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Edilizia,Istat:ad agosto produzione costruzioni +2,1% mese,-0,3% anno

Edilizia,Istat:ad agosto produzione costruzioni +2,1% mese,-0,3% annoRoma, 20 ott. (askanews) – Ad agosto si stima che l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni cresca del 2,1% rispetto a luglio. Su base tendenziale, sia l’indice corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 come ad agosto 2022) sia l’indice grezzo registrano una flessione dello 0,3%. Lo ha reso noto l’Istat.

Nella media del trimestre giugno – agosto 2023 la produzione nelle costruzioni cala dello 0,4% nel confronto con il trimestre precedente. Nella media dei primi otto mesi del 2023, l’indice corretto per gli effetti di calendario diminuisce del 2,1%, mentre l’indice grezzo cala del 2,2%.

Auto, elettriche a batteria al 14,8% in Ue. Superate le diesel

Auto, elettriche a batteria al 14,8% in Ue. Superate le dieselRoma, 20 ott. (askanews) – A settembre la quota di mercato delle auto elettriche a batteria in Unione europea ha raggiunto il 14,8%, in aumento rispetto al 14,1% di settembre dell’anno scorso. Lo rende noto l’associazione dei costruttori europei Acea.

Si tratta della terza volta quest’anno in cui le auto elettriche a batteria hanno superato il diesel (al 12,7% delle immatricolazioni a settembre), rendendole la terza scelta più popolare tra gli acquirenti di auto nuove. Le auto ibride elettriche hanno mantenuto la loro posizione come la seconda opzione più preferita col 27,3% del mercato. Le auto a benzina sono ancora la prima scelta tra gli acquirenti ma la loro quota di mercato è scesa dal 35,3% di settembre 2022 al 34,1% di quest’anno.

Complessivamente le immatricolazioni di auto in Unione europea sono aumentate del 9,2% a settembre a quota 861.062 veicoli segnando il quattordicesimo mese consecutivo al rialzo.

Pnrr, Fitto: confronto con Commissione va avanti in maniera positiva

Pnrr, Fitto: confronto con Commissione va avanti in maniera positivaRoma, 20 ott. (askanews) – “Il confronto con la Commissione va avanti bene, in maniera positiva e costruttiva”. Lo ha sottolineato il ministro per i rapporti con l’Unione europea, Raffaele Fitto, intervenuto al Congresso dei dottori commercialisti. “Il Pnrr non è un piano del governo Meloni – ha detto Fitto – è un piano dell’Italia”.

Fitto ha ricordato come “abbiamo avviato una fase di confronto r molto seria con la Commissione sulla terza rata, che aveva 55 obiettivi da raggiungere, e con 55 obiettivi i temi veri toccano tutti i settori. Su questo abbiamo aperto un confronto con la Commissione su cui abbiamo trovato punti di incontro. Abbiamo spostato un obiettivo sulla quarta rata, incassato la terza rata e l’obiettivo sulla quarta rata su cui abbiamo chiesto 11 modifiche. Siamo in fase di assessment e puntiamo a ottenere il pagamento della quarta entro dicembre 2023 e dobbiamo raggiungere gli obiettivi della 5 rata entro fine anno”.

Meloni dopo i fuorionda: la mia relazione con Giambruno finisce qua. Chi pensava di indebolirmi si sbagliava

Meloni dopo i fuorionda: la mia relazione con Giambruno finisce qua. Chi pensava di indebolirmi si sbagliavaRoma, 20 ott. (askanews) – “La mia relazione con Andrea Giambruno, durata quasi dieci anni, finisce qui”. Lo scrive sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo i fuorionda imbarazzanti del compagno diffusi dal programma satirico di Mediaset Striscia la Notizia. “Lo ringrazio – aggiunge – per gli anni splendidi che abbiamo trascorso insieme, per le difficoltà che abbiamo attraversato, e per avermi regalato la cosa più importante della mia vita, che è nostra figlia Ginevra”, continua nel post pubblicato, insieme ad uno scatto che la ritrae sorridente con Giambruno e la figlia quando era molto piccola.

“Le nostre strade si sono divise da tempo, ed è arrivato il momento di prenderne atto”, scrive ancora Meloni, aggiungendo: “Difenderò quello che siamo stati, difenderò la nostra amicizia, e difenderò, a ogni costo, una bambina di sette anni che ama la madre e ama il padre, come io non ho potuto amare il mio. Non ho altro da dire su questo”. E “tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua”, chiosa la presidente del Consiglio nel post in cui annuncia la fine della relazione con Andrea Gaimbruno.

Dopo il post del benservito, arrivano i messaggi di solidarietà dei leader della maggioranza. “Un fortissimo abbraccio a Giorgia, con la mia amicizia e il mio sostegno. Avanti, a testa alta!”. Così il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, in un post sui social. “Giorgia,ti abbraccio”, scrive via social il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani, ministro degli Esteri, dopo l’annuncio della premier della fine della relazione sentimentale con Andrea Giambruno. Messaggi di solidarietà (personale) anche dall’opposizione. “Tutta questa vicenda è abbastanza sconcia. L’uso strumentale dei fuori onda da parte di reti TV collegate a partiti politici, la richiesta assurda che delle frasi (volgari) di Giambruno risponda Meloni. Il tutto con di mezzo una bimba di 7 anni che deve poter fare una vita normale. Io sono un avversario di Giorgia Meloni ma oggi ha tutta la mia solidarietà. Così in Italia non si produrrà mai nulla tranne il fango, finché il fango non sommergerà tutti e tutto”, scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda.

“Restare donne oltre i ruoli che si ricoprono non è un’impresa facile . L’amore per i nostri figli ci rende le rocce che siamo e ci fa scegliere per il meglio. La ragione di tutto sta lì. Un abbraccio a Giorgia Meloni che ha agito in un momento difficile da donna libera . Ora le lascino fare la madre”, così l’eurodeputata del Pd, Alessandra Moretti. “Oggi una mamma e sua figlia stanno soffrendo per un sistema mediatico che le ha colpite nel loro privato. Questo accade perche’ Giorgia Meloni è premier. Che la si attacchi in questo modo per indebolirla politicamente è disgustoso. Solidarietà a lei e alla sua bambina”, dichiara via Facebook l’ ex ministra Elena Bonetti, deputata del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe e presidente di PER-Popolari Europeisti Riformatori”.

Ad Alice nella città è il giorno di “Invelle” di Simone Massi

Ad Alice nella città è il giorno di “Invelle” di Simone MassiRoma, 20 ott. (askanews) – Illustratore e regista, vincitore di oltre 300 premi, fra cui un David di Donatello, tre Nastri d’Argento e un Premio Flaiano per l’animazione, Simone Massi ha realizzato e diretto animazioni selezionate nei festival di 75 paesi. Dopo la partecipazione alla 80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia in concorso in Orizzonti, per cui ha vinto il Premio Carlo Lizzani, il suo primo lungometraggio animato, “Invelle” viene presentato ad Alice nella città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, che propone un omaggio all’autore con le proiezioni diffuse della sua opera completa, composta da 24 cortometraggi, vincitori di numerosissimi premi e riconoscimenti in tutto il mondo.

Nel 1918 Zelinda è una bambina contadina con la madre in cielo e il padre in guerra. Le tocca smettere l’infanzia e indossare la casa, i fratelli, la stalla e le bestie. Un giorno Zelinda torna ad avere una madre e un padre. Alla fiera del paese la bambina si stringe al babbo e spalanca gli occhi per far posto a tutte le cose che le si parano davanti. Vere o immaginate che fossero, Zelinda quelle cose ormai le ha viste e si è fatta una sua idea di come gira il mondo. Gira così velocemente che di colpo la sua storia diventa quella di un’altra. Nel 1943 Assunta è una bambina contadina che sta in equilibrio su una gamba, con la testa guarda il cielo e tiene il piede in guerra (un’altra!). Ma appena ha modo Assunta si cuce un vestito colorato, fa un saltello e hop! la guerra era tutto uno scherzo, o comunque adesso non c’è più. La guerra (forse!) non c’è più e con essa scompare un mondo intero: un salto più grande di quel che sembrava. Nel 1978 Icaro è un bambino contadino che gira in tondo attorno al niente. È stato sognato tanti anni prima e deve fare e farà quello che non è stato possibile per sua madre e sua nonna. E per chi è venuto prima di loro. E prima ancora. E prima ancora. “Invelle” prende vita attraverso i circa 40.000 fotogrammi disegnati a mano uno per uno e grazie alle voci dei personaggi prestate da Marco Baliani, Ascanio Celestini, Mimmo Cuticchio, Luigi Lo Cascio, Neri Marcorè, Giovanna Marini, Achille Massi, Gemma Massi, Toni Servillo e Filippo Timi.

Visco: è il momento di riflettere a un Codice bancario Ue unico

Visco: è il momento di riflettere a un Codice bancario Ue unicoRoma, 20 ott. (askanews) – Nell’Unione europea è arrivato il momento di riflettere a “un Codice bancario unico, che riguardi anche l’armonizzazione delle regole sulla governance interna, sulle procedure e sulle attività che le banche sono autorizzate a condurre, in modo da essere il più possibile coordinati” con il meccanismo di Vigilanza bancaria Ue. E’ la proposta lanciata dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco nel suo intervento in apertura del convegno “Ssm Regulation, ten years since”, organizzato dall’istituzione in collaborazione con l’Università Roma Tre e il Centro di ricerca Paolo Ferro-Luzzi.

Dieci anni fa, ha rilevato Visco, la vigilanza bancaria Ue è stata allestita in maniera “urgente” in modo da poter supervisionare su tutte le istituzioni del credito che operano nell’area euro, ma dopo questo decennio “la normativa resta solo parzialmente uniforme e questa asimmetria – ha detto – resta chiaramente una fonte di squilibrio”. Per questo, secondo il governatore “è arrivato il tempo di arrivare a un livello molto più avanzato di armonizzazione, e sarebbe certamente desiderabile una valutazione complessiva a livello Ue” della portata con cui l’attuale dispersione delle direttive bancarie possano essere “fuse in un singolo pezzo di legislazione, un bank act”, ha detto.

Oss. Findomestic: un figlio costa quasi 500 euro al mese, +15% in un anno

Oss. Findomestic: un figlio costa quasi 500 euro al mese, +15% in un annoMilano, 20 ott. (askanews) – Gli italiani spendono mediamente quasi 500 euro (462) al mese per ogni figlio che abita in famiglia, il 15% in più rispetto a un anno fa. Secondo l’ultimo Osservatorio mensile di Findomestic (gruppo Bnp Paribas) i costi che incidono di più sono quelli legati all’abbigliamento, alle spese scolastiche e agli alimentari percepiti dal campione come i settori maggiormente colpiti dai rincari. Seguono nella classifica degli aumenti, viaggi, trasporti e salute. Anche se in aumento, solo il 14% taglia le spese non strettamente necessarie dedicate ai figli, il 36% rinvia altri acquisti per la famiglia, il 32% rinuncia ad altre spese.

Le motivazioni di natura economica incidono sulla scelta di avere o meno figli: tra chi non ne ha oggi, quattro su 10 non ha intenzione di averne in futuro. Chi ha figli e chi non li ha è d’accordo sulla necessità di maggiori sostegni economici da parte dello stato per sostenere la genitorialità (53%), mentre per chi non è ancora genitore anche la stabilità lavorativa (55%) o il sostegno nelle spese per asilo o baby-sitter (51%) rappresentano elementi chiave per avere un figlio. “L’inflazione – commenta Gilles Zeitoun, amministratore delegato e direttore generale Findomestic – rappresenta costantemente da un anno a questa parte la preoccupazione principale degli italiani seguita dal calo del potere d’acquisto della propria famiglia. Le rilevazioni dell’Osservatorio Findomestic evidenziano come anche nel corso del 2023, nonostante il rallentamento dell’inflazione, 8 su 10 continuino ad avvertire rincari più o meno consistenti e per il 64% i prezzi continueranno a salire. Elementi – conclude Zeitoun – che contribuiscono a frenare la propensione al consumo e all’aumento percentuale di chi guarda al futuro con pessimismo (59% dal 50% di giugno)”.

Le intenzioni d’acquisto dei prossimi tre mesi rilevate dall’Osservatorio Findomestic alla fine di settembre risultano nuovamente in calo dell’8% dopo la risalita di fine agosto (+6,1%). Da inizio 2023 l’andamento delle intenzioni d’acquisto è sempre stato altalenante con quattro mesi in negativo e cinque in positivo, raggiungendo il suo picco a marzo. Il dato negativo di ottobre è determinato dalle ristrutturazioni (-21%) che risentono dello stop al superbonus e dal mercato delle auto usate (-18,3%) che, però, nei primi 9 mesi ha mostrato particolare vivacità. Di nuovo in calo anche la propensione all’acquisto di tecnologia, un mercato in fisiologico rallentamento dopo anni molto positivi per le vendite: male le intenzioni d’acquisto di fotocamere (-16,1% di intenzioni d’acquisto), PC (-7,9%) e smartphone (-7,4%), mentre tablet e tv rimangono in linea con il mese precedente. L’avvicinarsi dell’inverno penalizza le “due ruote” (motoveicoli -8,3% ed e-bike -4%) e non invoglia ad acquistare attrezzature sportive (-8%) e per il fai da te (-6,3%). Al contrario, i monopattini elettrici guadagnano l’8,1%. La flessione delle intenzioni d’acquisto è limitata per le auto nuove (-2,1%), mentre tornano in territorio positivo i viaggi (0,6%) in vista delle prossime vacanze natalizie. L’incombere della stagione fredda spinge, invece, in positivo la volontà di acquistare pompe di calore (+12,2%), caldaie a biomassa o condensazione (8,5%) e impianti di isolamento termico (+5,3%). In crescita per il secondo mese consecutivo anche l’intenzione di acquistare mobili (+1,3%), anche se la percentuale degli interessati è di quasi sei punti inferiore rispetto a quella raggiunta a marzo. Bene anche i piccoli elettrodomestici (+6%) mentre i grandi cedono l’1%. Oltre tre italiani su 10 (31%) prendono in considerazione di acquistare nei prossimi tre mesi un bene a rate, in risalita di sei punti percentuali rispetto a quanto rilevato alla fine del luglio scorso. Tra questi la maggioranza (42%) predilige il finanziamento diretto sul punto vendita.

Meloni: mia relazione con Giambruno finisce qua

Meloni: mia relazione con Giambruno finisce quaRoma, 20 ott. (askanews) – “La mia relazione con Andrea Giambruno, durata quasi dieci anni, finisce qui”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Lo ringrazio – aggiunge – per gli anni splendidi che abbiamo trascorso insieme, per le difficoltà che abbiamo attraversato, e per avermi regalato la cosa più importante della mia vita, che è nostra figlia Ginevra. Le nostre strade si sono divise da tempo, ed è arrivato il momento di prenderne atto”. “Difenderò – scrive ancora – quello che siamo stati, difenderò la nostra amicizia, e difenderò, a ogni costo, una bambina di sette anni che ama la madre e ama il padre, come io non ho potuto amare il mio. Non ho altro da dire su questo”.

Renzi tenta ‘sfratto’ Calenda in Senato,divorzio conclamato Azione-Iv

Renzi tenta ‘sfratto’ Calenda in Senato,divorzio conclamato Azione-IvRoma, 19 ott. (askanews) – Matteo Renzi manda l’avviso di sfratto a Carlo Calenda e il divorzio tra i due, dopo mesi di “telenovela”, è di fatto conclamato. Anche in Parlamento. Con la campagna elettorale per le europee sempre più vicina, il ‘loro’ Terzo Polo è morto e sepolto e Renzi ha rotto gli indugi formalizzando, la separazione tra Azione e Italia Viva anche nell’ultimo scampolo di convivenza forzata: i gruppi parlamentari unitari che erano nati all’indomani dalle Politiche quando la coppia si era presentata con un unico simbolo a racchiuderne due.

Di prima mattina sulla e-news Renzi scrive: “Abbiamo provato fino all’ultimo a chiedere di fare la lista insieme – spiega – e la risposta di Calenda è stata sprezzante. Dunque auguri a tutti e ognuno per la sua strada. Meglio finire questa telenovela che farci ridere dietro da mezza Italia”. Poche ore dopo, inizia la riunione del gruppo Az-Iv in Senato, convocata dal renziano Enrico Borghi, e Calenda e i suoi disertano. Iv ha la maggioranza e il risultato è che viene approvato il cambio del nome del gruppo da Azione-ItaliaViva-RenewEurope in Italia Viva – Centro – RenewEurope. Di fatto, uno sfratto: il nome ‘Azione’ viene cancellato e i senatori di Calenda, quattro su 11, rischiano ora di finire al gruppo Misto. La reazione di Calenda è inizialmente furiosa, dice che si rivolgerà al presidente del Senato Ignazio La Russa perché, sostiene, Renzi ha annunciato la separazione a mezzo stampa senza che sia stata realmente deliberata, mentre sul cambio di nome, accusa, è stato violato lo Statuto: “agiremo in tutte le sedi preposte. Altri commenti su questa vicenda ridicola e caricaturale non sono necessari”, attacca. Poi, nel pomeriggio, prende atto degli esiti della manovra messa in campo da Renzi e si dice disponibile “ad accettare la richiesta di sciogliere i gruppi” ma, osserva, finora “nessuna formalizzazione di questa volontà è arrivata da Iv. In soldoni Renzi non ha mai chiesto di sciogliere i gruppi se non a mezzo stampa. Cambiamenti di nome in violazione dello Statuto e altri giochini infantili, non sono invece accettabili. Cerchiamo di chiudere questa storia presto, bene e in modo il più possibile decoroso. Non mi pare il momento di riaprire polemiche inutili”.

Neanche mezz’ora dopo, la formalizzazione arriva: i deputati di Italia Viva del gruppo Az-Iv a Montecitorio inviano una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana chiedendo di poter “costituire il gruppo parlamentare ‘Italia Viva – Il Centro – Renew Europe’ a far data dal primo novembre 2023, in continuità con il gruppo ‘Italia Viva-Italia C’è’, già costituito nella precedente legislatura” e “segnalando” che “il medesimo gruppo risulta già costituito al Senato”. Contestualmente Borghi scrive al presidente del Senato per comunicare il cambio “della denominazione” del gruppo a Palazzo Madama. In serata, arriva una nota della presidenza del Senato che informa di un tentativo in extremis di “componimento amichevole” del presidente Ignazio La Russa con la convocazione di una riunione per mercoledì prossimo e comunica che è stato disposto un “approfondimento sulla vicenda con riguardo agli aspetti regolamentari” dopo che i senatori di Azione hanno definito ‘palesemente illegittima’ la decisione di cambiare il nome al gruppo. Ma lo strappo di oggi è netto e i divorzi turbolenti hanno strascichi e conseguenze imprevedibili. Si apre ora la partita delle pratiche di divorzio e ciascuno giocherà la sua. Provando anche a drenare qualche new-entry da altri partiti. I regolamenti di Camera e Senato prevedono un numero minimo di parlamentari: 20 a Montecitorio e 6 in Senato anche se sono previste deroghe, tutte da verificare, per evitare di andare nel gruppo Misto. In Senato su 11 senatori, Renzi ne ha sette (contando Dafne Musolino che arriva da Sud chiama Nord) e Calenda quattro. Alla Camera è Calenda in vantaggio: su 21 deputati, può contare sui suoi dieci più Elena Bonetti ed Ettore Rosato che hanno detto addio a Renzi e oggi hanno presentato l’associazione ‘Per’ (Popolari Europeisti Riformatori). Sul tavolo, poi, non da ultimo, la spartizione di risorse e mezzi, locali, attrezzature, contributi derivanti da quel quasi 8% ottenuto alle Politiche e su cui voleranno gli stracci.

Terrorismo, Crosetto: vero pericolo viene da terroristi ‘fai da te’

Terrorismo, Crosetto: vero pericolo viene da terroristi ‘fai da te’Roma, 19 ott. (askanews) – “Quando arrivano migliaia di persone se tra loro c’è qualche terrorista questo fa parte della statistica, non è un ragionamento politico. Quando, da Paesi in cui l’integralismo è molto forte, arrivano decine di migliaia di persone è logico che tra quelle persone ci siano dei terroristi professionisti, ma qui il tema è ancora più grande, è la capacità di persone che non sono partite da terroristi di trasformarsi in terroristi quando pensano che si stia combattendo una guerra santa”. Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto nel corso della registrazione della puntata di “Dritto e rovescio” che andrà in onda stasera su Rete4.

“E’ questo il discorso” di non voler gettare “benzina sul fuoco – ha proseguito Crosetto -, c’è un pericolo terrorismo ma bene o male le nostre forze di polizia e di intelligence riescono a monitorare, poi ci sono quelli che diventano terroristi perché il corso degli eventi, la rabbia, e il fatto di pensare che sia in corso una guerra di religione e che loro debbano combatterla, li trasformano in terroristi, magari non mettono una bomba ma prendono un coltello in cucina, è questo che è pericoloso”.