quantistica) che rende possibile lo spettacolo (e il mondo, che su queste apparenti contraddizioni, abbiamo scoperto, fonda la propria realtà!). E su questa possibilità si costruisce tutto il resto, sostenuto dalla musica, ma costantemente appeso al filo fragile del movimento dei ballerini. E basta guardare Marta Ciappina per capire che la sua presenza sulla scena è una giustificazione a se stessa, somiglia all’idea dello spettacolo, senza esserlo, ma ovviamente essendolo ben di più. Avere e non avere, diceva Hemingway con disincanto. Giorni felici, ribatteva (forse) Beckett, con amarezza. Ma intanto lo dicevano e questo bastava, come basta la ritmica rallentata di uno spettacolo di lunga durata, cinque ore, ma di libera fruizione, generativa di altri movimenti e altre presenze: quelle che ogni spettatore, con il suo corpo oltre che con i suoi pensieri, aggiunge alla coreografia ufficiale di “Dream”. Ci sono gioie e ferite, ci sono luci che si alzano e si abbassano, il pianoforte a volte tace a volte suona Glenn Gould. Il mondo è finito, sussurra qualcuno, quello che vediamo è un Dopo, un Senza, una Futura Perdita. Che però si ricompone nella coralità fatta dalla somma implicita di tutti i movimenti di tutti i passi che, per citare Alberto Garutti, hanno portato i performer qui ora. Tutto è stato perduto, e in questa perdita ci si adagia, la si culla e cullandola la si nega. L’essere è, il non essere non è dei filosofi presocratici è qui davanti a noi, sotto entrambe le specie e sotto la specie dell’eternità: adesso è Spinoza che ci guida, il pensatore panteista, il suo dio in tutto sembra essere proprio quello che alimenta questo lungo sogno. Dove ognuno in fondo, può essere ogni cosa e ogni persona, se lo vuole. Anche Alessandro Sciarroni, artista.

(Leonardo Merlini)

Pnrr, ipotesi Lega rinunciare ai fondi. Meloni frena: no allarmismi

Pnrr, ipotesi Lega rinunciare ai fondi. Meloni frena: no allarmismi




Pnrr, ipotesi Lega rinunciare ai fondi. Meloni frena: no allarmismi – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Solo una suggestione, per ora. Ma a palazzo Chigi era l’ultima cosa di cui si sentiva il bisogno. Nei delicati giorni di interlocuzioni con l’Europa sul Pnrr, dopo il rinvio di un mese per la verifica degli obiettivi per la terza tranche, il capogruppo della Lega, Riccardo Molinari, avanza una ipotesi che spezza la narrazione del governo e per la prima volta dice l’indicibile. “Ho parlato con molti sindaci di Comuni piccoli e i problemi sono numerosi, ha senso indebitarsi con l’Ue – chiede – per fare cose che non servono? Giusto quindi ridiscutere il piano con la Commissione europea, o si cambia la destinazione dei fondi o spenderli per spenderli a caso non ha senso. Forse sarebbe il caso di valutare di rinunciare a una parte dei fondi a debito”.

Quella messa sul piatto è una possibilità che di fatto va in senso contrario rispetto alla linea concordata nel pranzo di venerdì scorso tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il capo dello Stato, Sergio Mattarella: una linea che prevede che si faccia di tutto per “non sprecare questa occasione”, come l’inquilino del Quirinale ha detto più volte. Palazzo Chigi impone immediatamente di evitare qualsiasi accento polemico nei confronti del capogruppo leghista: in questo momento non c’è bisogno di alimentare contrasti, ma al contrario di sopirli, è l’indicazione. Allo stesso tempo si fa sapere che l’ipotesi di rinunciare a quei fondi “non è presa in considerazione”, che la strada è quella di “rimodulare il piano” e di “cercare soluzioni” che consentano “di utilizzare le risorse, non di perderle”. Sempre con l’obiettivo di mettere a tacere le polemiche, viene anche spiegato che quello di Molinari è un ragionamento sostanzialmente condivisibile perché “anche chi fa finta sa che alcuni progetti non sono realizzabili entro il 2026”, ciò che non è condivisibile sono le conclusioni. Che di certo non aiutano nel momento in cui la partita con Bruxelles è apertissima e comprende anche altri fronti, come quello dei migranti della riforma del Mes che l’Italia, unica, non ha ratificato e, non ultimo il nodo balneari (un provvedimento potrebbe approdare in Consiglio dei ministri giovedì).

Al di là delle rassicurazioni imposte dall’alto, infatti, in Fratelli d’Italia c’è chi legge l’uscita di Molinari come un modo della Lega – e del suo leader – di mettere in discussione la linea dialogante scelta dal governo a Bruxelles e rappresentata dal ministro competente, Raffaele Fitto. Nel Carroccio, ma anche negli altri partiti della maggioranza comprese alcune frange di Fdi, c’è chi per esempio ritiene che sulla questione dei balneari con l’Europa bisognerebbe portare avanti la linea dura, andando dritti sulla propria strada alla faccia della procedura di infrazione. Ma, secondo quanto viene riferito, non è il suggerimento arrivato da Mattarella che ha invece sollecitato la premier a rimanere all’interno di un percorso di collaborazione e dialogo con le istituzioni comunitarie. Non a caso, infatti, Meloni – pur non riferendosi direttamente alle dichiarazioni di Molinari – dice di non condividere in generale “questa ricostruzione allarmista”. “Certamente c’è un grande lavoro da fare, verificare la fattibilità di alcune cose, e questo è oggetto di interlocuzione con la Commissione. Non prendo in considerazione l’idea di perdere risorse ma di spenderle al meglio in modo efficace”. Le opposizioni continuano intanto a chiedere una “operazione verità” ma anche a mettere l’accento sulle divisioni nella maggioranza sul dossier più delicato. “E’ urgente che il ministro Fitto venga in Parlamento per spiegare all’Italia cosa hanno intenzione di fare per salvare il più grande progetto di ammodernamento del Paese”, dice la capogruppo alla Camera del Pd, Chiara Braga. Il leader pentastellato, Giuseppe Conte, rilancia invece l’idea mettersi “tutti attorno a un tavolo”: “Il M5s – spiega – c’è, è disponibile a percorrere tutti insieme una strada trasparente per fare in modo che neppure un euro di queste risorse vada disperso”.

Borsa: Olidata torna agli scambi dopo 7 anni e chiude a 0,276 euro

Borsa: Olidata torna agli scambi dopo 7 anni e chiude a 0,276 euro




Borsa: Olidata torna agli scambi dopo 7 anni e chiude a 0,276 euro – askanews.it



















Milano, 3 apr. (askanews) – Olidata, azienda storica del settore Ict in Italia, torna alle contrattazioni a Piazza Affari. Un ritorno alla quotazione atteso da migliaia di piccoli azionisti. Il titolo, che era stato sospeso 7 anni fa dopo che l’azienda era stata messa in liquidazione, ha chiuso a 0,276 euro. Il prezzo di negoziazione del 24 marzo 2016 – ultimo giorno di scambi – era di 0,154 euro.

“Ho creduto in questa operazione con il sostegno della mia famiglia, perché nella vita per raggiungere gli obiettivi c’è bisogno di voglia di osare e delle persone giuste al proprio fianco”, ha detto il presidente Cristiano Rufini, che nel 2022 è diventato il socio di maggioranza del gruppo. “La storia di Olidata ci insegna che la perseveranza può essere la giusta guida per raggiungere le proprie aspirazioni. Coglierò le nuove sfide per dare un contributo importante e valorizzare il genio Made in Italy. Sono pronto ad accettare questa nuova sfida”. Nel progetto di rilancio si prevede un aumento dell’incidenza dei ricavi legati alle soluzioni a maggiore valore aggiunto (Cyber, Big Data e Soluzioni proprietarie), con l’obiettivo di aumentare la marginalità. Olidata stima una crescita dei ricavi dagli attuali 49,3 milioni ad oltre 63,2 milioni a fine 2025, con un risultato economico netto previsto di 1,2 milioni nello stesso anno e un incremento del margine operativo lordo a circa 2,6 milioni pari al 4,1% dei ricavi.