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Fondazione Prada, le cere anatomiche e la visione di Cronenberg

Fondazione Prada, le cere anatomiche e la visione di Cronenberg


Fondazione Prada, le cere anatomiche e la visione di Cronenberg – askanews.it



Fondazione Prada, le cere anatomiche e la visione di Cronenberg – askanews.it



















Milano, 24 mar. (askanews) – Il corpo è uno dei temi che ricorrono nelle mostre di Fondazione Prada. Il corpo, soprattutto come oggetto d’indagine, della scienza come dell’arte. Si inserisce in questo filone anche il nuovo progetto dedicato alle “Cere anatomiche” de La Specola di Firenze, re-interpretate dal regista David Cronenberg. Una mostra complessa e sfidante, che, come già era accaduto con il Kunsthistorisches Museum di Vienna, porta negli spazi milanesi della Fondazione le collezioni di un altro museo, in questo caso quello di Storia naturale dell’Università fiorentina di cui La Specola è parte.

Al piano superiore del Podium sono presenti le tredici ceroplastiche del XVIII secolo che presentano corpi di donne di cui si svela l’anatomia per scopi scientifici. Sono teche che in un certo senso contengono e contemplano il corpo femminile, per svelarne ogni dettaglio, senza mediazione. Accanto a queste 72 disegni anatomici che fanno quasi da didascalie alle cere. Nella grande sala al piano inferiore invece il film di Cronenberg, che intorno alle cere ha costruito una sua narrazione tra il sogno e l’horror. “Le due parole chiave – ha spiegato ad askanews Chiara Costa, Head of Programs di Fondazione Prada – sono corpo e conoscenza, unite ovviamente a scienza. Direi che questo lavoro di Cronenberg segue esattamente questa linea: lui ha studiato le cere, è rimasto molto intrigato dal loro valore artistico, ma anche dalla loro funzione didattica, e ha deciso in qualche modo con il suo film di liberare queste figure dalla loro funzione didattica e di trasportarle in un mondo parallelo. E noi di fatto ci occupiamo sempre di un’osservazione scientifica, che diventa poi artistica”.

È infatti indubbio che le cere della Specola siano oggetti d’arte che attraversano il tempo, quelle donne indubbiamente affascinanti, come la Venere scomponibile con un filo di perle al collo, che poi svela i visceri più profondi e proprio le sezioni del corpo. Lo spirito dell’operazione era chiaramente illuminista, ma le possibili implicazioni aperte da questi simulacri della vita possono anche andare oltre l’ambito razionale. E qui si presentano, per la prima volta, al pubblico dell’arte. “Qui c’è la grande novità anche che, al di là della scienza, questa esperienza ormai connotata come esperienza di altissimo profilo artistico e culturale – ci ha detto Lucilla Conigliello, direttrice tecnica del Sistema museale dell’Università di Firenze – viene proposta qui a Milano a un pubblico allargato e alla possibilità di una rilettura contemporanea. Noi viviamo un contesto che è strettamente di ricerca, un contesto scientifico. Però dobbiamo dar conto del valore di tutta quella che è la cultura anche del museo”.

Bellezza e biologia, scienza e psicanalisi, desiderio e morte: sono molte le sensazioni contraddittorie che la mostra può innescare, ma non si deve dimenticare che si tratta, in primo luogo, di un altro modo di usare la scienza – e La Specola è uno dei musei scientifici più antichi d’Europa – per provare a fare un ragionamento artistico più vasto, un ragionamento sull’umano, mediato dalla propria più accurata rappresentazione. E quei quattro corpi femminili possono essere qualcosa di più che i semplici oggetti di una lezione di anatomia. Se non altro perché quella anatomia è la nostra. (Leonardo Merlini)

Sony Music Italia rinnova con Neima Ezza e arriva Shune

Sony Music Italia rinnova con Neima Ezza e arriva Shune


Sony Music Italia rinnova con Neima Ezza e arriva Shune – askanews.it



Sony Music Italia rinnova con Neima Ezza e arriva Shune – askanews.it


















Roma, 24 mar. (askanews) – Sony Music Italia ha annunciato le sue novità discografiche, tra cui ci sono la conferma nel roster di Epic di Neima Ezza (nome d’arte di Amine Ezzaroui) e la new entry nella sua scuderia artistica del producer Shune.

“Le firme di nuovi contratti e il rinnovo degli artisti sono le attività principali su cui il nostro team concentra quotidianamente il suo lavoro – ha commentato il presidente e ceo Sony Music Entertainment Andrea Rosi – ed è per questo motivo che sono grandi la soddisfazione nel constatare la rinnovata fiducia di artisti che fanno già parte della nostra squadra e l’orgoglio nell’accogliere nuovi talenti da valorizzare. Neima Ezza è un artista di enorme talento e Shune un producer dalla creatività prorompente. Prima di loro, a febbraio, abbiamo riconfermato e allungato gli accordi con Bresh, artista fantastico dal potenziale incredibile, con Colapesce Dimartino per la label Numero Uno e con le leggende Articolo 31, J-Ax e DJ Jad, per Columbia”. Il rapper Neima Ezza conta 2,1 milioni di ascoltatori mensili su Spotify e il suo Ep “Giù” continua a raggiungere importanti riconoscimenti (“Lei” feat. Rondodasosa, certificato Platino, ha raggiunto 42,2 milioni di stream, “Casa”, prodotto da NKO e certificato Platino con 50,7 milioni di stream su Spotify e 19 milioni di views su Youtube e “Fedele al quartiere”, certificato oro, ha ottenuto 152 milioni e mezzo di stream solo su Spotify). Dopo aver concluso recentemente il suo primo live tour nei club delle più importanti città italiane, il prossimo passo del suo percorso musicale è “Avanti”, nuovo singolo che uscirà venerdì 24 marzo.

Shune nel 2022 ha lavorato sull’album di Bresh “ORO BLU”, uno dei progetti musicali più dirompenti dell’anno, e ha prodotto per Capo Plaza i brani più interessanti del suo ultimo mixtape. Sul fronte della scena rap genovese ha collaborato, oltre che con Bresh, con Tedua, Alfa e Disme & Vaz Tè. Oltre alle firme e ai rinnovi, in questi primi tre mesi dell’anno Sony Music Italia festeggia diversi successi: dall’ennesimo exploit planetario dei Måneskin – il cui nuovo progetto discografico “Rush” ha raggiunto subito il n.1 in classifica in 15 paesi – all’en plein di premi alla 73esima edizione del Festival di Sanremo.

Il ritorno senza ansia di Diodato con l’album “Così speciale”

Il ritorno senza ansia di Diodato con l’album “Così speciale”


Il ritorno senza ansia di Diodato con l’album “Così speciale” – askanews.it



Il ritorno senza ansia di Diodato con l’album “Così speciale” – askanews.it



















Milano, 24 mar. (askanews) – “Sono molto contento, non ho l’ansia per l’uscita dell’album, ho delle buone sensazioni, mi sembra il momento giusto per uscire e mi sento molto rappresentato da questo lavoro”, Diodato sorride e introduce così l’uscita del suo nuovo album di inediti “Così speciale” per Carosello Records. Dopo il travolgente successo del precedente lavoro “Che Vita Meravigliosa, con cui ha vinto praticamente tutto, da Sanremo ai David di Donatello, guarda al futuro con calma. “Così speciale” è un album dalla forte identità sonora, che riesce a passare dall’intimità di un piano e di una voce ad arrangiamenti corposi, potenti, che sublimano i concetti espressi in una catarsi sonora.

Scritto, arrangiato e artisticamente diretto da Diodato, “Così speciale” è un album figlio della volontà di essere suonato soltanto da musicisti in carne ed ossa ed è stato prodotto e mixato da Tommaso Colliva, produttore discografico di fama internazionale e vincitore di un Grammy Award nel 2015, e masterizzato da Giovanni Versari. “Sono sempre stato innamorato della musica suonata che vibra, -spiega Diodato – in questo album ho sperimentato un bel po’. Il fatto che ci siano musicisti che suonano in carne ed ossa si sente e fa arrivare al pubblico un’emozione autentica”. Ma soprattutto “Così speciale” è un album molto autobiografico, con dieci tracce che rappresentano dieci attimi di vita, “sguardi sul mondo e tuffi negli abissi interiori per provare a riemergere con dieci fiori che profumano di vita”. Apre l’album “Ci vorrebbe un miracolo”: “E’ un’esclamazione abbastanza chiara, una richiesta di aiuto, uno sguardo sul caos della società in cui viviamo, dove sembra impossibile trovare un punto di incontro. Ho voluto però dare solarità a questo sguardo, sono convinto che c’è speranza. Da non credente questa richiesta di miracolo è un invito a rimboccarsi le maniche, a darsi da fare” racconta il cantautore tarantino.

“Il brano “Non c’eri che tu” rappresenta il mio modo di fare musica, parte da una solitudine anche fredda, da considerazioni dure sul tempo sprecato, ma poi evolve ed esplode nel finale sublimando il vissuto. Grazie alla musica il vissuto può continuare a vibrare e a rifiorire”. In questo album c’è anche l’Antonio Diodato che non ti aspetti, quello meno conosciuto, ma travolgente, esplosivo e ironico.

“”Che casino” è la canzone in cui ho sperimentato di più, mi sono divertito un sacco, sono partito da un bit, e non come al solito da piano e voce, ho cominciato a cantarci sopra ed è uscito un brano che mi piace molto. La gente mi pensa come il cantautore romantico ma ci sono anche lati diversi della mia personalità, che emergono in questo brano ma spero che tutto l’album sappia di umanità”. Dopo essere rientrato dal tour oltre confine in autunno 2021 che lo ha portato in Europa e negli Stati Uniti, Diodato torna live con dieci date, prodotte e organizzate da OTR LIVE, che porteranno il cantautore nei più prestigiosi club delle principali città europee, nella primavera 2023. La dimensione live è ideale per scoprire proprio il Diodato oltre le apperenze.

Di Alessandra Velluto

Disgelo Meloni-Macron, pressing premier su migranti e Patto

Disgelo Meloni-Macron, pressing premier su migranti e Patto


Disgelo Meloni-Macron, pressing premier su migranti e Patto – askanews.it



Disgelo Meloni-Macron, pressing premier su migranti e Patto – askanews.it



















Bruxelles, 23 mar. (askanews) – Il “disgelo” è arrivato nella serata di Bruxelles. Al termine del Consiglio europeo Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron si sono incontrati faccia a faccia per il primo bilaterale “vero” dopo gli incontri informali a Roma (quando lei era stata appena eletta) e a Sharm el-Sheikh, a margine di Cop27.

Nel mezzo mesi di tensioni, incomprensioni, un grande “freddo” che era apparso evidente nei vari appuntamenti internazionali in cui si erano incrociati. A determinare la rottura era stata la contesa sui migranti e sulle navi delle Ong, con uno scambio di accuse reciproche tra Roma e Parigi. Nella capitale belga è giunto il momento del riavvicinamento: i due Paesi sono troppo importanti l’uno per l’altro. Meloni ha bisogno di sponde europee sui migranti e la riforma del Patto di stabilità, Macron (alle prese con le proteste contro la riforma delle pensioni) deve creare alleati intorno ad alcune questioni che gli stanno a cuore, a partire da nucleare e rilancio della competitività. I due si sono dunque visti al termine dei lavori nell’hotel del centro in cui entrambi alloggiano, sul tavolo una vasta gamma di temi: dai migranti alla riforma del Patto, dall’energia alla competitività. L’incontro con Macron ha chiuso una giornata che Meloni considera positiva. Il tema dei migranti, che nell’ordine del giorno era confinato tra le varie ed eventuali, è stato affrontato a cena, con un report della Commissione Ue sull’attuazione delle decisioni approvate al summit del 9 febbraio. Dieci leader, tra cui Meloni, hanno parlato nel corso del confronto, durato meno di un’ora e dalla delegazione italiana trapela soddisfazione perchè nelle conclusioni viene ribadita la necessità di attuare gli impegni, fissando una verifica al prossimo vertice previsto in giugno (anche se un Consiglio straordinario potrebbe essere fissato a maggio). La condizione della Tunisia – è l’allarme lanciato dalla premier nel suo intervento – è “molto preoccupante”, gli arrivi in Italia sono “triplicati” rispetto al 2002 e se questo trend continuerà la prossima estate la situazione sarà “fuori controllo”. Per questo servono azioni “rapide e concrete”.

Per quanto riguarda i temi economici, Meloni ha ribadito la posizione dell’Italia: l’allentamento dei vincoli agli aiuti di Stato non deve “creare disparità tra Stati membri”. Gli aiuti devono quindi essere “mirati e temporanei” in modo da garantire parità di condizioni e “pieno funzionamento” del mercato unico. Per l’Italia l’obiettivo principale è invece assicurare da parte europea la “piena mobilitazione” dei finanziamenti disponibili e degli strumenti finanziari esistenti, compresi quelli del Pnrr (su cui oggi il ministro Raffaele Fitto ha avuto un confronto con il commissario Paolo Gentiloni). Sulla revisione del Patto di stabilità e crescita, Meloni ha ammesso che “ci sono visioni abbastanza differenti”. Per lei “la sfida” deve essere “una governance più attenta alla crescita e non solamente alla stabilità. Per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti. Ci sono dei passi in avanti ma bisogna ancora lavorare”. Così come c’è da lavorare sul tema della transizione green. “Fermi restando gli obiettivi della transizione, che condividiamo, noi non riteniamo che l’Unione debba occuparsi anche di stabilire quali siano le tecnologie con le quali arrivare a quegli obiettivi”, ha detto, riferendosi in particolare allo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. La Germania sta trattando per ottenere una deroga sui carburanti sintetici che l’Italia ritiene “svantaggiosa”. Possibilità di riaprire la partita, però, sembrano non esserci: “E’ stata approvata con una significativa maggioranza. Non possiamo tornare indietro”, ha detto secca la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.

Al centro del summit anche il sostegno all’Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky, intervenuto da remoto, ha ribadito l’appello per l’invio a Kiev di armi a lunga gittata. Da parte dei 27 c’è la piena garanzia (a parte i distinguo dell’Ungheria) di un pieno sostegno “per tutto il tempo necessario”, eventualmente anche con un nuovo pacchetto di sanzioni. Una linea totalmente sposata da Meloni, arrivata a Bruxelles dopo le prese di posizione della Lega che nei giorni scorsi, alla Camera e al Senato, ha marcato una netta differenziazione rispetto alla posizione da assumere nell’appoggio a Kiev. Parole che certo non rafforzano la posizione internazionale della premier, che però ha minimizzato: “Francamente – ha detto – non mi preoccupa. Non sono preoccupata perchè guardo ai fatti e sulla linea italiana, che è molto chiara, non ho mai avuto problemi”.

Terzo polo, Renzi: partito unico? Non resterò in panchina

Terzo polo, Renzi: partito unico? Non resterò in panchina


Terzo polo, Renzi: partito unico? Non resterò in panchina – askanews.it



Terzo polo, Renzi: partito unico? Non resterò in panchina – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – “Ci sono, ci sarò e non resterò in panchina”. E’ quanto avrebbe assicurato ai suoi, il leader di Iv Matteo Renzi, in vista del percorso che porterà al partito unico tra Azione e Iv, durante la riunione che si è tenuta questa sera in collegamento video con i parlamentari, i coordinatori regionali e provinciali e sindaci.

Renzi, secondo quanto riferiscono partecipanti all’incontro, ha ribadito il “pieno impegno” sul partito unico del terzo polo e “anche se lui non si candiderà come segretario, c’è, ci sarà e non resterà in panchina”.

Ferrovie dello Stato: raggiungere neutralità carbonica entro 2040

Ferrovie dello Stato: raggiungere neutralità carbonica entro 2040


Ferrovie dello Stato: raggiungere neutralità carbonica entro 2040 – askanews.it



Ferrovie dello Stato: raggiungere neutralità carbonica entro 2040 – askanews.it


















Rimini, 23 mar. (askanews) – Tempo 17 anni per ridurre i consumi e le emissioni da combustibili fossili, completare il piano di elettrificazione dei treni, investire nelle fonti rinnovabili, passare dal 2% al 40% dei consumi elettrici e così raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040. E’ il piano da 1,6 miliardi di euro del gruppo Ferrovie dello Stato presentato a K.Ey The Energy Transition Expo alla fiera di Rimini.

Il piano di decarbonizzazione del gruppo FS è stato presentato dal responsabile sostenibilità, Lorenzo Radice, nel corso dell’incontro “La transizione energetica di FS Italiane per una mobilità a emissioni zero” alla fiera di Rimini. Durante l’incontro sono stati presentati i passaggi della strategia del gruppo per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040. Quello più ambizioso è legato all’autoproduzione da fonti rinnovabili – con l’installazione di impianti fotovoltaici – che coprirà da qua al 2040 il 40% dei consumi elettrici della società (il 2% del consumo elettrico di tutto il paese) che attualmente non va oltre all’1%. Verranno individuate alcune aree di proprietà del gruppo per l’installazione di pannelli fotovoltaici a partire dalle stazioni ferroviarie, per passare alle aree non utilizzate di proprietà del gruppo (di cui fa parte anche Anas) come per esempio svincoli stradali e altre zone adiacenti al sedimento ferroviario. Una parte del piano è dedicata al recupero di energia dal sistema di frenata dei treni. Il progetto è già stato testato e nei prossimi mesi, come ha ricordato Radice durante l’incontro, dovrà essere applicato su tutta la rete nazionale. L’energia recuperata attraverso il sistema di frenata di un treno ad alta velocità viene rimessa in rete, rimandata alle sottostazioni attraverso grandi batterie, e messa a disposizione dei treni che transitano successivamente su quella linea.

Nel piano è indicato anche l’obiettivo di aumentare il numero dei treni che viaggiano completamente elettrici (oggi oltre il 70% della flotta). Sarà importante – secondo il responsabile sostenibilità di FS – concentrare le forze anche sul “modal shift” per convincere sempre più cittadini e imprese a scegliere il sistema ferroviario al posto del trasporto su gomma e così ridurre i consumi, le emissioni, il traffico e l’incidentalità.

Pd, Schlein tira dritto sui capigruppo. Minoranza in subbuglio

Pd, Schlein tira dritto sui capigruppo. Minoranza in subbuglio


Pd, Schlein tira dritto sui capigruppo. Minoranza in subbuglio – askanews.it



Pd, Schlein tira dritto sui capigruppo. Minoranza in subbuglio – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – I capigruppo Pd rischiano di far saltare la gestione unitaria, la decisione di Elly Schelin di indicare due nomi della maggioranza per la guida dei gruppi manda in fibrillazione l’area che ha sostenuto Stefano Bonaccini e mette a dura prova il patto che ha portato il governatore dell’Emilia Romagna alla presidenza del partito. I gruppi si riuniranno prima lunedì pomeriggio, congiuntamente, per un punto sulla situazione politica con la segretaria, e poi separatamente martedì per eleggere i presidenti e le indicazioni che arrivano dalla segreteria restano le stesse: Francesco Boccia al Senato e Chiara Braga alla Camera. Una prospettiva che oggi aveva portato una parte dell’area Bonaccini a parlare di autoconvocazione della mozione, se il presidente Pd non avesse preso l’iniziativa: “Così non ci stiamo”, dicono tutti, anche i più dialoganti. “Serve condivisione”.

Il problema sarà capire cosa si intenda per condivisione: una parte della minoranza – gli ex lettiani, l’area di Matteo Orfini, per esempio – chiede un quadro complessivo condiviso, uno schema che tenga insieme rassicurazioni sulla linea politica, capigruppo scelti in maniera unitaria ma non necessariamente uno di maggioranza e uno di minoranza, riconoscimento adeguato anche in segreteria. L’ala più intransigente, invece, minaccia la conta, molti premono su Debora Serracchiani perché si candidi in contrapposizione alla Braga e qualcuno ipotizza di spingere su Graziano Delrio perché faccia lo stesso al Senato. Infine, altri propongono una soluzione intermedia: non contrapporre candidati alternativi, ma chiedere comunque che i nomi indicati dalla segretaria vengano votati e non acclamati, in modo da mettere agli atti il dissenso. Nella stessa maggioranza, peraltro, qualche perplessità e malumore si coglie. “La cosa si poteva gestire meglio”, dice uno dei sostenitori della Schlein. La gestione della partita, molto accentrata nelle mani della segretaria e dei suoi più fedeli, non convince tutti. “Cose come questa si costruiscono”, aggiunge un altro. Anche l’idea di insistere sui due capigruppo di maggioranza non convince tutti i sostenitori della segretaria: “Così indebolisce Bonaccini, che invece essendo uomo ‘di partito’ potrebbe garantire una navigazione più tranquilla, tenendo a bada i più agguerriti”. Riflessioni a microfoni spenti, però, nessuno farà mancare il proprio voto al momento dell’elezione.

E’ sul fronte Bonaccini che la situazione è molto più delicata. Senza una qualche apertura dalla Schlein quell’area unica di minoranza chiesta dal presidente ai suoi sostenitori rischia di evaporare prima ancora di nascere. “E questo sarebbe un problema innanzitutto per la Schlein”, dice un parlamentare. “A quel punto noi faremo la minoranza e su ogni tema diremo la nostra. A cominciare dai matrimoni egualitari, per dire”. Bonaccini proverà ad evitare lo scontro, ha convocato la riunione dei suoi parlamentari proprio per evitare che ognuno si muova per conto proprio. Cercherà di portare qualche risultato ai propri sostenitori. Si vedrà se la Schlein sceglierà di tendere una mano o se prevarrà la linea di molti suoi stretti collaboratori: “La minoranza dovrà allinearsi, sono divisi e non succederà niente”.

MotoGp, Bagnaia: “Pronto a difendere il titolo”

MotoGp, Bagnaia: “Pronto a difendere il titolo”


MotoGp, Bagnaia: “Pronto a difendere il titolo” – askanews.it



MotoGp, Bagnaia: “Pronto a difendere il titolo” – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – E’ carico, determinato a confermare il titolo conquistato nel 2022 Pecco Bagnaia alla vigilia del primo Gp di stagione. “Sono molto contento di ricominciare – ha detto il ducatista alla vigilia del GP del Portogallo a Portimao -. Un anno fa eravamo nei guai, mentre quest’anno i test sono andati alla perfezione. La nuova moto va meglio per il mio stile di guida, tutto è andato bene, abbiamo migliorato anche il passo gara. Siamo in una posizione migliore rispetto agli altri, ma credo che la Yamaha di Quartararo e la Honda di Marquez saranno davanti, proprio come Bastianini”. Bagnaia ha ricordato il difficile esordio della scorsa stagione: “Nel 2022 mi mancava un po’ di aderenza in curva, quest’anno gli ingegneri hanno lavorato sodo per darmi quello che mi mancava. Nei test in Malesia la moto mi è sembrata subito buona, poi nei test di Portimao la GP-23 ha fatto un passo avanti enorme rispetto all’anno scorso: abbiamo più velocità in curva e riesco a piegare meglio la moto nelle curve più veloci”.

Bagnaia è consapevole di avere le capacità per difendere il titolo, ma allo stesso tempo sa che confermarsi a certi livelli non è mai scontato. “Ricordo delle gare di Marquez e Rossi, che hanno vinto tanti titoli ripetendosi – ha proseguito il pilota Ducati -. Bisogna lavorare come loro per riuscire a ripetersi. Tutti i piloti vorranno rubarmi il numero 1 sul cupolino, ma se lavoriamo nel modo giusto sono sicuro che potremo difendere il titolo, anche se non sarà semplice”. Nel 2023 ci sarà la spettacolare quanto imprevedibile Sprint Race a mischiare le carte. “La strategia del weekend cambierà un po’ con la gara sprint – ha concluso Pecco -. L’ho provata nei test e mi sono sentito bene, però serve un approccio diverso perché devi spingere da subito come un pazzo senza considerare il consumo della gomma. Ma è un cambiamento positivo, mi piace”. Poi, come da tradizione, ha compilato la lavagnetta insieme con gli altri piloti scrivendo i pronostici per il 2023. E per la vittoria in MotoGP Pecco ha votato… se stesso!”.

Schlein debutta in Ue, a tutto campo su Pnrr e riconversione ecnomica

Schlein debutta in Ue, a tutto campo su Pnrr e riconversione ecnomica


Schlein debutta in Ue, a tutto campo su Pnrr e riconversione ecnomica – askanews.it



Schlein debutta in Ue, a tutto campo su Pnrr e riconversione ecnomica – askanews.it



















Bruxelles, 23 mar. (askanews) – Sostegno alla riforma del Patto di stabilità più flessibile che la Commissione proporrà a breve, contro chi vorrebbe ‘tornare indietro’ ai tempi dell’austerità, dopo l’esperienza positiva del piano di Recovery ‘NextGenerationEU’, di cui semmai andrebbero resi strutturali, permanenti, alcuni meccansimi, come lo ‘Sure’, soprattutto per sostenere la riqualificazione professionale e la riconversione delle imprese, per evitare che aziende e lavoratori rimangano indietro nella transizione ecologica e digitale.

E soprattutto dimostrare che l’Italia è in grado di cogliere in pieno le opportunità e spendere bene i fondi del Pnrr, che oggi il governo Meloni vuole in parte modificare, ma che non deve essere stravolto nelle sue finalità principali: il Green Deal, la transizione digitale, e anche ‘il contrasto alle disuguaglianze sociali e imprenditoriali’ e tra Nord e Sud del Paese, tenendo conto del grande potenziale del Mezzogiorno per la produzione di energie rinnovabili. Sono i temi, in estrema sintesi, dei colloqui che la segretaria del Pd Elly Schlein ha avuto questo pomeriggio a Bruxelles, con il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni e con il vicepresidente esecutivo della Commissione per il Green Deal, Frans Timmermans, così come la stessa Schlein li ha riferiti nel pomeriggio in un punto stampa sotto la sede della Commissione.

Riforma del Patto di stabilità. ‘Sosteniamo fortemente – ha detto la segretaria del Pd – il tentativo di riforma del Patto di Stabilità, ‘di introdurre elementi di maggiore flessibilità; ‘sarebbe assurdo tornare indietro dopo quello che è accaduto durante la pandemia, dove invece il grande impegno della Commissione, e naturalmente dei commissari che abbiamo incontrato oggi, ha fatto sì che si aprisse una nuova fase dell’Unione europea. L’innovazione del ‘NextGenerationEU’. Schlein ha detto di essere stata ‘colpita’ dal fatto ‘che in un momento di crisi come la pandemia, che ha colpito tutti i paesi europei, ci sia stato un risveglio, ci siano stati alcuni avanzamenti per la prima volta significativi sul terreno della salute, dell’Unione sociale, di uno strumento importante come il meccanismo Sure per il sostegno ai meccanismi di cassa integrazione negli Stati membri, ‘e di uno strumento straordinario di investimento nella giusta direzione come il ‘NextGenerationE.

Rendere permanenti alcuni meccanismi del piano di Recovery. ‘Una delle cose discusse questa mattina con altri leader socialisti durante il pre-vertice del Pse che si è svolto prima del Consiglio europeo in corso a Bruelles ‘è il fatto che noi pensiamo che questo debba diventare uno strumento permanente: dovremo puntare a rendere strutturali questi meccanismi di investimento che permetteranno ai paesi di creare nuovo lavoro di qualità, buona impresa’, al tempo stesso ‘recuperando un equilibrio con il Pianeta, e investendo anche nella trasformazione digitale’, ha detto la segretaria del Pd. Opportunità per il Mezzogiorno. Inoltre, ha continuato, una parte degli investimenti che stiamo facendo è ‘fondamentale per quanto riguarda il Sud del nostro paese. Quello che ho voluto discutere sia con Paolo Gentiloni che con Frans Timmermans è come alcune di queste direttrici di sviluppo sarebbero fondamentali per il Sud, dove abbiamo un potenziale di energia pulita e rinnovabile molto significativo.

Pieno supporto al Green Deal e più sostegno per le Pmi. ‘Voglio rimarcare – ha aggiunto Schlein – il pieno supporto che diamo alla Commissione europea sulle misure che ha intrapreso con il Green Deal e anche con il piano ‘Fit for 55’, e naturalmente su questo chiediamo anche che ci siano ulteriori risorse ammesse, perché è importante che continuiamo ad accompagnare tutta la società, e anche le imprese, specialmente le Pmi in questa conversione, che non sarà banale. Attuazione Pnrr italiano essenziale per prospettive future. Riguardo al fatto che anche tra i socialisti vi sia però chi non è d’accordo con l’idea di rendere permanenti i meccanismi del Recovery, la segretaria del Pd ha osservato: ‘Sicuramente c’è un dibattito interno, e non da oggi, anche nella famiglia socialista; ma io credo che la credibilità per andare avanti in questa direzione passerà anche dalla capacità dell’Italia di sfruttare queste opportunità, di spendere bene e nei tempi previsti questi investimenti. Io credo – ha sottolineato – che sia fondamentale perché è da lì che passa il nostro futuro. E penso che, spendendo bene quelle risorse, riusciremo a dimostrare anche agli altri paesi europei che tutto questo può avere un vantaggio se non si lascia indietro nessuno, e soprattutto i territori che sono più affaticati, non solo nel nostro paese, ma anche negli altri; e quindi anche sulla questione sociale, territoriale, c’è uno sforzo importante da fare. A questo proposito, ha notato Schlein, ‘mi ha fatto piacere ritrovare la commissaria Elisa Pereira’, responsabile europea per le Politiche regionali, ‘che su questo versante è molto impegnata, e che durante la pandemia – ha ricordato – ha introdotto elementi di flessibilità sull’uso dei fondi strutturali, che per noi sono stati determinanti; e lo dico anche da ex amministratrice regionale. Vigilanza attenta su modifiche al Pnrr chieste dal governo. A chi chiedeva se con Gentiloni si sia parlato delle richieste del governo di poter modificare il Pnrr, Schlein ha risposto: ‘Sì, io credo che il Pnrr sia un’occasione straordinaria per il rilancio del nostro paese. E’ un Pnrr di cui la destra che governa sembra dimenticare le direzioni, che sono giuste, che sono quelle della conversione ecologica, con almeno il 37% degli investimenti, e poi ‘quelle della trasformazione digitale e anche quelle, non dimentichiamolo, del contrasto alle diseguaglianze, sociali e imprenditoriali, che purtroppo dividono molto il nostro paese’. Noi vigileremo attentamente – ha avvertito la segretaria del Pd – sull’attuazione di questo Pnrr. Abbiamo elementi di preoccupazioni, lo voglio dire, perché ad ora questo governo, oltre a chiedere flessibilità e margini di cambiamento, non si capisce ancora dove voglia portare questo strumento. Abbiamo – ha rilevato – delle scadenze importanti: noi responsabilmente ci interessiamo affinché l’Italia non manchi quegli gli obiettivi, e soprattutto ci interessa accompagnare le amministrazioni locali nell’attuazione di questi investimenti, e nel raggiungimento degli obiettivi che sono previsti. Necessità di investire in risorse per amministrazion locali Faccio un esempio: mi capita spesso di incontrare sindaci di comuni piccoli o medio-piccoli, che hanno difficoltà perché non hanno nemmeno le risorse umane, il personale che serve per poter attuare effettivamente i progetti, a volte addirittura per poter scrivere i progetti e partecipare ai bandi. Quindi servirebbe anche una grande iniezione di risorse e di nuovo personale nella pubblica amministrazione, in modo da affrontare e accompagnare queste sfide, altrimenti rischiamo di non riuscire a mettere a terra nei tempi previsti e in modo positivo queste risorse fondamentali per il nostro paese. Essenziale riconversione di imprese e lavoratori per transizione A un giornalista che chiedeva se con Gentiloni si sia parlato della possibilità di un nuovo meccanismo del tipo di ‘Sure’ (prestiti agli Stati membri finanziati con emissione di debito comune da parte dell’Ue) per poter finanziare il grande sforzo di riqualificazione professionale e riconversione economica necessario per la transizione energetica (ad esempio per il settore italiano della componentistica nell’automotive), Schlein ha replicato: ‘Abbiamo parlato di come rendere strutturali alcuni strumenti che dopo la pandemia sono stati messi in campo. Io personalmente sarei favorevole ad andare in questa direzione’. In altre parole, ha spiegato la segretaria del Pd, ‘la sfida delle conversioni ecologica e digitale la vinciamo soltanto con un grande investimento nelle competenze, nei saperi, nell’innovazione, nella ricerca; perché soltanto così, a partire dall’educazione, dall’istruzione a scuola e poi dall’università e anche dall’istruzione professionale e tecnica, si può riuscire a dotarsi delle professionalità adeguate ad affrontare queste sfide, che sono obiettivamente nuove: nessuno vuole banalizzare la complessità di questa conversione. Il governo non vede le imprese Green e non parla con loro ‘Ma io mi stupisco – ha detto ancora Schlein – che la politica non veda come in Italia ci sono già 400.000 imprese green che innovano, che aumentano il proprio fatturato, che contribuiscono a ritrovare un equilibrio con il Pianeta, e che danno lavoro di qualità. Sono realtà importanti e innovative che vengono a studiare in Italia dal resto d’Europa; è strano – ha concluso – che il governo italiano non le veda e non voglia parlare con loro.

Bonetti:Renzi protagonista nuovo partito anche con passo di lato

Bonetti:Renzi protagonista nuovo partito anche con passo di lato


Bonetti:Renzi protagonista nuovo partito anche con passo di lato – askanews.it



Bonetti:Renzi protagonista nuovo partito anche con passo di lato – askanews.it


















Roma, 23 mar. (askanews) – Va avanti il cantiere del partito unico messo in campo da Italia Viva e Azione. “La prossima settimana il comitato politico darà il via a tutto il percorso” costituente con i componenti dei due gruppi che lavoreranno sul Manifesto dei valori e sul vademecum delle regole per il congresso dove sarà scelto il futuro leader in vista delle europee del 2024. A fare il punto con Askanews la vicepresidente della Federazione, Elena Bonetti, di Italia Viva.

“Oggi abbiamo un leader chiaro che è Carlo Calenda e continueremo a sostenerlo anche nel prossimo congresso; Renzi ha già detto che la leadership di Calenda è un’ottima leadership, io ne sono convinta altrettanto”, precisa Bonetti, che aggiunge: “è evidente che in questo momento Renzi ha deciso di fare un passo di lato per mandare avanti la leadership di Carlo Calenda ma in un gioco di squadra profondamente condiviso” ed “è chiaro che poi ci saranno altri nomi che vorranno candidarsi. Dopodiché – puntualizza – Matteo Renzi è, è stato e sarà un protagonista della proposta riformista e del partito unico che andremo a costruire”. La Bonetti, ex ministra della pari opportunità e della famiglia nei governo Conte II e Draghi, ha rivendicato come nel terzo polo ci siano “leadership femminili molto forti e significative” e “quello che auspico e per il quale mi batterò è che nel terzo polo non debba accadere quello che invece la premier Giorgia Meloni ed Elly Schlein hanno detto e cioè che una donna ha il vantaggio di arrivare non vista, io vorrei che nel terzo polo le leadership femminili potessero entrare, viste da tutti, dalla porta principale”.

Importante per Iv è ribadire come il percorso di costruzione del partito unico debba essere “allargato a chi con noi vorrà costruire un soggetto politico unitario di forze liberali, popolari e riformiste in vista di una proposta forte per l’anno prossimo alle elezioni europee: il mondo giovanile, sicuramente una rappresentanza del partito democratico europeo dove noi siamo inseriti nella famiglia di Renew Europe, le culture e proposte politiche che si ispirano al cattolicesimo democratico”. Intanto si parte dai territori in vista delle prossime tornate elettorali. “Noi siamo una forza di baricentro e per nostra natura ci apriamo al dialogo con le esperienze territoriali che possano riconoscersi in una proposta riformista, che possa essere sintesi anche di sensibilità diverse. Nei singoli territori scegliamo le alleanze migliori per perseguire l’obiettivo che abbiamo per quel territorio. Nel Friuli Venezia Giulia sosteniamo un nostro candidato, Maran, insieme non solo ad Azione ma anche con +Europa che è per la prima volta nel simbolo unitario. Nelle scelte della varie città per maggio, ci sono contesti diversi, da quelli civici a quelli in cui andremo con il nostro simbolo”.