America’s Cup di Vela, torna la Vuitton Cup per scegliere lo sfidanteRoma, 24 ott. (askanews) – Torna ufficialmente la Louis Vuitton Cup di vela, la serie di regate in cui viene selezionato lo sfidante ufficiale del “defender” dell’America’s Cup. Lo ha comunicato lo sponsor Vuitton. Si terrà dal 29 agosto al 7 ottobre 2024 a Barcellona, in Spagna. Gli sfidanti sono 5: Ineos Britannia, Alinghi Red Bull Racing, Luna Rossa Prada Pirelli, NYYC American Magic e Orient Express Racing. Chi vince, sfiderà Emirates Team New Zealand nella 37esima edizione della coppa America di vela.
L’Italia teme un conflitto lungo, Tajani: “14 gli italiani a Gaza”Roma, 24 ott. (askanews) – L’esercito israeliano è “pronto e determinato” per la prossima fase della guerra ed è in attesa di istruzioni politiche. Nessuna speranza di tregua a breve termine, dunque, neppure per agevolare la già difficile trattativa in corso per il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas, mediata da Stati Uniti, Qatar ed Egitto. Non lascia spazio a dubbi di sorta il portavoce delle Forze armate dello Stato ebraico, Daniel Hagari, che prevede “settimane di combattimenti”, proprio mentre fonti governative israeliane indicano che l’attesa operazione di terra a Gaza potrebbe essere rinviata di qualche giorno. E una guerra “non brevissima” si attende anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, la cui priorità resta “portare in salvo gli ostaggi”. Sono 14 gli italiani a Gaza, mentre al confine con il Libano c’è ancora “un gruppo di connazionali abbastanza consistente”. E’ “uno dei luoghi bersagliati da Hezbollah”, ha precisato il ministro, che ha indicato in circa 18.000 i connazionali presenti in Israele, “che vedono passare razzi e missili sulle loro teste”.
Tajani ha discusso con alcuni di loro durante una riunione all’Unità di crisi della Farnesina, e in due diversi interventi a Sky e Radio Uno ha sottolineato che “bisogna fare di tutto perché l’Iran e il Libano siano tenuti fuori” dal conflitto. Le minacce di Teheran e gli sporadici attacchi di Hezbollah sono al momento solo dei “segnali politici” di “sostegno” ad Hamas, ma “non ancora una dichiarazione di guerra”, ha spiegato il titolare della Farnesina. Con il movimento sciita libanese in particolare si resta nell’ambito di “attacchi e risposte proporzionate”, che comunque destano “preoccupazione” e impongono di “mantenere l’attenzione alta”. Saranno poi le Nazioni Unite, eventualmente, a decidere se cambiare le regole d’ingaggio dei militari di Unifil, in caso di ulteriore e pericoloso allargamento del conflitto. Nella notte, intanto, Israele ha continuato a bombardare i suoi obiettivi nella Striscia, colpendo oltre 400 postazioni di Hamas, facendo almeno 140 vittime e “centinaia di feriti”, con “decine di abitazioni distrutte”. Negli ultimi giorni, l’esercito israeliano ha intensificato i suoi attacchi contro questa enclave palestinese di 362 km2, dove sono ammassati 2,4 milioni di palestinesi; un assedio che li sta privando di cibo, acqua ed elettricità almeno dal 9 ottobre scorso, 48 ore dopo il brutale attacco di Hamas allo Stato ebraico. Gli aiuti internazionali hanno cominciato ad arrivare sabato, attraverso l’Egitto, con una cinquantina di camion carichi di beni di prima necessità. Troppo pochi per l’Onu, secondo cui ne servirebbero almeno 100 al giorno.
Anche gli italiani bloccati nell’area hanno ricevuto “qualcosa da mangiare e da bere”, ha precisato Tajani, che ha parlato di “7 connazionali” presenti nella Striscia, assieme ad “altri 7 con doppia cittadinanza italo-palestinese e 4-5 familiari con passaporto solo palestinese, soprattutto bambini”. “Solo un’italiana vuole rimanere” a Gaza, “perché è un’operatrice della Croce Rossa e lo ritiene un suo dovere”, ha detto il ministro. Ciò che continua a mancare nella Striscia, invece, è il carburante. Israele ne impedisce la consegna per timore che possa essere sottratto da Hamas e utilizzato per alimentare i lanci di razzi contro lo Stato ebraico. “Quel poco che è stato consegnato lo hanno già rubato”, ha fatto sapere il governo. E mentre la guerra prosegue, la diplomazia internazionale continua a muoversi per impedire un’ulteriore escalation del conflitto e un allargamento regionale che risulterebbe catastrofico. La priorità è sempre quella di salvare gli ostaggi in mano ad Hamas. Un’urgenza ribadita nuovamente oggi dal Cremlino e confermata anche dal presidente francese Emmanuel Macron. “Tutti, senza distinzione” devono essere riconsegnati, ha detto.
L’inquilino dell’Eliseo è arrivato in Israele per incontrare le famiglie delle persone disperse, il presidente Isaac Herzog e il primo ministro Benjamin Netanyahu, e si recherà poi a Ramallah, dove sarà ricevuto dal presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen. A fronte delle immagini di “violenza pura e crudeltà” dei giorni scorsi, durante il suo incontro con il capo dello Stato francese, Netanyahu ha insistito sul fatto che Hamas rappresenta “una minaccia alla civiltà”. Macron, da parte sua, ha evidenziato la necessità di costruire una coalizione contro il movimento estremista palestinese, che ieri ha rilasciato altri due ostaggi, Yocheved Lifshitz, 85 anni, e Nurit Kuper, 79 anni, entrambi di nazionalità israeliana e provenienti dal Kibbutz Nir Oz. “Ho passato l’inferno. Non avremmo mai pensato che sarebbe successo questo”, ha detto oggi Lifshitz, confermando di avere camminato per chilometri lungo “un gigantesco sistema di tunnel, come ragnatele”. “Non c’era distinzione tra vecchi e giovani. È stato molto doloroso. Mi hanno colpito alle costole e mi hanno reso difficile respirare”, ha dichiarato negli stessi minuti in cui Macron ha iniziato il suo incontro con Netanyahu. Il premier d’Israele è stato nuovamente sollecitato nelle ultime ore dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden sulla “necessità di garantire aiuti umanitari urgenti a Gaza”. Mentre dichiarazioni di fuoco sono arrivare da Doha, tradizionalmente vicina ad Hamas e con un ruolo importante di mediazione nella trattativa per il rilascio di tutte le persone trattenute con la forza a Gaza. “Diciamo basta. A Israele non dovrebbe essere dato il via libera per l’uccisione incondizionata”, ha detto l’emiro Tamim bin Hamad Al Thani. “La pericolosa escalation minaccia la regione e il mondo”.
Un rischio che va evitato anche per la Cina. Il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi ha confermato al suo omologo Eli Cohen che la Cina resta impegnata per una soluzione del conflitto, ma ha anche chiesto a Israele di adottare misure efficaci per proteggere la sicurezza dei cittadini e delle istituzioni cinesi. “Tutti i paesi hanno il diritto all’autodifesa, ma dovrebbero rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggere la sicurezza dei civili”, ha commentato. (di Corrado Accaputo).
Fisco, crolla il mancato gettito Iva nell’Ue, con Italia capofilaRoma, 24 ott. (askanews) – I paesi dell’Unione europea hanno fatto progressi molto rilevanti sulla raccolta di gettito Iva, Italia in testa, riducendo di circa un terzo le entrate perse per evasione, elusione, errori contabili e fallimenti di imprese. Il cosiddetto “Vat Gap”, elaborato della Commissione europea e che cerca di misurare la differenza tra il gettito teorico atteso e quello effettivamente raccolto sull’Iva. Nel 2021 per l’intera Unione europea questa voce si è attestata a 60,6 miliardi di euro, rispetto a 99 miliardi registrati nel 2020. E in questo modo il gap sull’Iva è calato al 5,3%, ovvero 4,3 punti percentuali in meno rispetto a un anno prima.
Secondo le tabelle contenute in un rapporto pubblicato dalla Commissione europea, in Italia questo gap sull’Iva è crollato di ben 10,7 punti percentuali, il calo più forte tra tutti e 27 i Paesi, portandosi al 10,8% nel 2021, che equivale a 14,6 miliardi di euro, a fronte del 21,5% del 2020, che corrispondeva a 27,3 miliardi di mancato gettito. Anche con questi progressi, oltre un quarto del mancato gettito Iva totale nell’Ue è relativo all’Italia (14,6 mld su 60,6 mld). Il valore più elevato di mancato gettito Iva si registra in Romania, con un gap del 36,7%, il più basso in Olanda, che l’Ue accredita di un livello addirittira negativo, pari al meno 0,2%.
Questa impennata delle entrate Iva, e speculare riduzione del mancato gettito sembrano essere innanzitutto collegate alle restrizioni alle attività, e conseguenti cambi di modalità di spese e consumi, imposte dai governi a motivo del Covid. La stessa Commissione europea riconosce che l’aumento del gettito Iva è “senza precedenti”, così come il crollo del gap sull’Iva. Vari fattori potrebbero spiegare queste dinamiche: “primo, i pagamenti elettronici e online, dove generalmente l’osservanza dell’Iva è più elevata, che sono cresciuti in popolarità con la pandemia. Secondo – afferma la Commissione – gli Stati membri stanno beneficiando di misure mirate approntate nei loro sistemi fiscali, come nuovi meccanismi di rendicontazione digitale, il monitoraggio in tempo reale delle transazioni, i regimi di fatturazione elettronica che sono particolarmente efficaci contro le frodi sull’Iva”.
E Bruxelles intende fare altro in tal senso, ad esempio con la fatturazione elettronica delle transnazionali tra imprese. L’Unione europea è particolarmente interessata alla raccolta di gettito Iva dato che parte del ricavato deve essere automaticamente girato dagli Stati membri ai bilanci comunitari.
Manovra, confermato il taglio del cuneo. Aumentano le sigaretteRoma, 24 ott. (askanews) – Confermato per il 2024 il taglio del cuneo contributivo di 6 punti per i redditi fino a 35.000 euro che sale a 7 punti per i redditi fino 25.000 euro. E’ quanto emerge da una bozza della legge di bilancio.
La norma prevede che “in via eccezionale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, per i rapporti di lavoro dipendente, con esclusione dei rapporti di lavoro domestico, è riconosciuto, un esonero, senza effetti sul rateo di tredicesima, sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore di 6 punti percentuali a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima”. L’esonero sale di un ulteriore punto percentuale “a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 1.923 euro, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima. Tenuto conto dell’eccezionalità della misura di cui al presente comma, resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche”.
Tra le altre cose, sale di circa 10 centesimi a pacchetto nel 2024 l’accisa sulle sigarette.
Conte: bozze peggiorano il giudizio su manovra scellerataMilano, 24 ott. (askanews) – Le bozze della manovra che stanno circolando “peggiorano il giudizio già negativo espresso quando ci sono state anticipate le linee della manovra”. Lo ha detto il presidente del M5s Giuseppe Conte, in una conferenza stampa a Foggia con la neo sindaca Maria Aida Episcopo.
“Il governo taglia sostegni alle fasce deboli e a un ceto medio impoverito da caro vita, caro mutui, caro benzina. Se c’è qualche piccolo aiuto non è mai strutturale, mentre ciò che è strutturale sono le misure che favoriscono evasori e corrotti. E questo per noi è davvero dirimente, al di là del fatto che si fa una manovra in deficit e si utilizzino male questi soldi portando il Paese in recessione”. Inoltre “si stanno tradendo tutti gli impegni sul piano economico che erano stati presi. Addirittura si rischia di peggiorare la legge Fornero, loro che la volevano abolire, e fanno cassa anche sul taglio del cuneo fiscale. Daremo battaglia, non daremo tregua al governo, che consegna al Parlamento una manovra blindata anche per gli stessi parlamentari di maggioranza che non potranno provare a correggere questa manovra scellerata”.
Bankitalia: stretta credito banche accelera anche nella PenisolaRoma, 24 ott. (askanews) – Anche in Italia la domanda di prestiti di imprese e famiglie continua a calare, mentre nel terzo trimestre i criteri di offerta di credito da parte delle banche hanno mostrato “un ulteriore irrigidimento, ancora guidato dalla minore tolleranza e maggiore percezione del rischio”. Lo riporta la Banca d’Italia, in base alle rilevazioni effettuate per partecipare all’Indagine sul credito bancario nell’area dell’euro (La Bank lendig survey della Bce).
I fattori menzionati hanno contribuito anche all’inasprimento dei termini e delle condizioni generali sui finanziamenti, mentre questa tendenza è stata in parte attenuata” dalla riduzione dei margini applicati dalle banche, in particolare sui prestiti meno rischiosi, come conseguenza di una crescente pressione concorrenziale”. Queste dinamiche riflettono la aggressiva manovra di inasprimento monetario, sia mediante aumenti dei tassi di interesse, sia tramite drenaggio delle liquidità, operata dalla Bce nei mesi passati, nel tentativo di far calmierare l’inflazione.
Secondo l’indagine, in Italia i criteri di offerta sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono rimasti invariati, mentre quelli per il credito al consumo sono stati inaspriti. I termini e le condizioni sono stati irrigiditi su entrambe le categorie di finanziamenti nonostante la maggior pressione concorrenziale. “Per il trimestre in corso gli intermediari si attendono che i criteri di offerta sui prestiti alle società non finanziarie rimangano stabili, mentre quelli sui finanziamenti alle famiglie verrebbero inaspriti”. Nel frattempo la domanda di credito da parte delle imprese è nuovamente diminuita, prosegue Bankitalia, riflettendo in particolare l’aumento del livello dei tassi di interesse, il calo del fabbisogno per la spesa in investimenti fissi e il maggior ricorso all’autofinanziamento. La richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie si è ridotta sia per l’acquisto di abitazioni sia per la finalità di consumo; in entrambi i casi, il più elevato livello dei tassi di interesse e il peggioramento della fiducia ha continuato a esercitare un contributo negativo. Nel trimestre in corso la domanda di prestiti da parte di imprese e famiglie diminuirebbe ulteriormente.
Le condizioni di accesso delle banche al finanziamento sono peggiorate in particolare per quanto riguarda i depositi a breve. Nel trimestre in corso, si legge, gli intermediari si attendono un ulteriore deterioramento. Nei sei mesi terminanti in settembre la riduzione del portafoglio di politica monetaria della BCE ha esercitato un impatto negativo sulle condizioni di finanziamento, sulla posizione di liquidità e sulle attività totali delle banche; non ha invece avuto un impatto significativo sui criteri di offerta, sui termini e le condizioni e sui volumi erogati delle varie categorie di prestiti. Le operazioni di rifinanziamento Tltro III (operazioni di rifinanziamento a lungo termine di Bce e Eurosistema, su cui è stata operata una stretta aggressiva-ndrt), attualmente nella fase di rimborso, hanno contribuito al peggioramento della situazione finanziaria delle banche. Tale effetto si protrarrebbe nel corso dei prossimi sei mesi. Le operazioni non hanno invece contribuito in modo significativo alla variazione dei criteri di offerta, dei termini e delle condizioni e dei volumi di credito erogati.
Gli aumenti dei tassi di interesse di riferimento della Bce hanno avuto un impatto positivo sulla redditività complessiva degli intermediari ascrivibile al rialzo degli interessi attivi netti. Nei prossimi sei mesi, tale effetto si attenuerebbe, conclude lo studio di Bankitalia, a seguito di un minore impatto sui margini e di maggiori accantonamenti e rettifiche di valore da parte degli intermediari.
Schlein: vittoria a Foggia dimostra che uniti battiamo la destraRoma, 24 ott. (askanews) – La vittoria di Maria Aida Episcopo a Foggia dimostra che “quando ci uniamo l’alternativa a queste destre c’è”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando in conferenza stampa. “Sono una “buona notizia le elezioni di ieri a Foggia – ha aggiunto – congratulazioni e gioia per la vittoria di maria Aida Episcopo. Foggia rialza la testa, da oggi può scrivere una pagina di futuro migliore. E’ la dimostrazione, per noi, che quando ci uniamo, quando siamo uniti, l’alternativa a queste destre c’è”.
Energia, Aie: domanda combustibili fossili al picco prima del 2030Roma, 24 ott. (askanews) – La domanda di petrolio, carbone e gas naturale è destinata a raggiungere il picco prima della fine di questo decennio, con la quota dei combustibili fossili nella fornitura energetica mondiale che scenderà al 73% entro il 2030, dopo essere stata “ferma per decenni intorno all’80%”. Lo ha pronosticato l’Agenzia internazionale per l’energia nel suo World Energy Outlook 2023.
È in corso anche una trasformazione nel modo in cui il pianeta viene alimentato, con la “fenomenale crescita delle tecnologie energetiche pulite” come l’energia eolica, solare, le pompe di calore e le auto elettriche che giocano un ruolo fondamentale, secondo una dichiarazione che accompagna il rapporto. Anche le emissioni di anidride carbonica legate all’energia raggiungeranno il picco entro il 2025. Nonostante questi cambiamenti epocali, l’AIE afferma che sono necessari maggiori sforzi per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius, obiettivo dell’accordo di Parigi.
L’organizzazione con sede a Parigi prevede “quasi 10 volte più auto elettriche sulle strade di tutto il mondo” nel 2030, con “una quota di fonti rinnovabili nel mix elettrico globale prossima al 50%” dal 30% circa di oggi. Tra le altre cose, le pompe di calore – così come altri sistemi di riscaldamento elettrico – sono avviate a superare le caldaie che utilizzano combustibili fossili. “Se i paesi mantenessero i loro impegni nazionali in materia di energia e clima in tempo e in toto, i progressi nell’energia pulita sarebbero ancora più veloci”, afferma l’Agenzia.
“Tuttavia, sarebbero necessarie misure ancora più forti per mantenere vivo l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi”, ha aggiunto. “Allo stato attuale, la domanda di combustibili fossili è destinata a rimanere troppo elevata per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 gradi”, si legge nella nota. Il rapporto dell’Aie afferma che il suo scenario sulla base delle politiche dichiarate è ora “associato a un aumento della temperatura di 2,4 gradi nel 2100 (con una probabilità del 50%)”.
Pichetto: sul decreto energia serve un approfondimento tecnico, non c’è nessuno slittamentoRavenna, 24 ott. (askanews) – Sul decreto energia che doveva essere discusso in Consiglio dei ministri è necessaria una “valutazione di approfondimento tecnico anche del rapporto con l’Ue sul mercato tutelato”. Si è deciso di rimandare la discussione perché “ci sono tanti problemi di ordine tecnico”. Quindi non c’è uno slittamento del decreto. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin a margine di un incontro a Omc di Ravenna.
“La valutazione è di approfondimento tecnico anche del rapporto con l’Ue sul mercato tutelato – ha detto Pichetto Fratin -. Un mercato tutelato che finisce il 10 gennaio, quindi dopo questa data va attuata qualche liberalizzazione. Di conseguenza gli elementi da approfondire a livello tecnico sono le modalità tecniche affinché i soggetti non vulnerabili, quelli a cui si può staccare la luce in sostanza, si avvicinino al mercato e possano fare delle scelte. Ci sono tanti problemi di ordine tecnico”.
Bce: stretta credito bancario più netta del previsto in III trimRoma, 24 ott. (askanews) – La contrazione del credito bancario nell’area euro prosegue e più rapidamente del previsto. Nel terzo trimestre si è verificata una “consistente diminuzione” della domanda di prestiti da parte delle imprese, in parallelo a cali della domanda per mutui e sul credito al consumo delle famiglie. Lo riporta la Bce nella sua indagine periodica (Bank lending survey) secondo cui nel periodo in esame – tra il 15 settembre e il 2 ottobre, presso un campione di 157 banche – gli istituti hanno riportato un ulteriore inasprimento dei criteri di concessione del credito, più forte di quanto essi stessi prevedessero nell’indagine precedente.
La quota netta di banche che ha riportato strette sulle erogazioni di prestiti si è infatti attestata al 12%, solo marginalmente in calo rispetto al 14% del precedente trimestre. Secondo la Bce “l’inasprimento accumulato dal 2022 è stato rilevante”. Nel terzo trimestre la quota netta di inasprimento è stata dell’11% sui mutui e del 16% sul credito al consumo e “in entrambi i casi ha superato di molto le precedenti aspettative”.
Queste dinamiche riflettono la stretta di politica monetaria effettuata dalla stessa Bce, sia mediante continui aumenti dei tassi di interesse – ne ha decisi 10 in maniera consecutiva dall’estate del 2022 – sia di fatto drenando ingenti quantitativi di liquidità dal mercato, mediante operazioni sulle aste di rifinanziamento a lungo termine alle banche (Tltro). A contribuire a spingere gli istituti di credito alla serrata hanno pesato, secondo l’indagine “maggiori percezioni di rischio collegate alle prospettive dell’economia e alle situazioni specifiche dei creditori e meno tolleranza, da parte delle banche, sia sul sul rischio che sulle posizioni di scarsa liquidità”.
Infine, secondo le banche consultate l’effetto positivo per i loro margini sui tassi di interesse (derivante dai recenti aumenti dei tassi ufficiali) dovrebbe “gradualmente abbattersi”. L’indagine viene pubblicata a due giorni da un nuovo consiglio direttivo della Bce, che dopo questa stretta monetaria senza precedenti nella storia dell’istituzione ora dovrebbe arrestare la manovra rialzista sui tassi di interesse. Le decisioni di politica monetaria verranno annunciate alle 14 e 15 di giovedì.